Se “sembra” impossibile… non è detto che lo sia davvero

ROCKYio: “voglio provarci”
tu: “lascia stare… sembra impossibile”
io: “hai detto bene”
tu: “cosa?” Continua a leggere

Non arrenderti mai

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Il segreto per avere una vita felice? Non perdere mai la fiducia nelle proprie possibilità. Non arrendersi mai, finché c’è aria nei polmoni e sangue nelle vene. E vedere in ogni salita, non una difficoltà… ma una opportunità!

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Riconquistare la fiducia del partner dopo averlo tradito

MEDICINA ONLINE TRADIMENTO 10 UOMINI DA EVITARE RELAZIONE GELOSIA PATOLOGICA NORMALE DIFFERENZE GEALOUS GIRL BOY MAN WOMAN LOVE WALLPAPER AMICIZIA RAPPORTO SESSO TRADIRE FIDANZATI MATRIMONIO MARITO MOGLIE SCOPRIRE HDLa scoperta dell’infedeltà, a partire da sms, conversazioni telefoniche o scambi segreti di messaggi via internet fino ad arrivare a relazioni extraconiugali a lungo termine, può essere un’ “esperienza estremamente devastante”. Tradire il partner e mentire per nascondere la situazione in modo naturale provoca diffidenza e sospetto nel partner tradito. Ciononostante, una coppia può ricostruire la fiducia. I tempi e il livello recupero dal trauma sono condizionati in larga misura dalle azioni del partner infedele. Molti adulteri, tuttavia, non capiscono i sentimenti provati dal partner e non sanno come fare per ricostruire la fiducia. I passaggi seguenti aiuteranno coloro che hanno tradito ma hanno intenzioni serie di ricostruire la fiducia e salvare la loro relazione.

1) Smettila di mentire e sforzati di essere sincero. Dopo aver tradito la fiducia del partner, alimenterai ulteriormente la ferita continuando a mentire, ingannare, nascondere o negare. Accetta la sfida dell’onestà a tutti i livelli. È l’unico modo per recuperare la tua integrità.

  • Inizia a pensare a te stesso come a qualcuno di cui la tua partner dovrebbe e può fidarsi. Pensare a te stesso in questo modo è il primo passo per riuscirci. Quindi falle sapere che desideri che si fidi ancora di te.
  • Racconta la storia completa fin dall’inizio e fallo di tua spontanea volontà. Una confessione spontanea costituisce un passo fondamentale per iniziare a ristabilire la fiducia.
  • Non omettere e non nascondere alcuni aspetti della verità. Così facendo non proteggerai la tua partner. In realtà, è impossibile attribuire le colpe o risolvere i problemi senza condividere i fatti in modo completo. Nonostante la verità possa in breve tempo ferire la tua partner, la sincerità sarà necessaria per una riconciliazione nel lungo periodo.
  • Racconta sempre la verità andando avanti. È probabile che vengano a galla ulteriori bugie che impediranno al processo di riconciliazione di procedere. La tua partner potrebbe fare domande di cui conosce già la risposta per verificare la tua onestà. Potrebbe inoltre aver imparato a smascherare la tua disonestà attraverso il linguaggio del corpo, il modo di parlare e altri mezzi. Infine, le bugie ti porteranno probabilmente a fare un passo indietro nella relazione.

2) Poni fine, apertamente e in modo esplicito, alla relazione con la persona con la quale è avvenuto il tradimento. Questa persona fa parte del problema, seppur involontariamente. Il suo ruolo non può essere ignorato. Se non metti la parola fine, potrebbe non essercene mai una.

  • Sii coraggioso. Ammettere le tue colpe di fronte all’altra persona potrebbe essere un tantino imbarazzante, soprattutto se non era al corrente del tradimento, ma nel lungo periodo potrebbe ristabilire la fiducia nella tua partner.
  • Anche se dovresti tenere presente i sentimenti dell’altra persona, non attaccarti alla scusa di dire che non vuoi mettere l’altra persona nella condizione di dare un taglio alla storia o di scoprire il tuo tradimento. Ricorda piuttosto che i sentimenti della tua partner dovrebbero essere ancora più importanti per te.
  • Considera la possibilità di chiedere anche all’altra persona di scusarsi (se sapeva che stavi tradendo ed era consenziente). È molto importante nel caso in cui questa persona continui a influenzare la vostra vita.
  • Se l’hai tradita con una collega, ricorda che i tuoi incontri quotidiani con lei potrebbero rendere molto difficile per la tua partner ricominciare a fidarsi di te. Metti davanti a tutto le tue priorità e fai quello che devi fare.
  • Mostra alla tua partner il messaggio “di rottura” o lascia che ascolti mentre comunichi le tue intenzioni all’altra persona. Se non ti vede e non ti sente dire all’altra persona che è tutto finito (o che sei stato infedele, tanto per cominciare), potrebbe non crederti. Inoltre, potrebbe esserti d’aiuto comunicare alla tua partner che lei è importante, non un’altra donna. Non puoi sottovalutare l’importanza di questa azione.

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3) Assumiti la responsabilità dei tuoi errori. Tradire è una scelta al 100%. Accetta il fatto che hai commesso un errore e ammettilo di fronte alla tua partner spontaneamente, non sotto pressione o minaccia.

  • Nonostante la tua partner sia colpevole per aver commesso molti errori, non prendertela con lei per averla tradita. Invece di tradirla, avresti potuto affrontare la questione con onestà in modo diverso. Mentre discuti degli errori della tua partner, evita di sottintendere che il tuo tradimento e le tue bugie sono dipesi dai suoi errori. Non è vero.
  • Non aspettarti comprensione. Anche la tua partner potrebbe essere stata infelice o frustrata durante la vostra relazione ma, a differenza tua, ha deciso di non mentirti e di non tradirti.
  • Evita le solite vecchie finte scuse che comprendono la tentazione, la seduzione da parte di qualcun altro, la confusione, il non rendersi conto di cosa sta succedendo, il non avere intenzione di farlo o l’essere caduto preda dell’influenza altrui. A meno che tu non sia stato costretto, è stata una tua scelta, e la tua partner lo sa.
  • Evita di avere un atteggiamento di difesa. Stare sulla difensiva non farà altro che infiammare la situazione e ti impedirà di occuparti dei tuoi errori. Non è il momento per “la miglior difesa è l’attacco”. È il momento di essere pentito, pieno di rammarico e rimorsi, comprensivo, compassionevole, sincero e disponibile dal punto di vista emotivo.

4) Rispondi alle domande. È estremamente difficile per un partner tradito sapere che c’è un’altra persona al mondo che ha più informazioni sul suo matrimonio.

  • La tua partner vorrà conoscere una serie di dettagli e ti farà domande a cui potresti non voler rispondere, ma è un peccato non farlo. La tua partner farà riferimento ai tuoi racconti precedenti e ti chiederà di confermarle se “questo” o “quello” era una bugia.
  • È alle prese con la verità riguardo a tutte quelle piccole cose che non quadravano quando mentivi, e se hai manipolato psicologicamente la tua partner in quel periodo (facendole credere o spingendola a credere che era tutto frutto della sua immaginazione), le hai provocato un’altra ferita dalla quale dovrà guarire. Di conseguenza, porre una serie di domande aiuterà la partner tradita ad arrivare subito al dunque, ottenendo così le informazioni necessarie per affrontare quella sensazione di essere all’oscuro mentre il partner cercava di nasconderle la verità.
  • Tieni presente che le domande riguardanti l’altra donna (“Era carina/sexy/intelligente?”) potrebbero in realtà rappresentare un’insicurezza dovuta alla tua infedeltà. Anche se non dovresti mentire riguardo alle cose che ti piacevano della persona con cui hai commesso adulterio, sfrutta questi momenti come un’opportunità per consolidare le ragioni per cui ti piace la tua partner.

5) Sii paziente mentre la tua partner ricostruisce la fiducia. Il sospetto e la diffidenza sono reazioni naturali quando una persona è stata tradita e ingannata; dopotutto, le prove sostengono la tesi che non sei affidabile. La fiducia può essere ricostruita, ma non è un processo rapido persino per le persone buone.

  • Confessa le tue colpe, chiedi scusa e giura di rimanere sincero in futuro, ma non aspettarti che sia abbastanza per far tornare tutto alla normalità.
  • Metti in conto che la tua partner attraverserà un periodo caratterizzato da emozioni altalenanti. Cambiamenti d’umore, disturbi del sonno e dell’appetito, problemi di salute, rinunce e pianti improvvisi sono fattori normali. Potrebbe stare bene oggi ma essere distrutta di nuovo domani. Sii paziente durante questa fase.
  • Non dettare il tempo che dovrebbe impiegare la tua partner per “superare la cosa”, e non domandarle nemmeno quali sono i tempi previsti. Piuttosto, fai tutto il possibile e confrontati con lei periodicamente per capire a che punto è.
  • In questo periodo, il rapporto con la tua partner non è necessariamente un indicatore di come sarà d’ora in avanti. Il sospetto e la diffidenza della tua partner possono alla fine scomparire col tempo.

6) Stalle vicino. La tua partner ha bisogno di affrontare la situazione insieme a te. Come minimo occorre che tu sia disponibile dal punto di vista emotivo. Tuttavia, anche essere presente fisicamente può aiutare, poiché contrasterà la sensazione della tua partner di non essere apprezzata da te.

  • Sii pronto ad ascoltarla, anche se sei tu la causa della sua sofferenza. Altrimenti, la tua partner avrà perso una delle persone più importanti della sua vita a cui rivolgersi in cerca di sostegno: tu.
  • Sii pronto a rispondere alle domande affinché la tua partner non provi una sensazione di disperazione, a inserire i dettagli nel modo corretto invece di farli inserire a lei nel modo sbagliato, e a evitare che sia sospettosa, cosa che spesso accade quando la persona infedele è assente.
  • Sii paziente. Nonostante possa essere difficile rispondere alle domande e affrontare la diffidenza della tua partner, farlo subito eviterà contraccolpi in seguito.
  • Renditi conto che per un po’ di tempo, quando trascorri del tempo con altre persone, la tua partner può diventare sospettosa. Ancora una volta, non liquidare questa specie di diffidenza come paranoia. Al contrario, adoperati per combatterla con schiettezza.
  • Se non puoi essere presente fisicamente con la tua partner, tieni il telefono acceso quando è possibile, in modo da essere raggiungibile. Potrebbe anche non avere bisogno di chiamarti o mandarti un messaggio, ma sapere dove sei e che sei disponibile, potrebbe aiutarla a vederti sotto una luce più positiva.
  • Chiedi alla tua partner in modo attivo se mangia, dorme, ecc. e se sta bene. Sembra una cosa basilare, ma se la tua consorte è in uno stato traumatico, potrebbe avere qualcosa che non va ed essere troppo turbata per comunicare e persino far fronte ai suoi bisogni personali. È in parte tua la responsabilità di prevedere e rispondere a tali bisogni.
  • Sii disponibile mantenendoti a una distanza adeguata, anche se la tua partner ha bisogno di stare un po’ da sola.
  • Se la tua partner prova a mettere fine alla vostra relazione, esprimi con molta chiarezza che non è quello che vuoi, e proponi ulteriori cambiamenti per avvalorare le tue parole con i fatti. Nonostante tu possa dover accettare una pausa di qualche tipo, se non chiarisci (in modo rispettoso) che non vuoi perderla, penserà che non ti importa di lei. Si tratta di un messaggio che vuoi che risuoni forte e chiaro, soprattutto dopo un tradimento.

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7) Fai sentire la tua partner ancora la n.1. Quando l’hai tradita, hai rivolto attenzioni e importanza, che normalmente avresti riservato alla tua partner, a qualcun altro. Di conseguenza, questo comportamento potrebbe far sentire la tua partner non apprezzata o sprovvista di alcune caratteristiche che hai cercato nella persona con cui l’hai tradita. Questo potrebbe inoltre far credere alla tua partner che altre persone non capiscono che per te è importante. Spetta a te contrastare queste sensazioni convincendola che non la tradirai più.

  • Domandati se stai dimenticando di riconoscere il valore della tua partner. È possibile che quello che cercavi al di fuori della vostra relazione era in realtà disponibile da sempre nella relazione stessa, ma che semplicemente non te n’eri accorto o non hai lasciato che accadesse.
  • Fai un elenco delle cose che rendono speciale la tua partner. Prova a riconoscerne il valore nella tua mente e nel tuo cuore. Esprimi e mostra anche apprezzamento. I complimenti possono sollevare un ego offeso e un cuore ferito. Ma ancora meglio, rassicurala dell’importanza che ha per te in modo esplicito e attraverso i fatti.
  • Dimostrale che la ami. Le tue azioni potrebbero aver messo in dubbio il tuo amore nei suoi confronti. Dedicarti a questo obiettivo è importante soprattutto subito dopo l’accaduto.
  • Mostra e comunica agli altri che la tua partner è importante per te. Questo non contribuirà solo a mostrarle che tieni molto a lei, la aiuterà anche a superare qualsiasi sentimento di umiliazione. Potrebbe inoltre aiutarti a sentirti meglio con te stesso.

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8) Sii schietto. Più dimostri di essere schietto, meno la tua partner sentirà la necessità di controllare quello che fai.

  • Quando sei da solo, la tua partner potrebbe domandarsi se sei dove hai detto di essere. Riduci le sue insicurezze facendole sapere cosa fai e sentendola per messaggio o tramite brevi chiamate quando non sei a casa.
  • Invita la tua partner in luoghi dove di solito vai da solo (in palestra, fuori con gli amici, ecc.). Anche se non dovesse accettare l’invito, la tua proposta le dimostrerà che non hai nulla da nascondere.
  • Tieni presente che il tuo telefono, e-mail, casella vocale e persino altre cose come le fatture potrebbero essere percepite dalla tua partner come fonti di segreti e bugie. Se scegli spontaneamente di lasciare libero accesso a tali cose, la tua partner potrebbe fidarsi di te più velocemente e facilmente di prima. (Se non puoi farlo, è giusto chiederti cosa nascondi). Nonostante possa decidere di non controllare mai queste cose, il solo fatto di averle rese disponibili potrebbe rappresentare un enorme passo avanti per riconquistare la sua fiducia.
  • Alcuni di questi passaggi potrebbero sembrarti una violazione della tua privacy. Ricordati che le relazioni serie dovrebbero contemplare innanzitutto questo tipo di franchezza. Inoltre, insistere con il tuo diritto di nascondere le cose non farà altro che rafforzare il senso di diffidenza che hai generato nella tua partner quando l’hai tradita.
  • Non tentare di trascorrere del tempo con altre persone in segreto. Sapere che qualcun altro è degno di passare del tempo in segreto con te potrebbe ferirla e, peggio ancora, alimenterà in lei la sensazione di non potersi fidare di te.

9) Evita di mettere il dito nella piaga.

  • Ricorda che solo perché la tua partner non solleva l’argomento del tradimento, non significa che non ci pensi.
  • Evita di aggiungere ulteriore stress alla relazione, soprattutto nelle settimane appena dopo che il tradimento è venuto a galla.
  • Evita di mettere gli amici davanti alla tua partner, trascorrere del tempo con amici o colleghi del sesso da cui sei attratto, fare commenti sul fascino esercitato da altre persone, o stringere nuovi rapporti nelle settimane successive al tradimento. Così facendo potresti rigirare il coltello nella piaga.
  • Scegli le tue battaglie usando il buon senso. Tieni a mente che adesso non è necessariamente il momento di litigare su determinati argomenti, in particolare quelli relativi alla privacy e alla possessività. Hai destabilizzato i suoi sentimenti di sicurezza nella relazione e nei confronti del mondo ed è la schiettezza e la comprensione che glieli restituiranno, non la combattività e le discussioni.
  • Non dare alla partner l’opportunità di pensare “Se riuscivi a rimanere in piedi e a fare tutte le cose con la persona con cui mi hai tradito, allora puoi fare lo stesso con me”.

9) Cogli l’opportunità di ravvivare il vostro rapporto.

  • Sii riconoscente. La tua consorte ha deciso di restare insieme a te anche dopo il tradimento. Non importa quanto sia adirata, meschina o imprevedibile, ha dimostrato un grande amore nei tuoi confronti e, in molti casi, una grande forza di carattere nello scegliere di fidarsi ancora di te. Dimostrale rispetto e gratitudine per questa decisione.
  • La tua partner potrebbe considerarti ora una sorta di estraneo. Addirittura tu stesso potresti sentirti un estraneo nei confronti di te stesso mentre rifletti sulla tua scelta di assumere comportamenti dei quali non vai fiero e sul tuo fare affidamento sull’inganno e il riserbo per nasconderli. Scegli di vivere come l’uomo che vuoi essere.
  • Potrebbe essere d’aiuto pensare di cominciare da capo, come fosse una nuova relazione. Ad esempio, trova nuovi posti o attività da condividere. Per alcune coppie, rinnovare la promessa di matrimonio potrebbe rappresentare un nuovo inizio simbolico della relazione. Questo approccio potrebbe aiutare te e la tua partner a occuparvi del tradimento (e anche di altre questioni); molte coppie raccontano che la loro relazione è diventata in seguito più felice e più soddisfacente.
  • Assicurati che la tua partner e le persone che ti circondano (ad esempio famiglia, amici, colleghi, bambini) si rendano conto che lei significa tutto per te ed è (ancora una volta) al primo posto nella tua vita. Parla bene di lei in modo naturale, facendo attenzione a difendere la sua reputazione nel parlare con gli altri.
  • Dille spesso che la ami ed esprimilo con intensità, dal cuore, guardandola negli occhi. Dire “Ti amo COSÌ tanto” acquisterebbe ancora più significato. La tua consorte potrebbe non ricambiare con le stesse parole, ma ricorda che sta cercando di cicatrizzare la ferita. Ricambiare con un “Ti amo” potrebbe farla sentire vulnerabile. Si sente tradita e sta tentando di sviluppare meccanismi di difesa. TU l’hai tradita. È tua la responsabilità di abbattere i “muri di difesa”; non importa quanto tempo occorrerà.
  • Apprezza la seconda possibilità che ti è stata concessa, sia all’inizio sia periodicamente nel corso degli anni successivi. A volte, ricordare cosa è accaduto non solo consoliderà il duro lavoro che hai fatto con la tua partner per recuperare il rapporto, ma contribuirà anche ad evitare di farti fare un’altra scelta sbagliata in futuro.
  • Non tradirla di nuovo. La terza possibilità è molto più rara della seconda.

Altri consigli

  • Trova il tempo per corteggiarla ancora. Probabilmente, durante la tua relazione extraconiugale, hai dedicato all’altra persona quelle piccole attenzioni che eri solito dedicare a tua moglie. Regalale fiori, dedicale canzoni significative, bigliettini o pensieri inaspettati, dicendole quello che ami in lei. Tua moglie si domanderà perché eri così romantico con la persona con cui l’hai tradita, ma hai perso tutto il romanticismo con lei. Se continui a trascurarla in questo ambito, non si sentirà mai abbastanza speciale da ricevere queste attenzioni come invece lo era l’altra persona. Tua moglie non si sentirà amata di più rispetto all’persona per la quale eri disposto a fare queste cose. Con tutta probabilità non ti chiederà di rivolgerle queste attenzioni, perché vuole sapere che provengono dal cuore. Tua moglie vuole vedere che sei tu a decidere che si merita quel gesto/pensiero o azione in più. Se dovesse essere lei a suggerirti queste cose, non sentirà mai che sono fatte davvero con il cuore e con significato, poiché è stata lei a dirtelo, non una tua iniziativa personale. È molto doloroso se hai fatto tutto questo per l’altra persona.
  • Ricorda che i giorni e le settimane immediatamente successivi alla scoperta dell’adulterio sono di vitale importanza e le tue azioni in questo arco di tempo determineranno in larga misura i tempi di recupero del vostro rapporto. Se la tua consorte si sentirà sostenuta, amata, rispettata e sicura nel discutere i suoi sentimenti in questo periodo di tempo, le possibilità di recupero della vostra storia aumenteranno notevolmente. Se, al contrario, la tua consorte si sente sola, ignorata e all’oscuro della situazione, sarà molto più complicato riconquistare in seguito la sua fiducia.
  • Stai in guardia da discussioni che apparentemente non sono attinenti ma che potrebbero invece costituire una proiezione della questione. Tieni presente che nonostante tu possa discutere animatamente su chi ha lavato i piatti l’ultima volta, in realtà staresti probabilmente discutendo in modo marginale sulla tua relazione extraconiugale, anche se questo argomento dovrebbe essere trattato senza dubbio durante una seduta con un consulente (cioè quanto tempo hai dedicato alla relazione extraconiugale). A volte è difficile stabilire i fattori che scateneranno i pensieri di tua moglie riguardo alla relazione extraconiugale; in realtà, potrebbe addirittura non rendersi conto di proiettare questi argomenti su questioni apparentemente quotidiane. Una buona regola pratica consiste nel dare per scontato che qualsiasi questione rispetto alla quale la tua consorte appare eccessivamente arrabbiata per un qualcosa di apparentemente irrilevante, potrebbe rientrare in questa categoria. Se così accade, è insensato fare semplicemente marcia indietro, poiché in questo modo potrebbe instaurarsi un atteggiamento remissivo di cui potresti pentirti in seguito. Tuttavia, tieni a mente che la tua partner è in uno ‘stato emotivo imprevedibile e turbolento’ e sii il più possibile comprensivo.
  • Se la tua consorte ti chiede di fare qualcosa (di sensato) per aiutarla a superare il trauma (ad esempio leggere questo articolo), considera che aspettare che te lo chieda per la seconda volta o rimandare, lascerà intendere che non hai rimorsi e non ti preoccupi delle sue necessità.
  • Un buon consulente potrebbe aiutare te e la tua partner a discutere dei problemi e rimettere in sesto il vostro rapporto.
  • Ricorda la tua promessa e il motivo per cui all’inizio ti sei innamorato/hai sposato tua moglie.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Che significa “effetto placebo” e perché un placebo funziona?

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROIl placebo (dal latino placere, letteralmente “io piacerò”) è una una sostanza priva di principi attivi specifici, ma che sono amministrate come se avessero veramente proprietà curative o farmacologiche. Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento in teoria non dovrebbe migliorare grazie ad un placebo, dal momento che non contiene alcun principio attivo farmacologico, cioè nessuna sostanza che possiede una attività biologica terapeutica. Nonostante ciò, la salute di un paziente può realmente migliorare grazie ad un placebo, ma solo a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Questo miglioramento indotto dalle aspettative positive del paziente è detto “effetto placebo”.
L’effetto placebo non è circoscritto solo ad alcune patologie ma si può manifestare nel corso di terapie sia di malattie mentali che di psicosomatiche e somatiche, potendo coinvolgere quindi ogni sistema o organo del paziente.

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Sperimentazione in doppio cieco
Nel caso di una terapia con principi attivi specifici, l’effetto imputabile alle aspettative del paziente può sovrapporsi e aggiungersi all’effetto diretto della terapia: per distinguere tra l’effetto placebo e l’effetto diretto della terapia bisogna ricorrere a studi clinici controllati. In particolare, nella sperimentazione clinica, un nuovo farmaco si giudica efficace solo se dà risultati significativamente diversi da un placebo. La sperimentazione circa l’effetto placebo avviene in “doppio cieco”, cioè una sperimentazione dove né chi compie il test, né il paziente sono al corrente di quale sia il farmaco e quale il placebo.

Come è possibile che il placebo funzioni?
L’effetto placebo e i suoi principi di funzionamento sono prevalentemente stati compresi ed interpretati in termini psicologici: il meccanismo alla base è psicosomatico nel senso che il sistema nervoso, in risposta al significato pieno di attese dato alla terapia placebica prescrittagli, induce modificazioni neurovegetative e produce una serie numerosa di endorfine, ormoni, mediatori, capaci di modificare la sua percezione del dolore, i suoi equilibri ormonali, la sua risposta cardiovascolare e la sua reazione immunitaria. In una certa misura possono confondersi con l’effetto placebo anche la guarigione spontanea di un sintomo o di una malattia, così come pure il fenomeno della regressione verso la media. In altre parole il paziente si rivolge al medico “quando proprio non ne può più” e poi i suoi disturbi rientrerebbero comunque nella media. Questo ritorno ai livelli normali del disturbo può essere scambiato per effetto placebo.
Alcuni sostengono che sia difficile analizzare il fenomeno del placebo e dell’effetto, poiché in base ai propri modelli culturali si privilegiano ora le caratteristiche del placebo, ora le dinamiche del rapporto medico-paziente, ora l’ipotesi di una determinante personologica; da qui anche la distinzione tra chi risponde al placebo (placebo responders) e chi non è ricettivo all’effetto placebo (non responders). Alcuni autori affermano che ci siano alcuni fondamentali elementi costitutivi dell’effetto placebo: il farmaco placebo o mezzo, l’operatore o terapeuta, la capacità del paziente di rispondere o di essere refrattario al placebo, l’ambiente nel quale si effettua il trattamento.
Negli studi clinici controllati (in cui un farmaco “nuovo” lo si confronta spesso con il placebo per definirne l’efficacia specifica) il dilemma etico è invece se sia corretto usare come confronto il placebo quando esistono già in commercio farmaci di efficacia documentata i quali potrebbero venire essi usati per il confronto con il farmaco nuovo.
Ci sono al riguardo posizioni più radicali negative e altre più conciliative, secondo le quali l’uso del placebo è ammissibile anche in questo caso, ma condicio sine qua non è che: 1) i soggetti avviati a trattamento con placebo abbiano dato ad hoc un consenso libero e adeguatamente informato e 2) che la non erogazione di un trattamento efficace già disponibile non comporti comunque pericoli o conseguenze gravi.
La determinazione e l’accertamento dei meccanismi d’azione del placebo è complicata dal numero di variabili che intervengono nel determinare l’effetto e ogni studioso tende a privilegiare ora una strada ora un’altra (ad esempio i ricercatori di indirizzo biologico cercano spiegazioni dell’effetto placebo in meccanismi molecolari e neurochimici, così quelli di indirizzo psicologico si rifanno alle teorie psicodinamiche).
È tuttavia plausibile sostenere che nell’effetto placebo entrino in gioco molteplici fattori, tra questi:

  • fattori biologici (ad es. le endorfine che medierebbero l’effetto antalgico placebo)
  • suggestione e l’autosuggestione

In definitiva, il placebo, sebbene mal definibile in termini di causazione, può essere inteso come un insieme di fattori extrafarmacologici capaci di indurre modificazioni dei processi, anche biologici, di guarigione intervenendo a livello del sistema psichico: non per nulla molti autori considerano quasi sinonimi i termini placebo e suggestione.

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Effetti del placebo
Per delle patologie con una rilevante componente psicosomatica (p. es. emicrania o insonnia) l’analisi di prove “in cieco” dimostrano un effetto placebo fino all’80% con un valore medio tra il 35 ed il 40%, variabilità che in misura rilevante dipende (ma non solo) dalla patologia. Anche negli studi in doppio cieco si può dimostrare che, raddoppiando la dose di placebo (che pure è privo di attività specifica), si ottiene un effetto terapeutico superiore a quello indotto da una dose minore. L’effetto placebo è riscontrabile anche in patologie organiche come l’artrite reumatoide, l’osteoartrite o l’ulcera peptica e persino in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico. In alcuni interventi di cardiochirurgia, o in artroscopia, o anche attuati in soggetti sofferenti di dolore addominale persistente, sottoposti a precedenti interventi sull’addome per rimuovere le aderenze, la terapia chirurgica fasulla (sham operation) ha prodotto gli stessi benefici di quella vera. Moerman sottolinea come non si tratti solo di un effetto di suggestione ma di una risposta biochimica, ormonale e immunitaria del corpo, in risposta al significato attribuito dal soggetto all’atto terapeutico. È dimostrato che qualunque terapia medica, comprese quelle complementari alternative, se attuata in un clima di fiducia reciproca tra paziente e terapeuta, anche grazie all’effetto placebo, può apportare benefici al paziente stesso. Alcuni studi hanno provato a dimostrare che i placebo possono anche avere effetti positivi sulla esperienza soggettiva di un paziente che è consapevole di ricevere un trattamento senza principi attivi, rispetto a un gruppo di pazienti controllato che consapevolmente non ha ottenuto un placebo.

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Il semplice gesto che fa aumentare la tua autostima

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma IL GESTO CHE FA AUMENTARE TUA AUTOSTIMA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVuoi aumentare la tua autostima con un semplice gesto? Uno dei segreti per aumentare la fiducia in se stessi passa dalla postura che si assume: tenere il busto dritto, testa alta e petto in fuori può aumentare la tua autostima. E’ quanto emerge dallo studio della psicologa di Harvard Amy Cuddy, esperta in linguaggio del corpo, pubblicato sull’Independent (lo trovate a questo link). L’indagine rivela come le persone con forte autostima tendano ad assumere pose robuste e fiere. Il segreto per contrastare la mancanza di fiducia in se stessi, specie nelle donne, secondo l’esperta sarebbe quello di assumere la famosa posa da Wonder Woman (la famosa “the Wonder Woman pose che vedete in foto).

Testosterone, cortisolo e fiducia in se stessi
I benefici di questa postura non sono soltanto mentali, ma soprattutto fisici. Testosterone e cortisolo sono due ormoni che regolano le funzioni del corpo (il primo è quello che ci pone nell’ottica di correre dei rischi, mentre il secondo è quello che ci fa tentennare di fronte agli ostacoli della vita): grazie alla postura vincente riusciamo ad innalzare il livello del primo e ad abbassare quello del secondo. La posizione alla Wonder Woman altera il livello di questi ormoni dopo appena due minuti.

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Il peggior nemico siamo noi stessi: i segnali che ci stiamo autosabotando

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NEMICO NOI STESSI SEGNALI AUTOSABOTAGGIO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgStiamo sulla strada giusta per raggiungere il successo, eppure siamo pessimisti e non riusciamo a non ripeterci che:

non ce la faremo mai

E’ il chiaro sintomo di “self sabotage”, cioè del fatto che ci stiamo inconsciamente “autosabotando”. Per qualche ragione il nostro inconscio pone un freno alla nostra crescita personale, al raggiungimento degli obiettivi positivi che ci siamo prefissati. Esempi di autosabotaggio possono andare da semplici procrastinazioni e rinvii, all’impiego di scarse forze e concentrazione, alla scelta di circostanze ostili che possono chiaramente inficiare sui risultati.

Perché inneschiamo inconsciamente l’autosabotaggio?

La mente umana non sempre va molto d’accordo con i cambiamenti e tutto quello che ne consegue: li vede sempre come un potenziale pericolo, anche se la mente razionale sa benissimo che non è così. Per questo crea delle barriere naturali che ti fanno sentire a disagio quando vuoi o devi esplorare una situazione mai provata prima. E’ in questo che consiste la così detta “zona di comfort”: un limite marcato da tutte le cose che conosci e che hai già fatto, e che quindi consideri sicure. Tutto il resto, che ne sta al di fuori, causa timore e vergogna. Quando c’è l’occasione di migliorare la nostra vita con un cambiamento, anche se consciamente aneliamo il cambiamento, inconsciamente possiamo sviluppare dei comportamenti che lo impediscono, in modo da rimanere nella zona di comfort.

Con quale risultato?

Il risultato di questo comportamento sul lungo periodo è che perdiamo fiducia in noi stessi e col tempo rinunciamo alle migliori occasioni per poter migliorare la qualità della nostra vita, una vita fatta di rinunce, di insicurezze, di paure. Ci immergiamo in un circolo vizioso senza fine in cui meno pensiamo di valere, meno facciamo e ancor meno pensiamo di valere. Cerchiamo quindi di capire quali sono i segnali del fatto che ci stiamo autosabotando, per correggere in tempo il nostro comportamento e rompere finalmente le catene del circolo vizioso.

Leggi anche: Dimmi che padre hai e ti dirò che l’uomo che cerchi e che fa per te

Caratteristiche dell’autosabotaggio

Elenco ora una serie di caratteristiche che ho riscontrato nella maggioranza dei miei pazienti che tendo all’autosabotaggio.

Diamo il peggio di noi stessi per paura di cambiare

Una caratteristica dell’autosabotaggio è quella di non riuscire a far venire fuori le proprie qualità al momento opportuno. Non si tratta solo di avere poca autostima. Dietro a questo comportamento c’è anche la paura di affrontare un cambiamento. In pratica, per un processo inconscio irrisolto che ci portiamo dall’infanzia, facciamo in modo di restare ancorati al punto di partenza, in un cono d’ombra noto, che però impedisce di scommettere su se stessi.

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Cerchiamo degli alibi per non agire

Rimandare in attesa di un momento migliore che non arriverà mai. Oppure perdersi nel pianificare quel che potrebbe avvenire. O, ancora, aggrapparsi a luoghi comuni e, per esempio, dopo una storia finita male, dirsi che tanto  sono tutte cattive persone. Tutte strategie che portano a volare basso.

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Comportamenti, sentimenti ed azioni dell’autosabotatore

I tipici comportamenti, sentimenti ed azioni di chi tende ad autosabotarsi, sono:

  • spostare in avanti i propri impegni
  • Paura di fallire
  • Indecisione ed evitamento
  • Avere scarsa autostima
  • “curare” il proprio stress e la propria ansia con l’alcol, droghe, cibo, pornografia, gioco d’azzardo ed altri comportamenti che portano a dipendenze (comportamentali o da sostanza)
  • Altre abitudini malsane, come stare alzati fino a tardi
  • Negare i propri sentimenti
  • Compiacere gli altri
  • Avere relazioni che non sposano i vostri obiettivi, perché vi abbattono emotivamente o fisicamente, non soddisfano le vostre esigenze, oppure vi distraggono dagli obiettivi stessi
  • Paura di fallire
  • Vivere nella costante preoccupazione
  • Avere manie di perfezionismo
  • Giudicare e criticare se stesso e gli altri
  • Lamentarsi
  • Paragonare sempre la propria vita a quella degli altri

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Come uscire dall’autosabotaggio?

Quando siamo chiamati a mostrare le nostre qualità, cerchiamo di concentrarci sulle capacità di cui siamo più fieri. E poi facciamo un esperimento: chiediamo ad esempio ad un’amica di descriverci. Rendiamoci conto di come ci vedono gli altri (nella maggior parte dei casi, molto meglio di ciò che crediamo di essere), daremo una spinta al nostro amor proprio. Altro passaggio per non cadere nell’autosabotaggio è individuare e analizzare il nostro nemico per poter poi reagire in modo funzionale. Quando siamo affranti dai risultati deludenti siamo soliti abbandonarci alle classiche lamentele: “lo sapevo, non dovevo provarci, la solita sfortuna,….”; tutto questo comporta perdita di lucidità, ma soprattutto la possibilità di reagire in maniera propositiva. Quando viviamo un periodo “no”, ogni cosa sembra andare storta; una concomitanza di situazioni avverse, difficoltà e colpi di sfortuna che nell’insieme ci danno la sensazione di essere dentro a un tunnel da cui non si vede l’uscita.  Ma se, mentre li si vive, si sviluppa un atteggiamento mentale sbagliato, possono durare molto più a lungo. Il rischio principale, in questi casi, è che ci cuciamo addosso un personaggio: lo sfortunato a cui non ne va bene una. Una recita in parte consapevole che, inesorabilmente, farà andare male anche le cose che potrebbero funzionare. Per non cadere in questa trappola è bene sviluppare uno sguardo diverso su ciò che ci sta accadendo.

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Che problema ho?

A questo punto bisogna identificare i punti deboli che ci conducono inesorabilmente in questo tunnel maledetto: ho paura di non essere all’altezza per quell’impegno? Prendo tanti impegni e non riesco a dire mai di “No” a nessuno? Tendo a procrastinare?

Il mio problema è il mio ex marito che non mi passa gli alimenti. Ho in mente di andare dall’avvocato, ma continuo a procrastinare. Mi succede perché pur odiando il mio ex, temo che potrà non più rivolgermi la parola.

Ecco perché è importante elaborare: ora che conosco il nemico, posso sconfiggerlo: se non ho rispetto per lui perché mi preoccupo per lui? Il mio vero problema non è mio marito ma la solitudine!

Esempi

Vediamo qualche esempio pratico:

  • Se mi ritrovo a procrastinare  perché ho paura di rimanere sola… concentrerò i miei sforzi su nuove amicizie, così da gestire meglio il mio senso di solitudine: posso provare ad iscrivermi in palestra, a fare volontariato, ad iscrivermi a qualche gruppo su Facebook.
  • Se dico sempre di sì a tutti perché sono insicura/o, allora… posso correggere il tiro, posso per esempio rimandare la mia risposta: vedo se posso farlo, ti farò sapere.
  • Se rinuncio all’uscita con gli amici perché mi sento inadeguata…posso invece provare ad analizzare con obiettività l’atteggiamento degli amici nei miei confronti per capire se i miei pensieri sono infondati.

Se credi di starti autosabotando ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare il tuo problema.

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Aumenta la tua autostima ed impara ad amarti

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma AUMENTA AUTOSTIMA IMPARA AD AMARTI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgAvere autostima è uno dei fattori più importanti per vivere una vita felice: quando il livello di autostima è alto, ci sentiamo bene con noi stessi e siamo più capaci di affrontare gli altri e le situazioni difficili. Chi ha una autostima alta non si nasconde dietro ad una maschera fatta di dubbi o insicurezze ed affronta le critiche senza problemi, senza essere sopraffatti dalle emozioni, reagendo alle situazioni stressanti in modo costruttivo.

Noi che guardiamo noi stessi

Prima di continuare nella lettura dell’articolo, ti consiglio di eseguire un rapido e semplice test per misurare i tuoi livelli di autostima. Questo test lo puoi trovare seguendo questo link. L’autostima può essere definita come la visione che abbiamo di noi stessi. Se tale visione è positiva, ci reputiamo persone di valore,  crediamo in noi stessi e ci rispettiamo per quello che siamo. Al contrario, se tale visione è negativa, viviamo nella convinzione di non valere nulla, abbiamo un basso rispetto di noi stessi e la fiducia che riponiamo in noi stessi è pressoché assente.

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Quello che conta è ciò che sentiamo dentro

Le persone con bassa autostima fanno di tutto per sentirsi meglio. Arrivano a spendere una fortuna in abiti firmati o in interventi di chirurgia plastica, si ricoprono di gioielli costosi oppure si truccano in modo eccessivamente vistoso. Accettano i complimenti che vengono fatti loro senza crederci, perché nel loro profondo non credono in loro stesse. Da qui l’importanza di ciò che sentiamo interiormente e di come ci percepiamo.

Le tre facce dell’autostima

Una persona può avere una autostima normale, eccessiva o bassa. Vediamo le caratteristiche ed i pensieri di queste tre tipologie di persona.

Persona con autostima normale:

  • mi piaccio per quello che sono;
  • mi piace piacere, ma sono consapevole del fatto che non posso piacere a tutti;
  • mi accetto per quello che sono: pregi e difetti;
  • ho sbagliato ma non devo sentirmi in difficoltà (critica al comportamento);
  • posso gestire le critiche;
  • mi focalizzo sui miei punti di forza, sui miei pregi;
  • sono una persona positiva quindi penso positivo;
  • sono una persona indipendente.

Persona con autostima eccessiva:

  • sono perfetto;
  • devo piacere a tutti e, se c’è qualcuno a cui non piaccio, quella persona sbaglia e mi giudica male;
  • ho soprattutto pregi;
  • non sbaglio;
  • le critiche che mi vengono mosse sono sbagliate;
  • sono una persona positiva e le cose devono andarmi necessariamente bene;
  • non ho bisogno di nessuno a parte me.

Persona con bassa autostima:

  • non mi piaccio per quello che sono e cerco l’approvazione altrui tentando di compiacere gli altri;
  • ho bisogno di piacere;
  • non mi piace nulla di me;
  • ho sbagliato quindi devo rimproverarmi (critica a sé stessi);
  • le critiche mi distruggono. Le critiche non fanno altro che confermare quanto poco valgo, quanto sono stupido e senza speranza;
  • mi focalizzo solo sui miei punti deboli, sui miei difetti;
  • sono una persona passiva (lascio che gli altri mi calpestino);
  • faccio il prepotente (in questo modo rinforzo la mia bassa autostima);
  • dipendo dagli altri.

Parlando in generale:

  • le persone con autostima normale trattano sé stesse con il giusto livello di autocritica e con gentilezza: questo le fa sentire bene e porta a compiere azioni positive ed al successo;
  • chi ha un eccesso di autostima tende a trattare sé stesso con eccessiva indulgenza e ad abbassare al minimo il livello di autocritica: questo apparentemente lo fa sentire bene, ma lo porta a sovrastimare le proprie capacità ed a deprimersi quando non riesce a raggiungere gli alti risultati che sente di meritare;
  • le persone con bassa autostima tendono a denigrare sé stesse nella convinzione di non essere degne o di non essere mai abbastanza brave per un compito: questo comporta azioni negative, preoccupazione, ansia e circoli viziosi mentali che le porteranno a rendere meno di quanto possano.

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Il legame tra bassa autostima e dialogo interiore

Uno degli scopi principali di questo articolo è quello di far comprendere l’importanza che ricopre il dialogo interiore e dell’influenza che esso ha sugli stati d’animo e sulle azioni compiute. Il dialogo interiore delle persone con bassa autostima abbonda di pensieri negativi quali: “sono assolutamente inutile, senza speranza, stupido, una perdita di tempo”. Questo tipo di dialogo interiore, ovvero negativo, è uno dei maggiori ostacoli per riuscire a vincere la bassa autostima. Le persone con bassa autostima necessitano di interiorizzare nuovi messaggi; messaggi positivi che arricchiscano e nutrano la loro ‘autostima. Acquisire maggiore consapevolezza di sé stessi, sfidando continuamente questo dialogo interiore negativo, è vitale per costruire la propria autostima.

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Autostima e salute

Un basso livello di autostima può essere causa di stress intenso, poiché le persone con scarsa autostima hanno una visione negativa sia di loro stesse che del mondo in cui vivono. Alti livelli di stress possono portare a malattie psichiatriche, come la depressione, ed aumentare il rischio di molte altre patologie, come l’ipertensione arteriosa.

Le radici dell’autostima

Le origini dell’autostima sono da ricercare nell’infanzia. Se si ha la fortuna di avere genitori per i quali il nutrimento dell’autostima è una priorità, il bambino inizia a sviluppare un alto livello di autostima da subito. Al contrario, se il bambino si ritrova a dover crescere  in un ambiente dove i genitori o le persone che si prendono cura di lui non sono in grado di nutrire la sua autostima, egli inizierà a sviluppare una scarsa fiducia in sé stesso . I bambini con un elevato livello di autostima sono amati in modo incondizionato come  individui unici, con i loro pregi e difetti. È in questo modo che sviluppano quelle che potremmo definire le abilità di “auto-nutrimento”. I bambini con bassa autostima tendono ad essere amati in modo condizionato, ovvero solo nel momento in cui fanno qualcosa di buono o quando raggiungono un obbiettivo. Ecco perché non sono in grado di apprendere le abilità di “auto-nutrimento”.

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Le persone con bassa autostima necessitano di approvazione

Le persone la cui stima non è stata debitamente alimentata durante i primi anni dell’infanzia sono bramose di approvazione, desiderose di compiacere, dipendono dalle opinioni altrui e sono vulnerabili alle critiche. Possono arrivare a trascorrere la loro vita tentando di ricevere amore incondizionato facendo qualcosa di buono o raggiungendo obiettivi.

Accrescere la bassa autostima

Accrescere la bassa autostima può sembrare un obbiettivo difficile da raggiungere, poiché esso comporta l’attuazione di un percorso che va a scandagliare e scombussolare il nostro mondo interiore. È necessario ricercare l’origine dei pensieri negativi che abbiamo su noi stessi e sradicarli. Una volta compiuto questo passo è necessario “piantare” pensieri nuovi e salutari che necessitano di essere coltivati per poter diventare solidi e vigorosi. I semi non diventano fiori meravigliosi se non ricevono cure amorevoli e attenzione. Esistono persone che possono indirizzarci verso la giusta direzione, ma spetta a noi piantare semi salutari e coltivarli affinché diventino un mirabile fiore. Accrescere la fiducia in sé stessi aumenta positivamente l’autostima.

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Un diario personale

Potreste provare a tenere un diario dove annotare i vostri sviluppi personali:

  • Annotate le azioni che potete intraprendere per continuare ad implementare la vostra autostima;
  • Fate una lista delle persone con le quali volete complimentarvi. Pianificate cosa dire, ditelo e annotate in che modo il complimento è stato ricevuto;
  • Fate una lista completa di tutte le vostre qualità e ogni giorno di fronte ad uno specchio ditele ad alta voce usando “io” prima di ogni affermazione. Per esempio:
    • “Io sono una persona piacevole”;
    • “Io sono una persona responsabile”;
    • “Faccio bene ad esprimere le mie opinioni”;
    • “Faccio bene ad essere me stesso”;
    • “Io merito di essere felice”;
    • “Io credo in me stesso”;
    • “Io valgo”.

Se credi di avere un problema di bassa autostima ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire e superare questa situazione.

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Le 7 cose che devi fare nella tua vita per essere felice al 100%

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 7 COSE DEVI FARE VITA ESSERE FELICE 100  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

La felicità umana non si ottiene con grandi colpi di fortuna inattesi, che possono verificarsi raramente nella vita, ma con piccole cose che accadono tutti i giorni.

Benjamin Franklin

La nostra vita è decisa in parte dalla fortuna, in parte dalle nostre scelte. Alcune scelte ci possono portare verso la felicità, altre no. Ecco sette comportamenti che differenziano la vita di una persona felice, da una infelice.

1. Le persone felici accettano il cambiamento. Le persone infelici lo temono
Accettare il cambiamento è una delle sfide più difficili che dobbiamo affrontare nella vita. Per la maggior parte delle persone è più facile stare al riparo nella loro zona di comfort, dove sanno esattamente cosa aspettarsi e hanno tutto relativamente sotto controllo. Ma in quella zona scarseggia la felicità, perché essere felici è anche vivere nuove esperienze, avere il coraggio di andare oltre i nostri limiti ed essere in costante evoluzione. In realtà, la felicità non contrasta con la paura e l’ansia, ma si intreccia con queste per permetterci di crescere.

2. Le persone felici parlano di idee. Le persone infelici parlano degli altri
Le persone felici si concentrano su se stesse, si sforzano di aver chiaro cosa desiderano e tracciano il cammino per raggiungerlo. In effetti, uno dei più grandi segreti della felicità è quello di abbandonare la critica malsana, il bisogno malsano di dipendere dagli altri e, soprattutto, la convinzione che siamo superiori e possiamo diventare i giudici dei comportamenti e degli atteggiamenti altrui. Le persone infelici, al contrario, si dedicano a criticare gli altri, in modo tale che sprecano energia preziosa che potrebbe essere utilizzata per migliorare la loro vita.

3. Le persone felici assumono la responsabilità dei loro errori. Le persone infelici danno la colpa agli altri
Nella nostra società vi è la convinzione che gli errori siano qualcosa di negativo, il che rende molto difficile alle persone assumerli volontariamente. Ma dare la colpa agli altri è la via più diretta per l’infelicità. Al contrario, le persone felici hanno un locus of control interno che gli permette di assumersi la responsabilità delle loro azioni, senza sentire che hanno fallito o che hanno sulle spalle il peso della colpa. Queste persone comprendono che gli errori sono opportunità per imparare e ne approfittano per crescere. Così, quando sbagliano, piuttosto che piangere sul latte versato o cercare un colpevole, imparano la lezione e vanno avanti disponendo di una serie di strumenti che le aiuteranno a vivere in modo più pieno.

4. Le persone felici perdonano. Le persone infelici provano rancore
Uno dei sentimenti più dannosi che possiamo sperimentare è il rancore, è come consumarsi a fuoco lento per volontà propria. Il risentimento non solo ci rende infelici, ma innesca anche una serie di reazioni a livello fisiologico che aumentano la nostra propensione ad ammalarci. Così le persone felici sanno di dover perdonare e andare avanti. Infatti, il perdono è estremamente liberatorio perché ci impedisce di restare prigionieri del passato e ci permette di vivere pienamente il presente. Se non siamo capaci di perdonare restiamo prigionieri del rancore, restiamo legati a questa situazione che ci ha fatto tanto male e continua a farcene.

5. Le persone felici si concentrano sul positivo. Le persone infelici vedono solo macchie sul sole
Le persone felici non sono ottimisti ingenui, al contrario, possono diventare molto realistiche e sono in grado di mantenere le loro aspettative sotto controllo. Ma preferiscono concentrarsi sugli aspetti positivi delle situazioni, perché sanno che possono motivare se stesse e sentirsi meglio. Queste persone sono consapevoli che il bicchiere è mezzo vuoto, ma scelgono di concentrarsi sul fatto che è anche mezzo pieno. Al contrario, le persone infelici si concentrano solo sugli aspetti negativi delle situazioni, così finiscono per sviluppare una visione pessimistica del mondo che termina amareggiandogli la vita. Queste persone preferiscono vedere le macchie sul sole, invece di apprezzare il calore e la luce che dà.

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6. Le persone felici approfittano delle opportunità. Le persone infelici incrociano le braccia e si lamentano
Una delle chiavi per avere una vita piena e felice è quella di cogliere le opportunità. Le persone felici lo sanno e sono sempre disposte a prendere in considerazione le alternative. Queste persone sanno che possono fare degli errori, ma preferiscono rischiare piuttosto che sedersi a guardare e poi pentirsi per non aver colto l’occasione. Al contrario, le persone infelici sguazzano nell’amarezza e lasciano che le opportunità gli passino continuamente accanto inventandosi delle scuse per lamentarsi della loro “sfortuna”, non si rendono conto che sono loro che costruiscono il loro proprio destino.

7. Le persone felici seguono i propri sogni. Le persone infelici restano legate alle opinioni degli altri
Le persone felici sognano come se potessero vivere per sempre e vivono come se dovessero morire domani. Questo significa che hanno grandi progetti per il futuro ma, al tempo stesso, non si lasciano sfuggire il qui e ora. Non rinviano la felicità o la subordinano a un obiettivo lontano, ma sanno come approfittare delle piccole cose del presente che danno loro gioia e soddisfazione. Al contrario, le persone infelici lasciano che siano gli altri a dettare i loro obiettivi, si affidano alle loro opinioni e valutazioni. Questo è il percorso più diretto per l’insoddisfazione, l’amarezza e il rimorso, seguire un sentiero tracciato da altri, e dipendere dalle loro opinioni. La chiave per la vera felicità è sapere di cosa abbiamo veramente bisogno e avere il coraggio di lottare per ottenerlo.

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