Pale Blue Dot: la Terra vista dallo spazio è un granello nell’universo

MEDICINA ONLINE PALE BLUE DOT PALLIDO PUNTINO BLU VOYAGER 1 1990 TERRA SPAZIO 6 MILIARDI DI KMEra il 1990 e la sonda Voyager 1 – lanciata nello spazio il 5 settembre 1977 – scattò una foto della Terra da oltre sei miliardi di chilometri di distanza. Quell’immagine simbolo divenne celebre come “Pale Blue Dot“, che tradotto significa “pallido puntino blu”, proprio perché in essa la Terra appare come un puntino chiaro insignificante (lo potete vedere in alto, lungo la barra marrone). Fu lo scienziato e divulgatore Carl Sagan a sollecitare la Nasa peché Voyager 1 provasse a ritrarre il nostro pianeta da quella distanza. Le sue parole danno il senso di un momento storico e la consapevolezza della fragilità del nostro mondo:

Osserviamo quel punto. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti quelli che ami, tutti quelli che conosci, tutti quelli dei quali hai sentito parlare, ogni essere umano mai esistito, hanno vissuto la propria vita. Su un granello di polvere sospeso in un raggio di sole. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane di questa remota immagine del nostro piccolo mondo. Secondo me sottolinea la nostra responsabilità di essere più gentili l’uno verso l’altro, di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.

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Non riesco a trovare il punto G: come fare?

MEDICINA ONLINE PUNTO G G POINT SEX SESSO VAGINA PARETE ANTERIORE ANO MASSAGGIO TANTRA VULVA CLITORIDE STIMOLAZIONE VIDEO TOCCARE PREMERE DONNA WALLPAPER HI RES PICTURE IMAGEI primi a parlare del “punto G” come zona erogena sono stati centinaia di anni fa gli orientali nei loro testi filosofici e religiosi, a cui si riferivano come “punto del sole”. Il punto G è stato poi individuato anatomicamente dal dottor Grafenbergh, a cui si deve il suo nome, e da allora in moltissimi hanno tentato di spiegare le tecniche giuste per far raggiungere il culmine del piacere ad una donna tramite la stimolazione di questa zona.

Dove si trova?
Il punto G non è una zona anatomica ben definita. Per la maggior parte delle donne tale punto, grande quanto una piccola moneta, è collocato nella parete anteriore della vagina ad una profondità di circa 5 cm proprio in corrispondenza della localizzazione esterna del clitoride, tuttavia in alcune donne tale punto può essere localizzato in una zona diversa.

Come stimolare il punto G?

  • la donna si posiziona sdraiata con la pancia in alto;
  • il partner inserisce dito indice e/o medio nella vagina in modo da tenere il palmo della mano rivolto verso l’alto, vedi immagine all’inizio dell’articolo;
  • successivamente il partner piega leggermente le dita;
  • il partner muove avanti ed indietro ripetutamente i polpastrelli sulla parete anteriore della vagina, piegando il dito come nel gesto che significa “vieni qua”;
  • contemporaneamente il partner può usare il pollice per massaggiare delicatamente il clitoride, vedi immagine in alto.

Se non riuscite proprio ad individuare il punto G, sappiate che:

  • Alla maggior parte delle donne sono necessari lunghi preliminari e stimolazione sessuale prima che il punto G possa loro procurare piacere.
  • In alcune donne, la pressione sul punto G non provoca piacere, bensì stimolo di urinare (dal momento che spingendolo si può indirettamente stimolare la vicina vescica) o addirittura fastidio, specie se stimolato con eccessiva irruenza.
  • Secondo alcuni studi, il clitoride sarebbe molto più sensibile del punto G.
  • Secondo alcuni studi, non tutte le donne hanno il punto G.

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Punto G femminile: trovarlo e stimolarlo e le posizioni sessuali che più lo eccitano

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PUNTO G DOVE SI TROVA VAGINA CLITORIDE VESCICA UTERO APPARATO SESSUALE FEMMINILE DONNA SESSO SESSUALITA MASTURBAZIONE DITA RAPPORTO GRAFENBERGVa detto subito che il punto G, contrariamente a quanto avrete certamente sentito dire, non è un “pulsante magico” che basta toccare per far avere un orgasmo ad una donna, ma piuttosto un’area piacevole da stimolare per alcune donne, quindi cominciamo col non mitizzarlo.
Sebbene quasi tutte, ma non tutte, le donne lo abbiano (anche se tale cosa è messa in discussione da alcune ricerche), non tutte le donne sono sensibili e/o provano piacere in quel punto. Molte donne dicono che essere stimolate in quella zona procura loro degli orgasmi più intensi rispetto alla penetrazione del pene. Quando viene fatta pressione nel punto G alcune donne hanno lo stimolo di urinare – a causa della pressione sulla vescica – tuttavia questa sensazione, se si continua a stimolare la parete, diminuisce gradatamente provocando – in poco tempo – un piacere intenso che porta molto spesso a orgasmi multipli. Cerchiamo oggi di capire qualcosa di più su questa misteriosa zona femminile.

Perché il punto G si chiama così?

Non ci sono motivi particolarmente tecnici: il punto G si chiama così semplicemente dall’iniziale del suo scopritore, che si chiamava Grafenberg.

Cos’è il punto G?

Si tratta di un piccolo fascio di terminazioni nervose che, se correttamente stimolato, produce un grado di soddisfazione inaspettato. Neanche a farlo apposta, il punto G in effetti è la parte meno agevole da rintracciare nell’anatomia femminile. Comunque, la sua stimolazione meccanica si ha in tutte le posizioni in cui la donna sta sopra. Il punto G allora si gonfia e assume la forma di una piccola massa che sporge, come un bottoncino.

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Ha qualcosa a che fare con la “eiaculazione” femminile?

Se la stimolazione del punto G si protrae a lungo, l’utero comincia a contrarsi fino a produrre un orgasmo molto particolare, che talora si accompagna alla produzione di un liquido chiaro. Le analisi di laboratorio hanno rivelato che questo fluido è simile alla composizione del liquido prodotto dalla prostata, che ha il compito di proteggere gli spermatozoi. Proprio per questa ragione i ricercatori hanno ipotizzato che il punto G sia un abbozzo di prostata.

A che serve il punto G?

Il punto G resta uno degli aspetti più misteriosi dell’anatomia femminile. Si è pensato anche che possa avere un ruolo nella maternità: l’orgasmo profondo prodotto dalla stimolazione del punto G è infatti spesso accompagnato da una sensazione di spinta verso l’esterno. Poiché il punto può essere stimolato anche dalla discesa del feto durante il parto, sembra possibile che il punto G abbia una funzione di aiuto alla nascita. Per strano che possa sembrare, ci sono donne, che malgrado i dolori del travaglio, raggiungono un orgasmo proprio durante l’espulsione del bambino.

Dove si trova e come si può stimolare il punto G?

Per la maggior parte delle donne il punto G è collocato nella parete anteriore della vagina ad una profondità di circa 4-5 cm proprio dietro la localizzazione esterna del clitoride. Il motivo per cui dico “la maggior parte delle donne” è che per alcune può essere differente. Il punto G è grande più o meno quanto una piccola monetina e quando stimolato propriamente si dilata un po’ e cambia leggermente struttura. Alla maggior parte delle donne sono necessari lunghi preliminari e stimolazione sessuale prima che il punto G possa loro procurare piacere. In tal senso una corretta stimolazione del punto G passa da preliminari prolungati e da una lunga stimolazione manuale e/o orale dei genitali femminili. Se proprio non riuscite ad individuare questa zona, leggete anche: Non riesco a trovare il punto G: come fare?

Individuare il Punto G

Mentre la donna giace sul dorso, inserite uno o due dita nella vagina in modo da tenere il palmo della mano rivolto verso l’alto. Successivamente piegate leggermente le dita. Come detto in precedenza la parete sulla quale si trova il punto G è una superficie rugosa, proseguite tra la vescica e la pelvi, li si trova un’area molto sensibile. E’ molto probabile che non si riconosca al tatto (comunque è caratterizzata da una forma a cupoletta tondeggiante), fate in modo che sia lei (la diretta interessata) a guidarvi. E’ importante non eccedere nella ricerca perché è possibile che alla vostra partner la pressione esercitata dia fastidio, quindi cambiare stimolazione e rimandare alla prossima volta la ricerca del punto G.

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Il punto G è indicato in giallo

Stimolare il punto G con le dita

Individuato il punto, l’uomo dovrebbe inizialmente avere un tocco delicato, successivamente, quando il punto G si inturgidisce, può gradualmente aumentare la pressione per circa 5 minuti. Poi allentala di nuovo, anche se non del tutto, per far riposare un po’ il dito. Volendo, può inserirne un altro senza ritirare il primo (per esempio aggiungere l’indice al medio) e prepararsi a una pressione ancora più decisa. Il punto G non è delicato come il clitoride, richiede molta più pressione.

Movimenti con le dita per stimolare il punto G

  • stantuffo: avanti e indietro come un pistone;
  • fluttuazione: come lo stantuffo, con movimenti più dolci e più lenti;
  • vibrazione: movimenti ancora più dolci, ma più veloci, come quando tremi dal freddo;
  • invito: piegando il dito in su verso di te come nel gesto che significa “vieni qua”.

Le migliori posizioni sessuali per stimolare il punto G

Per i sessuologi la posizione che procura le sensazioni più piacevoli alle donne non è certamente quella cosiddetta del missionario. Infatti l’organo sessuale maschile in tal modo eccita la parete posteriore della vagina, ma non quella anteriore, dove si trova il punto G. Le migliori posizioni per stimolare il punto G sono quelle da dietro, la cosiddetta “pecorina” (con lui leggermente sopra di lei) e quella con l’uomo steso e lei sopra (lasciare che faccia lei); il pene deve entrare con una certa angolazione specifica per stimolare efficacemente il punto G.

Il punto G ed il clitoride, quali sono le differenze?

Alcuni autori descrivono il punto G come la parte interiore del clitoride. Tralasciando l’aspetto anatomico possiamo dire che i vissuti di queste due zone sensibili non riflettono affatto questa tesi.
Il clitoride ha una reazione lineare: il primo tocco è piacevolmente eccitante, e i successivi sono via via sempre più eccitanti fino a raggiungere l’orgasmo.
Il punto G è tutto il contrario, la sua reazione è ondeggiante, oscilla dal dolore al piacere, dal pianto al riso, dal non star più nella pelle fino alla pace più profonda; insomma, da un estremo all’altro. Attraverso la stimolazione di un unico punto la donna può sperimentare l’intero universo di sentimenti che il suo corpo le può offrire. Oltretutto, le sensazioni non rimangono limitate all’area pubica o al bacino, ma tendono a coinvolgere la totalità del corpo.

Ultime raccomandazioni. A lui/lei: non siate precipitosi! Masturbatela sempre con molta delicatezza e pazienza, a lei piace di più! A lei: non vi scoraggiate se il punto G a voi non fa effetto.

Vibratori e sex toys

Esistono una serie di vibratori, sex toys ed indumenti, che possono essere usati per ottenere più piacere e rendere più appagante il rapporto per entrambi i partner, noi vi consigliamo questi:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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