L’ecografia trans-vaginale o “ecografia transvaginale“, a volte abbreviata con ECO-TV o ETV o TVS (acronimo dall’inglese “Trans-Vaginal Sonography”) o TVU (da “Trans-Vaginal Ultrasonography) è una tecnica diagnostica per immagini, che Continua a leggere
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Laparoscopia addominale, ginecologica, anestesia, rischi, convalescenza
La “laparoscopia“, anche chiamata “video-laparo-chirurgia“, è una tecnica chirurgica relativamente recente che prevede l’esecuzione di un intervento chirurgico che interessa il campo dell’apparato digerente o la ginecologia, senza apertura chirurgica della Continua a leggere
La donna che convive da 40 anni con un feto pietrificato nella pancia
La protagonista della storia è una colombiana di 82 anni, alla quale dopo diverse analisi i medici hanno trovato un feto pietrificato nell’addome: si tratta di un tipico caso di lithopedion. Come riferito alcuni giorni fa dal Daily Mail la donna, originaria di Bogotá, si è recata dai medici per un forte dolore addominale, varie indagini strumentali hanno verificato che nella pancia della donna era presente un feto pietrificato.
COSA SI INTENDE PER “LITHOPEDION”
Il lithopedion un rarissimo fenomeno che accade quando il feto muore nel corso di una gravidanza extrauterina. Solitamente, in questo tipo di gravidanze il feto muore precocemente, a causa dell’ambiente sfavorevole in cui deve crescere; in alcuni rarissimi casi può raggiungere uno stadio di sviluppo compatibile con la vita autonoma, sebbene questa sia un’eventualità eccezionale. Quando il feto muore in uno stato di sviluppo avanzato, il materiale viene riassorbito dalle strutture circostanti; tuttavia, se lo stadio di crescita è così avanzato da aver già permesso lo sviluppo dello scheletro, il riassorbimento completo diventa impossibile. In assenza di complicanze, quindi, nel feto si depositano sali di calcio ed avviene un processo di mummificazione, che dà origine al lithopedion; se questo processo coinvolge anche il sacco gestazionale, il materiale prende il nome di chelifolithopedion.
PATOLOGIA RARISSIMA E NON SEMPRE DIAGNOSTICATA
E’ comunque un fenomeno rarissimo: la letteratura riporta circa 300 documentati negli ultimi 400 anni, che ovviamente fanno sensazione, l’ultimo – prima della colombiana di 82 anni a cui facevo riferimento all’inizio dell’articolo – ha riguardato una cinese di 92 anni (Huang Yijun,nell’immagine sopra) alla quale ne è stato trovato uno vecchio di 60 anni. La presenza del lithopedion, che un processo naturale provvede a mummificare e che non è rigettato dal corpo in quanto non riconosciuto come elemento estraneo, spesso rimane sconosciuta per decenni alle portatrici, come nei casi ricordati, e viene rilevata solo per caso nel corso di esami per altre patologie.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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L’ecografia transvaginale esplora gli organi genitali interni femminili
L’ecografia trans-vaginale o “ecografia transvaginale“, a volte abbreviata con ECO-TV o ETV o TVS (acronimo dall’inglese “Trans-Vaginal Sonography”) o TVU (da “Trans-Vaginal Ultrasonography) è una tecnica diagnostica per immagini, che indaga morfologia e stato di salute degli organi genitali interni femminili, usando una sonda ad ultrasuoni ad elevata frequenza che viene introdotta nella vagina.
Chi la effettua?
L’ecografia transvaginale viene effettuata dal medico ginecologo o da altro personale medico competente.
Quando si usa?
L’ecografia trans-vaginale viene effettuata in tre casi principali:
- sospetto di patologie riguardanti l’apparato genitale femminile;
- visualizzazione precoce della camera gestazionale nelle pazienti con sospetta gravidanza;
- valutazione ostetrica della lunghezza cervicale e valutazione dell’eventuale funneling.
Quali patologie indaga?
L’elevata frequenza della sonda permette un alto potere risolutivo che consente l’osservazione e la misurazione di diverse patologie e condizioni, tra cui:
- gravidanza extrauterina;
- adenomiosi ed endometriosi;
- malformazioni;
- masse ovariche ed altre condizioni patologiche degli annessi (ad esempio cisti, PCOS…);
- ascessi o processi infettivi localizzati;
- iperplasia endometriale;
- leiomiomatosi uterina;
- neoplasie cervico-endometriali (cancro);
- infertilità o sterilità;
- polipi endometriali o cervicali.
Vantaggi
L’ecografia trans-vaginale, grazie all’uso di una sonda ad alta frequenza, permette di indagare in modo dettagliato utero, ovaie ed annessi, oltre che di controllare la gravidanza nel primo trimestre o nel quadro di tecniche di riproduzione assistita.
Rispetto all’ecografia pelvica trans-addominale (nella quale la sonda ecografica viene appoggiata sull’addome inferiore) permette una migliore visualizzazione di utero, endometrio, cervice uterina, tube di Falloppio, ovaie e dello spazio parauterino, comprensivo delle logge parieto-coliche e del cavo del Douglas. Tale maggior precisione e dettaglio è dato dalla vicinanza della sonda ecografica alle strutture da esaminare e dalla mancanza dello “scherma” rappresentato dagli organi e dai tessuti che inevitabilmente incontrano gli ultrasuoni nella via trans-addominale (in particolare vescica e tessuto adiposo, soprattutto se la donna è fortemente obesa).
Rispetto alle indagini eseguite con radiografia o con TC, l’ecografia trans-vaginale NON usa radiazioni ionizzanti, quindi può essere eseguita più volte in sicurezza ed anche nelle donne incinte, senza pericoli per il feto.
Svantaggi
Rispetto all’ecografia pelvica trans-addominale, l’ecografia trans-vaginale è certamente più invasiva, più fastidiosa e più rischiosa. In genere ha anche un costo maggiore rispetto all’ecografia pelvica trans-addominale. Non può essere eseguita nelle donne vergini (con imene intatto e non particolarmente elastico).
E’ una tecnica operatore-dipendente: la sua capacità di individuare eventuali patologie è fortemente legata all’esperienza del medico che la esegue.
Preparazione all’esame
La paziente viene invitata ad urinare prima dell’esame e, una volta a vescica vuota, viene fatta spogliare dalla vita in giù e distendere in un lettino per esami in posizione ginecologica. Talvolta, però, si richiede di avere la vescica piena (bere e non urinare nell’ora precedente all’esame) per effettuare anche l’ecografia pelvica esterna.
Procedura
L’ecografia transvaginale viene considerata una metodica moderatamente invasiva; mentre nell’ecografia tradizionale trans-addominale la sonda viene posizionata sulla parte bassa dell’addome, in quella trans-addominale la sonda viene introdotta all’interno della vagina. Tale sonda ha una elevata frequenza, è lunga e stretta, viene rivestita con materiale monouso (simile ad un profilattico) ed è di piccole dimensioni (poco più di 1 cm di diametro). La sonda viene inserita più facilmente in vagina grazie al gel per ultrasonografia, consentendo un ingresso agevole ed indolore.
Quanto dura?
L’esame si completa generalmente in 10 – 15 minuti, tranne quei casi in cui si rilevano anomalie che possono richiedere altro tempo per essere analizzate.
Cosa fare al termine dell’esame?
Al termine dell’indagine si può tornare alle normali attività giornaliere e lavorative. Non occorre farsi accompagnare da altre persone, visto che al termine dell’esame si è auto-sufficienti. Dopo l’esame si può tranquillamente guidare e gestire strumenti e mezzi pericolosi, visto che l’esame non induce sonnolenza.
L’esame è doloroso?
L’esame non è doloroso, tuttavia viene considerato fastidioso da molte pazienti. Si può avvertire fastidio e pressione soprattutto durante le fasi di penetrazione della sonda.
L’esame è rischioso?
L’esame, usando ultrasuoni, non è rischioso per la salute della donna, né per quella dell’eventuale feto. In rarissimi casi la sonda potrebbe determinare delle lesioni all’interno della vagina.
Controindicazioni
L’esame non presenta particolari controindicazioni. Non può essere eseguita nelle donne vergini (con imene intatto e poco elastico) che vogliano conservare l’integrità dell’imene.
L’ecografia trans-vaginale si può effettuare su una donna vergine?
Nelle donne vergini, con imene intatto, l’esame non può essere eseguito, salvo quei casi in cui l’imene intatto è comunque sufficientemente elastico da consentire l’esecuzione del test. E’ il medico a decidere se eseguire o non eseguire l’esame.
L’ecografia trans-vaginale si può eseguire con le mestruazioni?
L’indagine può essere eseguita in qualunque fase del ciclo mestruale e – se necessario ed urgente – anche in presenza di mestruazioni, tuttavia, preferibilmente non dovrebbe essere eseguita durante le mestruazioni.
Alternative
Se per qualche motivo non è possibile eseguire una ecografia trans-vaginale, si può eseguire al suo posto:
- una ecografia trans-addominale (con sonda poggiata sulla parte inferiore dell’addome);
- una ecografia ecografia trans-rettale (con sonda inserita nell’ano).
Costo
Il prezzo di una ecografia trans-vaginale eseguita privatamente, oscilla in genere tra 80 e 250 euro.
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La gravidanza extrauterina: come riconoscere i sintomi ed intervenire in tempo
La gravidanza extrauterina (da cui l’acronimo GEU) indica quel fenomeno per cui la gravidanza si instaura all’esterno dell’utero, organo predisposto naturalmente ad accoglierla. È una delle complicazioni più gravi della gestazione e colpisce circa l’1% delle gestanti. L’embrione può andare ad instaurarsi in diverse zone extrauterine: nella quasi totalità dei casi nelle tube di Falloppio (con una preferenza per la tuba di destra), ma può accadere che si fermi nella cervice, nelle ovaie o addirittura nella cavità addominale. In realtà, tutte le gravidanze, nella loro fase iniziale, possono considerarsi extrauterine, perché l’ovulo fecondato dovrà passare nelle tube per depositarsi nell’utero. Qualora questo percorso venga interrotto, si parla di gravidanza ectopica.
Quanto è diffusa e quali sono i fattori di rischio?
La frequenza globale delle gravidanze ectopiche varia da 1/80 a 1/2000 gravidanze, in relazione alle diverse popolazioni osservate: il rischio di insorgenza è infatti maggiore in una popolazione di età maggiormente avanzata, o in una popolazione di nullipare con anamnesi di poliabortività.
Classificazione in base alla sede
A seconda della sede di annidamento dell’uovo fecondato, la gravidanza extrauterina viene definita:
- tubarica (che è a sua volta distinguibile in interstiziale, istmica, ampollare e fimbrica, in base alla porzione della tuba in cui si ha l’annidamento dell’embrione). La gravidanza tubarica ampollare è la più frequente gravidanza extrauterina, circa il 90% dei casi);
- tubo-ovarica;
- ovarica;
- addominale: in questo caso l’impianto dell’embrione avviene nella cavità peritoneale o a livello degli organi addominali. L’impianto è definito primitivo (se si realizza in queste sedi fin dall’inizio) o secondario (se l’impianto addominale avviene solo successivamente, dopo che l’embrione si sia staccato da un precedente impianto tubarico o ovarico). È l’evenienza più rara. Al contrario di altri tipi di gravidanze ectopiche, quella addominale ha probabilità di riuscita molto più alta.
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Cause della gravidanza extrauterina
Le cause più frequenti che provocano una gravidanza extrauterina sono infiammazioni, infezioni, trattamenti per l’infertilità, endometriosi ed età della futura mamma: più si è in là con gli anni, più si corre il rischio di sviluppare una gravidanza extrauterina. Inoltre, essere primipare aiuta, perché le gravidanze ectopiche sono più frequenti nelle donne che hanno già partorito e che presentano quindi delle modificazioni nella struttura anatomica delle tube. È possibile, inoltre, che in seguito alla comparsa di una gravidanza extrauterina, la probabilità che essa si manifesti di nuovo nella gravidanza successiva è alta, ma ricordiamo comunque che la fertilità della donna non è assolutamente messa in discussione, come si credeva nel passato.
Sintomi e diagnosi della gravidanza extrauterina
Dolori localizzati, emorragie e bassi livelli dell’ormone Beta Hcg sono elementi diagnostici. Accorgersi tempestivamente di una gravidanza ectopica non è semplice, in quanto nella fase immediatamente successiva alla fecondazione dell’ovulo non ci sono segnali che lascino intendere la comparsa della GEU; solo attraverso un’ecografia transvaginale e transaddominale è possibile diagnosticarla già dal primo mese di gestazione. Infatti, attraverso questo esame, è possibile analizzare l’aspetto dell’utero: questo risulterà pronto ad accogliere l’embrione ma in realtà risulterà vuoto, chiaro segnale d’allarme. Anche attraverso i livelli del Beta Hcg il medico può intuire che ci sia una gravidanza extrauterina in corso: questo ormone subisce un notevole incremento durante la gestazione e se si pensa di essere incinta ma il Beta Hcg è basso, si ha a che fare con una gravidanza ectopica.
Per approfondire:
- L’ecografia transvaginale esplora gli organi genitali interni femminili
- Beta hCG positivo, valori, quando farlo, significato, tabella
Terapie
Una gravidanza extrauterina può risolversi da sola: l’ovulo fecondato può arrivare autonomamente nell’utero anche dopo essersi arrestato per qualche tempo nelle tube o in un altro luogo. Se così non fosse, è necessario intervenire con farmaci (il methotrexate, ad esempio, impedisce l’ulteriore crescita delle cellule) o abortire chirurgicamente, tramite ablazione, laparotomia o laparoscopia. In questi ultimi casi l’intervento tempestivo è necessario in quanto la gestante, dopo un primo periodo gestatorio sereno, può accusare delle forti emorragie (causate dalla vera e propria rottura della tuba). Nei casi più seri, l’intervento consiste nell’asportazione della tuba in cui si è instaurata la gravidanza: ciò avviene solo se questa è recidivante o se l’embrione è arrivato a dimensioni troppo grandi.
In ogni caso, non c’è un metodo o una tecnica medica capace di prevedere la comparsa di una gravidanza extrauterina: un’accurata diagnosi può venire in aiuto e ricordati che solo il tuo medico può consigliarti la strada più adatta per risolvere il tuo caso.
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