Differenza tra glottide ed epiglottide

MEDICINA ONLINE GLOTTIDE EPIGLOTTIDE CORDE VOCALI TRACHEA LARINGE VIE AEREE FARINGE POLMONI LINGUA PALATO FONAZIONE VOCE ARIA APPARATO RESPIRATORIO TONSILLE NASO.jpgGlottide

La “glottide” è il segmento superiore della laringe in corrispondenza delle corde vocali, posto al Continua a leggere

Glottide: anatomia, funzioni, infiammata, tumore, immagini

MEDICINA ONLINE GLOTTIDE CORDE VOCALI TRACHEA LARINGE VIE AEREE FONAZIONE VOCE ARIA APPARATO RESPIRATORIO.jpgCon “glottide” (anche chiamata “rima della glottide”) in anatomia si indica il segmento superiore della laringe in corrispondenza delle corde vocali, posto al di sotto dell’ Continua a leggere

Cordite in medicina: significato, da reflusso, sintomi, cura

MEDICINA ONLINE CORDE VOCALI POLIPI NODULI GRANULOMI VOCE LESIONE PARLARE FONAZIONE LOGOPEDIA NERVI RICORRENTI LARINGE FARINGE GOLA DOVE SONO ANATOMIA A CHE SERVONO

Corde vocali osservate endoscopicamente

Con “cordite” in medicina si intende l’infiammazione di una o più corde vocali (una porzione della laringe), da non confondere col medesimo termine che si usa per indicare una Continua a leggere

Laringoscopia diretta e indiretta: anestesia, costo, è dolorosa?

MEDICINA ONLINE LARINGOSCOPIA INDIRETTA SPECCHIO LARINGOSCOPIO FLESSIBILE FIBRE OTTICHE LARINGE FARINGE FUMO INALAZIONE RISCHIO MORTE DECESSO IPOSSIA CO OSSIGENO O2 ARIA PAURA PERICOLO RISCHI.jpg

Laringoscopia indiretta

Con “laringoscopia” in medicina si indica un esame diagnostico e terapeutico che studia la laringe, il condotto presente all’interno della gola che Continua a leggere

Laringospasmo: virale, da ansia, da stress, significato

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LARINGITE ACUTA CRONICA CAUSE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIn medicina con “laringospasmo” si intende la contrazione spasmodica dei muscoli della Continua a leggere

Intubazione: rischi, anestesia, rianimazione, dolore alla gola

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE INTUBAZIONE ENDOTRACHEALE TRACHEA TUBO FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATORE.jpgIntubazione: cos’è?

Con “intubazione” in medicina si intende una tecnica che permette l’inserimento di un tubo nelle vie aeree – più precisamente nella trachea – attraverso le corde vocali del paziente con lo scopo principale di permettere la respirazione di una persona non in grado di respirare autonomamente. Il più comune metodo di intubazione è quello “endotracheale”, che può avvenire:

  • per via orotracheale: il tubo entra attraverso la bocca del paziente (metodo più diffuso);
  • per via rinotracheale: il tubo entra attraverso il naso del paziente (metodo meno diffuso).

Intubazione: quando viene usata?

Lo scopo principale di tutti i tipi di intubazione è quello di permettere la respirazione di un soggetto che, per vari motivi, non è in grado di respirare in modo autonomo, fatto questo che mette a rischio la vita del paziente. Un altro obiettivo dell’intubazione è quello di proteggere le vie aeree da eventuali inalazioni di materiale gastrico. L’intubazione viene eseguita in molte condizioni mediche, come ad esempio:

  • in pazienti in stato di coma;
  • nell’anestesia generale;
  • nella broncoscopia;
  • in procedure endoscopiche operative alle vie aeree come la terapia al laser o l’introduzione di uno stent nei bronchi;
  • in rianimazione su pazienti che necessitano di supporto respiratorio (ad esempio in caso di grave infezione da Covid 19);
  • in medicina d’urgenza, in particolare durante la rianimazione cardiopolmonare.

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Alternative all’intubazione

Esistono alcune alternative all’intubazione, ma sono senza dubbio più invasive e non certo esenti da rischi, ad esempio:

Tipi di tubi usati nell’intubazione

Esistono vari tipi di tubi endotracheali per intubazione orale o nasale, ne esistono di flessibili o di semirigidi, con una forma specifica e quindi relativamente più rigidi. La maggior parte dei tubi sono accomunati dal fatto di possedere un margine gonfiabile per sigillare le vie aeree inferiori, che non permette la fuoriuscita di aria o l’aspirazione di secrezioni.

Intubazione: perché viene fatta durante una anestesia?

L’intubazione viene fatta dal medico anestesista durante una anestesia generale, poiché – per determinare l’anestesia – al paziente vengono somministrati dei farmaci che inibiscono la sua respirazione: il paziente non è in grado di respirare autonomamente ed il tubo endotracheale, collegato a un respiratore automatico, permette la corretta respirazione del soggetto durante l’operazione chirurgica. In interventi di breve durata (fino a 15 minuti) la respirazione viene supportata con maschera facciale, il tubo tracheale viene usato se l’intervento ha una durata maggiore.

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Proverò dolore durante l’intubazione?

L’intubazione viene sempre praticata dopo che il paziente è stato addormentato, quindi non sentirà alcun dolore causato da essa. Dopo l’intervento non si ricorderà né del posizionamento del tubo né della sua rimozione (ossia l’estubazione) dalle vie aeree a intervento finito. Lievi fastidi alla gola sono possibili, ed abbastanza frequenti, dopo l’estubazione.

Dolore alla gola dopo intubazione: è normale?

Come appena accennato, dopo che il paziente è stato sottoposto ad una intubazione, può accusare alcuni sintomi spiacevoli, tra cui:

  • mal di gola;
  • sensazione di corpo estraneo in gola;
  • difficoltà nella deglutizione di solidi e liquidi;
  • fastidio durante l’emissione di suoni;
  • raucedine.

Questi sintomi, seppur fastidiosi, sono abbastanza frequenti e non gravi, inoltre tendono a scomparire velocemente, di solito nell’arco di massimo 2 giorni. Nel caso in cui i dolori persistano e siano francamente insopportabili, chiedete consiglio al vostro medico.

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Tecniche di intubazione

L’intubazione tracheale può essere eseguita attraverso varie tecniche.

  • Tecnica tradizionale: consiste in una laringoscopia diretta nella quale si usa un laringoscopio per visualizzare la glottide al di sotto dell’epiglottide. Viene quindi inserito un tubo con una visione diretta. Questa tecnica viene eseguita in pazienti in stato comatoso (svenuti) o sotto anestesia generale, o quando abbiano ricevuto anestesia locale o specifica delle strutture delle vie aeree superiori (es. usando un anestetico locale come la lidocaina).
  • L’induzione a sequenza rapida (RSI) (crash induction) è una variante della procedura standard su pazienti in anestesia. È eseguita quando è necessario un immediato e definitivo trattamento delle vie aeree attraverso l’intubazione, e in particolare quando c’è un rischio aumentato di inalazione delle secrezioni gastriche (aspirazione) che porterebbe quasi inevitabilmente a polmonite ab ingestis. Per l’RSI viene somministrato un sedativo a breve durata come etomidate, propofol, tiopentone o midazolam, seguito a breve da un farmaco paralizzante depolarizzante come la succinilcolina o il rocuronio.
  • Tecnica con endoscopio: una alternativa all’intubazione del paziente cosciente (o leggermente sedato) e in anestesia locale è l’uso di un endoscopio flessibile o simili (es. usando un video-laringoscopio). Questa tecnica è preferita quando si prevedono difficoltà, dato che permette al paziente di respirare spontaneamente, garantendo quindi ventilazione e ossigenazione anche in caso di una fallita intubazione.

L’intubazione presenta rischi e complicanze?

L’intubazione può causare danni ai denti, soprattutto in caso di dentatura precedentemente danneggiata o difficili rapporti anatomici. Oltre ai frequenti sintomi fastidiosi alla gola visti precedentemente, in casi più rari una intubazione può provocare danni più gravi ai tessuti che attraversa, determinando anche emorragie. L’intubazione può presentare qualche imprevisto, soprattutto nei casi di intubazione difficile imprevista, rara ma possibile, in cui le caratteristiche anatomiche del paziente rendono più problematico il corretto posizionamento del tubo nelle vie aeree. Fortunatamente in questi casi il medico dispone di strumenti che lo aiuta a limitare il più possibile i rischi per il paziente, come i videolaringoscopi ed i fibroscopi, che permettono di supplire alle difficoltà di intubazione impreviste o previste riscontrate.

Più schematicamente, i rischi precoci e tardivi di una intubazione sono i seguenti:

Rischi precoci

  • lesione dentaria;
  • dolori alla gola;
  • emorragia;
  • edema delle strutture glottiche;
  • pneumomediastino;
  • raucedine;
  • difficoltà fonatorie;
  • perforazione tracheale;
  • arresto cardiocircolatorio da stimolazione vagale.

Rischi tardivi

  • lesione tracheale;
  • decubito cordale;
  • decubito strutture buccali, faringe, ipofaringe;
  • polmoniti;
  • sinusiti.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Polipi, noduli e granulomi delle corde vocali: cause, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE CORDE VOCALI POLIPI NODULI GRANULOMI VOCE LESIONE PARLARE FONAZIONE LOGOPEDIA NERVI RICORRENTI LARINGE FARINGE GOLA DOVE SONO ANATOMIA A CHE SERVONO.gifI polipi sono vegetazioni dotate di un peduncolo,  che si possono formare in qualsiasi zona delle corda e pertanto, ostacolandone la vibrazione, sono causa di una marcata  raucedine.

Perché si formano i polipi?

I polipi si formano spesso in seguito ad uno SFORZO FONATORIO eseguito durante uno stato di infiammazione delle corde vocali. . Le corde vocali sono strutture anatomiche povere di recettori del dolore pertanto, contrariamente ad altri organi del corpo, anche se sono infiammate, viene a mancare il segnale del dolore. Esiste quindi il rischio che, inconsapevolmente,  si sottopongano le corde  a sforzi notevoli mentre sono sofferenti.
A nessuno di noi verrebbe infatti in mente di fare una corsa con un ginocchio dolente!
Vediamo invece cosa accade comunemente con la voce: un CASO CLASSICO è il paziente “influenzato” che si reca allo stadio o in discoteca, dove urla per delle ore.
Le corde infiammate vengono sollecitate meccanicamente in maniera esasperata, si formano dei cedimenti di piccoli capillari e quindi delle emorragie intra-cordali, dalle quali  non è improbabile che nell’arco di poche ore si formi un polipo. In tal caso compare una violenta ed improvvisa raucedine persistente senza dolore.

I noduli delle corde vocali interessano entrambe le corde vocali e sono causati principalmente da abuso cronico della voce (urlare, cantare o gridare abitualmente oppure usare una frequenza bassa innaturale). I noduli possono svilupparsi nei bambini.

I granulomi delle corde vocali spesso sono causati da una lesione delle corde vocali dovuta a un reflusso gastroesofageo non controllato ( Reflusso gastroesofageo (GERD)) o un danno durante l’intubazione endotracheale (inserimento di un tubo respiratorio di plastica dalla bocca nella trachea). I granulomi sono comuni negli adulti.

Diagnosi

In tutte le forme di raucedine che persistono per altre 3-4 settimane è assolutamente imperativo eseguire un controllo specialistico otorinolaringoiatrico per comprendere la natura del problema e distinguere subito tra una lesione benigna della laringe, come il polipo, ed un tumore maligno. Lo specialista otorinolaringoiatra esegue una laringoscopia indiretta ed un  esame video-endoscopico  che consentono  di porre la corretta diagnosi.

Terapia

Nel caso di polipi molto recenti è possibile tentare  di farle riassorbire con un trattamento farmacologico abbinato a riposo vocale. In caso di insuccesso, come in tutti i tumori benigni della laringe  è necessaria l’asportazione microchirurgica.  Non conviene in tal caso attendere troppo a lungo: le corde vocali sono degli ORGANI MUSICALI ed emettono delle vibrazioni armoniche molto eleganti. La corda vocale malata vibra male e lentamente tende a perdere la sua “taratura”.
Ne consegue che l’asportazione in tempi rapidi dei tumori della laringe viene seguita quasi sempre da un rapido recupero della voce. Viceversa, nei casi in cui si attenda troppo tempo, la ripresa vocale può tardare molti mesi o può richiedere un trattamento rieducativo foniatrico dopo la chirurgia.

L’intervento per asportate i polipi delle corde vocali è una delle più  eleganti operazioni  microchirurgiche dell’ORL. La microchirurgia delle corde vocali è  praticamente indolore e viene eseguita in anestesia generale. Dopo l’operazione, il paziente dovrà osservare alcuni giorni di riposo vocale e praticare le terapie prescritte. I controlli endoscopici consentiranno allo specialista otorinolaringoiatra  di evidenziare il successo dell’exeresi, monitorare il recupero funzionale  delle corda vocale e  valutare l’opportunità di trattamenti adatti ad evitare l’insorgenza di recidive.

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Dove si trovano le corde vocali: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE CORDE VOCALI POLIPI NODULI GRANULOMI VOCE LESIONE PARLARE FONAZIONE LOGOPEDIA NERVI RICORRENTI LARINGE FARINGE GOLA DOVE SONO ANATOMIA A CHE SERVONO.jpgLe corde vocali (tecnicamente chiamate pliche vocali) sono lembi tendinei che, con il passaggio dell’aria, vibrano generando la voce ed è grazie a loro che parliamo e produciamo suoni. L’organo è costituito da uno scheletro cartilagineo e da un certo numero di muscoli oltre che da legamenti, fasce connettive, mucose ecc.

Nella laringe esiste un restringimento che conduce alla glottide rima glottidea: qui la mucosa si solleva d’ambo i lati in due spesse pliche trasversali che vanno, da avanti in dietro, dalla base dell’epiglottide ai processi vocali delle aritenoidi. Le due superiori si dicono corde vocali false, le due inferiori corde vocali vere labbra vocali. Fra le prime (meno sporgenti verso la linea mediana della glottide) e le seconde, si trovano i seni ventricoli di Morgagni: essi lasciano spazio sufficiente alle corde per vibrare e producono un secreto che inumidisce la mucosa laringea.

Nelle corde vere le fibre elastiche del derma, molto sviluppate, formano fasce compatte, cuneiformi in sezione trasversale, ricoperte da epitelio piatto. Nelle false, tale tessuto è meno abbondante e la mucosa è ricca di tessuto adenoide, più copioso alla superficie dei ventricoli e nella faccia postero-inferiore dell’epiglottide. Le corde vere sono estensibili e retrattili senza lasciar pieghe e conservano regolari i margini liberi destinati a vibrare per la corrente espiratoria.

Dalla loro inserzione anteriore nella tiroide, fino ai processi vocali delle aritenoidi, le corde limitano la rima vocale legamentosa della glottide, che nell’uomo adulto è lunga 17-18 mm., nella donna 12-13. Il segmento posteriore della glottide, lungo 7-8 mm., limitato dai margini mediali delle basi delle aritenoidi, si dice rima respiratoria intercartilaginea.

Sulle corde vere la mucosa s’assottiglia e aderisce saldamente e sul margine libero si fa bianca, semi-trasparente; al di sotto ritorna ordinaria e si perde in quella tracheale. Sotto la membrana limitante, coperta dall’epitelio, sono disposte numerose ghiandole, varie per grandezza.

Elemento importantissimo delle corde vocali vere sono alcuni fasci muscolari, che fanno parte della muscolatura intrinseca della laringe, il compito dei quali è d’allargare e restringere la glottide, tendere o rilasciare le corde.

La dilatazione della glottide ha per ordegni precipui i due crico-aritenoidei (postici), i quali determinano la rotazione delle basi delle aritenoidi intorno al loro asse verticale e quindi l’abduzione delle corde, la dilatazione della glottide (funzione respiratoria della laringe). La loro paralisi produrrà dispnea inspiratoria per strettura abnorme della rima glottica, ma non notevole disturbo di fonazione.

Il restringimento della glottide (adduzione delle corde) è determinato: a) dall’aritenoideo trasverso, che fa scivolare verso la linea mediana le basi delle aritenoidi; b) dai tiro-ariepiglottici e dai tiro-aritenoidei esterni, che, con l’aritenoideo trasverso, costituiscono una specie di sfintere della laringe: i due primi, dal punto d’attacco alla faccia interna della tiroide, dirigono le fibre in dietro, attraversano obliquamente le facce posteriori delle aritenoidi decussandosi sulla linea mediana, decorrono lungo la plica ari-epiglottica e si fissano alla base dell’epiglottide; i secondi dalla parte inferiore dell’angolo interno dello scudo tiroideo si dirigono in dietro e in alto verso i processi muscolari aritenoidei; c) dal crico-aritenoideo laterale, che decorre obliquamente da dietro in avanti e dall’alto in basso, in direzione antagonistica a quella del crico-aritenoideo posteriore.

La tensione delle corde è effettuata: a) dai crico-tiroidei retti e obliqui, che nel contrarsi diminuiscono la fessura esistente in avanti fra tiroide e cricoide, elevando la parte anteriore della cricoide (la più mobile) verso il margine antero-inferiore della tiroide spostabile meno facilmente e abbassando il castone cricoideo e perciò le aritenoidi, che vi sono sovrapposte; b) dalla sinergia dei genio-ioidei e tiroidei, i quali sollevando la tiroide rendono più efficace l’azione rotatoria dei crico-tiroidei intorno all’asse trasverso delle articolazioni crico-tiroidee.

Il rilasciamento delle corde è passivo, quando cessano d’agire i tensori: fatto coordinato in modo automatico alla fase inspiratoria del torace; attivo per i tiro-aritenoidei interni, che accompagnano le corde dall’angolo interno tiroideo ai processi vocali: nel contrarsi in toto avvicinano i processi vocali alla tiroide, rilasciano quindi le corde. In essi W. F. Ludwig distingue due porzioni: una ari-tiroidea già nota, l’altra ari-vocale (muscolo di Ludwig). Il tratto ari-vocale, dall’estremo inferiore della faccia anteriore dell’aritenoide decorre in fasci paralleli verso la membrana vocale, in cui termina da dietro in avanti: le fibre più brevi immediatamente davanti al processo vocale, le più lunghe presso la tiroide.

Ci sono differenze tra le corde vocali nell’uomo e nella donna? La lunghezza delle corde vocali è anatomicamente prestabilita, circa 2-3 cm, tuttavia nell’uomo esse sono generalmente più lunghe del 30% rispetto a quelle della donna e ne risulta una maggiore profondità della voce maschile, mentre le corde vocali femminili sono più sottili e ne consegue una voce più acuta. Per quel che riguarda la formazione di suoni articolati, partecipano attivamente sia le corde vocali come strumenti di produzione di suoni, sia le vie aeree superiori e i seni paranasali come cassa di risonanza, sia la cavità orale come strumento di modulazione dei suoni.

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