Differenza tra femore e anca

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA TRA FEMORE ANCA ARTICOLAZIONE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’anca in anatomia è la regione che unisce la regione pelvica del tronco (il segmento centrale del nostro corpo) all’arto inferiore. Comunemente con “anca” si può intendere anche l’articolazione coxofemorale, cioè l’enartrosi tra il cotile (o acetabolo) dell’osso iliaco e la testa del femore. L’articolazione coxofemorale è anche chiamata “articolazione dell’anca”.

Il femore è invece il nome dell’osso principale dell’arto inferiore, situato nella coscia e messo in comunicazione con l’osso iliaco tramite l’articolazione coxofemorale. È l’osso più lungo, voluminoso e resistente dello scheletro.

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Differenza tra tendine rotuleo e semitendinoso

medicina online muscoli di anca e coscia gamba visti posteriormente glutei tendine muscolo semitendinoso muscoli posteriori coscia muscolo bicipite femorale semimembranoso anatomia funziIl tendine rotuleo (o tendine della patella, in inglese “patellar ligament”) è un tendine che fa parte dell’articolazione del ginocchio: in essa collega la rotula con la tuberosità della tibia (parte superiore della tibia); è la porzione distale del tendine comune del quadricipite femorale. È un tendine dalla forma piatta, piuttosto resistente lungo circa 8 cm e largo 3,5/4 cm, la sua porzione centrale (terzo centrale) viene utilizzata negli interventi di ricostruzione del legamento crociato anteriore.

Muscolo e tendine semitendinoso
Il muscolo semitendinoso è un muscolo si­tuato superficialmente nella parte postero-mediale della coscia; è carnoso nella porzione su­periore, tendineo in quella inferiore. Origina in alto dalla tuberosità ischiatica e discende verti­calmente fino alla parte media della coscia, do­ve continua in un lungo tendine, il tendine semitendinoso, che concorre al­la costituzione della zampa d’oca, inserendosi nella parte superiore della faccia mediale della tibia. La zampa d’oca corrisponde all’inserzione dei muscoli sartorio, gracile e semitendinoso sulla porzione superiore della faccia antero-mediale della tibia, che assume appunto una forma che ricorda quella della zampa di un’oca. Poste­riormente è in rapporto, in alto, con il muscolo grande gluteo e quindi con la fascia femorale; anteriormente corrisponde ai muscoli grande adduttore e semimembranoso. Insieme al tendi­ne del muscolo semimembranoso costituisce il limite supero-interno della fossa poplitea.

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Tendine rotuleo: anatomia, funzioni e patologie in sintesi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma Ecografia Spalla Ginocchio Traumatologia Gambe Esperto Referto THD Articolare Sesso Sessualità Uomo ARTICOLAZIONE GINOCCHIO FATTA ESAMI PATOLOGIE Medicina Estetica Radiofrequenza Cavitazione Grasso HDIl tendine rotuleo (o tendine della patella, in inglese “patellar ligament”) è un tendine che fa parte dell’articolazione del ginocchio: in essa collega la rotula con la tuberosità della tibia (parte superiore della tibia); è la porzione distale del tendine comune del quadricipite femorale. È un tendine dalla forma piatta, piuttosto resistente lungo circa 8 cm e largo 3,5/4 cm, la sua porzione centrale (terzo centrale) viene utilizzata negli interventi di ricostruzione del legamento crociato anteriore.

Patologie frequenti
Si può verificare una tendinite quando la persona, spesso atleta, non segue un allenamento nella maniera corretta. Il tendine rotuleo può anche essere coinvolto durante la sindrome dolorosa femoro-rotulea, inoltre- in caso di cadute – può essere sollecitato enormemente e non resistendo allo sforzo si può rompere.

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Differenze tra ginocchio valgo e varo: terapie, esercizi e consigli per raddrizzare le gambe

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO GAMBE STORTE GINOCCHIO VARO GINOCCHIO VALGO GINOCCHIO NORMALE TIBIA FERONE ANGOLO ASSE LONGITUDINALE GINOCCHIA GAMBE A X Y

Negli arti inferiori normali, il ginocchio si pone lungo l’asse longitudinale passante tra due ossa, il femore e la tibia. Se il ginocchio devia verso l’interno o l’esterno, si parla rispettivamente di ginocchio “valgo” e “varo”. E’ importante ricordare, però, che l’arto normale non è perfettamente “dritto”: femore e tibia normali formano tra di loro un angolo di circa 170 gradi ed in questo caso si parlerà di ginocchio valgo fisiologico (il ginocchio sarà quindi lievemente verso l’interno). Un angolo maggiore di 170° determina varismo, mentre un angolo inferiore di 170° determina valgismo patologico.

Il ginocchio valgo

Con “ginocchio valgo” o “valgismo del ginocchio” in medicina si intende una deformità del ginocchio per cui questo tende verso l’interno. Ciò accade quando il femore e la tibia non sono perfettamente allineati, ma formano un angolo ottuso aperto lateralmente. Nel ginocchio valgo le ginocchia si avvicinano tra loro rispetto al normale. Questa condizione viene definita, nel linguaggio comune, “ginocchia a X” o “gambe a X“. Molto spesso il ginocchio valgo si manifesta già in età puberale come un disturbo evolutivo senza cause evidenti e solitamente viene corretto senza bisogno di alcun intervento prima dei 9 anni di vita. Si procede intervenendo con delle terapie correttive oppure, in casi dove il difetto è grave, il trattamento vede solo la soluzione chirurgica. Il ginocchio valgo è la conseguenza della mancata calcificazione ossea e compare dal momento in cui interviene l’azione del peso corporeo, cioè quando il bambino inizia a muovere i primi passi. Nell’adolescente, invece, si manifesta nei soggetti costituzionalmente gracili e con i muscoli poso sviluppati. In questo caso, la causa potrebbe essere attribuita a disturbi di tipo ormonale che ostacolano la cartilagine di coniugazione. I principali sintomi avvertiti dall’individuo coinvolto sono in genere: difficoltà a camminare, deformazione, malformazione, zoppicamento, dolore e gonfiore della parte interessata. Anche la rotula può soffrire del malallineamento in valgo, sviluppando così una sindrome dolorosa rotulea. L’operazione chirurgica che viene praticata in questi casi è la osteotomia. Questo tipo di intervento permette di migliorare l’angolazione della rotula consentendo all’osso di assumere una posizione naturale e regolare. Quando il valgismo è rilevante, il ginocchio valgo può causare dolore e la comparsa di disturbi alle ossa o alle articolazioni, come la meniscopatia. La meniscopatia è il complesso dei sintomi più o meno dolorosi che fanno sospettare la presenza di lesioni acute o croniche ad uno o entrambi i menischi. Il menisco serve all’assorbimento delle forze di trasmissione del carico, alla trasmissione e alla distribuzione dei carichi in flesso-estensione; è fondamentale per la stabilità articolare e partecipa alla lubrificazione articolare. In caso di dubbi sul coinvolgimento di questa parte del ginocchio nel problema, una risonanza magnetica permette di valutare al meglio lo stato delle strutture articolari.

Il ginocchio varo

Il ginocchio si definisce “varo” (“varismo del ginocchio“) quando femore e tibia non sono perfettamente allineati, ma formano un angolo ottuso aperto medialmente. Quindi, mentre il ginocchio valgo tende verso l’interno, al contrario il ginocchio varo tende verso l’esterno. Nel ginocchio varo le ginocchia si allontanano tra loro rispetto al normale. Questa condizione viene comunemente definita “gambe a parentesi contrapposte” o “ginocchia a O” o “ginocchia da cowboy”, tipiche dei calciatori professionisti. Le cause sono le medesime del ginocchio valgo. Tra le altre ipotizzabili, possono esserci: eventuali lesioni legamentose inveterate, fratture malconsolidate, artrosi, disturbi neurologici, malattie ossee focali, ecc. Se le gambe sono gravemente arcuate, può essere un segno di rachitismo, causato da una carenza di vitamina D. Altre cause, più estreme, di ginocchio varo includono il morbo di Blount, displasie ossee, e intossicazione da piombo o fluoro. I sintomi più comuni del ginocchio varo sono facilmente riconoscibili: ginocchia che non si toccano stando con i piedi uniti, gambe arcuate su entrambi i lati del corpo, gambe storte oltre i 3 anni di età. In tutti i casi, la diagnosi definitiva deve avvenire tramite una radiografia.

Leggi anche: Alluce valgo: sintomi iniziali, dolore, correttore, esercizi e operazione

Come “raddrizzare” le gambe?

Le terapie per il ginocchio varo e per quello valgo comprendono vari strumenti, che variano in funzione di molti fattori soggettivi tra cui gravità di varismo o valgismo ed età del soggetto:

  • nei casi meno gravi e nei bambini, si possono usare particolari plantari correttivi e lavoro di rinforzo e riequilibrio muscolare dell’arto inferiore e del “core” (la parte centrale del corpo), eseguito con l’aiuto del fisioterapista. Sempre il fisoterapista può mobilizzare gradatamente il ginocchio ed usare una serie di tecniche fisiatriche che includono radiofrequenza, TENS, radarterapia;
  • nei casi più gravi (ad esempio con angoli molto patologici e/o con degenerazione in artrosi dell’articolazione), negli adulti e nei soggetti in cui le terapie mediante plantari e fisioterapia non hanno funzionato, la terapia è chirurgica mediante osteotomia e protesi.

Esercizi

Di seguito riportiamo alcuni esercizi utili per “raddrizzare” le gambe.

Esercizio 1

Dalla posizione in piedi vai in appoggio sul piede dal lato dove vuoi migliorare il ginocchio varo.
Noterai una caduta all’interno dell’arco plantare nel momento in cui andrai a portare il peso del corpo su una sola gamba. Da questa posizione dovrai cercare di recuperare l’arco plantare e avvicinare la testa del primo metatarso verso il calcagno, utilizzando la muscolatura che si trova alla base del piede.
Ripeti per 10 volte, poi riposati un paio di minuti, per poi eseguire altre due serie da 10 ripetizioni.

Esercizio 2

Posizionati in appoggio su un piede solo (il piede dela gamba con il problema che dobbiamo migliorare). Piegati sulla gamba a terra e stendi la gamba. Ripeti per 10 volte, poi riposati un paio di minuti, per poi eseguire altre due serie da 10 ripetizioni.

Esercizio 3

Dalla posizione in piedi porta indietro la gamba senza problema al ginocchio, effettuando degli affondi profondi e torna in posizione di partenza. Evita un’iperestensione nel ginocchio recurvato. Ripeti per 10 volte, poi riposati un paio di minuti, per poi eseguire altre due serie da 10 ripetizioni.

Esercizio 4

Dalla posizione accovacciata con i piedi paralleli leggermente divaricati, distendi le ginocchia mantenendo le mani sul pavimento o sui piedi o sugli stinchi. Non andare in distensione completa del ginocchio, basta una semi estensione. Ripeti per 10 volte, poi riposati un paio di minuti, per poi eseguire altre due serie da 10 ripetizioni.

Consigli

Consigli sempre validi per migliorare la situazione generale, sono:

  • evitare obesità e sovrappeso, mediante una dieta adeguata ed attività fisica regolare, soprattutto se il paziente è un bambino;
  • assumere un integratore specifico per le articolazioni, contenente glucosamina e condroitina, come questo: https://amzn.to/3DN2D2E;
  • assumere la giusta quantità di minerali come calcio e vitamine, anche con un integratore come questo: https://amzn.to/3dA9xxJ;
  • se possibile intraprendere il trattamento precocemente, fin dall’infanzia;
  • evitare calzature inadatte;
  • usare una ginocchiera specifica, come questa: https://amzn.to/3SpYbuL;
  • avere una buona igiene posturale;
  • evitare sport che sottopongono le ginocchia a stress eccessivi.

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Differenza tra bicipite brachiale, bicipite femorale, tricipite e quadricipite

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Bicipite

Con “bicipite” (in inglese “biceps”) nell’uso comune si identifica il più grande muscolo anteriore del braccio. In verità in medicina la parola “bicipite” indica molto più genericamente un muscolo che presenta due capi d’inserzione ed un solo ventre.
I più famosi muscoli bicipiti del nostro corpo sono:

  • Il bicipite femorale o “bicipite del femore” o “bicipite dell’arto inferiore” è un grosso muscolo posteriore e laterale della coscia;
  • Il bicipite brachiale o “bicipite dell’arto superiore” è un muscolo anteriore del braccio, quello che viene chiamato semplicemente “bicipite” nell’uso comune, come prima accennato.

Bicipite brachiale

Il muscolo bicipite brachiale origina con due capi dalla scapola per andare ad inserirsi con un tendine comune alla tuberosità del radio. E’ localizzato nella loggia anteriore, assieme al muscolo brachiale e muscolo coracobrachiale; è antagonista del muscolo tricipite brachiale. L’azione generale del bicipite è quella di flettere l’avambraccio sul braccio, e flettere il braccio sulla spalla. Il bicipite brachiale è un muscolo biarticolare in quanto dalla scapola raggiunge il radio, superando due articolazioni, la scapolo-omerale e il complesso articolare del gomito. I due capi del bicipite brachiale sono detti lungo e breve. Le funzioni del bicipite brachiale sono:

  • flessione del gomito e supinazione dell’avambraccio;
  • stabilizzazione anteriore della testa omerale;
  • flessione del braccio sull’avambraccio;
  • elevazione del braccio abdotto e ruotato esternamente.

Per approfondire:

MEDICINA ONLINE MUSCOLI DI ANCA E COSCIA GAMBA VISTI POSTERIORMENTE GLUTEI tendine muscolo semitendinoso muscoli posteriori coscia muscolo bicipite femorale semimembranoso anatomia funzioni uso chirurgico

Bicipite femorale

Il bicipite femorale o “bicipite del femore” è un muscolo posteriore e laterale della coscia che, con la sola porzione del capo lungo – insieme ai muscoli semimembranoso e semitendinoso – forma il gruppo dei muscoli ischiocrurali. L’azione del capo breve è limitata alla sola flessione della gamba sulla coscia, ed è pertanto un fascio escluso dal gruppo dei muscoli ischiocrurali. Assieme ai muscoli semimembranoso, semitendinoso e gastrocnemio, il bicipite femorale delimita i margini della cavità poplitea. Il nome “bicipite” deriva dal fatto che il bicipite femorale è composto da due capi: il capo lungo e il capo breve. Il capo lungo origina dalla tuberosità ischiatica, con un tendine comune al muscolo semitendinoso. Il capo breve origina dal terzo medio del labbro laterale della linea aspra del femore. Il capo lungo è innervato dal nervo tibiale(L5-S2) e il capo breve dal nervo peroniero comune (L4-S1). I due capi convergono in un unico tendine che si inserisce sulla testa della fibula (perone). Il capo lungo è in grado di agire su due articolazioni, anca e ginocchio, mentre il capo breve agisce solo sul ginocchio. Le funzioni del bicipite femorale sono:

  • estendere la coscia (capo lungo);
  • flettere la gamba;
  • a ginocchio flesso, ruotare esternamente la gamba e la coscia.

Per approfondire: Muscolo bicipite femorale: anatomia e funzioni

MEDICINA ONLINE MUSCOLI BICIPITE TRICIPITE QUADRICIPITE BRACCIO GAMBA COSCIA

Tricipite

Il “tricipite” o muscolo tricipite brachiale (in inglese “triceps”) è invece il più importante muscolo posteriore del braccio, è antagonista del muscolo bicipite ed è il responsabile della maggior parte del volume del braccio. E’ formato da tre capi:

  • il capo lungo parte dalla tuberosità sottoglenoidea della scapola e si porta in basso passando attraverso il triangolo dei muscoli rotondi;
  • il capo laterale (o muscolo vasto laterale) parte dalla faccia posteriore del corpo dell’omero, al disopra del solco del nervo radiale;
  • il capo mediale (o muscolo vasto mediale) parte dalla faccia posteriore del corpo dell’omero, al disotto del solco del nervo radiale.

I tre capi si portano verso il basso e si riuniscono in un tendine che prende attacco sulle facce superiori e posteriori dell’olecrano dell’ulna e sulla parete posteriore della capsula articolare del gomito. Le funzioni del tricipite sono

  • l’estensione dell’avambraccio sul braccio;
  • addurre, estendere, estendere in orizzontale, e retroporre il braccio;
  • stabilizzare la spalla.

Per approfondire:

MEDICINA ONLINE ORTOPEDIA MUSCOLI GAMBA ANCA COSCIA GINOCCHIO BICIPITE FEMORALE QUADRICIPITE PIEDE ARTICOLAZIONE COXOFEMORALE FEMORE GLUDEI SEDERE ILEO PSOAS PIRIFORME GEMELLI OTTURATORIO QUADRATO

Quadricipite

Il “quadricipite” (o muscolo quadricipite femorale, in inglese “quadriceps”) è il più grande muscolo del corpo umano ed è situato nella parte anteriore della coscia assieme al sartorio. Al contrario degli altri due muscoli citati in questo articolo, il quadricipite è costituito da quattro capi:

  • retto femorale, che origina dalla spina iliaca anteriore inferiore;
  • vasto mediale, che origina dalla prossimità del collo anatomico del femore;
  • vasto laterale, che origina dalla parte laterale del grande trocantere;
  • vasto intermedio, che origina dalla parte prossimale della faccia antero-laterale del femore.

Questi quattro capi si fondono apparentemente in un unico tendine comune che però è formato dalla sovrapposizione di tre lamine, inserito sulla rotula (patella). Questo tendine, scendendo più in basso e inserendosi sulla tuberosità tibiale, va a formare il legamento patellare, che rinforza la capsula articolare del ginocchio. E’ un muscolo biarticolare poiché permette il movimento di due articolazioni, la coxofemorale e il ginocchio.Il quadricipite ha varie funzioni:

  • flette la coscia sul bacino
  • è importante per il mantenimento della stazione eretta
  • è tra i principali muscoli che permettono la deambulazione.

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Tendinite del rotuleo: cause, sintomi e rimedi dell’infiammazione

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma Ecografia Spalla Ginocchio Traumatologia Gambe Esperto Referto THD Articolare Sesso Sessualità Uomo ARTICOLAZIONE GINOCCHIO FATTA ESAMI PATOLOGIE Medicina Estetica Radiofrequenza Cavitazione Grasso HDLa tendinite del rotuleo è una patologia del ginocchio molto frequente che consiste nell’infiammazione del tendine rotuleo e che colpisce il tendine rotuleo maggiormente nel punto dove inizia, ovvero nella sezione inferiore della rotula. Il tendine rotuleo rientra nell’apparato estensore del ginocchio e quando il muscolo quadricipite si contrae, lo traziona insieme alla tibia e alla rotula, e il ginocchio si estende. Questa patologia è molto frequente fra gli sportivi che praticano il basket, la pallavolo, il calcio, l’atletica leggera ed il sollevamento pesi. Sono tutti sport che necessitano uno sforzo ripetitivo del muscolo quadricipite che sollecita continuamente il tendine rotuleo fino a procurargli una lesione.

Cause
La causa principale che provoca la tendinite del rotuleo, risiede della sollecitazione ripetuta del tendine rotuleo che porta a delle piccole lesioni che tendono a degenerare nel corso del tempo soprattutto continuando ad allenare la zona dei quadricipiti. Altre cause che, a lungo andare, possono far sviluppare la patologia sono:

  • – un disallineamento del femore e della rotula;
  • – la rotula alta;
  • – un eccessiva rotazione della tibia;
  • – una cattiva estensione del muscolo retto-femorale.

La tendinite del rotuleo può manifestarsi in maniera aggressiva anche a seguito di un utilizzo scorretto delle calzature.

Sintomi
Il sintomo principale della tendinite del rotuleo è un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio che si presenta a seguito di uno sforzo prolungato (come un allenamento specifico del quadricipite) oppure quando si resta fermi nella medesima posizione per un lungo lasso di tempo (ad esempio quando si resta inginocchiati a lungo). Quando la tendinite del rotuleo inizia a manifestarsi, il dolore iniziale tende a scomparire a seguito di un periodo di riposo. Col passare del tempo e con il peggioramento della patologia, il dolore persiste anche durante e a seguito di un periodo di riposo. Per questo motivo è una patologia che va curata al principio, onde evitare che diventi cronica.

Rimedi
La tendinite del rotuleo, come già anticipato, va curata a partire dai primi sintomi per evitare conseguenze irreversibili come la rottura del tendine. E’ importante rivolgersi ad un medico specializzato per intraprendere una cura specifica perché è una patologia specifica per ogni paziente.
Tra i possibili rimedi vanno menzionati:

  • il riposo;
  • utilizzo del ghiaccio sulla parte dolorante;
  • stretching rotuleo;
  • farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).

Solo in casi gravi è previsto l’intervento chirurgico che prevede la scarificazione, la pulizia del tendine e una lunga riabilitazione post-operatoria che permetta il recupero delle funzioni vitali del tendine rotuleo.

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Valgismo di arti inferiori e ginocchio: cause, sintomi e rimedi

MEDICINA ONLINE VARO VALGO GINOCCHIO NORMALE DIFFERENZA GAMBE STORTE VALGISMO FOTO IMMAGINI.jpgIl termine valgismo sta ad indicare una posizione anomala degli arti inferiori che tendono a deviare verso l’esterno portando le ginocchia ad avvicinarsi, assumendo una caratteristica posizione a X. Quindi si è in presenza di valgismo quando due segmenti ossei congiunti formano tra loro un angolo aperto verso l’esterno, rispetto all’asse del corpo. Le cause di valgismo sono diverse: in alcuni casi sono congenite, in altri possono svilupparsi a seguito di un evento traumatico o di una lesione dell’osso che producono la deformità. Inoltre esistono diversi fattori che possono accentuare la patologia.
Nei casi più semplici la patologia risulta essere asintomatica, in altri casi invece risulta essere più accentuata provocando difficoltà a camminare, deformazione evidente, zoppia, ect. Le ginocchia valghe non risultano essere soltanto un problema estetico ma un difetto strutturale che deve essere corretto in modo da consentire al bambino o alla persona colpita, di poter camminare in maniera corretta. Il valgismo risulta essere una delle patologie ortopediche più diffuse fra i bambini a partire dai 2 anni e, generalmente, la problematica tende a risolversi spontaneamente entro i 10 anni.
In alcuni casi il valgismo può essere associato ad altre patologie oppure può contribuire allo sviluppo di altre problematiche come:

  • piede piatto (il piede tende ad assumere una posizione errata);
  • difetti alle caviglie;
  • meniscopatia;
  • disturbi alla rotula;
  • disturbi posturali.

Cause
Il valgismo, come precedentemente anticipato, può essere provocato da diverse cause, come:

  • problematica congenita;
  • mancata calcificazione ossea nei bambini;
  • presenza di una costituzione gracile e poca muscolatura (soprattutto negli adolescenti);
  • evento traumatico;
  • lesione ossea;
  • obesità o peso eccessivo.

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Sintomi
Nei casi più semplici, la patologia risulta essere asintomatica e soltanto il pediatra riesce ad accorgersi della presenza del valgismo.
Nei casi più complessi invece si manifestano:

  • deformità strutturale;
  • difficoltà a camminare;
  • lieve zoppia;
  • piede piatto;
  • disturbi posturali;
  • problematiche alla rotula e alle caviglie.

Rimedi
Il valgismo colpisce in primis i bambini dai 2 anni di età e, generalmente, la problematica tende a risolversi spontaneamente entro i 10 anni. Nei casi più semplici non vengono indicate cure specifiche e i pediatri consigliano di far indossare ai bambini delle scarpe larghe e di farli camminare il più possibile a piedi scalzi. Nei casi di media entità è consigliato:

  • indossare plantari per la correzione della postura;
  • praticare attività sportive che aiutano a sollecitare la parte posteriore del piede (basket, danza e pattinaggio).

Infine nei casi gravi in cui si presentano evidenti problematiche nei movimenti, è possibile intervenire chirurgicamente ma non prima del compimento del decimo anno di età. Anche in casi di valgismo lieve è importante non prendere sotto gamba questo disturbo ed effettuare controlli periodici, generalmente ogni sei mesi. Parte della sintomatologia dolorosa riferita alle ginocchia può essere prevenuta o alleviata con un trattamento mirato ed è consigliato utilizzare delle scarpe e delle solette adatte a dare dei benefici all’articolazione del ginocchio.

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Piede piatto: cos’è e perché può diventare pericoloso per la salute

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PIEDE PIATTO IN BAMBINO COSE PERICOLOSO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon “piede piatto” viene indicata una particolare conformazione del piede caratterizzata dall’appiattimento della volta plantare (la parte della superficie plantare del piede che, in situazioni fisiologiche, non tocca il terreno quando si è in posizione eretta) e dalla valgo-pronazione del calcagno. E’ quindi un paramorfismo in cui risultano alterati i rapporti anatomici del piede.

Piede piatto nei bambini

Dai 10 mesi di vita fino ai 3-4 anni di età questa situazione è del tutto fisiologica e rientra nella normale crescita del piede (piede piatto fisiologico), ed è generalmente portata a correggersi spontaneamente entro i 6-7 anni di età.

Perché il piede piatto può diventare pericoloso?

Anche quando la presenza dei piedi piatti permane senza regredire autonomamente dopo i 7 anni di vita, la condizione è – la maggior parte delle volte – indolore, tuttavia questo paramorfismo può contribuire all’insorgenza di problemi a caviglie e ginocchia perché la presenza di questa condizione può alterare l’allineamento delle gambe.

Quali sono le cause del piede piatto?

La presenza del piede piatto nei bambini è del tutto normale e in alcune persone questa conformazione del piede tipica dell’infanzia non regredisce, permanendo anche in età adulta. Nonostante la presenza di piattismo generalmente non desti importanti problematiche, i bambini che ne sono affetti hanno maggiori possibilità di soffrire da adulti di patologie secondarie come l’artrosi della caviglia e l’alluce valgo: il trattamento di questa condizione è dunque preventivo. Alcuni fattori possono influire sulla possibilità di sviluppare il piede piatto anche in età adulta: obesità, lesioni traumatiche al piede o alla caviglia; artrite reumatoide; invecchiamento.

Quali sono i sintomi del piede piatto?

La maggior parte delle persone non ha alcun sintomo associato alla presenza del piede piatto. In alcuni casi, soprattutto nei soggetti con valgo-pronazione del calcagno, possono esservi dolore in particolare nella zona del tallone o della volta plantare e gonfiore nella parte interna della caviglia.

Come prevenire il piede piatto?

Per prevenire la formazione del piede piatto in età adulta è bene evitare le condizioni che possano predisporre al suo sviluppo. Se nulla si può fare riguardo alcuni fattori di rischio – come l’artrite reumatoide e l’invecchiamento – è possibile invece attuare delle strategie preventive per evitare l’insorgenza di condizioni come il sovrappeso e l’obesità e le lesioni traumatiche al piede o alla caviglia che favoriscono la comparsa di questo disturbo.

Diagnosi

Per effettuare la diagnosi è necessario un esame obiettivo e durante la visita al paziente si chiederà di effettuare dei movimenti (come mettersi sulle punte dei piedi) per esaminare la meccanica dei piedi.
Nel caso il paziente lamenti dolore, può essere richiesta la sottoposizione e diversi esami di imaging:

  • Radiografia: per visualizzare le ossa e le articolazioni dei piedi.
  • TAC: in grado di visualizzare le ossa e l’articolazione del piede da diverse angolazioni, fornendo maggiori dettagli rispetto a una normale radiografia.
  • Ecografia: questo esame, in grado di fornire immagini dei tessuti molli, può essere effettuato nel caso in cui il medico sospetti la presenza di una lesione tendinea.
  • Risonanza magnetica: in grado di fornire immagini dettagliate sia dei tessuti duri (come le ossa) sia dei tessuti molli (come tendini e vasi sanguigni).

Trattamenti

Nonostante la presenza di piattismo generalmente non desti importanti problematiche, i bambini che ne sono affetti hanno maggiori possibilità di soffrire da adulti di patologie secondarie come l’artrosi della caviglia e l’alluce valgo: il trattamento di questa condizione è dunque preventivo.
In presenza di un accentuato piattismo dei piedi, già a partire dai 3 o 4 anni di età è bene mettere in atto una serie di provvedimenti – del tutto non invasivi – mirati a favorire la maturazione della volta plantare. Tra questi:

  • l’uso di un plantare;
  • il rinforzo muscolare mediante esercizi e sport adatti.

In entrambi i casi è bene farsi consigliare dal medico, evitando soluzioni “fai da te”.

Quando è necessaria la chirurgia?

Se entro gli 8-9 anni non si raggiunge un miglioramento della volta plantare possono essere consigliati, nei casi di piattismo più importanti, interventi chirurgici correttivi da eseguire tra i 9 e i 14 anni. Diverse sono le procedure chirurgiche utilizzate a questo scopo: le più diffuse sono l’endortesi e il calcagno-stop, entrambe mirate a correggere la pronazione del calcagno e a far risalire la volta plantare.

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