Acidità di stomaco e bruciore: tutti i farmaci antiacidi

MEDICINA ONLINE NAUSEA MAL DI PANCIA REFLUSSO GASTROESOFAGEO ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO APPARATO DIGERENTE CIBO TUMORE CANCRO POLIPO DIVERTICOLO CRASSO FECI VOMITO SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSIL’acidità gastrica, anche chiamata acidità di stomaco o pirosi retrosternale, è un sintomo dolorifico urente localizzato posteriormente allo sterno e diffuso nella parte superiore dell’addome, che può indicare una disfunzione dell’apparato digerente, in particolare dello stomaco. I pazienti affetti da questo disturbo riferiscono varie sensazioni quali un senso diffuso di bruciore allo stomaco che si propaga all’esofago ed alla faringe, accompagnato da scialorrea (ipersecrezione di saliva) ed eventuale reflusso in bocca di liquido dal gusto acre. Sovente il bruciore è accompagnato da eruttazione, alitosi e vomito.
La pirosi può insorgere spontaneamente o in seguito a vari eventi/patologie, tra cui i più frequenti sono:

  • ingestione di alimenti irritanti;
  • ingestione di farmaci particolari;
  • reflusso gastroesofageo (a tale proposito leggi anche: Reflusso gastroesofageo: sintomi, diagnosi e cura);
  • esofagite da reflusso;
  • consumo di cibi difficilmente digeribili e cattiva digestione;
  • ostacoli allo svuotamento gastrico;
  • ernia iatale;
  • ulcera gastrica;
  • ulcera duodenale.

Fattori che aumentano la possibilità del presentarsi del disturbo:

Generalmente, l’acidità di stomaco è un disturbo che può essere facilmente trattato, tuttavia, è bene non sottovalutarlo, poiché potrebbe rappresentare il sintomo di eventuali patologie di base non ancora diagnosticate.

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Farmaci per l’acidità di stomaco

Trattandosi di un disturbo che può essere provocato da cause di varia origine e natura, il trattamento del bruciore di stomaco può variare da paziente a paziente, appare quindi chiaro quanto sia importante individuare quale sia la causa scatenante che ha portato all’insorgenza di questo disturbo, per poter curare a monte il problema e non con palliativi.
I principali farmaci utilizzati per la cura dell’acidità di stomaco sono i cosiddetti antiacidi. Tali farmaci esplicano la loro attività attraverso la neutralizzazione temporanea dell’eccessiva acidità a livello dello stomaco, ma senza alterare la produzione dell’acido cloridrico da parte delle cellule gastriche. Per tale ragione, questo tipo di farmaci è utile perlopiù nei casi sporadici di acidità di stomaco, magari provocati da pasti eccessivamente abbondanti o dal consumo di cibi difficilmente digeribili.
Quando, invece, l’acidità di stomaco è provocata da patologie più gravi, allora il medico potrebbe ritenere necessario il ricorso a farmaci in grado di interferire direttamente con la produzione dell’acido cloridrico a livello gastrico, oppure in grado di proteggere la parete dello stomaco dall’eccessivo ambiente acido. Stiamo parlando dei cosiddetti farmaci gastroprotettori, fra cui ritroviamo gli inibitori di pompa protonica, gli antistaminici H2 e gli agenti citoprotettivi.
Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro l’acidità di stomaco ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura.

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Antiacidi

Come accennato, i farmaci antiacidi esplicano la loro azione neutralizzando temporaneamente l’acidità di stomaco e non influiscono in alcun modo sulla produzione di acido cloridrico.
Fra gli antiacidi maggiormente impiegati in terapia, ricordiamo:

  • Sodio bicarbonato (Citrosodina®): questo sale è uno dei prodotti maggiormente impiegati per contrastare l’acidità di stomaco. È disponibile in polvere o in granulato effervescente. Solitamente, si consiglia l’assunzione di due cucchiaini da caffè di prodotto da sciogliersi preventivamente in acqua.
  • Idrossido di alluminio e idrossido di magnesio (Maalox®, Maalox TC®, Maalox Plus®): questi composti vengono impiegati sempre in associazione. Sono disponibili in diverse formulazioni farmaceutiche, fra cui ricordiamo le compresse masticabili e la sospensione orale.
    Quando utilizzati sotto forma di compresse masticabili, si consiglia l’assunzione di una o due compresse (contenenti 400 mg di idrossido di alluminio e 400 mg di idrossido di magnesio) dalle tre alle quattro volte al dì.

Inibitori di Pompa Protonica

Come accennato, questi farmaci trovano impiego nel trattamento dell’acidità di stomaco soprattutto quando questa è provocata da patologie come ulcere gastrointestinali, reflusso gastroesofageo o ernia iatale.
Fra i principi attivi maggiormente impiegati, ricordiamo:

  • Lansoprazolo (Lansox®, Lansoprazolo EG®): il lansoprazolo è uno degli inibitori di pompa protonica maggiormente impiegati in terapia. È disponibile in formulazioni farmaceutiche sotto forma di capsule. Generalmente, per il trattamento dell’acidità di stomaco si consiglia l’assunzione di 15-30 mg di principio attivo al giorno, per un periodo di almeno quattro settimane.
  • Pantoprazolo (Pantorc®, Peptazol®): il pantoprazolo è disponibile sotto forma di compresse. La dose di farmaco da assumere e la durata del trattamento possono dipendere dal tipo di patologia che sta alla base dell’acidità di stomaco. Solitamente, la dose consigliata varia fra i 20 mg e i 40 mg al giorno, da assumersi un’ora prima dei pasti, per un periodo che può variare dalle due alle quattro settimane.

Antistaminici H2

Gli anatistaminici H2 (o antagonisti dei recettori istaminici H2, che dir si voglia), costituiscono anch’essi una classe di farmaci che viene largamente impiegata nel trattamento dell’acidità di stomaco causata da diversi tipi di patologie e disturbi.
Fra i diversi principi attivi appartenenti a questa classe, ricordiamo il capostipite: la cimetidina (Ulis®). Questo principio attivo è disponibile in compresse e in granulato per soluzione orale. Solitamente, nei pazienti adulti si consiglia l’assunzione di 800 mg di cimetidina al giorno, la sera prima di coricarsi.

Agenti citoprotettivi

Gli agenti citoprotettivi non sono farmaci impiegati per la cura dell’acidità di stomaco in sé, poiché non sono in grado né di inibire la sintesi di acido cloridrico né di neutralizzare l’ambiente eccessivamente acido che si viene a creare a livello gastrico. Tuttavia, grazie al loro meccanismo d’azione, agiscono proteggendo la mucosa dello stomaco dall’eccessiva acidità.
Fra i principi attivi appartenenti a questo gruppo, ricordiamo il sucralfato (Gastrogel®). Questo principio attivo, una volta raggiunto lo stomaco, è in grado di formare un gel che funge da barriera protettiva nei confronti della mucosa gastrica, ostacolandone in questo modo il contatto con l’acido cloridrico.
Il sucralfato è disponibile in diverse formulazioni farmaceutiche sotto forma di compresse, gel, polvere orale e sospensione orale. Quando assunto sotto forma di gel, si consiglia l’assunzione di 1 grammo di principio attivo due volte al dì, un’ora prima dei pasti, oppure al mattino ed alla sera prima di coricarsi.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Bruciore di stomaco: cosa mangiare, come dormire e rimedi naturali

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA FRUTTA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE MACEDONIA FRAGOLE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE RICETTA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE PROPRIETA CARBOIl bruciore di stomaco è un fastidioso sintomo localizzato nella parte superiore dell’addome e legato a diversi disturbi gastrici, dalla gastrite all’ulcera gastrica, dall’ulcera duodenale al reflusso gastroesofageo. Spesso il bruciore di stomaco è presente in gravidanza. Ci sono comunque anche fattori emozionali che entrano in gioco: ansia e stress possono aumentare il fastidio. I rimedi principali consistono nell’utilizzo dei farmaci antiacidi o al tanto usato bicarbonato di sodio, tuttavia esistono numerosi altri metodi per alleviare il bruciore di stomaco, fermo restando che sono tutti palliativi e che se il disturbo non accenna a diminuire è necessario interpellare subito il medico che indagherà sulle cause organiche del bruciore.

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I rimedi naturali
Contro il bruciore di stomaco, meglio puntare tutto sui toccasana naturali capaci di assorbire i succhi gastrici in eccesso, responsabili dell’acidità. Allo scopo, si possono sfruttare le proprietà calmanti e antinfiammatorie dell’altea, da consumare sotto forma di infuso prima dei pasti principali, o l’azione antispasmodica e antinfiammatoria della liquirizia (estratto secco titolato assunto mattina e sera).
Ma la migliore alleata anti-acidità è sicuramente l’argilla verde, grazie alle sue proprietà assorbenti e cicatrizzanti da sfruttare al meglio immergendo due cucchiai da caffè di argilla in mezzo bicchiere d’acqua, da lasciare a riposo per una notte, filtrare con una garza, per poi bere, due volte al giorno, dopo i pasti principali. Digestiva e rilassante, calmante e lenitiva, anche in questo caso la camomilla è un valido rimedio naturale, così come la melissa, grazie alle sue proprietà sedative e spasmolitiche o la malva, dall’azione antinfiammatoria garantita: il consiglio è di consumare queste erbe come protagoniste di infusi e tisane, mattina e sera, come benefici alleati digestivi dopo i pasti principali.

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Come mangiare
E’ fondamentale optare per un regime alimentare equilibrato e regolare, fatto di tre pasti principali, cioè colazione, pranzo e cena, che non vanno mai saltati, e di due spuntini leggeri spezza fame da consumare a metà mattina e a metà pomeriggio. Importantissima la scelta degli alimenti da mangiare:

CIBI DA EVITARE O LIMITARE:

  • i cibi ricchi di grassi e conservanti;
  • i grassi animali;
  • le portate troppo abbondanti, specie a cena;
  • le fritture;
  • le salse ipercaloriche;
  • i piatti troppi unti.

CIBI CONSIGLIATI:

  • frutta;
  • verdura;
  • legumi;
  • cereali integrali;
  • pesce;
  • carne bianca;
  • olio extravergine di oliva come condimento per i piatti da utilizzare preferibilmente a crudo;
  • le cotture leggere e salutari, come quella al vapore.

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Bruciore di stomaco, i miei consigli:

  1. Dormi sul fianco sinistro. Da recenti ricerche del “The Journal of Clinical Gastroenterology” è emerso che dormire sul fianco sinistro mantiene la giunzione tra esofago e stomaco al di sopra del livello dell’acido gastrico, in particolare limita il reflusso gastrico, quindi se il tuo bruciore è provocato da esso il mio primo consiglio è di provare a dormire sul fianco sinistro.
  2. Usa due cuscini: il reflusso gastroesofageo sarà ostacolato dalla forza di gracità.
  3. Il materassino triangolare. Altrettanto valida ed efficace come soluzione è quella di adottare un materassino triangolare per rialzare il tuo materasso nella zona cervicale e quindi dormire con una leggera pendenza a favore dello stomaco per contrastare con la forza di gravità la “risalita di succhi gastrici”. Lo stesso effetto lo puoi ottenere con una rete a doghe reclinabile.
  4. Una camminata dopo cena aiuta digerire meglio. Cerca di non praticare attività fisica prima di andare a dormire, piuttosto fai una bella camminata di circa 20 minuti a passo sostenuto, in questo modo favorirai la tua digestione e diminuirai le probabilità di avere acidità di stomaco durante la notte.
  5. Mangia una gomma da masticare dopo cena. Masticare una gomma dopo cena sicuramente aiuterà a limitare l’acidità di stomaco, tuttavia non può rappresentare “la soluzione definitiva” al tuo problema di reflusso gastrico.

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Quanti caffè posso assumere ogni giorno? E se sono iperteso o prendo farmaci? In gravidanza e allattamento?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CAFFE CAFFEINA TAZZINA COLAZIONEIn Italia il caffè non è una semplice bevanda: è considerato uno dei migliori alleati per combattere stanchezza e sonno da studenti universitari, persone che si devono svegliare prestissimo la mattina o giovani medici che hanno spesso il turno di notte all’ospedale! Le qualità del caffè sono innegabili (vi consiglio di leggere: Dieci buoni motivi per bere il caffè) tuttavia è una bevanda che può creare dipendenza e portare alla sindrome di astinenza da caffeina. La domanda che mi fanno molti miei pazienti è quindi: quante tazzine di caffè posso bere al giorno? Ne ho già parlato in molti altri articoli sul caffè, tuttavia, visto che è una richiesta che mi viene fatta spessissimo, ho deciso di riparlarne oggi con particolare attenzione alle donne incinte e che allattano ed a chi soffre di ipertensione arteriosa o altre patologie.

Quanto caffè posso assumere se sono sano?

La quantità di caffeina che un adulto sano può assumere ogni giorno senza il rischio di effetti collaterali, è circa 5 mg/kg di peso corporeo, il che significa che una persona che pesa 60 kg può assumere circa 300 mg di caffeina al giorno mentre una persona che pesa 80 kg può assumere circa 400 mg di caffeina al giorno. Tenendo conto che ogni tazzina di caffè espresso contiene circa 120 mg di caffeina, io ai miei pazienti consiglio generalmente di bere non più di tre caffè al giorno (due se sono molto magri); superato questa quantità è da preferire il decaffeinato.

Non solo il caffè contiene caffeina!

Nel computo totale della caffeina giornaliera ricordo che essa non è presente solo nel caffè ma anche in altre bevande e cibi, anche insospettabili! Alcuni esempi:

  • una lattina di Coca Cola da 33 cl ne contiene circa 40 mg (cioè un terzo di quella contenuta in un caffè espresso);
  • una tazza di tè contiene circa 50 mg di caffeina;
  • un etto di cacao contiene circa 100 mg di caffeina.

Nel calcolare la caffeina totale assunta giornalmente, verificate che i cibi che assumete ne contengano, altrimenti rischiate di sottostimare il valore della quantità assunta.

Quanto caffè posso assumere in gravidanza?

La caffeina andrebbe limitata durante la gravidanza. Alcune ricerche hanno dimostrato che ci potrebbe essere un maggior rischio di aborto spontaneo o morte del feto a seguito dell’assunzione di alte quantità di caffeina (più di 300 mg/giorno), soprattutto se in combinazione con il fumo o con l’alcol, oppure a seguito dell’uso smodato di caffeina, più di 800 mg/die cioè circa 7 tazzine di caffè al giorno. Durante la gravidanza il mio personale consiglio è quello di limitarsi ad un tranquillo limite di 150 mg di caffeina al giorno, il che significa circa una tazzina e mezzo di caffè espresso al giorno in tutto.

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Quanto caffè posso assumere ogni giorno durante l’allattamento?

Durante l’allattamento, visto che la caffeina passa nel latte materno ed arriva quindi al neonato, il mio consiglio è di non superare una tazzina al giorno; contemporaneamente bevete moltissima acqua. L’ideale sarebbe però quello di interrompere del tutto l’assunzione di caffeina durante l’allattamento.

Quanto caffè può assumere un bambino?

Pur non essendo espressamente controindicato nei bambini, io consiglio di NON far assumere caffeina ai bambini, specie se già bevono bevande come la coca cola o mangiano grandi quantità di cioccolato, alimenti che contengono caffeina. La caffeina va evitata soprattutto nei bambini più nervosi, che hanno problemi di insonnia o di addormentamento ed iperattivi: può determinare difficoltà a concentrarsi a scuola e nello sport. Il mio consiglio è di iniziare una assunzione giornaliera di caffè non prima dei 14 anni e di non superare una/due tazzine di espresso al giorno (una se è molto magro), sempre se il giovane è sano: in caso contrario chiedete consiglio al vostro medico.

Quanto caffè posso assumere se soffro di patologie circolatorie, gastrite, ulcera, reflusso?

I soggetti che soffrono di patologie cardiocircolatorie come tachicardia, ipertensione, fibrillazione atriale, e quelli che soffrono di gastrite cronica, ulcera gastrica, reflusso gastroesofageo, esofago di Barrett e Sindrome di Zollinger-Ellison, dovrebbero limitare al massimo l’uso del caffè. Il mio consiglio è di mantenersi entro una/due tazzine di caffè al giorno e dalla terza in poi passare al decaffeinato.

Limitazioni ulteriori

Rispetto a quanto già detto fino ad ora, il consumo di caffè dovrebbe essere limitato ulteriormente se associato ad assunzione di:

  • nicotina delle sigarette;
  • alcol;
  • droghe;
  • the, coca cola, o altre bevande contenenti caffeina come gli energy drinks;
  • cioccolato ed altri alimenti contenenti caffeina;
  • integratori alimentari con ginseng, matè o guaranà e tutti gli integratori che aumentano la pressione arteriosa (ad esempio molti termogenici);
  • dieta con grandi quantità di sale;
  • dieta povera di acqua;
  • dieta povera di frutta e verdura di stagione.

Inoltre è importante consumare caffè con ESTREMA cautela se si assumono contemporaneamente:

  • farmaci o integratori per l’insonnia (sedativi, melatonina…);
  • farmaci broncodilatatori (metilxantine);
  • farmaci inibitori delle monoaminossidasi;
  • farmaci di interesse psichiatrico come clozapina e litio (chiedi al tuo medico di eventuali interazioni tra il tuo farmaco specifico e la caffeina);
  • farmaci anticoagulanti come il coumadin (il caffè aumenta il rischio di sanguinamento);
  • farmaci che possono determinare ipertensione arteriosa, tachicardia, aritmia e/o aumento della secrezione acida gastrica;
  • contraccettivi orali;
  • farmaci antiinfiammatori steroidei e non steroidei;
  • antibiotici come la ciprofloxaxcina.

IMPORTANTE: In caso di dubbio consultate SEMPRE il vostro medico!

La migliore selezione di tè, tisane e caffè

Qui di seguito trovate una lista con la migliore selezione di tè, infusi e caffè provenienti da tutto il mondo, di altissima qualità ma a prezzi abbordabili, scelti personalmente da un vero appassionato come me:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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L’abuso di anti-infiammatori può causare ulcera gastrica

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE FARMACI FARMACIA FARMACISTA BUGIARDINO BLISTER COMPRESSE CAPSULE PILLOLE FARMACOLOGIA ANTIBIOTICI ANSIOLITICI DROGHE DRUGS TERAPIA CHIMICA EFFETTI COLLATERALIL’ulcera gastrica è una soluzione di continuo della parete dello stomaco. Può variare da una semplice erosione della mucosa fino alla completa perforazione della parete. Tra i fattori socio-ambientali di rischio vanno ricordati il fumo di sigaretta, il consumo di sale, acidi grassi insaturi e in genere sostanze che stimolano la secrezione acida (caffè). Gli scienziati Robin Warren e Barry Marshall, entrambi Premio Nobel per la Medicina 2005, hanno dimostrato che la causa dell’ulcera gastrica è un batterio chiamato Helicobacter pylori, tuttavia un ruolo determinante nello sviluppo di tale patologia è l’uso di FANS.

I FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) tolgono il dolore, ma “bucano” lo stomaco, oltre ad essere un fattore di rischio per il reflusso esofageo, vomito e gastrite. I farmaci anti-infiammatori fanno “pagare” cara la loro prestazione, per questo l’attenzione del paziente deve essere rivolta anche agli effetti collaterali.

Specialmente se il paziente è italiano: noi italiani sembriamo avere una bassa sopportazione del dolore rispetto ai colleghi europei i quali usano i FANS con molta più parsimonia di noi. I FANS sono farmaci usati non solo come analgesici ma anche come antipiretici, per far abbassare la febbre. Il principio attivo da cui nacquero i FANS è l’acido acetolsalicilico, immancabile in ogni casa provvista di armadietto dei medicinali e che trovate sotto il nome più comune di aspirina. Lo stomaco, però, è a rischio. Motivo per cui ogni medico si raccomanda di assumere l’aspirina sempre dopo aver mangiato.

L’aspirina fu però solo il principio dell’avvento dei FANS nella storia dei farmaci e molte sono le molecole e i principi attivi di questi farmaci. Tutti con effetti collaterali, spesso molto seri. Se lo stomaco è il primo a mal digerire l’assunzione di fans, poi ci sono i reni, il cuore e la pressione sanguigna e le piastrine. Gli effetti collaterali, spiega Repubblica nell’inserto Salute, sono legati al meccanismo di inibizione delle prostaglandine:

Il danno è insito nella modalità d’azione dei FANS, che inibiscono in definitiva le prostaglandine, sostanze deputate a regolare il flusso sanguigno dell’organo. Esistono diverse classi di prostaglandine e la loro modulazione è complessa: in sintesi, quando vengono inattivate si riduce il flusso sanguigno nell’organo, Nel rene questa situazione determina una riduzione della filtrazione e della diuresi, con conseguente aumento del volume circostante (sovraccarico salino). La pressione sanguigna sale e il cuore si affatica.

Poi ancora la diminuzione del numero di piastrine nel sangue, le cellule che aiutano la coagulazione, la riduzione di leucociti neutrofili, tipologia di globuli bianchi, fino all’anemia con la diminuzione dei globuli rossi che trasportano ossigeno e ferro nel sangue.

Non va poi sottovalutata l’eventuale ipersensibilità e allergia al singolo principio attivo, che può causare orticaria, edema, rinite, asma e nei casi più gravi anche shock anafilattico. Infine c’è il fegato, che regola il metabolismo degli zuccheri e si occupa della rimozione delle sostanze tossiche nel sangue. Per lui i FANS rappresentano un carico di “lavoro” importante e affaticato altera i livelli di transaminasi.

Nonostante gli effetti collaterali siano seri e noti, in Italia nel 2012 è stato segnato un record di consumo di questi farmaci. Pubblicizzati e venduti anche nelle parafarmacie, svolgono il loro compito contro il dolore in modo efficace e tempestivo. Ma forse è bene ricordare cosa si rischia: la pillola andrà anche giù con lo zucchero, se volete attutire il colpo allo stomaco, ma il retrogusto sarà comunque amaro per chi esagera nel suo uso.

Elenco dei principali FANS presenti nel prontuario farmaceutico nazionale

Acido acetisalicilico: Asprina (Bayer); Cemirit (Bayer)
Celecoxib: Celebrex (Pfizer)
Diclofenac: Voltaren (Novartis)
Etoricoxib: Arcoxia (Merck Sharp & Dohme)
Fluriprofene: Froben (Abbott)
Ibuprofene: Antalgil (McNeil); Momento 200 (Angelini)
Indometacina: Indoxen (Sigma-Tau); Liometacen (Promedica)
Ketorolac: Toradol (Recordati)
Ketoprofene: Artosilene (Dompé Farmaceutici); Oki (Dompé)
Naprossene: Aleve (Bayer); Synflex (Recordati)
Nimesulide: Aulin (Recordati)
Paracetamolo: Efferalgan (Bristol Myers Squibb-F); Tachipirina (Angelini)
Parecoxib: Dynastat (Pfizer Healt-S)

I principali effetti collaterali e controindicazioni dei FANS

Gli effetti collaterali di questi farmaci sono in gran parte riconducibili all’inibizione da loro indotta della sintesi delle prostaglandine. Ne consegue che la più comune reazione avversa all’assunzione di FANS è la comparsa di disturbi a carico dell’apparato digerente, con insorgenza di nausea, vomito, bruciori gastrici e diarrea. Se l’uso diventa abituale o prolungato, si può avere la formazione di vere e proprie ulcere della mucosa gastrointestinale con possibilità di emorragie che possono essere lievi ma anche, in casi particolari, così gravi da richiedere un ricovero d’urgenza. Tali effetti indesiderati possono essere ridotti se l’assunzione per via orale del farmaco avviene dopo i pasti, quindi a stomaco pieno, oppure in associazione con antiacidi o farmaci ad azione protettiva sullo stomaco. Per lo stesso motivo è opportuno evitare la contemporanea assunzione di FANS ed alcol.

Pertanto, la somministrazione di FANS non è controindicata solamente nei casi di intolleranza individuale accertata, ma anche nei soggetti affetti da ulcera gastro-duodenale pregressa o in atto, con precedenti emorragie digestive, nelle malattie epatiche o renali croniche o infine nei pazienti in trattamento con anticoagulanti. E’ assolutamente necessario consultare il medico quando già si assumono altri farmaci (per evitare inopportune interazioni farmacologiche) ed anche quando il soggetto interessato è un bambino, una donna in gravidanza o in allattamento oppure in una persona che ha superato i 60 anni. E’ stato infatti ampiamente accertato che il rischio di effetti collaterali importanti aumenta con l’età e tale fenomeno sembra correlato essenzialmente al fatto che, con l’invecchiamento, le difese della mucosa gastrica e duodenale diminuiscono.

Altri fattori di rischio sono il consumo concomitante di cortisonici, la presenza di malattie come il diabete e alcune cardiopatie, il fumo e la durata del consumo del farmaco. Inoltre, l’associazione di più FANS, di FANS con aspirina e il tipo di farmaco adoperato possono influenzare la frequenza e la gravità dei danni all’apparato digerente. Per esempio, alcuni FANS, come piroxicam e il ketoprofene, comportano un maggior rischio di complicanze mentre l’ibuprofene e diclofenac sembrano meno dannosi. Va segnalato infine che l’ingestione di questi farmaci può determinare la comparsa di eruzioni cutanee su base allergica (prurito, rash, orticaria), vertigini, sonnolenza.

Ricordate: non state prendendo una caramella, ma un farmaco.

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