Coma da emorragia cerebrale: quanto può durare?

MEDICINA ONLINE MORTE COSA SI PROVA A MORIRE TERMINALE DEAD DEATH CURE PALLIATIVE TERAPIA DEL DOLORE AEROPLANE TURBINE CHOCOLATE AIR BREATH ANNEGATO TURBINA AEREO PRECIPITA GRATTACIELO GLe classificazioni di un coma sono numerose; una delle più pratiche che fa riferimento alla sua “profondità” è la seguente:

  • coma vigile (di primo grado);
  • coma superficiale (di secondo grado);
  • coma profondo (di terzo grado);
  • coma irreversibile (di quarto grado).

Una delle scale più utilizzate per classificare la profondità e la gravità dello stato comatoso è la cosiddetta Glascow Coma Scale (GCS); la GCS definisce vari gradi che vanno da 3 (il coma profondo) a 15 (soggetto sveglio e cosciente). Per approfondire, leggi: Glasgow Coma Scale per la classificazione del coma

Quanto dura un coma?

Non c’è una risposta precisa a tale domanda, specie senza conoscere il paziente e la sua storia clinica, anche se generalmente, a meno che il paziente non si risvegli, lo stato di coma vero e proprio ha una durata limitata nel tempo, che oscilla tra le 4 e le 8 settimane. Dopodiché il paziente può morire oppure evolvere in uno stato vegetativo od in uno stato di minima coscienza.

Evoluzione del coma

Un coma può evolvere in diverse condizioni:

  • risveglio del paziente;
  • decesso del paziente;
  • stato vegetativo;
  • stato di minima coscienza.

Lo stato vegetativo (precedentemente chiamato “coma vigile“) è una condizione di ripresa della veglia ma senza contenuto di coscienza.

Lo “stato di minima coscienza” è una condizione di ripresa della veglia con parziale contenuto di coscienza, definita da comportamenti minimi che dimostrano una consapevolezza di sé e/o dell’ambiente, seppur minori rispetto al normale. In Italia si stima che attualmente siano circa 4000 i pazienti in stato vegetativo ed in stato di minima coscienza, divisi tra strutture RSA e domiciliari.

Se ne deduce che mentre il coma è caratterizzato da assenza di coscienza e di veglia (con occhi sempre chiusi), negli stati vegetativi e di minima coscienza la veglia è presente (occhi aperti e normale ritmo sonno/veglia) ma con assenza di coscienza nello stato vegetativo (in questo simile al coma) oppure con parziale coscienza nello stato di minima coscienza (in questo dissimile dal coma).

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Diagnostica per immagini nell’aneurisma cerebrale

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma MAL DI TESTA VIVEVA CERVELLO Verme HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Nella maggior parte dei casi gli aneurismi cerebrali vengono scoperti solo quando già si sono rotti e quindi vanno trattati come emergenze, tuttavia l’aneurisma può essere anche scoperto per caso quando ci si sottopone ad esami di diagnostica per immagini alla testa per altri motivi. Se all’improvviso il paziente inizia ad avere un forte mal di testa o altri sintomi collegabili alla rottura di un aneurisma, dovrà sottoporsi a una serie di esami per capire se ha avuto un’emorragia nello spazio tra il cervello e i tessuti circostanti (emorragia subaracnoidea) o un altro tipo di problema. Se c’è stata emorragia il personale sanitario capirà se la causa è da imputare alla rottura di un aneurisma. Gli stessi esami andranno svolti anche se si soffre dei sintomi di un aneurisma silente, ad esempio di male dietro all’occhio, di anomalie nella visione e di paralisi in un lato del volto.

Tra gli esami diagnostici ricordiamo:

  • Tomografia computerizzata (TAC). Di solito è il primo esame radiografico usato per capire se si è verificata o meno un’emorragia cerebrale. L’esame produce immagini a due dimensioni di sezioni del cervello. Durante l’esame, può essere iniettato un mezzo di contrasto che facilita l’osservazione della circolazione nel cervello e può indicare la posizione dell’aneurisma. Questa variante dell’esame è detta TAC angiografia.

  • Puntura lombare. Intervento di estrazione del liquido cefalorachidiano dalla colonna vertebrale con una siringa. Se si ha avuto un’emorragia subaracnoidea, con ogni probabilità ci saranno dei globuli rossi nel liquido che circonda il cervello e il midollo spinale (liquido cefalorachidiano).

  • Angiogramma o arteriogramma cerebrale. Durante quest’intervento, il medico inserisce un tubicino flessibile (catetere) in una delle arterie principali (di solito nella zona inguinale) e lo guida verso il cuore e poi nelle arterie cerebrali. Uno speciale mezzo di contrasto iniettato nel catetere attraversa le arterie e raggiunge il cervello. La serie di radiografie che vengono scattate, poi, può scoprire dettagli relativi alla condizione delle arterie e alla posizione dell’aneurisma che si è rotto. Questo esame è più invasivo rispetto ai precedenti e di solito è eseguito quando gli altri non sono sufficienti.

  • Risonanza magnetica (MRI). La risonanza magnetica usa un campo magnetico e le onde radio per creare immagini dettagliate del cervello, in due o in tre dimensioni. La risonanza magnetica con mezzo di contrasto (angiografia con mezzo di contrasto) migliora la qualità delle immagini dei vasi sanguigni e del sito in cui l’aneurisma si è rotto. Con questa tecnica diagnostica, le immagini possono risultare migliori rispetto a quelle della TAC.

In generale gli esami di diagnostica per immagini non sono consigliati quando si tratta di prevenire e tenere sotto controllo gli aneurismi silenti, ma sono necessari degli esami di screening se in passato si è verificata la rottura di un aneurisma in un genitore o fratello e/o se si soffre di un disturbo congenito che fa aumentare il rischio di aneurisma cerebrale. Lo screening dell’aneurisma può essere definito come screening iniziale (ad es. di un gruppo di pazienti considerati ad alto rischio) o di follow-up di screening in soggetti selezionati. Lo scopo ultimo dello screening non è soltanto quello di individuare o curare le lesioni, ma piuttosto quello di aumentare il numero di anni con una buona qualità della vita per il paziente.

leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Cosa si prova e cosa succede quando si rompe un aneurisma cerebrale?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Perchè è così difficile smettere di fumare Perchè mi sento depresso dopoPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Un aneurisma cerebrale può:

  • essere asintomatico, e quindi scoperto per caso in corso di accertamenti neuroradiologici eseguiti per altri motivi (es. mal di testa). Si stima che circa l’1% della popolazione abbia almeno un aneurisma cerebrale senza saperlo. La maggior parte degli aneurismi non si rompe e non crea problemi né sintomi per tutta la vita. In alcuni casi può essere necessaria una terapia per un aneurisma che è stato scoperto ma che non si è rotto, per prevenirne un’eventuale futura rottura;
  • causare sintomi aspecifici e segni neurologici per compressione meccanica di strutture adiacenti (es. vertigini, sguardo doppio, mal di testa etc.);
  • rompersi e causare emorragia cerebrale e subaracnoidea.

Cosa succede quando si rompe un aneurisma?
Il mal di testa forte e improvviso, descritto spesso come il colpo di un pugnale affilato in testa, è il principale sintomo della rottura di un aneurisma. Al mal di testa si associano:

  • nausea e vomito;

  • malessere generale;
  • irrigidimento del collo;

  • visione offuscata o doppia;

  • fotosensibilità;

  • convulsioni;

  • ptosi palpebrale (abbassamento eccessivo della palpebra superiore);

  • perdita di coscienza;

  • confusione.

Quando l’aneurisma cerebrale si rompe, l’emorragia di solito dura per un tempo molto variabile. Il sangue può danneggiare direttamente le cellule circostanti o addirittura causarne la morte, nonché aumentare la pressione all’interno del cranio. Se la pressione aumenta troppo può interrompersi la fornitura di sangue e ossigeno al cervello: si può perdere conoscenza e persino morire.

Tra le complicazioni che possono nascere dopo la rottura di un aneurisma ricordiamo:

  • Seconda emorragia. Un aneurisma che già si è rotto o fissurato rischia una seconda emorragia, in grado di provocare ulteriori danni alle cellule cerebrali.

  • Vasospasmo. Quando l’aneurisma si rompe i vasi sanguigni cerebrali possono iniziare a restringersi e allargarsi in modo anomalo (vasospasmo). In questo modo le cellule cerebrali ricevono meno sangue (ischemia): si verificano ulteriori danni e perdite di funzionalità.

  • Idrocefalo. Se, come avviene nella maggior parte dei casi, la rottura dell’aneurisma provoca un’emorragia nello spazio tra il cervello e il tessuto circostante (emorragia subaracnoidea), il sangue può bloccare la circolazione del liquido che circonda il cervello e il midollo spinale (liquido cefalorachidiano). Come risultato si può verificare l’idrocefalo, cioè un accumulo di liquido cefalorachidiano che aumenta la pressione sul cervello e può danneggiare i tessuti.

  • Iponatremia. L’emorragia subaracnoidea provocata dalla rottura di un aneurisma cerebrale può causare uno squilibrio dei livelli sodio nel sangue, dovuto alla lesione dell’ipotalamo, una zona vicino alla base del cervello. Se i livelli di sodio si abbassano (iponatremia) le cellule cerebrali si ingrossano e subiscono danni permanenti.

In caso di rottura o sospetta rottura di aneurisma è necessario recarsi IMMEDIATAMENTE al pronto soccorso, dal momento che maggiore rapidità equivale a migliore prognosi.

Purtroppo circa il 15% dei pazienti muore prima di raggiungere l’ospedale, e più del 50% muore entro i primi 30 giorni dall’evento.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Tipi e grandezza degli aneurismi cerebrali

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TIPI E GRANDEZZA ANEURISMI CEREBRALI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Comunemente gli aneurismi vengono classificati in base alla loro dimensione e alla loro morfologia. La classificazione riveste un ruolo importante per il neurochirurgo e il neuroradiologo per valutare il trattamento.

  • Aneurisma sacciforme miliare: aneurisma di piccole dimensioni e rotondeggiante, il suo diametro tipico è inferiore ai 2 cm. Si tratta del tipo più comune di aneurisma dovuto ad un difetto nello sviluppo anatomico della parete del vaso.

  • Aneurisma gigante: simile a quello miliare, ma di dimensioni maggiori (diametro superiore a 3 cm) e agisce come una lesione occupante spazio.

  • Aneurisma fusiforme: dilatazione irregolare della parete arteriosa di tutta la circonferenza, solitamente consegue ad aterosclerosi diffusa. Raramente va incontro a rottura.

  • Aneurisma traumatico: aneurisma che solitamente deriva dallo stiramento dell’arteria, ma che può essere causato anche da una lesione diretta. Si forma più comunemente a livello del circolo carotideo.

  • Aneurisma micotico: aneursma conseguente ad un’infezione fungina in cui emboli settici determinano linsorgenza di arterite.

  • Aneurisma di Charcot-Bouchard: aneurisma microscopico dovuto ad un’ipertensione, solitamente localizzato ai gangli della base o del tronco encefalico.

  • Aneurisma dissecante: si forma quando il sangue passa tra le pareti dell’arteria, separando la tonaca intima dello strato muscolare. Comunemente dovuto ad aterosclerosi.

Le dimensioni dell’aneurisma sono tradizionalmente segnalate come

  • piccolo se inferiore a 15 mm,
  • grande se 15-25 mm,
  • gigante se 25-50 mm,
  • supergigante se maggiore a 50 mm.

La maggior parte degli aneurismi riscontrati appartengono alla prima categoria, che è stata ulteriormente suddivisa in due sottocategorie: piccolo se inferiore a 5 mm e medio se 5-15 mm.

leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra ictus cerebrale ed attacco ischemico transitorio (TIA)

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MALFORMAZIONI ARTERO VENOSE CEREBRALI SINTOMIRiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneL’attacco ischemico transitorio (o TIA) è un deficit neurologico temporaneo e reversibile, causato da una riduzione transitoria del flusso di sangue al cervello. Il TIA è molto simile, per cause, sintomi e segni, all’ictus cerebrale ischemico, con la sola differenza che il deficit neurologico non è permanente (come nell’ictus) ma transitorio e reversibile. Se i sintomi durano meno di una o due ore, l’episodio viene chiamato attacco ischemico transitorio (TIA).

I segni e i sintomi di un ictus e di un TIA possono sovrapporsi e comprendono tipicamente:

  • l’incapacità di muoversi o di percepire un lato del corpo,
  • problemi alla comprensione o all’esprimere parole
  • o la perdita di visione di una parte del campo visivo.

Un attacco ischemico transitorio, pur non causando danni permanenti al cervello, non va mai trascurato; esso, infatti, potrebbe essere il primo indizio di una predisposizione all’ictus, il cui esito può essere letale.

Per approfondire leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra emorragia cerebrale ed ictus

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EMORRAGIA CEREBRALE CUSE SINTOMI PREMONITORI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneCon “emorragia cerebrale” si indica una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso dell’encefalo.

Con “ictus cerebrale” (anche chiamato “colpo apoplettico” o semplicemente “ictus”) si intende invece quella situazione in cui una scarsa perfusione sanguigna al cervello (ischemia) provoca la morte delle cellule celebrali (necrosi). La scarsa perfusione può essere determinata da:

  • una ostruzione a livello di un vaso cerebrale (tipicamente un trombo o un embolo) e prende il nome di ictus ischemico;
  • una emorragia a livello di un vaso cerebrale (tipicamente da rottura di aneurisma, ipertensione arteriosa o traumi) e prende il nome di ictus emorragico.

Si comprende quindi il legame tra i due termini: una emorragia cerebrale è una delle possibili cause che può determinare un ictus cerebrale. L’ictus da emorragia cerebrale determina non solo ischemia e necrosi del tessuto cerebrale da mancata perfusione ematica, ma anche indirettamente un danno alle strutture nervose vicine a causa dell’ematoma (la raccolta di sangue che si forma al di fuori dei vasi sanguigni) che determina compressione delle strutture cerebrali ed aumento della pressione intracranica.

Per approfondire, leggi:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

 

Differenza tra emorragia cerebrale ed aneurisma

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma MAL DI TESTA VIVEVA CERVELLO Verme HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaL’emorragia cerebrale corrisponde ad una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso dell’encefalo.

L’aneurisma è invece un termine che indica una dilatazione progressiva di un vaso sanguigno (che deve essere almeno pari al 50%, altrimenti si parla di ectasia). Gli aneurismi possono localizzarsi in vari punti del nostro sistema circolatorio, ma si verificano soprattutto a livello dell’aorta (aneurisma aortico) e a livello cerebrale (aneurisma cerebrale) specie nei vasi che compongono il Poligono o Circolo di Willis.

Un aneurisma cerebrale, rispetto ad un vaso sanguigno normale, può più facilmente rompersi, specie nei soggetti che soffrono di ipertensione arteriosa. La rottura di un aneurisma determina la fuoriuscita del sangue nell’encefalo e quindi una emorragia cerebrale.

Leggi anche: Morto Fabrizio Frizzi: ecco le cause del decesso

Per approfondire leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra emorragia cerebrale e subaracnoidea

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EMORRAGIA SUBARACNOIDEA CAUSE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Emorragia cerebrale: cause, sintomi premonitori, diagnosi e cura

L’emorragia cerebrale può essere di due tipi:

  • Emorragia intracerebrale. È così chiamata l’emorragia dovuta alla rottura di un vaso sanguigno con sede all’interno dell’encefalo.
    Il sangue che fuoriesce, oltre a non rifornire più le aree di cervello a cui era destinato, esercita una pressione sul tessuto encefalico circostante. L’aumento della pressione intracranica impedisce ad altro sangue di giungere dal cuore, aggravando l’ipoperfusione cerebrale.
  • Emorragia subaracnoidea. È così detta l’emorragia dovuta alla rottura di un vaso sanguigno avente sede nello spazio subaracnoideo. Lo spazio subaracnoideo è lo spazio ripieno di liquido cefalorachidiano, presente tra la pia madre (meninge più interna) e l’aracnoide (meninge intermedia) dell’encefalo.
    Come nel caso dell’emorragia intracerebrale, la rottura vasale, conseguente agli episodi di ictus emorragico, comporta il mancato afflusso di sangue all’area encefalica interessata e quindi ictus cerebrale e necrosi del tessuto cerebrale.

Per approfondire leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!