I diverticoli del colon sono delle estroflessioni delle pareti intestinali, di forma ed istologia variabile. Tutti i settori del canale alimentare possono dare origine a diverticoli ma il colon è quello in cui la loro presenza è più comune. Generalmente si formano in zone di relativa debolezza dello strato muscolare (“locus minoris resistenziæ”) del colon Continua a leggere
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Diverticoli e diverticolosi del colon: cause, sintomi e terapie
La diverticolosi è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di estroflessioni della mucosa e della sottomucosa, definite appunto diverticoli, lungo la parete degli organi cavi dell’apparato digerente. Generalmente si formano in zone di relativa debolezza dello strato muscolare (“locus minoris resistenziæ”) del colon (soprattutto sigma e retto a causa delle maggiori pressioni) o dell’esofago. Sono rari casi che si presentano prima dei 40 anni, età dopo la quale v’è un incremento dell’epidemiologia. La diverticolosi si presenta asintomatica, se diventa sintomatica, come ad esempio nel caso della diverticolite, si parla allora di patologia diverticolare. Le diverticolosi vengono suddivise principalmente in base alla localizzazione lungo il tratto digerente. Sebbene infatti i diverticoli possano presentarsi in un qualsiasi organo cavo dell’apparato digerente, le zone di più comune insorgenza sono principalmente due:
- diverticolosi esofagea;
- diverticolosi colica.
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Quanto è diffusa?
La diverticolosi è una condizione relativamente comune, con un’epidemiologia influenzata da vari fattori quali età, razza, e condizione socio-economica. La forma più frequente, la diverticolite asintomatica, ha una prevalenza che varia secondo l’età, colpendo meno del 5% di individui di età inferiore ai 40 anni, arrivando a quote superiori al 65% nella fascia di età oltre gli 85 anni, con un netto incremento a partire dai 60 anni. La diverticolosi interessa più frequentemente paesi occidentali e industrializzati; la ragione non è ancora stata chiarita, ma è stato ipotizzato che la ragione sia da ricercarsi nelle abitudini alimentari e nello stile di vita. A supporto della tesi, la prevalenza del Giappone si è allineata con quella dei paesi occidentali in concomitanza con l’occidentaizzazione del Paese. Si pensa inoltre che abbia un ruolo anche il corredo genetico; la localizzazione dei diverticoli sembra infatti disporsi in base tali fattori: negli individui di etnia mongolide prevalgono i diverticoli nel colon ascendente (circa nel 75% dei casi), mentre nei caucasici la tendenza si sposta nel colon discendente.
Segni e sintomi
Il sintomo caratteristico e di presentazione più comune della diverticolosi è il dolore addominale. Questo dolore può essere di tipo crampiforme oppure diffuso e mal definito. In alcuni casi il dolore appare fin dall’esordio localizzato in fossa iliaca sinistra ed acuto.
La maggior parte delle persone che si presentano al medico con diverticolosi del colon sono già a conoscenza del loro problema e dei cambiamenti insorti gradualmente nelle loro abitudini intestinali. Quando i sintomi compaiono in una persona con più di 40 anni di età resta comunque importante una valutazione specialistica ed escludere patologie più pericolose come il cancro del colon o del retto. La maggior parte dei pazienti lamenta dolore ai quadranti inferiori dell’addome: talvolta questo sintomo si associa a stitichezza. In caso di contemporanea presenza di febbre e brividi è bene pensare alla possibilità di una diverticolite.
Le forme cliniche di diverticolosi del colon sono:
Diverticolosi sintomatica del colon
Si tratta della complicanza più comune della diverticolosi del colon. Si accompagna ad una motilità intestinale (cioè alla natura propulsiva in avanti delle contrazioni muscolari) disorganizzata. Si riflette spesso in spasmo muscolare e si traduce in dolore nei quadranti addominali inferiori, tendenzialmente a sinistra. Talvolta si accompagna all’evacuazione di piccole quantità di feci dure (fecalomi) e muco. Queste evacuazioni alleviano il dolore. I sintomi possono consistere in (1) gonfiore e senso di ripienezza addominale, (2) dolore e modificazioni nelle abitudini intestinali (diarrea o stipsi), (3) senso persistente di disagio non meglio specificato nei quadranti addominali inferiori (a sinistra con maggiore frequenza che a destra), con occasionali episodi di dolore acuto, a fitta, (4) dolore addominale, spesso in basso ed a sinistra, associato o poco dopo i pasti. Se questi sintomi persistono è consigliato eseguire approfondimenti diagnostici.
Diverticolosi del colon complicata
Questo evento è piuttosto raro ma molto pericoloso. I diverticoli possono sanguinare, sia rapidamente (causando emorragie attraverso il retto) sia lentamente (con conseguente anemia). I diverticoli possono infettarsi ed evolvere in ascessi, oppure anche perforare. Si tratta di complicanze molto gravi che richiedono un immediato intervento medico. Quando alla febbre si associa una dolorabilità da rimbalzo ed all’auscultazione non sono più percepibili suoni addominali, ci si trova verosimilmente di fronte ad un quadro di perforazione intestinale con peritonite. Quando il quadro clinico evolve verso l’infezione dei diverticoli e lo sviluppo di ascessi è corretto parlare di diverticolite. Raramente ma è possibile che il processo infiammatorio si estenda alle vicine vie urinarie associandosi pertanto a disuria e pollachiuria. La presenza di una fistola enterovescicale può essere sospettata in caso di pneumaturia o di fecaluria. È bene ricordare che un primo sanguinamento dal retto, soprattutto in soggetti di età superiore ai 40 anni, potrebbe essere correlato al cancro del colon, polipi del colon o malattia infiammatoria intestinale, piuttosto che alla diverticolosi. Ne discende la necessità di ulteriori indagini diagnostiche.
Eziologia
L’esatta eziologia della diverticolosi del colon non è ancora stata completamente chiarita e molte affermazioni sono solo aneddotiche. Oggi si tende molto ad enfatizzare l’importanza del contenuto di fibre nella dieta. Le prime segnalazioni in tal senso hanno inizio con gli studi di Cleave. Tra i lavori più importanti sulla carenza di fibre alimentari come causa di malattia diverticolare è necessario citare quelli di Neil Painter e Adam Smith. Essi sostengono che i muscoli del colon debbono contrarsi con forza per riuscire ad espellere le piccole feci che si associano ad una dieta carente di fibre. L’aumento di pressione che si registra all’interno dell’intestino con il trascorrere degli anni dà luogo ad un’erniazione nel punto della parete intestinale più vulnerabile, e cioè là dove i vasi sanguigni penetrano nella parete del colon. Denis Burkitt ha rilevato che vi possono essere differenti caratteristiche meccaniche tra il colon di soggetti africani ed europei. Poiché gli africani si alimentano con una dieta contenente molte più fibre rispetto agli europei ed utilizzano la naturale posizione accovacciata per la defecazione, sarebbero in grado di espellere feci ingombranti con maggiore facilità, e quindi raramente se non mai, sviluppano la diverticolosi del colon. Il National Institutes of Health degli USA (NIH) considera la teoria delle fibre “non provata”. Nel novembre 2011 uno studio pubblicato su un giornale di gastroenterologia ha riferito che “una dieta ricca di fibre e l’aumentata frequenza dei movimenti intestinali sono associate con una maggiore, piuttosto che minore, prevalenza di diverticolosi”. Una variazione della forza della parete del colon legata all’età potrebbe essere un fattore eziologico. Il tessuto connettivo dà infatti un contributo significativo alla forza della parete del colon. Le proprietà meccaniche del tessuto connettivo dipendono da numerosi fattori: il tipo di tessuto e la sua età, la natura dei legami covalenti intramolecolari ed intermolecolari e la quantità di glicosaminoglicani associati alle fibrille collagene. La sottomucosa del colon è composta quasi interamente di collagene, sia di tipo I che di tipo III. Diversi strati di fibre di collagene formano la sottomucosa del colon umano. I diametri delle fibrille di collagene ed il loro numero sono diversi tra colon destro e sinistro e cambiano con l’età e nella diverticolosi del colon.
In altre parole i cambiamenti che sono normalmente associati all’invecchiamento sono più marcati nella diverticolosi del colon. Iwasaki in uno studio autoptico ha scoperto che la resistenza alla trazione del colon di soggetti giapponesi diminuisce con l’età. Allo stesso modo le proprietà meccaniche del colon sono più forti nei soggetti africani rispetto ai soggetti europei. Tuttavia, questa affermazione basata sulla razza è contraddetta dall’incidenza praticamente identica della malattia diverticolare negli americani bianchi e di colore.
La forza della parete del colon diminuisce con l’età in tutte le sezioni, tranne che nel colon ascendente. La caduta in resistenza alla trazione che si registra con l’età è dovuta ad una diminuzione nell’integrità del tessuto connettivo. I legami covalenti incrociati del collagene sono aumentati nella diverticolosi del colon. Lo strato mucoso è forse più elastico ed è probabile che gli strati esterni più rigidi si rompano e consentano alla mucosa elastica di erniare attraverso le fibre formando un diverticolo.
Il collagene ha collegamenti trasversali intermolecolari ed intramolecolari che stabilizzano e danno forza al tessuto in cui si trova. Un accumulo di molecole di glucidi con legami covalenti e l’aumento dei relativi prodotti di con legami covalenti incrociati è stata trovata in una varietà di tessuti con l’invecchiamento: la pelle, il tessuto vascolare, le corde tendinee delle valvole cardiache ed il colon. Questo fatto riduce la forza e la duttilità del collagene. I diverticoli del colon aumentano di frequenza con l’età. Con l’età si assiste ad una riduzione di forza della mucosa del colon. L’aumento delle contrazioni nel colon discendente e nel sigma dovute ad una dieta a basso contenuto di fibre causano la protrusione attraverso questa parete indebolita. La diverticolosi del colon generalmente è una condizione benigna dell’intestino che diventa sintomatica in una minoranza di casi ed ancor meno frequentemente si trasforma in un problema clinico complicato.
Fattori di rischio
- Aumento dell’età
- Stipsi
- Dieta a scarso consumo di fibre alimentari
- Elevato consumo di carne e carni rosse
- Disturbi del tessuto connettivo (ad esempio la sindrome di Marfan) che possono causare debolezza della parete del colon
- Ereditarietà o predisposizione genetica
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Diagnosi
In caso di diverticolosi asintomatica, la diagnosi è un reperto accidentale solitamente riscontrato nel corso di altre indagini. Una buona anamnesi è spesso sufficiente per condurre alla corretta diagnosi di diverticolosi o diverticolite. Tuttavia è importante che la diagnosi sia confermata e si possano escludere altre patologie (in particolare il cancro del colon-retto) ed eventuali complicanze.
Indagini diagnostiche
Una radiografia diretta dell’addome può mostrare i segni di una parete intestinale ispessita, ileo, stipsi, ostruzione del piccolo intestino oppure aria libera (in caso di perforazione). Questa indagine da sola non è sufficiente a diagnosticare la malattia diverticolare.
È possibile far assumere al paziente del pasto baritato per os in unica soluzione,e quindi eseguire, a distanza di 48-72 ore, una radiografia diretta dell’addome. Con questa tecnica si sfrutta il fatto che i diverticoli, non avendo parete muscolare, espellono il bario con ritardo rispetto al colon propriamente detto. La tecnica favorisce perciò la visualizzazione dei diverticoli ed in alcuni pazienti diviene addirittura possibile “contare” il numero di queste formazioni, in particolare se l’esame viene eseguito in periodi di scarsa infiammazione.
- Una TC addome con mezzo di contrasto è l’indagine di scelta per gli episodi di diverticolite acuta ed in tutti quei casi in cui si riscontrano complicazioni.
- La colonscopia permette di mettere in evidenza il diverticolo ed esclude una eventuale neoplasia. La colonscopia dovrebbe essere eseguita entro 4-6 settimane da un episodio acuto.
- Il clisma opaco è inferiore alla colonscopia in termini di qualità di immagine. Questo esame di solito viene eseguito solo se il paziente presenta delle stenosi od un colon-sigma eccessivamente tortuoso che rende la colonscopia pericolosa o di difficile esecuzione.
- La risonanza magnetica fornisce un quadro chiaro dei tessuti molli dell’addome, tuttavia il costo di questo esame spesso supera di gran lunga i vantaggi che presenta rispetto alla TC con contrasto od alla colonscopia.
- Un’angiografia può essere utile in tutti quei pazienti nei quali vi è evidenza di un sanguinamento grave e che possono richiedere un intervento chirurgico. Perché questa procedura sia diagnostica l’entità del sanguinamento deve essere almeno di 0,5 ml al minuto.
- Non esiste un esame del sangue specifico ed indicativo di diverticolosi.
Tutte le procedure diagnostiche che prevedono l’insufflazione di aria nel colon, ad esempio il clisma opaco con doppio contrasto e la stessa colonscopia, sono controindicate durante gli episodi infiammatori acuti di diverticolite: in particolare per il rischio di una perforazione della parete intestinale. Inoltre il bario potrebbe fuoriuscire nella cavità addominale.
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Gestione
Molti pazienti con diverticolosi hanno un minimo disagio o sono asintomatici, pertanto non richiedono alcun trattamento specifico. Una dieta con un alto contenuto di fibre od una integrazione di fibre non assorbibili sono consigliabili al fine di prevenire la stitichezza. L’American Dietetic Association raccomanda almeno 20-35 grammi di fibre al giorno.
La crusca derivante dal frumento sembra essere molto efficace in quanto ha dimostrato di ridurre le pressioni che si sviluppano all’interno del colon. L’ispagula (conosciuta anche come psillio: è il sottile strato superficiale che riveste i semi della Plantago ovata, una pianta che cresce spontanea in Afghanistan, Iran, Arabia Saudita ed Egitto) è efficace al dosaggio di 1-2 grammi al giorno. È invece bene evitare gli stimolanti del colon. Secondo l’Istituto Nazionale del Diabete e di Malattie Digestive e Renali degli USA (NIDDK) alcuni alimenti quali le noci, i popcorn, i semi di girasole, i semi di zucca, i semi di cumino ed i semi di sesamo sono stati tradizionalmente classificati come in grado di determinare una accentuazione dei disturbi in soggetti affetti da questa patologia. Tuttavia, non esistono dati scientifici a sostegno di questa ipotesi. Sempre secondo il NIDDK altri alimenti quali i semi di pomodoro, le zucchine, i cetrioli, le fragole, i lamponi ed i semi di papavero, non sono considerati dannosi.
Alcune cure, come alcuni trattamenti di pulizia colon che provocano feci dure, stipsi, ed una accentuazione dello sforzo della defecazione, non sono raccomandati. Secondo alcuni medici è consigliabile evitare cibi fritti, noci, mais e semi per prevenire le complicanze della diverticolosi. Se queste restrizioni dietetiche siano favorevoli è ancora incerto. Recenti studi hanno affermato che le noci ed i popcorn non influiscono su pazienti con diverticolosi o complicazioni diverticolari. Quando il dolore spastico diviene fastidioso l’uso di olio di menta piperita (1 goccia in 50 ml di acqua), o di compresse di menta piperita può essere utile.
Le complicanze della diverticolosi vanno trattate. Queste complicanze sono spesso raggruppati sotto la singola diagnosi di diverticolite e richiedono cure mediche specialistiche sia per il sanguinamento, sia dell’infezione, sia della perforazione. Queste complicanze spesso richiedono un intenso trattamento antibiotico, fluidi per via endovenosa e talvolta il ricorso all’intervento chirurgico. Le complicazioni sono più comuni nei pazienti che assumono aspirina od altri FANS. Dal momento che la diverticolosi si verifica in una popolazione più anziana, tali complicanze sono spesso eventi decisamente gravi.
Complicazioni
L’infezione di un diverticolo può causare diverticolite. Questo evento si verifica in circa il 10%-25% delle persone con diverticolosi. In circa il 15% dei pazienti con diverticoli si può manifestare un sanguinamento. Nella gran parte dei pazienti il sanguinamento si arresta spontaneamente e non tende a ripresentarsi. La perforazione è un evento che si presenta con una frequenza inferiore. Altre complicanze possibili sono l’ostruzione intestinale (la stipsi o la diarrea non escludono questa possibilità), la peritonite, la formazione di ascessi, la fibrosi retroperitoneale, la sepsi e la formazione di fistole (ad esempio fistole colon vescicali). Raramente si possono formare dei coproliti. Una dieta a basso contenuto di fibre ed alto contenuto di grassi, la stipsi e l’uso di lassativi irritanti e stimolanti la mucosa intestinale aumentano il rischio di sanguinamento. Anche una storia di diverticolite aumenta la possibilità di sanguinamento. L’infezione si verifica spesso a causa della presenza di un coprolita all’interno di un diverticolo. Oltre il 10% della popolazione statunitense di età superiore ai 40 ed il 50% di età superiore ai 60 presenta diverticolosi. Questa malattia è comune negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Australia e Canada. Risulta invece rara in Asia ed in Africa. Più in generale è corretto dire che la malattia è tipica di tutte le società industrializzate occidentali ed esiste un’ampia letteratura scientifica che ne documenta l’assenza o la minore incidenza nei paesi in cui permane un alto consumo di fibre nella dieta e nelle popolazioni vegetariane.
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Diverticolite, diverticolosi e stato prediverticolare: cause, sintomi, diagnosi e trattamento
I diverticoli del colon sono delle estroflessioni delle pareti intestinali, di forma ed istologia variabile. Tutti i settori del canale alimentare possono dare origine a diverticoli ma il colon è quello in cui la loro presenza è più comune. La presenza di diverticoli può dare origine a diverticolite o a diverticolosi:
- il termine “diverticolosi” indica la presenza di diverticoli senza interessamento flogistico (diverticoli non infiammati); la diverticolosi è quasi sempre asintomatica, cioè il paziente può non avvertire alcun sintomo della sua presenza;
- il termine “diverticolite” indica invece la presenza di diverticoli con interessamento flogistico (diverticoli infiammati); la presenza dell’infiammazione è la principale responsabile dei sintomi e delle complicanze della malattia diverticolare (in pratica è l’espressione sintomatica della diverticolosi).
Lo “stato prediverticolare” è invece considerato da alcuni come un periodo di transizione fra la sindrome del colon irritabile e la malattia diverticolare vera e propria.
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Incidenza
Quasi il 40% della popolazione di età compresa tra i 40 ed i 55 anni è portatrice di diverticoli. Nella fascia compresa tra i 70 e gli 80 anni l’incidenza della diverticolosi raggiunge quasi il 70-80% della popolazione. Sebbene siano più frequenti tra gli anziani i diverticoli possono comparire a qualsiasi età e tanto più precocemente insorgono i sintomi e tanto maggiore è il rischio di complicanze (diverticoliti ricorrenti, ulcerazioni ecc.). La prevalenza della malattia nei soggetti sotto i 30 anni pur essendo molto bassa (1-2%) è destinata a salire a causa del continuo peggioramento delle abitudini dietetiche e dello stile di vita. Le donne hanno circa due volte più probabilità di sviluppare diverticoli rispetto agli uomini.
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Sintomi e segni diverticolosi
Essendo asintomatica, la diverticolosi non dà segni di sé e viene spesso scoperta occasionalmente durante una visita di controllo. Solo quando i diverticoli si infiammano (diverticolite) insorgono i sintomi tipici della malattia diverticolare.
Se la risposta alle seguenti domande è affermativa potreste soffrire di diverticolite:
- avete dolori addominali di recente insorgenza?
- questi dolori cominciano dopo il pasto? In particolar modo dopo che avete mangiato alimenti particolari?
- questi dolori sono alternati a diarrea o stitichezza?
- avvertite un dolore localizzato nel fianco di sinistra?
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Sintomi e segni diverticolite
Il rischio che i diverticoli si infiammino evolvendosi in diverticolite fortunatamente è abbastanza basso. In genere solo il 20% delle persone portatrici di diverticoli manifesta sintomi e solo il 10-15% sviluppa la malattia diverticolare o diverticolite. Sebbene le percentuali siano apparentemente modeste si tratta comunque di cifre di tutto rispetto dato che in realtà, considerando la grossa incidenza della malattia, si parla di milioni di persone. La diverticolite del colon è quindi una patologia ad altissimo impatto sociale. I sintomi e segni della malattia diverticolare sono piuttosto variegati ed includono:
- sensazione di fastidio e dolore addominale
- meteorismo, flatulenza
- crampi addominali
- dolori addominali generalmente localizzati nel fianco di sinistra
- alterazioni dell’alvo con alternanza di stitichezza-diarrea
- febbre e dolori addominali
- complicanza emorragica (sanguinamento intestinale) nel 3-5 % dei pazienti
Solo il 20% dei portatori di diverticoli manifesta sintomi:
- di questi, il 2% necessita di uno o più ricoveri.
- di questi, lo 0,5% richiede un intervento chirurgico.
- la mortalità per cause legate ai diverticoli è di 1/10.000.
Complicanze gravi
La complicanza più grave della diverticolite è la peritonite (cioè l’infiammazione del peritoneo, una sorta di sacca che riveste la cavità addominale). I diverticoli infiammati possono infatti rompersi rilasciando le scorie intestinali all’interno dell’addome. In alcuni casi, una peritonite grave e non trattata, può essere fatale.
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Diverticolite e sindrome del colon irritabile
La malattia diverticolare può causare dei disturbi non direttamente collegati all’infiammazione ma causati dall’alterazione della funzionalità del colon(modificazioni della motilità e della flora batterica). I microrganismi che popolano il colon possono infatti aumentare andando a contaminare l’intestino tenue dove accelerano i fenomeni putrefattivi e fermentativi. I risultati di questi processi sono il gonfiore addominale (quello che in termini medici viene chiamato meteorismo) e la comparsa di disturbi dell’alvo (diarrea alternata a stitichezza). Si realizza così una condizione molto frequente e sottodiagnosticata chiamata “sindrome da contaminazione batterica dell’intestino tenue”. I batteri che migrano dal colon al tenue iniziano a loro volta ad utilizzare precocemente le sostanze nutritive dando origine ad una condizione chiamata intestino irritabile caratterizzata da meteorismo, dolori addominali e diarrea. Prima di dare la diagnosi di colon irritabile occorre escludere tutte le altre forme con sintomatologia simile come appunto la malattia diverticolare. Il paziente che soffre di colon irritabile non sempre sviluppa diverticoli. Spesso però queste persone seguono una dieta squilibrata che può predisporle alla diverticolite.
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Diverticoliti e cancro al colon
Non esistono dati che supportino un aumentato rischio di cancro al colon nei pazienti colpiti da diverticolosi. Per una serie di motivi chi soffre di diverticolite, indirettamente, corre tuttavia un rischio lievemente maggiore rispetto alla popolazione sana:
- entrambe le malattie hanno infatti fattori di rischio comuni come la dieta e lo stile di vita;
- i sintomi precoci del tumore al colon sono gli stessi della diverticolite e ciò, ovviamente, potrebbe rallentare la diagnosi. Il paziente potrebbe infatti non dare troppo peso ai sintomi di allarme tipici del tumore al colon (come un piccolo sanguinamento intestinale) esitando ad eseguire una visita di controllo.
In chi soffre di diverticolite la diagnosi di cancro al colon potrebbe essere più difficoltosa. La malattia diverticolare spesso si complica in peridiverticolite dando luogo a delle piccole aderenze che potrebbero oscurare la presenza di un piccolo polipo.
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Diagnosi
Essendo la diverticolosi una malattia tipica del colon, l’esame di elezione è l’endoscopia. Tuttavia in caso di diverticolite acuta la colonscopia è controindicata (rischierebbe di perforare i diverticoli) ed assume un grande valore l’esame radiologico (clisma opaco a doppio contrasto con Bario). La TAC riesce invece a fornire informazioni molto importanti sull’eventuale presenza di malattie associate (come il cancro al colon). Dato che solo il 10-15% dei pazienti colpiti da diverticolosi soffre di malattia diverticolare una diagnosi di diverticoli non dovrebbe assolutamente preoccuparci. Caso mai dovrebbe essere interpretata come un avvertimento per adeguare e migliorare la nostra dieta ed il nostro stile di vita. La videocapsula, una delle più recenti meraviglie della scienza, è particolarmente utile per studiare l’intestino tenue ma non il colon, poiché a causa del diametro maggiore del tubo digerente viene “sballottata” lungo il suo percorso impedendo una esplorazione precisa dell’organo.
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Dieta e diverticolite
Una alimentazione sana dovrebbe sempre includere una adeguata quantità di frutta e verdura di stagione, indipendentemente dalla presenza o meno di diverticolosi o di diverticolite. I residui vegetali contenuti nella fibra tendono infatti ad aumentare la motilità intestinale, regolando la consistenza delle feci ed irrobustendo le pareti dell’intestino. Per questo motivo chi soffre di diverticolosi deve prestare molta attenzione alla propria dieta, assumendo ogni giorno la giusta quantità di fibre (almeno 30 grammi). In particolare, in chiave preventiva, sembra importante consumare soprattutto fibre insolubili (cellulosa, lignina e derivati) contenute in alcuni vegetali e nei cereali integrali. La fibra insolubile assorbe infatti grosse quantità di acqua aumentando il volume delle feci ed il transito intestinale; accelerando lo svuotamento del colon, questo tipo di fibra contribuisce ad evitare il ristagno delle feci, il cui accumulo preme sulle pareti intestinali favorendo la comparsa dei diverticoli e la loro infiammazione. La componente insolubile delle fibre, in particolare la cellulosa, si è dimostrata fortemente associata ad una riduzione del rischio di malattia diverticolare; tale relazione, tuttavia, non sembra valida per la fibra dei cereali. Va comunque precisato che entrambi i tipi di fibre sono importanti per la salute, ed è altrettanto raccomandabile il loro inserimento in una dieta ricca di liquidi. Non a caso, frutta e vegetali, raccomandati come fonte di fibre insolubili per la prevenzione della malattia diverticolare, sono anche apportatori della frazione solubile. Al contrario, nei cereali, si ha una netta prevalenza di quele insolubili. Per chi soffre di diverticolosi è quindi importante associare ad un elevato apporto di fibre un’abbondante quantità di liquidi. Le fibre prevengono sia la formazione dei diverticoli sia la loro infiammazione. Sono quindi utili sia per prevenire la diverticolosi, sia per evitare che questa si trasformi in diverticolite. I pazienti colpiti da diverticolite potrebbero invece avere qualche problema ad assumere fibre, soprattutto nella fase acuta della malattia. All’interno dei diverticoli, soprattutto quando sono molto grandi, possono infatti accumularsi piccole sostanze come i semi contenuti nella frutta. Per questo motivo alimenti come kiwi, pomodoro e cocomero potrebbero dare dei problemi in caso di diverticolite ricorrente. Inoltre la malattia diverticolare, alterando la motilità e la funzionalità di tutto l’intestino, predispone il soggetto ad un maggior rischio di intolleranze alimentari. Purtroppo non esistono alimenti o integratori magici in grado di invertire i cambiamenti strutturali delle pareti enteriche; ciò significa, che una volta formati, i diverticoli non possono regredire per effetto della dieta. Per quanto riguarda la carne, si è visto che un elevato consumo di carne rossa è associato alla comparsa della diverticolosi sintomatica. Non a caso, l’incidenza della condizione è nettamente inferiore nei soggetti vegetariani. Anche l’obesità sembra favorire la comparsa di malattia diverticolare. Molte persone, spesso spinte da consigli o pubblicità fuorvianti, tendono ad assumere fermenti lattici per regolarizzare la propria funzionalità intestinale. In realtà in chi soffre di malattia diverticolare i fermenti lattici potrebbero addirittura complicare la sindrome da contaminazione batterica ed avere effetto contrario a quanto sperato. Questi prodotti, se assunti in eccesso, potrebbero potenziare ulteriormente la flora batterica del colon favorendo la sua risalita nell’intestino tenue e la comparsa di meteorismo, flatulenza, diarrea e stitichezza. Il movimento e l’attività fisica aiutano a mantenere tonici i muscoli della parete addominale, migliorando la motilità colica e riducendo il ristagno di feci nei diverticoli. Sia in caso di semplice diverticolosi, sia in presenza di diverticoli infiammati è importante correggere fattori di rischio fumo, l’eccesso di alcolici, di grassi e di carboidrati semplici.
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Consigli alimentari
Consigli alimentari in caso di diverticolosi:
- Preferire alimenti ricchi di fibre, accompagnandoli ad un’abbondante assunzione di liquidi (acqua non gassata).
- Se necessario, integrare la propria dieta con supplementi dietetici a base di fibre (psillio, crusca… ), ma evitare l’uso di lassativi.
- Consumare un’abbondante colazione.
- Aumentare il movimento fisico (jogging, camminate a passo veloce, cyclette ecc.).
Consigli alimentari in caso di diverticolite:
- Abolire spezie, cibi piccanti (pepe, peperoncino, curry, noce moscata), alcolici, bevande, gassate, thè (ammesso quello deteinato), caffè (ammesso quello decaffeinato) e cioccolato.
- Ridurre o addirittura eliminare il consumo di latte; sono invece tollerate modiche quantità di yogurt e latticini (tranne i formaggi piccanti).
- Evitare semi oleosi, legumi, cereali integrali e più in generale gli alimenti meteorizzanti (champagne, acqua gassata, panna montata, maionese…).
- Consumare frutta senza buccia e centrifugata (ma non frullata, per evitare che l’alimento inglobi eccessive quantità di aria).
- Evitare tutte le verdure.
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Cura e trattamento
Dato che la diverticolosi, di per sé, non è una malattia, l’unica raccomandazione utile in questi casi è l’adozione di uno stile di vita. In presenza di malattia diverticolare si rendono invece necessari una serie di trattamenti medici abbinati al rispetto delle regole dietetiche viste in precedenza. Nella profilassi della diverticolite (per prevenire nuovi episodi) si utilizza soprattutto la terapia antibiotica non assorbibile. Questi farmaci percorrono tutto l’intestino esercitando i loro effetti benefici senza essere assorbiti dall’organismo. Nella fase acuta della malattia si rende invece necessaria una terapia antibiotica sistemica. Questa terapia deve infatti andare ad agire anche all’esterno in modo da combattere le infiammazioni della parete intestinale esterna (peridiverticolite). Gli antibiotici sistemici, essendo assorbiti dall’organismo, hanno tuttavia degli effetti collaterali come l’alterazione della flora batterica “buona” e la perdita di efficacia in caso di ripetute somministrazioni. Attenzione all’utilizzo di antidolorofici in caso di diverticolite acuta: la ridotta percezione del dolore potrebbe infatti ritardare la diagnosi di peritonite sottoponendo il paziente a rischi estremamente gravi. Solo il 10-15% delle diverticoliti in fase avanzata richiede l’intervento chirurgico.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Differenza tra diverticolite e diverticolosi
I diverticoli del colon sono delle estroflessioni delle pareti intestinali, di forma ed istologia variabile. Tutti i settori del canale alimentare possono dare origine a diverticoli ma il colon è quello in cui la loro presenza è più comune.
I diverticoli possono essere di natura congenita (presenti sin dalla nascita) o acquisita. Nel primo caso l’estroflessione comprende anche la parete muscolare, nel secondo interessa soltanto la tonaca mucosa e la sierosa.
La presenza di diverticoli può dare origine a diverticolite o a diverticolosi.
Il termine “diverticolosi” indica la presenza di diverticoli senza interessamento flogistico (senza infiammazione); essa è quasi sempre asintomatica, cioè il paziente può non avvertire alcun sintomo della loro presenza.
Il termine “diverticolite” indica invece la presenza di diverticoli infiammati; essa è responsabile dei sintomi e delle complicanze della malattia diverticolare (espressione sintomatica della diverticolosi).
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