Il fumo di sigaretta ti rende smemorato

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMO SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZA UOMOSecondo una recente ricerca condotta dalla Northumbria University di Newcastle-upon-Tyne (Regno Unito) il fumo di sigaretta attivo e passivo fa male alla memoria. I risultati di questo primo studio sugli effetti esercitati sul cervello dalle sostanze dannose rilasciate nell’aria dalla combustione del tabacco sono stati pubblicati sull’edizione online della rivista Addiction.

La ricerca ha confermato quanto già si sapeva, ossia che il fumo danneggia la memoria dei fumatori, aggiungendo però che anche il fumo passivo può danneggiare la memoria, portando alla perdita di capacità mnemoniche anche nei non fumatori.

La perdita di memoria nei fumatori è stata stimata nel 30%, ma anche i non fumatori esposti al fumo passivo potrebbero arrivare a perdere il 20% delle proprie capacità di memoria. I non fumatori che hanno preso parte alla ricerca hanno affermato di essere stati esposti a fumo passivo in media 25 ore alla settimana per 4 anni e mezzo, per via della convivenza con fumatori.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Fa più male ed uccide più l’alcol o il fumo?

MEDICINA ONLINE ALCOLISTA CHE BEVE ALCOL ALCOHOL ALCOLICO ETANOLO ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA TABACCO ABUSO SOSTANZA DIPENDENZA ALCOLISTI ANONIMI TERAPIA PSICOTERAPIAFate ad un passante questa domanda e quasi sicuramente risponderà che è il fumo di sigaretta a fare PIU’ male. Si sbaglia. Molte persone ancora oggi si dicono convinte del fatto che l’alcol non sia una vera e propria droga, capace di danneggiare e compromettere anche permanentemente l’organismo, sin’anche arrivando a debilitare completamente le  funzioni cognitive (informatevi su cosa sia l’encefalopatia da cirrosi epatica). Purtroppo non è così e una ricerca di poco tempo fa sembra dimostrare che, in base alla mortalità, l’alcol sia addirittura più nocivo del fumo di sigaretta.

Lo studio è stato effettuato nella facoltà di medicina dell’Università di Greifswald, in Germania. I ricercatori avrebbero portato a compimento un’accurata indagine secondo la quale l’alcol, per quanto strano possa sembrare, causerebbe più morti, e soprattutto più giovani vittime, rispetto al fumo di sigaretta che, al contrario, pur essendo estremamente dannoso non lo sarebbe quanto l’alcol o, comunque, non lo sarebbe in modo così evidente alla medesima età.

Ulrich John, epidemiologo dell’Università di Greifswald, in Germania, nonché primo autore dello studio oggi alla nostra attenzione, avrebbe raccolto ed analizzato, grazie all’aiuto di un’imponente équipe di medici, scienziati e ricercatori, i dati relativi alla salute di circa 4.070 cittadini dell’area metropolitana e della Provincia di Lubecca, molti dei quali, all’incirca 200, dichiarati alcolisti cronici, per un periodo complessivamente superiori a 14 anni.

Ebbene, stando a quanto dichiarato dai responsabili del programma di ricerca oggi alla nostra attenzione, non lascerebbero adito a dubbi giacché, delle 200 persone alcolizzate analizzate dagli esperti tedeschi, neppure una avrebbe raggiunto l’età media, che in Germania equivale a 82 anni per le donne e a 77 per gli uomini, raggiungendo al massimo i 60 anni di età, nel caso in cui fossero donne, ed i 58 anni di età, nel caso in cui fossero uomini.

Ulrich John avrebbe commentato a propria scoperta dichiarando ai cronisti: “Ci ha sorpreso vedere che la dipendenza da alcol può causare una morte precoce più frequentemente del fumo. I casi di morte correlati al fumo sono perlopiù dovuti a tipi di cancro che sembrano giungere a uno stadio più avanzato della vita rispetto alle cause di morte attribuibili all’alcol. Bere contribuisce a mettere in pratica altri comportamenti rischiosi come lo stesso fumo, il diventare sovrappeso o obeso. L’alcol è un prodotto pericoloso e dovrebbe essere consumato solo entro certi limiti”.
Insomma l’abuso di alcol uccide più e prima rispetto alle sigarette. Il mio consiglio rimane comunque quello di evitare entrambi!

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Fumi le sigarette “light” perché fanno meno male? Grande errore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZA UOMOLe sigarette “light” (che ora hanno preso i nomi più vari per evitare fuorvianti interpretazioni di minore pericolosità, ad esempio le Camel hanno preso la denominazione di “Blu” al posto di “light”) non solo non fanno meno male delle sigarette “standard”, anzi sono ancora più dannose delle normali. La conferma arriva dall’autorevole Asco (Società americana di oncologia clinica di Chicago): la pericolosità delle bionde “leggere” è nettamente superiore a quella delle sigarette normali. Le sigarette light danno l’illusione, soprattutto ai giovani, di poter farne utilizzo rischiando meno il cancro ai polmoni, un miraggio però costantemente svelato dagli studi che da anni pongono l’accento sul fatto che in realtà le light siano ancora più deleterie delle sigarette senza filtri.

Meno chimica, ma aspirata più a fondo

L’equivoco purtroppo sta nel contenuto di nicotina, catrame e vari agenti chimici realmente inferiore nelle sigarette “light” rispetto alle “normali”. Il problema risiede nel fatto che essi, pur essendo di livello inferiore delle sigarette “standard”, vengono assimilati in modo più invasivo proprio perché per ottenere gradimento dalla sigarette, è necessario aspirare più profondamente. Il “gradimento” è tanto maggiore quanto è alto il contenuto di nicotina e visto che il corpo ha memoria della quantità di nicotina assunta mediamente, i fumatori che passano dalle sigarette standard alle light sono inconsciamente necessitati a consumare più sigarette e a fare tiri più profondi per raggiungere il quantitativo medio di nicotina a cui sono abituati. Avete presente quando da sempre fumate sigarette standard e di colpo passate a quelle leggerissime? Le sigarette “non sanno di niente”. Quel “non sanno di niente” non significa che il fumo prodotto dalla combustione è meno saporito, significa invece che dentro c’è poca nicotina e il fumatore (che è né più né meno che un tossico-dipendente, cioè dipende da una sostanza tossica) ha bisogno di ottenerne di più per calmare la voglia di fumare (cioè i sintomi di astinenza) e fuma più sigarette e più profondamente.

Leggi anche: Qual è il momento migliore per smettere di fumare?

Nella profondità dei bronchi

Riporto le parole di Cesare Gridelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia dell’ospedale Moscati di Avellino : ”Il maggiore utilizzo di sigarette con filtro e di tipo light ha portato il fumatore ad aspirare più profondamente per ottenere un maggiore livello di soddisfazione, facendo si che il fumo e i suoi agenti cancerogeni arrivino nella parte più in profondità dell’albero bronchiale dove insorge tipicamente l’adenocarcinoma.
Secondo le ultime statistiche, la forma più comune di tumore del polmone (definita ‘non a piccole cellule non squamoso’) è in netto aumento rispetto agli altri istotipi. L’incremento degli adenocarcinomi, che sono la gran parte dei tumori non squamosi, è proprio legato a due fattori principali: l’aumento dell’incidenza della malattia in donne non fumatrici, a causa di fattori genetici e ormonali, e il cambiamento delle abitudini al fumo che vede, appunto, un utilizzo sempre maggiore di sigarette light.

I migliori prodotti per smettere di fumare

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco:

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Perché è così difficile smettere di fumare? Perché mi sento depresso dopo aver smesso? Il ruolo dell’enzima MAO-A

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO ARRABBIATO TRISTE DEPRESSO RABBIA URLO PAURA FOBIA DISPERAZIONE AIUTODire basta alle sigarette è facile o difficile?

Smettere di fumare, secondo una recente ricerca condotta dai ricercatori del Centre for Addiction and Mental Health dell’Università di Toronto, in Canada, guidati dal medico Ingrid Bacher, sarebbe veramente difficile, se non addirittura impossibile. Lo studio che lo ha dimostrato, pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry, ha preso in considerazione 50 pazienti sani suddivisi in due gruppi di controllo, il primo composto da fumatori veramente incalliti (più di 25 sigarette consumate ogni giorno), il secondo da fumatori un poco meno incalliti (15 – 24 sigarette consumate ogni giorno), ed è riuscito ad evidenziare come nel primo gruppo i livelli dell’enzima MAO-A (monoamina-ossidasi A) fossero notevolmente superiori rispetto a quelli riscontrati nel secondo gruppo.

Continua la lettura su https://www.stetoscopio.net/tumori/smettere-di-fumare-e-difficile-a-causa-di-un-enzima/

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Fumare in auto aumenta di cento volte l’esposizione alle sostanze nocive della sigaretta

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZAFumare, come ormai tutti certamente sapranno, è sempre e comunque dannoso e, naturalmente, sarebbe uno di quei vizi e di quelle abitudini che gli abituali consumatori dovrebbero certamente eliminare dal proprio stile di vita così da evitare, o per lo meno cercare di evitare, le più gravi e letali conseguenze e ripercussioni del fumo di sigaretta.

Fumare in posti ristretti fa ancora più male alla salute

E’ bene dire che fumare fa sempre male, tuttavia ci sono situazioni in cui fumare fa ancora più male, mi riferisco a quando ad esempio si fuma in posti ristretti o con scarso ricambio d’aria. Una delle situazioni peggiori è quando ci accendiamo una sigaretta in automobile: fumare in macchina, specialmente nel caso in cui si sia particolarmente giovani e specialmente quando i finestrini sono abbassati (come avviene quando fa caldo e si accende il climatizzatore), potrebbe essere veramente molto rischioso o, comunque, molto più pericoloso del consueto e del normale. Questo poiché, come dimostrato in un ampio studio dai ricercatori scozzesi della prestigiosa Università di Abeerden, le concentrazioni di nicotina, di particolato sottile, di tabacco e, più in generale, di smog conseguenti al consumo di almeno una sigaretta, aumenterebbero – sino a centuplicarsi – in uno spazio ristretto qual è quello dell’abitacolo dell’automobile rispetto a quanto, invece, non farebbero in uno spazio il più possibile aperto, ventilato ed arieggiato.

Lo studio scozzese

Lo studio in questione, descritto dalla rivista scientifica Tobacco Control quale uno dei più vasti mai condotti sul delicato argomento oggi alla nostra attenzione, avrebbe coinvolto ben 17 guidatori, 14 dei quali fumatori di almeno 10 sigarette al giorno, dei quali sarebbero stati monitorati, valutandone le concentrazioni di particolato sottile all’altezza della testa di un bambino posto nella zona posteriore della vettura, un totale di ben 104 viaggi della durata media di 27 minuti (le rilevazioni, in particolar modo, sarebbero state effettuate ogni 60 secondi).
Ebbene, come dichiarato in questi giorni dai ricercatori scozzesi della prestigiosa Università di Abeerden autori del programma di ricerca sin qui accuratamente analizzato, per quanti stratagemmi di ricircolo dell’aria i guidatori adottassero, le concentrazioni di particolato sottile avrebbero in ogni singolo caso superato la soglia d’attenzione stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Salute che, come forse saprete, sarebbe equivalente a 25 microgrammi di polveri fini per ogni metro cubo d’aria (questi valori, nel caso di viaggi particolarmente lunghi effettuati da fumatori particolarmente accaniti, avrebbero raggiunto gli 880 microgrammi di polveri fini per ogni metro cubo d’aria).

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Se fumi sigarette “light” ti è più difficile smettere di fumare

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZAGli esperti sanno da tempo che le sigarette “a basso contenuto di catrame” e “light” (che ora hanno preso nome diversi come “Camel blue” e “Marlboro gold”) non sono più sane rispetto alle sigarette normali, ed una nuova ricerca pubblicata in questi giorni per la rivista Tobacco Control, rivela un nuovo aspetto che rende le presunte sigarette leggere altrettanto dannose delle altre: sembra infatti che chi passa alle sigarette light più difficilmente smetterà di fumare. I ricercatori dell’Università di Pittsburgh autori della ricerca, hanno esaminato i risultati di un sondaggio condotto nel 2003 su 30,800 persone negli Stati Uniti fumatori nell’anno precedente.

Continua la lettura su https://www.stetoscopio.net/dipendenze-e-droghe/le-sigarette-light-renono-piu-difficile-smettere-di-fumare/

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Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

MEDICINA ONLINE DIETA UOMO PANCIA GRASSO DIMAGRANTE GRASSI CALORIE ATTIVITA FISICA SPORT DIMAGRIRE PERDERE PESODietro la difficoltà nel dire addio alle sigarette c’è spesso la paura di ingrassare. E in effetti la nicotina, la sostanza che crea la dipendenza dal tabacco, è anche tra i maggiori responsabili del temuto aumento di peso nel momento in cui cessa di essere assunta, cioè quando si smette di fumare.

Molti addirittura non smettono di fumare per la paura di ingrassare! Purtroppo non si tratta di una paura del tutto infondata, visto che sono numerosi gli studi che hanno dimostrato che quando si dice addio alle sigarette si tende ad accumulare dei chili di troppo, alcuni dicono 2 kg, altri dicono 6 kg. Io quando ho smesso di fumare sono aumentato di circa 10 kg in sei mesi e sono tornato ai livelli precedenti dopo circa un anno e mezzo rispetto a quando avevo smesso, ma solo con una dieta ipocalorica ferrea ed aumentando l’attività fisica.

Leggi anche: Smettere di fumare: quanto e per quanto tempo ingrasserò? L’esperienza mia e dei miei pazienti

Vi dico subito che smettere di fumare (sia le sigarette tradizionali che le elettroniche con nicotina) è la cosa migliore che voi possiate fare nella vostra vita quindi la paura di ingrassare non vi deve bloccare dal tentare di smettere! Come dicevo io stesso sono ingrassato di 10 kg, eppure in pochi mesi – con un po’ di impegno – sono riuscito a riperderli tutti tornando al mio peso forma. Quando faccio smettere un mio paziente, gli dico di concentrarsi inizialmente solo allo smettere di fumare, anche a costo di prendere qualche kg di massa grassa in più: sono successivamente, quando i sintomi di astinenza diminuiranno, cominceremo insieme un programma per tornare al peso forma.

Perché si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

In questo articolo cominciamo con capire quali sono i motivi che ci fanno ingrassare dopo aver smesso, in modo che successivamente sapremo come muoverci per ritrovare il nostro peso forma. I motivi per cui ingrassiamo dopo aver smesso di fumare sono molteplici:

1) VIENE A MANCARE L’AUMENTO DEL METABOLISMO: SI BRUCIANO MENO CALORIE
Molti studi condotti sull’argomento hanno dimostrato che un adulto fumatore medio (10-12 sigarette al giorno) nel momento in cui smette di fumare ha una riduzione del metabolismo di circa 200 calorie quotidiane. Smettere di fumare un pacchetto di sigarette al giorno sembra che lo diminuisca di quasi 400 calorie! Ciò si spiega facilmente: la nicotina è un alcaloide facilmente assorbito dall’organismo che, oltre ad indurre dipendenza, esercita un potente effetto di accelerazione del metabolismo. Chi fuma brucia un po’ di calorie in più, rispetto ad un NON fumatore di uguale costituzione, dieta ed esercizio fisico. Un’azione che sembrerebbe simile a quella della caffeina, un altro noto stimolante del metabolismo, ma così non è. Il caffè ha un effetto transitorio, ed è tanto più stimolante quanto più il suo consumo è sporadico, altrimenti l’organismo si assuefà diminuendone l’efficacia. Al contrario, la nicotina accelera il metabolismo finché si ha l’abitudine al fumo e quando si smette inevitabilmente il metabolismo rallenta. Facendo i dovuti distinguo, è un po’ come succede agli ipertiroidei quando vengono “normalizzati” dai farmaci o agli sportivi che si mettono a condurre una vita sedentaria: il dispendio energetico diminuisce bruscamente ma le abitudini alimentari rimangono le stesse. E, inevitabilmente, l’ago della bilancia sale.

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2) VIENE A MANCARE L’AZIONE ANORESSIZZANTE: AUMENTA L’APPETITO
La nicotina ha un’azione anoressizzante di conseguenza una volta abbandonate le sigarette l’appetito giustamente aumenta. L’appetito aumenta anche per motivi legati alla chimica delle ghiandole salivari e delle papille gustative.

3) VIENE A MANCARE IL GESTO DI INTRODURRE QUALCOSA IN BOCCA
Gli ex fumatori lo sanno bene: esiste anche un fattore psicologico che può contribuire all’aumento di peso e riguarda l’aspetto orale del fumo. Si ha la necessità di sostituire la sigaretta con qualcos’altro, col rischio di “mangiucchiare” in continuazione, aumentando così l’introito energetico.

4) IL NERVOSISMO CI INDUCE A MANGIARE ALIMENTI GUSTOSI ED IPERCALORICI
Non appena la nicotina entra in corpo, questa viene rapidamente diffusa dalla circolazione sanguigna, tramite la quale arriva al sistema nervoso. In genere, giunge al cervello in circa sette secondi, dove agisce sui recettori dell’acetilcolina. A basse concentrazioni aumenta l’attività di questi recettori portando ad un aumento della produzione di adrenalina, un ormone stimolante. A concentrazioni elevate la nicotina blocca il recettore dell’acetilcolina e questa è la ragione della sua tossicità e della sua efficacia come insetticida. Oltre a ciò, la nicotina aumenta il livello di dopamina nei circuiti cerebrali del piacere. Questa genera una sensazione di piacere con un meccanismo analogo a quello innescato dalla cocaina e dall’eroina. La dipendenza da nicotina è quindi legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. Quando si smette di fumare, calano i livelli di dopamina e ci sentiamo nervosi così cerchiamo tutti quegli alimenti che riportano in alto la concentrazione di molecole che ci fanno stare bene: i cibi ipercalorici!

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5) LE CELLULE DELLA LINGUA RINASCONO: SI SENTONO MEGLIO I SAPORI
Le papille gustative subiscono una modificazione nei fumatori e diventano meno attive, quindi i sapori si sentono meno bene. Smettendo di fumare si sentono meglio i sapori e purtroppo un bel piatto di pasta al sugo diventa in pochi giorni decisamente molto più gustoso di quando si fumava, invogliandoci a mangiarlo!

6) VIENE A MANCARE L’AZIONE ANTIDEPRESSIVA DELLA NICOTINA
La nicotina contenuta nelle sigarette agisce come antidepressivo tramite la stimolazione del rilascio di dopamina e norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza. Anche la Vareniclina, un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina (come il farmaco Champix) ha mostrato proprietà antidepressive. Quando si smette di fumare, il venire a mancare l’effetto antidepressivo della nicotina può determinare uno stato depressivo nel paziente. Dal momento che l’atto di mangiare, specie cibi grassi e ipercalorici, induce il rilascio di molecole che inducono sensazioni piacevoli come la dopamina, l’ex fumatore tende a mangiare di più per ripristinare le scorte di dopamina a cui era abituato quando fumava ed evitare lo stato depressivo. Per lo stesso motivo quando si smette di fumare aumenta il rischio di sviluppare comportamenti compulsivi, come masturbazione compulsiva, gioco d’azzardo e shopping compulsivo, tipici comportamenti che determinano un forte rilascio di dopamina.

Vi sono altri motivi per cui si ingrassa dopo aver smesso di fumare ed esiste una correlazione tra il numero di sigarette fumate ed i chili presi; per approfondire leggi la seconda parte dell’articolo: Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare? (seconda parte)

I migliori prodotti per il fumatore che vuole smettere di fumare
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco e vuole perdere peso. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Fumi durante la gravidanza? Ecco cosa rischia tuo figlio

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA PANCIA MATERNITA MAMMA GINECOLOGIA CONCEPIMENTO PARTO PANCIONE FIGLIO MADRESto per dire una cosa ovvia: se fumare fa male, fumare durante la gravidanza fa doppiamente male perché tutto quello che di negativo noi respiriamo giunge al feto con una potenza esagerata essendo quest’ultimo un organismo in via di formazione e perciò sensibilissimo agli agenti lesivi. Gli effetti negativi dell’esposizione al fumo di tabacco durante la vita fetale sono dovuti essenzialmente a due motivi:

  1.  l’ipossia (diminuzione di Ossigeno disponibile nel sangue e nei tessuti) indotta dall’Ossido di Carbonio (CO) derivante dalla combustione, e che passa attraverso la placenta nell’organismo del feto, nonché dall’azione vasocostrittrice della nicotina;
  2. la presenza nel fumo di circa 4.000 sostanze, di cui molte cancerogene e potenzialmente responsabili di allergie.

Il nascituro subisce danni non soltanto se la madre fuma, ma anche dall’esposizione al fumo passivo ed al fumo terziario. I bambini nati da fumatrici presentano un più alto rischio di soffrire di respiro affannoso e di asma. Lo dice uno studio condotto da Andrew Lux, della Bath Unit for Research in Paediatrics presso il Royal United Children’s Hospital di Bath, in Inghilterra. Nell’ambito dell’ALSPAC (Avon Longitudinal Study of Parents and Children), più di 8500 donne gravide sono state tenute sotto osservazione anche per quanto riguarda l’abitudine al fumo.

Si è poi visto che nei bambini tra i 18 e i 30 mesi, uno su cinque soffriva di respiro affannoso, e il rischio era più alto nei figli di quante avevano fumato in gravidanza (il periodo considerato è importante, perché successivamente questo problema respiratorio può essere causato da infezioni). Forse inaspettatamente, nella stessa ricerca si è visto che anche l’esposizione al fumo passivo provoca effetti analoghi. Le sigarette sono colpevoli di problemi di affanno nei piccoli, ci sono poi ovviamente altri fattori di rischio, come una storia familiare di asma, l’essere maschi, le condizioni abitative, eccetera. Di questi fattori, comunque, il fumo sarebbe il più facile da eliminare. Secondo un altro studio olandese (condotto dalla Sijmen Reijneveld Institution, a Leida) i figli di forti fumatrici (15-50 sigarette al giorno) soffrono di coliche il doppio dei figli di non fumatrici. Lo si è appurato intervistando un campione rappresentativo di genitori di più di 3000 bambini di età superiore ai sei mesi. Le coliche venivano identificate da specifici comportamenti di pianto che duravano più di tre ore al giorno per più di tre giorni alla settimana.

Le complicanze più comuni dei poveri bambini esposti al fumo di sigaretta:

1) Sistema nervoso: la nicotina agisce anche sulle terminazioni nervose del feto ed è in grado di modificare in modo duraturo il sistema nervoso e i collegamenti tra i neuroni. A questo proposito è documentato che i figli di donne fumatrici possono manifestare disturbi neuro-comportamentali di lunga durata: sono più eccitabili, iperattivi e hanno delle performance intellettive inferiori.

2) SIDS (sindrome da morte improvvisa): il rischio della morte in culla del lattante sembra essere in correlazione con l’abitudine materna al fumo. Per morte improvvisa si intende il decesso inspiegabile e inatteso del lattante. Le cause rimangono oscure, ma è certo che vi sono alcuni fattori che aumentano il rischio che questo accada e tra questi c’è l’esposizione al fumo. Diversi studi condotti in Inghilterra negli anni ’90 hanno evidenziato che il fumo passivo prima e dopo la nascita può determinare il manifestarsi di questo evento, poiché l’attività cardiaca e nervosa di un neonato che è stato vittima di questa pratica durante la gestazione è diversa da quella di un bambino che non è mai stato esposto al fumo.

3) Diminuzione del peso alla nascita, da 200 a 500 grammi in relazione al numero di sigarette. Gli effetti sono, almeno in parte, definitivi, in quanto a sviluppo completato il ragazzo sarà mediamente 1 cm meno alto rispetto agli altri.

4) Aumento della frequenza dei parti prematuri, il che incide ancora una volta sul peso alla nascita.

5) Aumento delle infezioni neonatali, con persistente aumentata suscettibilità a infezioni respiratorie e cutanee in età adolescenziale e adulta.

6) Alterazioni dello sviluppo psicofisico nei figli di madri fumatrici, con significativo aumento di problemi comportamentali e di socializzazione. – Aumentata incidenza di tumori infantili (il 15% di questi sono legati al fumo in famiglia).

7) Disturbi respiratori: l’esposizione al fumo materno durante la vita fetale comporta una ridotta funzione respiratoria, in particolare per l’interessamento delle piccole vie aeree. Il fumo dei familiari è invece responsabile del 15% dell’asma nei bambini e dell’11% del respiro sibilante negli adolescenti.

La sigaretta rende anche più difficile rimanere incinta

Il fumo influisce non solo sulla fertilità dell’uomo (leggi l’articolo apposito) ma anche della donna. Nelle fumatrici la gravidanza si instaura dopo più tentativi rispetto alle non fumatrici, in quanto le possibilità di fecondazione dell’uovo sono ridotte del 40%. La nicotina riduce la contrattilità delle tube, ostacolando l’incontro degli ovociti con gli spermatozoi. II fumo, inoltre, fa diminuire i livelli di progesterone e rende difficile l’annidamento dell’uovo fecondato nella mucosa uterina, danneggiandone la maturazione. Uomini e donne hanno risultati inferiori in caso di trattamenti per fecondazione assistita, questo perché il fumo nell’uomo può ridurre la fertilità mediante riduzione della densità dello sperma, del numero e della mobilità degli spermatozoi ed è un importante fattore di disfunzione erettile. Nella donna invece provoca menopause più precoci di circa 2 anni rispetto alle non fumatrici in quanto il fumo altera la normale produzione di ormoni sessuali femminili. Il fumo può quindi arrivare ad impedire di avere una famiglia, le persone che programmano una gravidanza dovrebbero smettere di fumare.

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