La rotula (anche chiamata “patella”) è un osso sesamoide inserito nel tendine del muscolo quadricipite della coscia, il quale si inserisce sulla tuberosità quadricipitale (anteriore) della tibia. In quanto osso sesamoide, ha la funzione di migliorare Continua a leggere
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Strabismo rotuleo: cause, sintomi e rimedi
Lo strabismo rotuleo, conosciuto anche come disallineamento dell’apparato estensore o dolore rotuleo, è una patologia del ginocchio che dipende da un disallineamento della rotula rispetto all’asse femorale che tende a deviare verso l’interno o verso l’esterno. Questo malfunzionamento della rotula provoca una pressione della rotula sul femore e uno stiramento dei legamenti che provocano dolore soprattutto quando si salgono o si scendono le scale oppure quando si resta a lungo fermi in una stessa posizione (seduti, accovacciati, inginocchiati).
Lo strabismo rotuleo si differenzia per quattro livelli di gravità in base alla tipologia di disallineamento:
- Grado I: iperpressione esterna;
- Grado II: sublussazione;
- Grado III: lussazione ricorrente e abituale;
- Grado IV: lussazione cronica.
E’ una patologia che è molto diffusa e colpisce soprattutto le giovani donne e coloro che soffrono di obesità perché dipende molto dal livello del tono muscolare che, nelle due categorie più colpite, risulta essere poco sviluppato. Altre patologie che spesso colpiscono la rotula sono:
- CONDROPATIA ROTULEA;
- INSTABILITA’ DELLA ROTULA;
- TENDINITE DEL ROTULEO;
- IPERPRESSIONE ROTULEA.
Cause
Le cause che possono provocare lo strabismo rotuleo sono diverse e tutte, a lungo andare, inducono un mal funzionamento dei movimenti della rotula. Tra i diversi fattori, ricordiamo:
- ginocchio valgo (patologia comunemente conosciuta come “ginocchia a X”);
- piede pronato (patologia in cui il piede tende ad inclinarsi verso l’interno);
- rotula alta che provoca un’instabilità del ginocchio;
- displasia del quadricipite;
- torsione del femore;
- tono muscolare basso.
Sintomi
La patologia tende a manifestarsi quando si rimane a lungo fermi in una stessa posizione o quando si salgono/scendono le scale. Il primo sintomo è un dolore lieve localizzato intorno alla rotula, nella parte anteriore. Lo strabismo rotuleo, se non curato adeguatamente, con il passare del tempo, tende a peggiorare con un aumento progressivo del dolore accompagnato da bruciori e rumori localizzati (come schiocchi o crepitii). Quando si mette sotto sforzo l’arto, oltre al dolore, il ginocchio può gonfiarsi. Questo sintomo si può verificare a seguito di lunghe camminate, dopo una corsa in bicicletta oppure, quando la patologia colpisce gli sportivi, può manifestarsi bruscamente a seguito di intensi allenamenti. Nei casi più gravi si può verificare il cedimento del ginocchio oppure può bloccarsi completamente.
Rimedi
Lo strabismo rotuleo se non curato adeguatamente, tende a peggiorare con il passare del tempo. E’ importante fare una diagnosi adeguata al livello di gravità della patologia in modo da evitare di incorrere in un’artrosi femoro-rotulea.
Tra i possibili rimedi vanno menzionati:
- trattamento riabilitativo;
- utilizzo della ginocchiera (soprattutto per gli sportivi);
- somministrazione di antidolorifici ed antinfiammatori per attenuare il dolore;
- utilizzo del ghiaccio sulla parte dolorante.
Quando la riabilitazione non ha effetti positivi e nei casi più gravi in cui è previsto lo sviluppo di un’artrosi, è necessario intervenire chirurgicamente per correggere la causa scatenate della patologia. Per questo motivo ogni intervento chirurgico si differenzierà l’uno dall’altro. Parte della sintomatologia dolorosa riferita al ginocchio e alle articolazioni può essere prevenuta o alleviata con un trattamento mirato ed è consigliato utilizzare delle scarpe e delle solette adatte a dare dei benefici al ginocchio e alle articolazioni.
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Femore: anatomia, funzioni e muscoli in sintesi
Il femore (dal latino “femur” che significa “coscia”; in inglese “femur“) è un osso dell’arto inferiore che costituisce lo scheletro della coscia ed anche parte dell’anca e del ginocchio. È l’osso più lungo, voluminoso e resistente dello scheletro umano.
Funzioni
Il femore ha varie funzioni:
- rappresenta lo scheletro della coscia, che unisce l’anca al ginocchio;
- insieme alle altre ossa e muscoli del bacino e dell’arto inferiore, permette la deambulazione umana;
- è fondamentale per la ripartizione del peso corporeo lungo tutto l’arto inferiore;
- entra nella costituzione delle articolazioni dell’anca e del ginocchio;
- è sede di inserzione per molti muscoli della coscia e della gamba.
Anatomia
Il femore è formato da:
- un corpo (diafisi);
- 2 estremità (epifisi), delle quali quella prossimale si articola con l’osso dell’anca formando l’articolazione coxofemorale, mentre quella distale si articola con la rotula e la tibia, formando l’articolazione del ginocchio. Ciascuna porzione ha una particolare anatomia e possiede alcune zone specifiche, che fungono sia da punto d’origine sia da punto d’inserzione per muscoli e legamenti.
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Epifisi prossimale
L’estremità prossimale del femore è la porzione ossea più vicino al tronco. Del resto, nel linguaggio medico-anatomico, il termine prossimale significa “più vicino al centro del corpo” o “più vicino al punto d’origine” (N.B: per convenzione, il punto d’origine di qualsiasi osso che diparte dal tronco è il tronco stesso).
L’estremità prossimale presenta una morfologia tale, che le permette di unirsi perfettamente all’acetabolo del bacino (l’acetabolo è una concavità, simile a una ciotola) e formare l’articolazione dell’anca.
Le componenti strutturali rilevanti dell’estremità prossimale sono 6:
- La testa: è la parte più prossimale del femore. Proiettata in direzione mediale, ha le sembianze di una sfera, precisamente di un 2/3 di sfera. Possiede una superficie liscia e una piccola depressione (fovea capitis), che funge da punto d’inserzione per il legamento rotondo. Il legamento rotondo è uno dei legamenti più importanti dell’articolazione dell’anca: un suo capo è legato alla testa del femore e l’altro suo capo all’acetabolo.
- L’acetabolo è un incavo di natura ossea, con sede nel bacino, il cui ruolo è accogliere la testa del femore.
- Il collo: è la breve sezione di osso femorale che collega la testa al corpo del femore. Dall’aspetto molto simile a un cilindro, è leggermente piegato in direzione mediale: questa piegatura, nell’essere umano adulto, forma un angolo di circa 130° con il collo.
L’angolo in questione è particolarmente importante, in quanto permette all’articolazione dell’anca di godere di un notevole range di movimento. - Il grande trocantere: è un processo osseo (o proiezione ossea) che origina dal corpo e si colloca lateralmente, rispetto al collo. Ha forma quadrangolare e un’anatomia particolare, che gli permette di accogliere i capi terminali di numerosi muscoli, coinvolti nel movimento dell’anca e della coscia (muscolo piriforme, muscolo otturatore esterno, muscolo otturatore interno, muscoli gemelli, muscolo piccolo gluteo e muscolo medio gluteo).
- Il grande trocantere è palpabile: il lettore può apprezzarne la presenza al tatto, toccando il lato esterno-alto di una delle sue due cosce.
Il piccolo trocantere: è un processo osseo di dimensioni inferiori al grande trocantere, che ha origine sul corpo del femore, in una zona con posizionamento postero-laterale. Dalla forma conica e tozza, sporge appena sotto il collo e ha un orientamento opposto a quello del grande trocantere (quindi “punta” verso l’interno, cioè in direzione mediale).
Il piccolo trocantere serve come punto d’inserzione per le porzioni terminali dei tendini dei muscoli grande psoas e iliaco (che combinati insieme prendono il nome di ileo-psoas). - La linea intertrocanterica anteriore: situata sulla superficie anteriore del femore, è una cresta ossea con orientamento infero-mediale (cioè va verso il basso e verso l’interno), che unisce tra loro i due grandi trocanteri.
- La linea intertrocanterica anteriore rappresenta il punto d’inserzione per il legamento iliofemorale, uno dei legamenti più importanti e resistenti dell’articolazione dell’anca.
La cresta intertrocanterica posteriore: situata sulla superficie posteriore del femore, è una cresta ossea con orientamento infero-mediale, che collega tra loro i due trocanteri.
Lungo il suo breve percorso, presenta un tubercolo arrotondato, chiamato tubercolo quadrato, che accoglie il capo terminale del muscolo quadrato del femore.
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Diafisi
La diafisi, o corpo del femore, risulta caratterizzata da tre facce: una faccia anteriore, una postero-mediale e una postero-laterale. Le due facce posteriori sono divise da una linea sporgente, la linea aspra. Questa, in corrispondenza della metafisi prossimale si biforca, dando origine alla tuberosità glutea (vi si inserisce il muscolo grande gluteo) e alla linea pettinea (vi si inserisce il muscolo pettineo). La biforcazione in prossimità della metafisi distale dà origine ad una regione depressa, chiamata faccia poplitea. In prossimità di questa faccia scorrono i vasi poplitei, che hanno la caratteristica di avere le arterie più superficiali rispetto alle vene.
Epifisi distale
L’epifisi distale del femore presenta, posteriormente, due grosse superfici ossee convesse, i condili femorali (uno mediale, l’altro laterale). I condili, rivestiti di cartilagine articolare, fanno parte della complessa articolazione del ginocchio. Tra i due condili vi è uno spazio, la fossa intercondiloidea. Anteriormente, i due condili convergono nel formare la superficie patellare, per l’articolazione con la patella. Sui condili prendono inserzione i due legamenti crociati (anteriore e posteriore), e due menischi (mediale e laterale), in quanto non vi è perfetta corrispondenza tra i condili del femore e le superfici condiloidee della tibia. I menischi si dispongono a contornare i due condili, mentre i legamenti crociati si incrociano all’interno dello spazio intercondiloideo.
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Muscoli relativi al femore
La tabella sottostante riporta l’elenco dei 22 muscoli che originano o terminano in corrispondenza del femore.
Muscolo | Capo terminale o capo iniziale | Sede di contatto sul femore |
Muscolo iliaco | Capo terminale | Piccolo trocantere |
Muscolo grande psoas | Capo terminale | Piccolo trocantere |
Muscolo grande gluteo | Capo terminale | Tuberosità glutea |
Muscolo medio gluteo | Capo terminale | Superficie laterale del grande trocantere |
Muscolo piccolo gluteo | Capo terminale | Parte anteriore del grande trocantere |
Muscolo piriforme | Capo terminale | Margine superiore del grande trocantere |
Muscolo gemello superiore | Capo terminale | Grande trocantere |
Muscolo otturatore interno | Capo terminale | Superficie mediale del grande trocantere |
Muscolo gemello inferiore | Capo terminale | Grande trocantere |
Muscolo quadrato femorale | Capo terminale | Cresta intertrocanterica posteriore |
Muscolo otturatore esterno | Capo terminale | Fossa trocanterica (piccola depressione in prossimità del grande trocantere; si veda la figura del grande trocantere). |
Muscolo pettineo | Capo terminale | Linea pettinea |
Muscolo adduttore lungo | Capo terminale | Parte mediale della linea aspra |
Muscolo adduttore breve | Capo terminale | Parte mediale della linea aspra |
Muscolo grande adduttore | Capo terminale | Parte mediale della linea aspra e tubercolo adduttore |
Muscolo vasto laterale | Capo iniziale | Grande trocantere e parte laterale della linea aspra |
Muscolo vasto intermedio | Capo iniziale | Superficie frontale e laterale del femore |
Muscolo vasto mediale | Capo iniziale | Sezione distale della linea intertrocanterica e parte mediale della linea aspra |
Bicipite femorale | Capo iniziale | Parte laterale della linea aspra |
Muscolo popliteo | Capo iniziale | Sotto l’epicondilo laterale |
Muscolo gastrocnemio | Capo iniziale | Dietro il tubercolo adduttore, sopra l’epicondilo laterale. |
Muscolo plantare | Capo iniziale | Sopra il condilo laterale |
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Differenza tra rotula e menisco
La rotula o patella (in inglese “patella”) è un osso sesamoide inserito nel tendine del muscolo quadricipite della coscia. Posteriormente alla rotula vi è l’articolazione femoro-tibiale racchiusa all’interno della propria capsula articolare. La parte flessoria del ginocchio è detta cavo popliteo. La rotula poggia su un cuscinetto adiposo detto corpo di Hoffa che le permette di scorrere sulle strutture posteriori. È collegata inoltre all’articolazione del ginocchio mediante i legamenti alari, che, medialmente raggiungono, attraverso la capsula, il menisco mediale, mentre lateralmente si fonde alla fascia lata.
I menischi (in inglese “meniscus”) sono invece delle strutture fibro-cartilaginee presenti fra costituenti articolari le cui superfici non risultano congruenti tra loro. Nel ginocchio si trovano due menischi (vedi anche foto in alto):
- il menisco mediale ha forma di semiluna e tra i due è il più piccolo;
- il menisco laterale è quello più grande e rispetto al mediale la sua forma è più aperta e rappresenta più un ferro di cavallo.
Il menisco laterale e il menisco mediale sono uniti tra loro dal legamento trasverso del ginocchio posto anteriormente ad essi.
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Differenza tra tendine rotuleo e semitendinoso
Il tendine rotuleo (o tendine della patella, in inglese “patellar ligament”) è un tendine che fa parte dell’articolazione del ginocchio: in essa collega la rotula con la tuberosità della tibia (parte superiore della tibia); è la porzione distale del tendine comune del quadricipite femorale. È un tendine dalla forma piatta, piuttosto resistente lungo circa 8 cm e largo 3,5/4 cm, la sua porzione centrale (terzo centrale) viene utilizzata negli interventi di ricostruzione del legamento crociato anteriore.
Muscolo e tendine semitendinoso
Il muscolo semitendinoso è un muscolo situato superficialmente nella parte postero-mediale della coscia; è carnoso nella porzione superiore, tendineo in quella inferiore. Origina in alto dalla tuberosità ischiatica e discende verticalmente fino alla parte media della coscia, dove continua in un lungo tendine, il tendine semitendinoso, che concorre alla costituzione della zampa d’oca, inserendosi nella parte superiore della faccia mediale della tibia. La zampa d’oca corrisponde all’inserzione dei muscoli sartorio, gracile e semitendinoso sulla porzione superiore della faccia antero-mediale della tibia, che assume appunto una forma che ricorda quella della zampa di un’oca. Posteriormente è in rapporto, in alto, con il muscolo grande gluteo e quindi con la fascia femorale; anteriormente corrisponde ai muscoli grande adduttore e semimembranoso. Insieme al tendine del muscolo semimembranoso costituisce il limite supero-interno della fossa poplitea.
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Tendine rotuleo: anatomia, funzioni e patologie in sintesi
Il tendine rotuleo (o tendine della patella, in inglese “patellar ligament”) è un tendine che fa parte dell’articolazione del ginocchio: in essa collega la rotula con la tuberosità della tibia (parte superiore della tibia); è la porzione distale del tendine comune del quadricipite femorale. È un tendine dalla forma piatta, piuttosto resistente lungo circa 8 cm e largo 3,5/4 cm, la sua porzione centrale (terzo centrale) viene utilizzata negli interventi di ricostruzione del legamento crociato anteriore.
Patologie frequenti
Si può verificare una tendinite quando la persona, spesso atleta, non segue un allenamento nella maniera corretta. Il tendine rotuleo può anche essere coinvolto durante la sindrome dolorosa femoro-rotulea, inoltre- in caso di cadute – può essere sollecitato enormemente e non resistendo allo sforzo si può rompere.
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Tendinite del rotuleo: cause, sintomi e rimedi dell’infiammazione
La tendinite del rotuleo è una patologia del ginocchio molto frequente che consiste nell’infiammazione del tendine rotuleo e che colpisce il tendine rotuleo maggiormente nel punto dove inizia, ovvero nella sezione inferiore della rotula. Il tendine rotuleo rientra nell’apparato estensore del ginocchio e quando il muscolo quadricipite si contrae, lo traziona insieme alla tibia e alla rotula, e il ginocchio si estende. Questa patologia è molto frequente fra gli sportivi che praticano il basket, la pallavolo, il calcio, l’atletica leggera ed il sollevamento pesi. Sono tutti sport che necessitano uno sforzo ripetitivo del muscolo quadricipite che sollecita continuamente il tendine rotuleo fino a procurargli una lesione.
Cause
La causa principale che provoca la tendinite del rotuleo, risiede della sollecitazione ripetuta del tendine rotuleo che porta a delle piccole lesioni che tendono a degenerare nel corso del tempo soprattutto continuando ad allenare la zona dei quadricipiti. Altre cause che, a lungo andare, possono far sviluppare la patologia sono:
- – un disallineamento del femore e della rotula;
- – la rotula alta;
- – un eccessiva rotazione della tibia;
- – una cattiva estensione del muscolo retto-femorale.
La tendinite del rotuleo può manifestarsi in maniera aggressiva anche a seguito di un utilizzo scorretto delle calzature.
Sintomi
Il sintomo principale della tendinite del rotuleo è un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio che si presenta a seguito di uno sforzo prolungato (come un allenamento specifico del quadricipite) oppure quando si resta fermi nella medesima posizione per un lungo lasso di tempo (ad esempio quando si resta inginocchiati a lungo). Quando la tendinite del rotuleo inizia a manifestarsi, il dolore iniziale tende a scomparire a seguito di un periodo di riposo. Col passare del tempo e con il peggioramento della patologia, il dolore persiste anche durante e a seguito di un periodo di riposo. Per questo motivo è una patologia che va curata al principio, onde evitare che diventi cronica.
Rimedi
La tendinite del rotuleo, come già anticipato, va curata a partire dai primi sintomi per evitare conseguenze irreversibili come la rottura del tendine. E’ importante rivolgersi ad un medico specializzato per intraprendere una cura specifica perché è una patologia specifica per ogni paziente.
Tra i possibili rimedi vanno menzionati:
- il riposo;
- utilizzo del ghiaccio sulla parte dolorante;
- stretching rotuleo;
- farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Solo in casi gravi è previsto l’intervento chirurgico che prevede la scarificazione, la pulizia del tendine e una lunga riabilitazione post-operatoria che permetta il recupero delle funzioni vitali del tendine rotuleo.
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