Vitamina D: tutti i benefici per la salute delle donne

Salmone pomodori omelette cucina cibo pranzo dieta alimentazione pesce vegetali cucinare lightLa vitamina D è spesso soprannominata la “vitamina del sole” per la sua capacità unica di essere prodotta dal nostro corpo quando la pelle è esposta alla luce solare. Questa vitamina svolge un ruolo cruciale non solo nel mantenimento della salute ossea, ma anche nel supportare una Continua a leggere

Integratori vitaminici: quando e come utilizzarli

INTEGRATORI DI VITAMINELa quantità di integratori vitaminici oggi disponibili online, in farmacia e nei negozi specializzati è davvero notevole. Gli integratori a base di vitamine sono fortemente consigliati anche dai medici, soprattutto per creare un adeguato supporto vitaminico al proprio organismo, dal momento che la sola alimentazione non riesce a coprire il fabbisogno giornaliero. Gli integratori vitaminici sono disponibili in un’ampia varietà di Continua a leggere

Apporto alimentare di calcio e vitamina D di tutti i cibi [TABELLA]

Nelle seguenti tabelle troviamo l’apporto alimentare sia di calcio che di vitamina D della maggior parte dei cibi esistenti, elencati in ordine alfabetico: conoscere tale apporto è necessario soprattutto per Continua a leggere

Carenza di vitamina D, rachitismo, osteomalacia: cause, sintomi, terapie, dieta, integratori

MEDICINA ONLINE SCHELETRO ORGANI CUORE CERVELLO TORACE INTERNA POLMONI DIGERENTE CIANOSI SANGUE CIRCOLAZIONE ANATOMIA 3D IPERCAPNIA IPOSSIA ACIDOSI ALCALOSI CHIMICA RX IMMAGINI TAC RISONANZA MAGNETICA ESSERE UMANOVitamina D: cos’è ed a che serve?

Con “vitamina D” si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più Continua a leggere

Calcio basso (ipocalcemia): cause, sintomi, correzione, valori, dieta

MEDICINA ONLINE LABORATORIO MICROSCOPIO ANATOMO PATOLOGO AGO ASPIRATO BIOPSIA CHIRURGICA CITOLOGIA ISTOLOGIA ESAME ISTOLOGICO LINFONODO LAB CHIMICA FISICA SANGUE ANALISI FECI URINA GLICEMIA AZOTEMIA DENSITA CHEMISTRYCon ipocalcemia in medicina si intende la diminuzione della calcemia, cioè carenza di calcio nel sangue. Poiché tale sale minerale è estremamente importante per la fisiologia del nostro organismo, l’ipocalcemia – se grave e prolungata – è una condizione Continua a leggere

Classifica dei cibi con maggior quantità di vitamina D esistenti

MEDICINA ONLINE SALMONE SALMON FISH PESCE TAVOLA CUCINA OMEGA 3 6 9 GRASSI MARE PIATTO MANGIARE CIBO DIETA CALORIE CARBOIDRATI FOSFORO NUTRIENTI CUCINA RICETTA LIGHT DIMAGRIRE.jpgVi presentiamo una classifica di alimenti che contengono varie quantità di vitamina D espresse in µg (microgrammi) per 100 grammi di parte edibile, dal più Continua a leggere

Dibase (vitamina D): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO]

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLODibase è un farmaco contenente Vitamina, usato nell’integrazione di tale vitamina.

Indicazioni: Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D.

Forma farmaceutica e contenuto

  • Gocce orali, soluzione: flacone in vetro ambrato, chiuso con una capsula a prova di bambino in polipropilene. La confezione contiene 1 flacone da 10 ml ed 1 contagocce.
  • Soluzione orale: contenitore in vetro ambrato, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose da 2,5 ml.
  • Soluzione iniettabile : fiale in vetro ambrato. Confezioni da 6 fiale da 100.000 U.I./ml e da 2 fiale da 300.000 U.I./ml

Controindicazioni

  • Ipersensibilità al colecalciferolo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
  • Ipercalcemia, ipercalciuria.
  • Calcolosi renale (nefrolitiasi, nefrocalcinosi).
  • Insufficienza renale.

Precauzioni

  • Nei pazienti anziani già in trattamento con glicosidi cardiaci o diuretici è importante monitorare la calcemia e la calciuria. In caso di ipercalcemia o di insufficenza renale, ridurre la dose o interrompere il trattamento.
  • Il prodotto deve essere prescritto con cautela a pazienti affetti da sarcoidosi, a causa del possibile incremento del metabolismo della vitamina D nella sua forma attiva. In questi pazienti occorre monitorare il livello del calcio nel siero e nelle urine.
  • Pazienti affetti da insufficienza renale presentano un alterato metabolismo della vitamina D; perciò, se devono essere trattati con colecalciferolo, è necessario monitorare gli effetti sull’omeostasi di calcio e fosfato.

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Interazioni
Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.

  • L’uso concomitante di anticonvulsivanti o barbiturici può ridurre l’effetto della vitamina D3 per inattivazione metabolica. In caso di trattamento con diuretici tiazidici, che riducono l’eliminazione urinaria del calcio, è raccomandato il controllo delle concentrazioni sieriche di calcio.
  • L’uso concomitante di glucocorticosteroidi può ridurre l’effetto della vitamina D3.
  • In caso di trattamento con farmaci contenenti la digitale, la somministrazione orale di calcio combinato con la vitamina D aumenta il rischio di tossicità della digitale (aritmia). È pertanto richiesto lo stretto controllo del Medico e, se necessario, il monitoraggio elettrocardiografico e delle concentrazioni sieriche di calcio.
  • Un concomitante uso di antiacidi contenenti alluminio può iterferire con l’efficacia del farmaco, diminuendo l’assorbimento della vitamina D, mentre preparati contenenti magnesio possono esporre al rischio di ipermagnesiemia.
  • Studi sugli animali hanno suggerito un possibile potenziamento dell’azione del warfarin quando somministrato con calciferolo. Sebbene non vi siano simili evidenze con l’impiego di colecalciferolo è opportuno usare cautela quando i due farmaci vengono usati contemporaneamente.
  • La colestiramina, il colestipolo e l’orlistat riducono l’assorbimento della vitamina D, mentre l’alcoolismo cronico diminuisce le riserve di Vitamina D nel fegato

Avvertenze

  • Considerare la dose totale di vitamina D quando si assumono altri prodotti che contengono già vitamina D, cibi addizionati con vitamina D o in caso di utilizzo di latte arricchito con vitamina D.
  • L’assunzione prolungata di alti dosaggi di vitamina D deve essere effettuata sotto stretto controllo medico.

Chiedere consiglio al medico nei seguenti casi, in cui può essere necessario un aumento dei dosaggi rispetto a quelli standard:

  • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti o barbiturici (vedere “Interazioni”);
  • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee (vedere “Interazioni”);
  • soggetti in trattamento con ipolipidemizzanti quali colestipolo, colestiramina e orlistat (vedere “Interazioni”);
  • soggetti in trattamento con antiacidi contenenti alluminio (vedere “Interazioni”);
    soggetti obesi;
  • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica);
    insufficienza epatica.

Gravidanza e allattamento
Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale. Nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela per il rischio di effetti teratogeni. Quando necessario, la vitamina D può essere prescritta durante l’allattamento. Tale supplementazione non sostituisce la somministrazione di vitamina D nel neonato.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono disponibili dati sugli effetti del prodotto sulla capacità di guidare. Tuttavia, un effetto su tale capacità è improbabile.

Posologia
DIBASE può essere somministrato a cadenza giornaliera, settimanale, mensile o annuale. In caso di terapia per via orale, si raccomanda di assumere DIBASE durante i pasti. La terapia per via intramuscolare è indicata solo in caso di sindromi da malassorbimento.

Prevenzione della carenza di vitamina D:
La somministrazione preventiva di DIBASE è consigliata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o da aumentato fabbisogno. È generalmente riconosciuto che la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata in maniera sistematica nel neonato (in particolare nel prematuro), nel lattante, nella donna in gravidanza (ultimo trimestre) e nella donna che allatta alla fine dell’inverno e in primavera, nel soggetto anziano, eventualmente nel bambino e nell’adolescente se l’esposizione solare è insufficiente.

Trattamento della carenza di vitamina D:
A titolo indicativo si fornisce il seguente schema posologico, da adattare a giudizio del medico sulla base della natura e gravità dello stato carenziale.

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DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione

Le posologie giornaliere sotto indicate possono essere assunte anche una volta alla settimana moltiplicando per sette la dose giornaliera indicata.

Neonati, Bambini e Adolescenti (< 18 anni)
Prevenzione: 2-4 gocce al giorno (pari a 500-1000 U.I. di vitamina D3).
Trattamento: 8-16 gocce al giorno (pari a 2.000-4.000 U.I. di vitamina D3) per 4-5 mesi.

Donne in gravidanza
3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3) nell’ultimo trimestre.

Adulti e Anziani
Prevenzione: 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3). In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio fino a 8 gocce al giorno (pari a 2.000 U.I. di vitamina D3).
Trattamento: 20-40 gocce al giorno (pari a 5.000-10.000 U.I. di vitamina D3) per 1-2 mesi.

Istruzioni per l’uso
La confezione contiene un flacone ed un contagocce. Il flacone è dotato di una capsula a prova di bambino. Il contagocce è dotato di una custodia. Per l’impiego seguire le istruzioni sotto riportate:

  • aprire il flacone rimuovendo la capsula nel modo seguente: premere e contemporaneamente svitare
  • svitare la custodia in plastica che avvolge la punta del contagocce
    inserire il contagocce nel flacone per prelevare il contenuto.
  • Dosare in un cucchiaino il numero di gocce prescritte dal medico e assumere;
    chiudere il flacone
  • Riavvitare la custodia sulla punta del contagocce;
    riporre il flacone ed il contagocce nella confezione.
    DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale

Neonati, Bambini e Adolescenti (< 18 anni)
Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) ogni 1-2 mesi .
Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 16-24 settimane.

Donne in gravidanza
1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese nell’ultimo trimestre.

Adulti e Anziani
Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese.
Trattamento: 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane.

DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale

Neonati, Bambini e Adolescenti (< 18 anni)
Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2-4 mesi
Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 8-12 settimane.

Donne in gravidanza
2 contenitori monodose (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre.

Adulti e Anziani
Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese.
Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane

DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile

Neonati fino a 24 mesi
Prevenzione: Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I. /ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I. /2,5 ml soluzione orale.
Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi.

Bambini e Adolescenti (2-18 anni)
Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4-8 mesi.
Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi.

Donne in gravidanza
1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre.

Adulti e Anziani
Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi.
Trattamento: 2 fiale (pari a 200.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 3 mesi.

Istruzioni per l’uso
Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione.

Leggi anche:

DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile

Neonati fino a 24 mesi
Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I. /ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I. /2,5 ml soluzione orale.

Bambini e Adolescenti (2-18 anni)
Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno.
Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 3 mesi.

Adulti e Anziani
Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) ogni 6 mesi.
Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 6 settimane.

Istruzioni per l’uso
Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione.

Sovradosaggio
Interrompere l’assunzione di DIBASE quando la calcemia supera i 10,6 mg /dl (2,65 mmol/l) o se la calciuria supera 300 mg/24 h negli adulti o 4-6 mg/kg/die nei bambini. Il sovradosaggio si manifesta come ipercalciuria e ipercalcemia, i cui sintomi sono i seguenti: nausea, vomito, sete, polidipsia, poliuria, costipazione e disidratazione. Sovradosaggi cronici possono portare a calcificazione vascolare e degli organi, come risultato dell’ipercalcemia Il sovradosaggio durante i primi 6 mesi di gravidanza può avere effetti tossici nel feto: esiste una correlazione tra eccesso di assunzione o estrema sensibilità materna alla vitamina D durante la gravidanza e ritardo dello sviluppo fisico e mentale del bambino, stenosi aortica sopravalvolare e retinopatia. L’ipercalcemia materna può anche portare alla soppressione della funzione paratiroidea nei neonati con conseguente ipocalcemia, tetania e convulsioni.

Trattamento in caso di sovradosaggio
Interrompere la somministrazione di DIBASE e procedere alla reidratazione. In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di DIBASE avvertire immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale. Per qualsiasi dubbio sull’uso di DIBASE, rivolgersi al medico.

Effetti collaterali di Dibase
Come tutti i medicinali, DIBASE può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Se la posologia è conforme alle effettive esigenze individuali, DIBASE è ben tollerato, grazie anche alla capacità dell’organismo di accumulare il colecalciferolo nei tessuti adiposi e muscolari. Gli effetti indesiderati segnalati con l’uso della vitamina D sono i seguenti:

  • reazioni di ipersensibilità,
  • debolezza,
  • anoressia,
  • sete,
  • sonnolenza,
  • stato confusionale,
  • cefalea,
  • costipazione,
  • flatulenza,
  • dolore addominale,
  • nausea, vomito,
  • diarrea,
  • gusto metallico,
  • secchezza delle fauci,
  • rash,
  • prurito,
  • nefrocalcinosi,
  • poliuria,
  • polidipsia,
  • insufficienza
  • renale,
  • ipercalciuria,
  • ipercalcemia.

Scadenza e Conservazione
Vedere la data di scadenza riportata sulla confezione. Il periodo di validità si intende per il prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato. La data di scadenza si riferisce all’ultimo giorno del mese. ATTENZIONE: Non usare DIBASE dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.Conservare a temperatura non superiore ai 30°C. Non congelare. Conservare nella confezione originale per tenere il medicinale al riparo dalla luce.

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Vitamina D: sintomi che indicano la sua carenza e cibi che la contengono

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA NATURA FIUME MAGRA CALDO ESTATE RELAX VACANZE COSMETICA CAPELLI BELLEZZA ESTETICA SOLE APERTO LIBERTA FELICELa carenza di vitamina D può svilupparsi per svariate ragioni, riconducibili ad un’insufficiente apporto alimentare, ad un’inadeguata esposizione al sole (in particolare ai raggi UVB), ad un aumentato fabbisogno, ad un alterato assorbimento o a condizioni – come le malattie epatiche o renali – che compromettono la conversione della vitamina nella sua forma attiva. Il fabbisogno alimentare aumenta con il passare degli anni, quando diminuisce l’abilità della pelle di sintetizzare vitamina D (a partire da un derivato del colesterolo) e quella dei reni di operare l’ultima trasformazione necessaria ad attivarla. Per questo motivo negli anziani viene spesso consigliata una supplementazione di vitamina D, tramite specifici integratori od oli di pesce. L’integrazione viene consigliata, unitamente a quella di calcio, anche nella prevenzione dell’osteoporosi, con lo scopo di rinforzare le ossa e diminuire la suscettibilità alle fratture. A rischio di sviluppare carenze importanti sono gli alcolisti, i pazienti che hanno subìto resezioni dell’intestino tenue e quelli colpiti da insufficienza renale, insufficienza epatica, celiachia, fibrosi cistica, pancreatite cronica o cirrosi biliare primitiva.

QUALI SONO LE CAUSE DELLA CARENZA DI VITAMINA D?

La carenza di vitamina D può avere molteplici cause:

  1. Mancata assunzione nel tempo dei livelli raccomandati di vitamina D. Questo può accadere nel momento in cui si segue una rigida dieta vegetariana, poiché la maggior parte delle fonti naturali di questa vitamina sono di origine animale, come pesce, olio di pesce, tuorli d’uovo, formaggio e fegato di manzo.
  2. Esposizione limitata alla luce del sole. Poiché l’organismo produce vitamina D quando la pelle è esposta alla luce solare, il rischio di carenza aumenta se si è costretti a permanere per lunghi periodi in casa, se il luogo di residenza è sito in latitudini settentrionali, se si indossano abiti lunghi o copricapi per motivi religiosi o se il lavoro impedisce in toto l’esposizione al sole.
  3. Pelle di colore scuro. Il pigmento melanina riduce la capacità della pelle di produrre vitamina D in risposta all’esposizione alla luce solare. Alcuni studi dimostrano che gli anziani con la pelle di colore scuro sono ad alto rischio di carenza di vitamina D.
  4. I reni non possono convertire la vitamina D nella sua forma attiva. Con l’avanzare dell’età i reni perdono parte della loro capacità di convertire la vitamina D nella sua forma attiva, incrementando così il rischio di carenza di vitamina D.
  5. L’apparato gastrointestinale non è in grado di assorbire adeguatamente la vitamina D. Alcune condizioni, come il morbo di Crohn, la fibrosi cistica e la celiachia, possono influenzare la capacità dell’intestino di assorbire la vitamina D assunta dagli alimenti consumati.
  6. Obesità. La vitamina D viene estratta dal sangue dalle cellule adipose, alterandone il rilascio nella circolazione sanguigna. Le persone con un indice di massa corporea pari o superiore a 30 spesso presentano bassi livelli ematici di vitamina D.

QUALI ESAMI SONO NECCESSARI PER VERIFICARE LA CARENZA DI VITAMINA D?

Il modo più preciso per determinare la quantità di vitamina D presente nell’organismo è il test 25-idrossivitamina D. Nei reni, la 25-idrossivitamina D si trasforma nella forma attiva della vitamina. La forma attiva della vitamina viene misurata attraverso il sangue. La forma attiva della vitamina D contribuisce a controllare i livelli di calcio e fosfato presenti nell’organismo. I valori normali variano da 30,0 a 74,0 nanogrammi per millilitro (ng/ml). Un livello inferiore indica carenza di vitamina D ed è necessario consultare il medico.

QUALI SONO I SINTOMI DELLA CARENZA DI VITAMINA D?

Sintomi quali dolore osseo e debolezza muscolare possono essere indicatori di una possibile carenza di vitamina D. Tuttavia, per molte persone, i sintomi possono essere lievi. Eppure, anche in assenza di sintomi specifici, una quantità eccessivamente scarsa di vitamina D può comportare rischi per la salute. Bassi livelli ematici di questa vitamina sono stati associati a:

  1. aumento del rischio di decesso a causa di malattie cardiovascolari
  2. deterioramento cognitivo negli anziani
  3. asma grave nei bambini
  4. cancro

La ricerca suggerisce che la vitamina D potrebbe giocare un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento di una serie di condizioni, tra cui diabete di tipo 1 e di tipo 2, ipertensione, intolleranza al glucosio e sclerosi multipla.

COME TRATTARE LA CARENZA DI VITAMINA D?

Il trattamento della carenza di vitamina D prevede l’assunzione di maggiori quantitativi di vitamina D, tramite alimentazione, impiego di integratori e/o una maggiore esposizione alla luce solare. Sebbene non vi sia un consenso generale circa i livelli di vitamina D necessari per una salute ottimale (il dato varia a seconda dell’età e delle condizioni di salute dell’individuo), è stato comunque appurato che una concentrazione inferiore a 20 nanogrammi per millilitro è generalmente insufficiente e, in quanto tale, richiede un adeguato trattamento.

QUANTA VITAMINA D E’ NECESSARIO ASSUMERE OGNI GIORNO?

Le linee guida dell’Institute of Medicine consigliano agli individui di età compresa tra gli 1 e i 70 anni di assumere una quantità giornaliera di vitamina D pari a 600 unità internazionali (UI). Per gli adulti di età superiore ai 70 anni la dose giornaliera raccomandata è di 800 UI.

Se non trascorrete molto tempo al sole o se siete particolarmente attenti a proteggere la pelle (la crema solare inibisce la produzione di vitamina D), consultate il medico e chiedete informazione circa un’eventuale assunzione di integratori di vitamina D, specie in presenza di fattori di rischio relativi alla carenza di questa vitamina

QUALI SONO I CIBI CHE CONTENGONO PIU’ VITAMINA D?

Buone fonti alimentari di vitamina D sono rappresentate da: fegato, tuorlo d’uovo, latte, burro ed oli di pesce. Una specifica integrazione di vitamina D è generalmente raccomandata durante la gravidanza e l’allattamento, ai lattanti nutriti con latte materno (quello artificiale – non per questo migliore del muliebre – è arricchito artificialmente) e talvolta ai bambini ed ai ragazzi. Nel stabilire i dosaggi raccomandati per i nuovi nati, le organizzazioni internazionali tengono conto anche della latitudine di residenza. Non dimentichiamo, comunque, che un’assunzione elevata di questa vitamina può dare fenomeni di tossicità, per cui prima di assumere integratori specifici è importante consultare il parere medico. I rischi di un sovradosaggio includono: mineralizzazione di tessuti non ossei con calcificazioni diffuse degli organi, contrazioni e spasmi muscolari accompagnati a vomito, diarrea e mal di testa.

QUALI MALATTIE SONO CAUSATE DALLA CARENZA DI VITAMINA D?

La carenza di vitamina D compromette la mineralizzazione ossea, causando rachitismo, osteomalacia e osteoporosi. Nel rachitismo si ha un’insufficiente mineralizzazione della porzione ossea in crescita, che nel tempo cede e si deforma sotto il carico del peso corporeo e della tensione muscolare. L’osteomalacia è una malattia caratterizzata dalla rarefazione macroscopica delle ossa, che risultano dolenti e inclini alle fratture.

VITAMINA D CONTRO CANCRO, DIABETE ED IPERTENSIONE

Le ricerche sulla vitamina D stanno diventando sempre più numerose. La vitamina D attiva è uno dei più potenti inibitori dello sviluppo delle cellule tumorali ed è in grado di stimolare il pancreas a produrre insulina. Essa regola il sistema immunitario.

Si prendano in considerazione i seguenti studi:

  1. Presso la Boston University, le persone ipertese (con pressione alta) dopo essere state esposte ai raggi UVA e UVB per 3 mesi, presentavano un livello di vitamina D superiore del 100% e, fatto ben più impressionante, una normalizzazione della pressione arteriosa. Queste persone sono state seguite per un totale di 9 mesi e durante questo lasso di tempo la pressione alta continuava a diminuire. Il Professor Michael F. Holick (a capo del Laboratorio di Ricerca su vitamina D, pelle e ossa presso la Boston University School of Medicine) teorizza che questo abbassamento della pressione sanguigna, dovuto all’assunzione di vitamina D, avviene perché questa vitamina riduce la produzione di un ormone chiamato renina, che si ritiene abbia un ruolo di primaria importanza nell’ipertensione.
  2. In uno studio condotto su più di 3.000 veterani (di età compresa dai 50 ai 75 anni), pubblicato sul Journal of the American Medical Association, è stato riscontrato che coloro che avevano assunto più di 645 UI di vitamina D al giorno in combinazione con più di 4 grammi al giorno di fibre cereali, avevano ridotto del 40% il rischio di sviluppare polipi precancerosi al colon.
  3. In un report pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, i ricercatori dell’Università di Basilea in Svizzera, hanno dimostrato che le donne anziane che avevano assunto un integratore di vitamina D e calcio per 3 mesi, avevano ridotto del 49% il rischio di cadute rispetto alle pazienti che avevano assunto solo calcio. Sembra che le donne cadute più volte in passato abbiano tratto il massimo beneficio dall’assunzione di vitamina D.
  4. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Neurology ha dimostrato che le donne che assumono le dosi di vitamina D presenti abitualmente negli integratori multivitaminici (almeno 400 UI), presentano il 40% di probabilità in meno di sviluppare la sclerosi multipla rispetto alle donne che non assumono integratori.

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