Introduzione
Il colesterolo, come tutti i lipidi, non è solubile in acqua, per cui per il suo trasporto nel sangue viene veicolato da proteine, chiamate Continua a leggere
Il colesterolo, come tutti i lipidi, non è solubile in acqua, per cui per il suo trasporto nel sangue viene veicolato da proteine, chiamate Continua a leggere
Le malattie del fegato, anche chiamate “epatopatie“, sono patologie che colpiscono il fegato in modo diretto o indiretto, correlate in molti casi al Continua a leggere
Vi presentiamo una classifica di alimenti iperlipidici, che contengono varie quantità di grassi espressi in grammi per 100 grammi di parte edibile, dal più ricco (iperlipidico) al Continua a leggere
Il latte di capra (anche chiamato latte caprino) è comunemente considerato più sano del latte vaccino, ma è davvero così? In parte è vero: pur possedendo le Continua a leggere
Il latte usato in campo alimentare è il prodotto ottenuto dalla mungitura alcuni di animali e può essere di vari tipi in base all’animale che lo ha prodotto, ad esempio latte di capra, di pecora o di vacca (latte vaccino, quello più diffuso). Il latte vaccino è una ottima fonte di Continua a leggere
I trigliceridi dal punto di vista chimico sono esteri neutri del glicerolo in cui al posto degli atomi di idrogeno dei gruppi ossidrilici sono presenti le catene di tre acidi grassi a lunga catena e per questo vengono anche chiamati “triacilgliceroli“. La maggior parte dei grassi o lipidi che introduciamo con la dieta (circa il 95%) sono rappresentati proprio Continua a leggere
Le uova sono un alimento consumato in ogni angolo del globo, specie quelle di gallina che sono quelle talmente più consumate che, nel linguaggio comune, con “uovo” si intende proprio l’uovo di gallina e non di altro animale. E’ però importante ricordare che in commercio è possibile reperire uova di diversi animali e di diverse misure. Gli animali ovipari sfruttati in Italia sono: gallina, quaglia, oca, anatra, faraona e tacchina. La differenza sostanziale tra i diversi tipi di uova sta nell’apporto energetico ed in quello lipidico, come si apprezza dalla seguente tabella:
Un individuo sano adulto, che non soffra di particolari patologie, può assumere senza alcun problema tutti i tipi di uovo, facendo ovviamente attenzione alle quantità settimanali, che devono essere di 4 uova nel caso di quelle di gallina. Diverso è il discorso nel caso di soggetto con patologie caratterizzate da alterazioni del quadro lipidico ematico, come dislipidemie ed ipercolesterolemia: in questa eventualità in linea di massima è preferibile prediligere le uova di gallina e quelle di tacchina a quelle di oca o di anatra, salvo diverso parere del medico curante.
Leggi anche:
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!
Il pandoro contiene mediamente 410 calorie per 100 grammi; per quanto riguarda i carboidrati tutte tre le versioni del dolce si aggirano intorno ai 45-50 grammi, mentre i grassi corrispondono a circa 19-20 grammi.
In virtù del suo elevato contenuto calorico e di grassi, il pandoro è un alimento decisamente sconsigliato in un regime dietetico equilibrato, specie in caso di ipercolesterolemia, tuttavia può essere saltuariamente assunto anche dal paziente con colesterolo alto, in dosi moderate, preferibilmente lontano dai pasti principali e dopo parere positivo del medico. Sarebbe comunque preferibile sostituirlo con altri dolci meno calorici e con meno carboidrati.
Leggi anche:
Il problema vero del pandoro è che spesso viene servito in tavola alla fine dei pasti natalizi che già da soli sono ipercalorici e ricchi di carboidrati e grassi e vanno così ad aggiungersi a un menu già fin troppo abbondante. Per evitare un eccessivo apporto calorico e di carboidrati, un trucco potrebbe essere quello di ridurre le calorie durante la cena, diminuendo le porzioni ad esempio di pasta. Altro trucco è – se prevedete una cena abbondante – quello di limitare le calorie a pranzo o, comunque, nei giorni precedenti e successivi al periodo natalizio. Altro trucco è, ovviamente, quello di limitare le porzioni e di aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.
Leggi anche:
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!