Splenectomia parziale e totale: perché si esegue e quali sono i rischi

DCIM100MEDIALa splenectomia parziale e totale è l’intervento chirurgico di rimozione della milza – attuata in parte o nella sua totalità – che si rende necessaria quando questo organo è oggetto di danni irreparabili o non è più funzionale per colpa di una grave patologia.La milza ricopre diverse funzioni:

  • combatte le infezioni, controllando la presenza di agenti patogeni in circolo (batteri e particelle estranee) e producendo anticorpi e globuli bianchi;
  • favorisce la maturazione dei globuli rossi (eritrociti);
  • ripulisce il sangue dai globuli rossi invecchiati (un globulo rosso ha una vita media di 120 giorni) o danneggiati;
  • è una riserva di ferro, di piastrine e di globuli bianchi.

Quando si esegue una splenectomia parziale o totale?
L’intervento di splenectomia viene messo in pratica alla comparsa di una delle seguenti condizioni o patologie:

  • Rottura della milza. Causata da un trauma addominale, provoca un’emorragia interna, che, se non viene bloccata, può portare alla morte. La splenectomia rappresenta, molto spesso, l’unica soluzione valida per interrompere la perdita di sangue.
    La splenomegalia, condizione patologica in cui la milza è ingrossata, è uno dei fattori favorenti la rottura della milza, in quanto quest’ultima è più esposta agli urti a causa delle notevoli dimensioni.
  • Malattie del sangue. Alcune gravi malattie del sangue, come l’anemia falciforme, la talassemia, la policitemia vera o la porporatrombocitopenica idiopatica, possono richiedere la splenectomia. La decisione di rimuovere la milza, tuttavia, viene presa solo dopo che tutti gli altri trattamenti possibili non sono andati a buon fine.
  • Tumori. Determinate neoplasie, come la leucemia linfatica cronica, il linfoma di Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin o la leucemia a cellule capellute, possono interessare anche la milza, causandone un suo ingrossamento (splenomegalia). Come nel caso precedente, se tutti i trattamenti attuati per la cura della splenomegalia sono inefficaci, è necessario ricorrere alla splenectomia.
  • Infezioni. Alcuni agenti patogeni (virus, batteri e parassiti) possono infiammare la milza, provocando splenomegalia. Se le infezioni sono molto serie e i trattamenti sono inefficaci, il rimedio ultimo è rappresentato dall’asportazione dell’organo infiammato. Alcuni esempi di patogeni, che provocano splenomegalia (e che potenzialmente potrebbero richiedere splenectomia), sono il plasmodio della malaria (un parassita) ed il batterio della sifilide.
  • Cisti o tumori benigni. La milza può sviluppare delle cisti o dei tumori benigni, che ne alterano la normale anatomia. Se queste malformazioni sono di dimensioni elevate o se la loro completa rimozione chirurgica è impossibile, l’unico rimedio attuabile è la splenectomia.
  • Casi particolari. In rarissime occasioni, la milza può ingrossarsi senza un causa precisa, o meglio senza una causa documentabile attraverso i test diagnostici. In questi casi, impostare un terapia è difficile, perché non si sa quale sia il fattore scatenante. Pertanto, l’unico rimedio, per evitare le complicazioni della splenomegalia, è rappresentato dalla splenectomia.

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Rischi legati all’asportazione chirurgica parziale o totale della milzaGrazie ai progressi della medicina, la splenectomia è, ormai, un’operazione sicura. Tuttavia, la sua esecuzione, come quella di un qualsiasi altro intervento chirurgico, presenta dei potenziali rischi, che non vanno sottovalutati. Le quattro più importanti complicanze dell’asportazione della milza sono:

  • emorragie;
  • coaguli di sangue (trombi);
  • infezioni della ferita;
  • lesioni degli organi adiacenti (stomaco, pancreas e colon).

La milza è un organo indispensabile? Cosa succede quando viene asportata la milza?
A causa di tutte le funzioni elencate precedentemente, i pazienti che hanno subìto un intervento di asportazione della milza possono andare incontro ad alcune condizioni particolari. Per approfondire leggi: La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Il semplice gesto che fa aumentare la tua autostima

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma IL GESTO CHE FA AUMENTARE TUA AUTOSTIMA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVuoi aumentare la tua autostima con un semplice gesto? Uno dei segreti per aumentare la fiducia in se stessi passa dalla postura che si assume: tenere il busto dritto, testa alta e petto in fuori può aumentare la tua autostima. E’ quanto emerge dallo studio della psicologa di Harvard Amy Cuddy, esperta in linguaggio del corpo, pubblicato sull’Independent (lo trovate a questo link). L’indagine rivela come le persone con forte autostima tendano ad assumere pose robuste e fiere. Il segreto per contrastare la mancanza di fiducia in se stessi, specie nelle donne, secondo l’esperta sarebbe quello di assumere la famosa posa da Wonder Woman (la famosa “the Wonder Woman pose che vedete in foto).

Testosterone, cortisolo e fiducia in se stessi
I benefici di questa postura non sono soltanto mentali, ma soprattutto fisici. Testosterone e cortisolo sono due ormoni che regolano le funzioni del corpo (il primo è quello che ci pone nell’ottica di correre dei rischi, mentre il secondo è quello che ci fa tentennare di fronte agli ostacoli della vita): grazie alla postura vincente riusciamo ad innalzare il livello del primo e ad abbassare quello del secondo. La posizione alla Wonder Woman altera il livello di questi ormoni dopo appena due minuti.

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La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MILZA ORGANO INDISPENSABILE SUCCEDE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa milza è un organo indispensabile?
Pur essendo un organo importante del nostro corpo, non è comunque un organo indispensabile alla vita umana: in caso di asportazione ci sono altri organi interni, come il fegato ed il midollo osseo, che ne prendono le funzioni.

Cosa succede quando viene asportata la milza?
La milza svolge svariati compiti (a tal proposito leggi: A cosa serve la milza e che significa “rottura della milza”?). A causa di ciò, i pazienti che – per varie cause – hanno affrontato un intervento di asportazione della milza (splenectomia) presentano livelli più alti di reticolociti, piastrine e globuli rossi incompleti o patologici; per il venir meno delle funzioni immunologiche, sono inoltre più sensibili alle infezioni, soprattutto a quelle prodotte da microrganismi capsulati: per questo motivo si parla di immunodepressione post-splenectomia. Alla luce di ciò, ai pazienti sottoposti ad asportazione della milza, si raccomanda di vaccinarsi contro il batterio pneumococco, che causa la polmonite, e, di anno in anno, contro l’influenza. Inoltre, un’altra misura preventiva, adottata in particolari condizioni patologiche, è quella di assumere degli antibiotici, i quali innalzano un muro contro gli agenti batterici presenti nell’ambiente.

Rischi legati all’intervento chirurgico
Grazie ai progressi della medicina, la splenectomia è, ormai, un’operazione sicura. Tuttavia, la sua esecuzione, come quella di un qualsiasi altro intervento chirurgico, presenta dei potenziali rischi, che non vanno sottovalutati.
Emorragie, coaguli di sangue (trombi), infezioni della ferita e lesioni degli organi adiacenti (stomaco, pancreas e colon) sono le quattro più importanti complicanze dell’asportazione della milza.
La recente rivalutazione dell’importante ruolo svolto dalla milza nella difesa dell’organismo, soprattutto in età pediatrica, ha modificato l’approccio terapeutico, che oggi si orienta soprattutto verso un trattamento di tipo conservativo, mentre prima si tendeva più ad un approccio chirurgico.

Per approfondire:

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Rottura della milza: terapia conservativa o chirurgica?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ROTTURA MILZA TERAPIA CHIRURGICA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLe lesioni della milza possono essere di lieve o di grossa entità. Lesioni spleniche vaste trasformano la rottura della milza in una vera e propria emergenza medica, che richiede l’immediato intervento chirurgico per arrestare l’emorragia interna e salvare la vita al paziente. In caso di traumi più superficiali, la rottura della milza può essere invece trattata in modo conservativo, ospedalizzando per qualche giorno il paziente ed osservando l’evolversi della situazione verso l’eventuale guarigione spontanea.

Per approfondire:

Terapia chirurgica nella rottura della milza
A causa dell’importante vascolarizzazione, la rottura della milza può causare emorragie massive, con accumulo di sangue nella cavità addominale ed insorgenza di shock ipovolemico fino alla morte. In simili circostanze, l’immediato intervento chirurgico di splenectomia (asportazione della milza) può salvare la vita al paziente senza complicanze cliniche significative.

Per approfondire sulla terapia chirurgica che consiste nella rimozione della milza, leggi questo articolo: Splenectomia parziale e totale: perché si esegue e quali sono i rischi

E’ importante però ricordare che, rispetto al passato, grazie alla rivalutazione del ruolo immunitario della milza ed al rischio di severe infezioni post-operatorie, l‘intervento di splenectomia viene oggi praticato con maggiore cautela. Si tende ad osservare il paziente per capire se l’emorragia è in grado di arrestarsi spontaneamente, riservando l’intervento ai casi in cui non avviene la guarigione spontanea. Inoltre, durante l’intervento chirurgico si cerca quando possibile di riparare la lesione, applicando ad esempio dei punti di sutura, o di asportare soltanto la parte di milza interessata dalla rottura (splenectomia subtotale o parziale), piuttosto che asportare completamente la milza come spesso si faceva in passato.

Leggi anche: La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?

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Le funzioni del cervelletto: apprendimento e correzione dei movimenti del corpo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CERVELLETTO FUNZIONI CORREZIONE MOVIMENTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgIl cervelletto è una parte del SNC (sistema nervoso centrale) coinvolta in moltissime importanti funzioni del corpo: nell’apprendimento e nel controllo motorio, nel linguaggio, nell’attenzione e, probabilmente, in alcune funzioni emotive, come le risposte alla paura o al piacere. Le connessioni con il sistema limbico gli permettono di intervenire anche nei processi di memorizzazione e apprendimento, potendosi così parlare di cervelletto cognitivo. Sebbene sia ampiamente coinvolto nel controllo del movimento, il cervelletto non vi dà origine.

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Confronto di segnali periferici e centrali
Le informazioni che arrivano dalla periferia portano i dettagli dei movimenti nel corso della loro esecuzione permettendo al cervelletto di controllare il tono muscolare nel durante dei movimenti stessi e quindi di adattare subito lo stato di contrazione muscolare alle variazioni di carico o delle richieste fisiologiche per quanto concerne l’ampiezza, l’efficacia, la traiettoria e la durata del movimento. Nel fare questo permette, quindi, di ridurre al minimo le contrazioni non coordinate dei muscoli antagonisti che causano piccole oscillazioni durante il movimento, il cosiddetto tremore fisiologico (in questo è implicata la porzione posterolaterale del cervelletto).
Sia i segnali periferici che centrali vengono confrontati in ogni istante e usati per produrre una risposta efficiente per modulare, ed eventualmente correggere, il segnale sia nel tragitto discendente che ascendente. Qualora sussistano delle differenze tra il movimento programmato e quello effettivamente realizzato, il cervelletto è in grado di correggere, con un meccanismo di feedback negativo, il movimento durante il suo realizzarsi.
Il modulo di funzionamento del cervelletto si ripete invariato nonostante le diverse connessioni e funzioni attribuite. La corteccia è costituita ovunque dagli stessi strati che sono raggiunti dalla stesse fibre afferenti e da cui dipartono l’unico tipo di fibre efferenti dirette ai nuclei intrinseci del cervelletto.
E’ importante ricordare che un danno cerebellare non impedisce l’utilizzo di una determinata funzione, ma ne riduce l’efficienza.

Apprendimento motorio
Queste capacità del cervelletto si applicano sia durante i processi cognitivi (che coinvolgono le aree corticali limbiche e paralimbiche) sia durante la ripetizione di movimenti complessi (apprendimento motorio). La ripetizione nel tempo di determinati schemi motori, modifica i circuiti cerebellari (effetto plastico) accrescendo l’efficienza di controllo nell’atto motorio e quindi anche l’efficacia con cui viene effettuato. Si parla soprattutto di azione che richiedono schemi elevati di coordinazione (suonare il pianoforte) e in cui l’esecuzione dei singoli atti che compongono il movimento sia indipendente dall’intervento cosciente della corteccia cerebrale.
Nel cervelletto si crea quindi un ben preciso schema motorio che viene trasmesso al complesso olivare inferiore tramite proiezioni collaterali del fascio corticospinale. Anche alcune informazioni cerebellari uscenti attraverso il peduncolo cerebellare superiore che raggiungono il nucleo rosso vengono poi ritrasmesse all’oliva inferiore per il confronto con lo schema motorio originale.

Correzione del movimento
In ogni caso sembra che proprio per questo motivo, il sistema delle fibre rampicanti olivocerebellari sia implicato nella correzione degli errori motori durante la replicazione di uno schema già preimpostato e memorizzato. Le fibre rampicanti, infatti, aumentano la loro scarica di potenziali complessi generando un aumento di Ca2+ intracellulare molto evidente. Questo, sommatosi all’aumento relativo alla stimolazione delle stesse cellule da parte delle fibre parallele, induce in queste ultime un processo di depressione sinaptica a lungo termine (long term depression) causato fondamentalmente da un’endocitosi dei recettori AMPA per il glutammato con conseguente diminuzione di scarica delle cellule del Purkinje sui nuclei. Così il movimento tenderà ad essere corretto tramite le vie di controllo del cervelletto sulla corteccia e sulle vie motorie discendenti.

Mantenimento della stazione eretta
A questo riguardo svolge un ruolo essenziale il verme del cervelletto essendo implicato in quella serie di movimenti muscolari inconsci che permettono di mantenere la stazione eretta mentre si compie un’azione e nell’insieme noti come anticipazione motoria. Nel momento in cui si prende un libro da uno scaffale, per esempio, vengono attivati per prima i muscoli flessori plantari della caviglia e non i flessori della spalla, del gomito o delle dita. Questo permette che la parte anteriore del piede spinga indietro gli arti inferiori e il tronco nel momento in cui si afferra il libro permettendo di mantenere la stabilità. Nel momento in cui solleviamo il libro, poi, i muscoli erettori della colonna vertebrale correggono il peso del libro e del braccio impedendo lo sbilanciamento in avanti di testa e tronco. Nello stesso tempo recettori labirintici informano il cervelletto di ogni variazione dell’equilibrio permettendogli di effettuare una risposta coerente con le intenzioni e i movimenti effettuati.

Tempistica e cooperazione
Un esempio dell’importanza della tempistica con cui devono avvenire i movimenti motori e la coordinazione fra i muscoli si ha nella lettura. Per leggere una pagina di un libro è necessario che ad ogni riga gli occhi che scorrono le lettere nelle righe scattino indietro per iniziare la riga successiva. Errori in questa azione può causare la dislessia.

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Rottura della milza: cosa si prova e qual è la terapia?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ROTTURA DELLA MILZA PROVA TERAPIA SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgIn un precedente articolo, ci eravamo chiesti dove si trova, com’è fatta ed a cosa serve la milza, oggi invece cercheremo di capire quello che succede quando si verifica la “rottura della milza”.

Un organo frequentemente sottoposti a traumi
La milza è un organo che si danneggia frequentemente in caso di traumi a livello toracico-addominale o per traumi in altri distretti che si o si ripercuotono indirettamente su di essa. Tra tutti, la milza è infatti l’organo interno più frequentemente leso nei traumi toraco-addominali, questo a causa:

  • della sua fragilità intrinseca;
  • della ricca vascolarizzazione;
  • della sua posizione;
  • della presenza di un lungo peduncolo vascolare (arteria e vena lienale);
  • della connessione ai vari legamenti che le trasmettono sollecitazioni provenienti da altri organi.

Quali sono le cause di rottura della milza?
Come abbiamo appena visto, la rottura della milza può essere causata da traumi violenti (come incidenti stradali, un pugno molto forte, un proiettile…). Tuttavia ci sono delle circostanze, non così rare, in cui la milza diviene particolarmente suscettibile alla rottura, anche a seguito di traumi modesti o insignificanti, come un colpo di tosse, uno starnuto, un conato di vomito, lo sforzo alla defecazione, od una palpazione troppo vigorosa dell’organo. In genere, il rischio di rotture spontanee o secondarie a traumi minimi è elevato in caso di splenomegalia (ingrossamento della milza), specie se severo. Ecco allora che la rottura della milza diviene più comune nel corso di alcune malattie, come la mononucleosi infettiva, la malaria, la schistosomiasi, la cirrosi, le anemie emolitiche (es. talassemia), il morbo di Gaucher, la sarcoidosi, la leucemia a cellule capellute, la leucemia cronica mielogenica, la leucemia cronica linfocitica ecc. Per questa ragione, in questi individui (per es. ai ragazzi affetti da mononucleosi infettiva) la pratica di sport di contatto o ad alto rischio di traumi è caldamente sconsigliata dai medici.

Leggi anche: La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?

Cosa si prova in caso di rottura della milza?
In presenza di un trauma violento dell’addome il paziente lamenta un dolore intenso in questa regione (ipocondrio sinistro, quadrante supero-laterale sinistro dell’addome), che si irradia alla spalla omolaterale (sinistra) ed è aggravato dalla palpazione. Le pareti addominali appaiono ipercontratte e l’addome disteso per l’accumulo di sangue nella cavità addominale; inoltre, il sanguinamento interno porta gradualmente ad uno stato si shock emorragico, segnalato da sintomi come pallore, ansietà, tachicardia, stordimento e confusione. Non sempre, però, le manifestazioni cliniche della rottura splenica si instaurano così precocemente; l’emorragia, infatti, può non essere immediata ma verificarsi in un secondo tempo, con una latenza di qualche giorno dal trauma ed insorgenza tardiva dei disturbi, anche a distanza di 6-7 giorni dall’incidente. Naturalmente, la rottura della milza può essere isolata o associata a lesioni di altri organi, che complicano le manifestazioni cliniche e la prognosi; quando vi è associazione con lesioni di altri organi, la mortalità per rottura splenica è elevata (10-20%), mentre in caso di lesione isolata la mortalità si aggira al 4%.

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Come si fa diagnosi di rottura della milza?
I mezzi diagnostici essenziali sono la TAC e l’ecografia, che avvalorano il sospetto emerso dall’esame fisico del paziente; anche il lavaggio peritoneale ha un’importante utilità diagnostica (si introduce un piccolo catetere, un tubicino di plastica flessibile, nell’addome, per aspirare ed analizzare il liquido aspirato ricercando la presenza di sangue).

Emergenza medica o terapia conservativa
Le lesioni spleniche possono essere lievi o di grossa entità; a seconda della gravità della situazione le possibili terapie sono quella conservativa o quella chirurgica. A tal proposito leggi: Rottura della milza: terapia conservativa o chirurgica?

Per approfondire sulla terapia chirurgica che consiste nella rimozione della milza, leggi questo articolo: Splenectomia parziale e totale: perché si esegue e quali sono i rischi

Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Differenza tra febbre e piressia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE FEBBRE PIRESSIA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgUn paziente mi ha chiesto tempo fa quale differenza ci fosse tra la febbre e la piressia. La risposta è decisamente rapida: tra la febbre e la piressia non c’è alcuna differenza, i due termini (fever e pyrexia in inglese) sono infatti sinonimi ed entrambi indicano:

un temporaneo stato patologico caratterizzato da una alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamico con una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale, che corrisponde circa 36.8 gradi Celsius in condizioni basali (anche se possono esserci ampie variazioni soggettive).

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Temperatura, voce, movimenti… Come cambia il tuo corpo quando sei triste o felice per qualcosa?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TEMPERATURA VOCE MOVIMENTI CAMBIA CORPO TRISTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari A.jpgQuando proviamo gioia e tristezza, il nostro corpo si modifica. La temperatura, la postura, i movimenti del corpo, la voce e le espressioni subiscono cambiamenti importanti che, se prolungati nel tempo, diventano segni indelebili. In questa pagina vedremo come cambia il nostro corpo in base alle emozioni che proviamo. Analizzeremo diversi fattori quali:

  • temperatura corporea;
  • postura;
  • movimenti;
  • voce;
  • mimica facciale.

Temperatura corporea

Quando sei felice:
Innalzamento della temperatura del corpo, coinvolge la totalità corporea. Nei casi della felicità di innamoramento la temperatura si concentra alla parte superiore.

Quando sei triste:
Abbassamento della temperatura corporea che coinvolge soprattutto gli arti. Nei casi di depressione la temperatura di tutto il corpo si abbassa ulteriormente.

Postura e movimenti corporei

Quando sei felice:
1)     Nella gioia sono frequenti i movimenti  di apertura
2)      La testa e il collo vengono tesi verso l’alto
3)      Spalle diritte e rilassate
4)      Arti superiori tendono verso l’esterno e verso l’alto – apertura
5)      Il tronco viene sollevato
6)    In generale, si assiste anche alla presenza di movimenti veloci e rapidi.

Quando sei triste:
1)      Nella tristezza si assumono posture di chiusura
2)      La testa e la mandibola si abbassano verso il petto
3)      Il tronco tende ad incurvarsi
4)      Le spalle tendono a incurvarsi
5)      In generale si assiste ad un rallentamento dei movimenti corporei. Quindi i movimenti del corpo sono lenti.

Voce e corde vocali

Quando sei felice:
Nella manifestazione della gioia si assiste ad un innalzamento dell’intensità e del tono, l’eloquio scorre più velocemente ed appare più fluido. 

Quando sei triste:
Nella tristezza si nota come la persona abbassi il tono e l’intensità della voce, come anche il ritmo dell’eloquio tende ad essere rallentato; in base all’intensità dell’emozione la voce può anche tremare. 

Volto e mimica facciale

Quando sei felice:
Nella gioia seguono i seguenti cambiamenti d’aspetto. Le rughe, provenienti dalle espressioni,  con gli anni si fissano sul volto.

Guance: Sollevate verso l’alto, dando origine alle “zampe di gallina”

Labbra: gli angoli esterni vengono sollevati e, a seconda dell’intensità, la bocca si può socchiudere o aprire lasciando scoperti i denti. Se si nota un sorriso che coinvolge solo la parte inferiore del viso, allora si è in presenza del “sorriso sociale”.

Quando sei triste:
La tristezza ha tipiche espressioni facciali.

Sopracciglia:  le estremità interne sono sollevate e convergenti, mentre quelle esterne puntano verso il basso. Si vedono le rughe tra le sopracciglia e nella parte centrale della fronte. Nella depressione queste rughe possono diventare più marcate e permanenti più facilmente.
Palpebre: la parte esterna della palpebra superiore tende verso il basso
Labbra e mento:  gli angoli della bocca tendono verso il basso.

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