Supposte di glicerina: come usarle in bambini, adulti, gravidanza, allattamento

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SUPPOSTE GLICERINA COME USARLE BAMBINI GRAVIDANZA ALLATTAMENTO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografi Pulsata  Macchie Pene.jpgLe supposte rettali di glicerina sono usate soprattutto per alleviare la costipazione. La glicerina ha azione lassativa agendo sul rivestimento dell’intestino, aumentando la quantità di fluido che permette alle feci di passare senza incontrare resistenza.

Supposte di glicerina: la scelta migliore?
Dipende. Le supposte rettali di glicerina sono decisamente efficienti nello svolgere il loro compito, ma non sono sempre l’opzione migliore rispetto ad altre vie di somministrazione di un farmaco. Ad esempio in caso di allergie, di una patologia del tratto digerente, di diarrea, di fecaloma, di emorroidi e di dolori addominali è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia per comprendere se è meglio optare per una soluzione alternativa oppure non si corrono rischi. Per scoprire altre controindicazioni alle supposte rettali, leggi anche: Supposta rettale: vantaggi e svantaggi rispetto ad altre vie di somministrazione

Dosaggio delle supposte per adulti e bambini
Sul mercato sono disponibili due opzioni: una per adulti e una per bambini. In entrambi i casi è possibile scegliere tra due tipologie di confezioni, le supposte glicerina normali e quelle in formato liquido. Vanno entrambe assunte per via rettale, ma cambiano le dosi. Il dosaggio per gli adulti consiste in 5 g per le supposte liquide e da 2 a 3 g per quelle normali. I bambini, invece, vengono suddivisi in due fasce di età: dai 2 ai 6 anni e dai 6 anni in su. Le dosi, in questo caso, sono molto soggettive: vengono gestite dal medico curante che saprà verificare le condizioni del bambino e consigliare, di conseguenza, la somministrazione più adatta.

Come funziona una supposta di glicerina?
A tale proposito ti consiglio di leggere: Cosa succede ad una supposta dopo averla inserita? Come funziona?

Supposta rettale di glicerina in gravidanza ed allattamento: posso assumerla?
Allo stato attuale della ricerca non sono stati ancora trovati riscontri su eventuali rischi derivanti dall’uso di supposte di glicerina durante la gravidanza o l’allattamento al seno. Tuttavia non ci sono ancora studi clinici chiarificatori sull’assunzione di glicerolo in gravidanza, pertanto gli effetti possibili sul nascituro sono ancora oggi sconosciuti. Esistono alcune controindicazioni:

  • la supposta potrebbe stimolare le contrazioni uterine, quindi sono assolutamente da evitare nel primo trimestre e se si hanno già minacce d’aborto.
  • Le supposte sono indicate solo in caso di stitichezza occasionale perché se prese a lungo portano a proctite.
  • Inoltre un uso prolungato si associa ad una atonia muscolare con peggioramento della stitichezza, e ad una carenza di potassio nell’organismo, pericolosa per il muscolo cardiaco.

Per la stipsi in gravidanza è preferibile provare ad assumere probiotici e prebiotici, o a bere un bicchiere di acqua tiepida la mattina a digiuno, meglio se arricchita con un cucchiaio di melassa nera, ricchissima di ferro e molto lassativa. Il mio consiglio è quello di consultate comunque il vostro medico, che conosce voi e la vostra anamnesi, prima di assumere alcunché.

Riguardo all’uso di supposte rettali di glicerina nei bambini, vi rimando alle seguenti letture:

Prestare attenzione se:

  • stai assumendo farmaci senza prescrizione medica e integratori dietetici (alcuni medicinali e sostanze possono interagire con le supposte glicerina, causando notevoli problemi);
  • se hai allergie nei confronti di farmaci e alimenti;
  • se sei stato recentemente operato a livello dell’apparato digerente.

Effetti collaterali

  • irritazione anale;
  • sensazione di bruciore;
  • diarrea;
  • aria nella pancia;
  • nausea;
  • crampi allo stomaco;
  • gravi reazioni allergiche con rash cutanei, gonfiore delle labbra e della lingua, difficoltà respiratorie;
  • sanguinamento rettale.

Quando chiamare il medico?
Chiamare il medico se la supposta glicerina provoca un sanguinamento del retto o non porta a un miglioramento delle condizioni in breve tempo: è possibile che vi sia un problema di fondo come una grave malattia gastrointestinale, che una semplice supposta di glicerina non può curare.
Prima di usare una supposta di glicerina, chiamare il medico anche se si è notato un cambiamento delle proprie abitudini intestinali che dura più di una settimana. In particolare, si sconsiglia il fai da te nel caso in cui si sia già utilizzato un lassativo per cercare di risolvere la situazione, senza avere alcun vantaggio.
A ogni modo si ricorda che il medicinale va utilizzato solo in caso di reale necessità e in singole dosi. In caso di dubbio, chiedete al vostro medico prima di assumerlo.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Gravidanza e allattamento: posso assumere Tachipirina, Ibuprofene e Co-Efferalgan? Quante compresse?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA MATERNITA FIGLIO MAMMA MADRE GENITORI CONCEPIMENTO PARTO FETO EMBRIONE (7)La parola “farmaco” viene dal greco ” ϕάρμακον” che si può tradurre anche con la parola veleno. I farmaci sono in effetti – se non assunti in modo consapevole e sotto stretto controllo medico – dei veri e propri veleni. Ciò è ancora più vero durante gravidanza ed allattamento, periodi della vita di una donna in cui la maggior parte dei farmaci sono il più possibile vietati, per non danneggiare la salute del nascituro. Il paracetamolo rappresenta una eccezione.

Cos’è il paracetamolo?

Il paracetamolo, principio attivo contenuto in vari farmaci come la Tachipirina e l’Efferalgan, è usato per curare la febbre ed i dolori lievi. È usato tipicamente per curare i sintomi del raffreddore, dell’influenza, del mal di testa e dell’artrosi. È in commercio in diverse forme: sciroppo, gocce per neonati, in compresse, compresse effervescenti, buste ed in supposte. Molte donne mie pazienti, durante la gravidanza e l’allattamento, mi chiedono se sia possibile usare il paracetamolo e, se si, in quali quantità.

Posso assumere paracetamolo, Ibuprofene e Co-efferalgan in gravidanza e allattamento?

Contrariamente alla maggior parte dei farmaci, che in gravidanza ed allattamento NON possono essere assunti, il paracetamolo in gravidanza e in allattamento non è controindicato, ma va assunto con moderazione e solo se davvero necessario.

POSSONO essere assunti in gravidanza: 

  • Il paracetamolo, che troviamo nella Tachipirina e nell’Efferalgan;
  • l’ibuprofene, come il Moment;
  • gli antibiotici a base di amoxicillina ed eritromicina.

NON deve essere assunto in gravidanza il co-efferalgan, che oltre al paracetamolo contiene codeina; a tale proposito leggi anche: Differenze tra Efferalgan e Co-Efferalgan

Se avete mal di testa, febbre ed influenza, potete prendere le normali dosi di paracetamolo per adulti, ma solo per un breve periodo: se i sintomi non scompaiono, rivolgetevi subito al vostro medico curante. Molto utile il paracetamolo anche in caso di mastite che è una patologia che colpisce moltissime donne che allattano.

Assumere paracetamolo: con quale dosaggio?

Il dosaggio massimo di paracetamolo è 3 grammi al giorno, quindi 3000 mg/die il che significa che potete assumere ad esempio 3 compresse di Tachipirina 1000 mg, oppure 6 compresse di Tachipirina 500 mg al giorno. Il mio consiglio è comunque di rimanere entro la soglia di 2000 mg/die (quindi 2 compresse da 1000 mg o 4 da 500 mg) e di non superare i 3 giorni consecutivi di assunzione. Altro mio consiglio è quello di consultare comunque il proprio medico prima di assumere questo farmaco.

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Impariamo a leggere l’etichetta dell’acqua minerale

Dott Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Endocrinolog Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaPsicologia Dimagrire Etichetta AcquaOrientarsi nella scelta delle numerose acque minerali presenti in commercio non è certo una passeggiata, non solo per la questione estetica o per la propensione o meno verso le bollicine, ma perché il consumo di un’acqua minerale piuttosto che un’altra può contribuire a mantenere la salute nelle varie fasi del ciclo di vita. A tal proposito, le etichette poste sui contenitori rappresentano un valido aiuto nella scelta dell’acqua minerale più idonea alle proprie esigenze. L’etichetta identifica infatti, in modo univoco, tutti gli elementi e le caratteristiche di un’acqua minerale. Non è sempre facile, però, interpretare correttamente le informazioni fornite da questa sorta di “mini banca dati”.

Continua la lettura su https://www.my-personaltrainer.it/ETICHETTA-ACQUA-MINERALE.htm

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Incinta, sportivi, ipertesi, anemici, stitici… Scopri quale acqua fa per te!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BICCHIERE ACQUA BERE LIQUIDI IDRATAZIONE BAMBINI BIMBI NATURAL’acqua non è tutta uguale. Ogni acqua ha delle virtù specifiche che la rendono funzionale nel trattamento di alcune patologie o comunque indicata in periodi particolari della nostra vita come la gravidanza o l’allattamento. Che tu sia iperteso, stitico cronico o sportivissimo, scopri qual è l’acqua giusta per te!

Quale acqua bere durante la gravidanza e l’allattamento?

Acqua oligominerale a contenuto di nitrati particolarmente basso o addirittura nullo.

Quale acqua usare per la diluizione del latte in polvere per neonati?

Acque praticamente prive di sali minerali.

Quale acqua bere per aiutarci a dimagrire?

Oligominerale.

Quale acqua bere per combattere la calcolosi renale?

Oligominerale o minimamente mineralizzata.

Quale acqua usare in caso di gotta ed iperuricemia?

Oligominerale o minimamente mineralizzata a basso contenuto di sodio.

Leggi anche: Frequenza defecazione: quante volte al giorno è normale andare di corpo?

Quale acqua bere per fare sport?

Mediominerale.

Quale acqua bere se si è ipertesi?

Acqua oligominerale a basso contenuto di sodio.

Quale acqua bere per contrastare l’osteoporosi?

Acqua mineralizzata ricca di calcio biodisponibile.

Quale acqua bere per evitare la carie?

Acqua minerale fluorata.

Quale acqua bere se si soffre di stipsi?

Acqua solfata.

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Con il latte materno i neonati diventano più irritabili, ma non rischiano di ingrassare

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALLATTAMENTO NEONATO BAMBINO BIMBO GRAVIDANZA PANCIA MATERNITA MAMMA GINECOLOGIA CONCEPIMENTO PARTO PANCIONE FIGLIO MADREAnche i neonati rischiano di aumentare di peso, soprattutto se vengono alimentati con il latte artificiale, anche se ciò non mette del tutto d’accordo i medici! Il latte materno non rischia di sovra-alimentare il piccolo, tuttavia sembra renderlo più… irascibile!

Numerose ricerche hanno fin qui evidenziato la superiorità del latte di mamma su quello artificiale, ora si scopre però che se il piccolo viene nutrito al seno sarà più irritabile e verserà più lacrime. A rivelarlo è uno studio della Medical Research Council Epidemiology Unit di Cambridge, Regno Unito, riportato sulla stampa inglese. La ricerca precisa come “queste reazioni sono naturali: spesso è solo un modo di comunicare del neonato con la mamma. Inoltre – prosegue la ricerca – anche se i bambini alimentati con biberon possono apparire più calmi, questa reazione potrebbe essere dovuta ad un eccesso di alimentazione”. Per gli esperti il latte delle mamme rimane dunque sicuramente il migliore nutrimento per il nascituro. “I piccoli allattati artificialmente – avverte Ken Ong, pediatra e coordinatore dello studio – possono apparire più tranquilli. Ma il nostro lavoro suggerisce che questi bambini possono essere vittime di un regime alimentare troppo abbondante e aumentare di peso troppo in fretta”.

Alla ricerca hanno collaborato più di 300 mamme alle quali era richiesto di segnalare il temperamento del loro bambino in base al tipo di allattamento scelto. Nel complesso 137 piccoli sono stati allattati esclusivamente al seno, 88 artificialmente e 91 con un’alternanza di latte artificiale e materno. “Il risultato – afferma lo studio – ha evidenziato come i bambini allattati al seno avevano temperamenti più impegnativi per le neomamme e tendevano a piangere di più rispetto ai coetanei nutriti con biberon”.

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L’uomo può allattare al seno?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO PAPA FAMIGLIA NEONATO BAMBINOGli uomini possono allattare come le donne? E’ una domanda davvero molto curiosa ed estremamente diffusa e, vi assicuro per esperienza diretta, molti “addetti ai lavori” non conoscono la risposta! Ebbene, gli uomini possono allattare al seno come fanno le donne? La risposta sembrerebbe di si. Già nel 1896 nel libro: “Anomalie e curiosità di medicina”, i dottori Gould, George M., e Walter L. Pyle, hanno documentato storie di uomini che hanno allattato al seno i loro figli.

Molti benefici

Allattare al seno i neonati ha un’infinità di benefici: fa bene alla salute della madre e del figlio, rafforza il rapporto tra i due ed il latte materno è l’alimento più completo e adatto per il nutrimento del bimbo, almeno nei primi mesi di vita. L’esaltazione dell’allattamento materno, replica qualche studiosa femminista, in realtà è una trappola per imprigionare le donne nel loro ruolo di custodi del focolare, tutte prese a crescere i figli nel privato mentre gli uomini si occupano della vita pubblica, del lavoro, della politica. Non è facile capire dove la scienza inizia ad essere inquinata dall’ideologia e dove l’ideologia inizia a diventare anti-scientifica. Fatto sta che, in un caso e nell’altro, tutti sembrano ignorare l’esistenza di un fenomeno che, per quanto strano e raro possa apparire, esiste: l’allattamento da parte dell’uomo.

Leggi anche: Differenza tra ginecomastia vera, falsa, acquisita, congenita e puberale

Casi storici

Il caso più conosciuto è quello del signor Wijeratne originario di Walapore, nello Sri Lanka: i media di mezzo mondo raccontarono nel 2002 la storia di quest’uomo che, avendo perso la moglie durante il parto, da mesi ormai allattava al seno le due figliole. Un fatto strano per tutti, ma non per il padre, che raccontò con la massima naturalezza l’inizio della sua esperienza: “Mia figlia maggiore rifiutava di essere nutrita col latte in polvere dal biberon. Una sera ero così affranto che, pur di farla smettere di piangere, le offrii il mio capezzolo. Allora mi resi conto che ero in grado di allattarla al seno”. Non si trattava del primo caso documentato di allattamento maschile: esempi si ritrovavano già nelle opere di Aristotele, nel Talmud e in scritti di ogni tipo da ogni angolo del mondo, comprese opere scientifiche come le “Anomalie e curiosità di medicina” del 1896, in cui George Gould e Walter Pyle documentano vari casi occorsi in America meridionale. Altri studi medici ed etnografici nel novecento e negli anni duemila confermano che “una mammella è una mammella. L’allattamento maschile è fisiologicamente possibile” (Patty Stuart Macadam, “Male Lactation”, in Compleat Mother n. 43, 1996).

Forse a causa dei farmaci?

Secondo molti la produzione di latte da parte di maschi sarebbe provocata dall’uso di farmaci cardiaci o neurolettici o di ormoni femminili, utilizzati sia dalle transessuali (maschi diventati femmine) sia dai malati di cancro alla prostata, o dalla combinazione di forte stress, lavori faticosi e gravi carenze alimentari. “La combinazione di stimolazione manuale del capezzolo e iniezioni ormonali può sviluppare il potenziale latente di produrre latte nel padre in fiduciosa attesa” scrive ad esempio Jared Diamond (“Father’s Milk”, in Discover, febbraio 1995).

Ghiandola pituitaria, ghiandola mammaria, prolattina e auto-suggestione

Forse non servono neanche i farmaci: Laura Shanley, consulente per le maternità, sulla scia di Dana Raphael (The Tender Gift: Breastfeeding, 1978), ritiene che non sia necessario l’uso di alcun aiuto esterno, ma che sia sufficiente l’auto-suggestione. Shanley racconta la vicenda accaduta all’ex-marito David: “Iniziò a dire a se stesso che poteva allattare e nel giro di una settimana una delle sue mammelle si gonfiò ed iniziò a gocciolare latte”. Tutti gli uomini possono allattare, perché possiedono due componenti principali per l’allattamento: la ghiandola mammaria e la ghiandola pituitaria.
Le ghiandole mammarie che producono il latte, sono presenti in tutti i mammiferi, anche se le più evolute sono quelle degli esseri umani, in entrambi i sessi, con capezzoli idonei ad allattare.
Le ghiandole mammarie, per funzionare, devono essere attivate: nelle donne, di solito, accade durante la gravidanza, quando la ghiandola pituitaria inizia a rilasciare grandi quantità di un ormone chiamato prolattina che serve a promuovere l’allattamento in tutte le donne gravide che hanno partorito da poco. In pratica la funzione principale della prolattina e quella di stimolare la produzione di latte dagli acini ghiandolari della mammella.
Anche gli uomini producono piccole quantità di prolattina, in particolare dopo gli orgasmi e in situazioni di benessere psicologico. La quantità di latte prodotta dagli uomini è insufficiente per allattare, salvo situazioni psicologiche particolari, quando le circostanze del caso sollecitano la mente a produrre più ormoni: accade spesso alle madri che adottano i bambini, sollecitate da influssi psicologici ottimali, riescono improvvisamente ad allattare.

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Gli animali già lo fanno

Vicende sorprendenti che ad alcuni potranno apparire come innaturali. Eppure è del tutto normale che ad allattare i piccoli siano i maschi nel caso delle volpi volanti di Dayak, una specie di pipistrelli della Malaysia. E senza andare così lontano, basta ricordare che sono numerosi i casi documentati, a partire da Aristotele, di maschi di capra che allattano i figli. E a produrre il latte di gozzo con cui i colombi alimentano i propri neonati ci pensa tanto il papà quanto la mamma. Ma la questione della presunta contro-naturalità dell’allattamento maschile sta forse altrove, come scrive provocatoriamente Laura Shanley: “Quant’è naturale la ricetta in scatola della Nestlè o i succhiotti realizzati da sottoprodotti del petrolio? Se la produzione di latte negli uomini fosse davvero innaturale non esisterebbe. Il fatto che esiste mi porta a credere che forse l’allattamento maschile è un sistema di back-up della natura. In ogni caso, è un fenomeno interessante”.

Cosa ci aspetta in futuro?

Jared Diamond, rinomato biologo e fisiologo statunitense, prospetta scenari incredibili: “Non sarei sorpreso se alcuni dei miei colleghi più giovani, e certamente gli uomini della generazione di mio figlio, sfruttassero la possibilità di allattare i propri figli. L’ostacolo che rimarrà non sarà più di carattere fisiologico, ma psicologico: ragazzi, siete tutti in grado di superare la vostra fissazione che l’allattamento al seno è un affare per le donne?”. Chissà se sarà vero. In ogni caso, l’allattamento maschile, possibile forse grazie all’iniezione di particolari sostanze o forse grazie al semplice superamento di blocchi psicologici e tabù culturali, rompe l’apparente naturalezza e ineluttabilità della distribuzione dei ruoli tra i sessi all’interno delle famiglie. Non è un caso, ad esempio, che laddove i compiti (familiari, lavorativi e sociali) siano equamente distribuiti tra i partner, come tra i pigmei Aka dell’Africa centrale, sia del tutto naturale che il padre offra al figlio il capezzolo da succhiare. Ecco allora che l’allattamento maschile, con tutti i suoi risvolti non ancora del tutto chiariti e con tutte le sue potenzialità non ancora esplorate, può offrire sin da ora importanti spunti. Esistono mille modi di essere uomo e di essere donna. Ed esistono mille modi di essere padre e nulla al mondo, tanto meno la natura, impedisce all’uomo di accudire i propri figli con l’amore, la dolcezza e la vicinanza fisica che siamo soliti richiedere solo alle madri. Perché anche nel petto di un padre, sotto quei capezzoli asciutti, può battere il cuore di una madre.

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Mastite e dotti galattofori otturati, patologie della donna che allatta

allattamento mastite dotti galattoforiDopo alcuni articoli su argomenti più leggeri, ora si torna seri nel parlare di patologie che interessano un momento molto particolare della donna: l’allattamento. Le patologie in questione sono la mastite e i dotti galattofori otturati.

La mastite è un’infezione batterica della mammella che spesso insorge nella donna che allatta. Tuttavia può anche interessare donne che non allattano o che siano incinte. Non si sa per certo perché la mastite colpisce alcune donne mentre altre non ne sono soggette. E’ possibile che i batteri trovino accesso tramite le ragadi del capezzolo, ma non è insolito vedere l’insorgere di una mastite in una donna con il capezzolo integro.

Bisogna distinguere la mastite dal dotto galattoforo otturato. Il dotto galattoforo otturato non si cura con gli antibiotici, mentre per la mastite spesso ci si ricorre.

Continua la lettura con: http://www.allattiamo.it/jnmastite.htm

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