Non arrenderti mai

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Il segreto per avere una vita felice? Non perdere mai la fiducia nelle proprie possibilità. Non arrendersi mai, finché c’è aria nei polmoni e sangue nelle vene. E vedere in ogni salita, non una difficoltà… ma una opportunità!

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Odio chi sta fermo e ti vuole insegnare come correre

MEDICINA ONLINE ODIO CHI STA FERMO COME CORRERE JUDGE OTHER PEOPLE OPINIONS BULLISMO TRISTE LAVORO MOBBING GIUDICARE EMOZIONI VITA PERSONE FACEBOOK SOCIAL NETWORK HATERS HATE WALLPAPER PHOTO PICTURE HD HI RESGiudicare gli altri sembra essere diventato lo sport nazionale italiano. Senza saper cosa c’è dietro l’esistenza degli altri, la gente frustrata si sente meglio soltanto giudicando ed offendendo la vita degli altri, per prima cosa sui social network come Facebook, dove sembra che l’odio sia diventato il passatempo numero uno di gente che non ha nessuna qualità.

Effettivamente anche io odio: odio chi sta fermo e ti vuole insegnare come correre.

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Il semplice gesto che fa aumentare la tua autostima

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma IL GESTO CHE FA AUMENTARE TUA AUTOSTIMA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVuoi aumentare la tua autostima con un semplice gesto? Uno dei segreti per aumentare la fiducia in se stessi passa dalla postura che si assume: tenere il busto dritto, testa alta e petto in fuori può aumentare la tua autostima. E’ quanto emerge dallo studio della psicologa di Harvard Amy Cuddy, esperta in linguaggio del corpo, pubblicato sull’Independent (lo trovate a questo link). L’indagine rivela come le persone con forte autostima tendano ad assumere pose robuste e fiere. Il segreto per contrastare la mancanza di fiducia in se stessi, specie nelle donne, secondo l’esperta sarebbe quello di assumere la famosa posa da Wonder Woman (la famosa “the Wonder Woman pose che vedete in foto).

Testosterone, cortisolo e fiducia in se stessi
I benefici di questa postura non sono soltanto mentali, ma soprattutto fisici. Testosterone e cortisolo sono due ormoni che regolano le funzioni del corpo (il primo è quello che ci pone nell’ottica di correre dei rischi, mentre il secondo è quello che ci fa tentennare di fronte agli ostacoli della vita): grazie alla postura vincente riusciamo ad innalzare il livello del primo e ad abbassare quello del secondo. La posizione alla Wonder Woman altera il livello di questi ormoni dopo appena due minuti.

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Il peggior nemico siamo noi stessi: i segnali che ci stiamo autosabotando

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NEMICO NOI STESSI SEGNALI AUTOSABOTAGGIO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgStiamo sulla strada giusta per raggiungere il successo, eppure siamo pessimisti e non riusciamo a non ripeterci che:

non ce la faremo mai

E’ il chiaro sintomo di “self sabotage”, cioè del fatto che ci stiamo inconsciamente “autosabotando”. Per qualche ragione il nostro inconscio pone un freno alla nostra crescita personale, al raggiungimento degli obiettivi positivi che ci siamo prefissati. Esempi di autosabotaggio possono andare da semplici procrastinazioni e rinvii, all’impiego di scarse forze e concentrazione, alla scelta di circostanze ostili che possono chiaramente inficiare sui risultati.

Perché inneschiamo inconsciamente l’autosabotaggio?

La mente umana non sempre va molto d’accordo con i cambiamenti e tutto quello che ne consegue: li vede sempre come un potenziale pericolo, anche se la mente razionale sa benissimo che non è così. Per questo crea delle barriere naturali che ti fanno sentire a disagio quando vuoi o devi esplorare una situazione mai provata prima. E’ in questo che consiste la così detta “zona di comfort”: un limite marcato da tutte le cose che conosci e che hai già fatto, e che quindi consideri sicure. Tutto il resto, che ne sta al di fuori, causa timore e vergogna. Quando c’è l’occasione di migliorare la nostra vita con un cambiamento, anche se consciamente aneliamo il cambiamento, inconsciamente possiamo sviluppare dei comportamenti che lo impediscono, in modo da rimanere nella zona di comfort.

Con quale risultato?

Il risultato di questo comportamento sul lungo periodo è che perdiamo fiducia in noi stessi e col tempo rinunciamo alle migliori occasioni per poter migliorare la qualità della nostra vita, una vita fatta di rinunce, di insicurezze, di paure. Ci immergiamo in un circolo vizioso senza fine in cui meno pensiamo di valere, meno facciamo e ancor meno pensiamo di valere. Cerchiamo quindi di capire quali sono i segnali del fatto che ci stiamo autosabotando, per correggere in tempo il nostro comportamento e rompere finalmente le catene del circolo vizioso.

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Caratteristiche dell’autosabotaggio

Elenco ora una serie di caratteristiche che ho riscontrato nella maggioranza dei miei pazienti che tendo all’autosabotaggio.

Diamo il peggio di noi stessi per paura di cambiare

Una caratteristica dell’autosabotaggio è quella di non riuscire a far venire fuori le proprie qualità al momento opportuno. Non si tratta solo di avere poca autostima. Dietro a questo comportamento c’è anche la paura di affrontare un cambiamento. In pratica, per un processo inconscio irrisolto che ci portiamo dall’infanzia, facciamo in modo di restare ancorati al punto di partenza, in un cono d’ombra noto, che però impedisce di scommettere su se stessi.

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Cerchiamo degli alibi per non agire

Rimandare in attesa di un momento migliore che non arriverà mai. Oppure perdersi nel pianificare quel che potrebbe avvenire. O, ancora, aggrapparsi a luoghi comuni e, per esempio, dopo una storia finita male, dirsi che tanto  sono tutte cattive persone. Tutte strategie che portano a volare basso.

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Comportamenti, sentimenti ed azioni dell’autosabotatore

I tipici comportamenti, sentimenti ed azioni di chi tende ad autosabotarsi, sono:

  • spostare in avanti i propri impegni
  • Paura di fallire
  • Indecisione ed evitamento
  • Avere scarsa autostima
  • “curare” il proprio stress e la propria ansia con l’alcol, droghe, cibo, pornografia, gioco d’azzardo ed altri comportamenti che portano a dipendenze (comportamentali o da sostanza)
  • Altre abitudini malsane, come stare alzati fino a tardi
  • Negare i propri sentimenti
  • Compiacere gli altri
  • Avere relazioni che non sposano i vostri obiettivi, perché vi abbattono emotivamente o fisicamente, non soddisfano le vostre esigenze, oppure vi distraggono dagli obiettivi stessi
  • Paura di fallire
  • Vivere nella costante preoccupazione
  • Avere manie di perfezionismo
  • Giudicare e criticare se stesso e gli altri
  • Lamentarsi
  • Paragonare sempre la propria vita a quella degli altri

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Come uscire dall’autosabotaggio?

Quando siamo chiamati a mostrare le nostre qualità, cerchiamo di concentrarci sulle capacità di cui siamo più fieri. E poi facciamo un esperimento: chiediamo ad esempio ad un’amica di descriverci. Rendiamoci conto di come ci vedono gli altri (nella maggior parte dei casi, molto meglio di ciò che crediamo di essere), daremo una spinta al nostro amor proprio. Altro passaggio per non cadere nell’autosabotaggio è individuare e analizzare il nostro nemico per poter poi reagire in modo funzionale. Quando siamo affranti dai risultati deludenti siamo soliti abbandonarci alle classiche lamentele: “lo sapevo, non dovevo provarci, la solita sfortuna,….”; tutto questo comporta perdita di lucidità, ma soprattutto la possibilità di reagire in maniera propositiva. Quando viviamo un periodo “no”, ogni cosa sembra andare storta; una concomitanza di situazioni avverse, difficoltà e colpi di sfortuna che nell’insieme ci danno la sensazione di essere dentro a un tunnel da cui non si vede l’uscita.  Ma se, mentre li si vive, si sviluppa un atteggiamento mentale sbagliato, possono durare molto più a lungo. Il rischio principale, in questi casi, è che ci cuciamo addosso un personaggio: lo sfortunato a cui non ne va bene una. Una recita in parte consapevole che, inesorabilmente, farà andare male anche le cose che potrebbero funzionare. Per non cadere in questa trappola è bene sviluppare uno sguardo diverso su ciò che ci sta accadendo.

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Che problema ho?

A questo punto bisogna identificare i punti deboli che ci conducono inesorabilmente in questo tunnel maledetto: ho paura di non essere all’altezza per quell’impegno? Prendo tanti impegni e non riesco a dire mai di “No” a nessuno? Tendo a procrastinare?

Il mio problema è il mio ex marito che non mi passa gli alimenti. Ho in mente di andare dall’avvocato, ma continuo a procrastinare. Mi succede perché pur odiando il mio ex, temo che potrà non più rivolgermi la parola.

Ecco perché è importante elaborare: ora che conosco il nemico, posso sconfiggerlo: se non ho rispetto per lui perché mi preoccupo per lui? Il mio vero problema non è mio marito ma la solitudine!

Esempi

Vediamo qualche esempio pratico:

  • Se mi ritrovo a procrastinare  perché ho paura di rimanere sola… concentrerò i miei sforzi su nuove amicizie, così da gestire meglio il mio senso di solitudine: posso provare ad iscrivermi in palestra, a fare volontariato, ad iscrivermi a qualche gruppo su Facebook.
  • Se dico sempre di sì a tutti perché sono insicura/o, allora… posso correggere il tiro, posso per esempio rimandare la mia risposta: vedo se posso farlo, ti farò sapere.
  • Se rinuncio all’uscita con gli amici perché mi sento inadeguata…posso invece provare ad analizzare con obiettività l’atteggiamento degli amici nei miei confronti per capire se i miei pensieri sono infondati.

Se credi di starti autosabotando ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare il tuo problema.

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Aumenta la tua autostima ed impara ad amarti

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma AUMENTA AUTOSTIMA IMPARA AD AMARTI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgAvere autostima è uno dei fattori più importanti per vivere una vita felice: quando il livello di autostima è alto, ci sentiamo bene con noi stessi e siamo più capaci di affrontare gli altri e le situazioni difficili. Chi ha una autostima alta non si nasconde dietro ad una maschera fatta di dubbi o insicurezze ed affronta le critiche senza problemi, senza essere sopraffatti dalle emozioni, reagendo alle situazioni stressanti in modo costruttivo.

Noi che guardiamo noi stessi

Prima di continuare nella lettura dell’articolo, ti consiglio di eseguire un rapido e semplice test per misurare i tuoi livelli di autostima. Questo test lo puoi trovare seguendo questo link. L’autostima può essere definita come la visione che abbiamo di noi stessi. Se tale visione è positiva, ci reputiamo persone di valore,  crediamo in noi stessi e ci rispettiamo per quello che siamo. Al contrario, se tale visione è negativa, viviamo nella convinzione di non valere nulla, abbiamo un basso rispetto di noi stessi e la fiducia che riponiamo in noi stessi è pressoché assente.

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Quello che conta è ciò che sentiamo dentro

Le persone con bassa autostima fanno di tutto per sentirsi meglio. Arrivano a spendere una fortuna in abiti firmati o in interventi di chirurgia plastica, si ricoprono di gioielli costosi oppure si truccano in modo eccessivamente vistoso. Accettano i complimenti che vengono fatti loro senza crederci, perché nel loro profondo non credono in loro stesse. Da qui l’importanza di ciò che sentiamo interiormente e di come ci percepiamo.

Le tre facce dell’autostima

Una persona può avere una autostima normale, eccessiva o bassa. Vediamo le caratteristiche ed i pensieri di queste tre tipologie di persona.

Persona con autostima normale:

  • mi piaccio per quello che sono;
  • mi piace piacere, ma sono consapevole del fatto che non posso piacere a tutti;
  • mi accetto per quello che sono: pregi e difetti;
  • ho sbagliato ma non devo sentirmi in difficoltà (critica al comportamento);
  • posso gestire le critiche;
  • mi focalizzo sui miei punti di forza, sui miei pregi;
  • sono una persona positiva quindi penso positivo;
  • sono una persona indipendente.

Persona con autostima eccessiva:

  • sono perfetto;
  • devo piacere a tutti e, se c’è qualcuno a cui non piaccio, quella persona sbaglia e mi giudica male;
  • ho soprattutto pregi;
  • non sbaglio;
  • le critiche che mi vengono mosse sono sbagliate;
  • sono una persona positiva e le cose devono andarmi necessariamente bene;
  • non ho bisogno di nessuno a parte me.

Persona con bassa autostima:

  • non mi piaccio per quello che sono e cerco l’approvazione altrui tentando di compiacere gli altri;
  • ho bisogno di piacere;
  • non mi piace nulla di me;
  • ho sbagliato quindi devo rimproverarmi (critica a sé stessi);
  • le critiche mi distruggono. Le critiche non fanno altro che confermare quanto poco valgo, quanto sono stupido e senza speranza;
  • mi focalizzo solo sui miei punti deboli, sui miei difetti;
  • sono una persona passiva (lascio che gli altri mi calpestino);
  • faccio il prepotente (in questo modo rinforzo la mia bassa autostima);
  • dipendo dagli altri.

Parlando in generale:

  • le persone con autostima normale trattano sé stesse con il giusto livello di autocritica e con gentilezza: questo le fa sentire bene e porta a compiere azioni positive ed al successo;
  • chi ha un eccesso di autostima tende a trattare sé stesso con eccessiva indulgenza e ad abbassare al minimo il livello di autocritica: questo apparentemente lo fa sentire bene, ma lo porta a sovrastimare le proprie capacità ed a deprimersi quando non riesce a raggiungere gli alti risultati che sente di meritare;
  • le persone con bassa autostima tendono a denigrare sé stesse nella convinzione di non essere degne o di non essere mai abbastanza brave per un compito: questo comporta azioni negative, preoccupazione, ansia e circoli viziosi mentali che le porteranno a rendere meno di quanto possano.

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Il legame tra bassa autostima e dialogo interiore

Uno degli scopi principali di questo articolo è quello di far comprendere l’importanza che ricopre il dialogo interiore e dell’influenza che esso ha sugli stati d’animo e sulle azioni compiute. Il dialogo interiore delle persone con bassa autostima abbonda di pensieri negativi quali: “sono assolutamente inutile, senza speranza, stupido, una perdita di tempo”. Questo tipo di dialogo interiore, ovvero negativo, è uno dei maggiori ostacoli per riuscire a vincere la bassa autostima. Le persone con bassa autostima necessitano di interiorizzare nuovi messaggi; messaggi positivi che arricchiscano e nutrano la loro ‘autostima. Acquisire maggiore consapevolezza di sé stessi, sfidando continuamente questo dialogo interiore negativo, è vitale per costruire la propria autostima.

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Autostima e salute

Un basso livello di autostima può essere causa di stress intenso, poiché le persone con scarsa autostima hanno una visione negativa sia di loro stesse che del mondo in cui vivono. Alti livelli di stress possono portare a malattie psichiatriche, come la depressione, ed aumentare il rischio di molte altre patologie, come l’ipertensione arteriosa.

Le radici dell’autostima

Le origini dell’autostima sono da ricercare nell’infanzia. Se si ha la fortuna di avere genitori per i quali il nutrimento dell’autostima è una priorità, il bambino inizia a sviluppare un alto livello di autostima da subito. Al contrario, se il bambino si ritrova a dover crescere  in un ambiente dove i genitori o le persone che si prendono cura di lui non sono in grado di nutrire la sua autostima, egli inizierà a sviluppare una scarsa fiducia in sé stesso . I bambini con un elevato livello di autostima sono amati in modo incondizionato come  individui unici, con i loro pregi e difetti. È in questo modo che sviluppano quelle che potremmo definire le abilità di “auto-nutrimento”. I bambini con bassa autostima tendono ad essere amati in modo condizionato, ovvero solo nel momento in cui fanno qualcosa di buono o quando raggiungono un obbiettivo. Ecco perché non sono in grado di apprendere le abilità di “auto-nutrimento”.

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Le persone con bassa autostima necessitano di approvazione

Le persone la cui stima non è stata debitamente alimentata durante i primi anni dell’infanzia sono bramose di approvazione, desiderose di compiacere, dipendono dalle opinioni altrui e sono vulnerabili alle critiche. Possono arrivare a trascorrere la loro vita tentando di ricevere amore incondizionato facendo qualcosa di buono o raggiungendo obiettivi.

Accrescere la bassa autostima

Accrescere la bassa autostima può sembrare un obbiettivo difficile da raggiungere, poiché esso comporta l’attuazione di un percorso che va a scandagliare e scombussolare il nostro mondo interiore. È necessario ricercare l’origine dei pensieri negativi che abbiamo su noi stessi e sradicarli. Una volta compiuto questo passo è necessario “piantare” pensieri nuovi e salutari che necessitano di essere coltivati per poter diventare solidi e vigorosi. I semi non diventano fiori meravigliosi se non ricevono cure amorevoli e attenzione. Esistono persone che possono indirizzarci verso la giusta direzione, ma spetta a noi piantare semi salutari e coltivarli affinché diventino un mirabile fiore. Accrescere la fiducia in sé stessi aumenta positivamente l’autostima.

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Un diario personale

Potreste provare a tenere un diario dove annotare i vostri sviluppi personali:

  • Annotate le azioni che potete intraprendere per continuare ad implementare la vostra autostima;
  • Fate una lista delle persone con le quali volete complimentarvi. Pianificate cosa dire, ditelo e annotate in che modo il complimento è stato ricevuto;
  • Fate una lista completa di tutte le vostre qualità e ogni giorno di fronte ad uno specchio ditele ad alta voce usando “io” prima di ogni affermazione. Per esempio:
    • “Io sono una persona piacevole”;
    • “Io sono una persona responsabile”;
    • “Faccio bene ad esprimere le mie opinioni”;
    • “Faccio bene ad essere me stesso”;
    • “Io merito di essere felice”;
    • “Io credo in me stesso”;
    • “Io valgo”.

Se credi di avere un problema di bassa autostima ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire e superare questa situazione.

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Un semplice test per misurare i tuoi livelli di autostima e migliorarli

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TEST MISURARE AUTOSTIMA FACILE PROVA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl test che segue è il primo passo del percorso che state intraprendendo per aumentare la fiducia in voi stessi: vi permetterà di capire quali sono Continua a leggere

Sindrome da spogliatoio o dismorfofobia peniena: il pene sembra deforme o più piccolo o più grande di quanto sia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO UOMO DOCCIA TRISTE PENE PICCOLO ACQUA LAVA SAPONE DEPRESSIONE STANCO SESSO BARBA CAPELLI FACCIA PELLE CORPOUna delle paure più grandi di ogni uomo è quella di avere un pene diverso da quello degli altri uomini, paura – spesso totalmente immotivata – che porta ansia da prestazione e difficoltà ad approcciarsi con l’altro sesso per paura di mostrare al partner un pene che si ritiene essere deforme o troppo piccolo. Quando questa paura diventa un chiodo fisso, diventa la base su cui si instaura la dismorfofobia peniena, anche chiamata “sindrome da spogliatoio” in quanto chi ne soffre tende a evitare di fare la doccia insieme ad altri uomini in palestra o dopo l’attività sportiva nel timore di essere sottoposti a giudizio per via delle dimensioni o della forma dei propri genitali. A volte queste preoccupazioni non sono motivate dalla presenza di reali anomalie, ma ciò non impedisce ad alcuni uomini di diventare preda di idee ossessive e di comportamenti compulsivi, come il guardarsi continuamente allo specchio nel tentativo di confermare le proprie valutazioni o ricorrere a frequenti controlli medici per potere correggere il (presunto) problema.

Leggi anche: Mappa mondiale della lunghezza del pene: gli italiani quale posizione occupano?

Pene troppo grande per il rapporto

Uno dei lati più scientificamente interessanti della dismorfofobia peniena, in costante aumento tra gli uomini, è che questa patologia non porta necessariamente a vedere il proprio pene come deforme o più piccolo di come realmente sia: chi ne soffre può vedere il proprio pene più grande della realtà e può arrivare a pensare che queste sue dimensioni “esageratamente generose” potrebbero far male alla partner durante il rapporto.

Leggi anche: Differenza tra pene circonciso e normale: vantaggi e svantaggi

Le dimensioni di un pene normale ed il confronto con gli attori pornografici

E’ impressionante sapere che circa l’80% dei pazienti che si sottopongono a interventi di allungamento del pene non ne avrebbero alcun bisogno, avendo un organo genitale di dimensioni normali. Ciò rimanda ad una dismorfofobia peniena, che difficilmente si sarebbe risolta con l’ausilio di tecniche di allungamento chirurgiche e/o fisioterapiche: nessuna misura appare abbastanza normale a chi soffre di questa patologia. Ma quali sono queste dimensioni normali? I diversi studi effettuati sulla misurazione del pene, considerando la difficoltà a procedere in un’indagine valutata come invasiva e le varie tecniche di misurazione utilizzate, hanno evidenziato alcune dimensioni standard, ovvero relative alla media della popolazione (normalità statistica). La concordanza dei dati evidenzia una dimensione a riposo pari a 8-10 cm in lunghezza (dalla radice dorsale del pene alla punta). Allo stato di erezione, invece, la lunghezza media varia tra i 12-16 cm con una circonferenza pari a 11- 12 mm.
Lo stato di flaccidità del pene ha una dimensione del tutto variabile e questo dipende essenzialmente da alcuni fattori:

  • la struttura anatomica costituzionale dell’individuo;
  • agenti ambientali come temperature troppo elevate (il pene si distende); oppure troppo fredde (il pene si restringe);
  • condizioni di “salute” dello stesso individuo.

Inoltre, è importante sottolineare quanto la percezione che un uomo può avere del proprio organo genitale sia visivamente distorta rispetto al possibile confronto con un altro simile posizionato di fronte. Probabilmente l’uomo che rimane legato al concetto di potenza-virilità non verrà comunque rassicurato dai dati numerici prima accennati, bensì continuerà a confrontarli con le dimensioni degli organi genitali di uomini più dotati, iniziando un confronto anche con gli attori pornografici superdotati che lo vedrà, per ovvi motivi, quasi sempre sconfitto: tutto questo può rimandare costantemente ad una visione distorta della realtà dei fatti.

Il micropene e la capacità di adattamento della vagina

Gli specialisti concordano nel ritenere che è opportuno parlare di micropene quando la sua lunghezza, in stato di erezione, è inferiore ai 7 centimetri. Condizione davvero molto rara. Questo è stato definito in base all’impossibilità di un pene al di sotto di tale dimensione in erezione, di riuscire a penetrare la cavità vaginale. Infatti, le dimensioni del canale vaginale a riposo sono di circa 7,5 cm. E’ importante però ricordare che la vagina ha una particolarità essendo una cavità a dimensioni variabili: a riposo le sue pareti sono normalmente unite, durante il coito si allargano per accogliere il pene adattandosi alle sue dimensioni. La vagina possiede una grande elasticità e si conforma a dimensioni diverse, non perdendo mai il contatto con il pene che la penetra dal momento che la natura ha previsto che una perdita di opposizione non determinerebbe la stimolazione ritmica della prostata dell’uomo e quindi eiaculazione e concepimento.

Leggi anche: “Dottore, il mio pene si sta accorciando”: la sindrome della retrazione genitale

Troppa lubrificazione vaginale e poca sensazione di penetrazione

Alla luce di quanto appena detto si può quindi dire che la maggior parte dei peni, siano perfetti per la maggior parte delle vagine, tuttavia alcuni uomini durante la penetrazione hanno la convinzione che il loro pene non sia adatto per quella vagina. Questo viene riportato essenzialmente in alcune sensazioni dove è presente un’abbondante lubrificazione vaginale e dove la donna, non essendo più giovanissima, ha perso “tono vaginale”. Sarebbe necessario ricordarsi che, se la vagina è particolarmente lubrificata, è perché la donna sta vivendo un costante e piacevole stato di eccitazione e dovreste godere di ciò, invece, di farvi problemi sull’abbondanza del liquido vaginale e sulle dimensioni del pene. Anzi, dovreste preoccuparvi se la vostra partner fosse poco o per niente lubrificata! Sembra incredibile ma la lubrificazione vaginale rimane una delle prime causa di sindrome da spogliatoio. Il mio consiglio può essere quello di interrompere temporaneamente il rapporto ed asciugare il pene dall’eccesso di liquido lubrificante femminile, per tornare ad avvertire una sensazione di maggiore penetrazione.

Leggi anche: Il pene si accorcia o no con l’età? Come le misure cambiano negli anni

Diagnosi e cure

La diagnosi è relativamente facile, il soggetto – nonostante le sue dimensioni siano normali – tende generalmente a:

  • rivolgersi insistentemente al medico per avere rassicurazioni (di cui mai si sentirà realmente soddisfatto);
  • evitare i rapporti con l’altro sesso;
  • avere pensieri ricorrenti ed ossessivi riguardo alle dimensioni del pene;
  • avere ansia da prestazione;
  • guardarsi ripetutamente allo specchio i genitali alla ricerca di un difetto che non esiste;
  • guardare di nascosto gli altri peni (nei bagni, sotto le docce della palestra…) per confrontarsi con gli altri, sentendosi sempre il “perdente” del confronto (in ogni caso, anche quando in realtà il pene degli altri è più piccolo del proprio).

Se vi ritrovate in questo quadro, potreste aver bisogno dell’aiuto di un medico (terapia farmacologica) ed un psicoterapeuta che miri a lavorare sul disturbo d’ansia e sul vissuto problematico del soggetto, consentendogli di riappropriarsi della propria autostima e di imparare ad accettare il proprio corpo perché possa essere accettato anche dagli altri. Il problema va affrontato alla radice: la scarsa autostimaGli uomini che si convincono del fatto che i propri organi genitali siano differenti rispetto agli standard medi provano infatti scarsa stima per se stessi. Le loro ansie diventano di frequente motivo di disagio non soltanto nelle relazioni sessuali ma pure nei rapporti sociali e professionali, nei casi più gravi spingendo i soggetti con dismorfofobia all’isolamento.

Ed anche: Come misurare correttamente la lunghezza del pene

Intervento chirurgico o no?

L’intervento chirurgico è generalmente sconsigliato e va considerato solo se esiste realmente una qualche anomalia nella forma o nelle dimensioni del proprio pene che solo il medico può valutare: la chirurgia può rappresentare una soluzione capace di sollevare il paziente dalle sue preoccupazioni, restituendogli una normale vita di relazione, in tutti gli altri casi (pene normale) l’intervento chirurgico è da evitare essendo quasi sicuramente non risolutivo.

Se pensi di soffrire della sindrome da spogliatoio, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere il tuo problema.

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Autostima: come ritrovarla dopo un fallimento ed avere successo al tentativo successivo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO FACCIA BARBA CAPELLI FOLTI OCCHI BELLEZZA PELI FELICE CIELO ALLEGRO CONTENTO FELICITA RELAXQuando si fallisce in qualcosa, a prescindere dal tipo di azione o percorso intrapreso, rimane dentro di te quella sensazione di vuoto, di incompiuto che ti porta a pensare di non aver mai fatto abbastanza, di aver perso, senza possibilità di ripresa. Oggi vedremo come evitare questa emozione, come rialzarsi dopo un fallimento, qualsiasi esso sia.

Reazioni diverse al fallimento

Quando si parla di autostima e fallimento devi venire a patto con una realtà ineluttabile: ognuno di noi è diverso e vi sono migliaia di reazioni diverse rispetto quest’ultimo e altrettante migliaia ripercussioni su ciò che pensiamo di noi stessi. La stessa parola “fallimento” può essere applicata in più situazioni: perdere una partita di calcetto è un fallimento, ma anche non riuscire a superare un concorso importante lo è. Tutto ciò passa attraverso il nostro modo di vedere la vita: chi è più ottimista e nella vita ha “fallito poche volte” si riprenderà subito, i pessimisti e chi ha fallito molte volte avranno periodi “peggiori” e nei casi più estremi non si riprenderanno mai del tutto.

I passi da seguire per riprendersi

Piccolo o grande che sia il fallimento, nella maggioranza dei casi – a meno che il paziente non soffra di particolari patologie come la depressione, ad esempio, dove il caso si complica un po’ – la possibilità di riprendere le redini della propria vita e tornare “a vincere” sono alla portata di tutti. Di solito sono pochi gli step che è necessario intraprendere per riprendersi da un fallimento, ma è assolutamente necessario che questi siano affrontati, uno dopo l’altro e senza remore. Per comprendere che, quando si sbaglia, c’è sempre la possibilità di rimediare, partendo però sempre dall’umile presupposto che non sempre si è capaci di riuscire al meglio in qualsiasi campo della vita. Il “metodo” che voglio suggeriti oggi è ovviamente basato su piccoli passi che devi compiere su te stesso aiutato dal pensiero positivo e dalla tua capacità di analisi di ciò che ti accade.

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1) Prendi un bel respiro. Partiamo dal nostro corpo e più in particolare dal nostro apparato respiratorio: la respirazione è un’arma potente a nostro vantaggio, e non solo perché è capace di calmarci e rilassarci, ma perché contribuisce alla nostra ossigenazione e si sa che un cervello ben ossigenato ragiona meglio. Riflettici, fallire in qualcosa non è la fine del mondo. Prenditi un attimo per pensare, cerca di guardare ciò che è accaduto nella giusta prospettiva. Anche il fallimento è una piccola cosa rispetto al grande quadro della vita.

2) Esprimi ciò che senti. Quando fallisci è normale provare dei sentimenti. La maggior parte delle volte si tratta di sensazioni che fanno male, che corrodono l’animo. Trattenerle non può farti bene. E’ meglio tirar fuori tutto ciò che si prova, dare alla propria mente ed a se stessi lo spazio necessario per trovare il modo di reagire. Nascondere le proprie emozioni non aiuta a mantenere alta la propria autostima, ricordatelo. Possono infatti ripresentarsi quando meno te lo aspetti.

3) Ridefinisci il fallimento. Non prenderlo come tale ma vivilo come un semplice feedback della tua esperienza. In questo modo diventa qualcosa dal quale partire per migliorare e non qualcosa sul quale piangere lacrime amare. Non ha fallito la persona, è il metodo che ha fallito e quest’ultimo si può sempre cambiare.

4) Ricordati che il fallimento è una cosa temporanea. Qualsiasi cosa accada la vita va avanti. Ed il fallimento è solo una minima porzione della stessa. Un piccolo frammento dal quale è necessario riprendersi senza perdere la speranza né la fiducia che si ha in se stessi. Non è l’atto del fallire a dire chi siamo ma la capacità che abbiamo di riprenderci da una delusione o di combattere i fatti avversi della vita.

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5) Ricordati che non puoi sempre fare tutto perfettamente. E’ importante ricordare questo: non siamo perfetti e possiamo sbagliare. Ecco perché fallire può essere contemplato nel quadro generale della vita. Senza farsi troppi problemi ma al contempo impegnandoci a non cadere negli stessi errori.

6) Pensa positivo e ricomincia. Altro punto chiave: tira fuori l’ottimismo che c’è in te e rimettiti al lavoro. Pensare positivo è un toccasana, non dimenticarlo! Tuttavia nel rimettersi al lavoro, per minimizzare il rischio di un nuovo fallimento, la cosa migliore da fare è cambiare il metodo!

7) Cambia metodo. Qualsiasi sia l’azione intrapresa risoltasi in un fallimento, cambiare metodo di messa in pratica è sempre un ottimo mezzo per rialzarsi. Devi chiederti cosa puoi fare di differente rispetto a ciò che hai fatto e guardare a chi ha intrapreso quell’azione prima di te per chiedere consiglio e trovare l’ispirazione.

8)Fai il primo passo per ricominciare. E’ la cosa più difficile da fare, per questo l’abbiamo messo come ultimo punto, ma è di primaria importanza compiere questa azione. E’ contemporaneamente un passaggio e l’obiettivo da raggiungere.

Se credi di avere una bassa autostima ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riusciremo insieme a risolvere il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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