Il catetere venoso periferico (CVP) è un presidio medico che si inserisce (incannulamento del”ago cannula) in una delle vene periferiche (cefalica, mediana, basilica, radiale, ulnare) o altre vene superficiali del corpo, se il braccio non è accessibile. I CVP comprendono cateteri a impianto periferico (PICC), cateteri non tunnellizzati, cateteri tunnellizzati, cateteri Continua a leggere
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Catetere venoso centrale: posizionamento, gestione e linee guida
Il catetere venoso centrale (CVC) è un presidio medico che si inserisce in una delle vene centrali (vena succlavia, femorale o giugulare interna). Il catetere è un tubicino lungo e sottile, rigido o flessibile, di vari materiali, lungo circa 20 centimetri e di alcuni Continua a leggere
Differenza tra vena ascellare, brachiale, radiali, ulnari, cefalica e basilica
Le vene che drenano il sangue refluo dall’arto superiore sono la vena ascellare, la brachiale, le radiali e le ulnari, i vasi che formano il circolo venoso della mano e le due vene superficiali, cioè la vena cefalica e la vena basilica.
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Differenza tra vena grande safena, femorale e poplitea dell’arto inferiore
Il circolo venoso dell’arto inferiore comincia a livello del piede con le vene profonde del piede, le quali confluiscono nelle Continua a leggere
Differenza tra taglio di vena, arteria e capillare
La fuoriuscita di sangue (emorragia) che si verifica in caso di lesione, è diversa in base a quattro fattori fondamentali:
- il calibro del vaso interessato: più il diametro del vaso è elevato e maggiore sarà il sangue perso nell’emorragia;
- la distanza dal cuore: in caso di lesione arteriosa sistemica, tanto più il taglio avviene in prossimità del cuore e tanto più velocemente il sangue verrà perso;
- tempo di intervento: maggiore è la velocità di intervento medico e minore è il sangue perso. Soprattutto in caso di lesioni di grosse arterie, agire in modo tempestivo è l’unico modo per salvare la vita al paziente;
- il tipo di vaso (arteria, vena o capillare), argomento di questo articolo.
Differenza tra pressione venosa centrale e periferica
La “pressione venosa centrale” (PVC) il valore pressorio sanguigno rilevato nel tratto terminale della vena cava superiore e corrispondente alla pressione nell’atrio destro del cuore. La rilevazione della PVC avviene grazie alla posa di un catetere venoso centrale attraverso una vena profonda di grosso calibro (vena succlavia, o giugulare, o basilica o più raramente safena).
Il valore di PVC permette di valutare il volume ematico circolante, la funzionalità cardiaca ed il ritorno venoso. Risulta ancora da chiarire il range di normalità della PVC. È piuttosto chiaro che:
- valori negativi della PVC sono al di sotto del range;
- valori di PVC superiori a 12 ne sono al di sopra.
Il range di normalità è però ancora oggetto di discussioni. Il limite inferiore, secondo le diverse fonti, ha un valore da 0 a 5, mentre il limite superiore va da 7 a 12.
Vari fattori influiscono sui valori di PVC:
- ipovolemia o ipervolemia (diminuzione o aumento del volume ematico circolante),
- insufficienza cardiaca,
- ostacoli meccanici alla circolazione cardiaca,
- alterazioni della pressione intratoracica (ad esempio pneumotorace),
- farmaci,
- ventilazione meccanica.
Valori superiori alla norma indicano:
- sovraccarico di volume,
- insufficienza cardiaca destra,
- aumento della pressione intratoracica,
- turbe vasomotorie.
Valori inferiori alla norma indicano:
- perdite di volume (ipovolemia in corso di emorragie, vomito, diarrea, shock),
- turbe vasomotorie.
La PVC è un parametro che viene rilevato frequentemente nell’ambito dei monitoraggi post-operatori.
La pressione venosa periferica è quella misurata lontano dal cuore. La pressione venosa diminuisce costantemente dalla periferia verso il cuore. All’altezza della caviglia di una persona in piedi, essa corrisponde a 90-110 mmHg e dipende dalla forza di gravità e dalla distanza dal cuore ai piedi. L’altezza di una persona è quindi fondamentale per la pressione venosa a riposo in posizione eretta. Se si cammina, la pressione scende fino a circa 20 mmHg, se viene garantito un buon drenaggio venoso. Diversi fattori sono importanti per il ritorno venoso al cuore. Maggiore è il diametro venoso in direzione del cuore, minore è la pressione prevalente. In una persona sana in posizione supina, la pressione nei capillari venosi è di circa 20 mmHg; essa cade a circa 8 – 12 mmHg all’inguine, misura ancora circa 3 – 5 (mm/Hg) nella cavità addominale (intra-addominale), ma solo 2 mmHg nell’atrio destro. Queste pressioni sono sufficienti a trasportare il sangue di ritorno. L’azione di suzione del cuore entra in gioco solo nel segmento venoso finale, cioè poco prima che la vena cava superiore sfoci nell’atrio destro. Questa suzione compare durante la fase di eiezione ed è generata dai movimenti delle valvole del cuore.
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Vena porta e sistema portale: anatomia e funzioni della circolazione epatica
Cos’è un sistema portale?
In anatomia con “sistema portale” o “circolazione portale” o ancora “sistema della vena porta“, si intende una struttura anatomica costituita da una o più vene nate dalla confluenza di capillari, che nel loro decorso si diramano nuovamente in un sistema di altri vasi capillari. Uno dei più importanti sistemi portali, è quello del fegato, tanto che, quando si fa riferimento al “sistema portale”, in genere ci si riferisce proprio al sistema portale epatico. E’ però importante sottolineare che nel corpo umano esistano altri sistemi portali, come ad esempio il sistema portale ipotalamo-ipofisario, o quello surrenale.
Anatomia del sistema portale epatico
Le vene che raccolgono il sangue refluo dalla porzione sottodiaframmatica del tubo digerente, dalla vagina, dall’ileo, e dal pancreas (vena mesenterica superiore, vena splenica e vena mesenterica inferiore) confluiscono in un tronco venoso comune, chiamato vena porta epatica. Suoi affluenti diretti sono la vena gastrica sinistra, la vena gastrica destra, le vene cistiche e la vena ombelicale (in età prenatale). La vena porta penetra nell’ilo del fegato e attraversa quest’ultimo, dividendosi in un letto capillare necessario per distribuire il sangue a tutti gli epatociti. Da qui, i secondi capillari si riuniscono nelle vene sovraepatiche e si gettano nella vena cava inferiore, diretta all’atrio destro del cuore.
Il sistema portale è connesso al circolo sistemico attraverso il cosiddetto circolo collaterale della vena porta, costituito da varie anastomosi che lo collegano indirettamente alla vena cava inferiore. Questo circolo collaterale garantisce l’afflusso all’atrio destro del sangue refluo dagli organi suddetti, qualora si manifesti un rallentamento o un impedimento del circolo epatico, ad esempio come avviene nella cirrosi epatica (ipertensione portale).
Leggi anche: Cos’è la pressione venosa centrale e perché si misura?
Origine, decorso, e termine della vena porta
La vena porta origina a livello di L1 ed L2, dietro l’istmo del pancreas, dalla confluenza della vena mesenterica superiore, e del tronco mesenterico-lienale, costituito dalla vena mesenterica inferiore e dalla vena splenica (o vena lienale), o per unione diretta delle tre vene. Si dirige obliquamente in alto e a destra, posteriormente alla porzione superiore del duodeno, al dotto coledoco e all’arteria gastroduodenale. Raggiunto l’ilo epatico si divide nei suoi rami terminali (ramo destro e ramo sinistro) dove attraverso una rete mirabile venosa di capillari si anastomizza con vasi più piccoli diretti alla vena cava inferiore: ciò è importante a causa degli impedimenti di scorrimento che si possono verificare nella vena porta per problematiche di cirrosi che impedirebbero al flusso di scorrere e talora l’evenienza si verifichi la maggior parte del sangue viene convogliato verso le anastomosi porta-cava. Dopo aver drenato i lobi epatici, terminerà confluendo nella vena cava inferiore. È importante ricordare che a livello intraepatico la rete mirabile venosa creata dai capillari portali si anastomizza con capillari originati da vene porta accessorie.
A che serve il sistema portale epatico?
Il sistema portale epatico è la via che permette al fegato di elaborare gli elementi assorbiti dall’intestino. La vena porta ha infatti il compito di convogliare al fegato il sangue proveniente dalla digestione intestinale e dalla milza, per permettere l’analisi e l’elaborazione del sangue ricco degli elementi ottenuti con la digestione. In parole estremamente semplici, tutto ciò che mangi – dopo esser stato digerito – passa dall’apparato digerente al sistema portale epatico che – tramite il sangue – lo porta al fegato dove sarà “analizzato” prima di essere messo in circolo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Rete mirabile arteriosa e venosa: dove si trova ed a che serve
La rete mirabile è una rete di capillari sanguigni interposta tra due tronchi arteriosi (rete mirabile arteriosa) o tra due tronchi venosi (rete mirabile venosa). La rete dipende dal flusso sanguigno controcorrente (il sangue scorre all’interno dei vasi della rete in direzioni opposte) e scambia calore, ioni e gas tra le pareti dei vasi sanguigni. In questo modo si mantiene un gradiente di temperatura o di concentrazione dei gas o dei soluti tra i flussi sanguigni arteriosi e venosi. L’efficacia delle reti è determinata principalmente da quanto velocemente vengono scambiati calore, ioni o gas. Inoltre, per una data lunghezza, l’efficacia della rete decresce andando dagli scambi di calore e gas, ai piccoli ioni e alle altre sostanze.
Rete mirabile arteriosa
Nei mammiferi, tra cui l’uomo, un tipico esempio di rete mirabile arteriosa si trova nelle arteriole efferenti dei glomeruli iuxtamidollari dei reni, dove svolge un importante ruolo nel mantenimento dell’ipertonicità della zona midollare più interna. Ciò rende possibile la formazione di un’urina concentrata e la conservazione dell’acqua corporea; a tal proposito leggi: Glomerulo renale: schema, funzione e flusso ematico renale
Rete mirabile venosa
Da non confondere con il sistema portale, cioè un sistema di vene interposto fra due reti capillari; in un sistema portale ci sono quindi due reti mirabili: una che raccoglie e porta il sangue alla vena interposta ai capillari, ed una che lo porta via, fino al circolo sanguigno diretto al cuore.
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