La tua ex compagna è scomparsa di colpo, tu ti sei appena ricostruito una vita dopo la brusca rottura improvvisa e all’improvviso ti arriva un suo messaggio: è lo “zombieing”. Con “zombieing” si fa riferimento ad una modalità relazionale in cui un individuo torna a “farsi vivo” improvvisamente, dopo essere misteriosamente scomparso e “come se nulla fosse”. Con “farsi vivo” intendo con una telefonata, un messaggio o un semplice like – apparentemente casuale – su un social. Lo “zombie” o il “resuscitato” può essere un uomo o una donna e la vittima dello “zombieing” può essere un uomo o una donna.
Chi riemerge dall’oblio generalmente lo fa in modo improvviso e senza dare spiegazioni, riagganciando l’altra persona come se nulla fosse, come se non fosse mai sparito dalla sua vita. La scomparsa improvvisa è nella maggioranza dei casi correlata al fenomeno del “ghosting“, in cui l’altra persona sparisce senza spiegazioni e senza di fatto dire o fare nulla per lasciare l’altra persona, in pratica sparendo “come un fantasma” (“ghost” in italiano significa infatti “fantasma”). In parole semplici, lo zombie riappare senza dare spiegazioni, esattamente come era sparito senza dare spiegazioni.
Dopo essere resuscitato, lo zombie può scrivere qualche altro messaggio, o ritelefonare altre volte o mettere like a qualche post sui social, per poi risparire di nuovo e magari poi riapparire successivamente, in un ciclo che può ripetersi più e più volte ed andare avanti per mesi o anni. In altri casi lo zombie si trasforma in un “orbiter“: l’orbiting è una modalità relazionale che porta l’ex-partner ad “orbitare” continuamente intorno alla vittima, mantenendosi in questo modo agganciata ad essa e la sua vita. Per ottenere questo scopo l’orbiter usa spesso il “likeing“, cioè la pratica del mettere il “mi piace” sui post che la vittima immette sui propri social network, ad esempio foto su Istagram o su Facebook.
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Perché lo zombie si comporta così?
Lo zombie resuscita probabilmente perché sente il bisogno di soddisfare i propri bisogni emotivi e narcisistici: ad esempio ha un calo di autostima e sente il bisogno di essere amato o ammirato o adulato da qualcuno e si aspetta tale risposta dalla persona che aveva precedente abbandonato.
Nella maggioranza dei casi, il “riaggancio” della vittima di zombieing avviene, quindi, non perché lo zombie tenga davvero all’ex partner o perché magari abbia intensione di tornare con lui, ma esclusivamente per sé stessi, nonostante a volte la modalità del riaggancio sia particolarmente emotiva, ad esempio usando frasi molto dolci. Lo zombie spesso ha tratti di personalità narcisistica, tende ad essere poco empatico, egoista e con grosse fragilità emotive. Lo zombie ha spesso desiderio di onnipotenza e di controllo, derivato da una bassa autostima.
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Conseguenze nella vittima
Non si deve pensare che subire uno zombieing sia qualcosa da “prendere alla leggera”. Il riagganciare e lo staccare periodico, senza una “regola” né un motivo logico, può ciclicizzarsi e nel tempo disorienta e genera confusione nella vittima e può renderle molto difficile chiudere del tutto la relazione. La vittima può stare molto male anche perché questa modalità relazionale la porta a riaprire tutte quelle ferite legate all’abbandono che si erano generate nel momento in cui la persona se n’era andata, magari attuando il ghosting, cioè sparendo all’improvviso senza dare troppe spiegazioni. Nei casi più gravi, a causa dello zombiening, la vittima potrebbe aver bisogno di un supporto da parte di uno psicoterapeuta.
Se credi di essere intrappolato o intrappolata in una relazione tossica o che il tuo ex-partner o la tua ex-partner si stiano comportando con te come lo “zombie” descritto in questo articolo, prenota subito la tua visita e, grazie a colloqui riservati, ti aiuterò a gestire ed a superare questa situazione.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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