Feci chiare, ipocoliche, acoliche, bianche: significato, cause, diagnosi e terapie

MEDICINA ONLINE APPARATO DIGERENTE INTESTINO DIGIUNO ILEO DUODENO STOMACO ESOFAGO FEGATO PANCREAS DIGESTIONE FECI CRASSO COLON RETTO CROHN COLITE DIARREA VOMITO DIGERIRE SANGUE CIBO MANGIl colore delle feci è un indicatore della salute di una persona. Nel caso di feci chiare, (ipocoliche o ipocromiche, acoliche, biancastre, grigie o color argilla) si può ipotizzare la presenza di patologie epatiche, colecistiche o pancreatiche. Normalmente, la presenza dei pigmenti biliari conferisce alle feci la caratteristica colorazione marrone: la degenerazione epatocellulare o l’ostruzione dei dotti biliari, possono interferire con la formazione o il rilascio di questi pigmenti nell’intestino, portando a feci color argilla, solitamente associate a ittero e urine scure. Vediamo ora le possibili cause di feci più chiare del normale o addirittura grigiastre o biancastre.

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Tumore del dotto biliare

Segno di esordio frequente di questa patologia, le feci color argilla si possono associare a ittero, prurito, anoressia e calo ponderale, dolore all’addome superiore, diatesi emorragica e massa palpabile.

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Cirrosi biliare

Solitamente, l’evacuazione di feci color argilla segue l’insorgenza di un prurito inspiegabile che peggiora di sera, debolezza, astenia, calo ponderale e dolore addominale vago; queste caratteristiche pos­sono essere presenti per anni. Segni e sintomi associati possono includere ittero, iperpigmentazione e segni di malassorbimento, quali diarrea notturna, steatorrea, porpora, dolori lombari e ossei, dovuti a osteomalacia. Il paziente può anche sviluppare epatomegalia dolente con consistenza parenchimale dura, ematemesi, ascile, edema, e xantomi sul palmo delle mani, piante dei piedi e gomiti.

Leggi anche: Cirrosi epatica e fegato: sintomi, dieta, diagnosi, terapia e prevenzione

Colangite sclerosante

Caratterizzata da fibrosi dei dotti biliari, questa patologia in­fiammatoria cronica può determinare l’evacuazine di feci color argilla, ittero cronico o intermittente, prurito, dolore al quadrante su­periore destro dell’addome, brividi e febbre. Per approfondire: Colangite sclerosante primitiva autoimmune: cura, sopravvivenza

Colangite acuta

La colangite acuta è una infezione del dotto biliare (quello che drena la bile prodotta nel fegato verso la cistifellea) causata solitamente da batteri che provengono dalla sua confluenza nel duodeno: ciò tende a verificarsi più frequentemente se il dotto biliare è già parzialmente ostruito da calcoli biliari. Per approfondire: Colangite acuta: cause, sintomi, diagnosi, terapia, dieta

Colelitiasi

La colelitiasi biliare, cioè la presenza di calcoli nelle vie biliari, può determinare l’evacuazione di feci color argilla, quando ostruiscano il dotto biliare comune (coledocolitiasi). Tuttavia, se l’ostruzione è intermittente, le feci possono presentarsi alternativamente, normali e color argilla. Sintomi associati possono includere dispepsia e, in caso di ostruzione grave e improvvisa, la colica biliare. Il dolore, localizzato al quadrante superiore destro, s’intensifica in varie ore, può irradiarsi all’epigastrio o alla scapola e non è alleviato dalla somministrazione di antiacidi. Il dolore è associato a tachicardia, agitazione, nausea, vomito, dolorabilità al quadrante superiore dell’addome, febbre, brividi e ittero. Per approfondire: Calcolosi colecisti: sintomi, dieta e terapie dei calcoli biliari

Carcinoma epatico

Prima che in questa malattia si abbia evacuazione di feci ipocromiche, il paziente lamenta di solito altri segni e sintomi, tra cui: calo ponderale (dimagrimento), debolezza e anoressia. Nelle fasi tardive, si può avere lo sviluppo di un’epatomegalia (aumento della grandezza del fegato) dura, con modularità, ittero (colore giallastro di cute e sclere), dolore al quadrante superiore destro dell’addome, ascite, edemi declivi e febbre. Durante l’auscultazione, qualora la massa tumorale interessi una vasta parte del fegato, si potrà udire un soffio, un ronzio o uno sfregamento. Per approfondire: Tumore al fegato: sopravvivenza, aspettative di vita, terminale, decorso

Epatite

Nell’epatite virale, la comparsa di feci color argilla segnala l’inizio della fase itterica ed è solitamente seguita dall’insor­genza di ittero nell’arco di 1-5 giorni. Segni associati comprendono lieve calo ponderale e urine scure, così come il perdurare di alcuni segni della fase precedente alla comparsa dell’ittero, quali anoressia ed epatomegalia dolente. Durante la fase itterica, il paziente può divenire irritabile e sviluppare dolore al quadrante superiore destro dell’addome, splenomegalia, ingrossamento dei linfo­nodi cervicali e intenso prurito. Una volta scomparso l’ittero, il paziente continua a lamentare astenia, flatulenza, dolore o dolorabilità addominale e dispepsia, sebbene l’appetito torni solitamente alla normalità e l’epatomegalia scompaia. La fase postitterica dura generalmente da 2 a 6 settimane, con recupero completo nell’arco di 6 mesi. Nell’epatite colestatica non virale, si ha la presenza di feci acoliche color argilla, con altri segni di epatite virale. Per approfondire, leggi:

Tumore della testa del pancreas

L’ostruzione del coledoco, associata a questo tumore insidioso, può causare la presenza di feci color argilla. Manifestazioni classiche associate includono dolori all’addome o alla schiena, ittero, prurito, nausea e vomito, anoressia, calo ponderale, astenia, debolezza e febbre. Altri possibili effetti sono diarrea, lesioni cutanee (soprattutto sugli arti inferiori), labilità emotiva, splenomegalia e segni di sanguinamento gastrointestinale. L’auscultazione può mettere in evidenza un soffio nell’area periombelicale e nel quadrante supe­riore sinistro dell’addome. Per approfondire: Tumore al pancreas: aspettativa di vita, sopravvivenza, guarigione

Pancreatite acuta

Questo disturbo infiammatorio può determinare la comparsa di feci color argilla, urine scure e ittero. Solitamente, provoca anche l’insorgenza di un intenso dolore epigastrico che si irradia alla schiena e si aggrava in posizione supina. Reperti associati possono includere nausea e vomito, febbre, resistenza e dolorabilità addo­minale, peristalsi e crepitii alle basi polmonari. Nella pancreatite grave, i reperti comprendono marcata agitazione psicomotoria, tachicardia, cute viscida e fredda, estremità sudate. Per approfondire: Pancreatite acuta: terapia, dieta, complicanze, morte

Feci chiare nei bambini

I bambini producono molto spesso le feci color argilla, quindi chiare. Ciò non deve scatenare in voi ansie particolari, specialmente se si tratta di un episodio non ricorrente. Di solito dipende dagli adattamenti dell’apparato gastrointestinale del piccolo. In alcuni casi possono comunque segnalare un disturbo metabolico perciò il sintomo deve essere in ogni caso riferito al pediatra. Dovete infatti tener presente che anche la celiachia può portare alla comparsa di feci chiare e molli per via che il corpo non è stato in grado di metabolizzare il glutine.

Leggi anche: Feci gialle, giallo oro, giallastre: cause ed interpretazione clinica

Diagnosi

La diagnosi della patologia o condizione che causa a monte la formazione di feci dal colore anomalo, si può servire di vari strumenti, tra cui:

Tra le analisi del sangue più importanti per valutare la funzionalità del fegato, ci sono:

Terapia

Non esistendo una causa unica che determini la formazione di feci più chiare del normale, non esiste neanche una cura unica che vada bene per ogni singolo caso di feci più chiare del normale: la cura deve essere impostata in base alla diagnosi, che viene effettuata con esami di laboratorio e di diagnostica per immagini (rx, TAC, endoscopia…). Una volta trovata e curata la causa a monte, il problema dovrebbe risolversi.

Le feci tornano al loro colore normale?

Di solito si. Una volta curato il problema che ha determinato la formazioni di feci di colore anomalo, le feci tornano ad essere marroni. Se però le cause alla base non sono curabili, come alcune forme di tumori o la malattia epatica, anche le feci resteranno dello stesso colore dell’argilla.

Quando le feci chiare sono collegate alla diarrea

La diarrea può avere come sintomo anche le feci chiare. Il motivo può essere la diluizione degli escrementi, il cui colore appare quindi tenue. Aspettate la fine del problema e vedrete probabilmente tornare le feci al loro colore normale. Se invece non torna alla normalità, dovete consultare il vostro medico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra calcoli biliari e renali

MEDICINA ONLINE BILE DOTTO EPATICO COMUNE CISTICO COLEDOCO CISTIFELLEA COLECISTI FEGATO DIGESTIONE ANATOMIA SCHEMA SISTEMA BILIARE SINTESI IMMAGINEPrima di trattare l’argomento dobbiamo capire che cosa si intenda in medicina con il termine “calcoli”.

Cos’è un “calcolo”?

In ambito medico il calcolo è una concrezione (cioè un aggregato) di sali minerali associati o meno a sostanze organiche che si forma nell’organismo, specialmente dentro condotti ghiandolari ed in alcuni organi cavi per precipitazione e successiva aggregazione di sostanze prima disciolte nei relativi secreti. Pur potendo esistere molti tipi di calcoli, in genere in medicina si fa riferimento a due tipologie specifiche di calcoli clinicamente rilevanti:

  • calcoli renali: quelli che si formano nelle vie urinarie e determinano calcolosi renale;
  • calcoli biliari: che si formano nella cistifellea e nei dotti biliari e determinano colelitiasi (calcolosi delle colecisti).

Calcoli renali

I calcoli renali possono variare da pochi millimetri ad alcuni centimetri. A seconda della loro composizione abbiamo quattro tipi di calcoli renali: ossalato e fosfato di calcio (80%), acido urico (15%), magnesio-ammonio-fosfato – detto anche struvite – (5%) e cistina (molto raramente). I calcoli renali si formano a causa di ipersaturazione delle urine da parte delle stesse sostanze che compongono i calcoli, che a loro volta precipitano dando luogo alla formazione di cristalli che pian piano si accumulano stratificandosi e dando luogo al calcolo.

  • per esempio l’iperuricemia (dando luogo poi alla gotta),
  • oppure problemi endocrini (l’iperparatiroidismo),
  • la dieta errata (ricca in proteine ed ossalati),
  • problematiche di tipo infettivo (infezioni urinarie da parte di germi gram-negativi che alcalinizzano le urine),
  • oppure ancora in anomalie ereditarie (calcolosi cistinica).

Per approfondire, continua la lettura con i seguenti articoli:

Calcoli biliari

Anche in questo caso i calcoli possono presentare una dimensione che va da pochi millimetri a qualche centimetro. Si presentano come formazioni dure simili a sassi. Colpisce circa il 10 – 15% della popolazione e sembra avere una preferenza per il sesso femminile (soprattutto dovuto a gravidanze multiple, obesità o dimagrimenti rapidi). I calcoli biliari sono essenzialmente di due tipi: i calcoli di colesterolo e i calcoli pigmentati, a loro volta distinti in bruni e neri. Le cause di formazione di questi calcoli sono differenti a seconda del tipo di calcolo.
I calcoli di colesterolo rappresentano il 70% circa dei calcoli nei paesi occidentali. In questi casi il fegato produce una bile satura in colesterolo (a causa del mancato equilibrio, per esempio, con i sali biliari e i fosfolipidi). Questo mancato equilibrio porterà ad un’emissione di bile satura in colesterolo che favorirà la formazione di calcoli.
Nei calcoli pigmentati troveremo invece della bilirubina non coniugata che si combinerà e precipiterà col calcio, in modo da formare bilirubinati di calcio. I calcoli pigmentati bruni si associano normalmente ad infezioni (si riscontrano più che altro in Asia), mentre quelli neri sono normalmente concomitanti a malattie del sangue o si riscontrano in pazienti cirrotici:  si riscontrano solo nella colecisti.

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Calcolosi colecisti: sintomi, dieta e terapie dei calcoli biliari

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO COLICA BILIARE BILE CISTIFELLEA DOTTO CISTICO EPATICO COMUNE COLEDOCO CALCOLOSI DELLA COLECISTI FEGATO LITIASI COLELITIASI CALCOLI BILIARI RIMEDII calcoli della colecisti (o “calcolosi della colecisti” o “litiasi della colecisti” o “colelitiasi” o “calcoli della cistifellea” o “litiasi della cistifellea” o “calcoli biliari“, spesso impropriamente denominati anche Continua a leggere

Differenza tra colecisti e cistifellea

MEDICINA ONLINE BILE DOTTO EPATICO COMUNE CISTICO COLEDOCO CISTIFELLEA COLECISTI FEGATO DIGESTIONE ANATOMIA SCHEMA SISTEMA BILIARE SINTESI IMMAGINEPotrebbe sembrare una domanda banale ma, dal momento che il paziente non è quasi mai un “addetto ai lavori”, è importante fare chiarezza: qual è la differenza tra “colecisti” e “cistifellea”? Non c’è alcuna differenza: i due termini sono infatti sinonimi ed indicano il medesimo organo del corpo umano; a tal proposito leggi: Cistifellea: cos’è, a cosa serve e dove si trova

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Colecistite alitiasica: cause, dieta ed intervento

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-cistifellea-cose-cosa-serve-dove-si-trovariabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-ecoLa colecisti (o cistifellea), ha il compito di raccogliere la bile, una sostanza densa prodotta dal fegato, che serve per il metabolismo dei grassi di origine alimentare (ad esempio il colesterolo). Questo piccolo organo è soggetto alla formazione di calcoli, i quali, ostruendo i dotti biliari, possono provocare un’infiammazione, ovvero una colecistite.
Si tratta di un disturbo più comune di quanto non si creda, che si può curare con una dieta adeguata e una terapia a base di antibiotici e analgesici, soprattutto quando si manifesti sotto forma acuta. Tuttavia, questa infiammazione della cistifellea può verificarsi anche in assenza di calcoli, ed ecco perché parliamo di colecistite alitiasica. In genere si verifica in una percentuale bassa rispetto alla tipologia legata ai calcoli biliari, circa il 5-10% dei casi, ma è più grave rispetto all’altra. Le cause possono essere diverse, tra queste le più probabili sono:

  • conseguenza di interventi chirurgici importanti;
  • infezioni sistemiche dell’organismo;
  • traumi addominali;
  • ustioni gravi;
  • digiuno prolungato;
  • nutrizione con le flebo per mesi;
  • deficit immunitari.

Anche se le cause sono diverse, la colecistite alitiasica si manifesta con gli stessi sintomi di quella provocata dai calcoli, ovvero:

  • dolore forte e improvviso, quasi insopportabile, al quadrante superiore destro dell’addome con riflesso alla schiena (zona sotto la scapola destra);
  • dolore prolungato, che si mantiene costante per almeno sei ore;
  • febbre (oltre i 38°);
  • nausea;
  • vomito;
  • brividi;
  • malessere generale.

Quando chiamare il medico?
È necessario contattare rapidamente il medico in caso di improvviso e forte dolore addominale, soprattutto se non migliora dopo qualche ora o se è accompagnato da altri sintomi caratteristici come ittero e/o febbre. Nell’impossibilità di contattare il medico farsi accompagnare in pronto soccorso.

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Pericoli
In assenza di una diagnosi e un appropriato trattamento alcuni casi di colecistite possono essere causa di gravi e pericolose complicazioni:

  • cancrena, con morte del tessuto della colecisti, che può ulteriormente causare complicazioni se l’infezione si diffonde nell’intero organismo (sepsi).
  • perforazione della cistifellea, con diffusione dell’infezione nell’addome (peritonite) e formazione di ascessi.

È infine possibile l’infiammazione del pancreas (pancreatite).

Diagnosi
La diagnosi è in genere formulata attraverso:

  • anamnesi (ricostruzione storia clinica del paziente, rilevazione fattori di rischio, stato di salute, storia clinica, …),
  • visita medica per l’osservazione di segni e sintomi caratteristici (come il segno di Murphy),
  • esami strumentali, primo fra tutti l’ecografia.

L’ecografia è il modo migliore per scoprire i calcoli biliari, ma può anche individuare la presenza di liquidi intorno alla cistifellea oppure l’ispessimento delle pareti, sintomi tipici della colecistite acuta. In molti casi, quando la bacchetta dell’ecografia viene appoggiata sull’addome in corrispondenza della cistifellea, i pazienti lamentano dolore. Sono talvolta necessari esami di imaging più sofisticati o di altro genere (risonanza magnetica, radiografia, …). La manovra di Murphy garantisce al medico una buona sensibilità nella diagnosi di colecistite acuta; viene effettuata attraverso una leggera pressione della colecisti del paziente mentre gli viene richiesto di inspirare profondamente, causando un dolore improvviso che lo costringerà all’interruzione dell’atto respiratorio. La patologia per cui più facilmente si osserva la positività della manovra di Murphy è la colecistite acuta, mentre in caso di colecistite cronica o semplice colica biliare il dolore sarà più sfumato.

Medicina di laboratorio
Gli esami del sangue possono in alcuni casi mostrare un aumento di:

  • gammaGT,
  • leucociti,
  • bilirubina (totale e diretta).

Gli altri esami possono individuare alcune complicazioni, ad esempio l’aumento di un enzima pancreatico (lipasi o amilasi) dovuto alla pancreatite. Se i globuli rossi sono alti, possono essere sintomo di infiammazione, ascesso, cancrena o perforazione della cistifellea.

Cura e terapia
La colecistectomia, cioè la rimozione chirurgica della cistifellea, è il trattamento di prima scelta della colecistite e viene quasi sempre effettuato a meno di gravi controindicazioni all’intervento chirurgico; può essere effettuata subito, entro un paio di giorni o nel giro di qualche settimana (a seconda dei rischi di complicazioni, dello stato di salute, dei sintomi, …). Rimandare l’intervento di solito diventa necessario per i pazienti affetti da disturbi che lo rendono rischioso (ad esempio se affetti da disturbi cardiaci, polmonari o renali). Se si sospetta una complicazione come un ascesso, la cancrena o la perforazione, è invece necessario intervenire d’urgenza perchè i rischi delle complicanze superano quelli legati all’intervento. Di solito l’operazione viene effettuata usando un tubicino flessibile, munito di telecamera a un’estremità e detto laparoscopio. Il laparoscopio, altri tubicini e gli strumenti chirurgici usati per rimuovere la cistifellea vengono inseriti attraverso piccole incisioni praticate nell’addome. Nei casi di grave infiammazione, shock o rischi insormontabili legati all’anestesia generale un radiologo interventista può intervenire inserendo un catetere di drenaggio percutaneo nella colecisti e trattando il paziente con con antibiotici fino a risoluzione dell’infiammazione acuta. Una colecistectomia può quindi essere valutata in seguito, se lo stato di salute dovesse migliorare. Alcuni pazienti potrebbero soffrire di coliche biliari anche dopo la rimozione della cistifellea e dei calcoli e la causa non è nota con esattezza, ma in genere i fastidi sono tutto sommato sopportabili/gestibili e tendono a sparire con il tempo.

Si può vivere senza cistifellea?
E’ possibile una vita senza cistifellea? A tale proposito leggi: Si può vivere senza cistifellea?

Dieta
Come accennato all’inizio dell’articolo, l’alimentazione influenza in maniera rilevante la comparsa dei calcoli nella cistifellea, che sono alla base della formazione del maggior numero di colecistiti. Non è certo un caso che la maggior parte delle persone che ne soffrono sono persone che hanno un’alimentazione squilibrata e ricca di grassi, o ancora coloro che sono particolarmente in sovrappeso, o ancora coloro che attuano delle diete molto drastiche per ridurre il peso. I calcoli alla colecisti sono infatti determinati soprattutto dall’eccesso di colesterolo nella bile: una cattiva alimentazione provoca il suo incremento all’interno di questo organo, e di seguito l’impossibilità di smaltirlo correttamente. Le quantità che rimangono all’interno della colecisti si solidificano creando i calcoli, piccoli “sassolini” delle dimensioni di pochi millimetri, di colore giallastro. Ebbene, per cercare di ridurre il rischio di calcoli è bene cercare di consumare molte fibre ed evitare i grassi. Mangiare dunque molta frutta e verdura, e incrementare l’apporto di fibre con la crusca, potrebbe essere il primo passo. Cercate inoltre di privilegiare le carni bianche e il pesce azzurro, evitando – di contro – le carni che sono ricche di grassi, o ancora i formaggi molto stagionati, il latte intero, gli insaccati, le fritture, i salumi.

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Differenza tra calcoli e coliche

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA URETRA URETERE VESCICA RENI URINA SPERMA USCITAIl calcolo è una concrezione (cioè un aggregato) di sali minerali associati o meno a sostanze organiche che si forma nell’organismo, specialmente dentro condotti ghiandolari ed in alcuni organi cavi per precipitazione e successiva aggregazione di sostanze prima disciolte nei relativi secreti. Normalmente facciamo riferimento a due tipologie di calcoli clinicamente rilevanti:

  • calcoli renali: quelli che si formano nelle vie urinarie e determinano calcolosi renale;
  • calcoli biliari: che si formano nella cistifellea e nei dotti biliari e determinano colelitiasi.

Con il termine “colica” si definisce invece una forma particolare di dolore caratterizzata da intervalli di remissione, tipica di una ostruzione in un condotto o un viscere. Il dolore è presente nelle fasi di contrazione (in cui il tessuto cerca di “spostare” in avanti l’ostruzione), mentre la remissione nelle fasi di rilassamento. Tipiche coliche sono quelle biliari, causate da calcoli biliari, o quelle renali, causate da calcoli renali. Generalmente il dolore colico si risolve spontaneamente una volta che sia stata rimossa l’ostruzione.

Il calcolo è quindi un aggregato di sali che può determinare una ostruzione e la colica è invece un tipo di dolore intermittente provocato dal calcolo.

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Differenza tra calcoli e polipi

MEDICINA ONLINE BILE DOTTO EPATICO COMUNE CISTICO COLEDOCO CISTIFELLEA COLECISTI FEGATO DIGESTIONE ANATOMIA SCHEMA SISTEMA BILIARE SINTESI IMMAGINEIl calcolo è una concrezione (cioè un aggregato) di sali minerali associati o meno a sostanze organiche che si forma nell’organismo, specialmente dentro condotti ghiandolari ed in alcuni organi cavi per precipitazione e successiva aggregazione di sostanze prima disciolte nei relativi secreti. Normalmente facciamo riferimento a due tipologie di calcoli clinicamente rilevanti:

  • calcoli renali: quelli che si formano nelle vie urinarie e determinano calcolosi renale;
  • calcoli biliari: che si formano nella cistifellea e nei dotti biliari e determinano colelitiasi.

Con “polipo” in medicina si indica  un’escrescenza patologica che si forma su una mucosa, una sierosa o all’interno del connettivo sinoviale, sporgente in una cavità del corpo o in un canale. Di solito si tratta di una neoformazione di carattere benigno, mentre per le neoformazioni di carattere maligno è più appropriata la definizione di carcinoma o adenocarcinoma. Se il polipo aderisce direttamente al tessuto, si parla di polipo sessile, mentre se aderisce mediante un peduncolo, il polipo si definisce peduncolato.

In particolare i “polipi della colecisti” sono rilevazioni della mucosa che riveste internamente la parete della colecisti. Queste formazioni sono molto comuni, inoltre la grande maggioranza di esse è del tutto benigna e rappresentata da polipi di colesterolo. Una piccola parte è rappresentata da adenomi o da papillomi della parete, che sono considerati veri e propri tumori benigni della parete della colecisti.

La maggior parte dei polipi della colecisti si forma a causa dei calcoli. La colesterolosi che è alla base della formazione dei polipi nella parete della colecisti è caratterizzata dall’accumulo di trigliceridi in particolari cellule (i macrofagi) della parte di parete che si chiama lamina propria. Questo accumulo è quello che dà origine all’aspetto ecografico di piccoli polipi. I polipi di colesterolo sono formati da queste cellule che contengono colestrerolo e che sono ricoperte da un singolo strato di cellule dell’epitelio. Il motivo della loro formazione tuttavia è sconosciuto. Alcuni scienziati pensano che queste lesioni possano derivare da depositi diretti di colesterolo che proviene dal colesterolo presente nel sangue, altri ritengono che steroli liberi possano essere trasferiti dalla bile alla mucosa che costituisce la parete della colecisti e che lo sviluppo dei polipi possa essere associato con un’alterata sintesi epatica del colesterolo stesso.

Sia calcoli biliari, che polipi biliari, pur essendo strutture diverse, possono dare origine a colica biliare, in quanto entrambi possono causare una ostruzione del flusso di bile all’interno dei condotti biliari.

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Bile: dove si trova, a che serve e da cosa è composta?

MEDICINA ONLINE ANATOMIA CISTIFELLEA COLECISTI COSE A COSA SERVE BILE GRASSI DIGESTIONE FISIOLOGIA ANATOMY OF THE BILE DUCT SYSTEM GALLBLADDER DOTTO CISTICO COLEDOCO COMUNE FEGATO PANCREAS DUODENO DIGESTIONE DIGERENTE APPAR.jpgLa bile è un liquido basico di colore giallo-verde secreto dal fegato ed immagazzinata/concentrata nella cistifellea (anche Continua a leggere