Con ascesso (anche chiamato apostema) in medicina ci si riferisce ad una raccolta di essudato (edema infiammatorio) purulento (pus) in una cavità neoformata (ad esempio ascesso cerebrale ed epatico), fatto questo che differenzia l’ascesso Continua a leggere
Archivi categoria: Inestetismi della cute
Come far crescere una barba perfetta in tutti i punti e velocemente
Simbolo di virilità e di saggezza da migliaia di anni a questa parte, la barba – pur con alti e bassi – non passa davvero mai di moda. Il problema è che molti uomini si ritrovano con una barba che cresce troppo lentamente o che è diffusa “a chiazze”: vediamo oggi quali possono essere i consigli per farla crescere rigogliosa come il Gerard Butler del film 300 che vedete nella foto in alto. Continua a leggere
Orecchie a sventola: rimedi naturali per adulti e bimbi senza intervento
Trasmesse dai genitori ai figli, le orecchie sporgenti – comunemente chiamate “a sventola” o in inglese “protruding ears” – sono molto diffuse e, pur non essendo un problema di salute, rappresenta un inestetismo fastidioso specie per chi sceglie di portare i capelli corti che – al contrario di quelli lunghi – tendono non solo a far vedere il difetto, ma addirittura ad enfatizzarlo. Quali sono le soluzioni possibili? Tralasciando le tecniche che vedono i capelli lunghi coprire l’inestetismo (non sempre applicabile) ed il rimedio “della nonna” di fasciare la testa al bambino per “comprimere” le orecchie – del Continua a leggere
Proteggere la pelle di viso, mani e corpo dal freddo: rimedi e consigli
Le temperature più rigide, tipiche del periodo autunnale ed invernale, possono causare secchezza e rovinare anche la pelle normale. La disidratazione, provocata da agenti esterni quali freddo, vento e inquinamento atmosferico, incide sulla bellezza della pelle sia a breve, sia a lungo termine. Nell’immediato, i danni sono visibili sotto forma di screpolature, pelle arrossata e colorito poco uniforme, prurito e sensazione di fastidio. A lungo termine, invece, la secchezza di una cute poco curata si riflette in un’aumentata predisposizone alle rughe precoci e ai cedimenti. Anche l’utilizzo di detersivi e la continua detersione, nonché una cattiva asciugatura, provocano problemi quali aridità e bruciori della pelle. Soprattutto alle zone più soggette agli agenti esterni invernali, quali le mani. Vediamo allora oggi quali prodotti usare per difendere la nostra pelle dall’attacco di freddo, neve e vento.
Questo articolo è rivolto soprattutto alle donne, tuttavia i consigli contenuti sono applicabili anche dagli uomini.
Quali detergenti scegliere quando fa freddo?
In inverno, bisognerebbe prestare particolare attenzione ai prodotti utilizzati per la detersione. E anche al modo in cui si deterge la pelle. Soprattutto quella delicata delle mani, esposta a numerosi “pericoli” e a continuo rischio di disidratazione. Dunque, è importante detergere la pelle con il prodotto adeguato, ad esempio con questo gel: http://amzn.to/2D8WAY0
Dopo aver deterso la cute, soprattutto se si tratta delle mani, è importante asciugarla alla perfezione, tamponando e mai sfregando. Inoltre, è bene fare attenzione alle pieghe della pelle (in particolar modo a quelle che si formano tra le dita). Infine è fondamentale applicare un idratante efficace, come questo a base di cera d’api: http://amzn.to/2Dp5vlm
Proteggere la pelle durante le pulizie domestiche
La pelle si rovina sempre quando ci si dedica alle pulizie domestiche, e d’inverno ancor di più, per tale motivo è consigliabile proteggere sempre le mani con gli appositi guanti, come ad esempio questi: http://amzn.to/2r3CCsr
Come proteggere le mani dal freddo?
La pelle delle mani, soprattutto durante la stagione invernale, andrebbe trattata in modo intensivo. Infatti, si tratta di una zona esposta direttamente a freddo, vento, acqua, detersivi,sfregamenti. È anche una delle zone del corpo più soggette a invecchiamento precoce, rughe, pelle grinzosa e macchie cutanee. Proteggere la pelle in inverno significa applicare più e più volte al giorno un prodotto specifico, in grado sia di nutrire la cute sia di proteggerla dalle intemperie.
Esistono prodotti specifici per proteggere e nutrire le tue mani, come ad esempio questa crema alla pappa reale: http://amzn.to/2D2OjV1
Labbra, braccia e gambe quando fa freddo
Quando le temperature si fanno rigide e magari si aggiungono anche vento ed elevati livelli di inquinamento, ci sono alcune zone del corpo che richiedono maggiore protezione e nutrimento. Tra queste, le più a rischio disidratazione sono: labbra, braccia e gambe. Per quanto riguarda le labbra, mai uscire senza un burro protettivo in borsetta o un balsamo emolliente a base di ingredienti naturali lenitivi e nutrienti, come questo ottimo prodotto che ti consiglio: http://amzn.to/2FwwKLi
Gambe, braccia e corpo in generale, invece, vanno regolarmente trattate con un delicato scrub settimanale (l’esfoliazione deve essere fatta anche in inverno, non solo in estate!) e nutrite quotidianamente con l’applicazione di un burro o un olio per il corpo, insistendo maggiormente su gomiti e ginocchia, sia con l’esfoliazione che con l’idratazione. Per farlo potete usare un esfoliante corpo di altissima qualità, come questo: http://amzn.to/2mnX8ON
Per idratare la pelle del corpo, potete usare questa efficace crema al burro di karité biologico, che contrasta anche le smagliature: http://amzn.to/2D4ErtU
Combattere il freddo dall’interno
Una pelle bella, luminosa e un corpo tonico, anche in inverno, sono il risultato di una beauty routine attenta, dell’uso di trattamenti ad hoc e di un’alimentazione adeguata.
Infatti, la pelle del corpo va mantenuta idratata anche dall’interno. Il primo step è ricordarsi di bere quando fa freddo e la sete si fa sentire di meno.
La bevanda d’elezione dovrebbe essere l’acqua a temperatura ambiente. Da alternare a centrifughe mutlivitaminiche ed a infusi benefici per la bellezza della pelle come le tisane a base di malva, rosa canina e frutti di bosco. Le difese dell’organismo hanno bisogno infine di un corretto apporto di vitamine e sali minerali, che potete trovare in un integratore alimentare come questo: http://amzn.to/2iXrBW4
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Cattivo odore ascelle: cause, ormoni, bicarbonato e altri rimedi
Tutti noi emettiamo sudore e tutti noi alla fine di una giornata di lavoro intensa, torniamo a casa non certo “profumati”, tuttavia per alcune persone l’odore delle ascelle è oggettivamente più sgradevole delle altre: a loro è dedicata questa guida.
Cattivo odore ascellare: quali sono le cause?
Nella maggioranza dei casi un odore sgradevole proveniente dalle ascelle è causato da una produzione eccessiva di sudore da parte delle ghiandole sudoripare localizzate in tutto il corpo ed anche a livello ascellare. La differenza con le altre parti del corpo è che mentre generalmente il sudore riesce a disperdersi facilmente nell’ambiente, invece sulle ascelle tende a ristagnare, ponendo le basi per creare un ambiente favorevole alla proliferazione di alcuni batteri che popolano abitualmente la superficie cutanea, ma che col sudore aumentano il loro numero e le loro attività vitali. Il tipico odore sgradevole dalle ascelle deriva essenzialmente dall’esalazione di ammine ed acidi grassi a corta catena prodotti proprio dai batteri contenuti sulle ascelle, favoriti dal sudore, a partire dalla loro capacità di metabolizzazione di cheratina e lipidi cutanei. Per tale motivo dopo una giornata stressante le nostre ascelle puzzano più del solito: più è lo stress e maggiore e la sudorazione quindi maggiore è la proliferazione batterica. Il cattivo odore della ascelle non è dovuto comunque necessariamente all’accumulo di sudore: può essere favorito da fattori ghiandolari od ormonali individuali, per tale motivo alcune persone tendono ad avere un odore più sgradevole di altre a parità di sudore accumulato.
Cattivo odore alle ascella: come non puzzare?
Esistono molti rimedi per il cattivo odore proveniente dalle ascelle, vediamoli insieme.
Lavate molto bene le ascelle
È più che scontato, anche se a volte può capitare di lavarsi molto bene, ma continuare a sudare e ad avere un cattivo odore. Per questo motivo è indispensabile lavare bene le ascelle con il sapone. Esistono alcuni saponi dall’aroma intenso che, invece di profumare, fanno sudare ancora più velocemente e rendono l’odore poco gradevole. Per questo vi consigliamo di utilizzare un sapone neutro. Per questo motivo è necessario lavare molto bene le ascelle dato che possono rimanere dei residui di deodorante dal giorno prima o di sapone e ciò può provocare la comparsa di funghi o batteri. Potete preparare un rimedio naturale per assicurarvi che dopo esservi lavati le vostre ascelle rimangano pulite e inodori: mescolate aceto con alcol e applicate la miscela con un panno dopo la doccia. Per renderlo più efficace ripetete il trattamento anche la notte.
Cattivo odore alle ascelle: come usare il bicarbonato?
In generale il bicarbonato viene utilizzato per evitare i cattivi odori. Lavate molto bene le ascelle appena sentite il cattivo odore e applicate un po’ di polvere di bicarbonato con dell’ovatta. Non c’è bisogno che lo togliate. Se non vi dà fastidio, potete lasciarlo. Un altro trucco è mescolare un cucchiaio di bicarbonato con il succo di un limone e applicare questa miscela dopo essersi lavati. I suoi effetti nel contrastare il cattivo odore sono molto conosciuti.
Rimedi pratici
Un antitraspirante roll-on per ascelle che penetra nelle ghiandole sudoripare inibendo la loro attività e che ti consigliamo, è questo: https://amzn.to/2KX3cJu
Un bagnoschiuma antibatterico molto efficace per eliminare i cattivi odori, è questo: https://amzn.to/2IdvKR2
L’allume di potassio usato sulla cute bagnata delle ascelle è un ottimo sistema per annullare e prevenire i cattivi odori: https://amzn.to/2jSubJG
Se la sudorazione è particolarmente abbondante, puoi anche utilizzare degli appositi assorbenti ascellari di qualità, come questi che vi consigliamo: https://amzn.to/2IcKBaE
Infuso per controllare la sudorazione
Preparate un infuso con foglie di timo o rosmarino e applicatelo sulle ascelle. Questo aiuta a controllare l’iperidrosi, sudorazione cronica, che interferisce sulle relazioni interpersonali e sulle attività quotidiane.
Leggi anche: Sudore acido e cattivo odore: cause, deodorante e bagnoschiuma
Aloe vera contro il sudore
Anche l’aloe vera controlla la sudorazione eccessiva. Applicate semplicemente un po’ del gel, la notte perché abbia maggiore efficacia. Dovrebbe neutralizzare il cattivo odore. Anche il pomodoro, inoltre, aiuta a ridurre l’eccesso di sudore: applicate un pomodoro frullato sulle ascelle e lasciatelo agire per qualche minuto.
Quali vestiti non indossare per evitare il cattivo odore ascellare
Esistono alcuni tessuti o colori che possono far sì che si sudi o che si produca cattivo odore. Ad esempio, se soffrite già di cattivo odore evitate di usare vestiti molto attillati perché impediscono alla pelle di respirare in modo adeguato, evitate i capi sintetici e preferite quelli prodotti con tessuti naturali. Anche i colori, inoltre, giocano un ruolo importante perché ad esempio il nero, malgrado snellisca, può far sudare più del normale, anche perché – a parità di vestito – il colore nero tende a trattenere molto di più il calore favorendo la sudorazione.
Lava bene i vestiti
Se i vostri vestiti sono impregnati di sudore, dovrete lavarli a fondo per evitare che puzzino di sudore quando li indosserete nuovamente.
Mangiate bene
Sebbene di solito non venga presa molto in considerazione, anche l’alimentazione ha a che fare con il cattivo odore delle ascelle. Ad esempio, se mangiate molto spesso o in quantità eccessive cipolla, aglio, caffè e bevande alcoliche l’odore del sudore risulterà molto più pungente, mentre se gli alimenti che più consumate sono frutta e verdura, il cattivo odore diminuirà. Lo stesso vale per le sigarette poiché distruggono la pelle e stimolano l’organismo a produrre cattivi odori.
Depilatevi le ascelle
Un’ascella con molti peli può anche essere la causa del cattivo odore perché i peli tendono a far ristagnare il sudore ed a formare l’ambiente adatto per i microrganismi. Meglio quindi depilarsi le ascelle o – se siete uomini – almeno accorciare un po’ i peli.
Usate un anti-traspirante invece di un deodorante
È dimostrato che i deodoranti tendono a coprire l’odore della pelle e non combattono realmente la sudorazione eccessiva a monte, quindi possono essere efficaci in caso di sudorazione normale o inefficaci se la sudorazione è elevata. Al contrario gli anti-traspiranti tengono sotto controllo l’eccesso di sudore ed il cattivo odore. Se un normale deodorante con voi non funziona, provate con un anti-traspirante.
I migliori prodotti per l’igiene delle ascelle e per eliminare il cattivo odore
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere delle tue ascelle, in grado di migliorare la loro igiene orale e combattere i cattivi odori. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato, testato ripetutamente ed usato dal nostro Staff di esperti:
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Cattivo odore dei piedi: scarpe, sudore, deodoranti e rimedi
Cattivo odore piedi anche dopo averli lavati? Piedi sudati da scarpe di cattiva qualità portate tutto il giorno? Ecco oggi una lista di cause e terapie, passando per i classici “rimedi della nonna”, per risolvere uno dei problemi più imbarazzanti che esistano.
Tipo di odore dei piedi
Il cattivo odore delle estremità inferiori del corpo, in campo medico prende il nome di “bromidrosi plantare” mentre comunemente viene chiamato “puzza dei piedi”. E’ un odore considerato sgradevole dalla maggioranza delle persone. Spesso addirittura disgustoso, più o meno intenso, può essere vagamente simile a quello del formaggio o di verdure andate a male.
Quali sono le cause del cattivo odore dei piedi?
Nella maggioranza dei casi un odore sgradevole proveniente dai piedi è causato da una produzione eccessiva di sudore da parte delle ghiandole sudoripare localizzate in tutto il corpo ed anche nella pianta del piede. La differenza con le altre parti del corpo è che mentre generalmente il sudore riesce a disperdersi facilmente nell’ambiente, invece sui piedi tende ad accumularsi ristagnando nel calzino e cià pone le basi per creare un ambiente favorevole alla proliferazione di alcuni batteri che popolano abitualmente la superficie cutanea, ma che col sudore aumentano il loro numero e le loro attività vitali. La tipica puzza di piedi percepita dopo una lunga e stressante giornata di lavoro deriva essenzialmente dall’esalazione di ammine ed acidi grassi a corta catena prodotti proprio dai batteri contenuti sui piedi, favoriti dal sudore, a partire dalla loro capacità di metabolizzazione di cheratina e lipidi cutanei del piede e del sudore stesso.
Fattori che favoriscono e peggiorano il cattivo odore dei piedi
L’odore di piedi diviene più intenso e nauseabondo in presenza di forte stress, ansia o tensioni: in questi casi la puzza dei piedi viene alimentata perché fisiologicamente si tende a sudare di più. Similmente, anche la somministrazione di alcune specialità farmacologiche (es. penicillina), certe patologie (ipoglicemia, ipertiroidismo, malattie delle ghiandole sudoripare) e l’assunzione di alcol e sostanze nervine possono incidere negativamente sull’odore dei piedi perché aumentano la sudorazione.
Quando il sudore ristagna per troppo tempo nel piede (scarsa igiene personale), il puzzo dei piedi può essere affiancato da bruciore, prurito, formazione di piaghe ed arrossamento locale.
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Cosa fare per non far sudare troppo i piedi ed evitare il cattivo odore?
- Avere cura della propria igiene del corpo: lavarsi almeno una volta al giorno è la regola numero uno contro il sudore in generale e la puzza ai piedi in particolare. Se necessario, lavare i piedi più volte al giorno: le persone particolarmente stressate o costrette a lavori pesanti tendono infatti a sudare molto di più (piedi compresi).
- Dopo la doccia od il bagno ai piedi, si consiglia di applicare amido ad azione antifungina/antimicotica/disinfettante sui piedi: il rimedio è particolarmente indicato per gli sportivi e per gli individui soggetti al piede d’atleta.
- Il talco è un rimedio particolarmente utile contro la puzza ai piedi, dato che assorbe efficacemente il sudore in eccesso.
- Dopo l’igiene personale quotidiana, si consiglia di sfregare un pezzo di allume di rocca lungo tutta la pianta del piede: per le sue proprietà deodoranti ed antisettiche, il sale di rocca è un eccellente rimedio naturale contro il sudore.
- Sì a pediluvi caldi con sale od aceto. I pediluvi con sale (dosi: ½ tazza di sale in un litro d’acqua) o con aceto (½ tazza di aceto in un litro d’acqua) sono particolarmente indicati per le persone che sudano molto.
- Alternare getti d’acqua fredda e calda sui piedi: riducendo (blandamente) l’afflusso di sangue ai piedi, questo rimedio è indicato per diminuire la traspirazione ai piedi.
- Allontanare stress e tensioni.
- Aggiungere direttamente un pizzico di bicarbonato di sodio nel calzino e all’interno della calzatura previene la puzza ai piedi.
- Dopo la pulizia del corpo, tamponare il piede con alcol isopropilico (potente antisettico): questo antico rimedio popolare trova anche oggi un effettivo riscontro per controllare la puzza al piede.
Scarpe e calzini contro i cattivi odori dei piedi
- Infilare nella calzatura una soletta assorbente (quelle di feltro o alla clorofilla sono particolarmente utili per assorbire gli odori)
- Utilizzare calzini di cotone: evitare quelli sintetici o realizzati con materiali scadenti
- Non indossare due paia di calzini per volta per prevenire o ridurre la puzza ai piedi: un strato spesso di cotone esercitare un elevato effetto antitraspirante.
- Lavare i calzini (e gli abiti in genere) con detersivi specifici antiodore. Un ottimo rimedio per prevenire i cattivi odori è il bicarbonato: strofinando delicatamente gli abiti (calzini, in questo caso) con la polvere di bicarbonato di sodio si viene a creare un ambiente ostile alla proliferazione dei batteri responsabili del cattivo odore.
- Preferire scarpe di tela.
Cosa NON fare per evitare il cattivo odore dei piedi?
- Riutilizzare i calzini usati.
- Bere alcolici.
- Indossare sempre le stesse calzature: si consiglia di cambiare spesso scarpe e di lasciarle sempre asciugare in ambiente ventilato prima dell’utilizzo.
- Indossare calzini di nylon o sintetici.
- Indossare scarpe chiuse non è un buon rimedio: le scarpe chiuse creano un ambiente favorevole alla proliferazione dei batteri, potenziando le esalazioni di cattivo odore. Soprattutto d’estate, si consiglia di preferire scarpe aperte: quindi via libera a scandali e ciabatte.
Cosa mangiare per evitare il cattivo odore dei piedi?
Non c’è alcuna evidenza scientifica che relazioni il cibo con il miglioramento della puzza dei piedi. Si raccomanda di seguire una dieta sana, bilanciata, ricca di frutta, verdura e povera di grassi.
Cosa non mangiare per evitare il cattivo odore dei piedi?
- cipolla,
- aglio,
- curry,
- caffè e bevande nervine,
- alcolici.
Cure e rimedi per evitare il cattivo odore dei piedi
- Assodato che l’unico rimedio veramente efficace per combattere la puzza dei piedi è la combinazione acqua e sapone, ci si può rivolgere a madre natura per prevenire l’odore sgradevole. A tale scopo, sono particolarmente indicati spray, lozioni antisettiche o talchi formulati con principi attivi estratti da:
- Lavanda (Lavandula officinalis)
- Rosmarino (Rosmarinus officinalis)
- Altri oli essenziali
- Anche il decotto di salvia e tè nero sono rimedi efficaci per contrastare la puzza ai piedi:
- Decotto di Salvia (Salvia officinalis). Una volta lasciato raffreddare, il decotto di salvia va tamponato sul piede con l’ausilio di un batuffolo di cotone
- Tè nero (Camellia sinensis): similmente al rimedio precedente, anche il decotto di tè nero è particolarmente indicato per alleggerire la puzza di piedi. In questo caso, si consiglia di immergere i piedi direttamente nel decotto di tè nero lasciato raffreddare
- Un rimedio un po’ bizzarro (ma efficace) per combattere la puzza ai piedi è l’argilla: sfruttando le sue proprietà deodoranti, disinfettanti e purificanti, è possibile preparare una maschera all’argilla adattandola ai piedi. È sufficiente mescolare 2 cucchiai di argilla con pochissima acqua e due gocce di olio essenziale di limone o menta per ottenere un impasto morbido e consistente da spalmare sui piedi puliti ed asciutti. Dopo 15 minuti di posa, rimuovere la maschera fai da te dai piedi.
I migliori prodotti per l’igiene dei piedi e per eliminare il cattivo odore
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere dei tuoi piedi, in grado di migliorare la loro igiene orale e combattere i cattivi odori. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato, testato ripetutamente ed usato dal nostro Staff di esperti:
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- Bagnoschiuma antibatterico per il controllo dei cattivi odori del corpo: http://amzn.to/2CYq4bk
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Cure farmacologiche per il cattivo odore dei piedi
Non esistono cure farmacologiche specifiche per eliminare definitivamente la puzza dei piedi. Tuttavia, è doveroso ricordare che alcuni disturbi od infezioni a carico dei piedi possono alimentare il cattivo odore. Le micosi del piede o delle unghie, per esempio, possono essere responsabili di un odore maleodorante dei piedi: in questo caso, il rimedio più appropriato è curare l’infezione sottostante con antimicotici specifici. I trattamenti medici contro la puzza dei piedi non sono necessari, fatta eccezione per quei casi in cui l’odore maleodorante rispecchia una patologia di fondo come ipoglicemia od ipertiroidismo. In questi casi, è necessario provvedere a risanare il disturbo che si pone alle origini. Ad ogni modo, il più delle volte, la puzza dei piedi non va allontanata con farmaci od altre sostanze: è sufficiente un po’ di acqua e sapone.
Prevenzione per il cattivo odore dei piedi
- Indossare sempre calzini puliti, ogni giorno.
- Lavare accuratamente i calzini usati.
- Lavarsi sempre i piedi prima di indossare calzini puliti.
- Lavare le scarpe impregnate del cattivo odore dei piedi.
- Lavarsi almeno una volta al giorno.
- Utilizzare spray od altri preparati ad azione antisettica per prevenire le infezioni ai piedi, di conseguenza la puzza.
- Arieggiare le scarpe (soprattutto dopo una giornata di lavoro intenso).
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Radicali liberi e invecchiamento: come combatterli con gli antiossidanti
Rughe, pelle rovinata, disturbi di vario genere: la colpa molto stesso è attribuita ai radicali liberi. Non tutti però sanno che cosa sono e perché sono accusati di tanti danni: cerchiamo allora di scoprirne di più, perché conoscerli meglio può aiutarci a combatterli con più convinzione ed efficacia.
Radicali liberi: cosa sono?
I radicali liberi sono una sorta di prodotto di scarto dell’attività del fisico, che si accumula all’interno delle cellule. La loro caratteristica principale sta nella loro struttura chimica: gli atomi di cui sono composti hanno un elettrone in meno negli orbitali più esterni. In pratica, hanno una carica elettrica negativa che non trova la propria controparte positiva e resta quindi “libera”, causando l’instabilità della molecola di cui fa parte. In pratica l’elettrone “spaiato” spinge la molecola a cercare l’equilibrio chimico legandosi ad altri elettroni o ad altre molecole vicine: se un atomo perde un elettrone perché gli è stato “rubato” dal vicino, cercherà a sua volta di riacquistarlo da un altro ancora. Questo genera altri composti instabili in un effetto a catena che può essere interrotto solo dall’azione degli antiossidanti, sostanze in grado di restituire l’elettrone mancante e di riportare l’equilibrio.
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Da dove arrivano i radicali liberi e come fanno a formarsi?
I fattori che li favoriscono sono numerosi e diversi: tra questi lo stress emotivo e l’affaticamento eccessivo, la cattiva alimentazione, l’inquinamento ambientale, il fumo (anche quello passivo), l’assunzione di alcol, farmaci e droghe, alcune patologie infiammatorie, i raggi ultravioletti. La presenza di radicali liberi è, entro certi limiti, un fatto fisiologico: il nostro fisico li produce come residuo dell’attività respiratoria. La maggior parte dell’ossigeno che viene immesso nell’organismo serve per produrre energia, mentre la piccola quantità residua genera i radicali liberi. In condizioni normali, il fisico li utilizza per una serie di funzioni utili, legate soprattutto al sistema immunitario (ad esempio la distruzione di germi e batteri), mentre la quota in sovrappiù viene neutralizzata dagli antiossidanti. Quando però si verifica un accumulo di radicali liberi, a causa di stress emotivi, cattiva alimentazione o stili di vita scorretti, l’organismo non riesce a ricreare il necessario equilibrio e cominciano i guai.
Quali danni provocano i radicali liberi?
I danni prodotti dai radicali liberi sono a livello cellulare e non sono quindi immediatamente evidenti: il loro lavorio però è inesorabile e danneggia i mitocondri (gli organuli che presiedono la respirazione cellulare) e le membrane, fino a causare la morte della cellula. Particolarmente esposte sono le cellule dell’epidermide, fatto da cui deriva la comparsa di macchie e rughe sulla pelle. Lo stress ossidativo, conseguenza dell’accumulo di radicali liberi, oltre a causare un invecchiamento precoce dei tessuti, è anche responsabile della caduta dei capelli e, con l’andar del tempo e insieme ad altri fattori, anche di numerose patologie infiammatorie, cardiovascolari e degenerative.
Come combattere i radicali liberi?
Innanzi tutto con una vita sana, fatta di alimentazione bilanciata e di attività fisica commisurata alle nostre possibilità. Il corretto allenamento, infatti, contribuisce a ristabilire e a mantenere il giusto equilibrio tra radicali liberi e agenti antiossidanti, ma un’attività fisica troppo intensa causa stress all’organismo, aumenta il consumo di ossigeno e quindi l’accumulo di radicali liberi. Naturalmente occorre bandire il fumo e limitare al massimo il consumo di alcolici e superalcolici, che affaticano il fegato (e liberano altri radicali). Un valido aiuto può venire dall’alimentazione: importante bere molta acqua, inoltre meglio evitare una dieta troppo proteica e ricca di grassi polinsaturi, che affaticano reni e fegato. Sì invece ai cibi ricchi di acidi essenziali (Omerga 3 e Omega 6) come pesce azzurro, salmone, pesce spada, frutta secca (in particolare noci, pistacchi, mandorle), semi e olio di lino, verdure come spinaci, broccoli, lattuga e cavolo verde, soia e uova. E’ anche molto importante l’azione antiossidante delle vitamine, in particolare la A, la C, e la E. I cibi da preferire sono in questo caso la frutta e la verdura in generale, che contribuisce all’azione antiossidante con un buon apporto delle vitamine nominate sopra e di sali minerali, utili per prevenire le carenze di antiossidanti e per un corretto metabolismo. Nella dieta non devono mancare i frutti rossi, come mirtilli e uva nera per il loro apporto di antocianine, ed è ottimo anche il tè verde, ricco di flavonoidi. Tutte queste molecole sono in grado, ciascuna secondo un diverso meccanismo, di contrastare l’azione dei radicali liberi. Infine, in caso di necessità, gli antiossidanti si possono assumere anche sotto forma di integratori.
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Onicofagia grave e gravissima: cause, conseguenze, rimedi e psicologia del mangiarsi le unghie
L’onicofagia è un disturbo compulsivo che porta il paziente a mangiare le proprie unghie e, nei casi più gravi, anche le pellicine e le cuticole circostanti, con conseguenze nocive sia a livello fisico che psicologico. Questa malsana abitudine di rosicchiare le estremità delle dita si manifesta soprattutto in periodi di nervosismo, noia e stress, e può rappresentare semplicemente un sintomo di ansia, ma anche di disagio profondo.
L’onicofago (cioè individuo affetto da onicofagia) adotta un comportamento compulsivo e ripetitivo nel mordere le cuticole e i tessuti intorno alla lamina ungueale: si tratta di un’attività inconscia compiuta dal soggetto, il quale, per la maggior parte del tempo, non si rende conto di quando le mani sono portate alla bocca e i denti cominciano a rosicchiare le unghie. La maggior parte delle persone trova in questa abitudine l’unico modo per calmare sé stessi. L’onicofagia è considerata un “disturbo del controllo degli impulsi” ed è solitamente classificata tra i disturbi comportamentali e delle emozioni che si presentano durante l’infanzia e l’adolescenza; se trascurata, l’onicofagia può protrarsi fino all’età adulta. Secondo la teoria freudiana, l’abitudine di mangiare le unghie è un sintomo di fissazione orale, in quanto si manifesta prevalentemente con un’ossessiva stimolazione della zona. Inoltre, portare qualcosa alla bocca richiama, a livello metaforico, l’esperienza del seno materno e l’onicofagia è utilizzata per ottenere lo stesso effetto calmante.
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Cause del mangiarsi le unghie
All’origine del vizio di mangiarsi le unghie, spesso vi è una causa di natura psicologica: un ambiente familiare disturbato da litigi e incomprensioni, le aspettative eccessive dei genitori, la difficoltà a gestire la propria ansia ecc. L’onicofagia consente di contenere le reazioni a contrasti interpersonali e ai disagi soggettivi; tende a scomparire volontariamente quando viene meno la causa del malessere, tuttavia può riproporsi in successive situazioni di stress o ansia. Sebbene sembri un’abitudine innocua, l’onicofagia costituisce un atteggiamento tendenzialmente autolesionistico e per questo motivo, nei casi più gravi, è necessario l’aiuto di uno psicoterapeuta per individuare le cause che hanno indotto il disturbo. Qualora non si resistesse all’impulso di mangiarsi le unghie, è meglio capire cosa si nasconde dietro a questa abitudine e adottare repentinamente alcuni rimedi, per evitare conseguenze sulla salute.
Che cosa sono i “disturbi del controllo degli impulsi”?
I “disturbi del controllo degli impulsi” sono condizioni psichiche caratterizzate dall’incapacità di resistere alla tentazione incontrollabile di compiere un’azione o un gesto, di solito preceduta da un sentimento di progressiva tensione, agitazione ed eccitazione poco prima di mettere in atto l’impulso a livello comportamentale. Nel momento successivo all’azione impulsiva, il soggetto sperimenta piacere, sollievo, altre volte senso di colpa. Eventi e circostanze stressanti spesso possono aumentare la messa in atto di un’azione impulsiva potenzialmente dannosa (per sé o per gli altri). Tra i “disturbi del controllo degli impulsi” sono compresi: onicofagia, cleptomania, piromania e tricotillomania.
Chi è l’onicofago “tipo”
L’abitudine di mangiarsi le unghie colpisce bambini e adulti di ogni età.
Il disturbo è rilevabile nel 30% dei bambini tra i 7-10 anni e nel 45% degli adolescenti (da qui il titolo dell’articolo). La maggior parte delle persone smette di mangiarsi le unghie spontaneamente all’età di trent’anni, altri continuano anche successivamente, alcuni non abbandoneranno mai questa pratica. In genere, l’onicofagia non è limitata selettivamente ad una particolare unghia, ma è rivolta a tutte le dita delle mani, che sono morse allo stesso modo, risultando circa della medesima lunghezza. La diagnosi può essere ritardata, poiché i pazienti tendono a negare o a ignorare le conseguenze del disturbo.
In che cosa consiste l’onicofagia?
Si può considerare il fenomeno come un processo nel quale è possibile individuare due azioni ben distinte:
1) La fase preliminare che precede l’onicofagia vera e propria consiste nella dettagliata ispezione (visiva o attraverso il tatto) delle unghie e dei tessuti morbidi che le circondano, allo scopo di ricercare i possibili difetti da eliminare. Ogni irregolarità induce il soggetto a stuzzicare e mordicchiare l’area fino a rendere la pelle regolare: non è raro notare nelle persone con onicofagia l’abitudine di passare i polpastrelli sull’estremità delle dita.
2) La fase successiva coincide con il mordere ciò che si trova all’estremità delle dita: lamine delle unghie, cuticole, perionichio (pelle che circonda l’unghia a livello prossimale e laterale), iponchio (porzione di pelle sotto la lamina).
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Quali sono le principali cause dell’onicofagia?
Conoscere le cause che scatenano questa cattiva abitudine è un aspetto fondamentale per superare il disturbo. I fattori principali che promuovono l’insorgenza dell’onicofagia sono di origine ambientale e/o biologica. Le motivazioni ricorrenti sono le seguenti:
- Situazioni di stress e di ansia. In genere, si associa un soggetto onicofagico ad una persona in preda alla preoccupazione e al nervosismo, che scarica la tensione mordendosi le unghie. L’onicofagia, in questi casi, dà un senso di sollievo e di piacere momentanei, in quanto contribuisce a sfogare la carica emotiva.
Durante l’infanzia, quest’abitudine insorge quando sussistono episodi di incomprensioni, eccessive aspettative o esiste il timore di perdere l’attenzione dei genitori. Il problema può anche essere determinato dalla ripetizione del gesto di portare le mani alla bocca, come avviene per la suzione del pollice. - Atteggiamenti autolesionistici. Alcuni studiosi individuano nell’onicofagia un’espressione di aggressività: molti soggetti timidi e remissivi esprimono la loro rabbia rivolgendola verso se stessi piuttosto che all’esterno. Inoltre, rosicchiare le unghie rappresenta un’espressione di tensione aggressiva, come mordere una matita o masticare continuamente un chewing gum, tutti atteggiamenti che possono scomparire se si riesce ad eliminare il disagio che li ha provocati.
- Imitazione di altri membri della famiglia. Talvolta, i bambini imparano rosicchiare le unghie senza alcuna motivazione psicologica più profonda, imitando semplicemente i genitori.
- Noia. La noia non determina certamente l’esordio del disturbo, ma per il soggetto che possiede tale abitudine può essere estremamente difficile controllare lo stimolo a mangiarsi le unghie anche nei momenti d’inattività. All’opposto della comune opinione, che vuole il mangiarsi le unghie come manifestazione tipica nei momenti di tensione estrema, è possibile osservare che l’onicofagia si presenta specialmente nei momenti di non azione delle mani: mentre si guarda la televisione, in treno o in macchina, durante eventi lunghi e noiosi, mentre si rimane in attesa al telefono… Spesso, è difficile cercare la vera ragione del proprio vizio, in quanto, a volte, la causa risale all’infanzia e l’onicofagia è semplicemente il risultato di una pessima abitudine protratta nel tempo.
Quali possono essere le conseguenze dell’onicofagia sulla salute?
L’onicofagia può causare dolore, sanguinamento e arrossamento del letto ungueale, oltre a indurre il danneggiamento dell’eponichio, la porzione di pelle posta alla base e ai lati dell’unghia (cuticola).
Quando le cuticole sono rimosse in modo improprio, possono rendere suscettibili ad infezioni batteriche o virali (esempio: onicomicosi, paronchia, patereccio ecc.). Inoltre, chi pratica l’onicofagia rischia di trasportare nella bocca i microrganismi che si depositano sotto le unghie. Un esempio d’infezione del tessuto periungueale è la paronichia, un tipo di patereccio superficiale, localizzato vicino a un’unghia, dovuto alla penetrazione di germi piogeni attraverso piccole lesioni. Anche la saliva può avere un ruolo nell’arrossamento e nell’infezione dell’area. L’onicofagia è correlata anche alla patologia dentale e può portare a lesioni gengivali, usura degli incisivi, riassorbimento radicolare apicale e malocclusione dei denti anteriori, oltre a facilitare la diffusione d’infezioni alla bocca (esempio: ossiuri o batteri dalla regione dell’ano). Al contrario, l’onicofagia praticata durante un’infezione da Herpes simplex virus (labiale) è in grado di sviluppare il giradito erpetico sulla falange del dito morso. Ultimo danno ai denti, non trascurabile, che può conseguire dall’abitudine di mangiarsi le unghie è la carie, poiché viene intaccata la sostanza adamantina. L’ingestione dei residui ungueali può provocare anche problemi allo stomaco.
Infine, la persistenza negli anni del disturbo può interferire con la normale crescita delle unghie e può comportare gravi deformazioni delle dita.
Dal punto di vista sociale, vedere una mano con le unghie consumate, può far pensare ad una persona timida, con scarsa autostima, che trova nella pratica del vizio un modo di gestire la rabbia. In altri casi, l’onicofagia serve a controllare stati di ansia o di forte noia.
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Disturbi correlati all’onicofagia
L’onicofagia è correlata ad altri disturbi comportamentali ripetitivi:
1) Dermatillomania: disordine del controllo degli impulsi che induce il paziente a stuzzicarsi, strofinarsi, graffiarsi o incidersi la pelle del viso o del corpo, spesso nel tentativo di eliminare piccole irregolarità o imperfezioni cutanee reali o immaginarie (nota anche con il termine di “compulsive skin-picking”).
2) Dermatofagia: disturbo in cui un malato morde compulsivamente la sua pelle, di solito intorno alle unghie, con conseguente sanguinamento e decolorazione, dopo tempo prolungato.
3) Tricotillomania (o tricomania): abitudine, spesso accompagnata dall’urgenza, di tirarsi (e in alcuni casi, mangiare) le ciocche di capelli, ma nei casi più gravi anche ciglia, sopracciglia, peli della barba, peli pubici e altri peli del corpo.
Quali sono i rimedi disponibili per smettere di mangiarsi le unghie?
Diverse sono le misure di trattamento che possono aiutare a smettere di mangiarsi le unghie. Alcune persone possono risolvere il disturbo spontaneamente, per la paura di sviluppare infezioni o per la volontà di avere un aspetto più curato, mentre altri soggetti si concentrano sul cambiamento dei comportamenti. Come regola, nessun trattamento è necessario per i casi lievi di onicofagia.
Per le situazioni più gravi, il trattamento deve comportare la rimozione dei fattori emotivi che inducono l’abitudine (eccitazione, iperstimolazione, infelicità, ozio…).
Il trattamento più comune, economico e ampiamente disponibile, prevede l’applicazione di uno smalto di sapore amaro, che scoraggia l’abitudine di mangiarsi le unghie. Normalmente viene utilizzato un composto chimico denominato denatonio benzoato. Il gusto sgradevole ricorderà di fermarsi ogni volta che si portano le mani alla bocca.
Una varietà di opzioni comprende:
- l’uso di un bendaggio occlusivo sulla punta delle dita;
- portare dei guanti;
- nel caso di un bambino, indossare un pigiama integrale che copra anche le unghie dei piedi;
- mantenere le unghie tagliate in modo tale che gli angoli che sporgono o le cuticole non rappresentino una tentazione.
La cosmesi (trattamento di ricostruzione delle unghie) può aiutare a superare gli effetti sociali dell’onicofagia. Prendersi cura delle mani può aiutare a ridurre l’onicofagia e incoraggia a mantenere questa parte del corpo attraente: è possibile utilizzare smalti o sottoporsi a regolari manicure. Gli uomini possono indossare uno smalto chiaro. Anche applicare unghie artificiali può limitare il disturbo, oltre a proteggere la crescita di quelle naturali. Iniziare a praticare una costante attività sportiva può contribuire a scaricare rabbia e tensione, così come provare le tecniche di gestione dello stress.
Una valida alternativa per risolvere il problema dell’onicofagia consiste nel chiedere al paziente di masticare un chewingum senza zucchero oppure un bastoncino di liquirizia quando sente la necessità di mordere le unghie, oppure si trova in una condizione di particolare tensione. Questo rimedio consente di tenere la bocca occupata e rende l’abitudine difficile da praticare.
Terapia comportamentale
La terapia comportamentale è utile quando le misure più semplici non sono efficaci: l’obiettivo è di risolvere l’onicofagia ed eventualmente individuare un comportamento alternativo (ad esempio: ponendosi lo scopo di rendere nuovamente presentabili le proprie mani). Anche la terapia del controllo degli stimoli può rivelarsi utile per identificare e per controllare lo stimolo che scatena l’impulso di mangiarsi le unghie.
Terapia farmacologica
I trattamenti locali, come ad esempio l’applicazione sulle unghie di sostanze amare, possono avere un’efficacia variabile. L’onicofagia dimostra una risposta positiva alla terapia a base di farmaci antidepressivi, prescritti anche nella cura della tricotillomania e del disturbo ossessivo-compulsivo (OCD).
Un’altra opzione richiede l’uso della vitamina B inositolo, che riduce l’impulso di mordere le unghie e agisce sull’attività della serotonina, ormone che controlla umore e aggressività.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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