Con “spermiogramma” in medicina si intende l’analisi del liquido seminale (cioè dello sperma) che viene eseguito su un campione ottenuto per Continua a leggere
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Paraplegia: erezione, disfunzione erettile ed eiaculazione
Le conseguenze di una lesione midollare (paralisi, incontinenza fecale, disfunzione erettile…) sono determinate dal livello e dalle caratteristiche della lesione stessa, che può essere completa o incompleta; è comunque accertato che dopo un danno mielico le funzioni sessuali nell’uomo risultano quasi sempre compromesse.
Conseguenze di una lesione midollare sulla sessualità
Nel maschio, infatti, si può verificare un completo sconvolgimento delle funzioni dell’apparato genitale: sia la funzione erettiva che quella eiaculatoria sono sempre deficitarie (a volte addirittura assenti), con notevoli compromissioni della “potenza sessuale” (possibilità di avere normali rapporti sessuali: coito) e della fertilità (possibilità di procreare). Inoltre viene quasi sempre alterata (o abolita) la sensibilità orgasmica. E’ opportuno comunque ribadire che esistono notevoli variabilità individuali legate al livello e alla completezza della lesione, nonchè alcune possibilità terapeutiche che verranno illustrate in seguito.
La lesione midollare compromette notevolmente la capacità eiaculatoria. Nei giorni immediatamente successivi ad un danno midollare, durante la fase di shock spinale, non è possibile ottenere né l’erezione né l’eiaculazione. Una volta superata la fase di shock spinale, si osserva nel paziente la ripresa dell’attività riflessa midollare con quadri clinici ovviamente diversi a seconda del livello di lesione.
Nei pazienti con lesione al di sopra di T9 è possibile ottenere l’eiaculazione durante il coito o la masturbazione (eiaculazione riflessa), per l’integrità sia del centro toraco-lombare, che controlla l’emissione, che del centro somatico sacrale, che regola l’eiaculazione propriamente detta: l’interruzione delle connessioni con i centri encefalici, però, consente solo raramente una eiaculazione spontanea. In alcuni casi, per la presenza di dissinergia tra lo sfintere liscio e lo sfintere striato dell’uretra, durante l’eiaculazione il liquido seminale può refluire in vescica: non si osserva pertanto alcuna espulsione di sperma all’esterno pur essendo conservato il riflesso dell’emissione (eiaculazione retrograda) (Figura 3).
Nelle lesioni che coinvolgono i metameri T9-L1 non vi è la possibilità di ottenere in alcun modo l’emissione e di conseguenza l’eiaculazione.
Nelle lesioni al di sotto di L1 vi può essere, anche se non frequentemente, emissione di liquido seminale (eiaculazione psicogena), spesso non legata al coito o alla masturbazione, per la conservazione del controllo corticale sul centro simpatico toraco-lombare: se il centro somatico S2-S4 è rimasto integro, l’eiaculazione potrà assumere caratteristiche fisiologiche (eiaculazione “a getto”), mentre in caso di lesione del cono terminale l’eiaculazione sarà debole e gocciolante. In caso di lesione incompleta le possibilità di ottenere l’eiaculazione saranno ovviamente maggiori e si potranno configurare quadri clinici di difficile standardizzazione.
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Terapia
La terapia dei deficit dell’eiaculazione è rappresentata dal vibromassaggio penieno e dall’elettroeiaculazione.
Il trattamento più utilizzato è il vibromassaggio penieno (Figura 4), che viene realizzato con una stimolazione della superficie ventrale del pene, dalla radice alla regione del frenulo, mediante un apparecchio che produce vibrazioni meccaniche di frequenza da 70 a 110 Hz e ampiezza di 2-3 mm. Grazie alla particolare stimolazione della cute del pene, l’input raggiunge il centri midollari dell’emissione e dell’eiaculazione, evocando il riflesso eiaculatorio: è necessario, però, che il centro toraco-lombare sia integro, come pure le fibre ascendenti (tratto lombo-sacrale) dell’arco spinale riflesso. In altri termini una eiaculazione riflessa mediante vibromassaggio penieno potrà essere ottenuta, in caso di lesione completa, quando il livello lesionale è superiore a T9: non si verificherà, invece, in caso di lesione del centro toraco-lombare, come pure del tratto lombo-sacrale del midollo per interruzione della branca afferente del riflesso eiaculatorio.
Il vibromassaggio penieno, inoltre, è in grado di migliorare le erezioni riflesse per cui a volte viene utilizzato anche nel trattamento dei deficit erettivi.
L’elettroeiaculazione viene effettuata mediante una sonda rettale, posizionata con gli elettrodi rivolti verso la prostata: gli impulsi elettrici stimolano le fibre periferiche dell’emissione ottenendo una risposta eiaculatoria con frequenza maggiore rispetto all’utilizzazione del vibromassaggio penieno. Gli inconvenienti sono rappresentati dalle crisi di disreflessia autonomica e dalle lesioni della mucosa rettale.
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Paraplegia: posso avere dei figli?
Una delle limitazioni maggiormente avvertite dai pazienti mielolesi è la compromissione della fertilità che consegue principalmente a turbe della eiaculazione ma anche ad alterazioni qualitative del liquido seminale. La produzione di sperma continua anche dopo la lesione, ma vi può essere frequentemente una riduzione del numero degli spermatozoi nell’eiaculato o una loro alterazione funzionale (motilità): i processi infiammatori urogenitali (prostatiti, epididimiti, orchiti), la riduzione dell’apporto ematico scrotale, le alterazioni della termoregolazione, la denervazione delle strutture tubulari del testicolo e i deficit ormonali rappresentano le cause più frequenti di depressione (danno) della spermatogenesi (produzione degli spermatozoi) nel paziente con lesione midollare. L’infertilità del maschio medulloleso è determinata, nella stragrande maggioranza dei casi, dai deficit della funzione eiaculatoria: solo nel 5-10% delle mielolesioni complete (e nel 25-35% delle lesioni incomplete) è possibile osservare una eiaculazione spontanea anterograda.
La possibilità per la persona con lesione midollare di avere figli per via naturale è legata alla presenza di erezioni sufficientemente valide da consentire il coito e la eiaculazione anterograda durante il coito stesso. Tale situazione si realizza solo in una piccola percentuale di casi (dall’1 al 6% nelle lesioni complete e dal 6 al 10% nelle lesioni incomplete), per cui è necessario ricorrere molto spesso a metodiche di fecondazione assistita (inseminazione artificiale “in vivo” o “in vitro”). La raccolta degli spermatozoi dal paziente mieloleso può avvenire in vari modi. In presenza di eiaculazione anterograda non possibile durante il coito, il liquido seminale può essere ottenuto mediante la masturbazione, il vibromassaggio penieno o l’elettroeiaculazione. Con le stesse tecniche può essere evocata anche una eiaculazione retrograda: si dovrà provvedere, in questo caso, alla raccolta degli spermatozoi nelle urine mediante particolari metodiche che ne impediscano il rapido deterioramento all’interno della vescica. Se la lesione ha coinvolto il centro toraco-lombare dell’emissione (T9-L1) non vi è la possibilità di ottenere in alcun modo l’eiaculazione: la raccolta del liquido seminale potrà avvenire solo chirurgicamente mediante il prelievo degli spermatozoi direttamente dai deferenti, dall’epididimo o dal testicolo.
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Astenospermia e spermatozoi deboli: cura e trattamento
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, leggi anche: Astenospermia: spermiogramma, spermatozoi deboli e fattori che influenzano la loro motilità
Con “astenospermia” si indica una anomalia del liquido seminale caratterizzata da una riduzione della motilità degli spermatozoi che può ostacolare la fecondazione, con conseguente possibile sterilità del soggetto. Esistono varie forme di astenospermia, a seconda della causa che la determina. Può essere dovuta a traumi, varicocele, infiammazioni (orchiti), abuso di alcolici o di farmaci (cimetidina, chemioterapici antitumorali), criptorchidismo, ipogonadismo, irradiazione locale, assenza congenita delle cellule produttrici di spermatozoi, presenza di anticorpi antispermatozoi. In caso di orchite le cause possono essere molto varie: nella maggior parte dei casi essa compare a seguito della parotite, più raramente a seguito di sifilide, tifo, tubercolosi, gonorrea e prostatite. Quando la causa rimane sconosciuta, si parla di “astenospermia idiopatica“.
Qual è la cura dell’astenospermia?
Purtroppo non esiste una singola terapia risolutiva per tutte le forme. Il primo obbiettivo del medico è ovviamente curare la malattia a monte. Ad esempio in caso di orchite è in genere prevista la somministrazione di antibiotici e cortisonici; nei casi più gravi questi però non sono sufficienti per impedire l’instaurarsi dell’atrofia testicolare e quindi della sterilità del testicolo. Nel caso di varicocele, specie se il soggetto è ancora giovane, l’astenospermia può essere risolta con un semplice intervento chirurgico.
Curare la patologia a monte, significa quasi sempre risolvere l’astenospermia, per questo è importante che il medico indaghi a fondo alla ricerca della malattia primaria e indirizzi il paziente verso la cura più adatta. Un secondo spermiogramma, fatto a distanza rispetto al primo, può indicare chiaramente se la cura sta avendo effetto o no.
Strategia proposta dal XIX congresso nazionale degli urologi italiani
Questa terapia è stata proposta per curare pazienti con astenospermia idiopatica (astenospermia da cause sconosciute) ed è ancora in fase di studio ma merita di essere menzionata. La terapia è stata condotta in maniera bifasica. Nei primi 30 giorni (fase di induzione) è stata somministrata l’associazione farmacologica con alte dosi di arginina e coenzima Q10 (L-arginina 2500mg, L-taurina 500mg, Coenzima Q10 200 mg, vitamina C 180 mg e vitamina E 30 mg).
Successivamente, per 90 giorni, è stata somministrata una terapia con diverse associazioni, con dosi inferiori di arginina e coenzima Q10 (L-arginina 300mg, L-carnitina 200 mg, L-ornitina 100 mg, L-citrullina 100 mg, coenzima Q10 60 mg e vitamina E 30 mg).
Tutti i pazienti arruolati sono stati sottoposti a triplice valutazione del liquido seminale 10 giorni prima dell’arruolamento, al momento dell’arruolamento e dopo 90 giorni di terapia dal medesimo esaminatore con attenta valutazione della cinetica nemaspermica. Il risultato di questa sperimentazione è incoraggiante: la motilità totale è significativamente aumentata dopo la terapia.
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Astenospermia: spermiogramma, spermatozoi deboli e loro motilità
Astenospermia, o astenozoospermia, viene dal greco: a privativo, stenos (forza) e speiro (seminare), quindi pressappoco “mancanza di forza nel seme” Per definizione la parola “astenospermia” indica una anomalia del liquido seminale caratterizzata da una riduzione della motilità degli spermatozoi che può ostacolare la fecondazione, con conseguente possibile infertilità e sterilità del soggetto (a tal proposito leggi anche: Differenza tra infertilità e sterilità).
Infertilità e spermiogramma
Tu e la tua partner non riuscite ad avere figli. Una delle prime cose da fare è senza dubbio la valutazione della fertilità del partner maschile che deve essere tra le prime indagini svolte nella diagnostica dell’infertilità di coppia perché può condurre velocemente e con costi ridotti ad una diagnosi corretta ed orientare eventuali indagini successive. L’esame di laboratorio di prima istanza per la valutazione della fertilità maschile è lo spermiogramma o esame del liquido seminale. Questo esame serve ad evidenziare le varie componenti e le varie caratteristiche dello sperma al fine di dare un giudizio sulla fertilità.
Come si effettua lo spermiogramma?
La raccolta del campione deve essere effettuata dopo un periodo di astinenza dai rapporti sessuali e dalla masturbazione di circa 3-5 giorni in quanto tempi maggiori o minori potrebbero alterare i risultati dell’esame rendendolo poco attendibile. La raccolta deve essere completa poiché deve essere esaminata la totalità del liquido seminale eiaculato e la consegna deve avvenire entro e non oltre un’ora.
Per approfondire: Spermiogramma: come fare, astinenza, valori risultati e costo
Valutazione del campione
Il campione raccolto viene sottoposto inizialmente ad una valutazione macroscopica per la determinazione di alcune caratteristiche fisico-chimiche, in particolare l’aspetto, il volume, il pH, la viscosità e la fluidificazione. Successivamente viene effettuata la valutazione microscopica per la determinazione della concentrazione, della motilità e della morfologia degli spermatozoi. Questi parametri vengono poi confrontati con gli standard di normospermia proposti ed approvati dal WHO (World Health Organization). Interpretare il risultato di uno spermiogramma e adattare i risultati alla realtà clinica del paziente è di fondamentale importanza per stabilire le eventuali cause di infertilità e il trattamento terapeutico più appropriato.
Leggi anche: Come avere un’eiaculazione più abbondante e migliorare sapore, odore, colore e densità dello sperma?
Valutare la motilità degli spermatozoi
In uno spermiogramma si devono prendere in considerazione vari fattori, tra questi la motilità è senza dubbio una delle caratteristiche più importanti. Essa è assicurata dal movimento della coda dello spermatozoo o flagello che gli permette lo spostamento in avanti attraverso liquidi con diversa fluidità. Un liquido seminale normale deve contenere almeno il 50% di spermatozoi mobili e tale parametro deve essere stimato non solo da un punto di vista quantitativo ma anche qualitativo.
Diversi tipi di motilità
Vengono valutati diversi tipi di motilità: la motilità lineare o progressiva, la discinetica o non lineare, la motilità agitatoria in loco o in situ, caratterizzata da un movimento sul posto non progressivo, e una motilità assente caratterizzata da spermatozoi immobili. Per motilità lineare o progressiva intendiamo un tipo di movimento che si compie lungo una traiettoria o linea precisa e che lo spermatozoo segue senza tornare indietro. Questo tipo di motilità può a sua volta essere veloce o lenta.
Leggi anche: Ipoposia: quando lo sperma è troppo poco. Cause e terapie per aumentare la quantità di eiaculato
Quando la motilità degli spermatozoi è bassa
Con il termine di astenospermia si indica la condizione in cui la percentuale di motilità scende al di sotto dei valori di riferimento. Dopo una-due ore dall’eiaculazione, nel soggetto normale, la percentuale di forme dotate di motilità progressiva veloce, progressiva lenta e discinetica deve essere uguale o maggiore del 50% mentre la motilità tipica progressiva (quella veloce più quella lenta) maggiore o uguale al 25%.
Le alterazioni della motilità degli spermatozoi definiscono le condizioni di:
- modesta (motilità a 1 ora compresa tra 30 e 40%);
- discreta (motilità a 1 ora compresa tra 20 e 30%);
- severa (motilità a 1 ora inferiore al 20 %).
Cause di astenospermia
Può essere causata da un’alterata formazione degli spermatozoi nel testicolo. Può essere dovuta a traumi, varicocele, infiammazioni (orchiti), abuso di alcolici o di farmaci (cimetidina, chemioterapici antitumorali), criptorchidismo, ipogonadismo, irradiazione locale, assenza congenita delle cellule produttrici di spermatozoi, presenza di anticorpi antispermatozoi. In caso di orchite le cause possono essere molto varie: nella maggior parte dei casi essa compare a seguito della parotite, più raramente a seguito di sifilide, tifo, tubercolosi, gonorrea e prostatite. Nei casi di pazienti affetti da paraplegia e con una vescica neurologica la causa dell’orchite può essere anche dovuta ad una cateterizzazione sbagliata. Per alcuni casi si sospetta una forte componente genetica, benché non siano ancora stati identificati con precisioni geni coinvolti nell’insorgenza di questa condizione; si sospetta che siano coinvolti geni codificanti per proteine costituenti della coda degli spermatozoi o proteine coinvolte nella produzione di ATP (molecola che fornisce energia).
Fattori che influenzano la motilità degli spermatozoi
La motilità può dipendere fisiologicamente dalla durata dell’astinenza (ed è per questo che l’astinenza non deve superare il quinto giorno) , inoltre può essere influenzata anche dalla temperatura di conservazione del campione del liquido seminale. Anomalie della forma degli spermatozoi (teratospermia), anomalie del loro metabolismo energetico, variazioni della componente liquida dello sperma (pH, fluidificazione, viscosità etc) possono influenzarne la capacità motoria. Altri fattori che agiscono sulla mobilità sono l’abuso di alcool e altre sostanze voluttuarie, l’esposizione dei testicoli al calore (sauna, posizione seduta prolungata), la presenza di un varicocele, un’ infezione del tratto urogenitale (Chlamydia, Mycoplasma e Ureaplasma, Papilloma virus etc), un processo infiammatorio non-infettivo, una patologia genetica, un fattore immunologico (cioè presenza di anticorpi contro gli spermatozoi, spesso dopo infezioni locali trascurate a lungo o non diagnosticate) e anche l’assunzione di alcuni farmaci ( come ad esempio gli antibiotici).
Cura dell’astenospermia
A tale proposito vi invito alla lettura di questo articolo: Astenospermia e spermatozoi deboli: cura e trattamento
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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