Asma occupazionale: cause, sintomi, diagnosi e terapie

MEDICINA ONLINE MALATTIE RESPIRATORIE OCCUPAZIONALI SILICOSI EFFETTI AGENTE INALATO POLVERI PM10 PM 2.5 PROPRIETA CHIMICHE FISICHE SEDE DEPOSIZIONE LEGALE LAVORO PROFESSIONE AMBIENTE SMOG LEGGE TUTELA LAVORATORE INDUSTRIACon “asma occupazionale” si intende una patologia caratterizzata da ostruzione delle vie aeree diffusa, intermittente e reversibile, causata da Continua a leggere

Atelettasia: significato, polmonare, cause, sintomi, cura, riabilitazione

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIONI LOBI ANATOMIA FUNZIONICon “atelectasia” in medicina si intende per definizione la mancata distensione di un organo. L’atelettasia polmonare, in particolare, corrisponde al collasso totale o parziale di uno o più lobi del polmone, causato dallo Continua a leggere

Doccia nasale rinowash: cos’è, quando si usa e come si usa

MEDICINA ONLINE DOCCIA NASALE RINOWASH EROSOL AEROSOLTERAPIA ASMA RINITE NASO BOCCA FARMACO ACQUA DISPOSITIVO MIGLIORE ADULTI BAMBINI FARMACIA RAFFREDDORE FEBBRE INFLUENZA NEONATI POLMON

La doccia nasale o “rinowash” è un tecnica che permette, tramite un apposito dispositivo, di attuare l’irrigazione nasale, cioè eseguire il lavaggio fisiologico e/o il lavaggio medicato delle cavità nasali, muco e microrganismi come i batteri. La doccia nasale produce un getto di Continua a leggere

Differenza tra rinowash e aerosol

MEDICINA ONLINE AEROSOL AEROSOLTERAPIA ASMA RINITE NASO BOCCA FARMACO ACQUA DISPOSITIVO MIGLIORE ADULTI BAMBINI FARMACIA RAFFREDDORE FEBBRE INFLUENZA NEONATI POLMONITE MUCO CATARRO MUCOLITICO BRONCHI CORTISONE ALLERGIAAerosol

Con “aerosolterapia“, chiamata comunemente “aerosol“, si indica una tecnica di somministrazione di farmaci, usata per la cura o la prevenzione di malattie da raffreddamento, infiammazioni ed infezioni delle vie aeree. L’aerosolterapia necessita di un dispositivo specifico che riduca le sostanze terapeutiche (cortisonici, mucolitici, antinfiammatori…) in Continua a leggere

Aerosol per raffreddore in adulti e bambini: come si usa, apparecchi, vantaggi

MEDICINA ONLINE AEROSOL AEROSOLTERAPIA ASMA RINITE NASO BOCCA FARMACO ACQUA DISPOSITIVO MIGLIORE ADULTI BAMBINI FARMACIA RAFFREDDORE FEBBRE INFLUENZA NEONATI POLMONITE MUCO CATARRO MUCOLITICO BRONCHI CORTISONE ALLERGIA.jpgCon “aerosolterapia“, chiamata comunemente “aerosol“, si indica una tecnica di somministrazione dei farmaci, usata per la cura o la prevenzione di malattie da raffreddamento, infiammazioni ed infezioni delle vie aeree. L’aerosolterapia necessita di un dispositivo specifico che riduca le sostanze terapeutiche in Continua a leggere

Differenza tra bronchite e asma

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIO LOBI ANATOMIA VERSAMENTOI sintomi che presenta il paziente con asma bronchiale persistente di grado severo sono molto simili a quelli di un paziente con bronchite cronica, per cui la distinzione tra le due malattie alcune non è sempre facile, anche perché sono entrambe malattie infiammatorie croniche delle vie aeree che provocano difficoltà respiratorie.

Bronchite cronica

  • insorgenza nelle età medie della vita;
  • sintomi lentamente progressivi;
  • storia di abitudine al fumo;
  • dispnea (mancanza di respiro) da sforzo;
  • limitazione al flusso nelle vie aeree scarsamente reversibile o irreversibile;
  • impatto economico sul PIL italiano: circa 9 miliardi di euro;
  • in Italia è la causa del 50% circa delle morti per malattie respiratorie, la mortalità è quasi 3 volte maggiore nel sesso maschile. Il Global Burden of Disease Study prevede che nel 2030 la BPCO diverrà la terza causa di morte a livello mondiale.

Asma bronchiale

  • insorgenza nelle prime età della vita (spesso nell’infanzia);
  • sintomi variabili di giorno in giorno, prevalenti di notte o nel primo mattino;
  • presenza di allergia, rinite e/o eczema, predisposizione familiare;
  • crisi dispnoiche (di mancanza di respiro) acute;
  • limitazione al flusso nelle vie aeree ampiamente reversibile;
  • impatto economico sul PIL italiano: circa 5 miliardi di euro;
  • mortalità non elevata, diffusa ugualmente in entrambi i sessi ed in riduzione negli ultimi decenni.

Per approfondire:

Quali sono i principali sintomi dell’asma?

Nei pazienti con asma bronchiale i sintomi insorgono fin dall’età più giovanile, i pazienti hanno spesso una condizione di “atopia” (facilità a produrre anticorpi IgE cioè allergia) ed una familiarità per asma. I sintomi dell’asma variano da persona a persona e, nella stessa persona, possono variare di giorno in giorno e anche nella stessa giornata e si presentano soprattutto durante il periodo notturno o nelle prime ore del mattino.
Spesso coesiste una condizione di iperreattività bronchiale, anche se essa non è del tutto specifica, in quanto può essere presente, seppure meno frequentemente, anche nella bronchite cronica ed in altre condizioni morbose respiratorie. In genere, le crisi del respiro insorgono in modo improvviso, al contrario di quello che avviene nella BPCO. La reversibilità completa o quasi completa dell’ostruzione bronchiale (cioè l’aumento significativo del valore di FEV1 > del 12% e > 200 ml rispetto al valore di base) dopo somministrazione di broncodilatatori a rapida azione depone in favore di una diagnosi di asma bronchiale.

Diagnosi di bronchite cronica ed asma

La diagnosi di bronchite cronica ed asma, include diversi tipi di esami:

  • Esami del sangue, per la conta leucocitaria e per la ricerca di stati infettivi;
  • Esami di coltura sull’espettorato, per determinare la presenza di batteri nel muco ed escludere altre infezioni;
  • Radiografia del torace (Rx Torace), per valutare la presenza di segni di infezioni più estese (polmonite);
  • TAC, nei casi in cui sia necessario individuare eventuali anomalie dei polmoni e delle vie aeree in generale;
  • Spirometria, per misurare la quantità di aria che si immette nei polmoni;
  • Test di provocazione bronchiale, per la misura dell’ossido nitrico presente nell’aria emessa (espirata) che indica il livello di infiammazione.

Livelli di gravità dell’asma bronchiale

La gravità dell’asma viene inquadrata in vari “step”:

  • step 1 (intermittente);
  • step 2 (lieve persistente);
  • step 3 (moderato persistente);
  • step 4 (grave persistente).

Spirometria nell’asma bronchiale

  • reversibilità dell’ostruzione (>VEMS 12% o 200 ml basale);
  • test di bronco-provocazione positivo (Metacolina – PC20; PD20; < VEMS 20% basale);
  • generalmente la capacità di diffusione del CO (DLCO) è normale.

Leggi anche:

Quali sono i principali sintomi della bronchite cronica?

La bronchite cronica ha una insorgenza più tardiva, nelle età medie della vita, con sintomi lentamente progressivi riferiti da pazienti che normalmente sono o sono stati fumatori. L’ostruzione, il rimodellamento delle vie aeree periferiche e l’enfisema, caratteristici della bronchite cronica, sono dovuti a un’abnorme risposta infiammatoria delle vie aeree del parenchima polmonare e alla sistemica inalazione del fumo di sigaretta o di altri fattori irritanti, come polveri, gas, vapori e infezioni ricorrenti.
Una caratteristica abbastanza tipica di questi malati è dapprima la tosse cronica produttiva, poi un aumento progressivo della difficoltà di respiro, prima in occasione di sforzi più o meno intensi e, quindi, nelle fasi più avanzate della malattia, anche a riposo. In genere, le crisi del respiro non insorgono in modo improvviso come in chi ha l’asma. La bronchite cronica, se non adeguatamente trattata ha, sempre, un decorso peggiorativo, cosa che non accade di regola con l’asma, in particolare se seguita e trattata in maniera opportuna. Nella maggioranza dei casi di bronchite cronica la spirometria indica un’ostruzione bronchiale irreversibile o scarsamente reversibile (il valore del FEV1, dopo somministrazione di broncodilatatore a rapida azione, non si modifica o aumenta in misura non significativa).

Spirometria nella bronchite cronica

  • FEV1e FEV1/FVC (<70% dopobroncodilatatore);
  • ostruzione non reversibile dopo somministrazione di broncodilatatore (salbutamolo);
  • volumi polmonari: aumento del VR, CFR e TLC ( intrappolamento gassoso alveolare e iperdistensione polmonare;
  • DLCO è ridotta.

Terapia nell’asma bronchiale

Non esistono cure capaci di guarire definitivamente l’asma, ma è possibile gestire i sintomi garantendo a chi ne soffre una vita del tutto normale. Il trattamento più efficace per l’asma può essere determinato dopo aver identificato i fattori scatenanti, come il fumo di sigaretta, la presenza di animali domestici o l’assunzione di particolari sostanze, ed eliminando quindi l’esposizione ad essi. Se ciò non fosse sufficiente, si consiglia l’uso di farmaci selezionati in base alla gravità della malattia e alla frequenza dei sintomi e l’uso di broncodilatatori. Farmaci specifici per l’asma sono classificati in categorie ad azione rapida e prolungata, e sono principalmente corticosteroidi a basso dosaggio per via inalatoria o, in alternativa, si consiglia un antagonista dei leucotrieni orale o uno stabilizzatore dei mastociti.

Trattamento della bronchite cronica

Il trattamento della bronchite cronica è sintomatico e può richiedere l’impiego di agenti terapeutici sia farmacologici che non farmacologici. I tipici approcci non farmacologici per la gestione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), e fra questi la bronchite cronica, possono includere: la riabilitazione polmonare, la chirurgica per la riduzione del volume polmonare, ed il trapianto polmonare. L’infiammazione e l’edema dell’epitelio respiratorio possono essere ridotti con i farmaci corticosteroidi per via inalatoria. Il respiro sibilante e la difficoltà respiratoria possono essere trattate riducendo il broncospasmo (cioè lo spasmo, reversibile, che interessa i piccolo bronchi e che è secondario alla costrizione del muscolo liscio). Il broncospasmo viene trattato con broncodilatatori a lunga durata d’azione, per via inalatoria. Questi broncodilatatori sono farmaci agonisti del recettore β2-adrenergico (ad esempio il salmeterolo) oppure farmaci ad azione anticolinergica, assunti sempre per via inalatoria, quali l’ipratropio bromuro od il tiotropio bromuro. I farmaci mucolitici (conosciuti anche come espettoranti) possono avere un piccolo effetto terapeutico sulla riacutizzazione della bronchite cronica. L’ossigenoterapia è utilizzata per trattare l’ipossiemia (una situazione caratterizzata da una bassa ossigenazione del sangue) e ha dimostrato di ridurre la mortalità nei pazienti affetti da bronchite cronica. Si deve tenere presente che l’ossigenoterapia (supplementi di ossigeno per un certo numero di ore nel corso della giornata) può portare alla riduzione dello stimolo respiratorio, con conseguente aumento dei livelli ematici di anidride carbonica (ipercapnia) e acidosi respiratoria secondaria.

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Differenza tra bronchite, bronchite asmatica e asma bronchiale

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIONI LOBI ANATOMIA FUNZIONISpesso in medicina i termini “asma”, “asma bronchiale”, “bronchite” e “bronchite asmatica” vengono usati per indicare un’infiammazione dei bronchi che genera la stessa sintomatologia – respiro sibilante e fatica a respirare – e difatti la terapia è la medesima perché, appunto, in entrambi i casi si ha un’infiammazione dei bronchi. In realtà c’è differenza tra le varie patologie: facciamo chiarezza.

Con “asma bronchiale” (comunemente chiamata anche solo “asma”) si intende una malattia infiammatoria cronica dei bronchi, le strutture ad albero che conducono l’aria ai polmoni, che si manifesta con crisi di mancanza di respiro, tosse e sibili al torace dovuti a broncocostrizione.

Con bronchite si intende è una patologia caratterizzata dall’infiammazione della mucosa che riveste i bronchi, non necessariamente accompagnata da broncocostrizione (come invece avviene nell’asma). Il suo sintomo più rilevante è la difficoltà respiratoria, che si manifesta con un respiro sibilante, tosse, fiato corto, disturbi del sonno e senso di oppressione al torace. A volte può coesistere un grado variabile di enfisema polmonare, lento processo di degenerazione del tessuto polmonare. La malattia acuta, nel giro di alcuni giorni guarisce, a meno che non sopravvengano complicazioni. In un paziente su due la bronchite cronica conduce a un’insufficienza respiratoria. Il termine di bronchite asmatica, non propriamente corretto, si riferisce a una infiammazione acuta dei bronchi che genera un respiro sibilante dovuto a una ostruzione bronchiale.

Cause di asma e di bronchite

Le cause di asma non sono ancora ben definite, tuttavia è certo che esistono numerosi fattori di rischio che hanno origine genetica e ambientale ed ognuno può contribuire con peso differente nella manifestazione della patologia. I principali sono la predisposizione genetica, allergie, infezioni, dieta, condizioni igieniche, inquinamento dell’aria e attività fisica. L’asma dura per tutta la vita.
La bronchite ha invece cause ben nette e definite. La bronchite acuta è solitamente causata da un’infezione virale, mentre quella cronica è il risultato di un danno alle vie aeree dovuto a fumo di sigaretta, inquinamento e altre condizioni. Mentre la bronchite acuta ha una durata limitata ad alcuni giorni, invece la bronchite cronica è invece caratterizzata e definita tale in presenza di una tosse produttiva che dura più di tre mesi all’anno per almeno due anni in assenza di altre patologie.

Diagnosi differenziale di bronchite ed asma

Essendo i sintomi in parte sovrapponibili, la diagnosi differenziale di bronchite e di asma include diversi tipi di esami di laboratorio e di diagnostica per immagini, tra cui:

  • Esami del sangue, per la conta leucocitaria e per la ricerca di stati infettivi;
  • Esami di coltura sull’espettorato, per determinare la presenza di batteri nel muco ed escludere altre infezioni;
  • Radiografia del torace (Rx Torace), per valutare la presenza di segni di infezioni più estese (polmonite);
  • TAC, nei casi in cui sia necessario individuare eventuali anomalie dei polmoni e delle vie aeree in generale;
  • Spirometria, per misurare la quantità di aria che si immette nei polmoni;
  • Test di provocazione bronchiale, per la misura dell’ossido nitrico presente nell’aria emessa (espirata) che indica il livello di infiammazione.

Leggi anche:

Terapia dell’asma bronchiale

Nella terapia dell’asma bronchiale è necessario un intervento sullo stile di vita e farmacologico. Per prima cosa evitare l’esposizione ai fattori scatenanti è una componente fondamentale per migliorare il controllo dell’asma e prevenire gli attacchi. I fattori scatenanti più comuni includono gli allergeni, il fumo (tabacco e altri), l’inquinamento atmosferico, i beta-bloccanti non selettivi e gli alimenti contenenti solfiti, tuttavia esistono molti altri tipi di fattori scatenanti soggettivi che il paziente con asma, ed i suoi famigliari, deve imparare ad evitare. Nell’asma riveste ovviamente un ruolo importante anche la terapia farmacologica: attualmente si ottengono ottimi risultati facendo assumere al paziente con regolarità dei farmaci in via aerosolica spray o in forma di polvere inalatoria in modo da arginare l’infiammazione cronica per evitare che non degeneri, e arginare il broncospasmo, “allargando” i bronchi quando questi tenderebbero a restringersi. In ogni caso è lo specialista a decidere caso per caso quali farmaci prediligere, mentre l’asmatico deve essere sempre cosciente dei farmaci che assume e, secondo le indicazione del medico, sapere come e quando variarne il dosaggio.

Trattamento della bronchite acuta

Il trattamento della bronchite acuta è principalmente sintomatico. Farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS) possono essere utilizzati per trattare la febbre ed il mal di gola. Si tenga comunque presente che anche senza alcun trattamento, la maggior parte dei casi di bronchite acuta si risolve rapidamente. Nella maggior parte dei casi (90% circa) la bronchite acuta è causata da virus. Per questo motivo un trattamento antibiotico non può essere raccomandato, in quanto inutile ed inefficace (gli antibiotici agiscono solo contro i batteri e quindi sono utili se la bronchite è invece di origine batterica). Inoltre ricorrere ad un trattamento antibiotico nei casi di bronchite ad eziologia virale promuove lo sviluppo di resistenza batterica contro gli antibiotici, il che può paradossalmente risultare pericoloso e, potenzialmente, comportare una maggiore morbilità e mortalità. Tuttavia, anche nel caso si sospetti una bronchite virale, in alcuni casi selezionati gli antibiotici possono trovare comunque indicazione, in genere al fine di evitare l’insorgenza di infezioni batteriche secondarie. L’evidenza suggerisce che il declino della funzione polmonare osservabile nei soggetti affetti da bronchite cronica può essere rallentata con la cessazione del fumo di sigaretta.

Trattamento della bronchite cronica

Il trattamento della bronchite cronica è sintomatico e può richiedere l’impiego di agenti terapeutici sia farmacologici che non farmacologici. I tipici approcci non farmacologici per la gestione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), e fra questi la bronchite cronica, possono includere: la riabilitazione polmonare, la chirurgica per la riduzione del volume polmonare, ed il trapianto polmonare. L’infiammazione e l’edema dell’epitelio respiratorio possono essere ridotti con i farmaci corticosteroidi per via inalatoria. Il respiro sibilante e la difficoltà respiratoria possono essere trattate riducendo il broncospasmo (cioè lo spasmo, reversibile, che interessa i piccolo bronchi e che è secondario alla costrizione del muscolo liscio). Il broncospasmo viene trattato con broncodilatatori a lunga durata d’azione, per via inalatoria. Questi broncodilatatori sono farmaci agonisti del recettore β2-adrenergico (ad esempio il salmeterolo) oppure farmaci ad azione anticolinergica, assunti sempre per via inalatoria, quali l’ipratropio bromuro od il tiotropio bromuro. I farmaci mucolitici (conosciuti anche come espettoranti) possono avere un piccolo effetto terapeutico sulla riacutizzazione della bronchite cronica. L’ossigenoterapia è utilizzata per trattare l’ipossiemia (una situazione caratterizzata da una bassa ossigenazione del sangue) e ha dimostrato di ridurre la mortalità nei pazienti affetti da bronchite cronica. Si deve tenere presente che l’ossigenoterapia (supplementi di ossigeno per un certo numero di ore nel corso della giornata) può portare alla riduzione dello stimolo respiratorio, con conseguente aumento dei livelli ematici di anidride carbonica (ipercapnia) e acidosi respiratoria secondaria.

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Differenza tra BPCO ed asma: terapia e sintomi comuni e diversi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA INSPIRAZIONE ESPIRAZIONE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneI sintomi che presenta il paziente con asma bronchiale persistente di grado severo sono molto simili a quelli di un paziente con BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), per cui la distinzione tra le due malattie alcune non è sempre facile, anche perché sono entrambe malattie infiammatorie croniche delle vie aeree che provocano difficoltà respiratorie.

BPCO

  • insorgenza nelle età medie della vita;
  • sintomi lentamente progressivi;
  • storia di abitudine al fumo;
  • dispnea (mancanza di respiro) da sforzo;
  • limitazione al flusso nelle vie aeree scarsamente reversibile o irreversibile;
  • impatto economico sul PIL italiano: circa 9 miliardi di euro;
  • in Italia è la causa del 50% circa delle morti per malattie respiratorie, la mortalità è quasi 3 volte maggiore nel sesso maschile. Il Global Burden of Disease Study prevede che nel 2030 la BPCO diverrà la terza causa di morte a livello mondiale.

Asma bronchiale

  • insorgenza nelle prime età della vita (spesso nell’infanzia);
  • sintomi variabili di giorno in giorno, prevalenti di notte o nel primo mattino;
  • presenza di allergia, rinite e/o eczema, predisposizione familiare;
  • crisi dispnoiche (di mancanza di respiro) acute;
  • limitazione al flusso nelle vie aeree ampiamente reversibile;
  • impatto economico sul PIL italiano: circa 5 miliardi di euro;
  • mortalità non elevata, diffusa ugualmente in entrambi i sessi ed in riduzione negli ultimi decenni.

Per approfondire:

Quali sono i principali sintomi dell’asma?
Nei pazienti con asma bronchiale i sintomi insorgono fin dall’età più giovanile, i pazienti hanno spesso una condizione di “atopia” (facilità a produrre anticorpi IgE cioè allergia) ed una familiarità per asma. I sintomi dell’asma variano da persona a persona e, nella stessa persona, possono variare di giorno in giorno e anche nella stessa giornata e si presentano soprattutto durante il periodo notturno o nelle prime ore del mattino.
Spesso coesiste una condizione di iperreattività bronchiale, anche se essa non è del tutto specifica, in quanto può essere presente, seppure meno frequentemente, anche nella bronchite cronica ed in altre condizioni morbose respiratorie. In genere, le crisi del respiro insorgono in modo improvviso, al contrario di quello che avviene nella BPCO. La reversibilità completa o quasi completa dell’ostruzione bronchiale (cioè l’aumento significativo del valore di FEV1 > del 12% e > 200 ml rispetto al valore di base) dopo somministrazione di broncodilatatori a rapida azione depone in favore di una diagnosi di asma bronchiale.

Livelli di gravità dell’asma bronchiale
La gravità dell’asma viene inquadrata in vari “step”:

  • step 1 (intermittente);
  • step 2 (lieve persistente);
  • step 3 (moderato persistente);
  • step 4 (grave persistente).

Leggi anche:

Spirometria nell’asma bronchiale

  • reversibilità dell’ostruzione (>VEMS 12% o 200 ml basale);
  • test di bronco-provocazione positivo (Metacolina – PC20; PD20; < VEMS 20% basale);
  • generalmente la capacità di diffusione del CO (DLCO) è normale.

Leggi anche: Asma bronchiale: spirometria e diagnosi differenziale

Quali sono i principali sintomi della BPCO?
La BPCO ha una insorgenza più tardiva, nelle età medie della vita, con sintomi lentamente progressivi riferiti da pazienti che normalmente sono o sono stati fumatori. L’ostruzione, il rimodellamento delle vie aeree periferiche e l’enfisema, caratteristici della BPCO, sono dovuti a un’abnorme risposta infiammatoria delle vie aeree del parenchima polmonare e alla sistemica inalazione del fumo di sigaretta o di altri fattori irritanti, come polveri, gas, vapori e infezioni ricorrenti.
Una caratteristica abbastanza tipica di questi malati è dapprima la tosse cronica produttiva, poi un aumento progressivo della difficoltà di respiro, prima in occasione di sforzi più o meno intensi e, quindi, nelle fasi più avanzate della malattia, anche a riposo. In genere, le crisi del respiro non insorgono in modo improvviso come in chi ha l’asma. La BPCO, se non adeguatamente trattata ha, sempre, un decorso peggiorativo, cosa che non accade di regola con l’asma, in particolare se seguita e trattata in maniera opportuna.
Nella maggioranza dei casi di BPCO la spirometria indica un’ostruzione bronchiale irreversibile o scarsamente reversibile (il valore del FEV1, dopo somministrazione di broncodilatatore a rapida azione, non si modifica o aumenta in misura non significativa).

Livelli di gravità della BPCO
La BPCO è stata classificata in quattro diversi livelli di gravità:

  • stadio 0: soggetto a rischio, che presenta tosse cronica e produzione di espettorato. La funzionalità respiratoria risulta ancora normale alla spirometria
  • stadio I: malattia lieve, caratterizzata da una leggera riduzione della capacità respiratoria
  • stadio II: malattia moderata, caratterizzata da una riduzione più consistente della capacità respiratoria e da dispnea in caso di sforzo
  • stadio III: malattia severa caratterizzata da una forte riduzione della capacità respiratoria oppure dai segni clinici di insufficienza respiratoria o cardiaca.

Spirometria nella BPCO

  • FEV1e FEV1/FVC (<70% dopobroncodilatatore);
  • ostruzione non reversibile dopo somministrazione di broncodilatatore (salbutamolo);
  • volumi polmonari: aumento del VR, CFR e TLC ( intrappolamento gassoso alveolare e iperdistensione polmonare;
  • DLCO è ridotta.

Terapia nell’asma bronchiale e nella BPCO
Non esistono cure capaci di guarire definitivamente l’asma, ma è possibile gestire i sintomi garantendo a chi ne soffre una vita del tutto normale. Il trattamento più efficace per l’asma può essere determinato dopo aver identificato i fattori scatenanti, come il fumo di sigaretta, la presenza di animali domestici o l’assunzione di particolari sostanze, ed eliminando quindi l’esposizione ad essi. Se ciò non fosse sufficiente, si consiglia l’uso di farmaci selezionati in base alla gravità della malattia e alla frequenza dei sintomi e l’uso di broncodilatatori. Farmaci specifici per l’asma sono classificati in categorie ad azione rapida e prolungata, e sono principalmente corticosteroidi a basso dosaggio per via inalatoria o, in alternativa, si consiglia un antagonista dei leucotrieni orale o uno stabilizzatore dei mastociti.
La terapia farmacologica per la BPCO si basa sull’utilizzo delle seguenti classi di medicinali:

  • broncodilatatori: particolarmente utili nella fase acuta, quando cioè insorge una dispnea (difficoltà respiratoria) importante. In caso di BPCO lieve vengono utilizzati solo al momento del bisogno e rappresentano l’unico trattamento farmacologico necessario. Esistono broncodilatatori a durata d’azione lunga (salmeterolo, formeterolo) ed ultralunga (indacaterolo) per l’utilizzo quotidiano in caso di BPCO moderata e severa. I broncodilatatori più utilizzati appartengono alla categoria dei beta 2-agonisti; meno utilizzati sono invece le metilxantine (teofillina) e gli anticolinergici (o antimuscarinici);
  • antibiotici: utilizzati per prevenire e per curare le infezioni batteriche; si rendono spesso necessari in caso di peggioramento della tosse e della quantità di espettorato (catarro);
  • cortisonici: assunti esclusivamente sotto controllo medico (possono causare alcuni importanti effetti collaterali, soprattutto se assunti per via orale) vengono associati ai broncodilatatori nei casi più gravi di BPCO;
  • vaccino antinfluenzale: particolarmente utile nell’evitare possibili aggravamenti della condizione.

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