Sei ossessionato dal mangiare cibi sani? Forse soffri di ortoressia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FRUTTA VERDURA LEGUMI TERRA NATURA VITAMINE SALI MINERALICon “ortoressia” (termine che deriva dal greco orthos – corretto – e orexis – appetito -) si intende un disturbo alimentare proposto da alcuni medici e psichiatri, descritto come una forma di attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche. La differenza con i disturbi del comportamento alimentare (come anoressia nervosa e bulimia nervosa) è che, mentre in questi le attenzioni sono poste in particolare sulla quantità di cibo, nell’ortoressia tutte le preoccupazioni riguardano soprattutto la qualità del cibo. Colpirebbe soprattutto persone molto attente alla forma fisica, ad esempio i modelli e gli appassionati di sport e palestra L’ortoressia non è attualmente riconosciuta come patologia dal DSM-5, il principale manuale di diagnostica dei disturbi mentali.

È stata proposta come forma patologica per la prima volta da Steve Bratman nel 1997, dietologo che si autodefinisce “ex-ortoressico” e che ha formulato un questionario allo scopo di identificare quella che lui ritiene essere una psicopatologia. Bratman correla certi comportamenti alimentari ad una paura, a volte maniacale, di ingrassare o di non essere in perfetta salute, che possono condurre a un risultato opposto con conseguenze negative sul sistema nervoso, avvertite con difficoltà dal soggetto colpito e in modo evidente da chi lo circonda.

Come già prima anticipato, l’ortoressia non è ufficialmente riconosciuta come malattia o menzionata in alcun modo nel DSM 5, il più utilizzato manuale nosografico per la diagnostica e la categorizzazione dei disturbi mentali. Di conseguenza, l’American Psychiatric Association (APA) che redige il manuale non identifica l’ortoressia come malattia o disturbo alimentare. Il termine è invece ampiamente diffuso nei media.

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Pregorexia, ortoressia… I disturbi del comportamento alimentare che ancora non conosci

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MANGIARE PANINO DIETA CUCINARE DIMAGRIREAl di là di anoressia nervosa e bulimia nervosa esistono vari disturbi del comportamento alimentare poco conosciuti. Oggi vi parlo di alcuni di essi.

Ortoressia

L’ortoressia è un’attenzione morbosa al cibo, che deve essere selezionato accuratamente prima di essere mangiato. L’ortoressico tipicamente elimina in modo ossessivo-compulsivo alcune tipologie alimentari considerati non salutari e sceglie esclusivamente cibi organici o comunque qualitativamente “puri” e salutari, pesando ogni porzione e seguendo diete con precisione maniacale. Se costretto suo malgrado a mangiare cibo che lui considera non sano, l’ortoressico si rifiuta con forza o, se proprio costretto, ha una forte sensazione di ansia quando ingurgita il cibo poco sano. Mentre chi è affetto da anoressia nervosa mangia il meno possibile per puntare alla magrezza, l’ortoressico al contrario mangia una adeguata quantità di calorie ma le assume da cibi “ultra-sani” per evitare ossessivamente qualsiasi possibilità di ammalarsi a causa degli alimenti.

Drunkorexia

La drunkorexia porta chi ne è affetto a limitare l’apporto calorico dei cibi così da poter bere il più possibile senza ingrassare. In pratica il drunkoressico segue una dieta preventiva, per lasciarsi andare a bevute quasi illimitate. In questo modo, però, il fegato ne soffre e contemporaneamente vengono a mancare vitamine e sali minerali forniti dal cibo “vero”. Per approfondire: Rinunci al cibo per poter bere più alcolici? forse soffri di drunkoressia

Pregorexia

La pregorexia è un disturbo che interessa le donne incinte che non vogliono guadagnare il peso, compreso tra 11 e 15 chili, raccomandato dai medici durante la gravidanza. La donna incinta pregorexica segue tipicamente diete rigidissime per ingrassare il meno possibile. Questo, però, potrebbe portare a gravissime complicanze sia per la madre (depressione, anemia, malnutrizione per difetto…) e per il feto (malformazioni, ritardo di crescita, parto pretermine…).

Binge eating

Il binge eating (anche chiamato “disturbo da alimentazione incontrollata”) corrisponde al mangiare compulsivo, atto che serve per allontanare da sé stress, pensieri negativi e problemi irrisolti. Un problema psicologico diviene quindi il motore di varie abbuffate, che servono per placare l’ansia. Il binge eating è simile alla bulimia nervosa, ma in quest’ultima – dopo l’abbuffata – si praticano condotte di compensazione per eliminare il cibo (ad esempio vomito autoindotto) o per dimagrire (eccessivo esercizio fisico). Nel binge eating non vengono praticate condotte di compensazione. Per approfondire: Abbuffarsi senza alcun controllo: è il disturbo da alimentazione incontrollata

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Vigoressia: essere muscolosi e vedersi flaccidi

MEDICINA ONLINE PALESTRA ALLENAMENTO UOMO MUSCOLI PESI BELLEZZA GINNASTICA PESISTICAIn campo medico con vigoressia si intende un disturbo dell’immagine corporea, caratterizzato da una continua ed ossessiva preoccupazione per quanto riguarda la propria massa muscolare, anche a discapito della propria salute. L‘immagine corporea percepita dalla persona è quella di un corpo magro ed emaciato, anche se ciò non è oggettivamente vero. In questo, la vigoressia è molto simile all’anoressia nervosa: mentre le persone con anoressia nervosa sono persone magrissime che continuano a vedersi grasse e bisognose di dimagrire, invece i vigoressici sono soggetti muscolarmente ipertrofici che si percepiscono come flaccidi e poco tonici, tanto da ricercare in modo esasperato un ideale di bellezza e perfezione che inevitabilmente è sempre un po’ più distante del livello raggiunto. Uno dei rischi maggiori per la salute del vigoressico, è eccedere nei sistemi che possono farlo rapidamente aumentare di massa muscolare, e cioè il sovrallenamento, la sovralimentazione proteica, l’ortoressia ed il doping.

Sinonimi

Sinonimi di vigoressia, sono “reverse anorexia” (anoressia inversa) o “bigoressia” o “dismosfofobia muscolare” o “complesso di Adone”.

Epidemiologia

I soggetti maggiormente a rischio sono i maschi (intorno ai 30 anni di età) così come, percentualmente parlando, sono le donne quelle maggiormente esposte all’anoressia.

Cause

Non sono ancora del tutto chiarite le cause che provocano il disturbo. Sono stati però individuati alcuni fattori di rischio che possono favorire la comparsa del disturbo. Il disturbo da dismorfismo corporeo è stato infatti associato ad alti livelli di neglect in età infantile e ad abusi, sia fisici che psicologici, nelle prime fasi dello sviluppo [senza fonte]. Fattori di rischio culturali sono inoltre stati ipotizzati soprattutto in quelle culture che presentano modelli corporei muscolosi e scolpiti [senza fonte].

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Diagnosi

L’ossessione non trova mai realizzazione, non importano i risultati ottenuti perché, in ogni caso, per la persona appariranno sempre inferiori a quanto voleva ottenere. Il soggetto dedica la maggior parte del tempo ad allenarsi duramente, riducendo tempo ed energie dedicate ad altre aree della propria vita. Il soggetto bigoressico può arrivare a fare uso di farmaci che aumentano la tonicità muscolare, che possono rivelarsi tossici per l’organismo. A causa di tali sollecitazioni innaturali, il soggetto corre maggiori rischi di complicanze fisiche.

I soggetti affetti da bigoressia sono soliti mettere in atto diversi comportamenti caratteristici tra cui:

  • osservarsi costantemente e ossessivamente allo specchio
  • paragonare il proprio fisico con quello di altri
  • provare stress se saltano una sessione d’allenamento in palestra o uno dei loro numerosi pasti
  • domandarsi costantemente se hanno assunto abbastanza proteine ogni giorno
  • assumere anabolizzanti potenzialmente pericolosi
  • trascurare il lavoro, gli studi, la famiglia, e le relazioni sociali pensando solo ad allenarsi
  • avere la percezione di un corpo debole e non sufficientemente muscoloso nonostante gli sforzi
  • monitorare costantemente il proprio peso

La diagnosi di dismorfia muscolare risponde ai criteri diagnostici per il disturbo da dismorfismo corporeo del DSM-5 con specificazione. Il disturbo non è quindi estendibile a coloro che mostrano solamente un marcato interesse verso il culturismo. L’anoressia riversa sta diventando sempre più comune per via delle pressioni socio-culturali sul fisico maschile, che possono indurre complessi di inferiorità soprattutto nei giovani. L’anoressia inversa è infatti particolarmente diffusa nei maschi e solitamente appare sul finire dell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta. I soggetti predisposti di solito sono già considerati dagli altri come dotati di un buon fisico e spesso il disturbo è accompagnato da depressione.

Terapia

La vigoressia si cura con la psicoterapia cognitiva comportamentale, in alcuni casi associata a farmaci antidepressivi.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Le ragazze obese che rischiano di diventare anoressiche

MEDICINA ONLINE GRASSO OBESITA DIETA DIMAGRIRESono da sempre un assiduo lettore della sezione “Salute” di http://www.today.com e ieri mi è capitato di leggere un interessante articolo (che potete trovare a questo link), il cui contenuto oggi voglio riproporvi.

Difficilmente quando vediamo un soggetto obeso potremmo pensare che sia un individuo ad alto rischio di anoressia ed invece è proprio così: tra le categorie che più facilmente finiscono per soffrire di anoressia ci sono le persone in forte sovrappeso e obese: in tali categorie di individui la diagnosi della patologia diventa naturalmente più ardua anche perchè – paradossalmente – chi ha sofferto di obesità, nel ritrovarsi anoressico, reagisce spesso con estrema felicità, quasi come se avesse raggiunto un obbiettivo importante.

Da un estremo all’altro  

Anche gli obesi e gli ex obesi possono essere anoressici, molti e molte sono infatti quanti giungono all’anoressia al termine di un percorso che li porta da un estremo all’altro. Per gli obesi per di più il disordina alimentare si risolve nell’aderire ai consigli e alle esortazioni di società, medici e parenti, che esortano a perdere peso. La ragazza di 80 chili che usa gli espedienti dell’anoressica per perdere peso e si sottopone al quasi-digiuno a tempo indeterminato non è diversa da quella di 40 chili, la differenza è che nessuno la rimprovera e che ogni sua perdita di peso è accolta dall’entusiasmo e dal consenso di amici, parenti e persino medici.

Un problema che passa inosservato a lungo

Il fenomeno fa sì che spesso l’insorgere della patologia passi a lungo inosservato, un problema serio, perché regimi alimentari estremi possono portare a conseguenze severe e permanenti anche sul fisico di persone che sono sovrappeso, anche a danni cerebrali. Una ragazza sovrappeso che si sottopone a un regime alimentare estremo o al digiuno passa per semplicemente per una ragazza a dieta e i suoi cambiamenti fisici, conseguenze di una patologia già in fieri, sono addirittura scmbiati per miglioramenti e accolti con favore da tutti.

La lotta all’obesità

Un fenomeno alimentato anche da certe modalità di comunicazione del movimento anti-obesità, che insegnando abitudini come la conta delle calorie ed etichettando certi cibi come “cattivi” può aiutare molti a dirigersi nella direzione sbagliata che porta agli eccessi di segno opposto, soprattutto nei giovani e nelle adolescenti, le più esposte al pericolo-anoressia.

L’allarme

Un fenomeno che preoccupa negli Stati Uniti, campioni mondiali d’obesità, dove ora emergono avvertimenti e allarmi rivolti a pediatri e nutrizionisti perché sorveglino i progressi nella perdita di peso e perché forniscano ai pazienti, in particolare ai più giovani, la corretta informazione sulla qualità della dieta, accogliendo con prudenza le perdite di peso che pure allontanano dalla condizione di obesità. Un’attenzione richiesta anche ai genitori, perché il transito da un disordine alimentare a un altro non è auspicabile e perché in questo caso avviene in maniera particolarmente subdola, spesso incoraggiato da quanti dovrebbero invece vigilare perché non accada.

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Thigh-Gap: l’ossessione delle teenager per il varco tra le cosce impossibile da raggiungere

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologo Nutrizionista Cellulite Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Thigh-Gap ossessione teen ager varco tra le cosceUn inglese lo chiama “thigh gap”, un francese invece “espace entre les cuisses”, un italiano lo potrebbe chiamare “spazio tra le cosce”: è l’ultima moda tra le adolescenti, soprattutto in USA ed in Francia, dove le giovani statunitensi e francesi – tramite internet – si scambiano consigli su come ottenere il famoso spazio tra le cosce, alcuni anche pericolosi, come digiuni prolungati e sessioni interminabili di ginnastica. L’obiettivo estetico è chiaro: stando in posizione eretta, a piedi uniti, le cosce non devono toccarsi tra loro. Il fatto curioso è che fino a non molti anni fa questa distanza tra le cosce era considerata un difetto tra le donne, ma i gusti estetici – si sa – cambiano nel tempo.

Leggi anche: Mi dicevano “sei grassa” così decisi che non avrei mangiato più. Mai più. La testimonianza di una paziente anoressica

I rischi del thigh gap

Medici e pediatri (si perché il fenomeno è diffuso anche tra le bambine) cercano di fare capire alle giovanissime che avere il tanto agognato “spazio” non è tanto una questione di peso, né di magrezza, quanto di morfologia e quindi di genetica. E’ infatti l’ampiezza del bacino a determinare la “concavità” delle cosce, mentre il peso assume importanza secondaria: in pratica si può dimagrire e fare sport quanto si vuole, ma se la genetica non è quella giusta, il varco tra i due femori non si formerà mai. I rischi di inseguire questa caratteristica in modo ossessivo, sono ovviamente l’anoressia nervosa e la malnutrizione per difetto. Prima di chiudere il mio consiglio è quindi: non lasciate che un semplice spazio vuoto tra le gambe, influenzi così tanto (negativamente) la vostra vita!

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Rinunci al cibo per poter bere più alcolici? forse soffri di drunkoressia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALCOL ALCOLISMO BERE COCKTAIL AMICI BRINDARE FELICITA ALLEGRIA GRUPPO ESTATEIl termine drunkoressia è stato inventato dai giornalisti del “New York Times” anche se non è ancora riconosciuto dalla medicina ufficiale. Devo essere sincero, sui libri dove ho studiato la psichiatria non si parla mai di tale malattia proprio perchè non è riconosciuta, ma per fortuna la rete in questo mi è venuta in aiuto e mi sono documentato anche se ammetto di non aver mai avuto di fronte un reale caso di drunkoressia. Il termine indica un nuovo anomalo e pericoloso comportamento alimentare che, almeno così pare, si stia diffondendo fra le adolescenti: mangiare poco fino ad arrivare anche a digiunare per poter assumere forti quantità di alcolici.

Lo scopo di tale comportamento è duplice: da una parte l’obiettivo è dimagrire ed in secondo luogo si punta a farsi accettare dal gruppo dei pari, in particolare i maschi la cui assunzione di alcolici è legata al divertimento ed alle emozioni. A tal riguardo, pare che i maschi siano particolarmente interessanti le ragazze che assumono comportamenti pericolosi e trasgressivi.

La drunkoressia viene considerata una variante dell’anoressia, ben nota a tutti, ma con una variante di fondo: assumere alcolici significa assumere calorie, quindi si rinuncia al cibo per poter bere maggiormente: tale componente NON è presente nell’anoressia.

Vi sono però delle analogie con l’anoressia:

  1. rifiuto drastico del cibo;
  2. diminuzione di peso;
  3. uguali criteri diagnostici.

Per quanto riguarda quest’ultimi è necessario rilevare se l’Indice di Massa Corporea (IMC) è calato sotto 17,5 e se è presente amenorrea. L’IMC si ottiene dividendo il peso in chili per il quadrato dell’altezza in metri. L’indice normale nelle donne è tra 19 e 24,5. Riguardo i criteri diagnostici dell’anoressia vi consiglio di rivedere questo mio articolo.

La volontà di dimagrire non è fine a sé stessa come nell’anoressia ma è strumentale all’assunzione di alcol. Le ragazze possono non riuscire ad assumere alcolici quando hanno cibo nello stomaco, quindi digiunare è necessario per poter bere. Inoltre nell’anoressia per continuare a dimagrire è necessario mettere in atto altri comportamenti, dopo aver assunto piccole quantità di cibo, quali: autoinduzione del vomito, uso di lassativi, logorante attività fisica. Al contrario l’assunzione di alcol, grazie alla relativo introito di zuccheri, procura un senso di sazietà che permette di non avvertire la fame.

Ma questa differenza è solo una motivazione iniziale. Successivamente la motivazione “drunkoressica” diventa motivazione “anoressica” in quanto dimagrire diventa lo scopo principale e ci si esalta dalla consapevolezza di poter vincere la fame.

I rischi della drunkoressia

I rischi della drunkoressia sono gli stessi dell’anoressia: osteoporosi, alterazioni cardiache, amenorrea. A quest’ultimi si aggiungono quelli derivante dal consumo di alcolici, specie se a digiuno: neuropatie, tremori, danni al fegato ed al cervello col tempo. Questa sintomatologia e acuita nel sesso femminile perché tende ad espellere l’alcol più lentamente del sesso maschile. In entrambi i sessi sono presenti tutte le conseguenze dell’assunzione di alcol in età adolescenziale quando lo sviluppo psicofisico è particolarmente vulnerabile.

Nel momento in cui la drunkoressia raggiunge livelli d’allarme è necessario intervenire come con l’anoressia: terapia di riunitrizione, psicoterapie individuali e di gruppo, eventuali assunzioni di farmaci quando l’alcol è diventata una vera e propria dipendenza. Per attuare tutto ciò potrebbe rendersi necessario rivolgersi ad un centro per i disturbi del comportamento alimentare.

Importante è la prevenzione:
1) educare gli adolescenti alle conseguenze di un uso smodato di alcolici
2) combattere la cultura dello “sballo”, vale a dire divertimento possibile solo se associato a comportamenti trasgressivi

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Una vostra amica è troppo magra? Vi insegno a capire se soffre di anoressia

MEDICINA ONLINE ANORESSIA ANORESSICA ANOREXIA IMAGE IMMAGINI CORPO NON ESISTE PIU BULIMIA NERVOSA VOMITO OSSA DIMAGRIMENTO CIBO MANGIARE PSICHIATRIA DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTAREMi capita spesso che una persona venga da me per chiedermi una opinione, preoccupata dal fatto che una sua amica (o una conoscente, o una figlia) è vistosamente al di sotto del peso normale o allarmata nel vedere che questa è dimagrita troppo in un arco di tempo eccessivamente breve. Casi estremi come quello che vedete nella foto in alto non lasciano dubbi alla presenza della patologia, ma lo stesso non è per quei casi border, di persone abbastanza magre: soffrono o no di anoressia? E’ ovvio che non tutti quelli che dimagriscono molto o che sono al di sotto del peso normale soffrono di anoressia, tuttavia è importante ricordare che non tutte le persone sottopeso che stanno “benissimo” con un certo vestito (secondo i canoni della nostra ormai distorta società) sono sane. Insomma come fare a distinguere una persona normale o al massimo sottopeso da una persona che soffre di anoressia, in un mondo che idolatra modelle malate?

Cos’è l’anoressia?

L’anoressia (dal greco ανορεξία: anorexía composto da alfa privativo e órexis: ‘appetito’ quindi senza appetito) è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal rifiuto del cibo, che nasce per la paura morbosa di ingrassare. La caparbia volontà di mantenersi sotto un peso normale, comunque percepito come eccessivo dall’anoressico, conduce allo sviluppo di una repulsione ossessiva nei confronti del cibo che dilaga fino a scatenare i sintomi fisici dell’anoressia conclamata: peso corporeo sotto i limiti di normalità (inferiore all’85% del peso ideale, indice di massa corporea anche detto BMI inferiore a 1,75 kg/m2), magrezza francamente patologica, bassa temperatura corporea, bradicardia, fragilità di unghie e capelli, osteopenia, alopecia, riduzione del volume del seno, ipotensione, pelle secca, aspetto debilitato/cachettico, ritardi mestruali e amenorrea (ritardo di almeno tre cicli mestruali consecutivi).

Nell’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) in realtà è stata rimossa la presenza di amenorrea per tre cicli consecutivi, dal momento che non era applicabile ai maschi, alle femmine in età prepuberale o che assumessero pillole anticoncezionali o, più in generale, in donne che comunque fossero affette da anoressia pur in presenza di una minima attività mestruale; tuttavia tale criterio risulta tuttora utile ai fini di una diagnosi rapida.

Nel caso l’anoressia si accompagni a saltuarie abbuffate seguite da condotte di eliminazione (anoressia nervosa di tipo bulimico), si registra una tipica erosione dentale dovuta agli episodi ripetuti di vomito autoindotto, spesso con ipertrofia delle ghiandole salivari.

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Alcuni dei sintomi dell’anoressia sinora elencati riguardano esclusivamente il sesso femminile, nel quale la frequenza della malattia è da 20 a 25 volte superiore rispetto alla popolazione maschile, in alcune popolazioni il rapporto uomo donna è ancora più a favore di quest’ultima. Nell’uomo anoressico si può apprezzare un importante calo della libido e dell’attività eiaculatoria. Alcuni autori associano l’anoressia maschile al termine vigoressia.

Cosa ci dicono le analisi del sangue?

In presenza di anoressia, le analisi del sangue possono rilevare alterazioni endocrine con valori di ormoni tiroidei, leptina e gonadotropine prossimi ai limiti inferiori di normalità o al di sotto di essi. Si può registrare anemia, leucopenia con linfocitopenia, ipokaliemia, ipocalcemia, ipomagnesemia ed ipofosforemia, alcalosi metabolica ed ipoglicemia. Il metabolismo basale appare decisamente inferiore rispetto alla norma.

Come riconoscere quando una persona soffre di anoressia?

riconoscere anoressia

L’esordio dell’anoressia è piuttosto sfumato sul piano sintomatologico e difficilmente riconoscibile anche dai familiari. Un basso peso corporeo, anche se non ancora patologico, associato alla colorazione giallo-arancio del palmo delle mani e della pianta dei piedi, può essere uno dei pochi sintomi fisici associati all’anoressia nervosa negli stadi precoci. Questo sintomo potrebbe infatti derivare dall’abitudine di mangiare quasi esclusivamente vegetali, molti dei quali ricchi di carotenoidi, che si accumulano nella cute determinando la carotenodermia. La condizione non va confusa con l’ittero, nella quale la magrezza è causata da disordini epatici e la colorazione giallastra si estende anche alle sclere oculari. Nelle fasi di esordio dell’anoressia nervosa sono soprattutto alcuni sintomi di carattere psicologico, tradotti in azioni e stati d’animo peculiari, a far sospettare la malattia. Non tutti sono ovviamente presenti contemporaneamente:

  1. paura morbosa ed immotivata di aumentare di peso;
  2. rifiuto ossessivo del cibo o di alcuni tipi di alimenti, specie di quelli con elevato contenuto calorico;
  3. alterata percezione corporea: si tende a vedersi grassi nonostante l’ago della bilancia segnali un peso corporeo normale, inferiore alla norma o decisamente sottopeso;
  4. ansia nell’osservare il proprio corpo allo specchio per la paura di vedersi ingrassati;
  5. eccessivo esercizio fisico nel tentativo disperato di bruciare più calorie
  6. iperattività ed ansia;
  7. tendenza a nascondere o a non ammettere di avere un problema con il cibo: si mente sulla quantità di alimenti consumata (arrivando a lasciare finte prove per dimostrare ai propri genitori di mangiare più di quanto si faccia realmente) e si banalizzano o nascondono i sintomi ed i disturbi fisici derivanti dall’anoressia;
  8. sensazione di disagio quando ci si trova a mangiare in pubblico od in compagnia di altre persone;
  9. abuso di tisane, integratori/farmaci anoressizzanti, lassativi, diuretici e farmaci che intervengono sulla tiroide per aumentare il metabolismo;
  10. pratiche inconsulte per consumare più calorie, ad esempio eseguire docce o bagni con acqua fredda, esercizi fisici sfrenati ad orari o in luoghi inusuali, pratica di attività motoria nonostante le precarie condizioni fisiche;
  11. consumo di acqua in quantità eccessive per stimolare il senso di sazietà;
  12. tentativo di sembrare più magra scegliendo abiti neri, con righe verticali o tagliandosi i capelli;
  13. tentativo di nascondere l’eccessiva magrezza a famigliari ed amici usando abiti larghi;
  14. comportamento compulsivo ritualistico riguardo al cibo (tagliare le pietanze in pezzi piccolissimi e rigirarli nel piatto prima di mangiarli, cucinare piatti elaborati per i familiari senza assaggiare quanto preparato, raccogliere e catalogare le ricette);
  15. sensazione di non essere capiti da nessuno, se non da altri che condividono la “voglia di dimagrire”;
  16. sintomi depressivi e, in alcuni soggetti, pensieri suicidari.

In caso di uso frequente di condotte di eliminazione, il paziente presenta spesso il segno di Russell; per approfondire: Segno di Russell in anoressia e bulimia: cause ed interpretazione

Cosa fare nel dubbio?

Se riscontrate almeno la metà questi sintomi in qualcuno che vi è vicino dovreste subito iniziare ad indagare più a fondo sulle abitudini della persona in questione, fecendo intervenire i familiari ed eventualmente cercando di convincere la persona a farsi una visita di controllo dal medico.

Secondo la mia esperienza il paziente con anoressia è un paziente molto fragile ma che rimane saldo sulle sue convinzioni di NON avere un problema, quindi difficilmente si recherà da medico in modo autonomo. Nel dubbio, se volete portarlo da un medico per fare diagnosi esatta di anoressia, ditegli che lo state portando ad una visita di controllo generica perché, se il paziente anoressico intuisce che lo state portando ad una visita che riguarda il suo rapporto col cibo, allora si “chiuderà a riccio” e non riuscirete a portarcelo.

Se voi stessi vi siete ritrovati in almeno 6 di questi punti, dovete cercare assolutamente di superare la vostra convinzione di sottostimare quelli che potrebbero essere i primi sintomi di una malattia del comportamento alimentare: potrebbe salvarvi la vita.

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