Il mediastino è un compartimento anatomico che occupa lo spazio centrale del torace compreso tra i polmoni, in cui sono contenuti il cuore, i grandi vasi ed altre strutture. Eventuali masse anomale presenti all’interno del mediastino possono interferire con gli importanti organi e tessuti che contiene. Le masse mediastiniche sono causate da una varietà patologie, tra cui cisti e tumori; le probabili cause differiscono in base all’età dei pazienti e alla localizzazione della massa (mediastino anteriore, medio o posteriore). Le Continua a leggere
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Differenza tra cisti e linfonodo
I linfonodi sono strutture specifiche del sistema linfatico, formate da tessuto linfoide aggregato in noduli, e possono essere unici o più spesso raggruppati in vere e proprie stazioni linfonodali o linfocentri. Un linfonodo, se neoplastico, appare ingrossato solitamente sopra i 2cm, ha consistenza duro-lignea, alla palpazione risulta non mobile rispetto ai piani profondi. Un linfonodo reattivo invece ha una consistenza aumentata, ma non duro-lignea, è mobile rispetto ai piani sottostanti e spesso presenta i segni della flogosi (dolore, temperatura aumentata, gonfiore, rossore e lesa funzione).
La cisti è una cavità o sacca, normale o patologica, chiusa da una membrana ben distinta, contenente un materiale liquido o semisolido. Di forma generalmente rotondeggiante, possono presentarsi singolarmente o in numero variabile. Una volta formata, una cisti può scomparire da sé o può richiedere di essere rimossa chirurgicamente. A seconda del contenuto la loro consistenza varierà (es. un contenuto liquido la renderà flottante), le dimensioni sono variabili, da molto piccole a enormi.
E’ difficile distinguere una cisti da un linfonodo senza supporto strumentale. L’ecografia – o altre techniche di diagnostica per immagine – ci aiuta a riconoscere le caratteristiche tipiche di un linfonodo (es. riconoscimento dell’ilo linfonodale) e quindi a porre diagnosi differenziale con una cisti.
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Differenza tra cisti, pseudocisti, ascesso ed empiema
La cisti è una cavità o sacca, normale o patologica, chiusa da una membrana ben distinta, contenente un materiale liquido o semisolido.
La pseudocisti è una raccolta di liquido che – al contrario della cisti – non è delimitata da membrana.
Un ascesso è una raccolta di essudato purulento (pus) che si forma all’interno di una cavità del corpo neoformata.
Un empiema è simile all’ascesso ma la raccolta si localizza in una cavità preformata dell’organismo (come ad esempio pleura, pericardio e peritoneo),
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Differenza tra ovaio microcistico, policistico e cisti ovariche
L’ovaio policistico (o policistosi ovarica-PCOS), l’ovaio micropolicistico o multifollicolare e infine le cisti ovariche sono tre condizioni completamente diverse. Facciamo chiarezza.
Ovaio policistico
La Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è il più frequente disordine endocrino e la principale causa di sterilità anovulatoria nella popolazione femminile. L’incidenza della malattia è del 7-15% della popolazione femminile in età fertile. E’ un insieme di manifestazioni cliniche e biochimiche ed ecografiche che sono state molto dibattute ed infine elaborate dal Consensus Conference di Rotterdam del 2003 che definisce la PCOS per la presenza di almeno due di tre criteri:
- oligomenorrea ; cioè mestruazioni rere ogni 60-90 giorni e/anovulazione;
- segni clinici e biochimici di iperandrogenismo (irsutismo, cioè presenza di peli in regioni del corpo normalmente glabre, senza peli) obesità con elevati livelli di insulina nel sangue, acne e seborrea );
- diagnosi ecografica di policistosi ovarica (ovaie aumentate di volume, con numero di piccoli follicoli superiore a 10 disposti a corona di rosario alla periferia con al centro dell’ovaio più denso, iperecogeno).
La terapia dipende essenzialmente dai sintomi del paziente e dalle sue aspettative.
Ovaio microcistico o multifollicolare
L’ovaio microcistico o multifollicolare è caratterizzato da presenza ovarica, all’ecografia transvaginale, di follicoli di diverse dimensioni, da 3 a 10-12 mm senza la caratteristica disposizione del PCOS. Comporta disfunzioni mestruali salutuarie ed è spesse volte segno di disfunzione ormonale lieve e temporanea.
Cisti ovariche
Patologia di solito benigna su base disfunzionale di frequente riscontro per un’anomala secrezione di ormoni ipofisari. Si formano per mancata rottura di un follicolo e sovradistensione per accumulo di liquido al suo interno. Si associa di solito con un’alterazione del ciclo mestruale. Le dimensioni sono variabilid a 3 a 10 cm. Oggigiorno
si tende a non operate – in laparoscopia – se non le cisti che danno dolore e sono superiori a 6 cm.
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Differenza tra rene policistico e multicistico
Con rene multicistico (o “muliticistico displastico”) si intende un gruppo di patologie caratterizzate dalla formazione di cisti renali, per lo più unilaterali, accompagnate da displasia e mancata funzionalità renale. Questa condizione, nella maggior parte dei casi unilaterale, si ritiene sia dovuta ad un difetto durante lo sviluppo del rene. In alcune condizioni può essere di origine genetica, ma perlopiù sembra essere di origine sporadica.
Con rene policistico si intende invece un gruppo di patologie di origine genetica che comprende la forma autosomica dominante (ADPKD), molto frequente e ad esordio tardivo nella maggior parte dei casi, e la forma recessiva (ARPKD), più rara ma anche più aggressiva che colpisce l’infante.
Differenza tra rene policistico autosomico dominante – ADPKD e rene policistico autosomico recessivo – ARPKD.
Questi termini fanno riferimento alla modalità con cui si eredita la patologia (spiegato sotto), ma, nonostante la similitudine nei nomi, si tratta di due patologie differenti dovute a mutazioni in geni diversi.
La ADPKD è una patologia ereditata in forma dominante (basta un allele mutato per essere affetti). Questa malattia colpisce circa 1 individuo su 1000 ed è caratterizzata dalla formazione di numerose cisti in entrambi i reni. Le cisti aumentano per numero e dimensione durante la vita di un individuo fino a determinare la totale perdita di funzionalità renale intorno ai 50 anni nella metà dei pazienti. La patologia è dovuta all’acquisizione di mutazioni in uno di due geni: il gene PKD1 che si trova sul cromosoma 16 è mutato nell’85% dei casi, mentre il gene PKD2, sul cromosoma 4, è mutato nel restante 15% dei casi.
La ARPKD è invece una patologia ereditata in forma recessiva (bisogna ereditare entrambe le copie del gene mutato) ed è molto più rara (colpisce un individuo su 20.000). La sua caratteristica principale è la formazione di dilatazioni del tubo collettore che chiamiamo cisti in entrambi i reni. Ha un’insorgenza precoce e per lo più colpisce il bambino. In tutte le famiglie in cui si riscontra, la patologia è dovuta a mutazioni in un gene chiamato PKHD1, che si trova sul cromosoma 6.
Quindi le due patologie hanno basi genetiche diverse e anche decorsi clinici e morfologici diversi, ben distinguibili, a parte rari casi di forme di ADPKD molto severe e precoci che rassomigliano ad ARPKD.
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Come si trasmette il rene policistico autosomico dominante dell’adulto (Polycystic Kidney Disease, PKD – ADPKD) e quali sono le probabilità di trasmissione.
Il nostro genoma contiene due copie (alleli) di ciascun gene. Una patologia si dice dominante quando è sufficiente ereditare dal padre o dalla madre una copia del gene mutata e, nonostante la seconda copia sia sana, l’allele mutato “domina” su quello sano determinando l’insorgere della patologia. Questo fa sì che un soggetto affetto ha il 50% di probabilità di trasmettere l’allele mutato e 50% di trasmettere quello sano. Ogni individuo nato da un genitore affetto ha quindi il 50% di probabilità di essere affetto.
Come viene trasmesso il rene policistico autosomico recessivo.
Nel caso di una malattia recessiva è necessario che entrambi gli alleli vengano ereditati in forma mutata perché la patologia si manifesti. Quando solo uno dei due è mutato, la copia sana è in grado di sopperire. Un individuo che porta una copia mutata in questo caso viene detto “portatore”, nel caso di una malattia dominante questo non si può verificare perché “portare” un allele mutato significa essere affetti. Quindi i soggetti affetti hanno entrambi i genitori portatori sani di un allele mutato. In questo caso, la probabilità che un figlio di portatori sani sia affetto è del 25%.
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