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L’asino nel pozzo: come superare le avversità della vita
L’asino nel pozzo
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Ogni vipera muore del proprio veleno
Vuoi essere felice? Davvero felice? Io ci sono riuscito e se vuoi oggi ti regalerò i miei consigli: forse funzioneranno anche con te.
Per prima cosa disinteressati di quello che Continua a leggere
Sentirsi soli nella folla
Quel momento in cui la persona che ti piace se ne va e tu sai che dovrai passare il resto della serata con persone di cui, in realtà, non ti importa nulla…
Quel momento in cui capisci che sei solo perché hai sempre detto in faccia a tutti quello che pensavi, senza ipocrisia…
Quel momento in cui sei in mezzo ad una folla, amalgamata come in un grandissimo puzzle, ma ti senti come il pezzo mancante…
Quel momento in cui capisci che la cosa peggiore nella vita non è restare soli, ma stare con persone che ti fanno sentire solo…
Quel momento in cui ti guardi allo specchio e ti chiedi se il tuo essere solo è una tremenda condanna o una meravigliosa conquista…
Altre frasi, aforismi e racconti:
- Gli amici vanno cercati nel momento del bisogno. Il loro, non il tuo
- Piangi, e piangerai da solo
- Il modo per rivoluzionare tutto il Sistema
- Se vuoi raggiungere l’equilibrio, non smettere mai di muoverti
- Motorini beige, sellini beige, cervelli beige
- L’invidia è una piena ammissione di inferiorità
- Un bellissimo panorama
- Gli amori del liceo non passano mai
- Un giorno di pioggia per stare vicino a chi amate
- Amo la pioggia, le nuvole ed il vento…
- Ero triste perché non avevo scarpe…
- Come un filo d’erba nell’asfalto ed il cemento
- Il miglior bacio è quello che ci si dà con lo sguardo…
- Appena pensi di averlo imprigionato basta un soffio di aria e lui torna ad essere libero, nel vento
- Anche il gesto più insignificante, fa tutta la differenza del mondo
- Vuoi vedere un miracolo? Sii il tuo miracolo
- Parole e idee possono cambiare il mondo
- Il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso
- La vita è un’inspiegabile magia
- Finché la barca va, tu non remare? Grande cavolata. Quando la barca va, tu rema più forte!
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- Vieni a correre con me?
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- La differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare
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- Ogni istante della nostra vita è una occasione per rivoluzionare tutto, completamente
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- Scegliere di cambiare può fare paura ma può salvarti la vita
- Odio chi sta fermo e ti vuole insegnare come correre
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- Non è importante dove, ma con chi
- La vita è preziosa
- Mai giudicare in base alle apparenze
- E’ amore vero quando…
- Quello che gli altri pensano di te riflette ciò che sono loro, non chi sei tu
- Se ami un fiore… non lo raccogli
- Insegnare bene significa…
- Resistere
- “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” NON è una frase di Voltaire
- Non è importante come cadi…
- Tutti abbiamo bisogno di un abbraccio
- Brilla più forte
- Il segreto per vivere bene? Guardare sempre le cose da una diversa prospettiva
- Non si sottomette un fiume con la forza
- Rinuncia a chi non ti ama ed impara a rispettare te stesso
- Motorini beige, sellini beige, cervelli beige
- Una persona piena di difetti
- Gli uomini perdono la salute per fare soldi, poi perdono i soldi per recuperare la salute
- Quello che lasceremo al mondo
- La vita non è aspettare che passi la burrasca…
- Ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate
- E se non fosse la torre di Pisa ad essere storta…
- Palloni ovali e caviglie slogate
- Essere diversi è una qualità!
- La prossima volta che ti cercano
- Torna indietro solo per prendere la rincorsa
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Social Eating: cos’è e come funziona il nuovo fenomeno del web?
In un’epoca in cui il web e i social networks stanno completamente trasformando la società, anche il cibo e la convivialità a tavola non restano esclusi dall’influenza del 2.0. E se ancora non l’avete sentita nominare, tenete bene a mente la parola Social Eating, perché è destinata ad avere un ruolo sempre più preponderante nella nostra quotidianità, per più di una valida ragione.
Cos’è il Social Eating
Capire cosa sia il Social Eating è molto più semplice se si illustra cosa esso sia in concreto. Il Social Eating nasce da questi presupposti di base: ci sono persone che amano cucinare – pur non trattandosi di cuochi professionisti – e desiderano organizzare pranzi o cene a casa propria; per contro ci sono persone che pur amando moltissimo il cibo, sono restie a trascorrere molto tempo tra i fornelli oppure non desiderano affatto cucinare e vogliono che qualcuno lo faccia al loro posto. Come si incontrano tali contrapposte esigenze? Oggi in modo assai facile, perché grazie al social eating, offerta (coloro che organizzano pranzi o cene) e domanda (coloro che parteciperebbero volentieri a tali eventi) possono incontrarsi senza alcuna difficoltà.
Ma il Social Eating non è soltanto buon cibo a tavola, che i cuochi preparano per i propri ospiti. Il Social Eating è anche voglia di incontrare persone nuove e di estendere la propria rete di amicizie e conoscenze, di trascorrere del tempo con persone con cui si condividono passioni e persino occasione per trovare l’anima gemella. Perché alla base di questo fenomeno c’è anche, e soprattutto, la voglia di abbandonare lo schermo di un pc o di uno smartphone e tornare ad incontrarsi e a parlarsi vis à vis.
I numeri del Social Eating
Per far capire quanto stia dilagando il fenomeno del Social Eating, basta mostrare i numeri della principale piattaforma italiana – nonché partner di Coca-Cola – Gnammo.com. Attualmente Gnammo ha oltre 220 mila utenti in costante crescita (di questi oltre 5 mila sono cuochi), 15 mila eventi pubblicati e che si sono svolti in 1500 città d’Italia e oltre 20 mila persone che hanno provato il servizio.
Ne parliamo con Cristiano Rigon, founder di Gnammo
Per cercare di capire di più sul mondo del Social Eating, abbiamo intervistato il fondatore di Gnammo.con, Cristiano Rigon, che ci ha raccontato come funziona la piattaforma, la tipologia di utenti che la animano e quali potrebbero essere gli sviluppi futuri del Social Eating. A lui la parola!
Ciao Cristiano, qual è l’utente tipo di Gnammo, sia esso cuoco o gnammer?
“L’utente tipo di Gnammo ha un’età compresa tra i 25 e i 45 anni, è appassionato di tecnologia, avvezzo all’uso di smartphone, presente sui social, ha una discreta capacità di spesa ed è amante del buon cibo. Ci sono poi coloro che non solo amano il buon cibo ma amano anche cucinarlo: sono i Cook di Gnammo, appassionati che hanno voglia di mettersi in gioco e condividere la propria creatività in cucina, creando un’opportunità per incontrare nuove persone a tavola. Statisticamente hanno qualche hanno in più degli gnammers, e molti sono viaggiatori, desiderosi di riproporre quanto hanno sperimentato. Per quanto riguarda invece gli gnammers, stiamo sperimentando che si tratta di persone amanti del cibo ma che trovano in Gnammo soprattutto un’occasione per socializzare ed incontrare nuovi amici intorno a quella tavola e quei piatti che forse non amano tanto cucinare quanto assaporare”.
Come si vive l’esperienza di prenotare una cena su Gnammo?
“Tutto molto semplice. Se tu abiti a Milano, ad esempio, puoi trovare la cena che più ti piace sulla nostra piattaforma e richiedere di partecipare effettuando il pagamento della cifra richiesta dal cook direttamente online. Gnammo non è un ristorante e quindi nel momento in cui tu paghi la quota richiesta dal cuoco, non hai fatto altro che inviargli una richiesta di partecipazione, con la piattaforma che nel frattempo trattiene i tuoi soldi. Il cuoco, a questo punto, analizza i tuoi eventuali feedback oppure i tuoi social network (che noi suggeriamo di collegare alla piattaforma). Collegando i social, anche se tu fossi nuovo sulla piattaforma, dai comunque modo al cuoco di capire se accettarti o meno. Una volta che il cuoco ti approva, ricevi informazioni dettagliate (indirizzo e numero di telefono del cuoco) per recarti presso il luogo in cui si svolge la cena. Il giorno dopo ricevi una mail che ti chiede “Hai mangiato bene a casa di…?”. Darai una valutazione generale (assegnando un numero di stelline) e una valutazione testuale per giudicare il cuoco, l’ambientazione, la cucina e la pulizia. Il cuoco farà la stessa cosa con te gnammer, andando a valutare la puntualità, il tuo apprezzamento per i piatti e l’educazione. Il cuoco riceverà anche la mail in cui viene calcolato l’incasso totale e la percentuale trattenuta da Gnammo, per cui avrà anche la relativa fattura”.
Quali saranno i futuri sviluppi del Social Eating? C’è pericolo che si tratti di “moda” passeggera?
“Quando abbiamo deciso di partire con l’avventura di Gnammo, l’abbiamo fatto anche sulla base di uno studio della Comunità Europea che diceva che le persone hanno bisogno di staccarsi dal cellulare per tornare ad incontrarsi faccia a faccia, trasformando internet in uno strumento per poterlo fare.
Detto questo, io credo che il social eating crescerà sia come fenomeno a sé stante, sia per Gnammo nello specifico, in particolare con le Special Dinner, ossia cene a casa di un host ma rivolte ai turisti che desiderano sperimentare quelle che sono le peculiarità del posto che visitano. Gnammo ha anche una crescita costante, mese su mese, delle persone che ripetono l’esperienza. Il 38 per cento dei nostri utenti è andato a più di tre eventi; il 6 per cento di utenti ha partecipato a più di venti eventi. Quindi io credo che il fenomeno non possa che crescere”.
Cosa rende speciali le vostre cene? Qual è oltre il buon cibo l’ingrediente fondamentale perché gli gnammers si sentano a casa e si crei l’atmosfera giusta per un evento memorabile?
“Gli ingredienti giusti sono soprattutto quelli che ruotano attorno ad un tema. Stiamo sperimentando che tutte le volte in cui c’è un evento che “racconta” qualcosa, e che quindi non è solo mangiare assieme, questo va a buon fine. Quindi, un bell’evento è un evento che permette alle persone di incontrarsi intorno ad una storia, attorno ad un interesse. L’obiettivo principale è incontrarsi, stare insieme e avere argomenti comuni. Si tratta del valore della socialità, condiviso e promosso anche da Coca-Cola, e che Gnammo ha voluto sposare grazie ad una partnership col brand”.
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Lo staff di Medicina OnLine
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Preoccuparsi troppo del giudizio degli altri e temere il rifiuto
La paura di essere giudicati dagli altri – amici, parenti o anche semplicemente sconosciuti incontrati alla fermata dell’autobus – deriva da un bisogno ovvero quello di sentirci appagati da un giudizio positivo espresso dai nostri simili. Quante volte entrando in contatto con una persona sentiamo che da questa vorremmo essere stimati, considerati positivamente e il nostro desiderio ci fa sembrare artificiosi, poco spontanei, diamo più importanza a sembrare ciò che non siamo piuttosto che a costruire un sé autentico. Ciò accade perché già dall’infanzia scopriamo che il giudizio positivo di chi ci sta intorno allontana dolore e frustrazione, ci dà un senso di soddisfazione che ci appaga e ci fa credere di più in noi stessi. Sviluppiamo quindi il bisogno di avere questo giudizio positivo sia in famiglia (dai genitori), sia in altri ambienti (scuola e lavoro).
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Acconsentire le aspettative del gruppo
Di contrasto ovviamente c’è il rifiuto di qualsiasi giudizio negativo, cerchiamo di accontentare le aspettative altrui per paura dell’emarginazione da cui deriverebbe un giudizio negativo. Spesso il fatto stesso di temere di non essere accettati porta all’acconsentire a qualsiasi cosa decida il “gruppo” anche se le decisioni di questo vanno contro i nostri valori etici. Se esprimiamo le nostre idee e se queste vanno contro a quelle del gruppo temiamo di venir emarginati, temiamo la solitudine, ecco perché si sviluppa quella che è chiamata fobia sociale. La paura di approcciarsi agli altri, il timore di esprimere se stessi, insomma la fobia di stare in società. Si entra quindi in una sorta di circolo vizioso. Più siamo alla ricerca del giudizio altrui più siamo smascherati e quindi soli.
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Poca autostima
Spesso la paura del giudizio altrui serve proprio a piegare determinate persone, quelle più fragili, quelle che soffrendo di fobia sociale cambiano spesso idea piegandola al volere del gruppo. C’è da dire inoltre che vivere in questo modo far spegnere del tutto la propria personalità. Infatti molte persone che soffrono di questa fobia finiscono per non essere più spontanee ma completamente assoggettate alle idee altrui. Ciò accade principalmente per la poca stima che abbiamo di noi stessi, modifichiamo infatti il nostro comportamento fino a perdere la nostra personalità. La fobia sociale non ci porta solo a temere il giudizio altrui e a desiderare un giudizio positivo, porta anche a perdere se stessi. La propria personalità è infatti messa in discussione, si plasma al volere degli altri.
Se credi di avere bassa autostima o la paura del giudizio degli altri ti blocca, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò ad affrontare e superare i tuoi problemi.
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