Quanti anni di vita passiamo davanti a uno schermo?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE SOCIAL TECNOLOGIA TABLET CELLULARE TELEFONINO TELEFONOAvete mai fatto il calcolo di quanto tempo passate al giorno davanti a uno schermo? E in tutta la vita? In questo momento voi stessi ci siete davanti, potrà essere quello di un pc o quello del vostro smartphone, oppure ancora quello del vostro tablet ma in ogni caso sempre di schermo si tratta. La domanda del titolo se l’è chiesta anche un gruppo di ricercatori britannici e la risposta è stata inquietante: ognuno di noi, mediamente, passerà 23 anni della propria vita davanti a uno schermo. Praticamente poco meno di un terzo della nostra vita la trascorreremo fissando uno schermo retroilluminato, pc, cellulare o televisore che sia. Secondo i calcoli il 56% degli adulti risulta passare almeno 7 ore al giorno davanti allo schermo, che equivalgono a 106 giorni in un anno.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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La miopia aumenta per l’uso scorretto della tecnologia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE TELEFONO TELEFONINO TABLET CELLULARE TECNOLOGIA PSICOTECNOPATOLOGIA BAMBINI GIOVANI (2)La miopia è decisamente aumentata negli ultimi anni. Una malattia che colpisce una vasta parte della popolazione. Le cause sono diverse, da quella che è una predisposizione genetica a quelle che sono abitudini non indicate per la nostra vista. Negli ultimi anni, l’avvento dell’elettronica ha chiaramente fatto la sua parte. Un uso poco adeguato e decisamente non corretto di apparecchiature elettroniche come Tv digitali, smartphone, tablet e pc può portare alla miopia o comunque a diversi disturbi della vista. La vita di oggi ci porta decisamente a sfruttare molto questi mezzi ma è anche vero che bisogna farlo con determinate accortezze.

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Quelli che preferiscono stare con una ragazza virtuale piuttosto che con una in carne ed ossa

MEDICINA ONLINE PC COMPUTER UOMO MAN DAD ACCUMULO DIGITALE SINDROME DAD TABLET SMARTPHONE GIGABYTE TERABYTE SCARICARE DOWNLOAD SENZA ALCUN CONTROLLO MEMORIA ACCUMULARE PORNO PORNOGRAFIA LAVOROAvere un rapporto costante con una donna virtuale creata da un dispositivo elettronico vi sembra roba da matti? Se la vostra risposta è affermativa siete d’accordo probabilmente con la maggior parte delle persone. Ma c’è sicuramente chi non la pensa come voi. In Giappone vive infatti una generazione di otaku, di appassionati in maniera ossessiva a manga, anime, e altri prodotti correlati, che ama coltivare relazioni pseudo-sentimentali con ragazze che vivono nei giochi per tablet, Nintendo, o altri congegni portatili.

A SPASSO CON LA DONNA VIRTUALE

E’ il caso di Nurikan e Tuge, due adulti di 38 e 39 anni, incontrati dalla giornalista della Bbc Anita Rani, che nel loro rapporto di coppia virtuale fingono e credono di avere 15 o 17 anni. Vivono in compagnia di una ragazza che in realtà non esiste e ad essa si relazionano come un’amica di liceo a cui dedicare tante attenzioni. Nurikan è sposato e dice di tenere nascosta alla moglie la sua storia con Rinko. Yuge non disdegna l’idea di frequentare una donna vera, ma si diverte molto, nel frattempo, a scattare le foto dei luoghi visistati con la sua Ne-Ne, che in realtà vive in una piccola console riposta nel cestino della bici.

PROBLEMA DEMOGRAFICO

Niente rapporti carnali ovviamente, per gli appassionati delle relazioni virtuali. Il quartiere di Akihabara a Tokyo, luogo di riferimento della subcultura otaku, è il luogo adatto per scoprire il fenomeno delle strane relazioni di coppia, fenomeno che favorisce, tra l’altro, l’accentuarsi del problema demografico del paese. L’emergere di una generazione che preferisce manga, anime e computer al sesso non aiuta certamente a risolvere il basso tasso di natalità nazionale. Al ritmo attuale la popolazione nipponica si ridurrà di un terzo entro il 2060, e aumenta il numero di quesi giovani che Kunio Kitamura, rappresentante dell’Associazione per la pianificazione delle famiglie, parlando con la Bbc definisce «erbivori», privi di desideri carnali.

POCHI RAPPORTI SESSUALI

Le statistiche confermano. Secondo una ricerca del ministero della Salute, nel 2010 non mostrava interesse per il sesso il 36% appena dei maschi giapponesi di età compresa tra i 16 e i 19 anni, una cifra raddoppiata nel giro di soli due anni. Ma non solo. In un recente sondaggio solo il 27% delle donne e degli uomini giapponesi hanno dichiarato di avere più di un rapporto sessuale a settimana. Dati ai quali si aggiunge il calo di matrimoni, il tasso esiguo, solo il 2%, di bambini nati fuori dal matrimonio, e, infine, l’immigrazione quasi nulla. La bomba demografica, insomma, è pronta ad esplodere.

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Lo hai anche tu senza saperlo, è il collo smartphone: il disturbo di chi usa il cellulare

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