Incidente alla mano: cosa fare? Le dita amputate si possono riattaccare?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO OSPEDALE CHIRURGIA SALA OPERATORIA OPERAZIONE CHIRURGICACome ogni anno a Capodanno, c’è un picco dei casi di amputazione di dita, mano o addirittura braccio, a causa Continua a leggere

Ventilazione meccanica o artificiale: tipi ed indicazioni

MEDICINA ONLINE PALLONE AMBU RIANIMAZIONE POLMONI ARIA OSSIGENO OSSIGENOTERAPIA MASCHERA BOMBOLA DOMICILIARE A CASA EMERGENZA 118 112 TUBO ENDOTRACHEALE APPARATO RESPIRATORIO

Un pallone autoespandibile (AMBU) usato nella respirazione meccanica manuale

Con “ventilazione meccanica” (anche chiamata ventilazione artificiale o ventilazione assistita) si intende il supporto alla respirazione riservato alle persone parzialmente o totalmente incapaci di respirare in modo Continua a leggere

Pallone va e vieni: cos’è, come funziona, a che serve

MEDICINA ONLINE PALLONE VA E VIENI RIANIMAZIONE POLMONI ARIA OSSIGENO OSSIGENOTERAPIA MASCHERA BOMBOLA DOMICILIARE A CASA EMERGENZA 118 112 TUBO ENDOTRACHEALE APPARATO RESPIRATORIO.jpgCon “pallone va e vieni” o, più semplicemente “va e vieni”, si intende un presidio medicale, generalmente monouso, usato per la ventilazione artificiale del paziente intubato. Consiste in un sacco di gomma non autoespandibile che necessita, per il Continua a leggere

Pallone AMBU: a cosa serve, componenti, scadenza, percentuale di ossigeno

MEDICINA ONLINE PALLONE AMBU RIANIMAZIONE POLMONI ARIA OSSIGENO OSSIGENOTERAPIA MASCHERA BOMBOLA DOMICILIARE A CASA EMERGENZA 118 112 TUBO ENDOTRACHEALE APPARATO RESPIRATORIOIl pallone AMBU (acronimo di “Auxiliary Manual Breathing Unit”) è uno strumento usato dai soccorritori per il supporto dell’attività respiratoria (ventilazione artificiale) e Continua a leggere

Politrauma: definizione, gestione, stabile ed instabile

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE DEFIBRILLATORE CARDIOVERSIONE SPONTANEA ELETTRICA SHOCK FARMACOLOGICA FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATORECon “politrauma” o “politraumatizzato” in medicina si indica per definizione un paziente ferito che presenta lesioni associate a carico di due o più distretti corporei (cranio, rachide, torace, addome, Continua a leggere

Intubazione: rischi, anestesia, rianimazione, dolore alla gola

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE INTUBAZIONE ENDOTRACHEALE TRACHEA TUBO FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATORE.jpgIntubazione: cos’è?

Con “intubazione” in medicina si intende una tecnica che permette l’inserimento di un tubo nelle vie aeree – più precisamente nella trachea – attraverso le corde vocali del paziente con lo scopo principale di permettere la respirazione di una persona non in grado di respirare autonomamente. Il più comune metodo di intubazione è quello “endotracheale”, che può avvenire:

  • per via orotracheale: il tubo entra attraverso la bocca del paziente (metodo più diffuso);
  • per via rinotracheale: il tubo entra attraverso il naso del paziente (metodo meno diffuso).

Intubazione: quando viene usata?

Lo scopo principale di tutti i tipi di intubazione è quello di permettere la respirazione di un soggetto che, per vari motivi, non è in grado di respirare in modo autonomo, fatto questo che mette a rischio la vita del paziente. Un altro obiettivo dell’intubazione è quello di proteggere le vie aeree da eventuali inalazioni di materiale gastrico. L’intubazione viene eseguita in molte condizioni mediche, come ad esempio:

  • in pazienti in stato di coma;
  • nell’anestesia generale;
  • nella broncoscopia;
  • in procedure endoscopiche operative alle vie aeree come la terapia al laser o l’introduzione di uno stent nei bronchi;
  • in rianimazione su pazienti che necessitano di supporto respiratorio (ad esempio in caso di grave infezione da Covid 19);
  • in medicina d’urgenza, in particolare durante la rianimazione cardiopolmonare.

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Alternative all’intubazione

Esistono alcune alternative all’intubazione, ma sono senza dubbio più invasive e non certo esenti da rischi, ad esempio:

Tipi di tubi usati nell’intubazione

Esistono vari tipi di tubi endotracheali per intubazione orale o nasale, ne esistono di flessibili o di semirigidi, con una forma specifica e quindi relativamente più rigidi. La maggior parte dei tubi sono accomunati dal fatto di possedere un margine gonfiabile per sigillare le vie aeree inferiori, che non permette la fuoriuscita di aria o l’aspirazione di secrezioni.

Intubazione: perché viene fatta durante una anestesia?

L’intubazione viene fatta dal medico anestesista durante una anestesia generale, poiché – per determinare l’anestesia – al paziente vengono somministrati dei farmaci che inibiscono la sua respirazione: il paziente non è in grado di respirare autonomamente ed il tubo endotracheale, collegato a un respiratore automatico, permette la corretta respirazione del soggetto durante l’operazione chirurgica. In interventi di breve durata (fino a 15 minuti) la respirazione viene supportata con maschera facciale, il tubo tracheale viene usato se l’intervento ha una durata maggiore.

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Proverò dolore durante l’intubazione?

L’intubazione viene sempre praticata dopo che il paziente è stato addormentato, quindi non sentirà alcun dolore causato da essa. Dopo l’intervento non si ricorderà né del posizionamento del tubo né della sua rimozione (ossia l’estubazione) dalle vie aeree a intervento finito. Lievi fastidi alla gola sono possibili, ed abbastanza frequenti, dopo l’estubazione.

Dolore alla gola dopo intubazione: è normale?

Come appena accennato, dopo che il paziente è stato sottoposto ad una intubazione, può accusare alcuni sintomi spiacevoli, tra cui:

  • mal di gola;
  • sensazione di corpo estraneo in gola;
  • difficoltà nella deglutizione di solidi e liquidi;
  • fastidio durante l’emissione di suoni;
  • raucedine.

Questi sintomi, seppur fastidiosi, sono abbastanza frequenti e non gravi, inoltre tendono a scomparire velocemente, di solito nell’arco di massimo 2 giorni. Nel caso in cui i dolori persistano e siano francamente insopportabili, chiedete consiglio al vostro medico.

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Tecniche di intubazione

L’intubazione tracheale può essere eseguita attraverso varie tecniche.

  • Tecnica tradizionale: consiste in una laringoscopia diretta nella quale si usa un laringoscopio per visualizzare la glottide al di sotto dell’epiglottide. Viene quindi inserito un tubo con una visione diretta. Questa tecnica viene eseguita in pazienti in stato comatoso (svenuti) o sotto anestesia generale, o quando abbiano ricevuto anestesia locale o specifica delle strutture delle vie aeree superiori (es. usando un anestetico locale come la lidocaina).
  • L’induzione a sequenza rapida (RSI) (crash induction) è una variante della procedura standard su pazienti in anestesia. È eseguita quando è necessario un immediato e definitivo trattamento delle vie aeree attraverso l’intubazione, e in particolare quando c’è un rischio aumentato di inalazione delle secrezioni gastriche (aspirazione) che porterebbe quasi inevitabilmente a polmonite ab ingestis. Per l’RSI viene somministrato un sedativo a breve durata come etomidate, propofol, tiopentone o midazolam, seguito a breve da un farmaco paralizzante depolarizzante come la succinilcolina o il rocuronio.
  • Tecnica con endoscopio: una alternativa all’intubazione del paziente cosciente (o leggermente sedato) e in anestesia locale è l’uso di un endoscopio flessibile o simili (es. usando un video-laringoscopio). Questa tecnica è preferita quando si prevedono difficoltà, dato che permette al paziente di respirare spontaneamente, garantendo quindi ventilazione e ossigenazione anche in caso di una fallita intubazione.

L’intubazione presenta rischi e complicanze?

L’intubazione può causare danni ai denti, soprattutto in caso di dentatura precedentemente danneggiata o difficili rapporti anatomici. Oltre ai frequenti sintomi fastidiosi alla gola visti precedentemente, in casi più rari una intubazione può provocare danni più gravi ai tessuti che attraversa, determinando anche emorragie. L’intubazione può presentare qualche imprevisto, soprattutto nei casi di intubazione difficile imprevista, rara ma possibile, in cui le caratteristiche anatomiche del paziente rendono più problematico il corretto posizionamento del tubo nelle vie aeree. Fortunatamente in questi casi il medico dispone di strumenti che lo aiuta a limitare il più possibile i rischi per il paziente, come i videolaringoscopi ed i fibroscopi, che permettono di supplire alle difficoltà di intubazione impreviste o previste riscontrate.

Più schematicamente, i rischi precoci e tardivi di una intubazione sono i seguenti:

Rischi precoci

  • lesione dentaria;
  • dolori alla gola;
  • emorragia;
  • edema delle strutture glottiche;
  • pneumomediastino;
  • raucedine;
  • difficoltà fonatorie;
  • perforazione tracheale;
  • arresto cardiocircolatorio da stimolazione vagale.

Rischi tardivi

  • lesione tracheale;
  • decubito cordale;
  • decubito strutture buccali, faringe, ipofaringe;
  • polmoniti;
  • sinusiti.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Calcolare la superficie di una ustione: la regola del 9 in neonati, bambini ed adulti

Quando un soggetto ustionato si pone all’attenzione del medico, sono diversi i fattori che bisogna prendere in considerazione per valutare la gravità della situazione. Insieme alla profondità dell’ustione (che può essere di primo, secondo, terzo o quarto grado), la gravità delle ustioni è determinata anche dall’estensione della zona lesa; tanto questa è maggiore e tanto più insidioso è Continua a leggere

Puntura di vespa: dopo quanto tempo si verifica lo shock anafilattico?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO VESPA INSETTILa comparsa dei sintomi tipici dello shock anafilattico dopo puntura di vespa, segue l’esposizione all’allergene di un tempo variabile da pochi secondi ad oltre un’ora. L’intervallo è mediamente inferiore ai 10 minuti.

La comparsa dei sintomi tipici (dispnea, collasso, convulsioni) può essere preceduta da alcuni sintomi “premonitori”:

  • tachicardia;
  • ipotensione arteriosa (pressione bassa);
  • pallore intenso;
  • orticaria generalizzata (prurito che inizia di solito a mani e piedi);
  • sudorazione profusa con cute fredda;
  • vertigini;
  • senso generalizzato di grave malessere;
  • senso di morte imminente;
  • ansietà;
  • angoscia;
  • raucedine;
  • abbassamento della voce;
  • disfonia;
  • tosse stizzosa.

L’ampia variazione dei tempi di insorgenza dipende da diversi fattori:

  • struttura dell’antigene;
  • via di introduzione dell’antigene (orale, inalatoria, endovenosa…);
  • variabilità individuale;
  • età e stato di salute del soggetto.

Nelle forme ad esordio rapido, lo shock anafilattico compare in maniera brusca, anche senza nessuno dei sintomi anticipatori prima elencati.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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