Epicondilite: chirurgia, rischi, complicazioni, dopo l’intervento

MEDICINA ONLINE CHIRURGO CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGICA TERAPIA ASPORTAZIONE BISTURI SALA OPERATORIA TUMORE CANCRO SUTURA MASSA TUMORALE STADIAZIONE MAMMELLA POLMONI TECNICA GENERALE ADDOMINALE BIOPSIA AGOASPIRATO.jpgPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, leggi questo articolo: Gomito del tennista (epicondilite): cos’è, quanto dura e rimedi

Terapie chirurgiche della epicondilite
L’intervento è effettuato in anestesia generale, parziale o locale. Si pratica un’incisione sulla pelle che riveste l’epicondilo e il tendine infiammato viene “ripulito”.
Esiste anche un altro metodo: il chirurgo può decidere di staccare il tendine dall’osso e poi di riattaccarlo. Il chirurgo valuterà quale dei due metodi è più adatto per il vostro caso.
Dopo esservi risvegliati dall’anestesia rimarrete nell’apposita saletta, nella maggior parte dei casi l’operazione è eseguita in regime di day hospital, cioè potrete ritornare a casa il giorno stesso.

Rischi e complicazioni della epicondilite
L’intervento per la cura dell’epicondilite è estremamente sicuro e molto efficace, esistono però diversi rischi e complicazioni improbabili ma pur sempre possibili. È necessario informarsi sui rischi e sulle complicazioni ed essere pronti a riconoscerli, per poter comunicare efficacemente con il proprio medico. Tra i possibili ricordiamo quelli connessi all’anestesia e quelli connessi all’intervento in sé: tra i rischi connessi all’anestesia generale troviamo:

  • nausea,
  • vomito,
  • ritenzione urinaria,
  • secchezza delle fauci,
  • fragilità dei denti,
  • mal di gola,
  • mal di testa.

L’anestesia generale può anche provocare infarto, ictus e polmonite. L’anestesista vi informerà dei rischi e vi chiederà se siete allergici a determinati farmaci. Alcuni dei rischi sono comuni a tutti gli interventi chirurgici. Tra di essi ricordiamo:

  • infezioni, profonde o a livello della pelle,
  • emorragia,
  • cicatrici, che possono far male o avere un brutto aspetto.

Altri rischi e complicazioni sono connessi in modo specifico a questo tipo di intervento, sono molto rari ma è comunque importante essere informati. È possibile che i nervi siano lesionati e di conseguenza il braccio o la mano rimangano deboli, paralizzati o perdano sensibilità. Anche i tendini possono essere lesionati e di conseguenza la mano o il polso possono diventare più deboli. Inoltre c’è la possibilità che l’operazione si riveli inutile o che faccia addirittura peggiorare i sintomi. Infine, anche se l’intervento sembra riuscito, i sintomi dell’epicondilite potrebbero ripresentarsi ugualmente.

Leggi anche:

Dopo l’intervento
Il braccio sarà steccato e bisognerà tenerlo riparato e asciutto. I punti saranno tolti dopo dieci giorni o due settimane, poi bisognerà iniziare la fisioterapia. Il medico vi dirà quando potrete tornare al lavoro, a seconda della gravità dell’intervento. La maggior parte dei pazienti non può guidare per una settimana. Quattro o cinque settimane dopo l’intervento il paziente scopre se il dolore è completamente scomparso, anche a seguito di attività. Per poter parlare di guarigione completa e ritornare all’uso del gomito e del braccio che si faceva prima dell’intervento, possono passare diversi mesi.
L’intervento per epicondilite di solito è utile, ma in alcuni pazienti di fatto non allevia il dolore.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Pienezza auricolare (orecchie tappate): cause, cure, complicazioni, quando chiamare il medico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ORECCHIE TAPPATE PIENEZZA AURICOLARE CUR Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg“Orecchie tappate” è il modo comune di chiamare il fenomeno della pienezza auricolare.

Cos’è la pienezza auricolare?
La pienezza auricolare è descrivibile come un senso di ostruzione o congestione che permane a seguito di sbadigli, deglutizione o altri metodi comuni messi in atto per ovviare a tale sensazione. E’ possibile sperimentare una leggera diminuzione dell’udito o una sensazione di ovattamento auricolare. La pienezza auricolare, accompagnata da sintomi correlati al raffreddore o simil-influenzali, in genere è causata dall’ostruzione della tuba di Eustachio, il condotto che collega l’orecchio alla gola e consente il drenaggio dei fluidi dall’orecchio medio. Nel caso in cui vi sia una raccolta di tali fluidi, è possibile l’insorgenza di una infezione a carico dell’orecchio medio causata da batteri o virus, caratterizzata da dolore e gonfiore. Sbalzi improvvisi e drammatici della pressione atmosferica, che si verificano generalmente in occasione di un viaggio aereo o durante una immersione subacquea, possono causare pienezza auricale o persino la rottura del timpano. Questa condizione è nota come barotrauma e insorge a seguito di differenze estreme fra la pressione interna dell’orecchio e quella esterna.
Sebbene la pienezza auricolare sia spesso dovuta alla congestione causata da un comune raffreddore risolvendosi mediante auto-trattamento, la presenza di alcuni sintomi può essere indice di una condizione più grave. Si consiglia di contattare il proprio medico o recarsi al pronto soccorso più vicino qualora i sintomi persistano per 3-4 giorni a seguito della loro insorgenza o siano accompagnati da febbre molto alta (superiore a 38,33°C), forte dolore, gonfiore e arrossamento della cute circostante l’orecchio o drenaggio (fuoriuscita) di pus dall’orecchio.

Altri sintomi legati alla pienezza auricolare
Oltre alla sensazione di pienezza, tappamento e congestione, è possibile sperimentare altri sintomi nella zona circostante l’orecchio:

  • dolore o sensibilità al dolore nella zona circostante l’orecchio o nella regione ossea situata dietro il padiglione auricolare;
  • prurito;
  • fuoriuscita (drenaggio) di pus o altre secrezioni dall’orecchio;
  • arrossamento, calore o gonfiore.

La pienezza auricolare può essere accompagnata anche da altri sintomi sistemici, tra cui:

  • febbre;
  • sintomi simil-influenzali (tosse, cefalea, mal di gola, febbre, stanchezza e dolori);
  • malessere o letargia.

Cause delle orecchie tappate
La pienezza auricolare può essere causata da infezioni, soprattutto se accompagnata da raffreddore e sintomi simil-influenzali. La sensazione di pienezza insorge a seguito dell’ostruzione della tuba di Eustachio, che collega l’orecchio alla gola e consente il drenaggio di fluidi dall’orecchio medio. Un eventuale accumulo di fluidi può causare l’insorgenza di una infezione a carico dell’orecchio medio provocata da virus o batteri, comportando dolore e gonfiore. Anche il raffreddore da fieno e altre allergie sono cause comuni di pienezza auricolare. Come accennato ad inizio articolo, eventuali sbalzi improvvisi e drammatici della pressione atmosferica possono causare l’insorgenza di pienezza auricolare e comportare persino la rottura del timpano. Tale fenomeno è conosciuto come barotrauma (esso insorge nel caso in cui vi siano differenze estreme fra la pressione interna dell’orecchio e quella esterna).

Leggi anche:

La pienezza auricolare può essere causata da infezioni, tra cui:

  • lieve infezione cronica a carico dell’orecchio;
  • raffreddore comune (infezione delle vie respiratorie di natura virale);
  • influenza;
  • mastoidite (infiammazione della mastoide, ovvero la prominenza dell’osso temporale dietro il padiglione auricolare);
  • altre infezioni batteriche o virali;
  • otite esterna (infezione a carico dell’orecchio esterno, nota come “orecchio del nuotatore”);
  • otite media con effusione (infezione a carico dell’orecchio medio con gonfiore);
  • infezione virale delle vie respiratorie superiori.

Altre cause di pienezza auricolare includono:

  • neuroma acustico (tumore benigno del nervo che collega l’orecchio interno al cervello);
  • barotrauma (effetto causato da sbalzi improvvisi o estremi della pressione atmosferica);
  • accumulo di cerume;
  • disfunzione della tuba di Eustachio;
  • esposizione a rumori forti, come quelli emessi per esempio da un martello pneumatico, fuochi d’artificio o musica alta;
  • presenza di un corpo estraneo nel condotto uditivo esterno;
  • raffreddore da fieno o reazione allergica a seguito dell’esposizione ad agenti irritanti come peli di animali, polvere, cosmetici o polline.

Solitamente la pienezza auricolare insorge a seguito di un raffreddore o una influenza che causano l’ostruzione della tuba di Eustachio che può tradursi talvolta in infezione auricolare. In alcuni casi, tale pienezza può essere un sintomo di una infezione a carico dell’osso posto dietro il padiglione auricolare. Si tratta di una condizione grave o estremamente grave che necessita di una immediata valutazione medica.

Diagnosi e cura delle orecchie tappate

Per poter diagnosticare la condizione, il medico porrà al paziente domande relativamente alla sensazione di pienezza sperimentata, tra cui:

  • da quanto tempo sperimenta questa pienezza auricolare?
  • sta assumendo farmaci?
  • ha notato la fuoriscita di pus o altre secrezioni dall’orecchio?
  • ultimamente, ha trascorso molto tempo all’aperto?
  • ha nuotato o effettuato immersioni subacquee?
  • di recente è stato/a in aereo o svolto una qualsiasi attività che l’abbia esposta a sbalzi di altitudine o a cambiamenti improvvisi della pressione atmosferica?
  • è stato/a esposto/a a rumori estremamente forti, come ad esempio in un cantiere o ad un concerto?

Oltre alla visita e all’anamnesi, il medico si servirà di vari mezzi per fare la diagnosi, come ad esempio il test dell’udito o la diagnostica per immagini (RX, TAC…). La cura verrà decisa dal medico in base alla causa scatenante a monte la pienezza auricolare.

Leggi anche:

Potenziali complicazioni e pericolosità legate alle orecchie tappate

Di solito, la pienezza auricolare si risolve nel giro di pochi giorni. E’ comunque importante determinare la causa sottostante ed escludere l’eventuale presenza di una grave infezione. Una volta diagnosticata la causa, è fondamentale seguire il piano di cura formulato dal medico al fine di ridurre il rischio di insorgenza di potenziali complicazioni, tra cui:

  • colesteatoma (tumore o ciste più comunemente nell’orecchio medio);
  • mastoidite;
  • meningite (processo infiammatorio che colpisce le meningi, ovvero le tre membrane che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale);
  • infezioni auricolari ricorrenti;
  • difficoltà di comunicazione o a parlare;
  • diffusione dell’infezione.

Orecchie tappate: quando è necessario contattare il medico
Sebbene la maggior parte delle infezioni auricolari e altre cause di pienezza auricolare si risolvano spontaneamente o mediante l’assunzione di antibiotici, alcuni sintomi richiedono una immediata attenzione medica, poiché potrebbero essere indice di una infezione ossea a carico della zona dietro il padiglione auricolare. Si consiglia di ricercare immediatamente assistenza medica in presenza di uno qualsiasi dei seguenti sintomi:

  • febbre alta (superiore a 38,33°C) per un lasso di tempo pari o superiore a 48 ore;
  • forte cefalea;
  • forte dolore;
  • sensazione pulsante o sensibilità al dolore nella zona dietro il padiglione auricolare.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!