Non riesco a rimanere incinta: colpa delle ovaie che non funzionano bene

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Endocrino Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaPsicologia Gravidanza Extrauterina UteroLe ovaie hanno il compito di produrre ovuli che sono ovviamente – insieme agli spermatozoi maschili – di primaria importanza per il concepimento. Esistono due cause principali che possono ostacolare il loro corretto funzionamento e condurre a problemi di infertilità, esse sono:

  • un’insufficienza ormonale: un gran numero di ormoni (LH –ormone luteinizzante-, FSH -ormone follicolo-stimolante-, progesterone, estrogeni e altri ancora) influiscono sul funzionamento delle ovaie. Un disturbo nel funzionamento di uno qualsiasi di questi ormoni può diventare un ostacolo per il processo di ovulazione. Tramite il dosaggio ormonale (che si effettua attraverso un prelievo del sangue) si può individuare un eventuale malfunzionamento delle ovaie. Nella maggior parte dei casi, queste anomalie vengono trattate con semplici cure, attraverso l’assunzione di farmaci (per un periodo prestabilito) in grado di far funzionare correttamente il nostro organismo.
  • una cisti alle ovaie: individuata per mezzo di un’ecografia pelvica. La cisti alle ovaie è molto comune ma non sempre rappresenta un ostacolo per la riproduzione. Tuttavia è bene controllare i suoi possibili cambiamenti (grandezza e posizione) e molto spesso grazie a una semplice operazione la cisti può essere asportata velocemente, altrimenti in alcuni casi potrebbe condurre a infertilità.

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Non riesco a rimanere incinta: colpa di una infezione ginecologica

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 10 COSE NON SAI VAGINA ORGASMO CLITORIDE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari An PeneAlcune infezioni ginecologiche non sono facili da scovare perché non si percepiscono e possono condurre silenziosamente a problemi di infertilità. Altre hanno sintomi molto leggeri ai quali non prestiamo attenzione, quando invece dovremmo. Il batterio più difficile da individuare è probabilmente la Chlamydia: si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti (tra il 5 e il 20% delle donne ne sarebbe affetto) e spesso non si riscontrano sintomi. Questo germe è in grado di provocare un’infezione alle tube di Falloppio, tube che si presentano come dei canali percorsi dall’ovulo per raggiungere l’utero. Se si contrae il virus, le tube si possono ostruire e persino danneggiare, soprattutto se si tratta di un’infezione che si ha da tempo. Questo processo potrebbe impedire e ostacolare la fecondazione.

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Possibili rimedi:

  • una visita annuale dal medico è importante: lui ti chiarirà ogni dubbio e ti dirà con certezza se qualcosa non va.
  • Se l’infezione viene individuata in tempo, è prescritta una semplice cura farmacologica, spesso a base di antibiotici.

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Differenza tra infertilità e impotenza (disfunzione erettile)

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dietologo Roma Sessuologia Psicologia Eiaculazione precoce Erezione Smettere fumare Eiaculazione abbondante Sapore Sperma miglioreCon “infertilità” (in inglese “infertility”) si descrive quella condizione in cui una coppia, per cause relative ad uno o entrambi i partner, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e senza protezione (profilattico o altri metodi anticoncezionali). Il termine infertilità, quindi, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente temporanea e risolvibile, legata ad uno o più fattori interferenti.

Il termine “impotenza” veniva usato in passato per indicare la patologia attualmente conosciuta come “disfunzione erettile” (in inglese “erectile dysfunction” o “impotence“). La disfunzione erettile corrisponde all’incapacità del soggetto di sesso maschile di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto soddisfacente. Pur rappresentando un problema non indifferente per la vita di coppia, non necessariamente una disfunzione erettile determina una reale infertilità. E’ anche vero però che una assenza completa dell’erezione maschile, rende estremamente difficile la penetrazione e l’incapacità a deporre il seme in vagina può effettivamente condurre a infertilità.

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Differenza tra sterilità primaria e secondaria

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione  Dietologo Nutrizionista Roma Sessuologia Sesso Sex Esercizi di Kegel muscolo pubococcigeo Impotenza Eiaculazione Precoce IPOPOSIALa sterilità (in inglese “infertility”) si verifica quando in una coppia uno o entrambi i partner sono affetti da una condizione fisica permanente che NON rende possibile il concepimento. Questo si verifica a causa di varie patologie, come nel caso di azoospermia, di menopausa precoce o di assenza di utero congenita. La sterilità può essere primaria o secondaria:

  • sterilità primaria si riferisce a persone che non sono MAI state in grado di concepire
  • sterilità secondaria è l’impossibilità di concepire un SECONDO figlio dopo aver già concepito e/o portato a termine una normale gravidanza. Oltre a varie condizioni mediche (ad esempio ormonali), essa potrebbe essere l’effetto dello stress avvertito nel fornire un fratello al primo figlio o lo stress generato dall’allevare il primo figlio nei primi impegnativi anni di vita.

E’ bene anche sottolineare che non si parla di sterilità secondaria se – dopo la nascita del primo figlio – uno dei partner è cambiato (in quel caso si parla nuovamente di sterilità primaria).

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Differenza tra infertilità e sterilità

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica QUANTO DURARE RAPPORTO SESSUALE EIACULAZIONE PRECOCE Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia Sesso Pene BotulinoSterilità e fertilità sono due termini usati spesso come sinonimi, ma in verità hanno significati estremamente diversi.

La sterilità (in inglese “infertility”) si verifica quando in una coppia uno o entrambi i partner sono affetti da una condizione fisica permanente che NON rende possibile il concepimento. Questo si verifica a causa di varie patologie, come nel caso di azoospermia, di menopausa precoce o di assenza di utero congenita.

Nel caso invece di infertilità (in inglese “infertility”) una coppia, per cause relative ad uno o entrambi i partner, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e senza protezione (profilattico o altri metodi anticoncezionali). Il termine infertilità, quindi, al contrario di sterilità, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente temporanea e risolvibile, legata ad uno o più fattori interferenti.

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Cerco la gravidanza: quanto tempo è necessario per rimanere incinta?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma A CAPIRE SONO INCINTA SINTOMI GRAVIDANZA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina AnoSi potrebbe paragonare il concepimento di un figlio a una vera e propria vincita alla lotteria: per vincere bisogna giocare, ma quando si gioca non si è mai sicuri di vincere! Quanto tempo mediamente è necessario per restare incinta? Se hai dei rapporti sessuali regolari, frequenti e nei periodi più fecondi (per le donne con un ciclo regolare i rapporti dovrebbero essere concentrati tra circa il decimo ed il quindicesimo giorno dopo il ciclo mestruale), calcola in media 8 mesi di attesa, prima di poter rimanere incinta. Se fai l’amore nei periodi più fecondi, senza utilizzare contraccettivi, hai 1 possibilità su 5 di restare incinta, cioè il 20% di probabilità. Ovviamente questi dati sono estremamente variabili, alcune rimangono incinte al primo tentativo mentre altre dopo anni di prove. La probabilità di gravidanza senza eccessive attese aumenta statisticamente al diminuire della vostra età: più siete giovani e più velocemente potete rimanere incinte.

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Fare un controllo

Se sai per certo che tu e il tuo partner avrete problemi nel concepire un figlio, (se per esempio un componente della tua o della sua famiglia ha avuto dei problemi di infertilità), è meglio fare subito un controllo, invece di aspettare inutilmente. Lo stesso vale per coloro che hanno più di 38 anni: fate un controllo se avete qualche dubbio. L’incapacità di ottenere una gravidanza dopo almeno un anno di rapporti liberi, permette di fare diagnosi di infertilità.

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Aborto spontaneo: cos’è, sintomi iniziali e come riconoscerlo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MI CHIAMO BAMBINO MAI NATO Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio AnoCon la terminologia “aborto spontaneo” si indica un’interruzione di gravidanza che avviene spontaneamente entro i primi 180 giorni di gravidanza. Nella maggioranza dei casi l’aborto spontaneo si verifica però nel corso del primo trimestre di gravidanza. È una condizione molto più diffusa di quanto si creda: si calcola infatti che possa interessare fino al 30% delle gravidanze. L’aborto spontaneo può essere “completo” (caratterizzato dall’espulsione spontanea totale dell’embrione o feto senza vita); oppure “incompleto” o “ritenuto” (quando la gravidanza è ancora parzialmente o completamente presente nella cavità uterina, ma non vi è attività cardiaca dell’embrione o feto).

Quali sono le cause dell’aborto spontaneo?

Molte e diverse sono le cause che possono provocare un aborto spontaneo.
Tra queste ricordiamo:

  • anomalie cromosomiche (è sicuramente la causa più frequente di abortività spontanea. La frequenza aumenta con l’aumentare dell’età materna);
  • malformazioni congenite (utero setto, unicorne ecc) o acquisite (polipi, fibromi) dell’utero;
  •  incontinenza cervicale (il collo uterino tende a dilatarsi in epoca molto precoce di gravidanza, anche in assenza di contrazioni, conducendo all’espulsione del feto);
  • malattie autoimmuni o trombofiliche (in cui aumenti , cioè, la coagulazione del sangue);
  • patologie infettive come toxoplasmosi, rosolia, infezione da citomegalovirus che possono contagiare il feto e causarne la sofferenze e poi la morte;
  • infezioni vaginali non trattate;
  • insufficienza del corpo luteo che non produce abbastanza progesterone, l’ormone che favorisce l’impianto e il mantenimento della gravidanza nel primo trimestre.

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Quali sono i sintomi dell’aborto spontaneo?

Come riconoscere tempestivamente un aborto spontaneo? Non sempre è possibile, esistono infatti aborti silenti, ossia privi di sintomi (in questo caso, la diagnosi è clinica, attraverso l’ecografia). In altri casi, invece, l’aborto si manifesta attraverso perdite ematiche o contrazioni uterine. I sintomi con cui si può presentare un aborto spontaneo possono essere molto diversi tra loro e variabili in rapporto alle diverse situazioni cliniche. Il sintomo più comune di un aborto spontaneo è comunque il sanguinamento vaginale improvviso e apparentemente senza cause, accompagnato o non dal dolore. Assieme al sangue, vari parti di tessuto o coaguli possono anche fuoriuscire dalla vagina. In alcuni casi può anche manifestarsi un malessere generale o una astenia (mancanza di forze).

Come prevenire un aborto spontaneo?

I trattamenti preventivi nei confronti dell’aborto spontaneo differiscono molto tra di loro a seconda della causa all’origine dell’aborto.
Il riposo è generalmente il primo e principale trattamento che viene consigliato in caso di minaccia d’aborto. – Una terapia preventiva a base di progesterone può essere efficace nei casi in cui si sospetti una insufficienza del corpo luteo.  In caso di patologie autoimmuni (come la sindrome da antifosfolipidi) o in condizioni di eccessiva trombofilia, possono essere prescritti l’utilizzo di eparina o di acido acetil-salicilico.  Nei casi di incompetenza cervicale verrà eseguito il cerchiaggio della cervice. È bene provvedere al trattamento di patologie come il diabete o a carico della tiroide già prima dell’inizio di una gravidanza.

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Diagnosi

Generalmente la diagnosi di aborto spontaneo si basa su:

  • visita ginecologica;
  • ecografia.

Possono essere prescritti anche:

  • test di gravidanza;
  • dosaggio plasmatico della frazione beta dell’ormone della gravidanza (HCG). L’HCG viene prodotto a partire dall’impianto in utero e aumenta costantemente fino al terzo mese di gravidanza. Le sue modificazioni sono utili per capire l’evolutività o meno di una gravidanza.

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Trattamenti

Diagnosticato un aborto spontaneo, le strade possibili sono generalmente due:

1) la terapia chirurgica: è il cosiddetto “raschiamento” mediante isterosuzione. In pratica, si procede all’aspirazione del materiale abortivo ritenuto in cavità uterina, mediante una cannula inserita attraverso il canale cervicale.
2) in alcuni casi si può decidere di attendere la spontanea espulsione del materiale abortivo dall’utero o facilitarne l’espulsione stessa tramite la somministrazione di farmaci che facilitino la contrazione uterina. Si parla in questo caso di “condotta di attesa”, che viene applicata soprattutto nei casi di aborto incompleto (più raramente nel caso degli aborti interni), e soprattutto se l’aborto è avvenuto nelle settimane iniziali di gravidanza.

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Estrogeni, sindrome premestruale, vampate di calore e menopausa

MEDICINA ONLINE OVAIO TUBE FALLOPPIO GENITALI FEMMINILI MICROCISTICO MICROPOLICISTICO POLICISTICO CISTI MULTIFOLLICOLARELa funzione riproduttiva condiziona tutta la vita della donna, a partire dalla pubertà, periodo durante il quale le ovaie danno gradualmente avvio al ciclo e iniziano a produrre estrogeni, fino alla menopausa, quando l’esaurimento dei follicoli ovarici riduce di 7 o 8 volte la creazione di estrogeni, passando per l’età fertile, nella quale ovuliamo ogni 28-32 giorni per effetto dell’impennata di questo ormone nel sangue.
Per fortuna durante la fase fertile della vita della donna, gli estrogeni ci proteggono, si prendono cura della massa ossea e del sistema cardiovascolare… tuttavia questi picchi ovulatori e il ciclo mestruale provocano un vero e proprio turbamento in molte di noi. Dolori addominali, fastidi al seno e, in particolare, cambiamenti nell’umore e/o nel carattere, sono talmente intensi da interferire nella gestione delle attività quotidiane o da peggiorare le relazioni interpersonali.

Il 60-75% delle donne con più di 35 anni sperimenta la sindrome premestruale. Sintomi fisici come gonfiore addominale, ipersensibilità del seno, cefalea, spasmi muscolari, palpitazioni, appesantimento o gonfiore delle gambe, dolore pelvico, a cui si aggiungono sintomi sul piano emotivo come intolleranza, ostilità, depressione, stanchezza o indecisione. Si impadroniscono di noi per qualche giorno tutti i mesi. E’ il prezzo da pagare per garantire la sopravvivenza della specie.
Ecco poi sopraggiungere, tra i 45 e i 55 anni, la menopausa e la fine della produzione degli estrogeni ci lascia di nuovo indifese. Compaiono le “maledette vampate”, perché i neuroni che regolano le ovaie si trovano molto vicini al centro termoregolatore dell’organismo. Inoltre, molte donne tornano a soffrire di irritabilità, depressione, ansia, malinconia, perdita di concentrazione o insonnia. Dopo aver sopportato tutto questo possiamo considerarci delle vere sopravvissute!

La buona notizia è che una dieta equilibrata, la pratica di esercizio fisico e il consumo abbondante di acqua ci aiutano a minimizzare questi effetti. Ma ricordate che, se i sintomi sono invalidanti o se alterano seriamente la nostra qualità della vita, dobbiamo rivolgerci al ginecologo in modo che ci aiuti ad alleviarli.

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