Differenza tra svezzamento tradizionale ed autosvezzamento

MEDICINA ONLINE BIMBO SVEZZAMENTO LATTE ARTIFICIALE ALLATTAMENTO SENO BAMBINO NEWBORN BABY NEONATO LATTANTE GATTONARE CARPONARE CAMMINARE PARLARE BENE PRIMA PAROLA SCALCIARE PARLARE MASCHIO FEMMINA DIFFERENZA AIUTOSi parla spesso di autosvezzamento e di svezzamento “tradizionale”, ma che differenza c’è tra questi due approcci? Vediamo allora di fare un confronto tra i due tipi di svezzamento, seguendo i punti fermi di entrambi i metodi.

Svezzamento tradizionale

  • Viene iniziato secondo le indicazioni del pediatra, della mamma o comunque di un’altra persona.
  • Si tende a introdurre un pasto completo alla volta e a eliminare la poppata corrispondente il più velocemente possibile seguendo un calendario prestabilito.
  • Il bambino di solito mangia separatamente dal resto della famiglia
  • Si tendono a privilegiare pappe, omogeneizzati e baby food in generale (spesso perché si inizia troppo presto, per cui non si hanno alternative). Il fatto che le pappe siano preparate a casa o acquistate già pronte, poco importa.
  • La gradualità è dalle pappe ai pezzetti, ai pezzetti più grandi al cibo “normale”.

Autosvezzamento

  • È un processo che inizia solo quando lo decide il bambino e non qualcun altro.
  • Si comincia con piccoli assaggi, effettuati con la famiglia a tavola. Il latte non viene sostituito seguendo il calendario, ma seguendo il naturale sviluppo del bambino.
  • pasti vengono sempre condivisi per cui il bambino non mangia da solo.
  • Siccome abbiamo atteso che il bambino fosse pronto, non c’è nessun bisogno di affidarsi a cibi speciali preparati solo per lui. Invece possiamo condividere la tavola e quello che c’è: tutti in famiglia mangiano le stesse cose
  • La gradualità la vediamo nel passaggio da micro assaggi ad assaggi sempre più consistenti fino a veri e propri pasti.

Lo svezzamento tradizionale è VERTICALE, l’autosvezzamento è ORIZZONTALE

Nello svezzamento tradizionale si sostituisce una poppata con un pasto più o meno completo, poi se ne sostituiscono due e così via. L’introduzione dei cibi è fatta subito in profondità, ovvero in modo verticale, a determinati orari del giorno stabiliti a priori. Non è il cibo che complementa il latte; se siamo fortunati e il cibo non viene imposto come unica fonte di nutrimento, è il latte a complementare il cibo.
Se si fa autosvezzamento non si sostituisce a priori nessuna poppata in quanto il bambino si avvicina al cibo solido in modo graduale, partendo da piccoli assaggi durante tutti i pasti consumati dalla famiglia nell’arco della giornata. In questo caso il cibo fa da complemento al latte perché le poppate non si abbandonano se non molto gradualmente e in modo più o meno equilibrato. Insomma in modo orizzontale. Se ci si sofferma un attimo a pensare, procedere in modo orizzontale non è certo una novità;

  • il bambino non impara forse a camminare in modo orizzontale?
  • Il bambino non impara forse a parlare in modo orizzontale?

Lo stesso vale per ogni altra tappa evolutiva di ogni bambino, anche se ogni bimbo è una storia a sé che va valutata nella sua unicità, per trovare il metodo migliore PER LUI.

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Quando il bambino inizia a mangiare da solo autonomamente?

MEDICINA ONLINE BIMBO SVEZZAMENTO LATTE ARTIFICIALE ALLATTAMENTO SENO BAMBINO NEWBORN BABY NEONATO LATTANTE GATTONARE CARPONARE CAMMINARE PARLARE BENE PRIMA PAROLA SCALCIARE PARLARE MASCHIO FEMMINA DIFFERENZA AIUTOMolti genitori, quando il loro bambino inizia a star seduto sul seggiolone e ad interessarsi alla manipolazione del cibo e agli oggetti ad esso collegati, si interrogano sul dubbio se esista o no un’età ideale in cui si debba o possa insegnare ad un bimbo a mangiare da solo. No, come per molte altre attività, vedi il camminare, molto dipende dai segnali che il bimbo stesso dà: è molto curioso nei confronti del cibo o lo accetta passivamente? Riesce ad afferrare bene le posate o i pezzetti piccoli di cibo usando ad esempio due dita a mo’ di pinza?

Svezzamento: dai sei mesi ad un anno di età circa

Fin dallo svezzamento è importante permettere al bambino di conoscere il cibo, sia assaggiandone molte varietà a piccoli bocconcini, ma permettendogli anche di manipolare il cibo, portarselo alla bocca da solo (e inevitabilmente combinando qualche disastro, questo mettetelo in conto). E’ normale a questa età portare tutto alla bocca e fare conoscenza di ogni oggetto, che sia o meno commestibile, mediante l’olfatto e il gusto. Ad un bimbo di sei mesi normalmente si permette di esplorare gli oggetti mettendoli in bocca, anzi gli si propongono dei giochi che servono proprio a questo, allo stesso modo, e a maggior ragione, non dobbiamo vietargli di farlo col cibo, portandolo alla bocca con le mani, pasticciandolo e sporcandosi. Facendo così, il bambino svilupperà un buon rapporto col cibo e col proprio corpo e imparerà ad assaggiare di tutto. Per quel che riguarda l‘uso delle posate nei bimbi piccoli, per far loro prendere confidenza, iniziate a dargli in mano un cucchiaino e poi verso l’anno una forchettina per bambini, magari mentre lo imboccate voi con un’altra. A 9 mesi il bambino sa tenere il biberon con le mani, portarlo alla bocca e toglierlo quando ha finito. Se gli viene dato un biscotto lo succhia con piacere ma si sporca parecchio. Quindi il primo consiglio quindi è quello di lasciare il bambino libero di mangiare con le mani, manipolare il cibo, annusarlo e portarlo alla bocca. Una serie di azioni che il bambino può fare sin da subito, sin dalle prime fasi dello svezzamento.
Poi si può offrire al bambino un cucchiaino morbido con il quale può provare a prendere il cibo e portarlo alla bocca.

Dai 12 ai 18 mesi

Verso l’anno ma anche un po’ più tardi se non lo vedete pronto, se il bambino è molto lento a mangiare e si distrae facilmente, potete lasciarlo fare da solo per la prima metà del pasto e imboccarlo successivamente. Sperticatevi in lodi e complimenti quando riesce a portare correttamente un boccone in bocca da solo. Verso i 18 mesi, il bambino, specie nei confronti della mamma, vorrà far da sé affermando la sua autonomia, spesso in malo modo, non per niente questa fase viene denominata quella dei “terribili 2 anni”.

Dai 18 ai 36 mesi

In questa stupenda fase (per quel che riguarda le scoperte) il bambino riconosce il proprio posto all’interno della famiglia, ne acquisisce le regole. Continua però la ricerca dell’autonomia, infatti vi accorgerete che vorrà fare “tutto da solo”. A due anni un bambino di solito mangia da solo, tiene il bicchiere con una sola mano e non si sporca quasi più. Ogni tanto può chiedere di essere imboccato, ma in realtà è più una coccola o una richiesta di attenzione che reale difficoltà. Verso i due anni e mezzo inizia ad utilizzare la forchetta ed infila correttamente i bocconi in bocca.

A tre anni ormai dovrebbe stare correttamente a tavola

Se ad esempio, pur conoscendo l’uso delle posate si ostina a mangiare con le mani, cercate di togliere questa “cattiva abitudine” con gentile fermezza, altrimenti continuerà perché è più comodo chissà per quanto.

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Quando iniziare lo svezzamento dopo latte artificiale e allattamento al seno

MEDICINA ONLINE BIMBO SVEZZAMENTO LATTE ARTIFICIALE ALLATTAMENTO SENO BAMBINO NEWBORN BABY NEONATO LATTANTE GATTONARE CARPONARE CAMMINARE PARLARE BENE PRIMA PAROLA SCALCIARE  PARLARE MASCHIO FEMMINA DIFFERENZA AIUTO.jpgCosa significa “svezzamento”?

Un bimbo prende il nome di “lattante” nel periodo variabile che inizia col 29° giorno dopo il parto e termina  con lo “svezzamento“. Lo svezzamento (anche chiamato “divezzamento” o ancora “alimentazione complementare”) è il processo di sostituzione dell’alimentazione esclusiva a base di latte (allattamento naturale o artificiale) tipica delle prime fasi di vita, con quella caratterizzata dall’assunzione di altri liquidi e solidi. Lo svezzamento inizia in un tempo variabile che oscilla tra i 6 e gli 11 mesi di vita, sia in caso di bimbo allattato al seno che di bimbo allattato con latte artificiale. Se il bimbo è stato allattato al seno, il momento dello svezzamento rappresenta anche psicologicamente la fine del rapporto simbiotico tra mamma e neonato (tipico dei primi mesi di vita del bambino) ed è fondamentale lo sviluppo del rapporto madre/figlio e dell’identità stessa del bambino.

Quando iniziare lo svezzamento nei lattanti?

Non bisogna avere fretta di proporre nuovi alimentati, soprattutto ai bambini allattati al seno, che possono iniziare tranquillamente a variare la loro ‘dieta’ intorno a 6 mesi. Lasciatevi guidare dal bimbo nel decidere qual è il momento più adatto ad iniziare: saranno pronti quando sembreranno ancora affamati dopo un pasto di latte o quando la vista o l’odore di cibi diversi dal latte sembreranno scatenare il loro entusiasmo. Non forzate mai il bambino a mangiare controvoglia e non aspettatevi che le prime pappe vengano consumate interamente. Le prime volte il bimbo mangerà (e sputerà ovunque) pochissimi cucchiaini sia perché deve apprendere sapori nuovi, sia perché deve apprendere un nuovo metodo per alimentarsi passando dal succhiare al cucchiaio.

Come capire quando il lattante è pronto per lo svezzamento?

In genere sono 3 gli elementi da prendere in considerazione (oltre all’età del neonato) che ci possono far capire che il bambino è pronto ad affrontare la fase dello svezzamento:

  1. è in grado di stare seduto da solo;
  2. mostra interesse verso il cibo;
  3. ha raddoppiato il peso dalla nascita.

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Come iniziare lo svezzamento? Quali cibi scegliere e quali evitare?

Il brodo vegetale si prepara con verdure fresche di stagione o se preferite con verdure di coltivazioni biologiche: patate, carote, fagiolini, piselli, spinaci, sedano, carciofi, coste, bietole, zucchine, zucca e tutte le varietà di insalate.
Inizialmente potrete utilizzare solo alcuni tipi, generalmente patata, carota e zucchina, poi progressivamente aggiungere una verdura nuova tutte le settimane. Così facendo si abitua pian piano il bambino a nuovi sapori e si valuta se le novità sono ben tollerate (reazioni allergiche, variazioni nelle scariche intestinali, ecc.). Evitate cavoli, cavolfiori, verze, cipolle che hanno sapori e odori forti, e il pomodoro, uno degli alimenti più allergizzanti. Queste verdure vanno lavate e bollite per un’ora circa in ln litro di acqua non salata. Il brodo così preparato può essere conservato in frigorifero, ben tappato, per 1-2 giorni. Per le prime pappe si utilizza solo il brodo filtrato, scartando le verdure bollite. Nelle settimane successive le verdure utilizzate si passano (o si frullano) e se ne aggiungono 1-2 cucchiai al brodo. Non aggiungere sale, né dado.

Come preparare la prima pappa?

Ovviamente la pappa non è fatta solo di brodo, ecco come la preparerete:

  • 150 – 180 grammi di BRODO VEGETALE preparato come descritto sopra:
  • 3-4 cucchiai da cucina rasi di CREMA di RISO o MAIS-TAPIOCA o SOIA o MULTICEREALI o SEMOLINO;
  • 1 cucchiaino da caffè di PARMIGIANO ben stagionato;
  • 1 cucchiaino da caffè di OLIO D’OLIVA extra-vergine.

In caso di stitichezza e popò molto dura, non utilizzare la crema di riso e aumentare la quantità di zucchina; in caso di diarrea, utilizzare la crema di riso e aumentare la quantità di patata e carota. Dopo la prima settimana di solo brodo con cereali e una seconda di brodo + cereali + qualche cucchiaio di verdure lesse passate si può aggiungere 5 grammi (1/2 vasetto) di LIOFILIZZATO di CARNE BIANCA (agnello, coniglio, tacchino, pollo) o mezzo vasetto di omogeneizzato a discrezione del vostro pediatra

Una volta introdotta la pappa ecco come potete organizzare lo schema dei pastidel vostro bambino fino al sesto mese:

  • 4-5 pasti nella giornata dei quali 3-4 pasti di latte (materno o di proseguimento);
  • 1 pasto (di solito al mezzogiorno, ma senza che ciò costituisca un obbligo) con pappa.

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Schema temporale dello svezzamento

Quando introdurre gli alimenti più comuni:

Frutta:

  • Mela, pera, banana e prugna: da 4 mesi;
  • Limone: qualche goccia nella frutta dai 4 mesi;
  • Albicocche e pesche: dai 6 mesi;
  • Arance e mandarini: spremuti dall’8° mese;
  • Kiwi, fragola, uva, cachi, fichi, anguria, melone, castagne, noci, mandorle: dopo i 12 mesi.

Verdura:

  • Patata, carota, zucchina e zucca: dai 5 mesi;
  • Sedano, porro, cipolla, insalata, finocchi, cavolfiori e spinaci: dai 6 mesi;
  • Pomodoro: senza buccia, dai 10 mesi;
  • Melanzane e carciofi: dopo i 12 mesi.

Cereali:

  • Riso: in crema dai 5 mesi, in chicchi dagli 8 mesi;
  • Mais e tapioca: in crema dai 5 mesi;
  • Semolino: dai 6 mesi;
  • Crema multicereali: dai 6 mesi;
  • Pastina minuscola, tipo sabbiolina: dai 7 mesi;
  • Pastina piccola, tipo forellini micron: dagli 8 mesi;
  • Pastina media, tipo anellini, stelline o puntine: dai 10 mesi;
  • Orzo e Farro: dai 12 mesi.

Carne:

  • Coniglio, tacchino, pollo, vitello e manzo: liofilizzato dai 5 mesi, omogenizzato dai 6 mesi, lessato o cotto al vapore dai 9 mesi;
  • Prosciutto cotto senza polifosfati: dagli 8 mesi;
  • Maiale: dopo i 12 mesi.

Formaggi:

  • Parmigiano: dai 5 mesi;
  • Formaggio ipolipidico: dai 6 mesi;
  • Ricotta fresca: dai 7 mesi;
  • Bel paese, Caciotta, Fontina dolce, Caprino fresco e Crescenza: dagli 8 mesi.

Pesce:

  • Merluzzo, trota, sogliola, platessa, nasello e palombo: dagli 8 mesi;
  • Pesce spada e salmone: dai 9 mesi.

Altri alimenti:

  • Olio extra vergine di oliva: dai 5 mesi nella pappa;
  • Brodo vegetale: dai 5 mesi;
  • Yogurt intero: dai 7 mesi;
  • Brodo di carne: dagli 8 mesi;
  • Legumi: dagli 8 mesi;
  • Uovo: tuorlo sciolto nella pappa, dai 9 mesi; uovo intero dopo i 12 mesi;
  • Miele: dopo i 12 mesi.

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Svezzamento al 4 mese

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia l’allattamento esclusivo per i primi 6 mesi del neonato, ma ci sono ancora pediatri che fanno iniziare prima dei sei mesi lo svezzamento o motivi che possono spingere una mamma (o il medico) ad anticipare l’introduzione di nuovi cibi. In ogni caso parlatene sempre col pediatra, che vi saprà consigliare il modo giusto per dare inizio allo svezzamento. Molti pediatri dopo il compimento del quarto mese consigliano di iniziare ad introdurre la frutta, magari per uno spuntino a metà mattina o metà pomeriggio. In genere si comincia con la pera, che è uno dei frutti più digeribili e più adatti al delicato stomaco del neonato.

Svezzamento a 5 mesi

Se avete già iniziato lo svezzamento (anche solo con la frutta) nel quarto mese, potrete continuare così anche nel quindi mese del bebè o iniziare ad introdurre nuovi alimenti. Alcuni anticipano l’inizio dello svezzamento vero e proprio al compimento del quinto mese. C’è chi inizia con le pappe di latte e chi subito con il brodo vegetale. Dallo schema precedente potete vedere che sono molti gli alimenti che si possono introdurre dal quinto mese. Se non potete continuare l’allattamento esclusivo fino al sesto mese (che, ricordate, è sempre la scelta più consigliata), decidete insieme al pediatra una tabella da seguire per iniziare lo svezzamento, sempre cercando di rispettare le esigenze del bambino. Se invece state continuando ad allattare regolarmente, potrete continuare a farlo in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese.

Svezzamento a 6 mesi

I 6 mesi rappresentano uno spartiacque nell’alimentazione del bambino. Fino a questo momento i neonati hanno seguito una alimentazione a base di latte, mentre dopo il compimento dei 6 mesi si possono iniziare ad introdurre gli altri cibi. E’ per tutti arrivato il momento di far assaggiare al bambino nuovi alimenti, fargli scoprire nuovi sapori e nuove consistenze. Cercate anche di far toccare al bambino i nuovi cibi, in modo che possa imparare a conoscerli con tutti i sensi. Non c’è un solo metodo per svezzare i bambini, ma ce ne sono diversi (dallo svezzamento classico all’autosvezzamento). Parlatene col pediatra e decidete quale metodo volete seguire.

Svezzamento naturale (autosvezzamento)

Oltre al classico svezzamento, durante il quale i nuovi alimenti vengono introdotti un po’ alla volta, ultimamente si sta diffondendo anche un altro metodo per svezzare i neonati. Un metodo considerato sotto vari punti di vista più naturale:  l’autosvezzamento. In che consiste questo metodo? In pratica invece di introdurre gli alimenti poco alla volta, il bambino inizia da subito a mangiare tutto. Il piccolo siede a tavola (sul seggiolone) con i genitori e comincia ad assaggiare quello che mangiano i genitori. Ovviamente, se si sceglie l’autosvezzamento, è fondamentale che i genitori seguano una dieta sana ed equilibrata. Meglio evitare il sale (o comunque usarlo molto poco) e i cibi piccanti. In linea di massima, però, il bambino può assaggiare tutto quello che desidera e mangiare da subito insieme a mamma e papà.

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Differenza tra neonato, lattante, bambino ed infante

MEDICINA ONLINE NEWBORN NEONATO BIMBO BAMBINO FIGLIO LATTE MAMMA GENITORI FAMIGLIA PAPA MADRE PADRE NONNI AMORE PEDIATRIAQuando un bimbo viene chiamato neonato?

Un bimbo prende il nome di “neonato” nel periodo di 4 settimane che inizia con il parto e finisce col 28° giorno dopo il parto.

Quando un bimbo viene chiamato lattante?

Un bimbo prende il nome di “lattante” nel periodo variabile che inizia col 29° giorno dopo il parto e termina  con lo “svezzamento“. Ricordiamo che lo svezzamento (anche chiamato “divezzamento” o ancora “alimentazione complementare”) è il processo di sostituzione dell’alimentazione esclusiva a base di latte (allattamento naturale o artificiale) tipica delle prime fasi di vita, con quella caratterizzata dall’assunzione di altri liquidi e solidi. Lo svezzamento inizia in un tempo variabile che oscilla tra i 6 e gli 11 mesi di vita. Quindi il bimbo viene chiamato lattante generalmente tra l’inizio del secondo mese e massimo l’11° mese.

Quando un bimbo viene chiamato bambino od infante?

Dopo lo svezzamento il bimbo viene comunemente chiamato “bambino“. Infine il termine “infante” deriva dal latino infans che significa “muto, che non può parlare” ed in passato si riferiva esclusivamente al periodo tra la nascita del bambino ed il momento estremamente variabile in cui inizia a parlare nei primi anni di vita. Oggi, per estensione, questo termine ha assunto anche il significato di periodo della vita di un individuo fino all’insorgenza dei primi segni della pubertà.

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Meconio, transizione e svezzamento: feci diverse nel neonato

Mother interacting with baby girl at home.Spesso i neo-genitori si spaventano per qualche particolare delle feci del proprio bimbo che sembrano anomale, ma sono invece del tutto normali. Vediamo allora che caratteristiche hanno le feci del neonato, come cambiano nel tempo e quando è il caso di preoccuparsi.

Il meconio

Per i primi 2/3 giorni di vita, il neonato emette delle feci particolari, che prendono il nome di meconio. Sono di colore verde-giallastro-nerastro e di consistenza appiccicosa, tanto che a volte è difficile rimuoverle dal sederino. Il meconio è costituito da quello che c’era nell’intestino del feto durante la gravidanza, e cioè principalmente muco e liquido amniotico. È molto importante che cominci a essere emesso nelle prime 24 ore di vita del bambino: un’emissione tardiva, infatti, può essere il segnale di qualcosa che non va, per esempio la presenza di un ostacolo al transito nell’intestino, oppure un’anomalia metabolica che rallenta la peristalsi intestinale. anche una emissione precoce del meconio, ad esempio durante il parto (tipicamente nei bimbi nati post-termine), può essere problematica perché il meconio può finire nelle vie aeree del bambino, determinando una sindrome da aspirazione di meconio che può condurre a distress respiratorio e morte per insufficienza respiratoria.

MEDICINA NEONATO EMETTE MECONIO DOPO PARTO GRAVIDANZA BAMBINO LATTANTE BIMBO PEDIATRIA SINDROME DA ASPIRAZIONE DI MECONIO DURANTE NASCITA DISTRESS RESPIRATORIO MORTE INSUFFICIENZA RESPIRATORIA

Le feci di transizione

Dopo i primissimi giorni, il meconio viene sostituito dalle feci tipiche del bambino che sta cominciando ad alimentarsi normalmente. Come spiegato in un opuscolo del National Childbirth Trust, organizzazione no profit inglese che si occupa di gravidanza e salute dei bambini, il passaggio è graduale e segnato dalle cosiddette “feci di transizione”, che appaiono più verdastre e meno appiccicose.

“Quanta ne fa!”

A volte, i neogenitori si stupiscono di quante feci possa produrre un bambino: un neonato allattato, al seno, infatti, può scaricarsi anche dopo ogni pasto, ed è normale che sia così. Insieme all’abbondanza di urina, è proprio uno dei segni che si sta alimentando correttamente. Più raramente può farla meno spesso, anche una sola volta emissione al giorno, ma molto più abbondante.

Lo svezzamento

Quando, oltre al latte, il bambino comincia ad assumere altri cibi la sua flora batterica intestinale cambia drasticamente, e cambiano di conseguenza anche le feci, che poco a poco diventano sempre più simili a quelle dell’adulto: più dure, più scure – di colore marrone – più maleodoranti. Il cambiamento è più evidente per i bambini che fino a quel momento avevano preso solo latte materno, perché quelli alimentati con latte artificiale erano già andati incontro a modifiche della flora batterica. Un’altra caratteristica tipica delle feci dei bambini che hanno cominciato a mangiare altri cibi oltre al latte è la presenza di residui alimentari, in genere vegetali, per esempio piselli o pezzettini di carota. Niente paura, è tutto normale: si tratta di alimenti ricchi di fibre che noi non riusciamo a digerire, e che di solito vengono degradati da alcuni batteri presenti nell’intestino. Nei bambini la loro presenza dà luogo a un transito molto veloce, per cui finiscono nelle feci così come sono, ma non rappresentano in alcun modo un problema. I residui alimentari sono presenti anche nelle feci degli adulti, solo che in genere non le studiamo con la stessa attenzione che dedichiamo a quelle dei piccoli e quindi non ce ne accorgiamo. Infine, nel bambino svezzato può capitare che le feci assumano temporaneamente delle colorazioni particolari: verde, arancione, rosso. Anche in questo caso, se la consistenza è più o meno normale e il fenomeno è passeggero non c’è da preoccuparsi: dipende tutto da quello che si è mangiato, nel caso invece che il fenomeno si ripresenti spesso, è necessario consultare il pediatra.

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