L’invecchiamento è una “malattia” da cui si può guarire

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA ESTETICA CAPELLI OCCHI ELLEZZA COSMETICI PELLE RUGHEL’invecchiamento è un processo reversibile, a patto di intervenire in tempo. Si potrebbero riassumere così i risultati di uno studio condotto dall’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, e pubblicata sulla rivista Cell, nella quale il professor David Sinclair e colleghi avrebbero individuato una delle cause reversibili dell’invecchiamento in un modello animale. La loro scoperta, sostengono gli autori, potrebbe aprire la strada a nuove cure per malattie legate all’età, compresi il cancro, il diabete di tipo 2, malattie infiammatorie e l’atrofia muscolare.

Tutto ruota intorno ai mitocondri, che sono la centrale elettrica delle cellule, alle quali forniscono l’energia necessaria per vivere, funzionare, riprodursi. All’interno della cellula una serie di eventi molecolari, individuati dai ricercatori, rendono possibile la comunicazione tra mitocondri e nucleo. Quando questa si inceppa comincia i declino dell’invecchiamento. Ristabilire la corretta comunicazione avrebbe quindi il potere di invertire il processo.

L’informazione da cui prende le mosse lo studio è che con il passare degli anni i livelli della molecola NAD, iniziatrice della comunicazione tra mitocondri e nucleo, calano. L’unico modo conosciuto fino ad ora per rallentare questo declino era l’abbinamento di restrizione calorica ed esercizio fisico intenso. Gli autori di questo studio sono riusciti a imitarne l’effetto grazie all’uso di un composto che le cellule sono in grado di trasformare in NAD, ripristinando così rapidamente la corretta comunicazione e la funzione mitocondriale.

Due team lavoravano separatamente a Boston e a Sydney, uno su tessuti muscolari in coltura, l’altro su modelli animali, ed entrambi hanno ottenuto gli stessi risultati. “Se il composto è somministrato abbastanza precocemente nel processo di invecchiamento, in una sola settimana i muscoli di un topo anziano erano indistinguibili da quelli di un topo giovane”, spiega Nigel Turner, coautore della ricerca. I topi maturi, di circa due anni, presentavano anche buoni valori per quel che riguarda l’infiammazione e l’insulino-resistenza, due parametri correlati all’invecchiamento. Il confronto è stato fatto con topi dell’età di sei mesi: “L’effetto è stato molto marcato”, spiega Turner. “E’ come un sessantenne che assomiglia a un ventenne per certi aspetti”.

I benefici però potrebbero riguardare anche i giovani adulti sani a giudicare dall’effetto che ha avuto lo stesso composto somministrato ai topi giovani. Ora i ricercatori si prefiggono di studiare gli effetti a lungo termine del composto sui topi prima di dare inizio ai primi trial clinici sull’uomo, cosa che contano di fare verso la fine del prossimo anno. Vogliono scoprire se, oltre agli effetti dimostrati sulla molecola HIF-1, di cui si conosce il ruolo nella genesi del cancro e che in questo studio si è scoperto essere coinvolta anche nell’invecchiamento, il composto che stimola la produzione di NAD possa essere usato per curare in modo sicuro alcuni rari disordini mitocondriali e altre malattie come il diabete.

“Chiaramente c’è ancora molto lavoro da fare”, ammette David Sinclair, che ha recentemente fondato una società, la Metrobiotech, per testare il composto, e che è anche consulente per molte altre aziende che lavorano nel settore biotech, tra cui colossi come GlaxoSmithKline. “Ma se i risultati reggono, allora l’invecchiamento potrebbe essere una condizione reversibile, se presa per tempo”.

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I capelli rossi si estingueranno entro il 2060

MEDICINA ONLINE DONNA CAPELLI BELLEZZASi chiama rutilismo ed è la predisposizione genetica ad avere capelli e peluria di un fitto color rosso. Per quanto possa, a volte, risultare esteticamente attraente, nella maggior parte dei casi può essere ben considerato una “debolezza” genetica. L’avere i capelli rossi comporta infatti parecchie seccature: una maggior esposizione al melanoma, alle irritazioni cutanee ed una maggior sensibilità agli anestetici. Il gene associato al rutilismo (di cui esistono 40 varianti) risale a circa 100.000 anni fa, ma potrebbe presto scomparire. “Entro il 2060 le nascite di persone con pelle chiara e capelli rossi rappresenteranno meno dell 1% della popolazione – spiega il dottor David Pearce, della University of Rochester Medical Center – Il gene del rutilismo, MC1R sul cromosoma 16, verrà letteralmente spazzato via dai altri geni dominanti. I motivi sono vari: la mescolanza con altre etnie, la particolare debolezza del gene e, non in ultimo, fenomeni evolutivi“. Rossi avvertiti: tra qualche anno sarete una rarità!

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I tuoi capelli hanno sicuramente la tricoptilosi e tu non sai neanche cos’è, scopri di cosa si tratta!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA ESTETICA CAPELLI OCCHI BELLEZZA COSMETICI PELLE RUGHE TRUCCO MAKE UP ROSAOggi parliamo di un tipico problema che le donne reputano molto fastidioso e contemporaneamente noi uomini non riusciamo a comprendere: la tricoptilosi. Ma di che si tratta? La tricoptilosi è una diffusissima anomalia delle punte dei capelli, le quali si presentano tipicamente biforcute. Insomma tricoptilosi è nient’altro che il nome tecnico delle… doppie punt! Spesso anche se la donna tratta i suoi capelli con tanta cura e amore, le doppie punte continuano ad apparire. Vediamo ora di capire il perché vengono e come possiamo fare per evitarle.

Cosa sono le doppie punte?

La tricoptilosi, ovvero le doppie punte, è una vera è propria rottura del capello, che così facendo da origine alle doppie punte, o a volte anche a maggiori sfaldature. Questo avviene perché nel capello creiamo delle bolle d’aria che scoppiando rompono il capello dividendolo, in capelli molto lunghi si possono vedere le doppie punte non solo alla base, ma anche in mezzo al fusto. La causa siamo sempre noi e spesso è colpa di eccessive cure, vediamo quali.

Quali sono le cause delle doppie punte?

1) I lavaggi troppo frequenti, anche se con prodotti che noi pensiamo siano non troppo aggressivi, vanno a togliere l’alimento base del fusto creando uno squilibrio nel manto idrolipidico. Il capello va lavato quando è sporco, non quando non sta in piega.

2) Un cattivo uso di phon e piastre è un altro fattore determinante nella rottura del capello, spesso si usa attrezzatura non professionale e si ha poca manualità. Ci si deve prendere il tempo necessario ad asciugare la chioma senza usare calore e velocità eccessive per non “bollire” il capello e mantenerlo idratato.

3) Una cattiva manipolazione del capello può essere una delle cause. Il capello bagnato è estremamente più fragile rispetto a quello asciutto, ad esempio il pettinarlo con spazzole o pettini a denti troppo stretti o addirittura con pinza fermacapelli (spesso lo vedo fare per fretta sotto le docce nelle palestre o al mare) lo spezzerà e da quella rottura nascerà una doppia punta. Usare pettini a denti larghi con punta arrotondata. Evitare l’uso di spazzole con setole sintetiche.

4) Infine mettiamo anche trattamenti troppo aggressivi, shampoo alcalini, decolorazione permanenti o stirature chimiche, dove non seguono cure appropriate, acconciature tipo rasta, fermagli applicati sempre nella stessa zona e bigodini non applicati nella giusta maniera. Da ricordare anche l’uso esagerato di piastre stiranti/arriccianti.

Come prevenire le doppie punte?

Usare sempre prodotti idonei al nostro tipo di capello e variarlo a secondo delle esigenze, prendersi del tempo per lavarseli e acconciarseli per dare le giuste cure, usare sempre condizionanti come maschere, balsamo e gocce in olio o crema per le punte, evitare di pettinarsi in modo eccessivo, ad esempio piastre o pieghe giornaliere, una spuntatina almeno tre volte l’anno o appena vedete apparire la punta incriminata.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Tinture, phon, spazzole, gel e piastre aggrediscono la tua chioma e ti fanno perdere i capelli

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA TRISTE DEPRESSIONE TRISTEZZA CAPELLI PENSIERI PAURA FOBIATutti noi, le donne pubblicamente e gli uomini più segretamente, vorremmo avere capelli abbondanti, luminosi, sani, che non cadono a bizzeffe nel lavandino al mattino, quando ci pettiniamo. Purtroppo non per tutti è così. Avere dei capelli dal colore spento, facili alle doppie punte ed alla caduta è scritto nel nostro DNA. Tuttavia, come sempre accade, abbiamo tante armi per difenderli, a patto di prendersene cura costantemente e dire addio ad abitudini che possono rivelarsi dannose, primi fra tutti i «cento colpi di spazzola» consigliati dalle nostre nonne. Lo spiega un documento dell’American Academy of Dermatology, secondo cui anche seguire le mode in fatto di acconciature può rivelarsi «pericoloso»: extension, treccine e piastre per lisciare i capelli dovrebbero essere utilizzati con il contagocce, se non si vogliono perdere più capelli del dovuto.

Continua la lettura su https://www.corriere.it/salute/dermatologia/13_luglio_31/capelli-sani-consigli-caduta_38cd7a58-f854-11e2-a59e-96a502746665.shtml

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Capelli cresciuti in laboratorio grazie alle cellule staminali: diremo addio a calvizie e alopecia?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA ESTETICA CAPELLI OCCHI BELLEZZA COSMETICI PELLE RUGHE TRUCCO MAKE UP OCCHIALI DA SOLE COLORATICapelli cresciuti in laboratorio grazie alle cellule staminali: è questa la nuova scommessa per combattere calvizie e alopecia di un team di ricercatori inglesi e americani. Gli studiosi hanno iniziato a ricreare l’intera struttura che permette ai capelli di nascere e svilupparsi e sperano, dopo i tentativi sugli animali, di poter presto applicare la loro tecnica anche all’uomo, risolvendo uno dei problemi più sofferti soprattutto dall’universo maschile. A oggi i tentativi di far nascere nuovi capelli in laboratorio non avevano mai avuto frutti positivi e duraturi, e per combattere l’alopecia si passava dai trapianti, ai riporti, alla tecnica del plasma ricco di piastrine, a prodotti cosmetici e medicinali con possibilità di riuscita non sempre elevata.

Continua la lettura su https://www.corriere.it/salute/dermatologia/13_ottobre_22/capelli-umani-cresciuti-dorso-topi-passi-avanti-contro-calvizie-alopecia-1b5b6f60-3b08-11e3-95f2-9a7a296f615f.shtml

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Albinismo: cause, sintomi, diagnosi, terapie, consigli e conseguenze sulla salute

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALBINISMOL’albinismo è un’anomalia congenita, ereditaria, caratterizzata dall’assenza della melanina, il pigmento, che conferisce colore alla pelle, alle mucose, ai peli, ai capelli e agli occhi. Gli albini soffrono di disturbi alla vista e hanno, inoltre, una predisposizione per i tumori della pelle. L’albinismo è presente nei popoli di tutte le razze.

Cause

L’albinismo è una condizione genetica causata da una mutazione di uno dei circa 18 geni, finora individuati, che al loro interno contengono le informazioni necessarie per la produzione di melanina in pelle e occhi. La melanina è un pigmento neri, bruno o rossastro, presenti in quantità variabile in vari distretti corporei, tra cui pelle, iride e capelli, in base all’etnia: la quantità di melanina presente determina la colorazione più o meno scura della cute.

Trasmissione

La maggior parte dei casi di albinismo, denominati albinismo oculocutaneo, ha una trasmissione genetica autosomica recessiva. Una malattia è detta a trasmissione autosomica recessiva quando l’allele alterato deve essere presente in coppia (omozigosi), cioè sono necessarie due copie dell’allele difettoso per far sì che la malattia si esprima, a prescindere dal sesso. Non basta un solo genitore portatore sano o malato, bensì entrambi i genitori devono essere portatori sani o malati. Il fenotipo quindi si esprime quando nel genotipo dell’individuo sono presenti entrambi gli alleli responsabili, fatto che spiega l’alta probabilità di sviluppare malattie genetiche in caso di incesto. Quindi:

  • un individuo che possegga entrambi gli alleli alterati: è portatore ed è malato;
  • un individuo che possegga solo un allele alterato: è portatore ma è sano;
  • un individuo che non possegga nessun allele alterato: NON è portatore ed è sano.

Essere portatore sano vuol dire quindi NON avere la patologia ma possedere nel proprio genotipo un allele mutato, che può essere trasmesso alle generazioni successive.

Dalla combinazione delle possibili condizioni di genitori sani, malati e portatori sani, deriva la distribuzione probabilità che la malattia sia trasmessa ai figli:

  • genitori malato-malato: la probabilità che il figlio/a nasca malato è del 100%;
  • genitori sano-malato: la probabilità che il figlio/a nasca portatore sano è del 100%;
  • genitori malato-portatore sano: la probabilità che il figlio/a nasca malato è del 50% e del 50% che nasca portatore sano;
  • genitori sano-portatore sano: la probabilità che il figlio/a nasca sano è del 50% e del 50% che nasca portatore sano;
  • genitori portatore-portatore: la probabilità che il figlio/a nasca portatore sano è del 50% mentre è del 25% che nasca sano o malato.

Se nessuno dei genitori ha un allele mutato, non c’è ovviamente alcuna trasmissione autosomica recessiva ed i figli saranno tutti sani e NON portatori dell’allele mutato.

Nell’immagine che segue, è raffigurata la tipica situazione in cui entrambi i genitori sono sani ma portatori dell’allele mutato:

  • un figlio su quattro avrà entrambi gli alleli alterati e sarà malato ed ovviamente portatore;
  • due figli su quattro avranno un allele normale ed uno alterato e saranno sani ma anche portatori;
  • un figlio su quattro avrà entrambi gli alleli normali e sarà sano e NON portatore.

Sintomi e segni

La pelle, i capelli e i peli degli albini hanno una funzionalità normale. Tuttavia, cambiano colore. La colorazione “tipica” dell’albinismo, totale, è il bianco. In realtà, però, esistono diversi “gradi” dell’anomalia congenita. In alcuni casi, infatti, pelle, capelli e peli tendono a scurirsi leggermente. Per questo, quindi, è erroneo considerare albino solo chi presenta pelle bianca, capelli bianchi e occhi rossi.

Diagnosi

La diagnosi avviene principalmente tramite anamnesi ed esame obiettivo. I test genici possono individuare i geni responsabili dell’albinismo.

Conseguenze per la salute

I principali problemi per la salute di un albino sono legati alla pelle e agli occhi. La melanina colora la pelle rappresentando uno degli “elementi”, visibili, della variazione umana ma, questo pigmento, svolge anche il ruolo di proteggere la pelle dai raggi, dannosi, del sole. Una prolungata esposizione al sole, infatti, determina un aumento della produzione di pigmento, l’abbronzatura, che funge da “filtro solare naturale”. Quando la pelle, però, è poco o per nulla pigmentata risulta priva di protezione. Questa condizione predispone a facili “scottature” – eritema solare – e, con maggiore rischio, a degenerazioni tumorali.

Gli occhi, senza una normale quantità di pigmento durante lo sviluppo embrionale e durante il primo periodo di vita, non si sviluppano bene e non funzionano bene. L’assenza del pigmento oculare – presente nell’iride e nella retina – determina, specifici, cambiamenti dell’occhio e dei nervi ottici:

  • l’iride si presenta trasparente lasciando passare la luce che, normalmente, entra soltanto attraverso la pupilla con, conseguente, ipersensibilità dell’occhio alla luce, fotofobia;
  • la retina, parte dell’occhio in cui sono localizzate le cellule che percepiscono lo stimolo visivo, manca di un’area piccola ma importante, la fovea, per cui si ha una riduzione dell’acuità visiva;
  • le connessioni nervose, addette al trasporto dello stimolo visivo dalla retina al cervello, seguono un percorso anomalo determinando, di conseguenza, una diminuzione della visione tridimensionale;
  • il nistagmo, movimento involontario degli occhi, generalmente, di tipo orizzontale, lo strabismo ed altri difetti oculari – errori di rifrazione – contribuiscono alla riduzione della visione.

L’entità di ognuno di questi disturbi è variabile in relazione alla quantità di pigmento presente durante lo sviluppo dell’occhio.

Conseguenze a livello psicologico

I soggetti con albinismo affrontano varie di discriminazione in tutto il mondo a causa del colore della pelle: come risultato il paziente tende ad isolarsi e può sviluppare depressione ed ideazioni suicidarie.

Terapie e consigli

Non esiste una terapia specifica per l’albinismo. I consigli, per i pazienti con albinismo, sono:

  • evitare la luce solare diretta;
  • utilizzare occhiali da sole;
  • indossare indumenti protettivi;
  • applicare schermi solari con un fattore di protezione superiore a 30 come  protezione contro i raggi UVA e UVB.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Differenze e vantaggi delle tinture per capelli temporanee, semi permanenti e permanenti

MEDICINA ONLINE DONNA CAPELLI BELLEZZATinture permanenti

Queste tinture sono molto particolari, quindi bisogna capirne bene il meccanismo di funzionamento. Innanzitutto dobbiamo tener presente che per conferire la colorazione desiderata devono reagire chimicamente con altre sostanze.

Le tinture permanenti contengono vari composti in grado di reagire tra loro per dare polimeri colorati. Di per sé, quindi, questi composti non sono colorati ma acquisiscono tale caratteristica soltanto dopo una reazione chimica in situ, quindi all’interno del capello.

Le tinture permanenti presentano dei vantaggi e degli svantaggi. Gli aspetti positivi sono:
Ampio range di colorazioni e sfumature;
Coprono perfettamente i capelli bianchi;
Sono prodotti economici;
Sono molto facili da utilizzare.

L’unico svantaggio è che possono causare allergie o irritazioni. Non a caso, le tinture permanenti non devono essere utilizzate attorno agli occhi, quindi per scurire ciglia o sopracciglia.
La concentrazione delle sostanze coloranti si aggira attorno al 6%; tale percentuale dev’essere abbastanza costante, proprio per il pericolo di tossicità.

Le tinture permanenti hanno come struttura molecolare di partenza il benzene, che presenta dei sostituenti in posizione para e in posizione meta, con gruppi elettrondonatori come ad esempio gruppi ammidici od ossidrili. Dobbiamo tenere in considerazione che le tinture permanenti sono sempre formate da una coppia di reagenti, un colorante intermedio primario ed un colorante detto copulante. I coloranti intermedi primari sono la p-fenildiammina e il p-amminofenolo, mentre i copulanti o coloranti intermedi secondari sono gli 1-naftoli, le m-diammine, gli m-amminofenoli, i resorcinoli ed i pirazoloni.
Le formulazioni delle tinture permanenti che si trovano in commercio sono, in linea di massima, così composte: una parte in cui si trovano i coloranti primari (che sono sempre para), i copulanti (che sono sempre meta), l’ammoniaca, delle sostanze tampone per mantenere un pH basico, e un antiossidante per evitare l’ossidazione dei coloranti; la seconda parte è invece composta da agenti ossidanti come l’acqua ossigenata pura o addizionata con urea (la preferita).

Come si fa a formare e ad applicare il colore sul capello?

Prima di tutto si devono miscelare le due parti del kit. A questo punto avviene una reazione di ossidazione a carico dell’intermedio primario, che produce una specie molecolare molto reattiva. Questa specie reattiva è in grado di legare l’intermedio secondario o copulante. Si genera una molecola formata da due benzeni legati tra di loro da un gruppo – NH. Dopodiché avviene un’altra ossidazione, perché abbiamo nella miscela l’acqua ossigenata, da cui origina una molecola colorante ad alto peso molecolare (indo-colorante). Quest’ultima può ulteriormente reagire con altri copulanti, generando composti complessi. Si ricorda che tutta questa reazione avviene sul capello (in situ). I due intermedi, essendo a basso PM, riescono a penetrare nel capello e, ossidandosi, originano una molecola colorata ad alto PM, la quale rimane intrappolata nella struttura del capello conferendogli la colorazione voluta.

Una volta formata la pasta colorante, la si applica sul capello lasciandola agire per un tempo che varia dai 20 ai 30 minuti, in modo da consentire la penetrazione degli intermedi nella struttura del capello. L’assorbimento delle sostanze è facilitato dal mantenimento di un pH basico elevato, il quale aumenta la permeabilità del capello stesso. Al termine del tempo di applicazione si procede con un lavaggio del capello con tensioattivi, per eliminare i vari precursori che non hanno reagito; dopodiché si procede con asciugatura ed acconciatura.

Tinture semi-permanenti

Queste tinture conferiscono una colorazione resistente per circa 4 – 5 lavaggi. I coloranti maggiormente impiegati sono di tipo organico, poco solubili e a basso peso molecolare, in grado di diffondere moderatamente nel capello. I coloranti impiegati nelle tinture semi-permanenti sono dispersi in emulsioni O/A con dei tensioattivi non ionici e delle sostanze che portano il pH attorno ad 8 – 9. Le tinture semi-permanenti si possono trovare in commercio sottoforma di lozioni, aerosol o schiume pronte all’uso.
I vantaggi di queste tinture sono:

Non è necessaria una reazione chimica per sviluppare la colorazione;
Semplicità d’uso;
Coprono fino al 30 – 40% dei capelli;
Possono offrire delle sfumature di colore;
Possono essere applicate direttamente sui capelli bagnati.

L’unico difetto è che le tinture semi-permanenti possono dare delle interazioni deboli tra coloranti e capelli.

Tinture temporanee

Il colore conferito da queste tinture dura solamente un lavaggio. Le formulazioni che si possono trovare in commercio sono dei gel, delle lozioni o delle schiume spray. Affinché la formulazione conferisca il colore desiderato, dev’essere lasciata agire per circa 20 minuti a temperatura ambiente.

I coloranti impiegati in queste tinture sono coloranti tessili o degli acidi. La loro caratteristica è di essere solubili in acqua e di avere un elevato peso molecolare. Grazie all’elevato peso molecolare non diffondono nel capello; pertanto, la colorazione risulta rimovibile con un solo lavaggio.

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Lo shampoo indebolisce i capelli ed altre leggende metropolitane sui capelli

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SHAMPOO CAPELLI LAVARE FORFORA DOPPIE PUNTE UOMO CALVIZIE BALSAMO1) Lo shampoo indebolisce i capelli e ne causa la caduta
Falso. Il tempo di contatto dello shampoo con il cuoio capelluto è molto breve, il prodotto è, infatti, diluito con l’acqua e risciacquato dopo pochi minuti: non esistono quindi shampoo, almeno tra quelli di marche conosciute, che causano un’aumentata caduta dei capelli.

2) Tagliare i capelli li rende più forti 
E’ una affermazione che fanno in molti ma non ha alcun fondamento scientifico. La parte del capello che fuoriesce dal cuoio capelluto è morta, di conseguenza il capello non trae alcun beneficio dal taglio. Tuttavia, la capigliatura appare più gradevole esteticamente e più corposa perché le punte dei capelli, eliminate con il taglio, sono la parte più rovinata ed assottigliata.

3) Lavare spesso i capelli li danneggia
Lavare i capelli frequentemente non solo non è dannoso, ma previene malattie del cuoio capelluto come la dermatite seborroica, che possono provocare un’aumentata caduta
dei capelli. I capelli si possono lavare anche quotidianamente, il motivo per cui i capelli cadono durante il lavaggio è che il trauma meccanico facilita il distacco delle radici in telogen, ovvero di quei capelli in fase di riposo già destinati a cadere. L’importante è che lo shampoo utilizzato sia delicato e l’acqua non sia troppo calcarea. In caso di capelli secchi
e rovinati, però, è consigliabile utilizzare il balsamo per proteggere durante la pettinatura e l’asciugatura. È inoltre importante non asciugare i capelli con aria troppo calda o con il phon a distanza troppo ravvicinata. Ovviamente il termine “frequentemente” è riferito al buon senso: evitate cinque lavaggi al giorno!

Leggi anche: Differenza tra pelo e capello

4) Lacca e gel sono dannosi
Questi prodotti non penetrano attraverso il cuoio capelluto, ma si depositano sul fusto, di conseguenza non hanno effetti sul follicolo e quindi sul capello che cresce.
Bisogna stare attenti però alla qualità dei prodotti. I prodotti di buona qualità formano intorno al capello una pellicola invisibile che permette la tenuta della piega e ha una funzione protettiva.

5)  Pettinatura, phon caldo, tinture e permanenti non causano le doppie punte
È importante non aggredire i capelli ma essere il più possibile delicati nel trattarli. Trattamenti troppo intensi danneggiano la cuticola e poi la corteccia, causando le doppie punte. Per questo bisogna proteggere quotidianamente i capelli: l’unico altro rimedio per le doppie punte è il taglio.

Leggi anche: Le regole d’oro per la bellezza di ogni tipo di capello

6) Il phon caldo si può usare sempre
Il rivestimento di sebo che abbiamo sui capelli protegge il fusto dall’ambiente. Il sebo, presente nella parte superiore del follicolo, non interferisce con l’attività della matrice. Quando fuoriesce dal follicolo, invece, il sebo si deposita sulla cute e si diffonde sul capello ad una velocità crescente quanto più il sebo è fluido ed i capelli sono sottili. Visto che il calore tende a fluidificare il sebo, i soggetti con aumentata seborrea e capelli grassi dovrebbero evitare l’uso del phon caldo. Anche toccare e pettinare frequentemente i capelli favorisce la diffusione del sebo e peggiora il problema dei capelli grassi.
Contrariamente a quanto molti pensano, invece, la secrezione sebacea non è influenzata dal lavaggio.

Leggi anche: Come porti capelli rivela molto della tua personalità

7) Il casco protettivo per i motoveicoli e i cappelli causano la caduta
Contrariamente a quanto si crede, l’uso di cappelli o del casco non genera un aumento della caduta dei capelli. Anzi, permette di proteggere il cuoio capelluto dal sole.
La falsa credenza che lega caduta dei capelli e casco è forse dovuta al fatto che chi perde molti capelli può facilmente rinvenirli sul cappello o nel casco.

8) Tagliare i capelli è utile in caso di caduta o di diradamento
E’ falso, ma non sempre: è, infatti, utile solo se sono presenti doppie punte o altre alterazioni esterne del fusto, o per un fatto puramente estetico.

Leggi anche: I tuoi capelli rivelano la tua salute: ecco come leggere i segnali che ti inviano

9) La rasatura rende i capelli più folti o grossi
I capelli appaiono più grossi solo perché asportiamo l’estremità, che è naturalmente più sottile. In realtà, però, la rasatura non modifica lo spessore o la densità dei capelli

10) Risciacquare i capelli con acqua ghiacciata dopo shampoo e balsamo li fa brillare di più
Quest’idea è in giro da tanto tempo: risciacquare i capelli con acqua fredda li fa splendere di più. Il ragionamento è che risciacquando i capelli con acqua fredda le cuticole si appiattiscono e riflettono più luce. Mancano prove scientifiche per supportare questa credenza. Risciacquare i capelli con l’acqua fredda certamente ti sveglia, ma un modo scientificamente provato (e molto più comodo) per rendere le cuticole lisce è usare il balsamo adatto ai tuoi capelli ogni volta che fai uno shampoo. Verdetto: Non esistono prove scientifiche

11) Il cloro rende i capelli più lisci
Assolutamente falso, anzi è vero il contrario: il cloro ha un effetto “irruvidente” sui capelli. Gran parte dell’effetto capelli ruvidi dipende dal tipo di cloro, dal tempo di esposizione dei capelli al cloro e dalla percentuale di cloro in acqua. Se e quando i capelli sono esposti al cloro (si trova quasi esclusivamente nelle piscine), assicurati di risciacquare con acqua pulita il prima possibile in modo da evitare i capelli ruvidi.

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