Idrocele in bambini e adulti: intervento chirurgico e cure naturali

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La parola “idrocele” (in inglese “hydrocele”) significa una raccolta di liquido trasudato (edema non infiammatorio) tra la tunica vaginale parietale e tra la tunica vaginale viscerale che racchiude il testicolo e l’epididimo, oppure lungo il funicolo spermatico. La raccolta anomala di un liquido in tale sede si manifesta con una sacca scrotale parzialmente o totalmente gonfia, a volte così “piena di liquido” da apparire molto tesa, generalmente non dolente. L’analogo femminile di tale patologia è l’idrocele del dotto di Nuck. Continua a leggere

Spermiogramma: come fare, astinenza, valori risultati e costo

MEDICINA ONLINE APPARATO RIPRODUTTORE MASCHILE URETRA TESTICOLI PROSTATA GLANDE VESCICOLE SEMINALI URETERI URETERE DIFFERENZA URINA PENE VAGINA ORIFIZIO TUMORI TUMORE CANCRO DIAGNOSI ECOCon “spermiogramma” in medicina si intende l’analisi del liquido seminale (cioè dello sperma) che viene eseguito su un campione ottenuto per Continua a leggere

Dopo operazione perde testicolo, uomo denuncia medici a Palermo

MEDICINA ONLINE CHIRURGO CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGICA TERAPIA ASPORTAZIONE BISTURI SALA OPERATORIA TUMORE CANCRO SUTURA MASSA TUMORALE STADIAZIONE MAMMELLA POLMONI TECNICA GENERALE ADDOMINALE BIOPSIA AGOASPIRATOUn uomo di 33 anni ha denunciato i medici della clinica Torina a Palermo per un’operazione chirurgica che sarebbe stata eseguita in modo errato e per la quale avrebbe poi perso un testicolo. L’uomo ha raccontato che a settembre scorso è andato nel reparto di Urologia di Villa Sofia per alcuni accertamenti. Lì gli è stato diagnosticato un varicocele idiopatico sinistro e prescritto, come avviene sempre in questi casi, l’esame seminologico e l’ecografia scrotale, che ha effettuato pochi giorni dopo. Una volta ottenuti i risultati i medici gli hanno consigliato un intervento di legatura delle vene spermatiche di sinistra, intervento chirurgico che si effettua di routine e generalmente sicuro.

L’operazione è stata eseguita in convenzione alla casa di cura Torina il 31 ottobre, dai medici Vincenzo Romano e Domenica Lo Piccolo, iniziata alle 9.35 e terminata alle 10. Alle 11 l’uomo è stato dimesso, ma ha accusato quasi subito dolori intensi nella zona dell’operazione. Il 12 novembre il paziente è stato ricoverato d’urgenza a Villa Sofia e sottoposto all’asportazione del testicolo, forse per qualche condizione o patologia derivante dalla prima operazione, fatto su cui le indagini dovranno far luce.

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Varicocele: sintomi, operazione ed effetti sull’erezione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLI SCROTO DIMENSIONI ANATOMIA FUN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIl varicocele (in inglese “varicocele”) è una patologia varicosa che interessa le vene del testicolo ed è caratterizzata dalla dilatazione ed incontinenza delle vene testicolari (o spermatiche) che decorrono lungo il funicolo spermatico e che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo: ciò spesso provoca un gonfiore in corrispondenza del testicolo interessato. Quando queste vene sono dilatate si verifica un reflusso di sangue dall’alto verso il testicolo, che provoca un suo aumento di temperatura e una condizione ambientale sfavorevole per una normale spermatogenesi.

Che cos’è il funicolo spermatico?
Il funicolo spermatico è una sorta di peduncolo o cordone (è infatti noto anche come cordone spermatico), di consistenza molle, del diametro di circa un centimetro e della lunghezza media di 14 centimetri.
Esteso dal lato posteriore del testicolo all’orifizio addominale del canale inguinale, il funicolo spermatico percorre – procedendo dal basso – lo scroto e il canale inguinale.

Anatomia
I testicoli ricevono il sangue dall’arteria genitale (arteria testicolare) attraverso il canale inguinale che mette in comunicazione lo scroto all’addome.
Le vene testicolari (superficiali e profonde) si riuniscono e dopo aver raccolto le vene dell’epididimo, risalgono ed entrano a far parte del funicolo spermatico dove costituiscono il plesso pampiniforme.
Da questo si origina la vena testicolare, che a destra sbocca nella vena cava inferiore, a sinistra invece giunge alla vena renale sinistra.
Tali vene, nell’uomo possono diventare incontinenti e dilatarsi impedendo così il deflusso di sangue venoso dal testicolo verso la parte alta del corpo. Si crea quindi una condizione di reflusso e stasi di sangue verso il testicolo.

Epidemiologia
Interessa circa il 10-20% della popolazione generale maschile, tipicamente tra i 15 e 25 anni. Può insorgere già in età preadolescenziale (riscontro nel 2-2.5% dei ragazzi tra i 7 e i 10 anni) ma l’epoca in cui normalmente si manifesta è quella della maturazione sessuale, tra gli 11 e i 16 anni. Da non sottovalutare, poi, la costituzione del giovane: infatti, il varicocele colpisce con maggior frequenza i soggetti longilinei e di statura elevata.
È interessato soprattutto il testicolo sinistro (95%) e raramente il testicolo destro (5%), ciò a causa delle differenti caratteristiche anatomiche tra le due vie vascolari.

Varicocele: infertilità e sterilità
Il varicocele è piuttosto comune ed è presente in quasi il 40% degli uomini con problemi di fertilità e sterilità. Ecco perché, anche nelle sue forme di minore entità, dovrebbe essere diagnosticato precocemente in età adolescenziale quando ancora non ha avuto il tempo di determinare un danno al testicolo interessato.

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Patogenesi
La patogenesi del varicocele non è tuttora conosciuta; si pensa sia determinato da una congenita debolezza delle pareti venose associata ad una incontinenza delle valvole, la pressione del sangue determinata dalla posizione eretta a lungo andare determina la dilatazione delle vene.
Oltre il 95% delle condizioni di varicocele sono legate ad una situazione idiopatica (le cosiddette forme primarie). E’ possibile che fattori costituzionali, analogamente a quanto si verifica per le vene degli arti inferiori, condizionino una debolezza della parete venosa, con progressivo sfiancamento della stessa; ciò porta ad una conseguente incontinenza valvolare con la comparsa di un reflusso retrogrado ematico caratteristica saliente del varicocele. Va segnalato, tuttavia, che eventuali processi espansivi retroperitoneali o pelvici comprimenti le strutture venose possono causare un ostacolo al deflusso venoso e la comparsa di varicocele (in particolare la comparsa di varicocele in età adulta o in sede destra deve suggerire l’esclusione di eventuali patologie compressive estrinseche – varicocele secondario).

Varicocele idiopatico o secondario
Secondo alcuni ricercatori, il malfunzionamento delle valvole venose (prima tesi) sarebbe causa del cosiddetto varicocele idiopatico. Il varicocele idiopatico è tipico degli adolescenti e degli adulti giovani. Il termine idiopatico, che in ambito medico si associa alle patologie che insorgono senza cause identificabili, fa riferimento al fatto che il motivo per cui si crea il malfunzionamento delle valvole venose rmane tuttora ignoto. Il varicocele idiopatico è, solitamente, un disturbo di lieve entità. Al contrario il blocco a valle delle vene testicolari (seconda tesi) sarebbe all’origine del cosiddetto varicocele secondario. In medicina, una patologia è detta secondaria quando insorge per un problema in altre sedi del corpo (è per esempio secondaria l’ipertensione polmonare che insorge a causa di un tumore a livello toracico che spinge sulle arterie polmonari).
In molti varicoceli secondari, si sospetta che il problema responsabile del blocco al flusso sanguigno sia la presenza di un tumore a livello pelvico o addominale (per esempio un carcinoma renale); tumore che comprime i vasi venosi entro cui dovrebbe riversarsi il sangue preveniente dalle vene testicolari. I varicoceli secondari sono tipici delle persone con più di 40 anni.

A cosa porta un varicocele non trattato?
Il varicocele, se non trattato, può determinare alterazioni della spermatogenesi, indipendentemente dalla sua entità clinica, con vari meccanismi, tra cui:

  • alterazioni termiche del testicolo,
  • stasi venosa con conseguente ipossia,
  • effetto tossico di radicali liberi.

Tali fattori conducono nel tempo ad una diminuzione progressiva e ingravescente della fertilità, causando alterazioni del numero, motilità e morfologia degli spermatozoi. Non sempre però questo si verifica. Ciononostante una diagnosi precoce – come già prima accennato – è fondamentale per seguire l’evolversi della patologia a carico della funzione riproduttiva. Dopo la cura del varicocele (che sia chirurgica o radiologica) la funzionalità e il numero degli spermatozoi mostra un netto miglioramento. I varicoceli più gravi possono comportare a due complicazioni:

  • Atrofia testicolare. In medicina, il termine atrofia fa riferimento a una riduzione della massa di un tessuto o di un organo, provocata dalla diminuzione del volume cellulare (cioè delle cellule che costituiscono il tessuto o l’organo colpito).
    L’atrofia testicolare, quindi, è una riduzione delle dimensioni di uno o di entrambi i testicoli.
    In caso di varicocele, il testicolo interessato è ovviamente quello affetto dal problema ai vasi venosi testicolari.
    Le precise cause scatenanti sono poco chiare. Secondo la teoria più accreditata, a provocare l’atrofia testicolare sarebbe il ristagno di sangue venoso a livello scrotale; in questo sangue, infatti, vi sono tossine e prodotti di scarto prelevati dai tessuti appena irrorati, che, sostando a lungo nello scroto, determinerebbero un danno più o meno grave al testicolo e una riduzione del suo volume.
    Inoltre, sempre per colpa del ristagno di sangue venoso, la circolazione sanguigna arteriosa risulta ostacolata e insufficiente a mantenere in vita tutte le cellule del testicolo con varicocele.
  • Infertilità e sterilità maschile. Come l’atrofia, anche l’infertilità maschile sembrerebbe dovuta al ristagno di sangue nelle vene testicolari. Ciò provocherebbe un anomalo aumento della temperatura attorno ai testicoli; aumento della temperatura che, a lungo andare, pregiudica la formazione dello sperma e le capacità di movimento degli spermatozoi. Sebbene sia una complicanza possibile, l’infertilità maschile da varicocele è un’eventualità assai rara.

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Sintomi
Molte persone con varicocele non accusano nessun sintomo. Quando le dimensioni siano sufficienti a causare sintomi, sostanzialmente si ha: dolore sordo del testicolo, senso gravativo di pesantezza a livello scrotale e problemi di infertilità.
Il dolore associato al varicocele è dovuto all’eccessiva pressione del sangue all’interno delle vene dilatate. Tale aumento pressorio così come il dolore aumentano quando:

  • si sta in piedi per lunghi periodi di tempo;
  • si pratica attività sportiva;
  • si sollevano pesi;
  • fa caldo;
  • è sera;
  • alla fine di un rapporto sessuale.

Il dolore si riduce invece d’intensità quando il paziente si corica a pancia in su.
I segni più frequenti sono vene dilatate palpabili a livello scrotale, descritte come un “sacchetto vermiforme” (la contrazione addominale fa aumentare il volume delle vene), inoltre il testicolo colpito da varicocele può risultare più piccolo rispetto al controlaterale.

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Diagnosi
Generalmente la diagnosi di varicocele viene posta semplicemente con la visita, un’accurata ispezione dello scroto ed un completo esame obiettivo da parte del medico andrologo permette di determinare la presenza di varicosità a livello testicolare. E’ comunque indispensabile una corretta e approfondita valutazione delle cause e dell’entità per le quali non è sufficiente la sola visita clinica. Dal momento che il varicocele può portare ad una compromissione della qualità del liquido seminale è indispensabile uno spermiogramma e un Eco-colorDoppler testicolare, strumento principale nella valutazione del varicocele e soprattutto nelle forme subcliniche di difficile individuazione e definizione fornendo informazioni necessarie all’identificazione e tipizzazione documentando il reflusso venoso.
Solitamente si distinguono 4 livelli di varicocele: I, II, III e IV grado.
L’ecocolordoppler è inoltre indispensabile nel follow-up del soggetto dopo la terapia allo scopo di valutarne il successo o l’eventuale persistenza di reflusso venoso e le modificazioni del volume e del trofismo testicolare.

Terapia
L’indicazione al trattamento della patologia viene data dall’andrologo quando il varicocele è associato ad alterazione della quantità e/o qualità degli spermatozoi o a dolore testicolare. Il trattamento ha come scopo principale quello di migliorare la spermatogenesi o di prevenire un suo deterioramento futuro.
Attualmente esistono due opzioni di trattamento per i soggetti affetti da varicocele:

  • la scleroembolizzazione percutanea;
  • l’intervento chirugico.

Indicazioni principali alla terapia chirurgica sono: alterazione dello spermiogramma o dolore. Esiste un largo consenso al trattamento del varicocele nelle seguenti condizioni: adulti e adolescenti con varicocele sintomatico (dolore); adolescenti con riduzione del volume testicolare sinistro > 2-3 ml rispetto al controlaterale (prevenzione); adolescenti avanzati con varicocele di 3° grado e progressivo deterioramento dei parametri seminali in follow-up di 1-2 anni; maschi partners di coppia infertile da meno di tre anni, con anomalia della qualità seminale inspiegata.
Il controllo dei parametri seminali con spermiogramma andrebbe fatto non prima di 3-4 mesi dall’intervento.

Dopo l’intervento chirurgico
Dopo un intervento chirurgico per il varicocele, è importante evitare rapporti sessuali e masturbuzione per alcune settimane.

Varicocele ed erezione
Né il varicocele, né la terapia chirurgica del varicocele – se ben effettuata – hanno effetti fisici sull’erezione. In alcuni pazienti può determinarsi però una disfunzione erettile da cause psicologiche, a tal proposito leggi anche: Erezione debole o assente da cause psicologiche: cura e rimedi

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Differenza tra testicolo destro e sinistro

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPERNon esistono rilevanti differenze anatomico-funzionale tra testicolo destro e sinistro, ad eccezione delle vie vascolari. La vena Continua a leggere

Testicolo gonfio e dolorante: cause, diagnosi e terapie

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLO GONFIO DOLORANTE CAUSE TERAPIE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa presenza di un testicolo gonfio, o di entrambi, è una condizione che può facilmente indurre il soggetto ad attraversare uno stato di forte preoccupazione e di paura, nel sospetto che si tratti di una patologia grave. È molto comune ricondurre il gonfiore di un testicolo al segno di un tumore, ma in realtà, è bene premettere fin da subito che un tumore ai testicoli in genere si manifesta con la presenza di un nodulo facilmente identificabile mediante palpazione dello scroto e dei testicoli, e che si nota per una consistenza molto più dura rispetto ai tessuti circostanti. È anche bene ribadire che il tumore ai testicoli non è certo una patologia diffusa quanto temuta, e che se trattata in tempo ha probabilità molto alte di guarigione. Notare un testicolo gonfio, dolorante e duro può comportare delle forti ripercussioni psicologiche, temendo per la propria capacità riproduttiva, per la propria virilità e per la propria vita sessuale. Ma se per un lato la presenza di un gonfiore ai testicoli procura un forte senso di ansia, dall’altro spesso il soggetto temporeggia per senso di imbarazzo.

Il gonfiore testicolare può associarsi a molteplici altri sintomi, in relazione all’evento patologico alla base della manifestazione, quali:

  • febbre;
  • dolore ai testicoli e allo scroto;
  • ematuria (presenza di sangue nelle urine);
  • emospermia (sangue nello sperma);
  • vasi sanguigni dilatati ben visibili attraverso la cute dello scroto.

Inolte, al tatto il testicolo può essere duro e rigido e portare alla manifestazione di disuria (difficoltà nell’atto della minzione) e stranguria (dolore nell’atto di urinare). In ogni caso, sia che il sintomo si manifesti da solo, ai testicoli ed allo scroto, che accompagnato da altri sintomi, si raccomanda di informare il proprio medico con la massima celerità, il quale, valutata la situazione, vi indirizzerà verso una visita specialistica più approfondita, in genere presso un medico specialista in andrologia. In molti casi la causa alla base del sintomo in questione può essere risolta del tutto, preservando la capacità riproduttiva e quindi la fertilità del soggetto, ma in altri casi un intervento tardivo può compromettere in maniera irreversibile sia la fertilità che la salute generale del soggetto. Come lasciato intuire le cause di testicolo gonfio sia destro che sinistro sono molteplici, alcune di facile risoluzione, mentre per altre vi è la necessità di trattamenti più mirati.

Ernia inguinale

Per buona parte della vita fetale i testicoli sono accolti nella cavità addominale, per poi, in genere nel corso del 7° mese di gestazione, discendere nello scroto attraversando una struttura anatomica complessa che prende il nome di canale inguinale. Non è raro, specie nei bambini nati prematuri, o molto più facilmente a seguito di un eccessivo sforzo fisico, che alcune strutture dell’addome attraversino proprio questo canale andando a localizzarsi all’interno dei testicoli causando gonfiore e dolore, anche se quest’ultimo non è sempre avvertito dal paziente. Alla palpazione si nota facilmente la presenza di un’asimmetria e di una massa che ha una consistenza diversa rispetto al tessuto circostante.

Idrocele

Si verifica nei soggetti in cui non vi è stata la corretta chiusura del canale inguinale a seguito del passaggio dei testicoli dall’addome allo scroto. Questa mancata chiusura consente il transito di liquidi provenienti dall’addome che di norma vengono riassorbiti dai tessuti, ma che in alcuni soggetti, specie nei bambini, quando il liquido è presente in quantità, determina la comparsa di testicolo gonfio e dolorante destro o sinistro. Negli adulti questa condizione si instaura a seguito di un traumatismo, di un’ infezione o di un tumore.

Varicocele

Si tratta di un’ectasia venosa, ossia una dilatazione delle vene che costituiscono il cosiddetto plesso pampiniforme. Questo evento si manifesta con molta più frequenza nel testicolo sinistro rispetto al destro, a causa delle caratteristiche anatomiche dei vasi sanguigni. In condizioni di varicocele il flusso di sangue è rallentato, il suo riversamento nella vena renale risulta più lento e si ha il ristagno di sangue all’interno delle vene del testicolo, che appariranno congestionate e dilatate. Caratteristica ben osservabile anche attraverso la cute dello scroto. Il ristagno di sangue va a causare un aumento della temperatura del testicolo, e quando questa supera la soglia di tollerabilità degli spermatozoi, il paziente corre il rischio di subire serie ripercussioni sulla sua capacità fertile.

Epididimite

L’epididimo è una piccola struttura situata posteriormente al testicolo e che rappresenta il tratto di congiunzione tra il didimo (testicolo) e le vie spermatiche, consentendo allo sperma di fluire verso il dotto deferente. Questa struttura è facilmente soggetta ad infiammazione che può essere provocata sia da traumi che da infezioni che colpiscono le vie genito-urinarie, e ancora da infezioni sessualmente trasmissibili (gonorrea e clamidia). Il gonfiore al testicolo, se la causa è di natura infettiva, si associa facilmente a febbre, dolore, brividi e linfonodi ingrossati.

Orchite

L’orchite è un’infiammazione dei testicoli, analogamente per quanto accade nell’epididimite può essere sia di natura traumatica che di natura infettiva, pertanto al gonfiore testicolare si associano febbre, brividi, ematuria, emospermia (presenza di sangue nello sperma), l’intera zona pelvica può essere dolorante ed in genere si riscontrano linfonodi ingrossati. Si tratta di una condizione più frequente negli uomini adulti, specie dalla quinta decade di vita in avanti

Torsione del testicolo

Si tratta di una vera e propria emergenza medico-chirurgica, per cui si deve intervenire entro 4-6 dall’episodio di torsione, altrimenti il testicolo viene perso per la mancanza di flusso sanguigno a nutrire il normale metabolismo dei tessuti. Questa evenienza si manifesta con più frequenza a seguito di sforzi fisici di grande entità, a seguito di forti emozioni, di traumi o di rapporti sessuali intensi, e consiste nell’attorcigliamento del legamento gubernaculum che permette la fissità del testicolo all’interno della borsa scrotale. Come anticipato, la torsione del testicolo va a comprimere la rete vascolare, causando una progressiva sofferenza che procede fino alla necrosi e quindi alla perdita del testicolo. La torsione del testicolo porta al gonfiore del testicolo e dello scroto, dovuto alla congestione sanguigna, ma si caratterizza sicuramente ben più per una sensazione dolorosa molto intensa e che porta il soggetto a rivolgersi al pronto soccorso con celerità.

Come si effettua la diagnosi?

Ribadiamo ancora una volta la necessità di rivolgersi al consulto medico in ogni caso, sia quando il testicolo si presenta gonfio senza altri sintomi, che ovviamente quando al gonfiore si associano altri sintomi. Quando, invece, il gonfiore è improvviso ed è accompagnato da un dolore molto intenso si invita a rivolgersi alle cure immediate in un pronto soccorso, perché potrebbe trattarsi di una torsione del testicolo. Condizione che come abbiamo visto in precedenza, costituisce una vera e propria emergenza e che necessita di un intervento immediato. Una visita medica in genere è costituita da una fase di raccolta di informazioni (anamnesi), momento in cui il medico chiede quando è insorto il sintomo, da quanto persiste, se è accompagnato da altri sintomi e se il soggetto aveva manifestato episodi precedenti. A questa fase segue l’esame obiettivo, ossia il momento in cui il medico verifica visivamente e manualmente l’entità del problema, quindi osserva se vi è la presenza di vasi sanguigni ben visibili attraverso la cute dello scroto (indice di varicocele), se il testicolo interessato ha una colorazione differente da quello sano, se alla palpazione sono distinguibili masse, noduli o ernie. Sulla base delle informazioni raccolte il medico valuterà quali indagini diagnostiche effettuare per indagare più a fondo sulla base di precisi sospetti diagnostici. Risulteranno utili l’esame del sangue o delle urine, al fine di individuare la presenza di un’infezione, o un’ecografia per verificare la presenza di un’ernia o di una raccolta di liquidi nello scroto.

Quali sono le terapie più efficaci?

La terapia più efficace ed idonea sarà in funzione della patologia alla base del rigonfiamento del testicolo, pertanto dovrà essere prescritta e somministrata esclusivamente da un medico dopo aver preso visione di tutte le indagini effettuate e dopo essere giunto ad una diagnosi precisa. In caso di infezione, la terapia andrà ad eradicare l’agente patogeno scatenante mediante antivirali, in caso di virus, o di antibiotici in caso di batteri. Se la causa è di natura strettamente infiammatoria la terapia potrà essere di natura farmacologica con l’assunzione di antinfiammatori. In caso di varicocele, invece, talvolta si rende necessario un intervento chirurgico che vada a correggere le alterazioni venose, salvaguardando la fertilità del paziente.

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Differenza tra idrocele e varicocele

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Il varicocele è una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo, caratterizzata da dilatazione e incontinenza delle vene testicolari (o spermatiche) che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo. Ciò si manifesta in particolar modo a carico del testicolo sinistro (95%) e raramente nel testicolo destro (5%) a causa delle differenti caratteristiche anatomiche tra le due vie vascolari. La vena spermatica sinistra, infatti, è tributaria della vena renale che ha basso flusso rispetto alla vena cava nella quale refluisce la vena spermatica destra, questo perché la vena testicolare sinistra sfocia nella vena renale perpendicolarmente, a differenza della testicolare destra che sfocia nella vena cava ad angolo.Cause
Le cause dell’idrocele primario sono sconosciute; generalmente è una patologia congenita che si risolve autonomamente pochi mesi dopo la nascita. L’idrocele secondario può essere causato da ernia inguinale, da infezioni o traumi del testicolo o dell’epididimo, da occlusioni di fluido o di sangue nel funicolo spermatico, da cisti o tumori. Le cause del varicocele sono invece una congenita incontinenza delle vene testicolari, a cui si è associata spesso una grande attività sportiva, come ad esempio pesistica, in giovane età.MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPER.jpgSintomi
Il sintomo principale dell’idrocele è un rigonfiamento non doloroso di uno o entrambi i lati dello scroto, che si presenta come un palloncino turgido pieno di fluido. Generalmente è difficile sentire il testicolo per via della massa fluida che lo circonda.
Un varicocele “piccolo” non dà sintomi, mentre quando diventa più grande si sente pesantezza o dolore al testicolo, che tende ad aumentare se si sta in piedi a lungo, si sollevano pesi o si compie una attività sportiva intensa e faticosa. Un varicocele abbastanza grande è visibile e palpabile anche dal paziente stesso, soprattutto se sta in piedi: sulla superficie dello scroto si nota un ammasso tortuoso che, al tatto, ha la consistenza di un sacchetto di vermi. Un varicocele modesto invece va diagnosticato solo da un medico, che in genere ricorrerà a un ecodoppler. Sempre si fa uno spermiogramma.Leggi anche:

Diagnosi
In entrambi i casi è importante l’esame clinico, la transilluminazione e l’ecografia con doppler.

Diagnosi differenziale
Se le dimensioni del sacco scrotale variano a seguito di una pressione sull’addome o sul sacco stesso allora è facile che si tratti di un idrocele secondario a un’ernia inguinale. Se il rigonfiamento è doloroso allora può trattarsi di un idrocele secondario a una epididimite.

Trattamento
In entrambi i casi i trattamenti realmente efficaci sono quelli chirurgici.

Trattamento idrocele

  • L’idrocele secondario a un’ernia inguinale va trattato il più presto possibile rimuovendo l’ernia e richiudendo il dotto peritoneo vaginale. L’idrocele primario causato dal dotto aperto va corretto allo stesso modo.
  • Negli altri casi si procede all’asportazione dell’idrocele (idrocelectomia) in anestesia totale o spinale, con eversione della vaginale propria per facilitare il riassorbimento delle recidive.
  • Un trattamento alternativo è l’aspirazione del fluido per mezzo di un ago, che però presenta rischi di infezione e di recidiva; questo trattamento è utilizzato solamente quando il trattamento chirurgico risolutivo presenta dei rischi e va abbinato con l’iniezione di medicinali sclerosanti che favoriscano la chiusura del dotto peritoneo vaginale per limitare le recidive.

Trattamento del varicocele

  • Intervento chirurgico classico: si procede in anestesia totale o locale, si incide all’altezza dell’inguine o dello scroto, si seziona e si lega la vena spermatica interna e altre vene collaterali, per interrompere il reflusso del sangue.
  • Terapia sclerosante: la tecnica anterograda, la più semplice e la più efficace, prevede l’inserimento di un catetere in una vena del funicolo alla radice dello scroto, preceduta da una leggera sedazione; quindi si inietta liquido di contrasto e poi lo sclerosante, che fa seccare le vene.

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Il varicocele può avere conseguenze sulla attività sessuale?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPERNo, il varicocele – operato o non operato – non altera la sessualità dei pazienti; essendo una patologia che interessa la vascolarizzazione dei testicoli può invece provocare disturbi della fertilità (infertilità e sterilità) ma ciò non modifica né la libido, né la risposta o la prestazione sessuale (erezioni incluse). E’ molto importante che il paziente, se avverte un senso di peso nella zona scrotale, venga visitato da un andrologo ed esegua una ecografia dei genitali oltre ad una valutazione del liquido seminale. Dopo l’eventuale operazione chirurgica, il paziente dovrà comunque aspettare alcuni giorni prima di riprendere la normale attività sessuale, che sarà – ripeto – assolutamente normale.

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