I tre modi per gestire facilmente i conflitti di coppia

MEDICINA ONLINE TRISTE EX RAGAZZA RAGAZZO FIDANZATA FIDANZATO GELOSIA LITIGIO MARITO MOGLIE MATRIMONIO COPPIA DIVORZIO SEPARATI SEPARAZIONE AMORE CUORE FIDUCIA UOMO DONNA ABBRACCIO LOVE DIVORZIO DIVORCE SAD COUPLE WALLPAPERSei una persona che è solita andare dritta al punto e non importa se questo aprirà un conflitto con il tuo partner? Oppure eviti appositamente degli argomenti proprio perché questi porterebbero a delle accese discussioni fra di voi? Valutando queste due strategie, si può dire che si tratta di due eccessi, di due reazioni estreme. Come sempre, invece, l’atteggiamento più equilibrato sta proprio nel mezzo. Ma vediamo meglio.

Oltre il conflitto. La giusta via di mezzo
L’approccio migliore sarebbe quello di scegliere le battaglie che valgono veramente la pena di essere combattute. Naturalmente, adottare questo tipo di atteggiamento non è sempre cosa facile, soprattutto perché non è così chiaro discernere le questioni che davvero valgono la pena di essere discusse da quelle che invece sono irrilevanti.
Tuttavia, se si prendono in considerazione i prossimi tre passi, è possibile guardare ai conflitti secondo una diversa prospettiva.

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1. Calma le tue emozioni
Il sentirsi insicuri è una delle sensazioni più dannose all’interno di un rapporto di coppia. Dà vita a comunicazioni cariche di emotività che spesso complicano e appesantiscono la situazione. Per cui, quando ci si sente incerti, la strategia migliore è quella di astenersi dal portare una questione complicata. Perché? Semplicemente perché quando ci sentiamo insicuri, ci predisponiamo mentalmente in una posizione difensiva contro una possibile minaccia proveniente da un “nemico immaginario”. Questo non è certamente un buon atteggiamento per affrontare un conflitto, soprattutto in un relazione affettiva.
E poi, quando non proviamo insicurezza, magari sentiamo invece rabbia, frustrazione o paura. In linea generale nessuna di queste emozioni è una buona consigliera nel momento in cui affrontiamo un conflitto. Per cui la miglior strada da perseguire in questi casi, prima di affrontare il partner, è quella di imparare a calmarsi. Quando le emozioni prendono il sopravvento, vediamo il mondo attraverso di esse. È come se avessimo un filtro colorato che tinge il mondo di quella tonalità e ci impedisce di comportarci in maniera obiettiva, razionale e flessibile. Pertanto, la prima regola per affrontare un conflitto è assicurarsi che le nostre emozioni non stiano condizionando la nostra mente e che siamo ben disposti ad accogliere le argomentazioni dell’altra persona.

2. Concentrati sugli aspetti positivi del tuo partner
Spesso, quando soffriamo, ci concentriamo solo sugli aspetti negativi dell’altra persona. Tuttavia, se si vuole veramente che la discussione abbia un buon fine, è meglio concentrarsi sulle ragioni per cui lo amiamo. Si tratta di un semplice cambiamento di prospettiva, ma che fa una grande differenza: questo atteggiamento permette di non affrontare il conflitto con un tono minaccioso e accusatorio, ma con una energia più tranquilla e propositiva, unita all’intenzione di risolvere il problema. Quando riconosciamo gli aspetti positivi degli altri, otteniamo l’abbassamento delle loro difese e di conseguenza un atteggiamento più aperto al dialogo.

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3. Non farti condizionare dalle tue aspettative
Tutti noi, in maniera consapevole o no, nutriamo delle aspettative verso le persone con cui ci relazioniamo e non fanno certamente eccezione le relazioni di coppia. Anzi, in un rapporto di coppia, sono soprattutto le aspettative che nutriamo nell’altro a trasformarsi in veri e propri ostacoli che intralciano la relazione, specialmente le aspettative non verbalizzate, quelle appunto non dette. Pensate a quante volte avreste voluto che l’altra persona si fosse comportata in un determinato modo piuttosto che in un altro, per esempio: che vi avesse regalato un sorriso invece che un maglione costoso che non vi corrisponde affatto o che avesse avuto in quel preciso momento delle attenzioni che invece non ha avuto. Quando le aspettative vengono deluse possono nascere sentimenti di rabbia, frustrazione e delusione. In queste situazioni basta un attimo, una parola fuori posto che si accende la miccia che da il via ad un conflitto.
Prima di aprire al conflitto, in questi casi è utile tornare al punto 1 di cui sopra, e fare una breve analisi su che tipo di ruolo stanno giocando le nostre aspettative in quel momento. Qual’è il mio livello di responsabilità in tutto ciò? Perché penso che l’altro debba intuire o essere a conoscenza di ciò che mi aspetto da lui senza averglielo mai comunicato prima? Quello che sto per dire suonerà un po’ forte, ma in questi casi è utile, prima di accusare l’altro, guardare dentro noi stessi per scoprire che siamo probabilmente parte del problema.
È utile tenere a mente che i conflitti non si risolvono in una notte e di solito ci vuole una buona dose di impegno e attenzione da parte di entrambi. Imparando a conoscersi e lavorando sulle proprie aspettative si riesce un po’ alla volta ad assumere un atteggiamento più realistico e collaborativo circa la risoluzione dei conflitti, il che facilita e migliora certamente il clima del rapporto di coppia.

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I 10 uomini da evitare accuratamente in una relazione

MEDICINA ONLINE TRADIMENTO 10 UOMINI DA EVITARE RELAZIONE GELOSIA PATOLOGICA NORMALE DIFFERENZE GEALOUS GIRL BOY MAN WOMAN LOVE WALLPAPER AMICIZIA RAPPORTO SESSO TRADIRE FIDANZATI MATRIMONIO MARITO MOGLIE SCOPRIRE HDL’amore percorre vie strane e per ogni donna esiste almeno un uomo al mondo che la renderà felice, il problema è trovarlo, dal momento che in giro ci sono tanti uomini che sembra si divertano a far soffrire le donne (e viceversa!). Eccovi una lista di tipologie di uomo da evitare accuratamente in una relazione, se volete evitare di soffrire.

1) Il geloso
Il geloso logora la sua mente e il vostro rapporto inventando ogni giorno spunti maliziosi o possibili tradimenti in qualsiasi cosa voi facciate. Spesso sulla gelosia possono nascere delle discussioni lunghissime che alla fine non porteranno a niente e che potranno andare avanti anche per giorni. Vi conviene uscire da questa relazione a dir poco asfissiante se volete salvarvi. Attente poi che la categoria del geloso può sfociare o assere abbinata a quella del violento: ha scatti d’ira esagerati che devono far suonare il campanello d’allarme. Meglio allontanarli definitivamente.

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2) Il narcisista
Ama molto parlare di sé, ma ascolta poco gli altri. Chi ha tendenze narcisiste cerca di essere sempre al centro della scena e fa in modo di veicolare tutta l’attenzione su di sé. Il difetto principale? Non accetta le critiche e fatica ad ammettere gli errori, perché attribuisce la responsabilità degli eventi negativi agli altri o alla sfortuna. Ricorda che spesso dietro a un comportamento megalomane si cela una personalità fragile e insicura. Tuttavia questo non è un buon motivo per… scusarlo e continuare a sopportare!

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3) L’irresponsabile
Ha superato da tempo l’adolescenza, eppure adolescente lo sembra ancora, soprattutto dal punto di vista emozionale. Disprezza le regole, non si impegna nel lavoro, né mostra di essere granché interessato a mettersi in gioco: l’irresponsabile è sempre in fuga. L’errore frequente? Pensare di poterlo cambiare. A parole non conta. È possibile iniziare a prendere seriamente in considerazione ciò che una persona dice solo quando agisce di conseguenza, con i fatti. Se mai accadrà.

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4) Il manipolatore
La sua arma più importante è il ricatto. Il manipolatore isola, usa l’amore come merce di scambio e ti mette con le spalle al muro sviluppando una dipendenza emotiva lontana anni luce da un rapporto di coppia costruttivo e sereno. È sempre pronto a minacciare di toglierti il suo amore? Lascialo andare: perdere chi denigra e colpevolizza gli altri alla lunga andrà a vantaggio della tua autostima. Amore è prendersi cura, creare fiducia.

5) L’egoista
Se percepisci che ci sia una remota possibilità che dietro atteggiamenti rigidi si nasconda una scelta di priorità ovvero l’io, è i caso di valutare la rottura. Anteporre sempre i propri, interessi, i propri corsi, il proprio lavoro, i propri genitori significa abituarti all’idea di accontentarti degli spazi rimanenti nella fitta rete di impegni. L’interesse sarà dell’io, insostituibile dal plurale noi.

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6) L’uomo senza difetti
Ognuno di noi ha dei difetti e l’uomo senza difetti non esiste. Se il vostro uomo vi fa vivere una vita di coppia talmente perfetta che vi sembra quasi di vivere una soap opera degli anni ’80, state attente! L’uomo dall’apparenza fin troppo perfetta finisce spesso per rivelare un retroscena abilmente nascosto dietro un muro di apparenza artificiale e ben costruita.

7) L’innamorato istantaneo
L’amore è una cosa bellissima, talvolta improvvisa, certamente magica e incomprensibile. A tutto c’è un limite, però. Proclamarsi innamorato dopo una settimana che ci si frequenta, promettere amore eterno o, peggio, dirti che non può fare a meno di te al primo appuntamento è tipico dell’innamorato istantaneo. Non lo fa con cattiveria: lui ci crede veramente al “ti amo” che vi dice dopo tre giorni che vi conoscete, ed è per questo che voi gli credete. Si innamora “istantaneamente” in media due volte al mese ed “istantaneamente” si disinnamora; l’importante è non cascarci.

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8) Il violento
Anche se lui ti ispira simpatia e una certa attrazione fisica, indaga per comprendere se soffre di dipendenze, qualunque esse siano. L’inclinazione all’ira o repentini scatti devono far scattare in te il campanello d’allarme: troppo spesso, come insegna la cronaca, questi segnali vengono sottovalutati dalle donne che si lasciano ingannare a comportamenti apparentemente gentili e rassicuranti. Il violento camuffa la propria natura.

9) Il mammone
Questa categoria è tra le più subdole perché il mammone all’inizio ispira tenerezza, soprattutto nella prima fase quando tutto di lui ci sembra meraviglioso. Attenta perché potrai trovarti in un poco piacevole rapporto a tre con voi due e la mamma perfetta e sempre presente, nella quale lui cercherà conforto e dalla quale correrà alla prima difficoltà. Inoltre ci saranno sempre paragoni di tipo culinario: sì, è buono ma mia mamma è insuperabile. Anche in questo caso cerca di capire subito in che guaio ti stai cacciando. E se non vuoi vivere una perenne frustrazione da confronto, lascialo perdere.

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10) Il bugiardo
È bravissimo a trovare sempre una giustificazione valida, ogni ritardo è corredato da una spiegazione accurata. Avrà sempre una scusa pronta e darà sempre una spiegazione molto accurata di ogni sua mancanza o ritardo: tutti quei particolari devono farvi dubitare subito. Questa categoria di uomini è da considerarsi spesso patologica: cercano di ottenere qualcosa mentendo sempre e quasi mai si scusano per il loro comportamento quando vengono scoperti. Per loro la bugia è pane quotidiano e la considerano la normalità. Spesso sono poi dei manipolatori minando così anche la tua autostima. Meglio lasciarlo perdere e cercare una persona autentica e di cui potersi fidare. Accontentarsi di una facciata perfetta quando dentro si vive un inferno logora la salute: invece di togliere fiducia a te stessa… toglila al bugiardo di turno e scegli di riprendere in mano la tua vita.

Se hai problemi di coppia ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a superare questo momento difficile.
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Liberarsi dalla dipendenza affettiva e dalla paura dell’abbandono

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Vediamo oggi come superare la dipendenza affettiva e la paura dell’abbandono del partner.

1. Ammettere di avere un problema

Il primo passo da fare per guarire è quello di rendersi conto di avere un problema nel modo in cui si vivono le relazioni sentimentali, e in generale i legami importanti della propria vita. Ammettere di avere un atteggiamento sbagliato nelle relazioni, che non permette di viverle serenamente e in modo gratificante, è infatti fondamentale per poter chiedere aiuto, o semplicemente mettere in discussione i vecchi schemi e le vecchie abitudini che fanno soffrire. E’ il primo passo verso la guarigione.

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2. Conoscersi meglio

Se non sai più chi sei, come farai a cercare ciò che desideri? Chi soffre di dipendenza affettiva si concentra sull’altro, si dona completamente all’altro e si dimentica di sé; si comporta come se non meritasse amore e attenzione, come se fosse pericoloso fare presenti i propri bisogni e le proprie aspettative all’altro.

In tal modo si allontana sempre più da se stesso e non si conosce più, perché non si ascolta più. Finisce per diventare la somma di tutte le persone alle quali si è legato; una copia degli altri.

Dedicare del tempo a se stessi ascoltando il proprio dialogo interiore, o semplicemente osservandosi ed osservando le proprie emozioni in silenzio è un ottimo modo per tornare in contatto con la parte di sé che si è dimenticata. La Meditazione, il Training Autogeno e le tecniche di Mindfulness rappresentano a mio avviso dei validissimi strumenti per ricominciare ad ascoltarsi e a conoscersi.

3. Centrarsi su di sé

Le persone affette da dipendenza affettiva tendono a porre l’altro al di sopra di tutto. Anche di sé. Antepongono i desideri e le necessità altrui ai propri, e in questo modo si negano gioia e gratificazione, la possibilità di farsi conoscere davvero dall’altro, e si allontanano sempre di più da se stesse. Fino al punto di non sapere più chi sono, cosa desiderano e di cosa hanno davvero bisogno. Per raggiungere la guarigione occorre fermarsi e tornare a guardarsi dentro, osservandosi con amore ed accettazione. Occorre iniziare lentamente a chiedersi: di cosa ho bisogno? Cosa davvero desidero? Cosa non voglio più nella mia vita? Riportare il fuoco della nostra attenzione su di sé, sulle proprie emozioni, desideri e aspettative, permetterà di tornare a volersi bene, di conoscere ed affermare i propri bisogni con gli altri.

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4. Imparare a stabilire limiti e confini

Chi soffre di dipendenza affettiva, nel suo bisogno di essere amato ed approvato a tutti i costi, perde di vista i propri confini ed i limiti che non dovrebbero essere superati. Accetta gradualmente comportamenti sempre meno rispettosi, atteggiamenti sempre più offensivi fino ad accettare vere e violenze psicologiche o anche fisiche. Dimentica di porre dei limiti alle ingerenze e alle pretese dell’altro. I suoi confini personali son così labili e sfumati che spesso nemmeno li riconosce più, e diventa una sorta di estensione dell’altro. Così, le aspettative, le richieste, i bisogni dell’altro diventano i propri bisogni, senza che vi sia alcuna consapevolezza di quali realmente essi siano. Occorre quindi IMPARARE A DIRE NO quando dentro di noi è “no”. Occorre imparare a RIDEFINIRE I PROPRI CONFINI: stabilire fin dove l’altro può arrivare e tracciare una linea definita oltre la quale la tolleranza sarà zero e non si accetteranno più comportamenti sgradevoli, irrispettosi o offensivi, né richieste eccessive. Se non impariamo a farci rispettare ponendo dei limiti al potere dell’altro, nessuno lo farà per noi.

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5. Affermare sé stessi

L’affermazione di sé è un passaggio fondamentale per ricostruire il proprio benessere e la propria libertà, ed è un processo che si basa sulla considerazione che abbiamo di noi stessi e sulla nostra capacità di amarci e rispettarci. Imparando a conoscere i nostri desideri e i nostri bisogni, ed imparando a porre dei confini nelle relazioni con gli altri, lentamente prepariamo il terreno per affermare noi stessi e realizzarci. Per il dipendente affettivo si tratta di un processo quasi sconosciuto, poiché egli non ha imparato a dire “no” e non ha imparato a porre se stesso allo stesso livello dell’altro. Autoaffermazione significa scegliere con chi vogliamo trascorrere il nostro tempo, le attività che vogliamo svolgere e quelle che non ci interessano, significa scegliere come vogliamo vestirci e dove vogliamo recarci quando usciamo: in poche parole significa ESPRIMERE I PROPRI BISOGNI CON CORAGGIO MA SENZA IMPORLI O PRETENDERE CHE L’ALTRO LI SODDISFI. Questo processo prevede inoltre che ci accettiamo per ciò che siamo: con i nostri pregi e difetti anche quando agli altri questo non fa comodo, e soprattutto – passaggio assai difficile per il dipendente affettivo – significa avere il coraggio di rinunciare all’approvazione altrui quando affermiamo qualcosa di noi che gli altri non condividono, e imparare ad accettare di vedere che l’atteggiamento degli altri verso di noi può cambiare in seguito al nostro cambiamento. Probabilmente alcune persone – quelle che ci sfruttavano o approfittavano della nostra dipendenza – se ne andranno, ma altre ne arriveranno, pronte ad amarci e a rispettarci per come siamo.

6. Aumentare autostima e fiducia

Il dipendente affettivo vive in una costante condizione di negazione di sé al fine di soddisfare l’altro perché – ricordiamolo – è terrorizzato dall’abbandono e dalla solitudine e pur di avere qualcuno accanto, è pronto a rinunciare a se stesso. Ma ora che ci si consce più a fondo, si conoscono i propri reali bisogni e desideri, ci si accorge di quanto ci si è svalutati, negati, lasciati sopraffare. È il momento di riprendere in mano la nostra vita e cominciare a fare qualcosa per sé, anche rinunciando se è il caso, ad essere sempre approvati. La stima di sé nasce dalla capacità di dare valore alle proprie necessità, ai propri gusti e valori, senza rinunciarvi per garantirci la presenza dell’altro. Nasce dalla capacità di fare concretamente ciò che ci piace e ci gratifica. Impariamo ad apprezzare ed onorare l’essere che siamo, a vedere la nostra profonda bellezza! Liberarci dalla corazza costruita sulla paura della solitudine, ci renderà più liberi e avvicinerà noi persone più rispettose.

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7. Liberarsi dal senso di colpa e dalla vergogna

Spesso il dipendente affettivo, consapevole di assumere atteggiamenti sconvenienti generati dalla sua dipendenza, si vergogna e si comporta quasi scusandosi di esistere. È vinto da un grande senso di colpa e di vergogna per gli errori che non riesce a smettere di compiere. Si condanna per questa sua “colpa” e si maltratta dentro di sé, usando parole di rabbia e delusione. In tal modo perpetra il circolo vizioso: si sente indegno di essere amato, assume atteggiamenti di dipendenza e scarsa autostima, si sente in colpa per questo, di conseguenza aumentano il suo senso di indegnità e vergogna, aumenta il senso di colpa e la convinzione di non meritare nulla, e ciò fa ulteriormente incrementare i comportamenti di dipendenza generati dalla paura dell’abbandono. SENTIRSI IN COLPA NON AIUTERÀ A STARE MEGLIO NÉ A CAMBIARE LO STATO DELLE COSE: bisogna rinunciare al senso di colpa e avere il coraggio di cambiare, anche se questo allontanerà alcune persone da noi.

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8. Sviluppare la propria forza

Imparare a seguire l’intuito, quella flebile vocina che ci dice quando qualcosa non va, è un passo molto importante per ognuno di noi, e lo è ancora di più per il dipendente affettivo. Imparare a capire quando una situazione diventa intollerabile e dolorosa e richiede troppe rinunce (a se stessi prima di tutto) è fondamentale per fare retromarcia. Dire di NO. Andarsene. Assumendosi il rischio di affrontare la solitudine e le peggiori paure ad essa legate. Questo coraggio però ci renderà liberi, e ci permetterà di comprendere che la solitudine non è un vuoto senza fine ma un’occasione di conoscenza e amore da dedicare a se stessi. Un giardino silenzioso in cui coltivare l’amore, il profondo rispetto e la conoscenza di sé, per tornare al mondo più completi e più forti. Il coraggio di affrontare questo dolore ci rende forti ed aumenta la fiducia in noi stessi, che a sua volta ci permetterà di fare le scelte migliori. Per sviluppare la nostra forza dobbiamo prima avere il coraggio di affrontare il disagio e le nostre più profonde paure.

9. Non temere il giudizio degli altri e diventare “egoisti”

Liberarsi dal cappio del giudizio altrui è un passo di grande importanza nel cammino verso la libertà ed il benessere personale e relazionale. Ci hanno insegnato a temere la disapprovazione, ad allinearci a ciò che pensano altri che riteniamo importanti, a supportare opinioni che non condividiamo, pur di sentirci “parte del gruppo”, di non restare da soli, di non rischiare l’abbandono. Ma tutto questo ci porta solamente ad esasperare una sorta di “schiavitù” silenziosa e socialmente accettata. Invece impariamo a dire di no, a dire ciò che pensiamo, ad affermare le nostre idee e i nostri bisogni. Senza temere che verremo per questo allontanati o abbandonati. Senza nemmeno pretendere che gli altri se ne facciano carico. Semplicemente lasciandoli esistere in quanto sono una parte di noi, la nostra modalità di manifestarci nel mondo. Chiediamo ciò che desideriamo e rifiutiamo ciò che non vogliamo più. Pensiamo a noi stessi e a ciò che ci porta crescita e benessere, rifiutando ciò che ci porta dolore, disagio, indegnità. Di fronte alla disapprovazione impariamo ad agire con rispetto e fermezza: questo sono io, e merito lo stesso rispetto e la stessa considerazione che meriti tu.

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10. Liberarsi dalla paura dell’abbandono

Ho posto alla fine della lista questo passaggio perché esso a mio avviso richiede che si costruiscano dapprima tutti gli altri, affinché vi siano i presupposti per lavorare su di esso. Si tratta infatti di un processo estremamente delicato, doloroso e difficile da affrontare; la paura dell’abbandononella forma che assume nella dipendenza affettiva – è un grande pozzo senza fondo, un vuoto senza luce che divora le energie, il coraggio e la speranza. Essa affonda le sue radici nella prima infanzia, nel rapporto avuto con le figure di riferimento (solitamente genitoriali), ed è in grado di definire per tutta la vita gli schemi relazionali che utilizzeremo con le persone amate. In alcuni casi, questi schemi sono sani e permettono lo sviluppo della persona e della coppia ma in altri casi – come accade nei dipendenti affettivi – assumono modalità insane, patologiche e limitanti. Non è possibile modificare tali schemi (costituiti da aspettative, ricordi, comportamenti e interpretazioni automatiche) in tempi veloci e senza prima aver preso una profonda consapevolezza del modo in cui essi si manifestano nella nostra vita. E’ consigliabile ricorrere all’aiuto di un professionista che ci possa lentamente e delicatamente accompagnare lungo questo percorso di conoscenza e cambiamento radicale. Tuttavia ricordo che questi schemi, responsabili del terrore dell’abbandono e di molti dei comportamenti che il dipendente affettivo attua per garantirsi di non essere lasciato da solo, possono essere cambiati. Reintegrandone gli aspetti più sani e modificando le convinzioni responsabili degli aspetti patologici.

Testi consigliati

Di seguito vi riportiamo alcuni libri consigliati dal nostro Staff, estremamente utili per affrontare e superare la dipendenza affettiva:

Se credi di avere un problema dipendenza affettiva e di paura dell’abbandono ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Dipendenza affettiva: riconoscerla, affrontarla e superarla

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“Il dipendente affettivo è in grado di vivere nascosto nell’ombra anche per l’intera vita, ponendosi tuttavia come la radice di un costante dolore e alimentando spesso altre gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali”

Leggi anche: Il peggior nemico siamo noi stessi: i segnali che ci stiamo autosabotando

Caratteristiche dell’amore dipendente

A quel punto nell’individuo si innesca una necessità di essere accuditi, manifestando un comportamento sottomesso e dipendente per timore della separazione. Tale comportamento dipendente compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. L’amore dipendente si mostra con le seguenti caratteristiche:

  • è ossessivo e tende a lasciare sempre minori spazi personali
  • è parassitario e basato su continue richieste di assoluta devozione e di rinuncia da parte dell’amato
  • è caratterizzato dalla stagnazione e dall’auto-assorbimento, ossia da una tendenza a ripiegarsi su se stesso e a chiudersi alle esperienze esterne per paura del cambiamento e necessita di mantenere fermi alcuni punti certi, soffocando qualsiasi desiderio o interesse personale in nome di un amore che occupa il primo posto nella propria vita.

Nella dipendenza affettiva esistono 2 elementi distintivi della vita emotiva interiore :

  • un bisogno di sicurezza che fa da guida ad ogni comportamento
  • una tendenza a disconoscere e a fare disconoscere all’altro i propri bisogni di ricevere amore

Un’attitudine che sembra radicata in un’infanzia in cui ci si è abituati a limitare le proprie aspettative in conseguenza a delle esperienze relazionali precoci inappaganti e frustranti.

“Amore e dipendenza sono avversari; se coesistono, ci distruggono. Se questo capita, anche se la relazione continua, l’amore si oscura e si sottomette alla dipendenza”

Leggi anche: Perché mi capita di piangere senza motivo? Come affrontare il problema?

I grandi errori delle persone dipendenti

Le persone dipendenti sono incapaci di vivere sole, senza un partner. Quando mettono fine ad una relazione, cercano immediatamente qualcuno che colmi il vuoto venutosi a creare. Spesso queste relazioni non si basano sull’amore, ma sulla necessità. Ciò porta, col tempo, alla noia, alle discussioni e alla rottura della coppia. Tuttavia, le persone dipendenti non sono consapevoli dei loro problemi finché l’ansia, la disperazione e l’infelicità non si palesano.

  • Fanno l’errore di porsi dei limiti. I limiti sono necessari in quasi tutti gli aspetti della nostra vita. Ad esempio, magari vi piace eccedere su determinati alimenti, ma sapete che se lo fate tutti i giorni, la vostra salute correrà qualche rischio. Nelle relazioni con soggetti dipendenti, questi ultimi finiscono sempre per cedere su cose su cui non vorrebbero cedere. Lo fanno solo per non perdere chi hanno al loro fianco. Per questo motivo, finiscono per subire spesso maltrattamenti. Ovviamente la loro autostima è molto bassa. Si tratta di persone che non si esprimono con sincerità per paura del rifiuto. Mettono da parte ciò che davvero vogliono per evitare di sentirsi di nuovo vuote.
  • Fanno l’errore di credere che il loro mondo gira attorno alla persona “amata”.Le persone dipendenti cambiano a seconda del loro partner. Ciò avviene perché si adattano alla persona che hanno al fianco. Nonostante si frequenti qualcuno, dovremmo sempre continuare a realizzare le attività che ci piacciono. Per una persona dipendente, però, le cose non vanno in questo modo. Comincia ad adottare i gusti del compagno, mettendo da parte tutto ciò che lo appassionava prima. Prende piede, inoltre, una sorta di sentimento ossessivo compulsivo che porta a pensare sempre alla persona di cui si ha bisogno, facendo le cose solo per lei. Perché succede? Perché le persone dipendenti non vedono la coppia come due soggetti indipendenti che condividono la vita. Intendono la relazione come la fusione di due individui in uno.

“La vita si modella attorno al partner, cambiando del tutto. Una circostanza che non dovrebbe mai verificarsi”

  • Pensano che la felicità non dipenda più da se stessi. Quando essere felici o tristi comincia a dipendere da come si comporta l’altra persona, siamo di fronte ad un grosso problema. Improvvisamente si smette di essere padroni delle proprie emozioni, questa grande responsabilità passa sulle mani dell’altro. Una brutta parola, il partner che ci ignora o cose simili, trasformeranno un giorno piacevole in un momento buio e malinconico. Non dobbiamo lasciare che il nostro stato d’animo dipenda da altre persone. Esse non sono noi, non controllano i nostri sentimenti. Stiamo permettendo tutto questo nonostante non ci faccia stare bene.
  • Fanno l’errore di temere di essere abbandonati. Una persona emotivamente dipendente non lascia mai il proprio partner, a meno che non sappia, con assoluta certezza, di avere un sostituto pronto a rimpiazzarlo. In caso contrario, vive con la costante paura di essere abbandonata, per questo dà la priorità alle necessità dell’altro e fa di tutto per compiacerlo. In altre parole si sottomette. Ciò genera un’urgenza per il controllo della situazione che, a volte, è impossibile concretizzare. Quando capita, sorgono l’angoscia, l’ansia e la disperazione.
  • Credono che la felicità consisti a stare accanto a loro nonostante tutto. Anche se si sostiene di esserlo, in realtà non si sa cosa significhi essere felici. Ogni volta che tali persone si sentono sole, rischiano un attacco di panico. Gli altri sono diventati per loro una droga a cui afferrarsi per ricevere la dose giornaliera. In loro assenza, si soffre di una vera e propria crisi di astinenza.

Testi consigliati

Di seguito vi riporto alcuni libri consigliati da me e dal mio Staff, estremamente utili per affrontare e superare la dipendenza affettiva:

Leggi anche: Perché un uomo sposato tradisce la moglie con un’altra donna o una prostituta?

Come guarire dalla dipendenza affettiva?

Se siete o siete stati dipendenti non dovete pensare che non esiste soluzione. Il vostro problema è che non vedete la situazione da un’altra prospettiva. Cominciate a sforzarvi di stare da soli, smettete di legarvi a qualcuno solo per non sentire il vuoto.

Se credi di soffrire di dipendenza affettiva ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Nel momento stesso in cui impareremo a stare bene con noi stessi, potremo stare con qualcuno senza averne bisogno.

Ti amo perché voglio amarti, perché ti ho scelto e perché mi piace starti accanto; non perché sei indispensabile per la mia felicità

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Le 5 cose che indicano che stai con qualcuno che ti farà sicuramente soffrire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSE STAI QUALCUNO TI FARA SOFFRIRE   Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgNon tutti i rapporti sono “rose e fiori”: alcuni ci regalano più sofferenza che gioia, eppure rimaniamo dentro la storia, senza voler davvero uscirne. Chi vive una relazione dolorosa rinuncia alla sua vita centimetro dopo centimetro man mano che si lascia imprigionare dalla relazione. Inizialmente chi arreca sofferenza desiste dal mostrare il proprio lato insano ed oppressivo al fine di guadagnare la fiducia e l’amore del partner: tutto sembra andar bene, finché le carte si scoprono ed il partner si rivela per quello che è, ma ormai è troppo tardi per uscire facilmente dal rapporto. Spesso le relazioni che fanno star male sono storie d’amore molte intense e passionali. I partner “carnefici”, uomo o donna che siano, sono carismatici, attenti, devoti. Nel momento in cui l’oppressore mette alla prova limiti e confini del partner, è molto facile che quest’ultimo si senta insicuro e alla ricerca di scuse e giustificazioni.
I segnali per riconoscere relazioni che arrecano tanta sofferenza esistono ma non sempre si riconoscono o si accettano facilmente. Ecco di seguito sei segnali tra i più comuni.

1. Bruciare le tappe

Il segnale più difficile da accettare è l’eccessiva velocità che segna l’evolversi della relazione. Lei vuole vederlo tutte le sere. Lui vuole andare a convivere dopo un mese. Il partner può convincervi del fatto che siete fatti l’uno per l’altro, che il vostro è amore a prima vista, che siete anime gemelle e di tantissime altre cose esageratamente romantiche. Purtroppo, accettare un atteggiamento simile equivale a concedere campo fertile per far guadagnare al partner il controllo totale sulla tua vita.

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2. Aspettative irrealistiche

Man mano che le cose vanno avanti e che la storia si fa sempre più seria, vediamo sorgere nuovi segnali. Tra questi, la scoperta di aspettative irrealistiche da parte dei partner. Se il partner “carnefice” è l’uomo potrebbe ad esempio voler una famiglia stile “Mulino Bianco”, perfetta, d’altri tempi: è lui a lavorare ed è lei a doversi occupare delle faccende domestiche e se la cena non è bella e pronta sul tavolo quando rincasa, allora sono problemi. Se il partner carnefice è la donna, potrebbe voler un uomo perfetto, dolce, amorevole, sexy, comprensivo, che le capisca sempre e comunque… Le aspettative non realistiche sono tra i principali segnali che la storia non andrà da nessuna parte: siamo umani, abbiamo dei difetti, teniamolo sempre a mente!

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3. Ipersensibilità e gelosia

Un altro segnale è l’ipersensibilità del partner che può tradursi in gelosia e in reazioni eccessive a piccole cose: commenti, scherzi o problemi di poco conto. I carnefici uomini spesso hanno una bassa autostima e tendono a prendere tutto personalmente. Si sentono insultati facilmente o sostengono che il mondo ce l’ha con loro non appena incontrano una piccola battuta d’arresto. Se provate a esprimere un minimo di disaccordo, anche banale, lo interpretano come un insulto personale o vi considereranno una persona terribile e incapace Spesso tutto questo segue una serie di regole con due pesi e due misure. Se lei lancia occhiatine agli altri uomini, vuol dire che non trova più il suo partner attraente e lo tradisce. Al contrario, se lo becca a guardare un’altra donna, lo chiama pervertito e l’accusa di cose terribili che lui non commetterebbe mai. Il rapporto rischia di distruggersi anche quando è la donna ad essere gelosa in maniera esagerata: se basta che l’uomo abbia tra i contatti Facebook una ragazza a voi sconosciuta per scatenare una lite furibonda, il vostro rapporto è destinato a durare ben poco.

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4. Isolamento imposto

L’isolamento imposto inizia con il carnefice che critica, mette in discussione e mostra atteggiamenti sgraditi nei confronti degli amici più stretti e delle interazioni sui social network. Questi faranno di tutto per farvi sentire in colpa di voler trascorrere del tempo con amici e parenti costringendovi indirettamente ad un isolamento sociale autoimposto: uno dei due componenti della coppia potrebbe ad esempio cercare di evitare di uscire una sera con le sue amiche o amici per non fare indispettire il partner e per paura della sua reazione. Autoimporsi l’isolamento per non infastidire il proprio partner è uno dei principali segnali che il rapporto è malsano e vi farà soffrire.

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5. Atteggiamenti aggressivi nei confronti degli altri

Questi segnali non solo sono presenti nell’atteggiamento che il carnefice ha verso il partner, ma anche nella maniera in cui il carnefice tratta gli altri. Se il cameriere porta il vino sbagliato, ne farà una scenata e vorrà parlare con il responsabile. Se qualcuno lo urta camminando per strada, inizierà a inveire proferendo ogni tipo di oscenità, anche se è stato a mala pena sfiorato. I carnefici hanno un carattere pessimo e inizialmente fanno di tutto per nasconderlo al partner, ma non riescono a fare lo stesso con gli altri: fate attenzione a come trattano gli estranei e forse riuscirete a capire che la sua è solo una maschera per ingabbiarvi.

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Come comportarsi con un carnefice?

Se ritenete che alcuni di questi segnali interessino la vostra relazione, non significa che necessariamente il vostro partner sia un “carnefice”. Tuttavia, se notate la presenza di più segnali o lo sviluppo di un modello comportamentale opprimente, allora dovreste iniziare a preoccuparvi. In questo caso il mio primo consiglio è quello di affrontate il problema parlandone con persone di fiducia esterne alla coppia, che conoscono bene voi ed il vostro partner. Nel caso in cui invece il partner vi stia facendo oggettivamente soffrire, affrontate direttamente il discorso con lui e con un professionista della salute.

Se credi di avere dei problemi con il tuo partner e non riesci a gestire da sola questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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I 10 consigli per far funzionare una storia d’amore

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CONSIGLI FAR FUNZIONARE STORIA AMORE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgFinchè morte non vi separi pronunciato al termine dello scambio dei voti nuziali suona spesso tanto sinistro quanto anacronistico, perché mai come oggi la fatidica soglia dei sette anni (ovvero, la scadenza entro la quale molti matrimoni entrano in coma irreversibile) appare purtroppo un traguardo irraggiungibile. Se però siete tipi che non mollano e avete deciso di andare avanti «nella buona e nella cattiva sorte» (o almeno di provare a farlo), ricordate che a volte bastano dei piccoli cambiamenti per riportare a nuova vita un rapporto in crisi in modo che una storia d’amore vada ben oltre i famosi 84 mesi, eccone dieci:

1 – Iniziate sempre la giornata con una piccola gentilezza
Chiedersi cosa si possa fare per rendere più felice la giornata dell’altro o dell’altra come primo pensiero del mattino aiuta a concentrarsi sui bisogni del partner, anche se magari dura solo quei primi cinque minuti in cui ci si sveglia. Sempre però meglio che niente.

2 – Ricordatevi che stare insieme non significa essere uguali
Ognuno di noi ha le proprie idee, che non devono necessariamente coincidere con quelle del partner, e come tali vanno sempre rispettate. In altre parole, essere intimi non vuol dire annullarsi l’un l’altro bensì capire come mantenere la propria autonomia, in questo caso anche di pensiero.

3 – Basta preoccuparsi delle rughe
Quando s’invecchia si è spesso spinti a non vedere i segni del tempo sul corpo dell’altro, tanto che molte coppie continuano a guardarsi come se fossero ancora uguali a quando si sono innamorate. Non si sa se il cervello agisca spontaneamente in questo modo né perché lo faccia, ma di certo è una gran bella cosa.

4 – Individuate il vostro “punto di non ritorno”
Ovvero quella circostanza che scatena inevitabilmente la lite, perché così è sempre successo nel passato. Una volta trovata, è infatti più facile evitarla quando si capisce che si è imboccato quella strada: in quel caso, basta stare zitti e non iniziare nemmeno a questionare, perché tanto non si va da nessuna parte.

5 – Non siate solo amanti ma anche amici
Con il passare degli anni la complicità sessuale aumenta e si fa via via sempre più profonda, ma alla fine è l’amicizia che deve prendere il sopravvento su tutto il resto e che deve aiutare a superare le prove più dure. Non a caso si dice che un’amicizia duratura sia la base di un matrimonio solido.

6 – Circondatevi di coppie felici
Si dice che il successo chiami il successo e lo stesso vale per la felicità: avere attorno persone tristi o litigiose rischia di avere delle ripercussioni negative sulla coppia, che finisce per farsi influenzare da questi comportamenti disfattisti. Meglio dunque stare alla larga da certa gente e preferire i tipi allegri e positivi.

7 – Ripetete all’altro quello che sta dicendo
A volte i litigi o le discussioni nascono perché non si capisce cosa stia dicendo o voglia dire l’altra persona, anche se basterebbe un semplice «cosa intendi?» per chiarire la questione ed evitare malintesi. La soluzione? Ripetete ad alta voce quello che pensate che il partner vi stia dicendo per avere la conferma dal diretto interessato che era proprio quello che intendeva dire.

8 – Dividete i lavori di casa in base alle rispettive capacità
Abitare insieme significa anche essere collaborativi e se uno di voi crede di poter o saper fare meglio una determinata cosa rispetto all’altro, che la faccia e basta.

9 – Fate una pausa
«Fate un passo indietro e vedrete tutto il cielo», dice un proverbio cinese. In altre parole, se state litigando, fermatevi un attimo e cambiate prospettiva: il risultato potrebbe sorprendervi (e farvi smettere di discutere).

10 – Sappiate che c’è sempre qualcosa da imparare
Un matrimonio è una sorta di “lavori in corso” continui, che richiede più impegno di quanto si possa pensare e di cui non si vede mai il punto d’arrivo. Ma alla fine resta comunque un viaggio che vale la pena d’intraprendere, per quanto difficoltoso possa essere.

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Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma UOMO ANAFFETTIVO COME COMPORTARSI FARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVivete con lui da mesi o – più probabilmente – da anni. Inizialmente era tutto perfetto, poi è iniziato a sorgervi qualche dubbio, ora ne siete quasi certe: il vostro uomo è completamente anaffettivo. Non siete le sole: moltissime donne vivono una situazione simile alla vostra che sembra non portare a nulla di buono nell’immediato futuro. Cosa fare quindi? Se avete l’assoluta certezza che il vostro sia un uomo anaffettivo e che lo sia da tanti anni senza accennare a cambiamenti, il mio drastico consiglio è quello di “abbandonare la nave”.

Nota: per motivi pratici, questo articolo è rivolto alle donne, tuttavia gli stessi consigli sono validi anche nei confronti di un uomo che viva la relazione con una donna anaffettiva.

Consigli per gestire la relazione con un uomo anaffettivo

Anche se ogni situazione ha soluzioni diverse, ecco alcuni consigli pratici che valgono praticamente sempre:

  • Rendersi subito conto che si stano investendo tutte le energie in un rapporto che – molto probabilmente – non ha i requisiti per funzionare.
  • Capire che cambiare per davvero un uomo annaffettivo è quasi sempre una battaglia persa in partenza.
  • Capire che lui non vi ama perché voi non siete amabili, ma perché probabilmente lui non è capace di amare o perché semplicemente non siete la donna giusta per lui.
  • Cercare delle fonti di realizzazione personale alternative alla coppia, imparando ad investire su di sé e dare valore a ciò che si ha (amicizie, lavoro, hobby, ecc) ed a ciò che si fa.
  • Parlarne con una persona veramente fidata. Raccontagli i comportamenti del partner: dall’esterno saprà più facilmente dirvi se sono comportamenti “normali” o patologici.
  • Chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta o di un medico, qualora questa situazione determini un’ansia insopportabile.

Leggi anche: Perché mi capita di piangere senza motivo? Come affrontare il problema?

Consigli per salvare la relazione con un uomo anaffettivo

Se invece avete la sensazione che ancora “non tutto è perduto”, ecco alcuni consigli per rimanere insieme al vostro uomo anaffettivo cercando di migliorare le cose:

  • Essere indipendenti: con un uomo anaffettivo la prima regola è dargli la netta impressione di vivere a prescindere da lui e di essere forti al punto da sopravvivere ad una ipotetica rottura. Non deve essere solo una “facciata”: dovete realmente lavorare su voi stesse, rendervi davvero indipendenti e fargli capire che “la musica è cambiata”.
  • Aumentate la vostra autostima: iscrivetevi in palestra, fate una dieta, comprate vestiti che vi fanno sentire belle, andate a teatro, comprate libri nuovi, viaggiate… Fate quello che vi fa stare bene e che può migliorarvi, in maniera autonoma.
  • Iniziate un nuovo hobby: avreste voluto fin da bambine fare un corso di disegno, saper ballare la salsa o imparare lo spagnolo? Perché non iniziate a farlo ora? Starete meglio con voi stesse e mostrereste all’uomo che la vostra felicità non dipende (solo) da lui.
  • Provate a proporgli un periodo di distanza.
  • Non sentitevi obbligate ad apparire sempre come lui vi vuole piuttosto che come siete in realtà: se a lui non sta bene, fategli capire che ci sono altri uomini disposti ad apprezzarvi per le vostre reali caratteristiche e non per una maschera che dovete indossare per piacergli.
  • Non contate su di lui: se avete un problema fate affidamento solo sulle vostre capacità.
  • Se minaccia violenza fisica, minacciatelo a vostra volta di chiamare subito le forze dell’ordine.
  • Per nessun motivo al mondo lui può essere legittimato a calpestare la vostra dignità, se continuerà a farlo fategli capire che ciò non rimarrà senza conseguenze: voi lo lascerete per un uomo che vi rispetta.
  • Se dipendete economicamente da lui, sforzatevi di trovare un lavoro in modo di essere indipendenti.
  • Cercate di capire se la sua anaffettività è in realtà una forma di difesa legata ad una sua bassa autostima, in tal caso provate ad aiutarlo.
  • Fate autocritica in maniera oggettiva: a volte è la donna a portare l’uomo ad una certa forma di anaffettività. La maniera migliore per fare autocritica è farsi aiutare da una amica che vi conosce bene. Parlo di una VERA amica, non una di quelle false amiche che sotto sotto non vede l’ora che il vostro rapporto vada a rotoli!
  • Ingelositelo: dagli l’impressione di poterlo sostituire in qualsivoglia momento perché ci sono tanti altri uomini in fila per voi molto più affettuosi di lui.
  • Uscite con le vostre amiche con un bel vestito nuovo ed un bel trucco, senza di lui.
  • Andate insieme da un medico o uno psicoterapeuta per una terapia di coppia.
  • Cercate di parlare con lui apertamente di quello che non vi piace dei suoi comportamenti, anche a costo di farlo arrabbiare e di rompere la relazione.
  • Amàtevi. Imparate ad amare e rispettare voi stesse, prima di amare lui o chiunque altro al mondo.

Leggi anche: Quando una storia d’amore subisce un duro colpo, può tornare come prima?

Considerazioni finali

Il mio consiglio, come accennato all’inizio dell’articolo, è comunque quello di lasciare questo tipo di uomo e di cercarne un altro più adatto a voi: l’uomo anaffettivo nella maggioranza dei casi non cambierà mai, anzi probabilmente peggiorerà. E non pensate che il vostro marito o compagno faccia eccezione o che voi – rispetto ad altre donne nella vostra condizione – sarete più brave e riuscirete a cambiarlo. Mi dispiace disilludervi ma questa è la realtà e prima ne prendiamo atto e meglio è. Tra le mie pazienti ce ne sono decine che si sono ritrovate a sprecare anni di vita, circondate da una assuefazione che pian piano le ha spente, anno dopo anno, nella convinzione di riuscire a cambiare il proprio uomo. Può essere apparentemente più facile lasciare le cose come stanno e molto più faticoso e difficile rivoluzionare la vostra vita – specie se avete dei figli – ma meglio cambiare al più presto piuttosto che sprecare la vostra vita in un rapporto apatico ed a senso unico, per paura di cambiare le cose. Trovate la forza nel rispetto per voi stesse e per la vostra dignità di donna e di persona. Trovate la forza nel buon esempio che volete dare ai vostri figli, specie se femmine. Sforzatevi: la vostra vita vi ringrazierà!

Leggi anche: Uomo aggressivo e violento: cosa fare e come comportarsi?

Testi consigliati

Di seguito vi riportiamo alcuni libri consigliati dal nostro Staff, estremamente utili per affrontare e superare la dipendenza affettiva:

Se credi di essere intrappolata o intrappolato in una relazione tossica o che il tuo partner o la tua partner sia anaffettivo o anaffettiva, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire ed a superare questa situazione.

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Sposa aggredisce il marito durante il viaggio di nozze perché ha il pene troppo…

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SPOSA MARITO NOZZE PENE TROPPO GRANDE GROSSO Legge 104 Avvocato Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Pene.jpgCome ci racconta il dailymail, Mnombo Madyibi è un uomo sudafricano di 32 anni, conosciuto tra gli amici con il soprannome di “anaconda” che è rimasto vittima di una storia molto curiosa. Il suo nomignolo svela gran parte del motivo dell’inconveniente che gli è successo: l’uomo infatti, a causa delle sue doti molto virili, invece che venire apprezzato per il dono ricevuto da madre natura, è stato aggredito dalla donna che aveva appena sposato.

I due, che prima del matrimonio non avevano mai avuto rapporti intimi, durante il viaggio di nozze hanno ricevuto uno spiacevole finale: la neo sposa, alla vista del pene del marito, è rimasta letteralmente sconvolta. Accecata dalla rabbia, si è così scagliata contro Mnobo, prima mordendogli un orecchio, per poi aggredirlo con un orso di peluche e rompergli infine una bottiglia di vino in testa. Lo sposo, incredulo per quanto accaduto, avrebbe però riferito agli agenti che la reazione della sposina è stata scatenata dal viaggio di nozze “troppo economico”. Eppure, stando alle deposizioni della donna, non sembrerebbe essere questo il motivo di tale furia.

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