Pediatric Glasgow Coma Scale in italiano: scala pediatrica del coma

MEDICINA ONLINE CULLA TERMICA PARTO PREMATURO PRETERMINA NEONATO BAMBINO INCUBATRICE VENTILATORE SONDINO BAMBINO BIMBO GRAVIDANZA MATERNITA INCINTA Premature_infant_with_ventilatorNel caso in cui un paziente adulto con emorragia cerebrale arrivi al Pronto Soccorso non cosciente o con alterazioni neurologiche importanti, per valutare la gravità della situazione si usa una tabella chiamata “Glasgow Coma Scale”. Nel caso in cui il paziente abbia una età inferiore ai 5 anni, si una una versione modificata di tale tabella, chiamata “Pediatric Glasgow Coma Scale“. Al pari della Continua a leggere

Glasgow Coma Scale per la classificazione del coma

MEDICINA ONLINE GLASGOW COMA SCALE TABELLA CLASSIFICAZIONE COMA ICTUS CEREBRALE MENINGI MENINGITE CERVELLO SISTEMA NERVOSO CRANIO MIDOLLO SPINALE VIRALE BATTERICA INFEZIONE NERVO ENCEFALO CERVELLO.jpgNel caso – purtroppo frequente – in cui un paziente adulto con emorragia cerebrale arrivi al Pronto Soccorso non cosciente o con alterazioni neurologiche importanti, per valutare la gravità della situazione – oltre agli esami radiologici come la TC cranio – si usa una Continua a leggere

Il colesterolo mette a rischio la salute del tuo cuore: l’importanza della prevenzione

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE DEFIBRILLATORE CARDIOVERSIONE ELETTRICA CON SHOCK FARMACOLOGICA FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATOREProteggere il cuore con l’arma della prevenzione, con particolare attenzione ad uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare: il colesterolo. È fondamentale, in un Paese come l’Italia dove le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, tenere a bada i ‘nemici del cuore’ a cominciare proprio dal colesterolo LDL, il famigerato “colesterolo cattivo”. Lo ricordano ancora una volta gli oltre 2000 medici riuniti al 78° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic) che tiene in questi giorni a Roma e che proseguirà fino al prossimo 18 dicembre.

Il colesterolo come potente fattore di rischio cardiovascolare

Tra i temi caldi della seconda giornata, spicca proprio il dibattito attorno alla prevenzione e ai fattori di rischio. Come illustrato dal professor Peter Libby dell’Harvard Medical School di Boston, il colesterolo ossidato è la causa che determina la risposta infiammatoria della parete arteriosa. Quindi se anche vi sono altri fattori di rischio come il fumo, il diabete, l’ipertensione e l’obesità; il colesterolo è il ‘critical player’ cioè quello che determina – tramite il suo accumulo – la risposta della parete delle arterie coronariche che porta alla formazione di una placca arteriosclerotica ostruente, causa delle manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica come l’angina, l’infarto o la morte improvvisa coronarica.

I valori di colesterolo da rispettare

Le linee guida della Società Europea di Cardiologia (Esc) e l’American College of Cardiology indicano un range che va da 70 a 90 milligrammi per decilitro di colesterolo Ldl, dove 70 è indicato per i pazienti ad alto rischio, cioè che presentano anche altri fattori di rischio; e 90 per tutti gli altri. Con i farmaci attualmente a disposizione per la cura delle dislipidemie – le statine, ezetimibe e gli anticorpi monoclonali anti PCSK9 – si riesce a portare il colesterolo Ldl anche a valori molto bassi (fino a 25-30 mg/dl).

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Emorragia cerebrale da caduta e trauma cranico: sintomi, diagnosi e cure

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L’emorragia cerebrale (in inglese conosciuta come intracranial hemorrhage, intracranial bleed o ICH), corrisponde ad una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso dell’encefalo. La fuoriuscita di sangue ha la principale conseguenza di un danno alle cellule celebrali, a causa sia della privazione del nutrimento garantito dal flusso sanguigno, che della compressione dell’ematoma sul tessuto cerebrale che si crea all’interno del cranio dal momento che quest’ultimo è inespandibile. Tale fuoriuscita di sangue è provocata dalla rottura di un vaso sanguigno che può essere sia il risultato di un picco ipertensivo che è andato a rompere un vaso cerebrale già dilatato (aneurisma cerebrale), oppure la conseguenza di un trauma, ad esempio una caduta o un incidente stradale in cui la testa viene sottoposta ad una forte decelerazione ed impatto.

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Tutti i traumi cranici determinano emorragia cerebrale?

Fortunatamente no. Non tutti i traumi cranici hanno come conseguenza una emorragia cerebrale: ciò dipende principalmente dal tipo di trauma e dalla presenza o meno di alcuni fattori di rischio che possono favorire la rottura del vaso sanguigno, come ad esempio la presenza di:

  • malformazioni vascolari (aneurismi, malformazioni artero-venose);
  • depositi di sostanza amiloide all’interno delle pareti vasali (angiopatia amiloide);
  • neoplasiecerebrali.

Inoltre il trauma ha un maggior rischio di determinare un maggior danno emorragico, in caso di:

  • presenza di coagulopatie (malattie della coagulazione del sangue);
  • impiego di alcuni farmaci (come gli anticoagulanti);
  • paziente con pregresso ictus cerebrale o infarto del miocardio;
  • uso cronico di sostanze stupefacenti;
  • presenza di ipertensione arteriosa;
  • paziente già debilitato (anziano, con altre patologie come il diabete).

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Quali sono i sintomi dell’emorragia cerebrale?

I sintomi di norma compaiono all’improvviso subito dopo il trauma e possono evolvere anche molto rapidamente. Essi sono:

  • cefalea intensa ed improvvisa (descritta spesso come un colpo di pugnale alla nuca);
  • vomito;
  • nausea;
  • compromissione dello stato di coscienza e del controllo degli sfinteri;
  • emiparesi o emiplegia;
  • disturbi del linguaggio (disartria o afasia);
  • disturbi della sensibilità;
  • disturbi della coordinazione.

In alcuni casi tuttavia l’emorragia da traumi può essere lieve e rimanere asintomatica, cioè non determinare alcun sintomo, motivo per cui, in caso di urti alla testa, è comunque importante tenere sotto controllo medico il soggetto.

Il decorso poi può essere complicato da:

  • crisi comiziali
  • irregolarità respiratorie
  • instabilità o aumento della pressione arteriosa
  • anomalie della temperatura corporea che peggiorano la prognosi del paziente.

Vi può poi essere la comparsa di edema cerebrale che determina un peggioramento del quadro neurologico fino al coma.

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Diagnosi

Per la diagnosi di emorragia cerebrale vengono utilizzati – in emergenza – i seguenti esami diagnostici per immagini:

  • tomografia computerizzata (TC) cerebrale, che in fase di urgenza può essere eseguita anche senza mezzo di contrasto, che permette di visualizzare il sanguinamento e permette la diagnosi differenziale nei confronti di un ictus ischemico;
  • la risonanza magnetica dell’encefalo, con gadolinio come mezzo di contrasto, viene utilizzata per escludere la presenza di malformazioni sottostanti, pregresse emorragie e microsanguinamenti (che possono suggerire la presenza di angiopatia amiloide);
  • lo studio angiografico con angio-TCangio-RM permette infine di evidenziare eventuali malformazioni vascolari.

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Trattamenti

L’intervento chirurgico di riduzione dell’ematoma è solitamente richiesto per i pazienti con ematoma lombare e deterioramento progressivo delle condizioni neurologiche e per i pazienti con ematoma del cervelletto (cerebellare) di dimensioni superiori ai tre centimetri.
Nei pazienti per i quali non è necessario l’intervento chirurgico è fondamentale un attento e continuo monitoraggio dello stato neurologico e dei parametri vitali: particolare attenzione deve essere rivolta al controllo dell’ipertensione arteriosa. In caso di importante edema cerebrale può essere richiesta la somministrazione di diuretici osmotici. In caso di emorragia cerebrale in concomitanza con una terapia anticoagulante si fa solitamente uso di preparati in grado di ripristinare la normale coagulazione del sangue (vitamina K, protamina, concentrati piastrinici).

Leggi anche: Coma da emorragia cerebrale: quanto può durare?

Conseguenze dell’emorragia cerebrale

L’emorragia cerebrale è un evento grave, in alcuni casi gravissimo, che mette a rischio la sopravvivenza di chi lo subisce e le sue conseguenze possono essere irreversibili o solo lievemente reversibili e rappresentare il motivo di serie disabilità per il resto della vita. In alcuni casi, purtroppo, il paziente colpito da emorragia cerebrale, può entrare in coma e rimanere in stato di incoscienza fino alla morte, che può sopraggiungere in tempi estremamente variabili in base all’età, alla gravità del danno cerebrale ed allo stato di salute generale del paziente. In altri casi il paziente rimane cosciente, ma può avere dei danni molto variabili, che riflettono la zona e la gravità del danno cerebrale, come ad esempio disturbi del linguaggio (afasie), anosognosia, disturbi del movimento, della vista… Sono comunque disponibili dei trattamenti riabilitativi che riducono, per quanto possibile, le invalidità del paziente.

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Emorragia cerebrale: conseguenze, riabilitazione e recupero

MEDICINA ONLINE CERVELLO CRANIO EMORRAGIA CEREBRALE ISCHEMIA EMORRAGICA ICTUS SANGUE EMATOMA EMIPARESI EMIPLEGIA TETRAPARESI TETRAPLEGIA MORTE COMA PROFONDO STATO VEGETATIVO PARALISI DECUBITO RECUPERO SUBARACNOIDEA.jpgSi ha una emorragia cerebrale in conseguenza alla rottura di un vaso sanguigno che trasporta sangue al tessuto cerebrale, con la conseguenza che le cellule celebrali deperiscono e muoiono a causa sia della privazione del nutrimento garantito dal flusso sanguigno, che della compressione dell’ematoma sul tessuto cerebrale che si crea all’interno del cranio dal momento che quest’ultimo è inespandibile. Tale rottura può essere sia il risultato di un picco ipertensivo che è andato a rompere un vaso cerebrale già dilatato (aneurisma cerebrale), oppure la conseguenza di un trauma, ad esempio una caduta o un incidente stradale.

Conseguenze dell’emorragia cerebrale

L’emorragia cerebrale è un evento grave, in alcuni casi gravissimo, che mette a rischio la sopravvivenza di chi lo subisce e le sue conseguenze possono essere irreversibili o solo lievemente reversibili e rappresentare il motivo di serie disabilità per il resto della vita. In alcuni casi, purtroppo, il paziente colpito da emorragia cerebrale, può entrare in coma e rimanere in stato di incoscienza fino alla morte, che può sopraggiungere in tempi estremamente variabili in base all’età, alla gravità del danno cerebrale ed allo stato di salute generale del paziente. In altri casi il paziente rimane cosciente, ma può avere dei danni molto variabili, che riflettono la zona e la gravità del danno cerebrale.

Emiplegia

Una delle più frequenti conseguenze di emorragia cerebrale nei pazienti che sopravvivono ad episodi emorragici cerebrali, è l’emiplegia, ovvero la paralisi di una metà laterale del corpo, per il fatto che la lesione cerebrale avviene frequentemente a carico di uno dei due emisferi cerebrali, che come sappiamo controllano i movimenti del lato opposto del corpo. Danni all’emisfero destro determinano paralisi del lato sinistro del corpo e viceversa. Inoltre ciascun emisfero possiede diverse specializzazioni, quindi un danno in un dato emisfero può andare ad intaccare un data funzione e non altre.

Disturbi del linguaggio e dell’attenzione

La conseguenza di una emorragia cerebrale a carico dell’emisfero sinistro del cervello, potrebbe determinare, oltre ad emiparesi destra, anche disturbi del linguaggio (afasie), mentre le conseguenze di una emorragia cerebrale che colpisce l’emisfero destro del cervello, oltre a determinare una emiplegia sinistra, causerà probabilmente alterazioni dell’attenzione, come il neglect, e della consapevolezza, come l’anosognosia.

Riabilitazione

L’emorragia cerebrale determina una lesione cerebrale, ed il cervello è quell’organo che ci permette di organizzare attraverso i processi cognitivi, il nostro comportamento e movimento, oltre alle nostre facoltà di linguaggio e di ragionamento.  Pertanto tutte le conseguenze di una emorragia cerebrale, vanno analizzate considerando l’alterazione dei processi cognitivi causata dall’emorragia stessa. Ho ritenuto necessario fare questa ovvia precisazione, perché comprendere al meglio le conseguenze di emorragia cerebrale, significa scegliere la migliore riabilitazione per il recuperoInfatti purtroppo spesso, le conseguenze di una emorragia cerebrale vengono individuate nei soli effetti visibili quali emiparesi e spasticità (condizione di ipertono dei muscoli), tralasciando gli aspetti cognitivi prima citati, questo non fa altro che indurre a scegliere una riabilitazione incentrata sui muscoli.  La riabilitazione post emorragia cerebrale deve coincidere con il reale problema che ha determinato le conseguenze appena descritte, dovrà quindi coinvolgere e riattivare i processi cognitivi alterati dell’emorragia cerebrale.  Attualmente la riabilitazione cognitiva, conosciuta anche come Metodo Perfetti è la risposta riabilitativa post emorragia cerebrale più adatta e corente con le reali problematiche e conseguenze. 

Prognosi e complicanze

La prognosi dell’emorragia cerebrale è molto variabile in base alla tipologia di sanguinamento, dalle dimensioni dello stesso e dalla causa che lo ha provocato. Inoltre, le condizioni cliniche morbose preesistenti nel paziente possono influire in maniera negativa sulla prognosi. Molto temibili sono le problematiche di natura non neurologica che si possono sovrapporre in un paziente affetto da emorragia cerebrale. Le più frequenti sono di ordine infettivo (infezione delle vie urinarie e polmoniti in prima battuta). Seguono complicanze di ordine cardiaco in particolar modo aritmie cardiache, problematiche legate alla formazione di lesioni da decubito nei pazienti in coma o parzialmente immobilizzati, e non dimentichiamo la possibilità di un ulteriore episodio di sanguinamento cerebrale durante la degenza.

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Giovane incinta morta per emorragia cerebrale, salva la figlia

MEDICINA ONLINE NEONATO BIMBO BAMBINO PANNOLINO INFERMIERA NEWBORN SCHIACCIA CADE MORTE TRAUMA CULLAUna 31enne è morta all’ospedale Maria Vittoria di Torino dove, sabato 30 settembre, è stata trasportata in gravi condizioni dopo essere stata colpita emorragia cerebrale. La donna era all’ottavo mese gravidanza. E’ stata una corsa contro il tempo combattuta da diverse équipes di medici continuamente al lavoro sul filo dell’emergenza. Si trattava di salvare la bimba che la mamma aveva in grembo, ma anche di donare gli organi con i quali accendere nuove speranze.

La donazione degli organi

Giorni difficili per la famiglia che ha vissuto il dramma e che però ha avuto la forza di disporre la donazione degli organi. Il personale sanitario ha lavorato intensamente nella notte tra lunedì e martedì per prelevare cuore, polmone, reni, cute, fegato e cornee che daranno una nuova possibilità di vita ad altre persone.

La piccola nata prematura

La bambina che la donna aveva in grembo è stata salvata dai medici. La piccola è nata con un parto al cesareo d’urgenza, ma oggi sta bene. È ricoverata nella terapia intensiva neonatale, ha 32 settimane e pesa 1,6 kg.

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Diagnostica per immagini nell’aneurisma cerebrale

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma MAL DI TESTA VIVEVA CERVELLO Verme HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Nella maggior parte dei casi gli aneurismi cerebrali vengono scoperti solo quando già si sono rotti e quindi vanno trattati come emergenze, tuttavia l’aneurisma può essere anche scoperto per caso quando ci si sottopone ad esami di diagnostica per immagini alla testa per altri motivi. Se all’improvviso il paziente inizia ad avere un forte mal di testa o altri sintomi collegabili alla rottura di un aneurisma, dovrà sottoporsi a una serie di esami per capire se ha avuto un’emorragia nello spazio tra il cervello e i tessuti circostanti (emorragia subaracnoidea) o un altro tipo di problema. Se c’è stata emorragia il personale sanitario capirà se la causa è da imputare alla rottura di un aneurisma. Gli stessi esami andranno svolti anche se si soffre dei sintomi di un aneurisma silente, ad esempio di male dietro all’occhio, di anomalie nella visione e di paralisi in un lato del volto.

Tra gli esami diagnostici ricordiamo:

  • Tomografia computerizzata (TAC). Di solito è il primo esame radiografico usato per capire se si è verificata o meno un’emorragia cerebrale. L’esame produce immagini a due dimensioni di sezioni del cervello. Durante l’esame, può essere iniettato un mezzo di contrasto che facilita l’osservazione della circolazione nel cervello e può indicare la posizione dell’aneurisma. Questa variante dell’esame è detta TAC angiografia.

  • Puntura lombare. Intervento di estrazione del liquido cefalorachidiano dalla colonna vertebrale con una siringa. Se si ha avuto un’emorragia subaracnoidea, con ogni probabilità ci saranno dei globuli rossi nel liquido che circonda il cervello e il midollo spinale (liquido cefalorachidiano).

  • Angiogramma o arteriogramma cerebrale. Durante quest’intervento, il medico inserisce un tubicino flessibile (catetere) in una delle arterie principali (di solito nella zona inguinale) e lo guida verso il cuore e poi nelle arterie cerebrali. Uno speciale mezzo di contrasto iniettato nel catetere attraversa le arterie e raggiunge il cervello. La serie di radiografie che vengono scattate, poi, può scoprire dettagli relativi alla condizione delle arterie e alla posizione dell’aneurisma che si è rotto. Questo esame è più invasivo rispetto ai precedenti e di solito è eseguito quando gli altri non sono sufficienti.

  • Risonanza magnetica (MRI). La risonanza magnetica usa un campo magnetico e le onde radio per creare immagini dettagliate del cervello, in due o in tre dimensioni. La risonanza magnetica con mezzo di contrasto (angiografia con mezzo di contrasto) migliora la qualità delle immagini dei vasi sanguigni e del sito in cui l’aneurisma si è rotto. Con questa tecnica diagnostica, le immagini possono risultare migliori rispetto a quelle della TAC.

In generale gli esami di diagnostica per immagini non sono consigliati quando si tratta di prevenire e tenere sotto controllo gli aneurismi silenti, ma sono necessari degli esami di screening se in passato si è verificata la rottura di un aneurisma in un genitore o fratello e/o se si soffre di un disturbo congenito che fa aumentare il rischio di aneurisma cerebrale. Lo screening dell’aneurisma può essere definito come screening iniziale (ad es. di un gruppo di pazienti considerati ad alto rischio) o di follow-up di screening in soggetti selezionati. Lo scopo ultimo dello screening non è soltanto quello di individuare o curare le lesioni, ma piuttosto quello di aumentare il numero di anni con una buona qualità della vita per il paziente.

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Cosa si prova e cosa succede quando si rompe un aneurisma cerebrale?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Perchè è così difficile smettere di fumare Perchè mi sento depresso dopoPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Un aneurisma cerebrale può:

  • essere asintomatico, e quindi scoperto per caso in corso di accertamenti neuroradiologici eseguiti per altri motivi (es. mal di testa). Si stima che circa l’1% della popolazione abbia almeno un aneurisma cerebrale senza saperlo. La maggior parte degli aneurismi non si rompe e non crea problemi né sintomi per tutta la vita. In alcuni casi può essere necessaria una terapia per un aneurisma che è stato scoperto ma che non si è rotto, per prevenirne un’eventuale futura rottura;
  • causare sintomi aspecifici e segni neurologici per compressione meccanica di strutture adiacenti (es. vertigini, sguardo doppio, mal di testa etc.);
  • rompersi e causare emorragia cerebrale e subaracnoidea.

Cosa succede quando si rompe un aneurisma?
Il mal di testa forte e improvviso, descritto spesso come il colpo di un pugnale affilato in testa, è il principale sintomo della rottura di un aneurisma. Al mal di testa si associano:

  • nausea e vomito;

  • malessere generale;
  • irrigidimento del collo;

  • visione offuscata o doppia;

  • fotosensibilità;

  • convulsioni;

  • ptosi palpebrale (abbassamento eccessivo della palpebra superiore);

  • perdita di coscienza;

  • confusione.

Quando l’aneurisma cerebrale si rompe, l’emorragia di solito dura per un tempo molto variabile. Il sangue può danneggiare direttamente le cellule circostanti o addirittura causarne la morte, nonché aumentare la pressione all’interno del cranio. Se la pressione aumenta troppo può interrompersi la fornitura di sangue e ossigeno al cervello: si può perdere conoscenza e persino morire.

Tra le complicazioni che possono nascere dopo la rottura di un aneurisma ricordiamo:

  • Seconda emorragia. Un aneurisma che già si è rotto o fissurato rischia una seconda emorragia, in grado di provocare ulteriori danni alle cellule cerebrali.

  • Vasospasmo. Quando l’aneurisma si rompe i vasi sanguigni cerebrali possono iniziare a restringersi e allargarsi in modo anomalo (vasospasmo). In questo modo le cellule cerebrali ricevono meno sangue (ischemia): si verificano ulteriori danni e perdite di funzionalità.

  • Idrocefalo. Se, come avviene nella maggior parte dei casi, la rottura dell’aneurisma provoca un’emorragia nello spazio tra il cervello e il tessuto circostante (emorragia subaracnoidea), il sangue può bloccare la circolazione del liquido che circonda il cervello e il midollo spinale (liquido cefalorachidiano). Come risultato si può verificare l’idrocefalo, cioè un accumulo di liquido cefalorachidiano che aumenta la pressione sul cervello e può danneggiare i tessuti.

  • Iponatremia. L’emorragia subaracnoidea provocata dalla rottura di un aneurisma cerebrale può causare uno squilibrio dei livelli sodio nel sangue, dovuto alla lesione dell’ipotalamo, una zona vicino alla base del cervello. Se i livelli di sodio si abbassano (iponatremia) le cellule cerebrali si ingrossano e subiscono danni permanenti.

In caso di rottura o sospetta rottura di aneurisma è necessario recarsi IMMEDIATAMENTE al pronto soccorso, dal momento che maggiore rapidità equivale a migliore prognosi.

Purtroppo circa il 15% dei pazienti muore prima di raggiungere l’ospedale, e più del 50% muore entro i primi 30 giorni dall’evento.

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