Infezioni da pneumococco: storia, microbiologia ed epidemiologia

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE BATTERIO PNEUMOCOCCO STREPTOCOCCO PNEUMONIAE LABORATORIO RICERCA SCIENZIATO MICROSCOPIO VETRINO BIOLOGIA MICROBIOLOGIA VIRUS LABORATORYLo Streptococcus pneumoniae, anche chiamato pneumococco o pneumococcus, un tempo noto come Bacillo di Fraenkel o Diplococcus pneumoniae o Diplococcus lanceolatus, spesso abbreviato S. pneumoniae, è un Continua a leggere

Differenza tra concentrazione minima battericida (MBC), antibiotica (MAC) e concentrazione minima inibitoria (MIC)

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE LABORATORIO RICERCA OSPEDALE SCIENZA SCIENZIATO MICROSCOPIO VETRINO FARMACI CHIMICA TEST ESPERIMENTO ANALISI CLINICHE BIOLOGIA MICROBIOLOGIA VIRUS LABORATORYConcentrazione minima inibitoria o inibente (MIC)

Con l’espressione “concentrazione minima inibitoria” anche detta “concentrazione minima inibente” (spesso denominata con l’acronimo “MIC“, dall’espressione inglese “minimal inhibitory concentration“) in medicina, farmacologia, biologia e microbiologia si intende per Continua a leggere

Concentrazione minima battericida (MBC): significato in medicina e come si determina

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE LABORATORIO RICERCA OSPEDALE SCIENZA SCIENZIATO MICROSCOPIO FARMACI CHIMICA TEST ESPERIMENTO ANALISI CLINICHE LABORATORYCon l’espressione “concentrazione minima battericida” (spesso denominata con l’acronimo “MBC“, dall’espressione inglese “minimum bactericidal concentration“) in medicina, farmacologia, biologia e microbiologia si intende per Continua a leggere

Minima concentrazione antibiotica (MAC): significato in medicina e come si determina

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE LABORATORIO RICERCA OSPEDALE SCIENZA SCIENZIATO MICROSCOPIO FARMACI CHIMICA TESTCon l’espressione “minima concentrazione antibiotica” (spesso denominata con l’acronimo “MAC“, dall’espressione inglese ” minimal antibiotic concentration“) in medicina, farmacologia, biologia e microbiologia si intende per Continua a leggere

Concentrazione minima inibitoria (MIC): significato in medicina e come si determina

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE SCIENZIATO MICROSCOPIO LABORATORIO RICERCATORE RICERCA SCIENTIFICA SCIENZA BATTERI VIRUS MICROBI VETRINO ANATOMO PATOLOGO OSPEDALECon l’espressione “concentrazione minima inibitoria” anche detta “concentrazione minima inibente” (spesso denominata con l’acronimo “MIC“, dall’espressione inglese “minimal inhibitory concentration“) in medicina, farmacologia, biologia e microbiologia si intende per Continua a leggere

E’ allarme per il super batterio killer che resiste agli antibiotici

MEDICINA ONLINE LABORATORIO MICROSCOPIO ANATOMO PATOLOGO AGO ASPIRATO BIOPSIA CHIRURGICA CITOLOGIA ISTOLOGIA ESAME ISTOLOGICO LINFONODO LAB CHIMICA FISICA SANGUE ANALISI FECI URINA GLICEMIA AZOTEMIA DENSITA CHEMISTRYSta facendo notizia un batterio chiamato Kpc, Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi-produttrice, un super batterio considerato un vero e proprio killer che, in oltre il 50% dei casi, è ormai diventato resistente ad ogni tipo di antibiotico, compresi i più potenti. Sono sempre di più i batteri che resistono agli antibiotici, come anche la Pseudomonas aeruginosa, organismi divenuti insensibili agli antibiotici grazie a modifiche del loro patrimonio genetico.

Il dott. Matteo Bassetti, dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine e vicepresidente della Sita: “Il Kpc è un batterio che tipicamente causa infezioni di vario tipo, da quelle urinarie a quelle polmonari a quelle dell’addome o del sangue, che è diventato resistente all’ultima classe di farmaci che sono i più potenti: esprime questo meccanismo che si chiama Kpc. Contro questo microrganismo gli antibiotici che usiamo normalmente, non funzionano più e oggi per trattarlo dobbiamo mettere insieme più antibiotici, un cocktail che possa funzionare. Oltre il 50% delle persone infettate da questo batterio muore“.

Continua Bassetti: ” Quello dell’antibiotico-resistenza, causata dall’utilizzo eccessivo e inappropriato di questi farmaci, è diventato tema globale tanto da essere inserito tra le priorità al centro del G7 dei ministri della Salute che si è svolto di recente a Milano. La missione della Sita è quella di invitare attraverso lo studio di linee guida medici e pazienti a prescrivere e ad assumere gli antibiotici in modo appropriato, oltre a chiedere alle istituzioni meno vincoli nell’uso delle nuove molecole”.

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Sierotipo in microbiologia: significato ed importanza per i vaccini

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MIl sierotipo è, in microbiologia e virologia, un livello di classificazione di batteri e virus inferiore a quello specie, della quale costituisce l’equivalente di una sottospecie.

In particolare è possibile distinguere diversi sierotipi di una specie batterica o virale quando il materiale organico infetto (ad esempio sangue) reagisce positivamente solo con un determinato siero, contenente un anticorpo in grado di legarsi ad uno specifico antigene microbico: si possono allora distinguere tra di loro microrganismi appartenenti alla medesima specie, in base a differenze tra gli antigeni di superficie rilevabili solo mediante reazioni antigene-anticorpo.

La capacità di distinguere diversi sierotipi all’interno di una specie è di molto aumentata con lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche che sfruttano le proprietà degli anticorpi monoclonali di reagire in modo altamente specifico con determinati antigeni. La possibilità di riconoscere con precisione un determinato sierotipo è molto importante per l’epidemiologia di alcune malattie infettive, perché permette di ricostruire la provenienza e la circolazione dell’infezione; anche per l’allestimento di vaccini è importante distinguere i diversi sierotipi di un agente patogeno, per poter preparare vaccini protettivi verso le sue possibili varianti.

Tra gli agenti patogeni distinti in numerosi sierotipi si ricordano le Salmonelle e gli Streptococchi.

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Cos’è un vettore? Differenza tra vettore biologico e meccanico con esempi

MEDICINA ONLINE ZANZARA TIGRE MOSQUITO MOSKITO MOSCA INSETTO MOSCA PUNTURA MORSO PRURITO PELLE PUNGE FASTIDIO ESTATE ATTRAE WALLPAPER PICS PICTURE PHOTO.jpgCos’è un vettore?
In biologia e microbiologia un vettore (in inglese “disease vector” o più semplicemente “vector”) è un oggetto, animato o inanimato, capace di trasporto e trasmissione di uno o più agenti patogeni da un organismo all’altro e quindi responsabile della diffusione della patologia provocata da quel patogeno.

Vettore animato o inanimato?
Il vettore può essere principalmente di tue tipi:

  • vettore animato: è un organismo vivente, come ad esempio insetti, gatti, cani, maiali, polli, uccelli…
  • vettore inanimato (anche chiamato “fomite“): come nel caso di virtualmente qualsiasi oggetto esistente sulla cui superficie possa risiedere un patogeno.

Alcune patologie infettive possono essere trasmesse da un organismo all’altro, sia tramite oggetti inanimati che animati, ad esempio nel diftero-vaiolo aviare (una malattia virale che colpisce numerose specie di uccelli, e sostenuta da virus appartenenti alla famiglia Poxviridae) possono essere considerati vettori:

  1. un pollo ammalato introdotto in un gruppo di recettivi (vettore animato);
  2. le croste provenienti dalle lesioni vaiolose (fomite);
  3. un automezzo che ha trasportato polli malati (fomite);
  4. un insetto che veicola materiale contaminato (vettore animato).

Vettore biologico o meccanico?
Un vettore animato è organismo vivente, spesso un artropode, che trasmette un agente infettivo da un animale infetto da patologia infettiva all’uomo od a un altro animale (zoonosi). I vettori sono spesso artropodi, vale a dire zanzare, zecche, mosche, pulci e pidocchi, che possono trasmettere una malattia infettiva attivamente o passivamente e -in base a ciò – sono distinti in vettori biologici e meccanici:

  • vettore biologico (o attivo): è un organismo contagiato dal patogeno che trasmette. Il patogeno si moltiplica all’interno del vettore biologico e viene trasmesso al nuovo ospite in genere tramite morso o puntura. Il patogeno si replica – o compie una parte essenziale del suo ciclo vitale – nel vettore, prima di essere trasmesso. Tipici esempi di vettori biologici sono le zecche o le zanzare;
  • vettore meccanico (o passivo): è un organismo che può trasportare l’agente infettivo sulla superficie del proprio corpo (ad esempio le zampe). L’agente infettivo non si replica, né compie alcuno sviluppo sulla superficie dell’ospite. L’agente infettivo viene trasmesso per contatto fisico, quando il vettore si posa sul nuovo ospite. Tipico esempio di vettore meccanico è la mosca.

In sintesi:

  • il vettore biologico trasporta il patogeno al suo interno, permettendogli attivamente la replicazione ed una fase del ciclo vitale;
  • il vettore meccanico lo trasporta passivamente all’esterno, dove il patogeno NON si replica, né si sviluppa, ma semplicemente sopravvive.

Sia vettore biologico che meccanico
Alcuni animali possono essere sia vettori biologici che meccanici, a seconda del patogeno che trasportano. Ad esempio le zanzare possono veicolare meccanicamente il virus del vaiolo aviare, e rappresentano pertanto dei vettori passivi di questa malattia; la zanzara però può anche trasportare al suo interno il plasmodio della malaria, rendono quindi la zanzara un vettore potenzialmente sia biologico che meccanico. L’altissima capacità delle zanzare di veicolare malattie, le rende gli animali più letali al mondo: sono ben 725 mila le morti umane causate ogni anno dalle zanzare. Le più temibili sono quelle del genere Anopheles, famose tra gli studenti di medicina del secondo anno che stanno studiando l’esame di microbiologia. Le Anopheles trasmettono il già citato plasmodio responsabile della malaria: un’epidemia che miete, in un anno, oltre 600 mila vittime, e debilita circa 200 milioni di persone. Ma sono veicolate dalle zanzare anche la febbre gialla, la dengue, l’encefalite

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Come fanno i vettori a coprire grandi distanze?
Alcuni vettori sono in grado di coprire distanze enormi, con conseguenti ripercussioni sul raggio d’azione delle zoonosi ad essi correlate. Le condizioni climatiche (specie temperatura ed umidità) possono influenzare positivamente o negativamente la diffusione e la persistenza in nuove aree del vettore biologico e meccanico. I vettori possono penetrare in nuove aree geografiche anche distanti, attraverso vari sistemi:

  • i viaggi compiuti dall’uomo;
  • il trasporto di animali, per esempio di bestiame;
  • gli uccelli migratori;
  • le pratiche agricole;
  • il vento.

Malattie trasmesse da vettori
Una malattia veicolata mediante vettore biologico o meccanico, entra a far parte di un ampio gruppo di patologie denominate “malattie trasmesse da vettori”. Esempi di esse sono:

  • la malattia di Lyme,
  • l’encefalite trasmessa da zecche,
  • il virus del Nilo occidentale,
  • la Leishmaniosi,
  • la febbre emorragica Congo-Crimea.

Per approfondire:

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