L’allattamento al seno è possibile dopo un parto cesareo?

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDOSia che il parto cesareo sia programmato o meno, molte mamme hanno paura di non riuscire ad allattare; vediamo i rischi ed i suggerimenti più efficaci.

Il modo in cui si partorisce influenza poco o nulla l’allattamento al seno. Il latte sarà prodotto esattamente come se il parto fosse stato naturale, ma è importante iniziare ad allattare appena possibile e continuare con frequenza per impedire che la produzione di latte diminuisca. Anche se ci vorranno alcune ore per riprendervi dal cesareo, potrete iniziare ad allattare appena ve la sentirete.

Le linee guida più recenti sottolineano il fatto che una donna che partorisce con cesareo potrebbe necessitare un aiuto maggiore da parte del personale sanitario per iniziare correttamente l’allattamento al seno, perchè potrebbero emergere problemi nel trovare la posizione e prendere in braccio il bambino a causa della ferita chirurgica e di un po’ di dolore e alla ridotta mobilità.

È molto importante in questi casi attaccare il neonato il prima possibile, possibilmente già nelle prime ore dopo il parto, compatibilmente con il tipo di anestesia ricevuta; molti dei farmaci somministrati alle mamme durante e dopo il cesareo non creano alcun problema grave al bambino e probabilmente la scelta cadrà sull’epidurale, anziché sull’anestesia generale (somministrata in passato e in grado di addormentare la donna durante il parto).

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L’anestesia locale raggiunge il sangue in quantità molto basse e gli effetti sul neonato sono trascurabili; alcuni potrebbero manifestare una leggera sonnolenza dopo l’epidurale e all’inizio potrebbero attaccarsi al seno con poco entusiasmo, ma non sono stati evidenziati effetti collaterali negativi di lungo periodo né sullo sviluppo, né sulla capacità di alimentarsi al seno dei bambini nati a termine. Anche se venisse usata la totale sarà comunque possibile allattare al risveglio, ma è importante mettere ostetrica e infermiere a conoscenza di questo vostro desiderio.

Dopo il cesareo il medico vi somministrerà diversi farmaci, all’inizio tramite flebo e poi in compresse, per aiutarvi a riprendervi. Nella maggior parte dei casi questi farmaci passano solo in minima quantità nel latte.

Alcuni antidolorifici potrebbero causare un po’ sonnolenza a vostro figlio, ma i benefici dell’allattamento al seno superano di gran lunga questo rischio temporaneo. Il dolore interferisce con il rilascio dell’ossitocina, l’ormone che stimola la produzione di latte, quindi è fondamentale tenere sotto controllo le sensazione di male. Se avete qualche dubbio sugli antidolorifici che vi vengono somministrati, parlatene con il medico, con l’ostetrica o con il personale dell’associazione per l’allattamento al seno.

La ferita chirurgica all’inizio potrà creare qualche difficoltà a trovare una posizione comoda per l’allattamento. Potrete cercare di modificare alcune delle posizioni fondamentali sedendovi nel letto, usando qualche cuscino in più per sostenere il bambino sulla coscia e proteggere la cicatrice, sdraiandovi su un lato con vostro figlio di fronte a voi oppure usando la posizione rugby con un numero di cuscini sufficiente ad alzare la testa del bambino all’altezza del seno. Altre donne preferiscono la posizione distesa, con il neonato appoggiato sul letto accanto al seno.

Non abbiate paura di provare, sbagliare e riprovare e chiedere aiuto all’ostetrica, ogni coppia mamma-neonato impara presto a conoscersi e trovare una sintonia perfetta. Quando sarete guarite e potrete muovervi più facilmente, allattare sarà molto più semplice, ma dovrete comunque riposarvi e chiedere a qualcuno che vi assista finché non vi sarete completamente riprese. Fatevi aiutare dai famigliari e dagli amici con le faccende di casa, così riuscirete a concentrarvi sulla guarigione e sull’allattamento.

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Differenze tra neonati allattati con latte materno ed artificiale

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1) I neonati allattati al seno prendono meno peso e mangiano più spesso. Quando si allatta al seno si ha l’impressione che il bambino abbia sempre fame e sia meno in carne di quello della nostra amica che allatta con il latte artificiale. Questo accade per varie ragioni. La prima è perché il latte materno è più leggero e digeribile per il neonato, l’assorbimento è migliore, quindi i tempi di svuotamento gastrico sono più veloci e la fame torna prima. Invece la composizione chimica del latte artificiale rimane un po’ più indigesta al neonato dando una sensazione di sazietà più lunga e facendogli accumulare più peso. Ma il peso non va confuso con la buona salute. La seconda ragione è che un neonato allattato al seno vive il momento del nutrimento come un momento di coccole e contatto con il seno materno, quindi a volte vorrà stare al seno non per fame, ma solo per avere quel tipo di legame con la mamma.

2) I neonati allattati al seno hanno difese immunitarie più alte. Rientra tra i maggiori benefici del latte materno, attraverso il quale passano gli anticorpi della mamma che lo proteggono dalle infezioni.

Leggi anche: Differenza tra latte in polvere e liquido per neonati: quale scegliere?

3) I neonati allattati al seno sviluppano un apparato digerente più sano e soffrono meno di colichette, reflussi e stitichezza. Questo accade non solo perché il latte materno è l’unico alimento totalmente digeribile per il neonato, ma anche perché questi disturbi hanno una grossa componente psicosomatica, legata al distacco dal corpo materno. L’allattamento al seno attutisce questo trauma, regalando attimi di stretto contatto fisico con la mamma, di cui il neonato ha assolutamente bisogno nella esogestazione. Per evitare questa psicosomatica nei neonati allattati artificialmente è importante che le mamme li tengano comunque a stretto contatto pelle a pelle più volte al giorno.

4) I neonati allattati al seno hanno un minore rischio di sviluppare intolleranze e allergie alimentari dopo lo svezzamento proprio grazie al migliore sviluppo del loro apparato gastro intestinale.

5) I neonati allattati al seno sono più intelligenti. Ci sono alcuni studi che dimostrano come gli acidi grassi presenti solo nel latte materno avrebbero un ruolo fondamentale nell’ottimale sviluppo del cervello e del potenziale intellettivo, quindi come conseguenza un migliore sviluppo cognitivo. Senza escludere che questo possa essere determinato anche da un migliore legame con la madre che si instaura proprio attraverso questa pratica, rendendo i bambini più felici, quindi sereni e predisposti all’apprendimento.

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Allattare al seno fa dimagrire

MEDICINA ONLINE NEONATO BIMBO BAMBINO PIANTO CONGENITO LATTE ALLATTAMENTO SEN MADRE FIGLIO GENITORE BIMBI LATTANTE MATERNO ARTIFICIALE DIFFERENZA PICCOLO PARTO CESAREO NATURALE PIANGERENon tutte lo sanno, ma l’allattamento al seno ha lo stesso effetto di una cura dimagrante. Quindi, il gesto di salute più importante per il neonato si traduce anche in un trattamento di bellezza per te che dopo la nascita devi affrontare il problema dei chili di troppo da smaltire e della silhouette da rimodellare. Per produrre 750 g di latte materno il tuo organismo brucia circa 560 calorie. A conti fatti, quindi, una mamma che pratica nei primi sei mesi di vita del suo bambino l’allattamento esclusivo, ne ricava un beneficio per se stessa: uno sconto quotidiano di circa 500 calorie.

Più latte per lui, meno calorie per te

Ogni poppata corrisponde a un bonus di calorie che alleggerisce il bilancio energetico quotidiano. Ecco perché allattare al seno aiuta a perdere peso in prospettiva senza imporsi necessariamente particolari restrizioni dietetiche. Quindi, si può dire che, senza sacrifici a tavola e quasi senza accorgersene, la mamma che allatta, regala anche a se stessa la possibilità di accelerare il recupero del peso forma. A patto, ovviamente, di avere un’alimentazione in allattamento varia ed equilibrata, senza eccessi, riprendendo con gradualità e costanza l’attività fisica. Gli errori a tavola e la sedentarietà, infatti, sono i due fattori all’origine dei problemi di peso, anche dopo il parto. E non è nemmeno vero che le poppate al seno siano incompatibili con l’adozione di un regime ipocalorico, se serve davvero. Quando il sovrappeso della neomamma è consistente, non ci sono controindicazioni ad avviare una dieta con il consenso del medico ed evitando il fai-da-te, già a partire dal secondo mese dal parto. L’importante è evitare regimi alimentari squilibrati e drastici: l’obiettivo deve essere quello di perdere al massimo mezzo chilo alla settimana mangiando di tutto con moderazione. Un’alimentazione ad apporto calorico controllato ma ben calibrata non compromette infatti né la qualità del latte né la crescita armoniosa del bambino.

Niente più birra

Quante volte avrai sentito dire che in passato si consigliava alle neomamme di bere birra per avere più latte? Una totale sciocchezza che, oltre a illudere su un presunto effetto positivo di questa bevanda calorica, rappresenta un vero e proprio rischio: quando si allatta, infatti, bisogna astenersi del tutto dalle bevande alcoliche per evitare effetti pericolosi sul piccolino. Insomma, in allattamento via libera all’acqua, priva di calorie, a tutto vantaggio della salute del bebè e della linea della mamma. Allo stesso modo, non vale l’estensione all’allattamento della vecchia raccomandazione secondo cui la futura mamma dovrebbe mangiare per due: questo concetto non è valido in gravidanza né in allattamento e induce anzi eccessi dannosi, che pesano sulla bilancia.

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Differenze tra latte materno e latte artificiale

MEDICINA ONLINE NEONATO BIMBO BAMBINO PIANTO CONGENITO LATTE ALLATTAMENTO SEN MADRE FIGLIO GENITORE BIMBI LATTANTE MATERNO ARTIFICIALE DIFFERENZA PICCOLO PARTO CESAREO NATURALE PIANGERELatte materno e latte artificiale: quali differenze?

Il latte materno: una fonte preziosa

Tutte le associazioni di pediatria e di ginecologia sono concordi nell’affermare che il latte materno è l’alimento più adeguato per garantire una crescita sana del neonato. Il latte prodotto dalla ghiandola mammaria è ricco di proteine, lipidi, vitamine, minerali e carboidrati: protegge il neonato dalle malattie a breve e a lungo termine, perché rinforza le difese immunitarie dell’organismo. Il latte materno contiene sostanze fondamentali per lo sviluppo del neonati, come gli enzimi digestivi, ovvero i regolatori della digestione, che alleviano le coliche e gli spasmi dello stomaco dei neonati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno almeno per almeno i primi 6 mesi di vita. Le associazioni di pediatria e di ginecologia sostengono che, tra i tanti punti fondamentali che differenziano il latte materno da quello artificiale, ci siano la disponibilità e il costo: il latte della mamma è sempre pronto, alla giusta temperatura e soprattutto è gratis.

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Il latte artificiale: quando diventa una scelta obbligata

Per quanto il latte materno sia un alimento insostituibile nella dieta del neonato, spesso non è sufficiente. Quando non è possibile allattare i neonati al seno, le associazioni di pediatria e di ginecologia consigliano di ricorrere al latte artificiale, liquido o in polvere, che grazie alla completezza e alla sicurezza dei suoi ingredienti garantisce al neonato sano e nato a termine uno sviluppo normale. La composizione del latte artificiale per neonati, sia liquido che in polvere, contiene tutti i nutrienti essenziali per una crescita sana, e ricalca la composizione del latte materno. Il latte artificiale è un derivato del latte vaccino e viene modificato per offrire proprietà nutritive analoghe a quelle del latte materno. Tutto il latte artificiale per neonati in vendita in Italia, che sia in polvere o liquido, è conforme ad una ristretta normativa CEE che ne definisce gli ingredienti e la composizione.

Il latte artificiale per neonati: la composizione rispetto al latte materno

Il latte artificiale deriva dal latte vaccino: per assomigliare al latte materno, viene addizionato di vari elementi. Esistono comunque delle differenze: vediamo quali. Il latte materno contiene i nucleotidi (citosina, adenina, uridina, inosina e guanosina), sostanze che consentono una ripresa veloce e ottimale del peso del neonato in caso di gastroenterite infettiva. Il latte vaccino ha una scarsa concentrazione di nucleotidi, quindi è necessario aggiungerli alla formulazione del latte artificiale. La carnitina serica è invece una sostanza che trasforma i grassi in energia, ed è presente in minore concentrazione nei neonati allattati con il latte artificiale. Nel latte delle mamme, inoltre ci sono diversi ormoni di natura proteica come la prolattina, i peptidi e gli ormoni tiroidei, che sembra siano in grado di proteggere i neonati ipotiroidei. Diversi studi hanno accertato che la risposta endocrina è diversa per i neonati allattati al seno piuttosto che con il latte artificiale. Il latte materno è anche molto ricco di prostaglandine, componenti fondamentali per l’integrità e il corretto funzionamento dell’intestino del neonato: si pensa che la differenza riscontrata nelle feci dei neonati alimentati con latte materno e con latte artificiale possa essere attribuita almeno in modo parziale alla mancanza di questa sostanza nel latte artificiale. In conclusione, tutte le sostanze presenti nel latte materno legate ad un aumento della resistenza alle infezioni, ad una migliore prontezza visiva ed ad un miglior sviluppo neurologico del neonato, come i nucleotidi, gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena, i probiotici e i prebiotici, sono riprodotti nella composizione del latte artificiale presente sul mercato italiano.

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Periodo post-partum: capoparto, mestruazioni, allattamento e fertilità

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTOCosa succede al ciclo mestruale nel periodo post-partum? Quando attendersi il ritorno della fertilità? L’allattamento ha un’efficace funzione contraccettiva?

Le lochiazioni

Nel periodo immediatamente successivo al parto, tutte le donne, sia che abbiano partorito per via vaginale che con cesareo, faranno esperienza delle lochiazioni (dette anche “i lochi”).
Si tratta di un processo fisiologico, che consiste dapprima in un sanguinamento vaginale di colore rosso, molto simile ad un flusso mestruale, ma tipicamente più abbondante (lochia rubra). È dovuto all’eliminazione da parte dell’utero dei residui placentari e cellule epiteliali.
Questo tipo di emorragia termina solitamente entro 3-5 giorni dal parto ed è seguito da una fase di sanguinamento più lieve, di colore bruno o rosato che prosegue fino ai 10-14 giorni dal parto (lochia serosa) e gradualmente diminuirà nel corso delle 2-3 settimane successive. Nel complesso, la durata di questi sanguinamenti è molto soggettiva (fino anche a 6 settimane) e la fine delle lochiazioni può essere stabilita dopo che sono trascorsi almeno 3-4 giorni in assenza di sangue. Da questo punto in poi, i lochi potranno proseguire assumendo però una colorazione bianca o opaca (lochia alba), che può durare ancora diverse settimane. Dopo la fine del sanguinamento, comincia solitamente l’attesa del ritorno del ciclo mestruale.

Il capoparto

Il “capoparto” è genericamente inteso come il primo flusso mestruale che si presenta dopo il parto e la sua comparsa è legata a tempi estremamente soggettivi e variabili. Ma in realtà c’è un altro fenomeno con cui potrebbe essere confuso: il “sanguinamento della sesta settimana”, ovvero un’ulteriore forma di sanguinamento che si presenta dopo la fine delle lochiazioni, ma entro 56 giorni dal parto (quindi entro le prime 6-8 settimane). Circa un quarto delle donne ne fa esperienza e sembra essere associato ad un più rapido ritorno a cicli mestruali ovulatori (dunque potenzialmente fertili). Il vero capoparto è quindi il primo sanguinamento che si manifesta dopo la fine dei lochi e dopo l’eventuale comparsa del sanguinamento della sesta settimana (quindi dopo il 56° giorno post-partum). Tuttavia, non dimenticate mai di effettuare la visita di controllo post-partum prevista a circa 6 settimane dalla nascita, per poter escludere altre cause del sanguinamento e problematiche associate. La comparsa del capoparto è soggettiva ed in parte legata all’allattamento, alla sua durata ed alla sua frequenza.
Non preoccupatevi quindi se passeranno molti mesi, anche più di un anno, perché se state allattando  è un’eventualità frequente e fisiologica.

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Il ritorno della fertilità

Il capoparto può essere preceduto dall’ovulazione oppure no.
Questo significa che potenzialmente alcune donne saranno già di nuovo fertili prima dell’arrivo del capoparto, e che non possono saperlo con certezza, a meno che non monitorino l’ovulazione.
Attenzione quindi a dare per scontato che il ritorno della fertilità sia lontano! E per quanto riguarda l’allattamento? È tanto diffusa quanto falsa la credenza che allattare il neonato al seno protegga sempre e comunque dalla possibilità di una gravidanza.
Vediamo perché: l’allattamento è possibile grazie ad elevati livelli di prolattina nel corpo materno, ed essi si mantengono tali grazie alla suzione del capezzolo da parte del bambino. Dunque, più l’allattamento è frequente, esclusivo e prolungato, più alta sarà la prolattina in circolo.
Questo ormone ha un effetto inibitorio sull’ovulazione: dunque più elevati saranno i ritmi di allattamento al seno, più elevata si manterrà la prolattina e più il ritorno dell’ovulazione tenderà a tardare (e con essa il capoparto).
È importante notare però che “inibire” non significa “annullare”.  

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Differenza tra feci del neonato allattato al seno o con latte artificiale

MEDICINA ONLINE NEONATO BIMBO BAMBINO PIANTO CONGENITO LATTE ALLATTAMENTO SEN MADRE FIGLIO GENITORE BIMBI LATTANTE MATERNO ARTIFICIALE DIFFERENZA PICCOLO PARTO CESAREO NATURALE PIANGERE SINGHIOZZO PANNOLINO FECI URINA PENEL’alimentazione del bebè – se con latte materno o con latte artificiale – condiziona in modo molto marcato l’aspetto delle sue feci. Una variazione che dipende dalle diverse caratteristiche della flora batterica intestinale del bambino. Che a sua volta è legata appunto al tipo di alimentazione.

Se il neonato prende il latte materno, le sue feci hanno un colore giallo vivo – ocra o becco d’oca – e una consistenza cremosa o tendente al liquido. L’odore non è cattivo e tendenzialmente acidulo. A volte possono essere presenti dei granuli biancastri: non è niente di preoccupante, sono semplicemente granelli di caseina, una proteina del latte che, se presente in eccesso, può venire eliminata con le feci. Questo aspetto caratteristico rimane costante per tutto il periodo dell’allattamento esclusivo al seno: Al massimo con il passare delle settimane le feci possono diventare un pochino più compatte, e verso il terzo/quarto mese può esserci un rallentamento nel ritmo dell’evacuazione: invece che emettere feci più volte al giorno, magari il bambino comincia a farla una o due volte al giorno o anche una volta ogni 2/3 giorni.

Se l’alimentazione del neonato prevede latte artificiale, le sue feci saranno diverse: più pastose e compatte, con un colorito che raramente è giallo ocra, ma quasi sempre o giallo chiaro o tendente al marroncino. Anche la frequenza delle evacuazioni sarà diversa: più rara.

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Supposte di glicerina: come usarle in bambini, adulti, gravidanza, allattamento

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SUPPOSTE GLICERINA COME USARLE BAMBINI GRAVIDANZA ALLATTAMENTO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografi Pulsata  Macchie Pene.jpgLe supposte rettali di glicerina sono usate soprattutto per alleviare la costipazione. La glicerina ha azione lassativa agendo sul rivestimento dell’intestino, aumentando la quantità di fluido che permette alle feci di passare senza incontrare resistenza.

Supposte di glicerina: la scelta migliore?
Dipende. Le supposte rettali di glicerina sono decisamente efficienti nello svolgere il loro compito, ma non sono sempre l’opzione migliore rispetto ad altre vie di somministrazione di un farmaco. Ad esempio in caso di allergie, di una patologia del tratto digerente, di diarrea, di fecaloma, di emorroidi e di dolori addominali è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia per comprendere se è meglio optare per una soluzione alternativa oppure non si corrono rischi. Per scoprire altre controindicazioni alle supposte rettali, leggi anche: Supposta rettale: vantaggi e svantaggi rispetto ad altre vie di somministrazione

Dosaggio delle supposte per adulti e bambini
Sul mercato sono disponibili due opzioni: una per adulti e una per bambini. In entrambi i casi è possibile scegliere tra due tipologie di confezioni, le supposte glicerina normali e quelle in formato liquido. Vanno entrambe assunte per via rettale, ma cambiano le dosi. Il dosaggio per gli adulti consiste in 5 g per le supposte liquide e da 2 a 3 g per quelle normali. I bambini, invece, vengono suddivisi in due fasce di età: dai 2 ai 6 anni e dai 6 anni in su. Le dosi, in questo caso, sono molto soggettive: vengono gestite dal medico curante che saprà verificare le condizioni del bambino e consigliare, di conseguenza, la somministrazione più adatta.

Come funziona una supposta di glicerina?
A tale proposito ti consiglio di leggere: Cosa succede ad una supposta dopo averla inserita? Come funziona?

Supposta rettale di glicerina in gravidanza ed allattamento: posso assumerla?
Allo stato attuale della ricerca non sono stati ancora trovati riscontri su eventuali rischi derivanti dall’uso di supposte di glicerina durante la gravidanza o l’allattamento al seno. Tuttavia non ci sono ancora studi clinici chiarificatori sull’assunzione di glicerolo in gravidanza, pertanto gli effetti possibili sul nascituro sono ancora oggi sconosciuti. Esistono alcune controindicazioni:

  • la supposta potrebbe stimolare le contrazioni uterine, quindi sono assolutamente da evitare nel primo trimestre e se si hanno già minacce d’aborto.
  • Le supposte sono indicate solo in caso di stitichezza occasionale perché se prese a lungo portano a proctite.
  • Inoltre un uso prolungato si associa ad una atonia muscolare con peggioramento della stitichezza, e ad una carenza di potassio nell’organismo, pericolosa per il muscolo cardiaco.

Per la stipsi in gravidanza è preferibile provare ad assumere probiotici e prebiotici, o a bere un bicchiere di acqua tiepida la mattina a digiuno, meglio se arricchita con un cucchiaio di melassa nera, ricchissima di ferro e molto lassativa. Il mio consiglio è quello di consultate comunque il vostro medico, che conosce voi e la vostra anamnesi, prima di assumere alcunché.

Riguardo all’uso di supposte rettali di glicerina nei bambini, vi rimando alle seguenti letture:

Prestare attenzione se:

  • stai assumendo farmaci senza prescrizione medica e integratori dietetici (alcuni medicinali e sostanze possono interagire con le supposte glicerina, causando notevoli problemi);
  • se hai allergie nei confronti di farmaci e alimenti;
  • se sei stato recentemente operato a livello dell’apparato digerente.

Effetti collaterali

  • irritazione anale;
  • sensazione di bruciore;
  • diarrea;
  • aria nella pancia;
  • nausea;
  • crampi allo stomaco;
  • gravi reazioni allergiche con rash cutanei, gonfiore delle labbra e della lingua, difficoltà respiratorie;
  • sanguinamento rettale.

Quando chiamare il medico?
Chiamare il medico se la supposta glicerina provoca un sanguinamento del retto o non porta a un miglioramento delle condizioni in breve tempo: è possibile che vi sia un problema di fondo come una grave malattia gastrointestinale, che una semplice supposta di glicerina non può curare.
Prima di usare una supposta di glicerina, chiamare il medico anche se si è notato un cambiamento delle proprie abitudini intestinali che dura più di una settimana. In particolare, si sconsiglia il fai da te nel caso in cui si sia già utilizzato un lassativo per cercare di risolvere la situazione, senza avere alcun vantaggio.
A ogni modo si ricorda che il medicinale va utilizzato solo in caso di reale necessità e in singole dosi. In caso di dubbio, chiedete al vostro medico prima di assumerlo.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Gravidanza e allattamento: posso assumere Tachipirina, Ibuprofene e Co-Efferalgan? Quante compresse?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA MATERNITA FIGLIO MAMMA MADRE GENITORI CONCEPIMENTO PARTO FETO EMBRIONE (7)La parola “farmaco” viene dal greco ” ϕάρμακον” che si può tradurre anche con la parola veleno. I farmaci sono in effetti – se non assunti in modo consapevole e sotto stretto controllo medico – dei veri e propri veleni. Ciò è ancora più vero durante gravidanza ed allattamento, periodi della vita di una donna in cui la maggior parte dei farmaci sono il più possibile vietati, per non danneggiare la salute del nascituro. Il paracetamolo rappresenta una eccezione.

Cos’è il paracetamolo?

Il paracetamolo, principio attivo contenuto in vari farmaci come la Tachipirina e l’Efferalgan, è usato per curare la febbre ed i dolori lievi. È usato tipicamente per curare i sintomi del raffreddore, dell’influenza, del mal di testa e dell’artrosi. È in commercio in diverse forme: sciroppo, gocce per neonati, in compresse, compresse effervescenti, buste ed in supposte. Molte donne mie pazienti, durante la gravidanza e l’allattamento, mi chiedono se sia possibile usare il paracetamolo e, se si, in quali quantità.

Posso assumere paracetamolo, Ibuprofene e Co-efferalgan in gravidanza e allattamento?

Contrariamente alla maggior parte dei farmaci, che in gravidanza ed allattamento NON possono essere assunti, il paracetamolo in gravidanza e in allattamento non è controindicato, ma va assunto con moderazione e solo se davvero necessario.

POSSONO essere assunti in gravidanza: 

  • Il paracetamolo, che troviamo nella Tachipirina e nell’Efferalgan;
  • l’ibuprofene, come il Moment;
  • gli antibiotici a base di amoxicillina ed eritromicina.

NON deve essere assunto in gravidanza il co-efferalgan, che oltre al paracetamolo contiene codeina; a tale proposito leggi anche: Differenze tra Efferalgan e Co-Efferalgan

Se avete mal di testa, febbre ed influenza, potete prendere le normali dosi di paracetamolo per adulti, ma solo per un breve periodo: se i sintomi non scompaiono, rivolgetevi subito al vostro medico curante. Molto utile il paracetamolo anche in caso di mastite che è una patologia che colpisce moltissime donne che allattano.

Assumere paracetamolo: con quale dosaggio?

Il dosaggio massimo di paracetamolo è 3 grammi al giorno, quindi 3000 mg/die il che significa che potete assumere ad esempio 3 compresse di Tachipirina 1000 mg, oppure 6 compresse di Tachipirina 500 mg al giorno. Il mio consiglio è comunque di rimanere entro la soglia di 2000 mg/die (quindi 2 compresse da 1000 mg o 4 da 500 mg) e di non superare i 3 giorni consecutivi di assunzione. Altro mio consiglio è quello di consultare comunque il proprio medico prima di assumere questo farmaco.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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