L’insospettabile influenza ogni anno uccide più persone dell’Ebola

MEDICINA ONLINE CEFALEA MAL DI TESTA EMICRANIA DIFFERENZE AURA SENZA AURA CERVELLO CERVELLETTO TESTA ENCEFALO SISTEMA NERVOSO CENTRALE PERIFERICO SNC SNP DONNA VOLTO TRISTE SAD GIRL HEADL’influenza può non suonare molto spaventosa, ma in realtà uccide molte più persone ogni anno dell’Ebola, sebbene il numero esatto di decessi annuali sia oggetto di molte discussioni. La grande variabilità dei decessi annuali nasce dal fatto che molte morti di influenza non sono segnalati come tali.
Un’altra ragione è che la vasta gamma influenze stagionali ogni anno varia in gravità e durata, a seconda di quali virus influenzali sono più prominenti. Negli anni dell’influenza dal virus A (H3N2), i tassi di mortalità sono in genere più del doppio di quelli registrati con i virus A sottotipo H1N1 o B.

Virus altamente contagioso, l’influenza fa ammalare molte più persone di quanto non ne uccida, con una stima dalle 3 alle 5 milioni di persone che si ammalano seriamente ogni anno. In tutto il mondo, l’influenza provoca circa dalle 250.000 alle 500.000 morti ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Nonostante il tasso di mortalità relativamente basso del virus, gli esperti e i medici raccomandano iniezioni antinfluenzali annuali per tenere a bada il rischio di complicanze da influenza. Ma i vaccini influenzali, che offrono l’immunità da virus dell’influenza A e B, non proteggono contro le altre forme influenzali, che possono sorgere quando il virus subisce cambiamenti genetici. La pandemia di influenza più recente, “influenza suina” o pandemia H1N1, ha ucciso dalle 151.700 e 575.400 persone nel mondo durante il 2009 e il 2010.

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Qual è il virus più letale al mondo?

MEDICINA ONLINE INVASIVITA VIRUS BATTERI FUNGHI PATOGENI MICROBIOLOGIA MICROORGANISMI CLINICA BIOLOGICA BIOLOGIA MICROBI LABORATORIO ANALISI PARETE INFEZIONE ORGANISMO PATOGENESIIl virus più letale al mondo è, probabilmente, il virus Ebola: pur avendo una mortalità del 50-70 per cento dei contagiati (molto meno rispetto al virus della rabbia che ha una mortalità prossima al 100%), è comunque pericolosissimo per via della velocità con cui conduce alla morte il paziente: esso infatti muore così rapidamente che difficilmente riesce ad essere causa di contagio per altri individui. Nell’epidemia del 2014 l’Ebola ha ucciso quasi 5000 persone, con un tasso di mortalità che si è aggirato intorno al 60%, quindi più della metà delle persone che ha contagiato è purtroppo deceduta.

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Quali sono le caratteristiche del virus Ebola?

MEDICINA ONLINE VIRUS BATTERI INFLUENZA RAFFREDDORE TEMPERATURA STARNUTO EBOLA TRASMISSIONE MORTE SINTOMI STARNUTO CONTATTOAppartenente alla famiglia dei Filoviridae, l’Ebola è un virus molto aggressivo per l’uomo, scoperto per la prima volta attorno al 1976 nell’ex Zaire, attuale Repubblica Democratica del Congo, e Sud Sudan, e la cui epidemia peggiore si è verificata a partire dal mese di aprile 2014.
I villaggi in cui la malattia è scoppiata, probabilmente portata dalle volpi volanti e dalle scimmie, erano per lo più isolati e la mancanza di collegamenti con altre aree ha permesso una facile quarantena, tanto che il virus è rimasto inizialmente circoscritto in tali zone. Oggi i mezzi di trasporto in Africa sono più moderni rispetto a trenta anni fa e le possibilità di contagio si sono moltiplicate, estendendosi anche a città più grandi e densamente popolate dove la diffusione del virus è molto più rapida.

Sino ad ora sono stati scoperti cinque ceppi del virus, di cui quattro sono letali per l’uomo, con una percentuale di fatalità di circa il 68% delle persone che vengono colpite.
Il periodo di incubazione varia dai 2 ai 21 giorni e, tra il quarto e il decimo giorno dal momento del contagio, che si trasmette rapidamente attraverso i fluidi corporei, si presentano numerosi e devastanti sintomi.

Il virus viene inglobato nella membrana cellulare della cellula che, replicandosi, moltiplica anche il virus stesso. Durante i primi stati della malattia si ha una sintomatologia simile alla malaria e alle infezioni virali che colpiscono l’apparato respiratorio, con mal di gola, febbre, tremori, dolori muscolari e in generale debolezza. Una volta che il virus ha attaccato le cellule del sistema immunitario, bloccando quindi la proteina dell’interferone, si hanno infezioni al fegato, milza e linfonodi, oltre a infiammazioni che portano emorragie.
sintomi avanzati sono inoltre sfoghi su viso, collo, braccia e torso, nausea, vomito, problemi intestinali, dolori al petto e occhi arrossati, ma anche ematomi ed emorragie cutanee. I vari organi collassano, si verificano crisi e convulsioni e sopraggiunge la morte, causata nella maggior parte dei casi da bassa pressione sanguigna, e insufficienze da parte dei vari organi.
pazienti che sopravvivono hanno febbre per alcuni giorni e, nonostante altri gravi sintomi, migliorano tra il sesto e l’undicesimo giorno, mentre la guarigione completa si ha solo dopo vari mesi.

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Come si trasmette il virus Ebola?

MEDICINA ONLINE VIRUS BATTERI INFLUENZA RAFFREDDORE TEMPERATURA STARNUTO EBOLA TRASMISSIONE MORTE SINTOMI STARNUTO CONTATTONel 2014 i casi di Ebola, e i conseguenti decessi registrati a seguito della contrazione della malattia, sono aumentati e il rischio di internazionalizzazione dell’epidemia esiste, sebbene in Italia sia ridotto al 5-10%, rispetto al 20% di Belgio, Francia e Inghilterra, stati che hanno collegamenti aerei diretti con i paesi dell’Africa, dove è presente la malattia.
In questi paesi l’Ebola è stata probabilmente trasmessa da alcune particolari specie di pipistrelli della frutta, noti anche col nome di volpi volanti, che vivono nelle foreste africane e sono portatori sani del virus.

A seguito della deforestazione di un’area della Nuova Guinea, i pipistrelli sono stati costretti a migrare ed entrare maggiormente in contatto con l’uomo che, toccandone il sangue o altri liquidi corporei, ma anche mangiando la frutta di cui l’animale si è nutrito, ha contratto la malattia. Il contagio può essere avvenuto anche con l’assunzione di carni di animali contagiati dai pipistrelli, quali la piccola antilope o dik dik, scimpanzé, gorilla e successivamente si è trasmesso da persona a persona.

Il contagio avviene in modo rapido e ha un periodo di incubazione che può arrivare fino a 21 giorni; la trasmissione avviene con il contatto diretto dei fluidi corporei come saliva, muco, sangue, lacrime, vomito e feci di una persona infetta, che entrano in contatto con membrane mucose o ferite aperte di bocca, naso, occhi, mani e altre parti del corpo di una persona sana.
Il virus può essere preso toccando anche un oggetto o una superficie su cui immediatamente prima è caduto il fluido corporeo di una persona infetta e poi toccandosi subito dopo gli occhi o mettendosi le mani in bocca. L’Ebola riesce a sopravvivere fuori dal corpo per un arco di tempo che varia da pochi secondi a pochi minuti.

Anche toccare il cadavere di una persona infetta è pericoloso, ed è la principale causa di trasmissione del virus in Africa, dove si usa lavare il cadavere e ricoprirlo con bende prima del funerale. Non si devono avere rapporti sessuali con persone infette o persone guarite da Ebola, poiché il virus può essere in questo modo trasmesso anche a distanza di tre mesi dalla guarigione.

In ogni caso, come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per contenere il rischio di contagio è sempre raccomandabile lavarsi spesso le mani, possibilmente con gel disinfettanti o soluzioni idro-alcoliche e sorvegliare eventuali sintomi della malattia, specialmente nei casi sospetti.

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Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency guarito dall’Ebola: “Tornerò in Sierra Leone”

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAME (4)Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency guarito dal virus Ebola, è arrivato in sala stampa all’ospedale Spallanzani, avvolto dall’applauso di tutti i presenti. «Possiamo ufficialmente annunciare la guarigione del nostro paziente», ha detto il commissario dello Spallanzani, Valerio Fabio Alberti, aggiungendo: «Abbiamo attraversato momenti duri».

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Per approfondire: cos’è il virus Ebola, come si trasmette, quali sono i sintomi del contagio, l’epidemia è inarrestabile?

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Cos’è il virus Ebola, come si trasmette, quali sono i sintomi del contagio, l’epidemia è inarrestabile?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma COS'E VIRUS EBOLA SINTOMI CONTAGIO EPIDEMIA Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite SEX Peeling Linfodrenante Dietologo Dieta Dermatologia Gambe Gonfie Edemi DonnaCos’è il virus Ebola? 
È un virus è estremamente aggressivo, appartenente alla famiglia dei Filoviridae, come il virus Marburg, che causa problemi simili. Il suo materiale genetico è RNA, che va incontro a mutazioni non particolarmente rapide e contiene solo sette geni. Sono stati isolati finora cinque ceppi diversi del virus, di cui quattro sono letali per l’uomo. La prima scoperta del virus risale al 1976, in Congo e Sud Sudan. Di solito il virus è molto infettivo e virulento, e quindi se colpisce una o due persone di un villaggio si diffonde con estrema rapidità e “consuma” tutte le persone che colpisce.

Come si trasmette il virus Ebola?
La trasmissione del virus è molto rapida, attraverso i fluidi corporei, come muco o sangue, ma anche attraverso le lacrime o la saliva, il vomito o le feci e il contatto con aghi o coltelli usati dall’ammalato. Anche se di solito questi virus non si trasmettono attraverso l’aria, è stata dimostrata nelle scimmie la trasmissione in goccioline contenenti il virus. È probabile che la trasmissione possa avvenire anche attraverso i rapporti sessuali. Nei villaggi o nelle zone più remote i contatti frequenti tra gli ammalati e i parenti aiuta la trasmissione del virus.

Esempi di come si può contrarre il virus Ebola:

  • Baciare una persona malata;
  • Toccare qualcosa su cui è caduto del fluido corporeo di una persona malata, per esempio un cellulare, la maniglia di una porta o la tastiera di un bancomat.
    Come può accadere una cosa simile? Il virus Ebola sopravvive alcune ore all’esterno di un organismo; se si tocca la superficie infetta e poco dopo ci si toccano gli occhi o si mettono le dita in bocca potrebbe avvenire il contagio.
  • Mangiare il cibo di un malato. Per la stessa ragione di sui sopra, può essere entrato in contatto con la saliva infetta.
  • Essere punti dall’ago di una siringa usata per curare un paziente con Ebola.
  • Pulire il cadavere di una persona morta a causa di Ebola. È una delle principali vie di diffusione del virus nei Paesi africani, dove si seguono particolari rituali durante i funerali.
  • Fare sesso con un malato o con una persona guarita da Ebola. Sembra infatti che il virus rimanga attivo nello sperma anche a distanza di 3 mesi dalla guarigione.

Esempi di come NON si può contrarre il virus Ebola:

  • Entrare in contatto con persone senza sintomi (ma che poi sviluppano la febbre emorragica). Ebola si può prendere solo da persone che hanno già i sintomi della malattia: prima il virus non è presente nei fluidi perché non ha ancora colonizzato con alte concentrazioni l’organismo.
  • Viaggiare in aereo con una persona che poi ha sviluppato i sintomi.
  • Attraverso la puntura di una zanzara. Ebola si diffonde solo tra mammiferi e non ci sono prove dirette che venga trasportato dagli insetti come avviene per esempio per la malaria con le zanzare. Al momento solo uomini, scimmie, primati e pipistrelli possono venire contagiati (e trasmettere) il virus.

Quali sono i sintomi che provoca il virus Ebola?
Ebola provoca una serie complessa e rapidissima di sintomi, dalle febbri emorragiche al dolore ai muscoli e agli arti e numerosi problemi al sistema nervoso centrale. Nello specifico i sintomi di Ebola sono:  febbre, forte mal di testa, dolore muscolare, diarrea, vomito, dolori addominali ed emorragie inspiegabili.

Quanto dura l’incubazione?
Il periodo di incubazione (dal momento del contagio all’insorgenza dei primi sintomi) va da 2 a 21 giorni. La morte è fulminante e sopraggiunge nello stesso periodo (2-21 giorni).

È il più pericoloso virus conosciuto?
Ebola ha una percentuale di fatalità del 68% tra le persone colpite. Pur essendo mortale, per un lungo periodo non è riuscito a diffondersi al di fuori dei villaggi in cui è scoppiata l’epidemia, fermato dal fatto che colpiva regioni e agglomerati remoti e isolati. Qui spesso uccideva la maggior parte della popolazione e l’isolamento e la mancanza di strade rendeva facile iniziare una quarantena. Per questo l’arrivo in una città popolosa e con rapidi collegamenti con l’esterno, cioè quello che sta avvenendo attualmente (vedi i casi negli Stati Uniti ed in Spagna), è molto preoccupante. Le condizioni di una grande città sono ideali per la trasmissione di un virus così aggressivo, nessuna grande metropoli è esclusa dal rischio.

Da dove proviene il virus Ebola?
Il cosiddetto serbatoio naturale del virus sono molto probabilmente le volpi volanti, grossi chirotteri che mangiano frutta e abitano le foreste tropicali; si pensa che il virus “viva” all’interno di questi animali da moltissimo tempo perché non causa in essi nessuna sintomo. Per arrivare all’uomo il virus potrebbe essere passato dalle volpi volanti alle scimmie, o altri animali della foresta, e infine all’uomo attraverso il fenomeno del bush-meat, cioè la carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé. Il fenomeno si è aggravato da quando compagnie occidentali e cinesi sono penetrate nella giungla per il disboscamento e la ricerca di fonti di minerali. Mangiando la carne di questi animali gli uomini possono essere rapidamente contagiati.

Perché colpisce “solo adesso”?
La scoperta del virus è relativamente recente probabilmente perché è aumentata anche la penetrazione nelle foreste da parte delle grandi compagnie del legname o minerarie, che hanno spinto gli abitanti dei singoli villaggi a nutrirsi del bush-meat (vedi qualche riga più sopra).

Perché la preoccupazione per la diffusione in una città?
Poiché l’infezione è estremamente veloce e la virulenza molto alta, se un virus di questo tipo “conquista” una città potrebbe colpire la popolazione molto rapidamente, prima che le autorità siano in grado di fermarlo.

C’è una cura o un vaccino?
Non esistono cure o vaccini, anche se ci sono stati tentativi con la trasfusione di individui colpiti ma sopravvissuti. Sono alla studio metodi estremamente avanzati, come la cosiddetta tecnologia antisenso o il farmaco sperimentale Zmapp, ma non si hanno ancora risultati clinici. A oggi – quando le vittime vengono immediatamente idratate, nutrite e curate con appositi farmaci antipiretici – c’è comunque una probabilità di sopravvivenza, come è successo a due medici a cui è stato somministrato in via eccezionale il farmaco Zmapp ma soprattutto curati negli Stati Uniti con farmaci antipiretici e reidratati.

È vero che il virus Ebola potrebbe mutare e diffondersi anche per via aerea?
L’ipotesi del cambiamento nelle modalità di trasmissione del virus Ebola non ha per ora nessun fondamento, e trova poche evidenze anche nella storia delle epidemie virali. È vero che Ebola – come tutti i virus – è soggetto a modificazioni genetiche, ma queste non sono mai tali da determinare un cambiamento delle caratteristiche di trasmissione.

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