Epicondilite: chirurgia, rischi, complicazioni, dopo l’intervento

MEDICINA ONLINE CHIRURGO CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGICA TERAPIA ASPORTAZIONE BISTURI SALA OPERATORIA TUMORE CANCRO SUTURA MASSA TUMORALE STADIAZIONE MAMMELLA POLMONI TECNICA GENERALE ADDOMINALE BIOPSIA AGOASPIRATO.jpgPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, leggi questo articolo: Gomito del tennista (epicondilite): cos’è, quanto dura e rimedi

Terapie chirurgiche della epicondilite
L’intervento è effettuato in anestesia generale, parziale o locale. Si pratica un’incisione sulla pelle che riveste l’epicondilo e il tendine infiammato viene “ripulito”.
Esiste anche un altro metodo: il chirurgo può decidere di staccare il tendine dall’osso e poi di riattaccarlo. Il chirurgo valuterà quale dei due metodi è più adatto per il vostro caso.
Dopo esservi risvegliati dall’anestesia rimarrete nell’apposita saletta, nella maggior parte dei casi l’operazione è eseguita in regime di day hospital, cioè potrete ritornare a casa il giorno stesso.

Rischi e complicazioni della epicondilite
L’intervento per la cura dell’epicondilite è estremamente sicuro e molto efficace, esistono però diversi rischi e complicazioni improbabili ma pur sempre possibili. È necessario informarsi sui rischi e sulle complicazioni ed essere pronti a riconoscerli, per poter comunicare efficacemente con il proprio medico. Tra i possibili ricordiamo quelli connessi all’anestesia e quelli connessi all’intervento in sé: tra i rischi connessi all’anestesia generale troviamo:

  • nausea,
  • vomito,
  • ritenzione urinaria,
  • secchezza delle fauci,
  • fragilità dei denti,
  • mal di gola,
  • mal di testa.

L’anestesia generale può anche provocare infarto, ictus e polmonite. L’anestesista vi informerà dei rischi e vi chiederà se siete allergici a determinati farmaci. Alcuni dei rischi sono comuni a tutti gli interventi chirurgici. Tra di essi ricordiamo:

  • infezioni, profonde o a livello della pelle,
  • emorragia,
  • cicatrici, che possono far male o avere un brutto aspetto.

Altri rischi e complicazioni sono connessi in modo specifico a questo tipo di intervento, sono molto rari ma è comunque importante essere informati. È possibile che i nervi siano lesionati e di conseguenza il braccio o la mano rimangano deboli, paralizzati o perdano sensibilità. Anche i tendini possono essere lesionati e di conseguenza la mano o il polso possono diventare più deboli. Inoltre c’è la possibilità che l’operazione si riveli inutile o che faccia addirittura peggiorare i sintomi. Infine, anche se l’intervento sembra riuscito, i sintomi dell’epicondilite potrebbero ripresentarsi ugualmente.

Leggi anche:

Dopo l’intervento
Il braccio sarà steccato e bisognerà tenerlo riparato e asciutto. I punti saranno tolti dopo dieci giorni o due settimane, poi bisognerà iniziare la fisioterapia. Il medico vi dirà quando potrete tornare al lavoro, a seconda della gravità dell’intervento. La maggior parte dei pazienti non può guidare per una settimana. Quattro o cinque settimane dopo l’intervento il paziente scopre se il dolore è completamente scomparso, anche a seguito di attività. Per poter parlare di guarigione completa e ritornare all’uso del gomito e del braccio che si faceva prima dell’intervento, possono passare diversi mesi.
L’intervento per epicondilite di solito è utile, ma in alcuni pazienti di fatto non allevia il dolore.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Torcicollo e dolore al collo: sintomi, rimedi e prevenzione

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MAL DI COLLO CERVICALE MENTO DOLORE TORCICOLLO VERTEBRE ERNIA DEL DISCO SCHIENA TRAPEZIO DORSALE STERNOCLEIDOMASTOIDEO STRETCHING MUSCOLIIl torcicollo comune o acquisito (ben distinto dal torcicollo miogeno congenito ed il torcicollo spastico) può manifestarsi in modo episodico, oppure tornare a disturbare la tua quotidianità con una certa frequenza. In alcuni rari casi, diventa addirittura cronico. L’origine del disturbo è di natura muscolare/osteoarticolare: può insorgere per contratture muscolari, processi infiammatori che interessano il tratto cervicale o traumi.

Cause e fattori di rischio

Nella maggior parte dei casi, il torcicollo è connesso a una cattiva postura, dunque ad atteggiamenti viziati che assumiamo sia mentre lavoriamo, sia mentre dormiamo. Sì, perché anche di notte dovremmo aver cura della nostra postura. Come? Scegliendo un cuscino adatto (tra poco ti darò indicazioni più specifiche) e cercando di evitare la posizione prona. Dormire a pancia in giù, in effetti, affatica il collo. Altri fattori che possono portare al torcicollo sono banalmente il freddo e l’umidità, che causano contrattura. Non dimentichiamo, inoltre:

  • gli strappi muscolari dovuti a infortuni sportivi o a sforzi importanti;
  • lo stress, da cui può originare un’eccessiva tensione muscolare.

Sintomi e segni

Il paziente colpito da torcicollo lamenta una marcata difficoltà a flettere, roteare od allungare il collo; ogni minimo movimento di questa zona produce un dolore locale acuto, penetrante ed insopportabile.
Il quadro clinico del torcicollo comune si contraddistingue per:

  • brachialgia: condizione dolorosa del collo che si può irradiare anche al muscolo trapezio, alla spalla ed a livello del braccio;
  • cervicalgia: generico dolore al collo di natura muscolo-scheletrica;
  • rigidità dei muscoli cervicali;
  • incapacità/impossibilità di muovere, spostare o roteare il collo.

Leggi anche: Come viene effettuata una ecografia articolare (muscolo tendinea) ed a cosa serve?

Quanto dura un torcicollo?

Il torcicollo ha un decorso che può essere più o meno breve: può durare da alcune ore ad alcuni giorni. La maggioranza dei torcicollo, tuttavia, scompare o comunque diminuisce di intensità al secondo giorno dopo l’insorgenza dei sintomi.

Terapia

Spesso non c’è bisogno di terapia, ma se il disturbo diventa limitante, il medico potrebbe prescriverti una cura farmacologica a base di antinfiammatori e miorilassanti o anche l’uso di un collare cervicale morbido o semirigido. Ricorda, però, che le terapie possono sì alleviare i sintomi e portare a una risoluzione del disturbo, ma se continui a mantenere abitudini scorrette, soprattutto dal punto di vista posturale, il torcicollo sarà sempre lì ad attenderti dietro l’angolo. Alcune cose importanti da sapere:

  • se il torcicollo compare dopo un trauma, come una caduta o un tamponamento automobilistico, oppure se è accompagnato da febbre alta, mal di testa, nausea, è consigliabile andare subito al pronto soccorso;
  • se il torcicollo torna a farti visita con frequenza, o se i sintomi si protraggono per più di una settimana, è bene consultare il tuo medico per escludere patologie della colonna cervicale.

Leggi anche: Differenza tra distorsione, lussazione, sublussazione e strappo muscolare

Terapia farmacologica

Il trattamento per il torcicollo dev’essere stabilito in funzione della causa scatenante. Normalmente, il dolore al collo è risolvibile mediante una semplice terapia con farmaci analgesici ed antinfiammatori. I più utilizzati a tale scopo sono:

  • antinfiammatori non steroidei (come l’ibuprofene e l’acido acetilsalicilico);
  • rilassanti muscolari (diazepam, ciclobenzaprina);
  • corticosteroidi (come prednisone e metilprednisolone).

Talvolta, il dolore percepito a livello del rachide cervicale è particolarmente intenso, pertanto, il paziente necessita di un collare ortopedico per velocizzare la guarigione ed attenuarne i sintomi.
Discorso differente dev’essere posto per il torcicollo conseguente a lesioni gravi, dipendente per esempio da un’erniazione cervicale. In simili circostanze, l’unica possibilità per allontanare il torcicollo è curare la l’ernia sottostante mediante un intervento chirurgico mirato (discectomia) od un’ulteriore trattamento specifico stabilito dal medico.

Leggi anche: Rottura della cuffia dei rotatori: dolore alla spalla, deficit di forza, diagnosi e cura

Rimedi non farmacologici

Non sempre è necessario ricorrere ai farmaci per curare il torcicollo. Talvolta, il dolore al collo di lieve entità può essere presto risolto mettendo in pratica semplici accorgimenti. Com’è possibile attenuare il dolore provocato dal torcicollo?

  • Gli impacchi caldi sul collo dolente conferiscono un immediato sollievo, in particolar modo quando il torcicollo dipende da una contrattura dei muscoli cervicali.
  • Il torcicollo dipendente da un’infiammazione può essere temporaneamente alleggerito mediante la crioterapia, ovvero la terapia del freddo. A tale scopo, si consiglia di appoggiare sul collo indolenzito una borsa del ghiaccio avvolta in un panno morbido. Per ottenere la massima efficacia terapeutica del ghiaccio, si raccomanda di rimuovere le borsa fredda ogni 15-20 minuti, intervallando con pause di ugual durata.
  • Evitare il riposo eccessivo. Contrariamente a quanto si possa pensare, un eccesso di riposo favorisce la rigidità delle articolazioni e dei muscoli, già di per sé indeboliti dal torcicollo. Si consiglia, piuttosto, di assumere una posizione riposante per 30 minuti; dopodiché è bene cimentarsi in una camminata o svolgere un esercizio fisioterapico leggero, specifico per il torcicollo.
  • Riposare su un materasso adeguato, che non deve essere troppo morbido.
    Correggere eventuali abitudini di vita scorrette, come ad esempio le postura errata
  • Rilassarsi. Lo stress e l’ansia possono acutizzare il torcicollo, dato che le tensioni vengono scaricate sul rachide.
  • Preferire sedie solide, in modo che il collo e il dorso siano sostenuti.
  • Eseguire correttamente gli esercizi per il dolore cervicale, allo scopo di mobilizzare le vertebre cervicali e sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata.

Leggi anche: Pubalgia acuta e cronica: sintomi, esercizi e rimedi

Consigli e prodotti consigliati per prevenire il torcicollo

Chiudo questo approfondimento con alcuni semplici accorgimenti da osservare per prevenire la comparsa del torcicollo:

  • preferisci un cuscino basso e ortopedico, anziché alto e rigido, come questo che vi consiglio: https://amzn.to/3zYsUI7
  • scegli un materasso di qualità;
  • asciuga bene i capelli, poiché l’umidità nella zona del collo può portare cervicalgia nei soggetti predisposti;
  • fai ginnastica posturale e attività sportiva adeguata, facendo particolare attenzione allo stretching;
  • se lavori in ufficio, procurati una sedia ergonomica come questa: https://amzn.to/3odxL5Q;
  • se hai gli occhi spesso puntati verso un computer, regola la distanza dello schermo ad almeno 50-70 cm dagli occhi;
  • se stai spesso seduto, utilizza una pedana poggiapiedi obliqua, che aiuta a mantenere una buona postura. Vi consiglio questa: https://amzn.to/40bKFi3.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Pelle screpolata: cause e rimedi naturali per viso e corpo

Dott Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Endocrinolog Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaPsicologia Clinica Mani screpolate curaLa pelle screpolata è una pelle che si presenta, ruvida, spenta e con piccole lesioni superficiali causate da un’eccessiva secchezza. La cute normale ha, infatti, un aspetto morbido ed elastico dovuto al contenuto di acqua che non evapora grazie alla presenza di oli che trattengono l’umidità negli strati più profondi. Quando, per cause varie, si altera il film lipidico, la pelle perde la sua elasticità, diventa secca e squamata e l’accumulo delle cellule morte provoca le screpolature soprattutto nelle zone in cui questa è più sensibile come la pelle del viso, quella delle zone vicine agli organi genitali ed anche quella delle giunture, gomiti e ginocchia.

Cause della pelle screpolata

Sulla screpolatura della pelle oltre a fattori esterni, quali esposizione al sole o al vento, bagni frequenti, detergenti aggressivi, caldo e freddo sia naturali che artificiali, agiscono altri fattori come la predisposizione genetica l’età, le abitudini alimentari, lo stile di vita e la cura che uno è abituato a prestare quotidianamente alla propria pelle. Esaminiamo nel dettaglio tali fattori:

  • Il clima: l’esposizione della pelle ad un clima troppo freddo o troppo caldo danneggia il film lipidico (strato protettivo costituito da acqua e sebo) favorendo l’evaporazione dell’acqua e quindi la secchezza della cute.
  • Cattive abitudini: lavaggi eccessivi, magari con saponi molto aggressivi sono anch’essi responsabili dell’ impoverimento del film protettivo che riveste la pelle e quindi causa si secchezza e screpolature.
  • Predisposizione genetica: secchezza e screpolatura sono ereditarie, spesso i membri della stessa famiglia presentano tali disturbi.
  • Età: con il passare degli anni, a pelle si assottiglia, assume un aspetto rugoso e perde gran parte del grasso sottocutaneo con conseguente riduzione dell’effetto isolante. Tutte queste variazioni aumentano la predisposizione alla secchezza ed alle screpolature.
  • Cattiva alimentazione: l’abuso di alcol, caffè, fumo, e una dieta povera di proteine, aminoacidi ed acidi grassi insaturi provocano un’alterazione della struttura cutanea ed anche secchezza e screpolature.
  • Farmaci: alcuni farmaci come i diuretici, provocano un’eccessiva disidratazione della pelle che sarà molto più soggetta a screpolarsi.

Alcune patologie hanno tra i sintomi principali un’eccessiva secchezza della pelle che si presenterà desquamata e screpolata. Tra le più comuni abbiamo:

  • Dermatiti: malattie infiammatorie degli strati superficiali della pelle che interessano alcune parti del corpo. la dermatite è una reazione all’eccessiva secchezza della pelle che presenterà fessurazioni e desquamazioni.
  • Psoriasi: è caratterizzata da placche rilevate coperte di squame su cuoio capelluto, gomiti, ginocchia.
  • Pitiriasi rosea: una patologia che presenta la comparsa di piccole chiazze squamose sul tronco.
  • Anoressia nervosa: disturbo del comportamento alimentare che presenta tra i suoi sintomi disidratazione e quindi pelle secca e screpolata.
  • Intolleranze alimentari: reazioni dell’organismo a determinati cibi che possono, tra l’altro, provocare eruzioni cutanee con pelle desquamata e screpolata.
  • Ipotiroidismo: patologia dovuta ad un insufficiente produzione d ormoni tiroidei che provoca un’alterazione del film lipidico della pelle con secchezza e screpolature.
  • Sindrome di Sjögren: patologia autoimmune che provoca secchezza delle mucose e della pelle.

Leggi anche:

Prevenzione e cura per la pelle screpolata

Per mantenere la pelle elastica ed in salute è necessario avere delle piccole attenzioni quotidiane, ovvero prendersi cura della pelle in modo costante e regolare, la prevenzione, infatti, costituisce senza ombra di dubbio il rimedio più efficace per prevenire le screpolature della pelle sia del viso che del corpo.

Crema idrante e detersione della pelle

Soprattutto chi ha una pelle secca dovrebbe cercare di rispettare un punto basilare, ovvero applicare almeno due volte al giorno una buona crema idrante e nutriente sul viso e nelle zone in cui la pelle è più  sensibile. L’utilizzo di creme idratanti a base di con vasellina, olio minerale o glicerina può essere considerato come il più elementare dei rimedi per la pelle secca poichè trattengono i liquidi cutanei e quindi prevengono la formazione di screpolature. Ad esse vanno aggiunte anche creme emollienti a base di oli vegetali ricchi di grassi polinsaturi quali l’olio di jojoba, l’olio di mandorle il burro di karitè o anche il comune olio di oliva che hanno proprietà emollienti ed aiutano a stimolare il rinnovamento cutaneo. Le creme idratanti vanno applicate su viso e corpo al mattino dopo il lavaggio, mentre le creme nutrienti vanno preferibilmente applicate di sera in modo che possano essere assorbite. Prima di applicare la crema bisogna naturalmente, detergere la pelle e pulirla a fondo utilizzando prodotti adeguati. I detergenti devono, infatti, essere delicati, con pH neutro per rispettare i valori fisiologici e non irritare la pelle. Per una corretta pulizia del viso è necessario utilizzare ogni sera struccanti e tonici per eliminare ogni residuo di trucco. Per avere una pelle liscia ed elastica è inoltre necessario, almeno una volta a settimana,utilizzare prodotti esfolianti che eliminano le cellule morte il cui accumulo è responsabile delle screpolature.

Alimentazione appropriata

Seguire una dieta sana ed equilibrata ricca sia di macronutrienti, ovvero proteine, carboidrati e grassi, che di micronutrienti, vitamine e sali minerali, è un presupposto fondamentale alla salute della pelle. Ma quali cibi preferire in caso di pelle screpolata?

  • Per mantenere una pelle idratata dall’interno è anzitutto necessario bere molti liquidi: almeno due litri nell’arco della giornata. Oltre all’acqua è consigliabile bere tisane a base di te verde o di tarassaco ricchi di vitamine e sali minerali che oltre ad idratare purificano la pelle.
  • Assumere cibi ricchi di vitamina A, quali pesce, fegato, e vegetali a colorazione giallo-arancio (carote, zucca, albicocche) ricchi di carotenoidi molecole che trattengono l’acqua nell’epidermide prevenendo disidratazione, secchezza e screpolature.
  • Assumere cibi contenenti vitamina B2 quali cerali integrali, verdura a foglie larghe per prevenire la screpolatura delle labbra.
  • Non possono mancare alimenti ricchi di vitamina E quali mandorle, oli vegetali, cereali integrali per proteggere la pelle dai danni dei raggi solari.
  • I sali minerali, quali sodio e potassio, regolano l’equilibrio idrico della pelle, per cui è importante assumere molta frutta e verdure fresche.
  • Oli di arachidi, noci, soia, e pesce aiutano infine a limitare l’evaporazione dell’acqua cutanea grazie al loro contenuto di acidi grassi essenziali omega 3 ed omega 6

Rimedi casalinghi per la pelle screpolata del viso e del corpo

Ad ogni modo per attenuare la visibilità ed i fastidi legati alla pelle screpolata è possibile utilizzare dei rimedi casalinghi fai da te, in alternativa a creme e maschere adatte ad idratare a fondo la pelle favorendone il ricompattamento, acquistabili in farmacia, in profumeria e nei supermercati. Maschere e oli vari, sia acquistati che fai da te, possono essere anche usati a scopo preventivo l’ideale sarebbe, infatti, utilizzarli almeno una volta ogni due settimane anche quando le screpolature non sono particolarmente evidenti.

Per la pelle del viso: mescolare un vasetto di yogurt bianco naturale a due cucchiaini di miele fino ad ottenere un impasto omogeneo da applicare sul viso e lasciare agire per circa 15 -20 minuti. La maschera deve essere eliminata con un batuffolo di cotone bagnato con po’ d’acqua tiepida.

Per le labbra: per contrastare le labbra secche e screpolate mescolare un cucchiaino di alginato di sodio (sale estratto dalle alghe) con un bicchiere di acqua finchè non sarà sciolto completamente. Fare raffreddare e picchiettare sulle labbra più volte al giorno.

Per il naso: mescolare ½ cucchiaino di glicerina vegetale con ½ cucchiaino di acqua. Applicare il composto sul naso con un movimento rotatorio.

Per il corpo: bollire 3 cucchiaini di amido di mais disciolto in un bicchiere d’acqua per circa 3 minuti. Aggiungere 1 cucchiaino di polvere di lisina (aminoacido), 1 cucchiaino di polvere di vitamina C, 1 capsula di vitamina E e mescolare finchè gli ingredienti non saranno sciolti. Fare raffreddare ed applicare dopo aver fatto la doccia.

Il parere del dermatologo

Quando la screpolatura della pelle permane per un periodo di tempo più o meno lungo e non sembra attenuarsi neanche riducendo i fattori che possono ritenersi scatenanti, ricorrere al parere di un dermatologo per farsi indicare la terapia migliore per la pelle screpolata.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Follicolite da depilazione inguinale ed alle gambe: rimedi naturali

MEDICINA ONLINE FOLLICOLITE DA DEPILAZIONE INGUINE INGUINALE COSCE GAMBE PUBE CAUSE RIMEDI NATURALI CURE.jpgLa follicolite, come suggerisce il nome stesso, è un’infezione dei follicoli piliferi di origine batterica che colpisce sia le donne che gli uomini. Il batterio che più spesso causa quest’infiammazione è lo Staphylococcus Aureus ma può essere causata anche da altri agenti, come il fungo Pityrosporum. La follicolite da depilazione è anch’essa di origine batterica e si manifesta in quanto la cute essendo continuamente sottoposta a sollecitazioni, derivanti appunto dallo strappo della ceretta o dall’uso di rasoi e lamette, si altera a livello chimico e batterico, aumentando il rischio di infezioni.

Le cause: perchè depilarsi favorisce in manifestarsi dell’infezione

La causa più frequente della follicolite, dunque, è il continuo sottoporsi a trattamenti estetici di tipo depilatorio, come la rasatura o l’estrazione del pelo con pinzetta ed epilatori elettrici. In questi casi l’infezione si presenta perché i rasoi o gli epilatori non sono stati puliti correttamente e, pertanto, i batteri che si annidavano in essi hanno dato origine alla suppurazione. Il trattamento però che più di tutti da’ origine al problema è sicuramente la ceretta, la quale ha un effetto sulla pelle molto più traumatico rispetto a qualsiasi altro trattamento estetico. Lo strappo deciso con resine calde infatti, se elimina i peli dalla radice, altera l’equilibrio della cute, che come abbiamo visto, causa stati infiammatori ed irritazioni. La follicolite da depilazione può presentarsi in tutte le zone del corpo che vengono sottoposte al trattamento e pertanto anche all’inguine, in tal caso la zona colpita è quella relativa all’interno cosce in corrispondenza del pube, e alle gambe. La follicolite da depilazione può essere di tipo superficiale o profondo:

  • Nella prima eventualità dura solo qualche giorno e tende a scomparire da sola.
  • Nella seconda, invece, è una patologia vera e propria che va curata con l’aiuto di un dermatologo, un’adeguata terapia farmacologica e può durare intere settimane.

I sintomi: come appaiono gambe e inguine affette da follicolite.

Dal punto di vista sintomatico, la follicolite si presenta come un’infiammazione della cute e dei pori piliferi. Una persona affetta da follicolite da depilazione riscontra nella zona interessata, che di solito sono le gambe o l’inguine:

  • peli incarniti: crescita sottocutanea del pelo che non riesce ad uscire in superficie;
  • accumuli di sebo, ovvero piccoli brufoli, particolarmente frequenti all’inguine;
  • pustole anche di dimensioni considerevoli: lesioni della pelle, non a carattere permanente, contenenti pus, ovvero una sostanza giallastra più o meno densa;
  • macchie sulla pelle di colore scuro;
  • forte prurito e in rari casi dolore;
  • se profonda può comportare l’instaurarsi di cicatrici. La profondità dell’infezione si denota dalla presenza corposa di pustole purulente che resistono a scomparire nell’arco di due al massimo tre giorni.

Bisogna stare poi molto attenti in quanto la follicolite da batterio o da fungo è molto contagiosa e si può trasmettere attraverso lo scambio di asciugamani, rasoi e vestiti. E’ importante sottolineare che non è contagiosa solo per gli altri ma, mediante l’uso dei nostri stessi asciugamani o rasoi utilizzati in altre parti del nostro corpo non affette da follicolite, è possibile causarne la propagazione.

Le cure: rimedi naturali e terapie mediche per sconfiggere l’infezione post depilatoria.

Dopo aver visto le cause e i sintomi che si ravvisano in presenza di follicolite da depilazione, ci apprestiamo a scoprire i rimedi sia naturali che farmacologici che possono sconfiggerla. E’ fondamentale premettere che la prima cosa da fare quando si soffre di follicolite alle gambe o all’inguine è smettere qualsiasi trattamento depilatorio poiché, anche se questo disturbo viene trattato con i dovuti rimedi, si riformerà sempre se si continua a depilare la zona irritata.

Leggi anche:

I rimedi naturali per follicoliti ai primi stadi.

Tra i rimedi naturali, che vanno utilizzati solo nei casi in cui la follicolite sia di tipo superficiale e quindi meno grave, annoveriamo diverse erbe e piante che non solo riescono a procurare un certo sollievo dal fastidioso prurito, ma addirittura possono essere risolutive nell’eliminare il problema.

  • L’aglio è un efficace antibatterico, grazie all’allicina suo principio attivo, e può essere assunto, alla comparsa dei sintomi, sia come ortaggio mangiandone circa tre spicchi al giorno, oppure come compresse o capsule in una posologia di tre volte al dì. Ovviamente l’assunzione di aglio, soprattutto per un tempo piuttosto lungo, può comportare delle controindicazioni: cattivo odore di alito e pelle, vomito e diarrea. Non se ne consiglia l’uso in gravidanza e allattamento. Chiedere un consulto medico se si stanno assumendo dei farmaci in quanto l’aglio interagisce con alcuni tipi di essi.
  • L’echinacea è una pianta che, grazie al principio attivo definito echinacoside contenuto al suo interno, ha grandi proprietà antibiotiche capaci di contrastare le infezioni. Nel caso della follicolite da depilazione va assunta nelle dosi di una o due compresse al giorno lontano dai pasti. Non esistono particolari controindicazioni ma come in ogni cosa è meglio non esagerare con le dosi e non assumerlo se si è in stato interessante.
  • Efficace è anche l’olio essenziale di Timo che grazie al contenuto di altri oli essenziali come il carvacrolo e il timolo, svolge un’azione antibatterica. Può essere assunto per via orale, diluendo due o tre gocce in una soluzione liquida come the o camomilla oppure con un cucchiaino di zucchero o di miele, e per via topica, diluendo quattro o cinque gocce di olio essenziale in un bicchiere d’acqua nel quale immergerete una garza sterile che, strizzata, andrà applicata sulle zone colpite da follicolite per almeno venti minuti e due volte al giorno. Riguardo le controindicazioni è possibile che, in dosi eccessive, l’olio essenziale di timo possa causare vomito, diarrea, nausea e problemi nella respirazione. Non è consigliato in gravidanza e nei soggetti con disfunzioni tiroidee in quanto il timo ne compromette la funzionalità. Se si vuol essere più cauti un consiglio del proprio medico di fiducia non sarebbe male.
  • L’olio essenziale di bergamotto è, come quello di timo, un efficace antibatterico grazie alla presenza di linalolo, e può essere somministrato sia mediante impacchi che per via orale. Non è consigliata l’assunzione nei periodi estivi, se ci si reca in spiaggia per la tintarella, in quanto a causa delle furocumarine, l’olio essenziale di bergamotto crea una fotosensibilizzazione della cute con conseguente rischio di macchie e depigmentazione della pelle.
  • La malva grazie alla presenza di flavonoidi, mucillagini e tannini, esplica un’efficacia lenitiva. Il decotto ottenuto con le sue foglie e i suoi fiori è molto utilizzato in caso di infiammazioni, pruriti ed irritazioni cutanee ed anche in caso di follicolite ad uso esterno.
Decotto di malva per alleviare i sintomi della follicolite da depilazione.

Ingredienti:

  • 25 grammi di foglie e fiori essiccati di malva
  • ½ litro di acqua

Preparazione:

Lasciate bollire in un pentolino ½ litro di acqua e 25 grammi di fiori e foglie di malva per un lasso di tempo di circa 10/15 minuti. Una volta spento il fuoco, strizzate sia le foglie che i fiori per ricavarne tutti i principi, dopodiché travasate con l’aiuto di un colino per eliminare eventuali residui.

Utilizzo:

Imbevete una garza sterile e applicate sulla zona interessata, per un lasso di tempo di 20 minuti circa, almeno due volte al giorno.

I rimedi farmacologici per infezioni profonde.

Se la follicolite è più profonda e radicata i rimedi naturali non riescono a combatterla, pertanto in questi casi l’unica cura è quella di seguire un’adeguata terapia a base di farmaci antibiotici. Di solito si consigliano farmaci antibiotici il cui principio attivo è la levofloxacina. Ovviamente i farmaci vanno assunti o applicati previa prescrizione medica: è da evitare l’assunzione di antinfiammatori o antibiotici senza aver prima consultato uno specialista dermatologo, per non rischiare di arrecare più danni che benefici.

Consigli ed informazioni utili: come prevenire la follicolite provocata dalla depilazione frequente di gambe ed inguine.

Se la follicolite si ripresenta con una certa frequenza, in forma lieve, si possono mettere in atto una serie di strategie e trattamenti preventivi per cercare di arginare il fenomeno:

  • Esfoliazione: Per prevenire la comparsa dei peli incarniti, possiamo levigare la cute con un guanto di crine quando si fa la doccia, eliminando così le cellule morte e gli strati di pelle che impediscono la fuoriuscita del pelo dal bulbo. Si deve però avere l’accortezza di non passarlo per almeno 4 giorni dopo la depilazione con ceretta. Anche lo scrub è un ottimo rimedio contro i peli incarniti, ma il guanto di crine è sicuramente più indicato. Utilizzare saponi antibatterici e creme a base di acido glicolico, esfoliante, riduce le possibilità di contrarre la follicolite da depilazione con conseguente comparsa di peli incarniti.
  • L’idratazione della pelle è uno dei fattori da curare il più possibile: la depilazione infatti, specie quella con la ceretta, oltre ad eliminare i peli elimina anche lo strato superficiale della cute. Quindi più spesso ci si depila più acqua perde il nostro corpo e la pelle non essendo ben idratata, può incorrere in infiammazioni varie. È necessario quindi reidratare la pelle ogni volta che si effettua una depilazione, per compensare la perdita subita, applicando sulla parte interessata una lozione idratante o un olio, ad esempio alle mandorle che risulta essere molto nutriente.
  • Disinfezione. Poiché la follicolite altro non è che un’infiammazione è opportuno disinfettare la cute sia prima che dopo la depilazione, prima dell’applicazione della crema idratante; in questo modo si ridurrà il rischio di infezioni. Per disinfettare la pelle si può usare un detergente igienizzante per cute integra, ricordando però di non applicarlo sulla cute se lesa. In quest’ultimo caso è anche sconsigliato qualsiasi trattamento depilatorio.

Particolare attenzione è richiesta alle donne in gravidanza, periodo in cui da un lato la pelle e molto più sensibile e delicata, dall’altro, la somministrazione di farmaci come di erbe non è particolarmente indicata. Per questo sarebbe bene evitare di depilarsi con ceretta sia a caldo che a freddo, e nel caso in cui si opta per la lametta o l’epilatore elettrico accertarsi che siano ben puliti.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Pelle arrossata ed irritata a causa del sudore: i rimedi naturali

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Laser Rughe pelle pulsato frazionato Lifting  Antiaging Gastrite e Aloe VeraPer trattare le irritazioni cutanee è possibile avvalersi di rimedi di tipo naturale a base di sostanze fitoterapiche, curare l’alimentazione e tanto altro ancora. Ma vediamo nel dettaglio:

  • Aloe vera: contiene antrachinoni catartici, acido cinnamico e aloina; ha proprietà rigeneranti e antinfiammatorie e potenzia il sistema immunitario. È infatti la base di molte preparazioni cosmetiche e curative per la pelle, come creme e gel. Sconsigliata in caso di gravidanza.
  • Olio di rosa mosqueta: è un olio essenziale che deriva dalla pianta della rosa mosqueta e contiene principi attivi come acidi grassi polinsaturi, acido linolenico, acido linoleico e vitamina C. Questi principi attivi ripristinano il normale equilibrio della pelle, ne migliorano l’idratazione e contrastano l’insorgere di irritazione e secchezza.Anche in questo caso non ne è consigliato l’utilizzo alle donne in dolce attesa.
  • Olio di borragine: si estrae dalla pianta di borragine e contiene mucillagini, acidi grassi polinsaturi e altri principi attivi che aiutano a contrastare le infiammazioni cutanee, calmano l’irritazione e reidratano la pelle. In caso di gravidanza è sempre bene chiedere il consiglio al proprio medico prima di utilizzarlo.
  • Decotti: un decotto di lattuga può aiutare a combattere l’irritazione cutanea grazie alla sua azione calmante e lenitiva. Si prepara ponendo le foglie di lattuga in acqua tiepido – calda e, una volta riscaldate, si applicano sulla zona da trattare per circa mezz’ora. L’acqua residua risulta formidabile come tonico per viso e collo.
  • Bagno tiepido: combinare l’azione dell’acqua tiepida (non calda per evitare di irritare ancora di più la pelle) e della farina d’avena, aiuta a lenire e calmare le infiammazioni, il bruciore e le irritazioni cutanee. Il bagno va eseguito per almeno 20 – 30 minuti.
  • Impacchi freddi: applicare qualcosa di freddo sulla pelle irritata aiuta a contrastare prurito, gonfiore e rossore e dà un’immediata sensazione di sollievo.
  • Dieta: è preferibile assumere alimenti che contengono vitamina E, una sostanza antiossidante che aiuta a mantenere la pelle giovane e a prevenire le irritazioni e che si trova in alimenti come mandorle, pinoli, semi di girasole. È inoltre importante bere almeno due litri d’acqua al giorno, per mantenere la pelle idratata, assumere alimenti contenenti probiotici, come alcuni yogurt, per aiutare il funzionamento del sistema immunitario e assumere molta frutta e molta verdura, fonti di vitamine, acqua, fibre e sali minerali, elementi che aiutano a mantenere l’organismo, e quindi anche l’epidermide, in salute.

Leggi anche:

Una ricetta fai da te per le pelli più sensibili: l’impacco al miele

Ricetta semplicissima, da stendere su irritazioni o arrossamenti:

Ingredienti:

  • 2 cucchiai di miele;
  • 2 cucchiai di olio d’oliva o olio di mandorle o latte intero.

Miscelate i due cucchiai di miele, con i due cucchiai dell’olio a vostra scelta o con i due cucchiai di latte e mescolate fino ad ottenere una composto piuttosto denso. Applicatelo poi sulla parte da trattare, lasciate in posa per 20-30 minuti e in fine risciacquate.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Singhiozzo: perché viene e come farlo passare?

MEDICINA ONLINE ACQUA WATER DEMINERALIZZATA DEIONIZZATA IONI SALI ACIDA SALUTE DISTILLATA IDROGENO CHIMICA OSSIGENO DRINK POTABLE WALLPAPER PICS HI RES IMAGE PHOTO PICTURESIl singhiozzo è causato da uno spasmo del muscolo diaframma, che si contrae in maniera involontaria e anomala generando il famoso, “hic”. Questo  suono è causato dalla glottide, quando il diaframma si contrae, a causa dell’aria  che compie il suo percorso in maniera veloce. Le cause sono riconducibili a una cattiva deglutizione di liquidi, o ad uno sbalzo di temperatura. Inoltre il fumo, i cibi piccanti, un pasto molto ricco, una grande risata o una forte emozione sono anche essi potenziali cause della comparsa del singhiozzo. Per far passare il singhiozzo si può ricorrere a rimedi antichi ed efficaci, tramandati da secoli.

Alcuni consigli per far passare il singhiozzo

  • Trattenere il respiro il più a lungo possibile (almeno una decina di secondi), distrae il cervello dall’irritazione e rilassa il diaframma.
  • Bere diversi piccoli sorsi (almeno dieci) senza respirare in quanto seda i nervi.
  • Provocare uno spavento: infatti una sorpresa può scombussolare il nervo vago e far cessare il singhiozzo.
  • Otturarsi le orecchie (per almeno 10 secondi) per scombussolare il nervo vago e far cessare il singhiozzo.
  • Gonfiare un palloncino, in quanto si aumenta la quantità di anidride carbonica nel sangue che distrae il cervello dal nervo vago.
  • Solleticare il palato sotto la lingua con un cotton fioc.
  • Mettere un cucchiaino di zucchero sul dorso della lingua (quindi non sulla punta): il dolce distrarrà le terminazioni nervose.
  • Assumere  sostanze naturali e calmanti quali la camomilla, valeriana, menta e lavanda;sono ottimi rimedi per rilassare la muscolatura del diaframma.
  • Ingerire dell’aceto o del succo di limone.
  • Si può anche intervenire con l’agopuntura localizzata nell’orecchio.
  • L’eruttazione sembra essere un ottimo metodo per togliere il singhiozzo

Come prevenire il singhiozzo

  • Evitare di bere troppi alcolici in quanto irritano la digestione e le mucose
  • Non mangiare velocemente:infatti la cattiva masticazione può provocare degli intrappolamenti di aria che scompensano il nervo vago. Dicasi la stessa cosa se si beve velocemente.
  • Evitare cibi piccanti in quanto irritativi della mucosa drastica.
  • Soprattutto non dimenticare che il singhiozzo è un segnale di sovraccarico di cibo quasi a dire di smetterla di mangiare!

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Peli incarniti: cause, creme, infezione, depilazione e rimedi naturali

MEDICINA ONLINE PELI INCARNITI CAUSE CREME INFEZIONE DEPILAZIONE ZONE RIMEDI PELLE CUTE DOLORE COME RIMUOVERLI.jpgI peli incarniti sono dei peli che, successivamente alla depilazione, ricrescono sottopelle, senza fuoriuscire dall’epidermide. I peli non riescono ad uscire al di fuori dell’epidermide soprattutto per due ragioni: pelle secca o peli ricci. La pelle secca è dura e quindi difficile da rompere per i peli; nel secondo caso, si tratta della tendenza a curvarsi dei peli ricci che quindi non si svilupperanno verticalmente verso l’epidermide.

Conseguenze

Oltre ad essere antiestetici poiché visibili ma inarrivabili per cerette e rasoi, i peli incarniti possono determinare infiammazione (follicolite). Ogni pelo incarnito forma un piccolo brufolo quasi sempre pruriginoso e lievemente doloroso. Questi brufoletti segnalano la presenza di leggere irritazioni, dall’irritazione si passa facilmente all’infezione del follicolo pilifero, con formazione di pus e sangue.
Queste infiammazioni quindi, non solo sono antiestetiche, ma provocano prurito, bruciore, dolore e a volte dopo la guarigione, lasciano piccole ma brutte cicatrici.

Leggi anche: Eliminare i peletti dal viso con rimedi casalinghi e con il laser

Come prevenire i peli incarniti

Di seguito elenchiamo alcune regole per prevenire i peli incariniti:

  • Mantenere la pelle idratata: una pelle idratata e morbida consente al pelo di uscire facilmente.
  • Esfoliare la pelle: l’eliminazione delle cellule morte libera i pori consentendo la fuoriuscita del pelo, me contrastando la formazione di infezioni.
  • Scegliere il sistema di depilazione più adatto alla parte ed alle specifiche esigenze: il sistema di depilazione dovrebbe variare non solo in base alla zona da trattare, ma anche in base alla lunghezza e alla quantità dei peli.
  • Non accostare nella stessa depilazione diversi metodi: è sbagliato applicare creme depilatorie o passare la lametta, su una cute già stressata dallo strappo di ceretta; abbiate cura di aspettare almeno 12 ore prima di reintervenire sulla pelle.
  • Curare l’infezione causata dai peli incarniti prima di effettuare una nuova depilazione: l’utilizzo di rasoi, creme o depilatori su zone infette provoca infatti un aumento dei batteri e della stessa infezione.

Leggi anche: Follicolite da depilazione inguinale ed alle gambe: rimedi naturali

Zone maggiormente interessate

Le parti del corpo più esposte al problema, sono le gambe, la zona bikini e le ascelle per le donne, e la pancia il petto ed il volto per gli uomini.
Per le donne, il problema sembra più diffuso perché sono molteplici le zone da depilare e le modalità di depilazione fai da te, spesso effettuate senza adeguata accortenza e preparazione, che quindi sottopongono zone del corpo delicate, come ascelle e bikini, a continuo stress.
Anche gli uomini sono però soggetti al problema dei peli incarniti a causa dell’uso quotidiano del rasoio per la rasatura della barba che sottopone la pelle ad uno stress continuo nonostante la pelle maschile sia generalmente più spessa e resistente di quella femminile. Il problema della follicolite da barba si verifica soprattutto nei soggetti con pelo molto riccio e talvolta, in casi gravi è necessario evitare la rasatura e farsi crescere la barba. Inoltre i canoni di bellezza attuali impongono un corpo muscoloso e glabro, per cui molti giovanissimi depilano anche altre parti del corpo, soprattutto il torace, con conseguente maggiore possibilità di avere peli incarniti.

Leggi anche: Differenza tra ceretta brasiliana e classica: pro, contro e consigli per farla bene

Quali sono le tecniche di depilazione responsabili dei peli incarniti?

La depilazione quindi, sia che si tratti di parti estese che di zone piccole e delicate, andrebbe sempre effettuata con le opportune cautele. L’ideale sarebbe rivolgersi a centri estetici che effettuano trattamenti delicati e con un adeguata preparazione della pelle; è raro però che si ricorra sistematicamente a questi ultimi, per motivi economici, ma anche di altra natura: fragilità capillare oppure impossibilità o indisponibilità nell’aspettare i tempi necessari tra una ceretta e l’altra, poiché per fare la ceretta c’è bisogno di far crescere i peli ad una lunghezza adatta allo strappo. Quindi molto più comunemente si ricorre a rasoi o creme, pratiche veloci ma sicuramente irritanti per le zone delicate e i maggiori responsabili dei peli incarniti.Vediamo quindi quali sono gli effetti dei diversi metodi depilatori.
Il rasoio è il sistema peggiore in quanto non solo taglia il pelo obliquamente rendendone più difficile la fuoriuscita, ma le lame rimuovono le cellule superficiali rendendo la pelle più delicata e quindi più soggetta ad irritazioni ed infiammazioni.
Le creme depilatorie semplici ed indolori, eliminano i peli grazie a sostanze che indeboliscono la struttura della cheratina. Anche in questo caso però, i peli vengono recisi ma non strappati dal bulbo e quindi si incarniscono più facilmente. Inoltre le sostanze chimiche sono piuttosto irritanti e quindi facilitano le infiammazioni.
Gli epilatori elettrici grazie alle testine rotanti strappano i peli dal follicolo. Se usati correttamente, cioè mantenendolo in posizione verticale e quando i peli sono della giusta lunghezza, non causano peli incarniti in quanto strappano il pelo senza spezzarlo.
La ceretta sembra essere il metodo più adatto per diminuire l’incidenza di peli incarniti, essa infatti, se fatta quando il pelo è abbastanza lungo, lo ingloba tutto nella cera strappandolo con tutto il bulbo. Purtroppo è controindicata per chi soffre di vasodilatazione, soprattutto quella a caldo, così come in generale lo strappo di una qualsiasi ceretta è controindicato per chi soffre di fragilità capillare.

Leggi anche: La differenza tra epilazione e depilazione e le rispettive tecniche

Che fare per evitare la formazione di peli sottopelle?

La prevenzione è il vero rimedio per combattere i peli incarniti: cura della pelle e una corretta depilazione, sono gli unici veri alleati nella lotta ai peli incarniti. La pelle deve essere quindi idratata, morbida e pulita dalle scorie quanto più spesso possibile, per favorire la fuoriuscita del pelo: l’idratazione deve avvenire attraverso l’applicazione di creme ed in generale lozioni a base di olio ed acqua (molto usate sono quelle a base di olio di mandorle), che ammorbidiscono ed umidificano la pelle, prevenendone la secchezza. Bisogna tenere presente inoltre che le fasi immediatamente precedenti e successive alla depilazione sono fondamentali per aiutare la pelle a sopportate lo stress del rasoio o della ceretta, e prevenire peli incarniti: la pelle quindi va ben idratata soprattutto dopo la rasatura. Inoltre è bene proteggere le zone appena depilate evitando indumenti troppo stretti che strofinando sulla pelle possono accentuare l’irritazione.
L’esfoliazione, ovvero l’eliminazione meccanica delle più superficiali cellule morte delle pelle, necessaria per rimuovere ogni ostacolo che ostruisce i pori, può essere attuata in diversi modi:

  • Molto diffuso è l’utilizzo di solito attraverso guanti o spugnette specifiche, che sfregate contro la pelle, portano via le cellule morte, senza però irritare la cute. I guanti esfolianti sono prodotti in vari materiali e venduti sia in farmacia che nei comuni venditori di prodotti per l’estetica ed il benessere. Importante è scegliere dei guanti fatti con estratti naturali, per diminuire l’incidenza di irritazioni ed allergie causati da materiali grezzi, che tendono a procurare abrasioni più che esfoliazioni della pelle.
  • Un altro rimedio simile, è lo scrub, ovvero l’applicazione di lozioni granulate che hanno un simile effetto esfoliante ma sicuramente inferiore rispetto ai guanti; il massaggio effettuato con questi composti granulati ha comunque vari benefici: oltre ad una leggera esfoliazione è utile ad esempio come contributo per la riattivazioni della microcircolazione.

Il metodo preventivo e curativo più usato, resta comunque il guanto esfoliante, utile ad eliminare lo strato superficiale della cute, sia come quotidiana cura preventiva della pelle che come metodo per “liberare” i peli già incarniti.

Leggi anche: Ceretta: quale scegliere? Tecniche a confronto con pro e contro

Trattamenti contro i peli incarniti

Che fare se nonostante tutto i peli non riescono ad uscire dal derma e continuano a crescere sotto pelle creando rossori e infezioni batteriche soprattutto nelle zone più delicate? Ovviamente se l’infezione risulta dolorosa e protratta nel tempo, bisogna rivolgersi al medico per la prescrizione di farmaci, spesso sotto forma di crema, per risolvere il problema. Se infatti i foruncoli non vengono curati e l’epidermide viene ancora stressata con pinzette non disinfettate, e depilazione con rasoi e cerette la situazione si può aggravare sviluppando infezioni ancora più gravi. Quando si è in presenza di peli incarniti quindi si dovrebbe sospendere ogni trattamento di depilazione fino a quando la situazione non si sia completamente ristabilizzata. Se il problema persiste per eliminare i peli superflui si può pensare di ricorrere alla terapia laser per un’epilazione definitiva.

Leggi anche: Depilazione inguine: i metodi più efficaci, indolori e sicuri

Rimedi naturali e fai da te

Nella maggior parte dei casi, però, è possibile eliminare i peli incarniti con rimedi semplici e casalinghi.
Il trattamento più efficace è quello di massaggiare la parte con acqua calda ed oli (mandorla o karitè) in modo da ammorbidire la pelle, aprire i pori e far fuoriuscire il pelo che potrà essere poi estratto con un ago o con una pinzetta sterilizzata.
Un rimedio fai da te per curare l’inestetismo è quello delle cipolle.

Ingredienti:

  • Due grosse cipolle rosse.
  • 1 cucchiaio di olio di oliva.
  • 1 bicchiere di sale grosso da cucina.

Preparazione:

  • Tagliate le cipolle sottilmente e cospargetele interamente di sale.
  • Lasciate macerare le cipolle per oltre due ore e poi unite l’olio.
  • Impastate il tutto e lasciate ancora riposare.
  • Quando il composto sarà omogeneo versatelo in acqua calda e lasciate emulsionare per circa un’ora.

Applicazione:

  • Mescolate e bagnate una spugnetta nel liquido ottenuto e con questa strofinate delicatamente la parte con i peli incarniti.
  • Grazie al potere antinfiammatorio della cipolla ed alla capacità emolliente dell’olio, la pelle sarà decongestionata ed i pori si apriranno lasciando fuoriuscire i peli che potranno facilmente essere eliminati con la pinzetta.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Caviglia slogata (distorsione) e gonfia: cosa fare? Fasciatura ed altri rimedi

MEDICINA ONLINE CAVIGLIA SLOGATA DISTORSIONE STORTA DOLORE FASCIATURA GONFIA RIMEDI TERAPIA FARMACI.jpgPer distorsione – che è sinonimo di “slogatura” o, più popolarmente, “storta” – intendiamo una lesione a carico di un’articolazione o delle strutture a essa connesse.
Nel caso della caviglia, la distorsione interessa l’articolazione tibio-peroneo-astragalica detta anche tibio-tarsica o talo-crurale. Le ossa chiamate in causa sono la tibia, il perone e l’astragalo. Le strutture associate a questa articolazione che possono essere interessate dalla slogatura sono i vari legamenti.
Dal punto di vista fisiologico, la distorsione è causata da un movimento fuori dall’ordinario, che comunque non avrà comportato dislocazioni o sublussazioni.
La distorsione si può verificare come primo episodio oppure come recidiva, se c’è già stato un evento traumatico. Infine, ci sono i casi di lassità croniche, dove, a causa di un’eccessiva mobilità dell’articolazione (dovuta, per esempio, a un trattamento inadeguato di una slogatura precedente), si è spesso soggetti a distorsione.
Tra i sintomi più comuni della patologia ci sono, oltre al dolore, il gonfiore, la presenza di ematomi e, nelle circostanze più gravi, l’impossibilità di camminare.
Ora che abbiamo fatto maggiore chiarezza su cosa sia una distorsione, vediamo insieme quali sono le sue diverse tipologie.

Le tipologie di distorsione e le cure consigliate
Ci sono 3 tipi di distorsione, che si differenziano tra loro per la gravità del trauma:

  • distorsione di primo grado: si verifica una deformazione elastica a carico del legamento, che però, per fortuna, non riporta lesioni;
  • distorsione di secondo grado: qui la faccenda si complica un po’, perché si ha una lesione parcellare (parziale) del legamento. Ciò può predisporre a recidive;
  • distorsione di terzo grado: in questo caso, il peggiore, avremo la completa lesione del legamento e potrebbe rivelarsi necessario agire con la chirurgia.
    Terapie consigliate per la distorsione di primo grado
    Se hai subìto una distorsione di primo grado le cure a cui dovrai sottoporti sono: riposo, uso della borsa del ghiaccio, tenere la caviglia sollevata, utilizzo della cavigliera elastica, fisiokinesiterapia. Si prevedono 7 giorni di prognosi.

Leggi anche:

Terapie consigliate per la distorsione di primo grado
Nei casi più lievi, quando c’è solo un lieve arrossamento della zona interessata basta del ghiaccio, messo più volte al giorno e una fasciatura leggera, oltre ovviamente al riposo. La fasciatura più essere eseguita anche personalmente purché sia salda ma allo stesso tempo non stretta. E’ sbagliato credere che più si stringe prima si risolve la torsione. La fasciatura deve essere ben salda, ma leggera, in modo da far respirare la pelle e non impedire la circolazione, è anche inutile fare una fasciatura larga perché totalmente inutile allo scopo. L’arto non deve essere costretto eccessivamente, ma deve essere mobile. Nei casi più lievi la situazione si risolve in uno o due giorno, solo se c’è del dolore si può prendere anche un farmaco analgesico, ma è sempre meglio farne a meno. Quando al momento della slogatura sono evidenti fin da subito rigonfiamenti, deformazioni e irregolarità nell’arto, in questo caso bisogna rivolgersi prontamente al medico. Solo il medico può decidere come procedere, soprattutto se sulla caviglia sono presenti anche lividi ed ematomi. In alcuni casi la fasciatura va rimandata di qualche ora o anche di un paio di giorni, in modo da far riassorbire eventuali liquidi. Nel caso di una slogatura seria la fasciatura da preferire è quella a spirale. Il bendaggio va eseguito con delle fasce larghe e compatte, che avvolgono prima la caviglia nella parte alta del collo del piede e poi a livello trasversale in entrambi i lati. La forma finale deve essere quella di tante “x” sovrapposte e poi tenute insieme o da una spilla o da adesivo. In ogni caso qualora la fasciatura non sia sufficiente è preferibile anche fare delle radiografie per escludere la presenza anche di fratture. In caso affermativo quando a essere coinvolti sono anche i legamenti è sempre il medico che valuterà la possibilità di un intervento o di un bloccaggio completo mediante ingessatura. Non ci sono svantaggi nel fasciare la caviglia quando è slogata, a patto che lo si faccia in modo adeguato e preciso, senza essere troppo avventati. Il vantaggio è quello di bloccare la lesione e dare al piede il riposo necessario per ristabilirsi. Una buona fasciatura, va ripetuta almeno ogni due o tre giorni. Bisogna sempre chiedere al medico quando toglierla, se il caso è più complicato.

Terapie consigliate per la distorsione di secondo grado
Per evitare il rischio di recidive è importante che i trattamenti prescritti dal tuo medico siano seguiti per filo e per segno. Anche qui troviamo riposo e borsa del ghiaccio, cui si aggiungono stampelle, bendaggio funzionale/cavigliera elastica e riabilitazione fisiokinesiterapica.

Terapie consigliate per la distorsione di terzo grado
Di certo sarà necessaria, oltre ai sempre utili riposo, ghiaccio e cavigliera elastica, l’immobilizzazione. La prognosi media è di 30 giorni e bisognerà procedere con la fisiokinesiterapia. Nei casi più gravi potrebbe rendersi necessario un intervento chirurgico.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!