Differenza tra sangue, plasma e siero

technician placing blood tubes in the laboratory centrifuge

Il sangue è un il tessuto biologicamente attivo che ha il compito principale di trasportare le sostante in ogni angolo del nostro corpo. Il sangue  rappresenta circa l’8 percento del peso corporeo (nei maschi il volume medio è di 5-6 litri) e che perdite di sangue (emorragie) del 15-30% provocano pallore e stanchezza, mentre perdite superiori al 35% possono causare la morte in brevissimo tempo. Il sangue è comporto da due parti:

  • parte cellulare (elementi corpuscolati o figurati, anche chiamato “ematocrito”): globuli rossi, globuli bianche e piastrine, il 45% del sangue;
  • parte liquida (plasma), il 55% del sangue.

Per approfondire:

Il plasma rappresenta la componente liquida del sangue, grazie alla quale le cellule sanguigne possono circolare. Il plasma è costituito prevalentemente da acqua (oltre il 90%), nella quale sono disciolte e veicolate molte sostanze quali proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, ormoni, vitamine, anticorpi e fattori della coagulazione.
Dal plasma donato si possono ottenere, mediante frazionamento industriale, alcune sostante importantissime ai fini trasfusionali:

  • Albumina, trasporta diverse componenti del sangue e sostanze nutritive. È una proteina utilizzata nel trattamento di alcune malattie del fegato e dei reni (cirrosi, nefrosi, ecc.), per la cura di stati patologici gravi come lo shock da ustioni, da tra uma, ecc.
  • Immunoglobuline, sostanze protettive o anticorpi che si sviluppano normalmente a contatto con diversi agenti estranei all’organismo, o dopo vaccinazioni. Vengono utilizzate in vari tipi di difetti immunologici o per patologie autoimmunitarie.
  • Fattori della coagulazione (VIII e IX), fondamentali per i pazienti affetti da emofilia A e B che hanno una carenza nel sangue di fattore VIII o IX. Negli ultimi anni l’uso di questi preparati altamente purificati e assai efficaci ha permesso una vita normale a chi soffre di emofilia.
  • Fibrinogeno, è una glicoproteina del plasma sanguigno sintetizzata dal fegato e dal tessuto endoteliale. Il fibrinogeno è il precursore della fibrina, presente nel plasma sanguigno sotto forma di molecole proteiche ed è essenziale nella coagulazione del sangue poiché esso è trasformato dalla trombina tramite un processo di polimerizzazione in fibrina necessaria alla formazione del trombo emostatico.

A tal proposito leggi anche:

La differenza tra sangue e plasma dovrebbe quindi essere chiara: il plasma è la parte liquida del sangue, in cui sono immerse le cellule (parte cellulare) del sangue.

Siero sanguigno
Il siero sanguigno – o più semplicemente “siero” – è semplicemente plasma privo di fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina. Il fibrinogeno è una proteina solubile che nel processo di coagulazione del sangue viene convertita in fibrina, proteina non globulare ma filamentosa. Per ottenere un plasma senza fibrinogeno (quindi per ottenere il siero), in seguito al prelievo del sangue, si attende la coagulazione. In seguito, per centrifugazione del campione biologico, si separa la fase liquida del sangue dalla parte corpuscolare e si ottiene dunque il siero.

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Come si separa il siero dal sangue?

MEDICINA ONLINE PRELIEVO VALORI ANEMIA DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORI VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOPer ottenere il siero dal sangue, in seguito al prelievo ematico, si attende la coagulazione.

In seguito si separa la fase liquida del sangue dalla parte corpuscolare – tramite centrifugazione del campione biologico – e si ottiene dunque il siero sanguigno.

Ricordiamo che il siero sanguigno equivale ad un plasma (cioè la parte liquida del sangue) privato di fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina.

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Differenza tra siero e plasma

MEDICINA ONLINE PRELIEVO VALORI ANEMIA DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORI VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTIl plasma è la parte liquida del sangue: dal caratteristico colore giallo paglierino è composto per il 90% da acqua, in cui sono disciolti sali e proteine plasmatiche: albumina, fibrinogeno e fattori della coagulazione prodotti dal fegato, le immunoglobuline (o anticorpi per la difesa) prodotte dai linfociti.

Il siero sanguigno – o più semplicemente “siero” – è semplicemente plasma privo di fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina. Si ottiene lasciando coagulare il sangue e successivamente centrifugandolo (o semplicemente lasciando depositare sul fondo del recipiente la parte coagulata, più pesante).

La differenza fra siero e plasma è molto importante. Il siero è un liquido incoagulabile; il plasma, al contrario, lasciato a se stesso in un recipiente coagula spontaneamente a causa del fibrinogeno e delle altre proteine della coagulazione che contiene.

La differenza consiste pertanto soprattutto nel diverso contenuto in proteine correlate ai meccanismi della coagulazione e dell’emostasi. In laboratorio molti esami ematochimici si eseguono indifferentemente su siero o su plasma; alcuni soltanto richiedono necessariamente l’uno o l’altro componente del sangue. Fra questi si citano ovviamente per la misura quantitativa dei fattori della coagulazione, che si eseguono necessariamente sul plasma. Quando possibile si preferisce operare sul siero che è più facile da trattare.

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Cos’è l’idropisìa?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma IDROPISIA ANASARCA EDEMA GENERALE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgChe significa il termine idropisìa? E’ un termine medico che ormai non viene più usato, al suo posto si usa il termine “anasarca”.

Idropisìa e anasarca sono quindi sinonimi. Per capire cosa si intende con anasarca, leggi: Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure

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Idrope: cause, tipi e terapia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAMECon il termine “ìdrope” si intende un  accumulo anomalo di trasudato (edema non infiammatorio) in una cavità sierosa del corpo, cavo pericardico, cavo pleurico e cavo peritoneale.

Etimologia

Il termine deriva dal latino hydrops, a sua volta derivante dal greco antico ὕδρωψ e composto da ὑδρο, acqua, e ὤψ, aspetto.

Idrope della colecisti

Si tratta di una complicazione della colelitiasi, dovuta all’esclusione della colecisti dal circolo biliare per ostruzione del dotto cistico o del collo della colecisti stessa da parte di un calcolo biliare. La mucosa della colecisti assorbe i pigmenti biliari e le altre componenti della bile secernendo muco; la cavità si va riempiendo, così, di una soluzione mucoide e aumenta di dimensioni. Tale condizione può complicarsi ulteriormente, nel caso di sovrainfezione, con un empiema, oppure può andare incontro a perforazione. Più raramente può manifestarsi un infarto della colecisti.

Idrope fetale

Si tratta di una condizione caratterizzata dall’accumulo di liquido nel corpo fetale, nei tessuti o nelle cavità sierose. Si distingue una idrope fetale immune, dovuta alla presenza di anticorpi circolanti materni contro antigeni eritrocitari fetali, mentre in tutti gli altri casi si parla di idrope fetale non immune. Nella metà di casi la causa rimane sconosciuta. Tra le cause riconosciute vi sono: l’alfa talassemia, malattie cardiache fetali, sindrome da trasfusione feto-fetale e infezioni fetali, specialmente quella da parvovirus B19.

Vedi anche: foto di idrope fetale

Idrope endolinfatico

È una condizione presente nelle fase iniziali della sindrome di Ménière. Inizialmente porta solo ad alterazioni della funzione uditiva; successivamente si cronicizza e coinvolge i labirinti provocando alterazioni dell’equilibrio[4]. In questo caso non si tratta di un trasudato, ma dell’aumento di quantità di un liquido fisiologicamente presente.

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Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANASARCA EDEMA SISTEMICO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’anasarca è un esempio di edema non infiammatorio sistemico o generalizzato. E’ caratterizzato da accumulo di edema massivo e diffuso, sottocutaneo, non avente origine infiammatoria, che determina gonfiore diffuso dei tessuti sottocutanei, dovuto alla ritenzione di un’abnorme quantità di liquido interstiziale. Idropisìa è un termine non più in uso per designare la presenza di liquido nelle cavità sierose, successivamente sostituito da anasarca.

Leggi anche:  Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope

Sintomi e segni di anasarca

Oltre all’evidente gonfiore con cute sovrastante che appare liscia, tesa ed assottigliata, questa grave forma di edema generalizzato comporta senso di spossatezza, affanno e notevole aumento di peso. Il fenomeno si associa, inoltre, a versamenti nelle cavità sierose (pleure, peritoneo e pericardio).

Cause di anasarca

Le cause più diffuse dell’anasarca sono:

  • gravidanza;
  • sindrome nefrosica;
  • insufficienza renale;
  • grave scompenso cardiocircolatorio;
  • insufficienza cardiaca;
  • malattia di Gaucher;
  • insufficienza epatica;
  • cirrosi epatica;
  • eritroblastosi fetale.

Leggi anche: Edema infiammatorio e vasi sanguigni nell’infiammazione

Anasarca feto-placentare

L’anasarca feto-placentare è una grave complicanza della malattia emolitica del neonato (o eritroblastosi fetale), la quale può presentarsi in caso di incompatibilità tra il gruppo sanguigno Rh del feto e quello della madre. Questa condizione colpisce il feto durante lo sviluppo e ne determina spesso la morte intrauterina.

Terapia dell’anasarca

Non esiste una terapia unica che sia efficace in tutti i tipi di anasarca: la terapia deve intervenire sulla causa a monte che l’ha determinata quindi è diversa in base a tale causa.

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Differenza tra edema localizzato, generalizzato e sistemico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANASARCA EDEMA GENERALIZZATO TRASUDATO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Edema localizzato (a sinistra) e generalizzato (a destra)

Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Cos’è l’edema, come e perché si forma?

Con il termine “edema” si intende in medicina un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dell’organismo, all’esterno dei vasi sanguigni e delle cellule. Tale accumulo anomalo può localizzarsi in:

  • una zona specifica e circoscritta del corpo, più o meno grande, come un dito o un braccio: in questo caso si parla di edema localizzato;
  • tutto il corpo: in questo caso l’edema è detto generalizzato o sistemico.

Un esempio di edema generalizzato è l’anasarca. La differenza tra edema localizzato e sistemico, non si fermano alle zone interessate, anche le cause che le determinano sono molto diverse.

Leggi anche:  Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA EDEMA LOCALIZZATO GENERALIZZATO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpg

Un esempio di edema localizzato agli arti inferiori

Cause di edema localizzato

Le forme localizzate agli arti sono quasi sempre causate da patologie che interessano la circolazione venosa o linfatica, come per esempio una trombosi venosa. Casi particolari di edema localizzato sono quelli conseguenti a un trauma come un dito gonfio dopo uno schiacciamento, un bernoccolo dopo aver battuto la testa o un gonfiore dopo una puntura di insetto.

Cause di edema generalizzato o sistemico

Le forme di edema generalizzato o sistemico hanno come cause principali, patologie di interesse internistico, come ad esempio:

  • le malattie cardiache che comportano uno scompenso;
  • le affezioni che determinano una grave insufficienza renale;
  • le patologie che provocano una forte riduzione dell’albumina, come sindrome nefrosica, grave compromissione della funzionalità epatica (come nel caso della cirrosi) o stati di grave carenza alimentare.

Leggi anche:  Differenza tra acidosi ed alcalosi, metabolica e respiratoria

Edema infiammatorio e non infiammatorio

L’edema può essere di tipo infiammatorio (anche chiamato essudato) o di tipo non infiammatorio (trasudato). Per approfondire leggi: Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope

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Cos’è l’edema, come e perché si forma?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSE EDEMA COME PERCHE FORMA INFIAMMAZIO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon “edema” si intende un accumulo anomalo di liquidi negli spazi interstiziali dell’organismo, all’esterno dei vasi sanguigni e delle cellule. L’edema può interessare una zona circoscritta, come per esempio una gamba, oppure può essere generalizzato se si manifesta in tutto l’organismo. In questo caso, prima che l’edema sia clinicamente evidente, devono accumularsi diversi litri di liquido; per questo motivo l’aumento di peso precede generalmente le altre manifestazioni dell’edema. Quando l’edema interessa tutti i distretti corporei si parla di anasarca. Il termine idrope, per quanto sinonimo di edema, indica l’accumulo del liquido sieroso in una cavità del corpo, solitamente quella peritoneale. Idropisìa è un termine non più in uso per designare la presenza di liquido nelle cavità sierose, successivamente sostituito da anasarca.

Leggi anche:  Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure

Meccanismo di formazione dell’edema

La generazione di fluido interstiziale è stabilita dall’equazione di Starling che descrive la relazione tra la pressione oncotica e la pressione idrostatica del capillare, agenti con direzioni opposte lungo le pareti semi-permeabili dei capillari. Nell’organismo sano la pressione idrostatica, che tende a determinare la fuoriuscita di liquidi dai capillari, è pressoché bilanciata dalla pressione colloido-osmotica, che si esercita in direzione opposta. Quella minima fuoriuscita di liquidi nello spazio interstiziale viene drenata dai vasi linfatici, che la reimmettono nel circolo venoso attraverso il dotto toracico che sbocca nella giunzione tra la vena succlavia e la vena giugulare interna. Quando la pressione idrostatica non è più bilanciata dalla pressione colloido-osmotica si verifica un’ostruzione linfatica, aumenta la permeabilità vascolare e si verifica un accumulo di liquido negli interstizi che, se non risolto, provoca edema.

Leggi anche: Idrope: cause, tipi e terapia

Edema infiammatorio e non infiammatorio

L’edema può essere di tipo infiammatorio (anche chiamato essudato) o di tipo non infiammatorio (trasudato). Per approfondire leggi: Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope

Edema localizzato e generalizzato

L’edema può essere localizzato e generalizzato, a tal proposito ti consiglio di leggere: Differenza tra edema localizzato, generalizzato e sistemico

Leggi anche:

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