Ulcera corneale (lesione della superficie oculare trasparente): cause, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE OCCHIO EYE MIOPIA ASTIGMATISMO IPERMETROPIA PRESBIOPIA VISTA VEDERE DIOTTRIA CONI BASTONCELLI CERVELLO SENSOL’ulcera corneale consiste in una lesione della superficie oculare trasparente: è un’emergenza medica che deve essere trattata tempestivamente per evitare gravi danni oculari. Si tratta di un danno alla cornea che avviene in seguito a un processo infettivo: assume l’aspetto di un cratere, con perdita di tessuto corneale; l’ulcera, se trascurata, si può ampliare e divenire più profonda. È caratterizzata da una difficoltà nella cicatrizzazione, che tuttavia si riduce con adatto trattamento farmacologico.

QUALI SONO LE CAUSE?

Può essere causata da infezioni batteriche (più frequentemente Stafilococco, Pseudomonas o Streptococcus pneumoniae) oppure virali (tipo l’herpes simplex), da traumi o lesioni per la presenza di corpi estranei o per uso errato delle lenti a contatto (soprattutto quelle morbide). In quest’ultimo caso, infatti, l’infezione può essere indotta da un’inadeguata manutenzione o dall’abitudine di dormire non togliendole. Inoltre, possono essere indotte da una anomalia palpebrale tipo l’entropion (rotazione verso l’interno del margine palpebrale), la trichiasi (ciglia che sono rivolte verso la cornea, graffiandola) e l’esposizione corneale da incompleta chiusura delle palpebre tipo l’esoftalmo (protrusione del globo oculare oltre l’apertura palpebrale). Si possono presentare, anche in caso di carenza di vitamina A o di malnutrizione proteica, deficienze che inducono un alterato trofismo (nutrimento) della cornea.

QUALI SONO I SINTOMI?

I principali sintomi riferiti sono: dolore oculare, fotofobia (maggiore sensibilità alla luce intensa), sensazione di corpo estraneo (come se ci fossero sabbia o sassolini nell’occhio), lacrimazione e arrossamento oculare (soprattutto della parte bianca detta sclera). Quando i portatori di lenti a contatto notano questi sintomi devono sospenderne immediatamente l’uso: è consigliabile buttare le lenti a contatto in uso e il contenitore in cui vengono conservate nonché il liquido di conservazione: potrebbero essere contaminati.

QUALI SONO LE COMPLICANZE?

A seconda della profondità dell’ulcera corneale si possono verificare complicanze più o meno gravi. Infatti, il processo di riparazione della lesione comporta la formazione di tessuto cicatriziale (fibroso), che rende opaca la cornea, con diminuzione della capacità visiva (se avviene nella zona corneale centrale, di fronte alla pupilla). Inoltre si possono associare irite (infiammazione dell’iride), iridociclite (infiammazione che colpisce sia l’iride che dei corpi ciliari), perforazione del tessuto corneale (con eventuale prolasso dell’iride), ipopion (raccolta di pus in camera anteriore, lo spazio compreso tra cornea e iride), panoftalmite (infiammazione dell’intero bulbo oculare, con elevato rischio di perdita dell’occhio).
Inoltre, vi è l’eventualità della formazione di nuovi vasi sanguigni che si infiltrano nel tessuto corneale a partire dal limbus (zona di confine tra cornea e sclera) fino alla sede dell’ulcera: ciò comporta una diminuzione della trasparenza corneale persino dopo la fine del processo infiammatorio.

COME SI ESEGUE LA DIAGNOSI?

L’ulcera corneale può essere diagnosticata con l’esame obiettivo eseguito con la lampada a fessura; può richiedere il ricovero. In ogni caso, la lesione viene resa più evidente con l’utilizzo della luce blu-cobalto dopo l’instillazione di fluoresceina (che colora di verde la lesione). Dopodiché è necessario eseguire un tampone corneale, che permette di individuare il possibile agente patogeno, con una coltura batterica mirata e un antibiogramma per valutare le eventuali resistenze agli antibiotici. L’analisi infettivologica può essere anche effettuata sui liquidi di conservazione delle lenti a contatto.

COME SI PUÒ CURARE?

Il trattamento di base prevede l’utilizzo di un antibiotico a largo spettro, al quale si associa un collirio cicloplegico che riduce l’infiammazione e allevia il dolore. Nei casi gravi è consigliabile recarsi al pronto soccorso oftalmico. Spesso va usato un collirio definito ‘rinforzato’, che ha una percentuale di principio attivo maggiore rispetto a quella normalmente in commercio; può essere necessario ricorrere agli antidolorifici per bocca. Nei casi refrattari alle terapie, oppure in caso di opacità permanenti che invalidano notevolmente la vista, può essere eseguito un trapianto di cornea.

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Bruciore agli occhi: cause, rimedi naturali e farmaci

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BRUCIORE AGLI OCCHI CAUSE RIMEDI NATURALIRiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.gif

Cheratocongiuntivite

Con “bruciore agli occhi” si intende una condizione fastidiosa relativa alle zone interne e intorno agli occhi, caratterizzata appunto da senso di bruciore più o meno intenso, per un periodo limitato o prolungato, occasionale o in episodi ripetuti. La maggior parte delle volte, oltre al bruciore, il paziente avverte altri sintomi come prurito della zona oculare e perioculare, arrossamento, visione annebbiata, eccessiva lacrimazione, maggiore sensibilità alla luce, secrezioni oculari, sensazione di corpo estraneo.

Quali sono le più comuni cause di bruciore agli occhi?
Il bruciore agli occhi è un sintomo comune a diverse patologie che colpiscono l’occhio e gli annessi oculari; tra le malattie potenzialmente responsabili, ricordiamo la cheratocongiuntivite secca (sindrome dell’occhio secco), la congiuntivite, la blefarite e la cheratite da herpes simplex. Spesso, questa fastidiosa manifestazione può insorgere insieme a prurito, arrossamento e irritazione oculare. Alcune persone, quando sperimentano il bruciore agli occhi, riportano una visione offuscata e un’aumentata sensibilità alla luce.
Le allergie stagionali o perenni possono causare un’infiammazione (congiuntivite allergica) che si manifesta tipicamente con questo sintomo. In particolare, il bruciore agli occhi si può sviluppare come reazione ad allergeni presenti nell’aria (pollini, acari della polvere, muffe o peli di animali) o che entrano in contatto con la mucosa congiuntivale (ipersensibilità da contatto locale). Anche le infezioni delle alte vie respiratorie, come l’influenza o il raffreddore, possono essere accompagnate da bruciore agli occhi.

Altre cause di bruciore agli occhi
Una delle principali cause di bruciore agli occhi occasionale consiste nell’esposizione accidentale a irritanti ambientali (come il fumo di sigaretta, lo smog, la sabbia o la polvere) e a sostanze chimiche presenti nei detergenti per la casa, come la candeggina o l’ammoniaca. Una sensazione di bruciore transitoria si può sperimentare anche quando accidentalmente lo shampoo, il sapone o i cosmetici per la cura della pelle entrano a contatto con gli occhi. Altre possibili cause includono l’alterazione del film lacrimale legato all’invecchiamento, l’effetto collaterale di alcuni farmaci, l’impiego non corretto delle lenti a contatto (indossate per troppo tempo e non cambiate regolarmente), l’eccessivo uso di monitor di computer o televisori e l’irritazione provocata da un corpo estraneo.

Leggi anche:

Possibili cause di bruciore agli occhi

  • Miopia
  • Pediculosi
  • Pinguecola
  • Presbiopia
  • Raffreddore
  • Rinite allergica
  • Allergia da contatto
  • Allergie respiratorie
  • Astigmatismo
  • Blefarite
  • Rosacea
  • Sindrome dell’occhio secco
  • Sindrome di Sjögren
  • Ulcera corneale
  • Cheratite da Herpes simplex
  • Cheratocono
  • Congiuntivite
  • Episclerite
  • Febbre emorragica Crimea-Congo
  • Herpes simplex
  • Herpes zoster oftalmico
  • Influenza
  • Ipermetropia

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Quali sono i rimedi contro il bruciore agli occhi?
Per porre rimedio al bruciore degli occhi è necessario:

  • eliminare i fattori accidentali che possono essere alla base del disturbo (polvere, fumo di sigaretta) arieggiando i locali in cui si soggiorna (o lavora);
  • limitare l’uso di schermi di pc, smartphone e tablet;
  • evitare l’uso di sostanze (come detersivi e make up) che risultano irritanti;
  • cambiare le lenti a contatto spesso per prevenire il bruciore e comunque toglierle del tutto in caso di bruciore;
  • curare la patologia a monte che causa il bruciore agli occhi.

Gli interventi da mettere in atto in caso di bruciore agli occhi dipendono ovviamente dalla causa scatenante; quando il problema non è legato a una patologia, ma a una momentanea irritazione può essere sufficiente aspettare la risoluzione spontanea del problema; possono aiutare i colliri decongestionanti, le lacrime artificiali, i risciacqui con soluzioni saline e dagli impacchi freddi sugli occhi.

Bruciore agli occhi: farmaci
Il trattamento farmacologico dipende ovviamente dalla tipo di patologia che sta alla base. La terapia farmacologica può prevedere o gocce o pomate antibiotiche, farmaci antistaminici e risciacqui con acqua salina.

Bruciore agli occhi: quando rivolgersi al proprio medico?
È bene chiedere un consulto al proprio medico se il bruciore agli occhi non accenna a migliorare nel giro di qualche giorno o se assieme al bruciore si presenta all’improvviso un forte dolore ad uno o entrambi gli occhi. Devono destare particolare attenzione l’associazione del bruciore agli occhi anche con sintomi o segni come:

  • fotopsie (lampi di luce),
  • miodesopsie,
  • sanguinamento oculare,
  • alterazione della funzione visiva,
  • vista offuscata,
  • diplopia,
  • secrezione di materiale purulento o comunque denso di colore giallo/verdastro.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Oftalmodinia solare: il dolore agli occhi che dipende dalla luce

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma OFTALMODINIA SOLARE DOLORE OCCHI LUCE SOLRiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon “oftalmodinia” in medicina si intende “dolore all’occhio”. Qualora siamo di fronte ad dolore agli occhi che interviene o peggiori con l’esposizione alla luce solare e/o all’illuminazione artificiale intensa, allora si parla di “oftalmodinia solare“.

Cause e fattori di rischio

L’oftalmodinia (e quella solare in particolare) si può riscontrare soprattutto in caso di alcune patologie che riguardano l’occhio, come uveiti (ed altre infiammazioni), abrasioni della cornea, infezioni, congiuntiviti, cheratiti e glaucoma acuto. L’oftalmodinia solare, inoltre, può essere correlata a meningite, cefalea e vari stati febbrili. In altri casi, è conseguenza di irritazioni secondarie all’uso errato delle lenti a contatto.

Leggi anche: Ulcera corneale (lesione della superficie oculare trasparente): cause, sintomi e cure

Sintomi e segni

L’oftalmodinia è essa stessa un sintomo. Sintomi e segni associati all’oftalmodinia, possono essere:

  • rossore all’occhio;
  • lacrimazione;
  • emissione di materiale purulento dall’occhio;
  • orzaiolo;
  • difficoltà visive.

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Diagnosi

Per diagnosticare una oftalmodinia, e soprattutto la causa a monte che la determina, è importante rivolgersi all’oftalmologo per eseguire una visita oculistica. Ogni visita oculistica può comprendere vari step diversi. In tutti i casi vengono eseguiti:

  • anamnesi: il medico, tramite alcune domande, raccoglie di informazioni di carattere generale, sulle patologie del paziente e suoi parenti (non solo oculistiche) e sulla tipologia di sintomi avvertiti. Il medico inoltre visiona eventuale documentazione su esami precedentemente svolti o su altre patologie;
  • esame obiettivo: il medico osserva direttamente del paziente ed i suoi segni nella sua totalità, con particolare attenzione alla testa ed ovviamente agli occhi. Si esamina ad esempio l’allineamento degli occhi e la loro motilità, lo stato delle palpebre e la loro motilità, l’eventuale presenza di alterazioni macroscopiche correlabili a patologie orbitarie e dell’apparato lacrimale, la mobilità e la statica pupillare per notare eventuale nistagmo.

A tali indagini diagnostiche si associano vari altri test, tra cui:

Ovviamente non tutti gli esami elencati sono sempre necessari al medico per capire la causa a monte dell’oftalmodinia. Per approfondire, leggi anche: Visita oculistica: in cosa consiste e come si svolge?

Cura e prevenzione

In caso di oftalmodinia – soprattutto se grave e persistente – è importante una valutazione clinico-strumentale da parte dell’oftalmologo (oculista), in modo da individuare la causa a monte che la determina. Determinata la causa, il medico potrà decidere se e quali strumenti terapeutici usare. Antibiotici o antivirali sono prescritti quando il dolore all’occhio sia causato da infezioni batteriche o virali. Colliri antistaminici possono contribuire ad alleviare l’oftalmodinia associata alla congiuntivite allergica. In caso di lesioni corneali, possono essere indicati corticosteroidi e anestetici locali. Un semplice FANS (come l’ibuprofene), può temporaneamente diminuire il dolore. Importante poi capire se il paziente sta sbagliando qualcosa nell’applicazione e nella gestione delle lenti a contatto: se presenti errori, questi devono essere corretti. Nei bambini, i traumi e le infezioni rappresentano le cause più frequenti di oftalmodinia; è importante prestare attenzione ad alcuni comportamenti, come lo sfregarsi gli occhi frequentemente soprattutto dopo che il bambino ha toccato materiali inquinati, come la terra. In questo caso è importante ricordare ai genitori l’importanza di lavare accuratamente le mani del bimbo, prima che egli le porti al viso. Per alleviare l’oftalmodinia, può essere utile distendersi al buio con gli occhi chiusi, anche applicando un impacco con acqua fredda e dopo aver instillato colliri decongestionanti od a base di camomilla ed eufrasia. Per prevenire l’oftalmodinia solare nello specifico, è possibile utilizzare lenti schermanti, a norma di legge, che filtrino la maggior parte dei raggi UVA ed UVB (ultravioletti), soprattutto durante l’estate.

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Nistagmo: cause, sintomi, classificazione e terapia

MEDICINA ONLINE MUSCOLI NERVI OCULARI OCCHI RETTO LATERALE MEDIALE SUPERIORE INFERIORE OBLIQUO SUPERIORE INFERIORE OCCHIO VISTAÈ un’oscillazione ritmica e involontaria degli occhi. Si distinguono un nistagmo fisiologico (ossia un movimento oculare normale) da un nistagmo patologico.
Il primo è dovuto alla modalità di visione degli oggetti in movimento: tipico è l’esempio di una persona seduta su un treno in corsa che guarda fuori del finestrino e osserva, uno alla volta, i pali che si susseguono lungo i binari (a una fase di movimento più lento ne segue un’altra di movimento rapido o “di scossa”).
Nel nistagmo patologico, invece, ogni ciclo di movimento tende ad allontanare l’oggetto che si vuole osservare dalla fovea (centro retinico), facendolo uscire dalla zona centrale del campo visivo, causando così seri problemi alla visione stessa.

COME SI PRESENTA?

Il nistagmo si può presentare con un movimento pendolare (stessa velocità in tutte le direzioni) oppure con un movimento saccadico (a carattere erratico, ha una velocità diversa a seconda delle diverse direzioni): si compone di una fase rapida e di una fase lenta.

COSA PROVOCA?

Il nistagmo patologico spesso riduce la visione in modo serio. Molte persone affette da questa condizione sono considerate ipovedenti. Infatti, la profondità di campo diminuisce, provocando instabilità nel movimento. Tuttavia, la capacità visiva può variare durante il giorno ed essere influenzata anche da fattori emozionali e fisici (come lo stress o la stanchezza).

COME OSCILLA ESATTAMENTE L’OCCHIO?

Il piano di questi movimenti involontari e patologici può essere orizzontale, verticale, torsionale (circolare) o può essere aspecifico (non individuabile).
Le altre caratteristiche del nistagmo sono la frequenza del movimento oculare (bassa, elevata e moderata) – che indica il numero di scosse nell’unità di tempo – e l’ampiezza del movimento delle scosse (fine, media e grossolana). Può coinvolgere un occhio (nistagmo monoculare) oppure entrambi gli occhi (binoculare); è detto “coniugato” quando la direzione, la frequenza e l’ampiezza sono simili in entrambi gli occhi, altrimenti viene definito “dissociato”.

QUALI SONO LE CAUSE?

Il nistagmo patologico può essere dovuto a cause genetiche o può essere acquisito (può dipendere da diverse malattie). Si può manifestare in seguito a lesioni del sistema nervoso (cervelletto e tronco encefalico) o dell’apparato vestibolare (organo dell’equilibrio).
Il nistagmo congenito può avere un’ereditarietà legata al sesso e, in genere, si manifesta entro i primi 2-3 mesi dalla nascita. Fondamentale è, quindi, la diagnosi oculistica in età neonatale (in modo da evitare che ci sia deficit visivo che può provocare nistagmo). Le cause possono essere varie (ad esempio una cataratta congenita, uno strabismo, ecc.). Il nistagmo si sviluppa in tutti quei bambini che hanno una perdita bilaterale della visione centrale entro i primi 2 anni di vita. In alcuni casi può presentarsi senza una causa nota e può insorgere nei gradi estremi di rotazione degli occhi, anche in persone perfettamente sane, soprattutto in caso di affaticamento. Ci sono malattie come l’albinismo che tipicamente lo causano.

COME SI ESEGUE LA DIAGNOSI?

Si effettua valutando il movimento degli occhi mentre il paziente osserva un punto fisso; di solito si utilizza la lampada a fessura che, ingrandendo l’immagine, è anche in grado di rendere visibili i movimenti più piccoli. L’esame oculare deve mirare a valutare l’acuità visiva, la reattività delle pupille, la motilità degli occhi e il fondo oculare.

COME SI CLASSIFICA?

Distinguiamo i seguenti tipi:

  1. nistagmo a scosse, in cui il movimento lento è detto “di defoveazione” (allontanamento dalla zona di fissazione dell’oggetto, seguito da rapidi movimenti oculari correttivi);
  2. nistagmo pendolare, in cui entrambi i movimenti sono lenti;
  3. nistagmo misto, in cui a scosse in posizione primaria segue un nistagmo pendolare in posizione laterale di sguardo. Distinguiamo, per il nistagmo fisiologico, la posizione estrema dello sguardo (end point), in cui si riscontra un nistagmo a scosse con la fase rapida in direzione dello sguardo;
  4. nistagmo otto-cinetico, provocato da oggetti in movimento all’interno del campo visivo: vi è un inseguimento oculare lento;
  5. nistagmo vestibolare: a scosse, causato da alterazioni dei segnali che arrivano ai centri per il controllo dell’equilibrio corporeo che regolano anche lo sguardo orizzontale. Questo può essere provocato dalla stimolazione termica (acqua fredda o calda), per cui viene utilizzato dall’otorinolaringoiatra per valutare la funzionalità dei centri dell’equilibrio del sistema vestibolare.

ESISTE UNA TERAPIA?

Quando possibile si deve eliminare la causa determinante il nistagmo. Nel caso in cui la causa sia congenita esistono terapie riabilitative che potrebbero ridurne la portata.

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Orzaiolo: cause, rimedi, quanto dura, è contagioso, differenze con calazio

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ORZAIOLO CAUSE RIMEDI QUANTO DURA POMATA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’orzaiolo è un’infiammazione acuta delle ghiandole sebacee della palpebra, poste alla base delle ciglia, generalmente Continua a leggere

Sensazione di corpo estraneo nell’occhio: cause e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CORPO ESTRANEO OCCHIO CAUSE CURE VISTA  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio è un sintomo piuttosto comune che di solito ha origine nella cornea, ovvero il tessuto trasparente che riveste la parte anteriore dell’occhio. La cornea presenta una vasta quantità di nervi. Un danneggiamento a carico di questi ultimi spesso può tradursi in una sensazione di corpo estraneo. Tale sensazione può insorgere indipendentemente dalla reale presenza o meno di un corpo estraneo nell’occhio. Le lesioni oculari più comuni sono causate da corpi estranei e abrasioni. I sintomi, oltre alla sensazione di cui sopra, possono includere dolore, arrossamento, lacrimazione, sensibilità alla luce e vista offuscata.

Blefarite

La blefarite è un disturbo palpebrale comune associato a dermatite seborroica o infezione batterica o ad una combinazione di entrambe le condizioni. La blefarite causa una sensazione di bruciore o di corpo estraneo (descrivibile come “sabbia negli occhi”), eccessiva lacrimazione, prurito, palpebre rosse e gonfie, secchezza oculare, formazioni crostose sulle palpebre e squame simili a forfora sulle ciglia. La blefarite anteriore insorge nel bordo anteriore esterno della palpebra in cui sono attaccate le ciglia. La blefarite posteriore interessa il bordo interno della palpebra. E’ correlata alla disfunzione delle ghiandole di Meibomio, poste all’interno della palpebra e deputate alla secrezione di oli che contribuiscono a lubrificare l’occhio. Il trattamento della blefarite prevede la pulizia delle palpebre e l’applicazione di un impacco caldo per favorire la caduta dei detriti untuosi. Anche l’impiego di antibiotici topici può contribuire a ridurre l’infezione. La blefarite può colpire persone di tutte le età e, sebbene sia causa di disagio, non è contagiosa e di solito non causa danni permanenti alla vista.

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Abrasioni corneali

Le abrasioni corneali sono una delle lesioni oculari più comuni. Si verificano quando una lesione causa una rottura a carico dello strato protettivo esterno dell’epitelio corneale. Ciò può essere dovuto alla presenza di un corpo estraneo, al graffio di un’unghia, a lenti di contatto non posizionate correttamente o a ustioni chimiche, tra le varie cause. Le abrasioni corneali possono essere piccole o grandi, ma di solito guariscono senza complicazioni. Le abrasioni corneali profonde possono tradursi in formazioni cicatriziali dello stroma, lo strato centrale trasparente della cornea. L’applicazione di fluoresceina può contribuire a rendere maggiormente visibili le abrasioni.

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Lenti a contatto

Le lenti a contatto sono generalmente sicure, ma il loro utilizzo non è privo di rischi. Alcune delle complicazioni possono compromettere la vista in modo permanente. Questa tipologia di lenti, come suggerisce il nome stesso, è in costante contatto con la cornea e la congiuntiva. Le allergie ai depositi presenti sulle lenti, al materiale di cui sono fatte le lenti o alle soluzioni per la pulizia delle lenti, possono comportare arrossamento, prurito, sensazione di corpo estraneo, lacrimazione o secrezione oculare. Le abrasioni corneali possono essere dovute a lenti a contatto non posizionate correttamente, materiale estraneo presente sotto le lenti a contatto o ad un uso eccessivo. Le ulcere corneali sono la complicazione più grave dovuta alle lenti a contatto e sono osservabili con maggiore frequenza in caso di lenti a contatto morbide a porto prolungato. Le soluzioni per la pulizia contaminate possono portare all’insorgenza di gravi infezioni fungine. Questa fu la causa di un focolaio di cheratite da Acanthamoeba nel periodo 2005-2007.

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Corpi estranei corneali

I corpi estranei corneali possono causare significativa irritazione oculare, sensibilità alla luce e lacrimazione. Se un corpo estraneo (come una particella di legno, polvere o metallo) viene inglobato nello strato superficiale della cornea (epitelio) o nello strato più profondo (stroma), può causare infiammazione con conseguente gonfiore corneale e palpebrale, nonché significativo arrossamento a carico della congiuntiva. Se il corpo estraneo non viene rimosso, può provocare infezioni, distruzione dei tessuti o perdita permanente della vista.

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Ulcere corneali

Le ulcere corneali sono gravi infezioni causate da batteri, virus o funghi. Esse insorgono con maggiore frequenza nei pazienti che utilizzano lenti a contatto morbide a porto prolungato. Un’ulcera corneale può manifestarsi sotto forma di una macchia rotonda di colore bianco o grigio sulla cornea, visibile ad occhio nudo. Essa causa dolore, disagio e, in alcuni casi, vista offuscata. Si tratta di una emergenza, poiché la condizione può progredire sino a causare la perdita della vista. Il trattamento consiste nell’applicazione frequente di gocce oculari antibiotiche nell’occhio interessato. Occasionalmente, possono rivelarsi necessarie iniezioni di antibiotici nella sede dell’infezione o il ricorso ad un intervento chirurgico. L’utilizzo di lenti a contatto deve essere sospeso per un periodo di 4 settimane.

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Congiuntivite

La congiuntivite si riferisce alla infiammazione o infezione a carico della membrana trasparente (congiuntiva) che riveste le palpebre interne e copre la parte bianca dell’occhio. I piccoli vasi sanguigni presenti nella congiuntiva diventano infiammati, conferendo all’occhio un aspetto rosso o rosa. La congiuntivite è comunemente causata da una reazione allergica o da una infezione virale o batterica. I sintomi possono includere arrossamento, prurito, sensazione di corpo estraneo (“sabbia negli occhi”), lacrimazione e secrezione e può interessare uno o ambedue gli occhi. Può causare estremo disagio, ma raramente interessa la vista e non rappresenta un grave rischio per la salute, se diagnosticata per tempo. La congiuntivite causata da infezione può diffondersi facilmente da persona a persona e il trattamento precoce è importante per limitarne la diffusione.

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Flittena

La flittena può svilupparsi nei pazienti affetti da blefarite ed è una lesione della superficie corneale. Ha l’aspetto di una vescicola o di una bolla di colore bianco e può essere molto irritante. I sintomi includono prurito, bruciore, arrossamento oculare, lacrimazione, fotofobia e la sensazione di corpo estraneo nell’occhio. Il trattamento prevede igiene palpebrale e l’impiego di gocce oculari lubrificanti. Gli steroidi e gli antibiotici vengono utilizzati per i casi gravi o qualora si sviluppino complicazioni.

Secchezza oculare

La secchezza oculare è un problema comune. La secrezione lacrimale può ridursi con l’avanzare dell’età e la presenza di secchezza oculare può anche essere associata a malattie quali la sindrome di Sjogren o l’artrite reumatoide. Tuttavia, in molti individui, la secchezza oculare si sviluppa in assenza di altre malattie associate. I sintomi includono sensazione di corpo estraneo, bruciore, arrossamento e stanchezza oculare generalizzata. La vista può essere offuscata o fluttuante. Paradossalmente, la lacrimazione può essere un sintomo di secchezza oculare. Se gli occhi raggiungono un determinato livello di secchezza, si attiva una grande ghiandola lacrimale che può produrre una eccessiva lacrimazione. Il volume della produzione lacrimale può essere misurato mediante il test di Schirmer (striscia di carta bibula messa a contatto con la ghiandola lacrimale inferiore). Il trattamento principale consiste nella lubrificazione supplementare dell’occhio. Nei casi gravi viene talvolta utilizzata la ciclosporina (Restasis).

Leggi anche: Sindrome dell’occhio secco: lenti a contatto, vista appannata e bruciori

Colliri

Molti colliri da banco e soggetti a prescrizione medica possono creare irritazione oculare o allergia, specie se utilizzati per lunghi periodi di tempo. I colliri da banco (come lacrime artificiali, colliri per allergie e soluzioni per lenti a contatto) contengono conservanti. Se l’individuo presenta una sensibilità a tali conservanti, questi possono causare irritazione e arrossamento a carico degli occhi. I colliri antibiotici soggetti a prescrizione medica possono essere efficaci nel trattare una infezione, ma possono essere anche piuttosto irritanti per l’occhio. I colliri steroidei di solito non sono irritanti per l’occhio. Alcuni colliri per allergie soggetti a prescrizione sono noti per causare un po’ di arrossamento e bruciore con l’uso. I colliri vasocostrittori o anti-arrossamento nascondono semplicemente il rossore. Se utilizzati troppo spesso, possono causare un aumento dell’arrossamento una volta interrotto l’impiego.

Trichiasi

La trichiasi è una condizione caratterizzata dalla deviazione delle ciglia verso il globo oculare. Le cause sono molteplici. La condizione può essere congenita oppure causata da condizioni autoimmuni e traumi, come ustioni o lesioni. I pazienti di origine asiatica possono presentare un disturbo congenito in cui le ciglia assumono una posizione verticale, denominato epiblefaron. Le ciglia posizionate in modo anomalo comportano un continuo sfregamento delle congiuntiva e della cornea da parte delle ciglia che può tradursi in abrasioni e ulcerazioni corneali.

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Entropion

L’entropion (o entropio) è il rovesciamento verso l’interno del bordo libero della palpebra. Può interessare sia la palpebra superiore o più comunemente quella inferiore. Lo sfregamento della superficie oculare da parte delle ciglia deviate verso l’interno (trichiasi) può causare l’insorgenza di sintomi quali arrossamento, irritazione, dolore, eccessiva lacrimazione e riduzione della vista, se la cornea è danneggiata. L’entropion interessa più spesso gli adulti più anziani. Le lacrime artificiali e le pomate lubrificanti possono alleviare i sintomi, ma spesso è necessario un intervento chirurgico per correggere la condizione. La prognosi è eccellente, se l’intervento viene eseguito prima che la cornea venga danneggiata.

Ectropion

L’ectropion (o ectropio) è il rovesciamento all’infuori del bordo libero della palpebra. La palpebra si distacca dall’occhio e inizia a cedere. I sintomi possono includere arrossamento, lacrimazione, irritazione e secchezza oculare e palpebrale. La palpebra normalmente scorre contro la superficie dell’occhio. A seguito dell’abbassamento della stessa, anche le lacrime tenderanno a drenare fuori dall’occhio sul viso. Ne consegue secchezza dell’occhio che causa irritazione, arrossamento e vista offuscata. Il trattamento si focalizza sulla lubrificazione oculare, sebbene nei casi gravi sia necessario il ricorso all’intervento chirurgico.

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Pterigio

Lo pterigio è una crescita non cancerosa della congiuntiva sulla cornea. Lo pterigio è caratterizzato da una “testa”, che può crescere lentamente sulla cornea, e da un “corpo”, che di solito si estende verso l’angolo interno dell’occhio. Si ritiene sia associato ad una eccessiva esposizione a sole o vento. I sintomi possono includere arrossamento, infiammazione, sensazione di corpo estraneo, lacrimazione o secchezza e prurito oculare. L’arrossamento e l’irritazione dovuti a pterigio possono essere trattati con lacrime artificiali e con altre gocce oculari su prescrizione. Se lo pterigio si sposta verso la pupilla può interferire con la vista. In questo caso, è necessaria la rimozione chirurgica. Anche in caso di approccio chirurgico, vi è un rischio di recidiva.

Cheratocongiuntivite Vernal

La cheratocongiuntivite Vernal è una infiammazione cronica della congiuntiva bilaterale. I sintomi si aggravano comunemente in primavera e in estate. La condizione è caratterizzata da protuberanze dure e rialzate nella parte interna della palpebra superiore. E’ possibile anche l’insorgenza di gonfiore a carico della congiuntiva. I sintomi includono forte prurito, irritazione, fotofobia e bruciore. Il coinvolgimento corneale può portare a complicazioni, quali la riduzione della vista.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Cataratta primaria, secondaria, congenita: sintomi, terapie, chirurgia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CATARATTA SECONDARIA CONGENITA SINTOMI TERAPIE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa cataratta è una patologia diffusa causata da una perdita progressiva di trasparenza del cristallino di uno o entrambi gli occhi che Continua a leggere

Cataratta: complicanze, cosa fare e cosa non fare dopo l’intervento

https://www.youtube.com/watch?v=d7Jhvq5pw2U

La cataratta è una patologia molto diffusa che comporta una perdita progressiva di trasparenza del cristallino dell’occhio e quindi una graduale diminuzione della vista. E’ tipica dell’invecchiamento ma può insorgere anche in seguito a traumi, infiammazioni, o esposizione cronica a infrarossi o ultravioletti. Può interessare uno o entrambi gli occhi e si classifica in cataratta senile, giovanile o congenita. Spesso si sviluppa lentamente e si verifica soprattutto con l’aumentare dell’età. I sintomi possono includere colori percepiti sbiaditi, visione offuscata, aloni intorno alle luci, problemi con luci e difficoltà a vedere di notte. La cataratta è la causa di metà dei casi di cecità e del 33% delle disabilità visive in tutto il mondo. Proprio per evitare la cecità è opportuno inizialmente il trattamento farmacologico (per rallentare il progressivo peggioramento della patologia) e successivamente il trattamento chirurgico che sostituisce il cristallino opacizzato con una lente artificiale intra-oculare, posizionata dietro all’iride, tramite apparecchiature al laser.

Cosa fare dopo l’intervento ?

  • Il paziente appena dimesso può camminare, chinarsi con una certa prudenza, sollevare pesi molto leggeri, usare scale, vedere la televisione, lavarsi i denti, pettinarsi, radersi (facendo attenzione che i peli tagliati non entrino nell’occhio).
  • La prima visita di controllo sarà effettuata il giorno successivo all’intervento.
  • Il paziente a casa da solo o aiutato dai suoi familiari, dovrà istillare 4 volte al dì delle gocce di collirio antibiotico nell’occhio operato per 2/4 settimane.
  • Dopo le medicazioni si potranno indossare degli occhiali preferibilmente scuri per una settimana a scopo protettivo.
  • Durante il sonno, notturno o diurno, e per una settimana dovrà essere applicata un’apposita protezione in plastica.
  • Il paziente può fare il bagno (NON la doccia!) già il giorno dell’intervento, ma senza lavarsi i capelli.
  • Dopo una settimana il paziente potrà andare dal parrucchiere o dal barbiere, informandolo adeguatamente per evitare che entrino nell’occhio capelli, acqua od altri liquidi.

Cosa NON FARE dopo l’intervento?

  • Il paziente appena dimesso deve evitare di correre, di eseguire movimenti rapidi, di sollevare grossi pesi: in poche parole deve evitare gli sforzi eccessivi.
  • L’occhio non deve essere compresso né lavato.
  • E’ importante non stropicciarsi gli occhi.
  • Evitare fonti di luce intense.
  • Nel lavare il viso evitare di toccare e comprimere la regione oculare.
  • Attendere alcuni giorni prima di farsi una doccia con lavaggio dei capelli.
  • Cosmetici e trucchi attorno agli occhi devono essere evitati per almeno 2 settimane.
  • Evitare parrucchiere e barbiere per almeno una settimana.
  • E’ bene evitare lavori manuali pesanti. I pazienti che svolgono un lavoro sedentario possono riprenderlo dopo qualche giorno, non appena se la sentono. Chi deve eseguire un lavoro manuale pesante può riprenderlo dopo due settimane.
  • Astenersi per i primi giorni da letture prolungate.
  • Non guidare l’automobile per circa una settimana (molto pericolosa è la possibile apertura violenta dell’airbag).

Sintomi normali

Il paziente potrà avvertire per 1 o 2 settimane diversi sintomi del tutto normali che gradualmente spariranno:

  • un lieve fastidio in zona oculare;
  • un certo grado di arrossamento e lacrimazione;
  • comparsa di sensazioni visive di corpuscoli scuri vaganti;
  • la tonalità della luce può apparire sull’azzurro/verde;
  • le luci possono sembrare allungate con degli aloni intorno;
  • lievi fluttuazioni giornaliere a causa di un lieve astigmatismo fisiologico che diminuirà progressivamente permettendo di raggiungere il massimo della capacità visiva.

Complicazioni dopo l’intervento

L’intervento di cataratta non sempre dà risultati positivi, ed esistono pazienti che non hanno recuperato più la vista, ma presenta una percentuale di successi superiore al 95%. Alcuni farmaci assunti per via sistemica possono rendere particolarmente difficile l’intervento di cataratta, così come vi sono condizioni dell’occhio che aumentano sensibilmente la percentuale di complicanze. Il recupero visivo dopo l’intervento di cataratta ovviamente dipende anche dalla situazione dell’occhio precedente all’intervento, in particolare retina e nervo ottico. Per tale motivo l’indicazione all’intervento di cataratta deve essere data solo dal medico e solo dopo un completo esame dell’occhio.

Le complicanze più diffuse sono:

  1. Cataratta secondaria. Una complicanza che talvolta si verifica è l’opacizzazione della capsula posteriore del cristallino operato. Tale fenomeno, detto cataratta secondaria, può essere spiegato come una reazione da corpo estraneo (il cristallino artificiale) e può generalmente essere eliminato con una applicazione di YAG laser.
  2. Rottura o distacco di retina. La sostituzione del cristallino naturale, che ha una curvatura fisiologica, con una lente piatta, determina uno spostamento in avanti del vitreo e una conseguente trazione della retina che può dare origine a rotture o distacchi di retina, tanto più frequenti quanto più il soggetto è miope.
  3. Infezioni. Più gravi, anche se più rare, sono le complicanze infettive, che rappresentano generalmente un’indicazione al reintervento immediato e/o all’iniezione intravitreale (ovvero all’interno dell’occhio) di antibiotici.

Per approfondire: Cataratta primaria, secondaria, congenita: sintomi, terapie, chirurgia

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