Microcitemia (talassemia) : cause, sintomi, diagnosi e cura

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST ESAME SANGUE ANALISI CLINICHE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI LEUCOCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANELa microcitemia è un particolare tipo di anemia congenita (ossia l’individuo nasce già con questa malattia), dovuta ad una alterazione genetica per cui l’emoglobina (i “mattoni” con cui sono costruiti i globuli rossi) è alterata.

Vi sono vari tipi di microcitemia, ma quella più frequente in Italia è la ß-talassemia detta anche anemia mediterranea. La lettera greca “ß” (beta) sta ad indicare che l’errore genetico causa una alterazione nella produzione delle catene ß dell’emoglobina, per cui queste saranno prodotte solo in minima quantità e rimpiazzate da catene g (gamma) e d (delta) in modo da formare emoglobina fetale ed emoglobina A2, meno efficaci dell’emoglobina tipo adulto o emoglobina A.

I geni che codificano le catene ß dell’emoglobina (insieme a quelli delle catene d e g) sono localizzati sul cromosoma 11 ed attualmente si conoscono più di 150 mutazioni che causano una ß-talassemia.

I globuli rossi che così si formano sono più “fragili” ed hanno una vita media più breve dei 120 giorni del globulo rosso normale. Pertanto, in seguito a ciò, i globuli rossi vengono continuamente distrutti e rimpiazzati. Questa distruzione causa, nei soggetti con la malattia in forma grave, un accumulo di ferro in vari organi, ma principalmente nel fegato. Inoltre in questi pazienti il midollo osseo, produttore di tutte le cellule del sangue, non riesce a star dietro alla distruzione dei globuli rossi alterati; tale fenomeno è detto “eritropoiesi inefficace” con conseguente anemia marcata. Pertanto questi bambini hanno la necessità di trasfusioni continue e di una terapia che prevenga l’accumulo di ferro negli organi.

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Dell’anemia mediterranea vi sono 3 quadri clinici che si distinguono tra loro per gravità crescente:

  • Portatore asintomatico: è caratterizzato da assenza di sintomi clinici, aumento del numero dei globuli rossi con riduzione del loro volume (da ciò il nome di microcitemia), riduzione della concentrazione di emoglobina contenuta nei globuli rossi e alterazione della loro forma.
  • Talassemia intermedia: in questo gruppo eterogeneo di pazienti sono compresi casi con gravità differente, da forme minime con lievi manifestazioni cliniche a casi più gravi a volte simili alla forma grave detta malattia di Cooley. In questi casi c’è un marcato aumento dell’emoglobina fetale.
  • Talassemia major o malattia di Cooley: è la forma più grave di microcitemia, caratterizzata da anemia marcata (l’emoglobina è di solito inferiore a 8 g%).

La terapia è diversa a seconda della gravità della malattia: non c’è bisogno di alcuna

terapia nella forma di portatore asintomatico; in certe situazioni in cui vi è un aumentato fabbisogno si può somministrare acido folico per aiutare il midollo osseo nella sua produzione.

Nei casi di talassemia intermedia si somministrano farmaci ferrochelanti (quelli che catturano il ferro in eccesso) e acido folico; spesso questi pazienti, dopo i 4-5 anni, vengono sottoposti a splenectomia (asportazione della milza) per ridurre la distruzione dei globuli rossi che normalmente avviene in quest’organo.

Nei casi di talassemia major o malattia di Cooley la terapia si basa su trasfusioni periodiche (ogni 20-30 giorni) in modo da mantenere il livello di emoglobina intorno a 10-11 g% e sulla somministrazione di farmaci ferrochelanti.

La prevenzione si basa sull’identificazione dei portatori mediante esami del sangue (il cosiddetto screening per la microcitemia); nel caso che entrambi i genitori siano portatori sani, si può eseguire l’analisi del DNA fetale tramite prelievo di liquido amniotico (amniocentesi) o dei “villi coriali”.

Nel caso solo 1 genitore sia portatore sano la coppia avrà il 50% di probabilità di concepire bambini anch’essi portatori sani e il rimanente 50% saranno figli sani. Mentre nel caso di entrambi i genitori portatori sani essi potranno avere 25 probabilità su 100 di concepire bambini sani, 50 probabilità su 100 di concepire bambini portatori sani e 25 probabilità su 100 di concepire bambini malati con la Talassemia major o malattia di Cooley.

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Differenza tra anemia e microcitemia

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI CLINICHE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI LEUCOCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANEA ECon “anemia” si intende un gruppo di patologie caratterizzate dalla carenza di emoglobina e, indirettamente, dalla diminuzione dei globuli rossi che la contengono: in questi casi diventa insufficiente il trasporto di ossigeno alle cellule dell’organismo e, di conseguenza, anche la loro produzione di energia, con danni alla funzione del cervello, del cuore e della crescita corporea. Le cause della diminuzione di emoglobina sono svariate: dall’emorragia alla carenza di ferro. Altri tipi di anemia sono causate da malattie ereditarie in cui sono alterati i geni responsabili della produzione di emoglobina. La talassemia, anche chiamata “microcitemia“, per esempio, è un’anemia ereditaria presente in Italia, soprattutto nella zona del delta del Po e in Sardegna.

Vi sono vari tipi di microcitemia, ma quella più frequente in Italia è la ß-talassemia detta anche anemia mediterranea. La lettera greca “ß” (beta) sta ad indicare che l’errore genetico causa una alterazione nella produzione delle catene ß dell’emoglobina, per cui queste saranno prodotte solo in minima quantità e rimpiazzate da catene g (gamma) e d (delta) in modo da formare emoglobina fetale ed emoglobina A2, meno efficaci dell’emoglobina tipo adulto o emoglobina A.

I geni che codificano le catene ß dell’emoglobina (insieme a quelli delle catene d e g) sono localizzati sul cromosoma 11 ed attualmente si conoscono più di 150 mutazioni che causano una ß-talassemia.

I globuli rossi che così si formano sono più “fragili” ed hanno una vita media più breve dei 120 giorni del globulo rosso normale. Pertanto, in seguito a ciò, i globuli rossi vengono continuamente distrutti e rimpiazzati. Questa distruzione causa, nei soggetti con la malattia in forma grave, un accumulo di ferro in vari organi, ma principalmente nel fegato. Inoltre in questi pazienti il midollo osseo, produttore di tutte le cellule del sangue, non riesce a star dietro alla distruzione dei globuli rossi alterati; tale fenomeno è detto “eritropoiesi inefficace” con conseguente anemia marcata. Pertanto questi bambini hanno la necessità di trasfusioni continue e di una terapia che prevenga l’accumulo di ferro negli organi.

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Differenza tra anemia mediterranea e falciforme

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MLe anemie sono un gruppo di patologie caratterizzate dalla diminuzione di livelli di emoglobina. Un tipo di anemia è quella emolitica, che trova la sua origine in una emolisi (distruzione di massa dei globuli rossi) che si ripete a intervalli talmente ravvicinati da non essere controbilanciata dalla produzione di nuovi globuli rossi, da parte del midollo osseo. L’attacco agli eritrociti spesso è compiuto da anticorpi, prodotti dallo stesso organismo, che pongono fine in modo precoce alla vita degli eritrociti. Oltre a malattie autoimmuni e ad alcune patologie ematologiche, le anemie emolitiche possono essere provocate da certe sostanze aggressive, come quelle contenute in determinati preparati deputati alla cura di infezioni. Tra le principali anemie emolitiche, ricordiamo l’anemia falciforme e le talassemie: in quest’ultimo gruppo trova posto l’anemia mediterranea.

Anemia mediterranea

Anemia mediterranea è il termine più comune per riferirsi alla “microcitemia”, anche detta “beta-talassemia”. La malattia de quo, di tipo ereditario e non infettiva, è diffusa particolarmente nelle zone ove si assisteva ad epidemie di malaria (come nella zona del delta del fiume Po), proprio perché i soggetti colpiti da microcitemia riuscivano a sopravvivere più facilmente agli attacchi del c.d. “plasmodium”, l’agente infettivo della malaria. Si tratta di un’anemia emolitica caratterizzata dalla produzione di globuli rossi di dimensioni più ridotte della norma (come è evidenziato dall’espressione “microcitemia”) e dalla vita più breve. Ciò spinge il midollo osseo a produrne in quantità maggiori e con una frequenza più sostenuta; uno sforzo altrettanto gravoso incombe sulla milza, organo deputato alla distruzione dei globuli rossi “invecchiati” o danneggiati. A seguito di tale iperattività, spesso il paziente affetto da microcitemia risente di un rigonfiamento e un ingrossamento del midollo di alcune ossa e/o della milza. Quando l’ipertrofia della milza è particolarmente significativa, non di rado è necessario asportarla. A parte quest’ultime problematiche e le dimensioni ridotte dei globuli rossi, i sintomi dell’anemia mediterranea non sono molto evidenti, tanto che di regola viene diagnosticata tramite esami di laboratorio di piccole porzioni di sangue (spesso mediante la c.d. “morfologia emazie”). Ove il paziente malato di anemia mediterranea risenta di sintomi derivanti dalla difficoltà dei globuli rossi (più piccoli della norma) di assolvere alle loro funzioni, spesso sarà necessario procedere a delle periodiche trasfusioni di sangue (in genere ogni quindici-venti giorni), alle quali di regola andranno associate delle iniezioni sottocutanee di un farmaco atto a scongiurare il rischio di pericolose intossicazioni del sangue, derivanti da un eccesso di ferro. Quando i sintomi sono lievi, com’è per la maggior parte dei casi, è consigliabile tutt’al più, l’assunzione, nei periodi di affaticamento o di convalescenza da altre malattie, di preparati medicinali contenenti, a seconda delle necessità, acido folico, vitamina B-12 o ferro.

Anemia falciforme

Un’altra forma di anemia emolitica che merita un cenno a parte è l’anemia falciforme. Si tratta di una grave malattia incurabile, anch’essa di origine ereditaria, particolarmente diffusa in Africa e nelle altre Regioni del Mediterraneo. Il nome deriva dal particolare aspetto “a falcetto” dei globuli rossi, i quali hanno una vita media inferiore alla norma, come avviene tipicamente nei malati affetti da una delle anemie emolitiche. Salvo quanto si è detto per quest’ultime e per l’anemia in generale, spesso l’anemia falciforme presenta dei sintomi peculiari, anche se la loro manifestazione e la loro intensità è assai variabile da soggetto a soggetto e da periodo a periodo. In seno a tali sintomi, sono degni di nota, in primis, gli improvvisi dolori alle mani, ai piedi e in qualunque parte del corpo, a causa della rottura dei capillari della zona colpita dal fastidio o dalla vera e propria fitta. Le conseguenze più temibili, inoltre, sono lo sviluppo incontrollato di infezioni (soprattutto per l’affaticamento della milza, come si è già detto poc’anzi in via generale), la sindrome polmonare acuta (almeno negli effetti, simile a una polmonite) e l’ictus, che può portare anche alla morte (per occlusione dei capillari che alimentano il cervello). Pur non essendo stata ancora trovata una soluzione in grado di sconfiggere le anemie ereditarie e, in particolare, l’anemia falciforme, esistono terapie in grado di alleviarne i sintomi e scongiurare il pericolo di complicazioni. A tal proposito, spesso vengono prescritti antidolorifici, da assumere sia per via orale che intravenosa, trasfusioni di sangue e antibiotici o farmaci come “Droxia” o “Hydrea” (a base di un agente detto “hydroxyurea”). Nonostante la somministrazione di quest’ultima sostanza abbia finora determinato una diminuzione dei dolori e una riduzione del rischio di complicanze, gli effetti collaterali che la stessa potrebbe provocare sono ancora in fase di studio. In presenza di anemie emolitiche in generale, può essere utile assumere vari tipi di medicinali aventi il potere di inibire l’azione del sistema immunitario, il quale potrebbe essere la fonte di produzione degli anticorpi che aggrediscono i globuli rossi. In certi casi, infine, è utile procedere in modo drastico, tramite il trapianto di midollo osseo.

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