Cosa fare quando viene voglia di fumare: come faccio a reprimerla?

MEDICINA ONLINE SMETTERE DI FUMARE CHAMPIX VARENICLINA FUMO SIGARETTA TOP TABACCO NICOTINA TABAGISMO DIPENDENZA TOSSICODIPENDENZA DANNI FARMACO AIUTO PACCHETTO SIGARETTE SAPORE CANCRO POLMONI ICTUS INFARTOAvete appena smesso di fumare e vi siete resi conto di quanto sia difficile, specie i primi giorni, resistere ai sintomi da astinenza da nicotina e di quanto sia facile – invece – cedere alla voglia di fumare? Chi vi parla è stato fumatore per 15 anni e vi assicuro capisce perfettamente questa difficoltà. Oppure siete ancora fumatori e state pianificando tutta una serie di comportamenti che vi aiuteranno a non fumare più una volta che avrete smesso? Oppure avete un parente o amico che volete tenere lontano dalla nicotina? In tutti e tre i casi questo è l’articolo giusto: qui troverete i migliori consigli, da quelli apparentemente più banali a quelli più insoliti, per resistere alla dipendenza da nicotina e – soprattutto – PER PREVENIRLA. Con me (e con parenti, amici e pazienti) hanno funzionato e funzionano ancora oggi, dopo 5 anni che ho spento l’ultima sigaretta.

1) Prendi un foglio e scrivi i motivi per cui non vuoi più fumare

Un sistema che per me ha funzionato è stato scrivere su un foglio i motivi per cui non volevo più fumare ed ogni volta che mi riveniva (e mi riviene!) voglia di fumare, rileggevo lentamente e con calma tutte le motivazioni per cui avevo voluto così tanto smettere. Prova a farlo anche tu: ti aiuteranno a controllarti! Ecco qui qualche esempio in cui forse ti ritroverai e che ha fornito molta motivazione al sottoscritto:

  • Perché vuoi fare una rampa di scale senza avere il fiatone.
  • Perché vuoi bene alla tua salute.
  • Perché vuoi evitare di avere il catarro ogni mattina.
  • Perché vuoi smettere di perdere soldi inutilmente.
  • Perché non vuoi essere uno schiavo delle tue dipendenze.
  • Perché stai perdendo il sonno, dimenticando di mangiare e ti senti sempre stanco e nervoso a causa delle sigarette.
  • Perché vuoi tornare a respirare bene.
  • Perché vuoi che la tua vita duri 11 anni di più.
  • Perché vuoi goderti una serata al ristorante con gli amici, anziché fare avanti/indietro ad ogni portata per andare fuori a fumare.
  • Perché senti di aver perso il rispetto per te stesso, la tua dignità e “il controllo sulla tua vita”.
  • Perché vuoi apparire più bello e con una pelle più giovane.
  • Perché vuoi bene ai tuoi cari e ti rendi conto che fumargli vicino danneggia anche la loro salute.
  • Perché vuoi smettere di avere l’alito cattivo.
  • Perché vuoi smettere di far respirare il tuo fumo ai tuoi figli.
  • Perché non vuoi dare il cattivo esempio ai tuoi figli.

2) Avere fiducia nel tempo

Se sei un ex fumatore da pochi giorni ed ogni 10 minuti devi resistere alla voglia di fumare, ti invito a riflettere sul fatto che i sintomi di astinenza sono maggiori i primi giorni e tendono a diminuire col tempo quindi la strada che ti attende è sempre più facile – giorno dopo giorno – di quella che hai già percorso. Non disperarti quindi: abbi fiducia in te e nel fatto che la voglia “matta” di oggi, domani sarà più facile da governare e tra una settimana diminuirà ancora.

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3) Ricordati che basta un tiro per tornare nel circolo vizioso

Ogni volta che mi riviene voglia di fumare, il mio cervello elabora sempre la stessa frase: è passato così tanto tempo da quando ho smesso che ormai sono “fuori pericolo”: non mi farà certo male fare qualche tiro! Mi accendo solo una sigaretta e basta. Ed invece no, non fate questo errore! Riflettete sul fatto che basta solo un tiro per ritornare nella dipendenza. Soprattutto se l’ex fumatore è stato un forte fumatore, ha solo due scelte: o non fumare mai più e rimanere ex fumatore, o farsi “anche solo un tiro” e tornare ad essere fumatore abituale. Non esiste “fumo solo una e basta” perché poi tornerà ad essere “ne fumo solo una ogni tanto” e finirai col tornare a fumare più di prima. A tal proposito leggi anche: Non fare più nemmeno un tiro: il libro gratuito per chi ha smesso e per chi vuole smettere di fumare

4) Stevia

Esiste una pianta che sembrerebbe avere il potere di diminuire i sintomi di astinenza e quindi il desiderio di fumare, sto parlando della stevia rebaudiana o, più semplicemente stevia, una pianta che viene spesso usata come dolcificante naturale in alternativa allo zucchero o al miele. La stevia è reperibile in forma liquida in tutti i negozi di alimenti naturali o supermercati ma può essere anche coltivata facilmente a casa e può aiutarvi a sentire meno i sintomi dell’astinenza da nicotina; a tal proposito leggi: La stevia ti aiuta a smettere di fumare sigarette: come assumerla

5) Resistete 2 o 3 minuti

Oggi la voglia di fumare mi viene mediamente una volta al mese ma quando ho smesso, specie i primi giorni, la sigaretta si materializzava nel mio cervello circa una volta ogni 10 minuti. Una ossessione martellante a cui è facile cedere prima o poi. Tuttavia il lato positivo era che il pensiero arrivava velocemente ma altrettanto velocemente spariva. Bastava resistere 2 o 3 minuti massimo e il “picco di desiderio” spariva: la battaglia era vinta. Imparate a resistere per 2 o 3 minuti ogni volta e vincerete la guerra! Per resistere può essere utile trovare un rapido diversivo, che vediamo nel punto seguente.

6) Fate qualcosa che vi impegni il cervello

Per creare un diversivo efficace, scegli un’attività che puoi iniziare con estrema rapidità, nel momento stesso in cui cominciate a sentire i sintomi della mancanza del fumo. Alcuni esempi che con me funzionano sono:

  • alzarsi per bere un bicchiere d’acqua;
  • mangiare un frutto;
  • fare degli stiramenti;
  • andare su Amazon e cercare qualche offerta interessante;
  • lavarsi i denti, la faccia, i capelli…;
  • usare una tecnica di rilassamento;
  • stendere lo smalto per le unghie;
  • stendere una crema idratante sul viso o sulle mani;
  • mangiare una caramella o un pezzo di liquirizia;
  • alzarsi dal tavolo prima del solito;
  • andare su Facebook, Twitter, Instagram o altro social per controllare le notifiche;
  • chiamare o chattare un amico/a;
  • guardarsi allo specchio e vedere che senza fumo la pelle è più bella;
  • suonare uno strumento musicale;
  • mettersi un lucidalabbra;
  • leggere (o rileggere) il libro di Allen Carr “E’ facile smettere di fumare se sai come farlo”;
  • fare una lista dei viaggi che ti piacerebbe fare;
  • contare i soldi risparmiati evitando di comprare le sigarette e fare una lista delle cose che ti ci potresti comprare;
  • farsi la barba;
  • leggere i miei articoli sullo smettere di fumare cliccando qui;
  • cantare una canzone;
  • uscire di casa e vai a passeggiare;
  • mettere a posto la scrivania;
  • fare una partita ad un videogames sullo smartphone;
  • accendere la radio;
  • vedere un video divertente su You Tube;
  • fare una doccia;
  • vedersi un telefilm che ci piace;
  • rileggere più volte la famosa lista vista al punto 1 di questo articolo.

Non usate una tecnica diversiva che abbia bisogno di eccessiva preparazione: deve essere effettuabile rapidamente e senza la necessità di troppi oggetti. Usate una azione piacevole: una azione noiosa non vi aiuta a resistere sul lungo periodo.

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7) Gomme, cerotti o pastiglie con nicotina

Non sono mai stato un grande fan dei sostituti delle sigarette contenenti nicotina anche perché con me non hanno funzionato, anzi hanno prolungato il periodo dei sintomi di astinenza una delle tante volte in cui ho provato a smettere senza riuscirci. E’ però vero che tali sistemi per qualcuno funzionano quindi, se vi prende una voglia improvvisa, potreste aiutarvi assumendo un una gomma o una pastiglia di nicotina da sciogliere sotto la lingua: agiscono rapidamente e forniscono una piccola dose di nicotina che calma l’astinenza. Al posto di questi sistemi rapidi, potete pensare ad un approccio più “24 ore su 24”, applicando un cerotto alla nicotina che rilascia nicotina in modo lento per tutto il giorno. Attenzione però a non esagerare: troppe gomme o cerotti in contemporanea possono fare molto male alla salute. Chiedete sempre consiglio al vostro medico su come assumerli.

8) Usa un farmaco

Io ho smesso così. Esistono vari tipi di farmaci per smettere di fumare, ma io vi indico l’unico che con me abbia davvero funzionato: il Champix. Mi ha salvato la vita. Per approfondire leggi: Champix: funziona davvero per smettere di fumare?

9) Evita gli alcolici

Vari studi hanno confermato che l’assunzione di alcolici tende ad aumentare la voglia di assumere nicotina, quindi se avete appena smesso e volete prevenire la voglia di fumare il più possibile, evitate – o almeno limitate il più possibile – l’assunzione di alcolici: la vostra salute ve ne sarà doppiamente grata.

10) Evita pasti troppo abbondanti

Per lo stesso motivo del punto precedente, cerca di evitare pasti troppo abbondanti. La nicotina ha un’azione anoressizzante di conseguenza una volta abbandonate le sigarette l’appetito aumenta, quindi se avete smesso di fumare da poco la vostra voglia di mangiare sarà alle stelle, anche perché le vostre papille gustative “rinate” vi faranno sentire meglio i sapori e l’assenza di dopamina determinata dall’assenza delle sigarette, vi spingerà verso cibi estremamente gustosi ed ipercalorici . Ed invece dovete cercare di contenervi, sia per evitare l’obesità, sia perché pasti troppo abbondanti fanno aumentare in voi la voglia di fumare. Meglio mangiare più volte e con minori quantità, piuttosto che poche volte e tanto: avrete meno voglia di fumare.

11) Evita il caffè o il tè

Bere caffè o tè può farti aumentare la voglia di fumare: nei primi giorni in cui ho smesso di fumare, io li ho evitati accuratamente (specie il caffè, pur amandolo molto) e vi posso assicurare che questo mi ha aiutato molto a smettere.

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12) Ricordate i benefici

Anche se non avete seguito il consiglio del punto 1 (compilare una lista con i motivi per cui hai smesso di fumare), se vi viene voglia di accendervi una sigaretta potete comunque fermarvi un istante e richiamare alla mente uno dei benefici immediati che avete ottenuto smettendo di fumare: non avete più un alito da fumatore, i vostri figli non respirano più le sostanze tossiche contenute nel fumo passivo, siete liberi dalla schiavitù della sigaretta, i vostri capelli e i vostri vestiti non hanno più l’odore sgradevole lasciato dalla sigaretta… Per altre motivazioni ritorna al punto 1.

13) Evitate amici che vi fumano davanti

Uno dei sistemi per evitare di pensare continuamente alle sigarette è quello di evitare accuratamente amici fumatori e posti dove il fumo di sigaretta è sempre intorno a voi: occhio non vede, cuore non duole!

14) Ricordati quanto è stato difficile smettere

Come già accennato al punto 2, i sintomi di astinenza tendono a diminuire nel tempo quindi è probabile che i tuoi sintomi siano minori oggi rispetto al giorno in cui hai deciso di spegnere l’ultima sigaretta. Se cedi ora e ritorni ad essere fumatore – ammettendo che il tuo scopo ultimo sia comunque smettere del tutto prima o poi – dovrai “tornare al punto di partenza” e soffrire ancora più di ora per riprovare a smettere. Ricordati: è più facile resistere di fumarsi una sigaretta quando si è ex fumatori, piuttosto che smettere di fumare quando si è fumatori.

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Alcol: come comportarsi con un alcolista?

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La finalità del trattamento ospedaliero, della durata media di tre settimane, è la disintossicazione e l’avvio di un programma terapeutico-riabilitativo per quelle situazioni che presentano gravi conseguenze fisiche legate all’uso di alcol e sostanze stupefacenti o problematiche alcolcorrelate complesse.

Durante il ricovero viene anche eseguita una valutazione internistica e psichiatrica generale dello stato di salute. Una volta terminato il periodo di ospedalizzazione alle persone viene data la possibilità di proseguire il percorso riabilitativo attraverso l’inserimento in gruppi di auto-aiuto, come i Club degli Alcolisti in Trattamento o degli Alcolisti Anonimi.

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Differenza tra bevanda alcolica fermentata e distillata

MEDICINA ONLINE BEVANDA BERE DRINK ENERGY CAFFEINA BERE DISCO DISCOTECA DROGA DIPENDENZA BICCHIERE ALCOL COCKTAIL DIABETE ZUCCHEROLe bevande alcoliche si distinguono in due categorie:

  • bevande fermentate
  • bevande distillate

Le bevande fermentate sono prodotte dalla trasformazione in alcol degli zuccheri contenuti nell’uva, in altri frutti o nei cereali. Di solito le bevande fermentate non possono avere un grado alcolico superiore a 16°, poiché oltre tale gradazione l’alcol blocca l’azione dei lieviti responsabili del processo di fermentazione.
Le principali bevande fermentate sono:

  • il vino: ottenuto dalla fermentazione dell’uva o del succo (mosto) d’uva (gradazione dai 9° ai 15°);
  • la birra: ottenuta dalla fermentazione del mosto di luppolo, malto, orzo mescolato ad altri cereali (gradazione dai 2° ai 7°);
  • il sidro: ottenuto dalla fermentazione del succo di mele o di pere (gradazione dai 4° ai 6,5°).

Le bevande distillate sono ottenute attraverso il processo della distillazione che consiste nel portare ad ebollizione una bevanda alcolica facendone successivamente raffreddare e condensare i vapori (l’alcol evapora ad una temperatura più bassa dell’acqua), in modo da aumentare la concentrazione dell’alcol.
Le bevande distillate si distinguono in:

  • acquaviti o superalcolici: ottenute dalla distillazione di bevande fermentate (ad es. il brandy dal vino, il calvados dal sidro) o di altri prodotti che hanno comunque già subito un processo di fermentazione (dalle vinacce la grappa, dai cereali il gin, il whisky e la vodka, dalla melassa il rhum); hanno una alta gradazione alcolica (dai 40° ai 50°);
  • liquori o digestivi: ottenuti da miscugli di alcol, più o meno diluito, con essenze o estratti di piante aromatiche con aggiunta di dolcificanti (gradazione dai 15° ai 60°).
BEVANDA BIRRA VINO APERITIVO SUPER
ALCOLICO
QUANTITA’ MEDIA 330 ml 125 ml 80 ml 40 ml
GRADAZIONE 4,5° 12° 18° 36°
CONTENUTO ALCOLICO 12 GRAMMI di ALCOL = UNITA’ ALCOLICA

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Tutte le bugie ed i falsi miti su alcol ed alcolismo

MEDICINA ONLINE ALCOL ALCOOL ALCOLICI BIRRA VINO VODKA ETILICO METABOLISMO ETANOLO DROGA DIPENDENZA ALCOLISTA BERE TOSSICODIPENDENZA AIUTO ANONIMI SUPERALCOLICI RUM COCKTAIL CONSIGLI MARITO FEGATO CIRROSI EPATICA.jpgL’alcol etilico, anche chiamato “etanolo”, è una sostanza liquida estranea all’organismo, non essenziale, è tossica per le cellule ed è un potente agente tumorale. L’alcol etilico, oltre all’acqua, è il principale componente delle bevande alcoliche; queste ultime contengono altri principi nutritivi (vitamine, sali minerali, proteine, zuccheri) ma sono presenti solo in minime tracce, per questa ragione le bevande alcoliche non possono essere considerate un alimento infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica l’alcol fra le droghe. Su internet girano molti luoghi comuni e falsi miti legati agli alcolici: facciamo un po’ di chiarezza.

L’alcol dà forza
In realtà, essendo un sedativo, fa avvertire meno il senso di fatica e abbassa la soglia del dolore, per cui la persona è portata a sopravvalutare le proprie forze esponendosi a gravi rischi. Inoltre le calorie dell’alcol sono poco efficienti per il lavoro muscolare, per cui le prestazioni calano.

L’alcol dà sicurezza
Non dà ne sicurezza ne coraggio, può solo farvi artificialmente dimenticare la timidezza per un breve periodo di tempo, ma aggravando il problema. Sembra infatti che le persone timide siano più esposte al rischio di sviluppare una dipendenza alcolica.

L’alcol rende più disinvolti e facilita i rapporti con gli altri
Inizialmente, l’azione euforizzante e disinibente dell’alcol eccita e sembra favorire le relazioni interpersonali anche nelle persone più timide. Ma, a lungo andare, l’alcol può peggiorare i sintomi dell’ansia e della depressione, compromettendo le relazioni sociali. Inoltre l’alcol altera il comportamento, ci rende più suscettibili ed irritabili, riduce le capacità di giudizio e di critica, quindi meno disposti ad accettare osservazioni e a confrontarci con gli altri, favorendo situazioni di scontro e di conflitto sia con i colleghi che con i superiori.

L’alcol toglie la sete
L’alcol non toglie la sete. È infatti un diuretico, e come tale fa perder acqua al nostro organismo aumentando la sete.

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L’alcol riscalda
È opinione diffusa che l’alcol riscaldi. L’alcol dà sì sensazione di calore, ma è solo una sensazione di calore temporanea. Esso infatti è un vasodilatatore periferico, e in quanto tale, fa aumentare la quantità di sangue che circola sotto la pelle del corpo producendo una sensazione di calore. A causa di questa vasodilatazione il calore interno del corpo viene disperso in esterno e la temperatura interna scende. Quando l’effetto della vasodilatazione viene meno, se si è bevuto molto e se la temperatura ambiente è rigida, si avvertono intensi e improvvisi brividi di freddo.

L’alcol fa digerire
L’effetto depressivo dell’alcol si esercita anche sui meccanismi che regolano lo svuotamento dello stomaco, rallentando la digestione. Ciò può indurre maggiore sonnolenza dopo i pasti diminuendo i livelli di attenzione e vigilanza. Inoltre l’alcol esercita una azione lesiva diretta sulle pareti dello stomaco e dell’intestino, provocando infiammazioni acute o croniche (ad es. gastriti).

L’alcol aiuta a riprendersi dopo un malore
Se il malore è legato ad un calo di pressione, l’alcol può peggiorare la situazione in quanto l’effetto di vasodilatazione determina un diminuito afflusso di sangue agli organi interni, soprattutto al cervello.

Rimedi contro l’ubriacatura
Un caffè non è sufficiente a far tornare sobria una persona ubriaca, neanche l’esercizio fisico, una doccia fredda o due passi all’aria fresca. L’unico rimedio è attendere, almeno 2 o 3 ore, che il corpo metabolizzi e smaltisca l’alcol in eccesso.

Alcol e globuli rossi (anemia)
Non è vero che l’alcol combatte l’anemia, perché non aumenta il numero di globuli rossi. Anzi, l’alcol può provocare l’anemia, per carenza di vitamina B12 e acidi folici dovuta alla scarsa alimentazione. La falsa credenza probabilmente nasce dal fatto che la vasodilatazione periferica provoca un arrossamento del viso, cosicché la persona anemica, normalmente pallida e emaciata, sembra riprendere colore e quindi stare meglio. In realtà il numero di globuli rossi non è cambiato.

L’alcol aumenta i riflessi
Essendo un depressore del Sistema Nervoso, rallenta la velocità di elaborazione delle informazioni sensoriali e la trasmissione nervosa, per cui il soggetto reagisce più lentamente agli stimoli: i riflessi sono quindi rallentati.

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Quando passa la voglia di fumare?

MEDICINA ONLINE FUMO FUMARE SIGARETTE SMETTERE MARIJUANA DROGA DHT DIPENDENZA MALE TUMORE CANCRO POLMONI TOSSICODIPENDENZA NICOTINA CANCEROGENO GRASSO METABOLISMO DIMAGRIRE INGRASSAREAvete smesso di fumare da poche ore e già vi chiedete quando la voglia di sigaretta vi passerà del tutto? Oppure avete smesso da un mese ma vi fate la stessa domanda da 30 giorni? Da ex fumatore vi capisco benissimo. Subito dopo aver smesso di fumare, mi veniva voglia di fumare mediamente una volta ogni 5 minuti!
La risposta che si da sempre alla domanda del titolo è “circa 2 settimane“. Si dice “lasciate passare 2 settimane e la voglia di fumare diminuisce”. In effetti è generalmente così, ma ve lo dico subito: questo limite temporale non è un dato assoluto, quindi non aspettatevi che il quindicesimo giorno dopo aver smesso di fumare vi sveglierete senza più avere voglia di accendervi una sigaretta. La verità è che purtroppo non c’è una risposta netta alla vostra domanda: se siete stati fumatori per poco tempo e fumavate poche sigarette al giorno potreste avere sintomi forti dell’astinenza effettivamente per un paio di settimane, ma se siete stati forti fumatori per molti anni, i sintomi forti dell’astinenza potrebbero durare varie settimane o addirittura vari mesi. La nicotina è una droga e quando il cervello l’ha assunta per tanto tempo, continua a desiderarla a lungo, molto a lungo.

Solo brutte notizie?

No: una cosa positiva certa è che, a prescindere da tutto, i sintomi dell’astinenza da nicotina tendono a diminuire nel tempo ed essere meno fastidiosi. Voglio però chiudere con un avviso: una sottile voglia di fumare probabilmente vi resterà per sempre, su questo bisogna mettersi l’anima in pace e non illudersi. Io ho smesso da 5 anni e quando vedo gli altri fumare, per un millisecondo la voglia ritorna. Conosco persone che hanno smesso da 30 anni ed ancora oggi fumerebbero volentieri una sigaretta, anche se ciò ovviamente non è valido per tutti e magari a voi delle sigarette – tra poche settimane -non importerà più nulla del tutto. L’importante è che, una volta smesso di fumare, anche a distanza di anni, non facciate l’errore di sentirvi del tutto “fuori pericolo” e di potervi accendere “una sola sigaretta”: basta infatti solo qualche tiro, per ritornare nel circolo vizioso della sigaretta.

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Perché mi viene sempre voglia di fumare una sigaretta?

MEDICINA ONLINE FUMARE FUMO SIGARETTE NICOTINA DIPENDENZA DROGA TOSSICODIPENDENZA CANCRO TUMORE POLMONI GRASSO SMETTERE INGRASSARE DIMAGRIRE METABOLISMO CENERE MOZZICONE GIOVANI TABACCOPerché ti viene voglia di fumare? Perché ti viene così spesso? Perché quando ti viene la voglia di fumare è così difficile per te evitare di accenderti un sigaretta? Perché ti piace? Non esattamente. La risposta è semplice e non ti piacerà: fumi perché sei un tossicodipendente. Potresti dire: “ma io non sono mica un drogato”. Ed invece lo sei: in quanto come fumatore abituale sei dipendente dalla nicotina, esattamente come un eroinomane abituale è dipendente dall’eroina. Per comprendere meglio il meccanismo, dobbiamo partire una molecola presente nel nostro corpo, chiamata dopamina.

Cos’è la dopamina? 
La dopamina è un neurotrasmettitore, cioè una sostanza che veicola le informazioni fra i neuroni attraverso la trasmissione sinaptica. Ha molte funzioni, tra cui importantissima è la sua capacità di agire sul sistema nervoso simpatico causando l’accelerazione del battito cardiaco e l’innalzamento della pressione del sangue.
L’effetto che più ci interessa per capire il legame tra sigaretta, nicotina, dopamina e dipendenza, è quello legato alla “ricompensa“. Stimoli piacevoli fisiologici come il fare l’amore, il mangiare, il bere o stimoli piacevoli artificiali come l’assunzione di sostanze stupefacenti come appunto l’eroina iniettata o la nicotina delle sigarette, stimolano il rilascio di dopamina nel nucleus accumbens che è un sistema di neuroni situato nella porzione ventrale dello striato, una parte del nostro cervello. In pratica, quando il nostro corpo è sottoposto ad uno stimolo che lui considera piacevole, rilascia dopamina come ricompensa, e la dopamina ci regala piacere.

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La voglia di fumare è causata dall’astinenza da nicotina
Fumare una sigaretta provoca, grazie alla nicotina immessa nel sangue, un picco di dopamina che determina una sensazione di piacere, che tende a persistere finché i livelli di nicotina sono abbastanza elevati nel sangue. Tali livelli però, decrescono abbastanza rapidamente. Il fumatore medio, circa 30/45 minuti dopo aver spento l’ultima sigaretta, comincerà ad avere nel suo sangue troppo poca nicotina ed i suoi livelli di dopamina saranno bassi: ciò determina in lui i sintomi dell’astinenza, cioè quella che lui crede che sia voglia di fumare. Il fumatore abituale si dovrà accendere una sigaretta proprio perché i livelli di nicotina nel suo sangue sono calati oltre il livello che innesca i sintomi di astinenza e determina quindi la voglia impellente di assumere nuova nicotina con una nuova sigaretta. Se il fumatore non può accendersi la sigaretta, i sintomi dell’astinenza diventeranno sempre più fastidiosi e ciò determina un aumento della voglia di fumare. Quando siamo stressati, i normali sintomi di stress si associano ai sintomi dell’astinenza, peggiorandoli, e questo è il motivo per cui quando siamo stressati dobbiamo fumare di più rispetto al solito.

Il fumatore è un tossicodipendente

Il fumo di sigaretta non è un vizio, come molti credono, ma una vera tossicodipendenza. Il fumatore è – dal punto di vista fisiologico e farmacologico – come un eroinomane. Al netto della modalità di assunzione (via aerea/endovenosa), dei sintomi legati all’astinenza (più lievi riguardo al tabagismo) e della legge (legale/illegale), quello che cambia è solamente la sostanza (nicotina al posto di eroina) ed il fatto che fumare sia moralmente e socialmente accettato mentre farsi di eroina no. Perfino i danni fisici, nonostante siano apparentemente più evidenti e marcati nell’eroinomane, non sono poi così distanti causando – la nicotina – cancro, ictus, infarti, malattie polmonari e la perdita di dieci anni di vita rispetto ad un non fumatore. Anzi, addirittura è stato dimostrato che la nicotina crea dipendenza più velocemente rispetto all’eroina! RICORDATE SEMPRE: la voglia di fumare è nient’altro che il sintomo dell’astinenza causato dalla diminuzione della nicotina nel sangue assunta con la precedente sigaretta, in un circolo vizioso che dura tutta la vita, se non lo interrompete. Il “piacere” del fumo non è altro che la cessazione dei sintomi di astinenza procurati dalla sigaretta fumata mezz’ora prima. Fumare è come indossare delle scarpe troppo strette per poi avere piacere nel toglierle! Capire il meccanismo del circolo vizioso della nicotina è il primo passo necessario per interromperlo e smettere per sempre di fumare.

I migliori prodotti per il fumatore che vuole smettere di fumare

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Smettere di fumare: primi giorni, i giorni più critici

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“per quanto tempo avrò i sintomi dell’astinenza?”

Se siete stati fumatori per poco tempo e fumavate poche sigarette al giorno potreste avere sintomi forti dell’astinenza effettivamente per un paio di settimane, ma se siete stati forti fumatori per molti anni, i sintomi forti dell’astinenza potrebbero durare varie settimane o addirittura vari mesi. La nicotina è una droga e quando il cervello l’ha assunta per tanto tempo, continua a desiderarla a lungo.

Solo brutte notizie?

No: una cosa positiva certa è che, a prescindere da tutto, i sintomi dell’astinenza da nicotina tendono a diminuire nel tempo ed essere meno fastidiosi. Voglio però chiudere con un avviso: una sottile voglia di fumare vi resterà per sempre, su questo bisogna mettersi l’anima in pace. Io ho smesso da 5 anni e quando vedo gli altri fumare, per un millisecondo la voglia ritorna, specie quando mi sento nervoso per qualche motivo. Come tutte le droghe, la nicotina è un nemico silenzioso che pazientemente aspetta i momenti più stressanti della nostra vita per tornarci prepotentemente in mente. Conosco persone che hanno smesso da 30 anni ed ancora oggi fumerebbero volentieri una sigaretta, anche se ciò ovviamente non è valido per tutti. L’importante è che, una volta smesso di fumare, anche a distanza di anni non facciate l’errore di sentirvi del tutto “fuori pericolo” e di potervi accendere “una sola sigaretta”: basta infatti solo qualche tiro, per ritornare nel circolo vizioso della sigaretta.

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Dipendenza da gioco d’azzardo: cosa fare per smettere di scommettere e di giocare

MEDICINA ONLINE JACKPOT SCOMMESSE GAMBLE GAMBLER GAMING GAME CAVALLI SOCCER HORSE CASINO CARTE POKER SOLDI PERSI LOST SLOT MACHINE LAS VEGAS BELLAGIO.jpgIl gioco d’azzardo, che riguardi il calcio, i cavalli, il poker, le slot machine o qualsiasi altro sistema di scommesse online o dal vivo, a dispetto del nome, non è quasi mai né un gioco, né un vizio, bensì una vera e propria tossicodipendenza dalla dopamina, sostanza che il nostro corpo produce in molte situazioni, tra cui quella del “brivido del gioco” (a tal proposito, leggi anche: Quali sono le funzioni della Dopammina?). Sia chiaro: giocare d’azzardo “ogni tanto” non rappresenta un problema, tuttavia questo articolo si riferisce a quello che nel DSM-5 (la quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) viene descritto come disturbo da gioco d’azzardo (da cui l’acronimo DGA), inserito nel capitolo sui disturbi correlati a sostanze e da addiction. Il DGA è stato definito “dipendenza senza sostanza“ perché, esattamente come un tossicodipendente dipende da una data sostanza, nel disturbo da gioco d’azzardo il giocatore è dipendente da un comportamento.

Sono un giocatore d’azzardo patologico o no?

Per capire se siete o non siete dipendenti dal gioco d’azzardo, vi invitiamo a leggere i seguenti nove punti: se vi ritrovate in almeno quattro tra i seguenti nove sintomi, allora probabilmente siete affetti da disturbo da gioco d’azzardo (anche se ovviamente la valutazione dovrà essere effettuata da un medico).

  1. ho preoccupazione per il gioco d’azzardo (pensieri persistenti sul gioco). Il giocatore è assorbito dal gioco durante tutta la sua giornata, anche quando non gioca. Per esempio è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a pianificare la prossima impresa di gioco, a trovare nuove tecniche e sistemi per aumentare le possibilità di vincita e ad escogitare modi per procurarsi denaro per giocare;
  2. ho necessità di giocare sempre più soldi per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato (tolleranza). Esattamente come un tossicodipendente ha bisogno di dosi di sostanza sempre crescenti per provare il piacere che aveva con le prime dosi, allo stesso modo un giocatore patologico ha bisogno di aumentare i soldi giocati per avere lo stesso “brivido” che provava con le prime giocate;
  3. ho praticato vari tentativi di ridurre il gioco o di smettere, senza riuscirci. Il giocatore patologico, negli attimi di lucidità, si rende conto di avere un problema e tenta di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo, tuttavia o non ci riesce affatto, oppure ha successo ma dopo breve tempo ha una ricaduta e torna a scommettere;
  4. ho irrequietezza e/o irritabilità quando non è possibile giocare d’azzardo. Nei momenti in cui per qualche motivo non può giocare (ad esempio se è a lavoro oppure se non ha soldi per giocare o ancora se sta provando a smettere), il giocatore si sente nervoso e nulla può farlo tornare tranquillo se non il tornare a giocare;
  5. gioco d’azzardo per evitare il malumore e non affrontare i problemi. Il giocatore d’azzardo patologico gioca per sfuggire ai propri problemi (ad esempio licenziamento, lutto, litigi con il proprio partner) o per alleviare un umore disforico (ad esempio tristezza, senso di impotenza, senso di colpa, ansia, depressione);
  6. ritorno spesso a giocare nel tentativo di rivincere il danaro precedentemente perso. Nella maggioranza dei casi tutti i giocatori d’azzardo patologici tendono a perdere somme di denaro via via maggiori e ciò li porterà a tornare a giocare sempre più soldi nel tentativo di “rifarsi delle perdite”. Ovviamente questo comportamento è un vero e proprio circolo vizioso che può portare il giocatore alla bancarotta;
  7. mento agli altri circa l’entità del problema. Tipicamente il giocatore dice bugie o minimizza l’entità del proprio problema con le altre persone, tra cui famigliari, amici e perfino terapeuti e medici. Ad esempio può riferire di giocare 10 minuti al giorno mentre in realtà passa varie ore nel gioco, oppure di spendere pochi euro al giorno mentre in realtà ne brucia centinaia;
  8. ho perso una relazione o un’opportunità significativa a causa del gioco d’azzardo. Il giocatore patologico può ad esempio aver divorziato, o perso il lavoro, o perso opportunità scolastiche o di carriera a causa del gioco d’azzardo;
  9. altre persone hanno dovuto farsi carico dei miei problemi finanziari conseguenti al gioco d’azzardo (operazione di salvataggio). Capita spesso che il giocatore arrivi a spendere non solo i propri soldi, ma anche a contrarre pesanti debiti o vendere oggetti importanti (ad esempio automobile o casa). In questi casi altre persone (famigliari, amici…) devono farsi carico di questi problemi, ad esempio con prestiti.

Un circolo vizioso

Se sei qui è perché probabilmente sei un giocatore “problematico” (o lo è un tuo caro) e non riesci a mantenere lucidità e consapevolezza nel momento di puntare. Devi sapere che, anche se sei sicuro del contrario, non lo fai per divertimento e neanche per noia, ma lo fai per avere la tua dose di dopamina ed avere quelle emozioni tra la tua puntata e l’esito del tuo azzardo che ti hanno portato in un circolo vizioso che in realtà è una malattia, una “dipendenza comportamentale”. Questo circolo vizioso non si fermerà mai da solo, perché si autoalimenta, almeno finché ci sono soldi da giocare:

  • finché vinci, non riesci a smettere perché credi che sia il “momento buono” quindi continui a giocare;
  • quando inizi a perdere, giochi sempre di più per recuperare le perdite;
  • quando sei in un periodo in cui sei “in pari”, continui a giocare aspettando la “grossa vincita” che aspetti da tempo.

Tutte queste situazioni – se non controllate, e quasi mai lo sono – portano, statisticamente, quasi sempre, a perdere tutto, momento in cui se va bene si smette di giocare (ma la famiglia è sul lastrico) e se va male si cercano soldi da strozzini o rubando.

Voglia di vincere o paura di perdere?

In tutte le situazioni prima elencate, la voglia di giocare dipende non dalla volontà di vincere soldi (come pensa il giocatore), bensì dalla volontà di provare di nuovo “il brivido” della scommessa, che è essenzialmente alimentato non dalla speranza di vincere, bensì dalla paura di perdere. Un giocatore che si ritrovasse in un casinò dove vince sempre sarebbe inizialmente contento, per poi annoiarsi, in assenza di quel “brivido”, che è correlato ad alti picchi di adrenalina e dopamina: il giocatore si sente vivo e prova piacere finché rischia di perdere, ma senza la paura di perdere si annoierebbe velocemente. Il gioco smette di essere quindi un modo di divertirsi, ma diventa un mezzo per raggiungere la propria dose giornaliera di dopamina, come lo è una dose di eroina per un eroinomane.

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Il circolo vizioso si può spezzare?

E’ dura, ma si può! Vediamo oggi alcuni consigli per spezzare il circolo vizioso della dipendenza da gioco d’azzardo compulsivo e patologico. Ti anticipo che – soprattutto se sei un giocatore accanito da molto tempo – questo non sarà un processo semplice e senza possibili ricadute, ma già il fatto che sei qui oggi significa che hai ammesso di avere un problema di gioco eccessivo, quindi – ti assicuro – sei già un passo avanti! Cominciamo:

1) Prendi un foglio e scrivi i motivi per cui vuoi smettere di giocare. Ecco qui qualche esempio in cui forse ti ritroverai:

  • Perché vuoi smettere di perdere soldi inutilmente.
  • Perché vuoi smettere di chiedere prestiti a genitori, amici, strozzini e banche per continuare a giocare.
  • Perché vuoi ricominciare ad avere relazioni sane con i tuoi amici, con la tua compagna e con la tua famiglia, anziché passare la giornata nelle bische o davanti ad un pc.
  • Perché vuoi essere in grado di vivere il presente piuttosto che stare di fronte allo schermo del tuo computer.
  • Perché non vuoi essere uno schiavo delle tue dipendenze.
  • Perché stai perdendo il sonno, dimenticando di mangiare e ti senti sempre stanco e nervoso a causa del tuo problema.
  • Perché senti di aver perso il rispetto per te stesso, la tua dignità e “il controllo sulla tua vita”.
  • Perché scommettere sta cominciando a compromettere la tua vita (famiglia, lavoro, salute…).
  • Perché vuoi tornare a provare piacere con le vere piccole gioie della vita, e non con il brivido della scommessa.
  • Perché l’energia che usi per scommettere, la vuoi invece usare per fare un lavoro normale.
  • Perché scommettere in modo compulsivo alla lunga può danneggiare il tuo cervello.

2) Rendi difficile l’accesso ai siti di scommesse. Molte persone passano la maggior parte delle loro giornate davanti a un computer per motivi di studio o di lavoro, quindi la tentazione di fare una capatina in qualche sito di scommesse è alta. Esistono però modi per rendere più complicato l’accesso ad essi.

  • Se il tuo lavoro lo concede, evita di navigare in internet il più possibile.
  • Esistono dei software che impediscono l’accesso ai siti di scommesse.
  • Se puoi, disattiva la connessione a internet quando non ti serve. Crea un rituale elaborato che ti renda più difficile riattivarlo. Scegli una password lunga e complessa.
  • Fai in modo di non ritrovarti mai con un computer (o un tablet/pc) da solo.
  • Metti delle foto della tua famiglia sulla scrivania dove tieni il computer. Delle foto sorridenti delle persone che ami, magari di tuo fratello da piccolo, potrebbero aiutarti a non tenere atteggiamenti che non approverebbero.
  • Per lo stesso motivo usa foto della tua famiglia come sfondo del tuo desktop, tablet e smartphone.
  • Pianifica l’uso del tuo pc: lo potrai accendere solo in alcuni orari e lo dovrai tenere spento il resto del tempo.

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3) Non smettere di scommettere del tutto. Anche se il metodo migliore per disintossicarti è quello di smettere del tutto nello stesso momento, per alcuni è davvero difficile smettere del tutto dall’oggi al domani, in questo caso potrebbe essere utile un periodo di diminuzione graduale:

  • Impegnati per limitare ogni giorno di più la quantità di tempo che passi a scommettere e di soldi: datti dei limiti temporali ed economici.
  • Limita il numero di volte al giorno in cui scommetti.
  • Limita la quantità di soldi che scommetti abitualmente.

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4) Ricompensati per il tuo buon comportamento. Pianifica dei premi per ogni successo raggiunto, ad esempio se riesci a stare un giorno senza scommettere, mangia il tuo dolce preferito o fatti un piccolo regalo, come un paio di scarpe che volevi a tutti i costi. Evita solo di “mettere in palio” una “giocata”: ciò tende a mitizzare ancor di più un comportamento che invece devi imparare a dimenticare.

5) Mantieniti impegnato. La tua dipendenza dalle scommesse può essere nata perché ti sentivi solo, annoiato e non riuscivi a pensare a niente di meglio da fare. Adesso è il momento di prendere la vita nelle tue mani creando una routine significativa che ridurrà al minimo il tempo a tua disposizione per giocare. Ecco come:

  • Allenati. Inizia ad amare la corsa, l’escursionismo o gli sport di squadra. Fare attività fisica ti terrà lontano dal computer e dalle sale scommesse e ti farà bene alla salute.
  • Fai esercizio ogni pomeriggio, così di sera sarai stanco e preferirai andare a dormire, piuttosto che a giocare alle slot.
  • Sviluppa degli hobby che ti tengano lontano dalle scommesse. Dipingi all’aperto, segui un corso di fotografia, ascolta musica, o passa del tempo a leggere nel parco. Fai tutto quello che puoi per allontanarti dal computer.

6) Capisci i motivi alla base. La dipendenza dal gioco d’azzardo spesso è il sintomi di un disturbo d’ansia che non deve essere sottovalutato. Spesso il desiderio di scommettere interviene in un momento in cui ci si sente tristi ed il brivido del gioco è un modo per evitare di pensare ai motivi per cui ci si sente così. Chiediti quali sono questi motivi, anche grazie all’aiuto di un medico e di uno psicoterapeuta.

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7) Sviluppa una relazione importante. Passare del tempo con amici intimi o un partner ti farà sentire più sicuro di te e ti terrà lontano dal gioco d’azzardo.

8) Determina piccole mete personali graduali. A esempio comincia cercando di non scommettere per un giorno, poi per tre giorni consecutivi.

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9) Parlane con un amico o col partner. Anche se i tuoi amici non saranno in grado di aiutarti a trovare un modo di uscirne, parlarne semplicemente con qualcuno ti farà sentire meno solo, anche perché probabilmente – vista la diffusione del fenomeno –  forse anche lui potrebbe avere lo stesso problema, ed uscirne in due è più facili che da soli.

10) Cancella tutti i conti che hai. Elimina tutti i conti che hai presso siti di scommesse e sale di scommesse.

11) Cerca informazioni e parlane col medico e con lo psicoterapeuta. Se hai cercato di smettere di scommettere da solo e non sei stato in grado di farlo, potresti aver bisogno di chiedere aiuto.

  • Trova aiuto su internet. Cerca l’argomento e leggi i consigli delle altre persone che soffrono di problemi simili su forum autorevoli. Tuttavia, se passare tempo su internet scatena la tua dipendenza, riduci al minimo il tempo che passi online o fallo con un amico.
  • Parlane col medico e lo psicoterapeuta. Potranno consigliarti le giuste terapie, come quella farmacologica e quella cognitivo-comportamentale.

Se credi di avere un problema di dipendenza da gioco d’azzardo, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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