Doping genetico: modifica il DNA col gene dello sprint, della potenza muscolare, della resistenza…

MEDICINA ONLINE DEATH DEAD MORTE BODY BUILDING DOPING LETTERA MUSCOLI COME RICONOSCERE UN DOPATO IN PALESTRA ATLETA TEST ANTIDOPING IPPOLITO RECORDVogliamo campioni che conseguano record sempre più ardui e Olimpiadi che ci lascino esterrefatti? Allora, facciamo largo al doping genetico. Lasciamo che gli atleti modifichino il loro dna, guadagnando una marcia in più. È la proposta-shock avanzata su Nature da Juan Enriquez e Steve Gullan, volti storici di Harvard, oggi  a capo della Excel Venture Management, azienda che investe in progetti di biotecnologie. “ Man mano che le modifiche genetiche diventeranno più comuni, aumenterà l’accettazione di questa forma di doping, purché fatta in modo sicuro”, pronosticano gli autori.

Così, dopo le polemiche e le accuse di doping genetico sui tempi straordinari di Ye Shiwen(la 16enne cinese che ha battuto ogni record nei 400 misti, correndo nell’ultima vasca anche più velocemente degli uomini), il tema della modfica genetica degli atleti torna di attualità. E rischia di rimanerci per molto tempo.

D’altronde, le regole dei giochi olimpici non sono immutabili. Un tempo alle donne era concesso di partecipare solo nel tennis, nel golf e nel cricket. Fino a qualche anno fa non esistevano competizioni come lo snowboard o il bmx (bicycle motocross) e Oscar Pistorius, nel 2008 escluso dalle competizioni per le sue protesi alle gambe, quest’anno può finalmente correre sulla pista di Londra. Come dire: quel che oggi sembra inconcepibile (il doping genetico è bandito dalla Word Anti-Doping Agency alla stregua degli altri metodi), un giorno potrebbe essere la norma.

Ormai è chiaro che chi nasce con i geni giusti ha la strada spianata verso il successo sportivo, mentre chi non è stato attrezzato adeguatamente da madre natura quasi certamente non coronerà il sogno di salire sul podio. Allora, non sarebbe più leale consentire ai questi ultimi, meno fortunati, di giocare ad armi pari con i primi, avvantaggiati in partenza, grazie a un piccolo aiuto da parte dell’ ingegneria genetica? O forse il Comitato olimpico dovrebbe istituire gare per categorie di pari codice genetico? E se un atleta avesse acquisito alcune varianti genetiche attraverso una terapia medica seguita nell’infanzia, sarebbe giusto escluderlo perché dopato?

Al di sopra di questi interrogativi etici inquietanti, resta poi un’amara verità: non esistonotest anti-doping in grado di rilevare un’eventuale manipolazione genetica e non sembrano a portata di mano. Distinguere tra chi è portatore dalla nascita di una certa variante e chi lo è diventato artificialmente è una sfida ardua per la scienza. Forse, allora, conviene prendere in considerazione la soluzione estrema, dicono Enriquez e Gullan: autorizzare il doping genetico. Ma quali sono i geni dei sogni che ogni sportivo vorrebbe avere? Non ce n’è uno specifico per ogni disciplina, ma molti che possono risultare in vario modo di aiuto permigliorare le prestazioni atletiche. Eccone alcuni, tra i circa 200 finora scoperti.

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I GENI DELLA RESISTENZA

5775, il gene dello sprint

Quasi tutti i velocisti olimpici che siano stati sottoposti a test genetico sono risultati portatori della variante 577R del gene ACTN3, il gene responsabile della crescita delle fibre bianche o rosse nei muscoli, alla base dello sprint. Circa la metà degli euroasiatici e l’85% degli africani ne possiedono almeno una copia. Tutti gli altri individui privi del fattore 577R, oltre un miliardo di persone, farebbero bene a riconsiderare le loro aspirazioni olimpiche. Al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (California) è in fase di sviluppato un farmaco, GW1516, che attiva questo gene.

Ace, il gene del maratoneta
I portatori della mutazione I del gene Ace (o enzima convertitore dell’angiotensina) godono di una resistenza nettamente superiore rispetto agli altri. Si tratta della cosiddetta “variante dello scalatore” perché chi la possiede riesce a scalare facilmente gli 8.000 metri. Non a caso, il gene Ace I è presente nel 94% degli Sherpa himalayani, un gruppo etnico che popola le montagne nepalesi della Valle di Katmandu, e solo nel 45-70% di chi appartiene ad altre etnie. A un maratoneta, questa variante farebbe molto comodo. Uno studio condotto su corridori britannici, in effetti, l’ha riscontrata nella maggior parte di coloro che si cimentano su lunghe distanze.

Epor, il gene dei ciclisti e fondisti
L’eritropoietina (Epo), sostanza dopante per eccellenza nel mondo del ciclismo, è prodotta naturalmente dal nostro organismo. Alcune persone possiedono una rara mutazione dell’Epor (il recettore dell’Epo) che favorisce la produzione endogena di Epo. L’effetto risultante è un surplus di globuli rossi nel sangue, che si traduce in una capacità del 25-50% superiore di trasportare ossigeno ai tessuti. È accertato, per esempio, che fosse dotato di questa variante lo sciatore di fondo finlandese Eero Mantyranta, vincitore di tre medaglie olimpiche e svariati titoli mondiali negli anni Sessanta. In futuro, anziché assumere Epo per via farmacologica, si potrebbe modificare direttamente il gene che ne regola la produzione. La differenza è che nel primo caso la sostanza sintetica è rilevabile attraverso test anti-doping, nel secondo no, perché prodotta naturalmente dall’organismo stesso.

GENI DELLA MASSA MUSCOLARE

Igf-1, il gene della potenza
Quando s’introduce nel muscolo il fattore di crescita insulino-simile, o IGF-1,  questo lievita a dismisura. Gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato che l’aumento delle prestazioni è stupefacente: i topi geneticamente dopati nuotano il triplo degli altri.

Blocco della miostatina, la variante del body-builder
Un fisico da culturista si può ottenere spegnendo il gene della miostatina, una proteina il cui compito è frenare la proliferazione delle cellule muscolari. Se si disattiva il gene della miostatina, la massa muscolare cresce a dismisura. È capitato naturalmente a un bambino in Germania, figlio di una centometrista. Un piccolo Ercole, con il doppio dei muscoli rispetto ai suoi coetanei. A cinque anni sollevava tre chili con ciascuna delle due braccia tese.

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Doping genetico: cos’è ed a quale rivoluzione porterà in futuro?

MEDICINA ONLINE PALESTRA MUSCOLI IPERTROFIA ALLENAMENTO FIBRE MUSCOLARI ROSSE BIANCHE POTENZIALE GENETICO PESI PESISTICA WORKOUT PRE POST INTEGRATORI PROTEINE AMINOACIDI RAMIFICATI BCAA WHEY CASEINE CREATINA CARNITINA FISICOI recenti progressi biotecnologici hanno permesso la manipolazione delle sequenze genetiche per curare diverse malattie in un processo chiamato terapia genica. Tuttavia il progresso della terapia genica ha aperto la porta alla possibilità di utilizzare la manipolazione genetica per migliorare le prestazioni atletiche.

Il doping genetico o cellulare è definito come l’uso non terapeutico di geni, elementi genetici e/o cellule con il fine di migliorare la prestazione sportiva. La terapia genica può essere definita come il trasferimento di materiale genico nelle cellule umane per il trattamento o la prevenzione di una malattia o disfunzione. Tale materiale è rappresentato da DNA, RNA, da sostanze in grado di interagire direttamente con essi, oppure da cellule geneticamente alterate. Il principio della terapia genica si basa sull’introduzione all’interno della cellula di un gene terapeutico, oppure sulla diretta attivazione di determinati geni o anche sulla inibizione della trascrizione di geni specifici.

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La terapia genica

Diversi sono i meccanismi con cui si può interagire con un gene: veicolando geni nelle cellule, modificandone la codificazione ed alterandone l’espressione. Per la terapia genica vi sono diversi possibili sistemi di veicolazione di un gene all’interno di una cellula. Per ottenere questo risultato è necessario un sistema di trasmissione (vettore) che trasferisce il materiale genetico all’interno della cellula bersaglio. I virus si sono evoluti specificamente per trasferire il loro materiale genetico nelle cellule per replicare se stessi e, quindi, sono potenziali vettori utilizzati nella terapia genica. Altri possibili vettori sono i plasmidi. I plasmidi attualmente rappresentano il metodo meno costoso in quanto di più semplice manipolazione, ma anche il meno efficiente. Vettori virali invece sono già ampiamente utilizzati nella terapia genica, per inserire il DNA esogeno nel genoma della cellula bersaglio da trattare.

I geni possono essere manipolati in modo specifico con l’uso di diverse molecole. Sequenze di RNA antisenso possono essere utilizzato per legare l’mRNA di un gene e impedire l’espressione della proteina prodotta, bloccando o causando la distruzione del mRNA. Infine, è possibile sviluppare molecole in grado di modificare specificamente l’attività di un promotore (sostanza che lega il codice genetico e attiva la trascrizione di un determinato gene) o l’efficienza della traduzione aumentando o diminuendo l’attività del gene, in questo caso si attiva l’espressione endogena del gene senza introdurlo dall’esterno. Nelle pratiche di doping genetico, ultima frontiera delle frodi sportive, si utilizzano le tecniche di manipolazione genica per promuovere la produzione di proteine utili al fine di migliorare le prestazioni atletiche.

Dato che esiste un elevato rischio che la manipolazione genica possa essere applicata anche per cercare di migliorare la performance sportiva, l’Agenzia Mondiale Anti-Doping ha già provveduto, inserendo il doping genetico nella lista dei metodi e delle sostanze proibite. La WADA considera doping genetico l’uso di agenti farmacologici o biologici che alterano l’espressione genica, oppure il trasferimento di cellule o elementi genetici (DNA e RNA). Essendo, in teoria, possibile manipolare qualunque gene, tutti i livelli di proteine presenti all’interno del nostro organismo possono essere modulati attraverso la terapia genica. Di conseguenza si possono manipolare anche geni in grado di modificare le capacità fisiche. Sulla base di questo principio sono già stati individuati possibili bersagli di una terapia atta a migliorare le capacità atletiche.

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I seguenti geni sono correlati alle capacità di resistenza aerobica:

  • enzima di conversione dell’angiotensina (ACE)
  • eritropoietina (EPO), aumenta l’eritropoiesi
  • fattori di crescita angiogenici per esempio VEGF
  • recettore δ attivante la proliferazione dei perossisomi (PPAR-δ), codificante enzimi di ossidazione degli acidi grassi, ha già dimostrato di aumentare la resistenza in topi transgenici
  • fattore inducibile dell’ipossia (HIF) che agisce sull’eritropoiesi
  • PGC1α può aumentare la resistenza alla fatica e le capacità aerobiche

I seguenti geni sono invece correlati con la crescita della massa muscolare:

  • fattore di crescita Meccanico (MGF)
  • fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1)
  • altri fattori di crescita
  • proteina legante il fattore di crescita-insulino simile (IGFBP)
  • ormone della crescita (GH)
  • recettore muscolare degli androgeni
  • recettore muscolare dei glucocorticoidi
  • proteina legante gli ormoni sessuali (SHBG)
  • miostatina che è un inibitore della crescita muscolare

Altri geni possono aumentare la soglia di resistenza a dolore e fatica:

  • endorfine ed encefaline
  • recettori dei neurotrasmettitori
  • enzimi del metabolismo dei neurotrasmettitori
  • proteine trasportatrici di dopamina, noradrenalina e serotonina

Su alcuni dei suddetti geni esistono già studi in grado di dimostrare come la terapia genica sia in grado di migliorare le capacità fisiche. Per esempio è stata analizzata l’efficacia dell’iniezione intramuscolare del gene EPO con l’applicazione di impulsi elettrici per ottimizzare il processo di trasduzione (Fattori). Il gene è stato elettro-iniettato in topi, conigli e scimmie per testarne la produzione di proteine ​​e gli effetti biologici. Lo studio ha concluso che il gene iniettato di EPO ha determinato una maggiore concentrazione di eritropoietina circolante, mostrando quindi un grande potenziale nella terapia genica per la produzione di EPO.

L’inibizione della miostatina, un membro della superfamiglia del fattore di crescita trasformante (TGF)-β, regolatore negativo della crescita dei muscoli scheletrici, è resa possibile con la somministrazione di anticorpi specifici o farmaci che si legano alla miostatina stessa. Tale terapia ha già dimostrato di determinare una drammatica crescita dei tessuti muscolari. Già alcuni esperimenti di manipolazioni genica di questo gene in topi hanno creato super roditori.

Nel doping genetico, più copie del gene che codifica per l’IGF-1 potrebbero essere inserite nel muscolo scheletrico, generando un aumento incontrollato della massa muscolare a causa di ipertrofia ed iperplasia delle cellule muscolari. Questa inserzione genica somatica potrebbe essere realizzato attraverso l’utilizzo di due vettori alternativi: plasmidi o virus.

Questa nuova forma di doping determina non poche difficoltà nel realizzare dei test di rilevazione. La rilevazione del doping genetico potrebbe essere realizzata mediante un certo numero di approcci, coinvolgendo sia metodi diretti che indiretti, tuttavia attualmente questi test sono ancora in fase di ottimizzazione.

Un possibile test chiaro e veloce si può basare su una semplice analisi del sangue, tramite un esame in grado di rivelare Dna estraneo presente nel sangue periferico. Le prime sperimentazioni sono state condotte su cavie da laboratorio alle quali era stato praticato doping genetico intra-muscolo.

Le analisi effettuate hanno mostrato che il test è efficace anche su piccole quantità di sangue e fino a 56 giorni dopo la somministrazione. La validità dell’esame è stata poi confermata su 327 campioni di sangue prelevati da atleti sia professionisti sia dilettanti.

Oppure è possibile sfruttare le risposte immunitarie, in quanto i metodi più efficaci di modificazione genetica implicano l’uso di vettori virali. Nella maggior parte dei casi, questi vettori portano a risposte immunitarie che limitano il trattamento ripetuto. Queste risposte immunitarie potrebbero essere usate come indicatore di possibili manipolazioni genetiche.

Possibili metodi per rilevare il doping genetico (Oliveira).

Sicuramente questa nuova frontiera della medicina e di conseguenza anche del doping porterà nei prossimi anni numerosi nuovi farmaci dopanti dal potenziale ancora inimmaginabile. Poter interagire direttamente con geni che influenzano le capacità fisiche potrà trasformare gli uomini in superuomini, potrà rendere i corpi macchine perfette, tuttavia oltre alle possibilità illimitate cui potrà portare la terapia genica anche i rischi derivanti da un suo abuso sono ancora di portata inconcepibile. Solo la storia futura potrà un giorno mostrare di cosa è capace un uomo se manipolato geneticamente in modo appropriato.

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Trenbolone acetato: effetti, dosaggi ed effetti collaterali

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RICONOSCERE ATLETA DOPATO NATURAL PALESTRA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari A PeneIl trenbolone acetato è un potente steroide anabolizzante androgeno, che non può essere convertito in estrogeni dall’organismo umano. Queste sue caratteristiche lo rendono adatto per aumentare forza, densità e definizione muscolare. Il suo effetto anabolico è quindi “pulito” e non viene influenzato, come spesso accade, da un apparente guadagno di peso legato a ritenzione idrica ed aumento delle riserve adipose. Qualcuno ritiene che i suoi effetti anabolizzanti siano simili a quelli del testosterone e del dianabol anche se tale paragone è forse un po’ troppo generoso. Quando si ricerca il massimo sviluppo muscolare la mancata conversione in estrogeni sembra infatti essere un fattore limitante. Per tutti questi motivi nei cicli di massa il Trenbolone acetato viene generalmente utilizzato insieme ad altri anabolizzanti (Deca-durabolin ® o Equipoise ® se si mira a mantenere una discreta definizione; testosterone, Dianabol ® o Anadrol 50 ® se l’obiettivo è il massimo aumento delle masse muscolari).

Le proprietà anaboliche del trenbolone, a parità di dosaggio, sono superiori a quelle del deca-durabolin e, presubilmente, a quelle di tutti gli altri anabolizzanti privi di attività estrogenica. Nel periodo che precede le competizioni il Trenbolone viene generalmente abbinato ad altri anabolizzanti non aromatizzabili come Winstrol ® o Primobolan ®.

Dal punto di vista chimico il Trenbolone è un derivato del Nandrolone ed è stato studiato per annullare la già bassa attività estrogenica di questo ormone. Anche se il confronto tra questi due steroidi anabolizzanti è difficoltoso, è indubbio che il trenbolone sia dotato – a parità di dose – di effetti anabolici ed androgeni molto più marcati. Il trenbolone, inoltre, è accreditato di un potere androgeno tre volte superiore al testosterone. Gli effetti collaterali legati a questa sua caratteristica (acne, eccessiva virilizzazione, caduta dei capelli) sono in parte mitigati dalla struttura chimica, che ne riduce la suscettibilità all’azione dell’enzima 5-alfa reduttasi; di conseguenza finasteride e dutasteride non sortiscono una particolare azione protettiva. Effetti collaterali legati al suo elevato potere androgeno sono comunque comuni e possono includere acne, pelle grassa, ipertrofia prostatica e aumentata crescita dei peli corporei (ad eccezione dei capelli, che specie in presenza di una predisposizione genetica, tendono a cadere).

Il Trenbolone conquistò popolarità, sotto il nome commerciale di Finajet, negli anni ’80 e, nonostante fosse destinato al settore veterinario, si conquistò presto un ottima reputazione anche nel mondo del bodybuilding. Dopo essere stato tolto dal mercato per alcuni anni oggi è disponibile con nomi commerciali diversi. L’evoluzione del farmaco ha portato nel 2004 alla sintesi del Trenbolone enantato, come sempre destinato al settore veterinario. Questo nuovo prodotto si caratterizza per il graduale e lento rilascio, che permette di ridurre l’elevato numero di iniezioni rese necessarie dalle caratteristiche chimiche del tradizionale trenbolone acetato.

Effetti collaterali del trenbolone

A dosaggi elevati sono stati documentati gravi effetti collaterali a carico del fegato, nonostante non si tratti di un 17-alfa-alchilato e la sua epatotossicità sia per certi aspetti ancora poco chiara. Da non sottovalutare inoltre, l’effetto negativo sul rischio cardiovascolare, dovuto all’aumento del colesterolo LDL e al calo della frazione HDL. Analogo discorso per la funzionalità orale, che può essere compormessa da dosaggi eccessivi, specie se non accompagnati da un generoso apporto di liquidi. Oltre ai già citati effetti indesiderati, il trenbolone presenta un ulteriore, grosso, svantaggio. Questo farmaco, nonostante la bassa estrogenicità, tende infatti ad inibire la sintesi endogena di testosterone. In studi sperimentali tale sopressione si è dimostrata tre volte superiore a quella del testosterone. Per questo motivo, al termine del ciclo, specie quando è condotto a dosaggi elevati, si rende necessaria l’assunzione di antiestrogeni (Nolvadex, Clomid) o di altri prodotti, come la gonadotropina corionica (HCG), in grado di riattivare la sintesi endogena di testosterone.

Dosaggio tipico

La maggior parte dei body builder maschi assume circa 150-300 mg di trenbolone (acetato o enantato) alla settimana, per 6-8 settimane consecutive (da notare che l’uso umano non è mai stato approvato). Se si utilizza la forma acetato, a causa della breve emivita, la dose settimanale dev’essere suddivisa in due o tre dosi. A causa degli elevati effetti androgeni l’utilizzo di trenbolone è sconsigliato alle donne, anche a bassi dosaggi.

EFFETTI ANABOLIZZANTI: 500*

EFFETTI ANDROGENIZZANTI: 500*

ATTIVITÀ ESTROGENICA: nessuna

ATTIVITÀ PROGESTINICA: da bassa a moderata

* l’ormone di riferimento è il testosterone (100/100)

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Accertati di essere a conoscenza degli effetti collaterali e delle ripercussioni legali derivanti dall’utilizzo degli steroidi anabolizzanti (regolamentate dalla legge in materia antidoping 14 dicembre 2000, n. 376 e successivi aggiornamenti, e dalla legge in materia di disciplina degli stupefacenti D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e successivi aggiornamenti).

Tale farmaco è uno dei prodotti più contraffatti. Oltre a sconsigliarne l’acquisto in assoluto, se ne sconsiglia in particolare il suo acquisto via internet o dal mercato nero, per evitare farmaci contraffatti estremamente pericolosi per la salute.

Tali indicazioni hanno esclusivamente scopo informativo e NON intendono in alcun modo sostituirsi al parere di un medico o favorire l’utilizzo di steroidi anabolizzanti, né tanto meno promuovere specifici prodotti commerciali, eventualmente indicati a puro scopo informativo. Il ricorso agli steroidi anabolizzanti al di fuori dell’ambito medico è una pratica pericolosa ed aberrante dalla quale ci discostiamo CONDANNANDOLA E SCORAGGIANDOLA nella maniera più assoluta.

Fonte: my-personaltrainer.it

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Otto gravi conseguenze dell’abuso di steroidi

MEDICINA ONLINE Candice Armstrong DONNA PIU ANZIANA MONDO 80 ANNI ALLENAMENTO MUSCOLI PESI GINNASTICA GUINNESS RECORD MORTE DEAD DEATH CUORE PATOLOGIA STEROIDI DOPING SOSTANZE DOPANTI GH BODYBUILDER BODY BUILDING CULTURISTA.jpgGli ormoni sono sostanze naturali che tutti abbiamo nel nostro organismo. In alcuni casi, se mancano, si possono iniettare per sopperire alla mancanza ma l’esagerazione è ovviamente sbagliata: gli ormoni non hanno mai una sola funzione, ma ne hanno tante, e spesso una è quella desiderata, le altre sono tutte effetti collaterali: noi abbiamo preparato una lista di casi, spesso tragici, a cui ha portato l’abuso di ormoni steroidei: eccoli qua.

La bodybuilder che è quasi diventata un uomo

Gli ormoni maschili hanno la capacità di donare anche alle donne caratteristiche fisiche dell’uomo, come una massa muscolare sviluppata. Il problema è che a prenderne troppi si rischia di finire come questa donna, Candice Armstrong, 28enne di Londra, che ha sperimentato gli effetti collaterali come la crescita della peluria nel viso e su tutto il corpo, la presenza di acne, la scomparsa del seno e l’allungamento del clitoride che è diventato quasi un piccolo pene. Dice che si è resa conto troppo tardi del problema e che adesso non riesce a smettere di prendere gli ormoni.

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Il Wrestler che ha ucciso la propria famiglia

Michel Benoit era una promessa del Wrestling, che nel 2004 aveva vinto premi importantissimi, ma che viene ricordato maggiormente per l’omicidio-suicidio che ha posto fine alla vita sua, della moglie e del figlio. I poliziotti trovarono una scena raccapricciante il 25 Giugno del 2007 in cui lui aveva strangolato i familiari per poi togliersi la vita: i medici hanno stabilito che il problema è stato causato da un abuso di steroidi, che prolungato nel corso degli anni ha causato gravi problemi al cervello dell’uomo.

L’uomo messicano a cui è esploso un muscolo

Sebbene gli ormoni aiutino a sviluppare le masse muscolari, non bisogna mai dimenticare che tendini e ossa rimangono gli stessi di prima, e che troppi muscoli non fanno bene. È il caso di un uomo messicano che ne faceva uso (purtroppo le foto sono di scarsa qualità anche per la loro crudezza) che aveva raggiunto 90 cm di circonferenza del braccio. Durante un incidente in modo, si tagliò e il suo muscolo si è letteralmente aperto come una zip; in pratica è esploso. È morto di setticemia poco tempo dopo perché la troppa trazione rendeva impossibile ai medici suturare la ferita.

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L’uomo a cui è cresciuto il seno

Quando si cerca in ogni modo di far crescere varie parti del corpo, è indubbio che prima o poi crescano anche parti indesiderate. È il caso di quest’uomo, che per raggiungere risultati nelle gare di bodybuilding ha avuto dei risultati inattesi come quello della ginecomastia, di fatto la crescita del seno in un uomo. Questo problema è dovuto agli estrogeni, che assumeva in contemporanea al testosterone per ottenere altri tipi di effetti.

L’uomo che ha avuto la gastrectasia a causa degli ormoni

Una patologia più brutta rispetto all’inestetismo di avere il seno cresciuto è quella che si è trovato ad affrontare quest’uomo tedesco, che iniziò a fare palestra a 18 anni a causa di una frattura ossea mentre giocava a calcio e da lì non ha più smesso: il suo allenamento comprendeva però anche l’assunzione di ormoni, tra cui l’ormone della crescita, che ha portato all’aumento di dimensioni del suo stomaco, ovvero la gastrectasia. Si tratta di una malattia che provoca fortissimi dolori addominali perché lo stomaco rimane sempre dilatato e toglie spazio agli altri organi, impedendo anche di nutrirsi correttamente: una delle patologie in assoluto più dolorose, la cui comparsa è dovuta proprio agli ormoni.

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L’uomo che è morto a causa dell’assunzione di troppi steroidi

Andreas Münzer era un culturista che per assomigliare al sui idolo, Arnold Schwarzenegger, iniziò ad assumere ormoni e medicinali di qualsiasi tipo, dagli ormoni sessuali a quelli della crescita, dall’insulina al cortisone ai diuretici, più che altro per controbilanciare gli effetti avversi degli ormoni. Così si è trovato ad avere poco sangue per tutti i muscoli che aveva a disposizione, problemi al cuore e alla fine, nel 1996, venne ricoverato. I medici non lo hanno potuto salvare, ma durante l’autopsia hanno trovato diversi tumori al fegato, un’ipertrofia cardiaca (il cuore pesava il doppio del normale) e i testicoli erano praticamente scomparsi.

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Greg Valentino, che ha provato a ricucire il suo braccio da solo

Greg Valentino è un culturista che non ha ottenuto il suo successo solo grazie alla fatica, ma anche e soprattutto grazie agli ormoni e ad Youtube. Aveva masse muscolari sviluppatissime a causa dell’abuso di steroidi e una volta su un braccio è stato colpito con una mazza da baseball che ha portato il muscolo a spezzarsi di netto. Ma non è andato in ospedale: si è suturato da solo per continuare il suo live-show su Youtube. Poi, comunque, è andato, perché a suturarsi in questo modo rischiava di rimanerci secco.

L’uomo che si è iniettato gli steroidi per scrivere un libro

Uno scrittore canadese volendo scrivere un libro sugli steroidi ha deciso di provare ad iniettarli su sé stesso. I risultati sono stati deleteri: in 16 settimane oltre alla crescita muscolare ha avuto una serie di problemi di prostata, testicolari, al seno e soprattutto ha contratto un’ernia ad un disco intervertebrale. Queste le diagnosi mediche dopo la fine del trattamento, medici che fortunatamente lo hanno rimesso in sesto: va bene scrivere, ma meglio non perderci la salute in questo modo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

 

Andreas Munzer: i dosaggi degli steroidi del bodybuilder morto per emorragia

MEDICINA ONLINE ANDREAS MUNZER FARMACI LISTA ANNI ALLENAMENTO MUSCOLI PESI GINNASTICA GUINNESS RECORD MORTE DEAD DEATH CUORE PATOLOGIA STEROIDI DOPING SOSTANZE DOPANTI GH BODYBUILDER BODY BUILDING CULTURISTA.jpgAndreas Munzer era un campione di body building degli anni 90 noto per la sua definizione spaventosa e densità muscolare incredibile. Nato in Austria il 25 ottobre 1964, nei primi mesi del 1996 soffrì di un forte mal di stomaco e fu ricoverato in ospedale la mattina del 12 marzo 1996 dove gli fu trovata una emorragia gastrica. Alle 7 di sera, i medici avevano deciso di operarlo per fermare l’emorragia dallo stomaco, ma poco dopo il suo fegato e i suoi reni cedettero di funzionare. Munzer morì la mattina del 14 marzo. L’autopsia riscontrò, oltre all’emorragia gastrica, una quasi totale assenza di grasso sottocutaneo, un fegato che conteneva numerosi tumori, una ipotrofia testicolare ed una grave ipertrofia cardiaca (il cuore di Münzer pesava 636 grammi mentre il cuore di un uomo normale di solito pesa 300-350 g). La causa ufficiale della morte fu indicata come “insufficienza multiorgano distrofica”. Nel corpo del culturista furono trovate tracce di circa 20 farmaci diversi.

Dopo la morte di Muzer, furono anche svelati i dosaggi e i farmaci usati dal bodybulder, da lui stesso confessati ai medici poco prima di morire. Ecco la spaventosa lista:

Settimana 1-10

  • Ephedrine
  • Aspirin
  • Clenbuterol
  • Valium
  • Captagon
  • Cytomel

Settimana 1-5

  • 500mg Test Enanthate
  • 152 mg Parabolan
  • 150 mg Halostestin
  • 20 IU HGH
  • 20 IU Insulina

Settimana 6-8

  • 300mg Masteron
  • 152 mg Parabolan
  • 250 mg Winstrol Tab
  • 150 mg Halostestin
  • 50 mg Winstrol Inj
  • 24 IU HGH

Settimana 9-10

  • 200mg Masteron
  • 100mg Winstrol Inj
  • 200mg Halostestin
  • 400mg Winstrol Tab
  • 24 IU diarios HGH
  • Insulin
  • IGF-1

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Differenza tra integratori alimentari e sostanze dopanti con esempi

MEDICINA ONLINE INIEZIONE OLIO SYNTHOL PALESTRA MORTO ALLENAMENTO PESI MUSCOLI PALESTRA DOPING PROTEINE MORTE INTEGRATORE BODY BUILDING 14 FARMACI ILLEGALI PROIBITI ANFETAMINE TREMBOLONEIn termini esclusivamente medico-legali e penali, le sostanze e le metodiche doping sono quelle comprese nelle liste periodicamente pubblicate dalle organizzazioni internazionali e nazionali competenti in materia (CIO, WADA, Coni, Ministero della Salute).

L’uso di alcuni di questi farmaci:

  • è proibito sotto qualsiasi forma di somministrazione (ad esempio gli steroidi anabolizzanti);
  • è permesso solo per via locale (cortisonici);
  • erano considerate doping solo se assunte in quantità non alimentari (come, sino a qualche tempo fa, la caffeina).

Non sono quindi considerate sostanze dopanti quelle contenute nei prodotti comunemente indicati come ‘integratori alimentari’ purché contengano sostanze la cui vendita sia consentita, anche se l’articolo 1 comma 2 della Legge 14 dicembre 2000, n. 376 “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping” suggerisce che un uso indiscriminato di tali sostanze potrebbe comunque essere considerato pratica dopante.

Infatti:

articolo 1 comma 2 – Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.-

L’utilizzo della creatina per periodi prolungati ad alti dosaggi potrebbe rappresentarne un possibile, valido esempio.
Per quello che invece concerne le valutazioni scientifiche dell’utilizzo degli integratori dovremmo farci, nell’ordine di importanza, alcune domande: l’integratore che andiamo a somministrare è:

1 INNOCUO ?
2 LEGALE ?
3 NECESSARIO?
4 EFFICACE?

1 – Pur chiaramente non potendo paragonare l’integrazione alla somministrazione di sostanze farmacologicamente attive, non sono rari i casi di farmaci che pur essendo stati sottoposti a rigorosi protocolli di ricerca rivelano, a distanza di anni e dopo un uso intensivo, inaspettati e gravi effetti collaterali. Ma, in questo caso la gravità delle patologie trattate rendeva se non accettabile almeno possibile il rischio.
E’ comprensibile che quando lo scopo sia esclusivamente migliorare la prestazione sportiva non possa essere accettabile anche il potenziale minimo rischio per la salute, considerando anche il fatto che spesso dosaggi, periodi di somministrazione vanno ben oltre le indicazioni.

2 – Un altro rischio è il cosiddetto ‘doping involontario’: sono noti alcuni casi (estremamente più rari di quanto atleti risultati positivi all’antidoping vogliano far credere ), di integratori, che pur dichiarando componenti assolutamente permessi, risultavano inquinati colposamente o colpevolmente da sostanze ‘doping’. L’avvertenza, quindi, qualora si decida di far uso di integratori, di rivolgersi ad aziende ‘serie’ che garantiscano quanto dichiarando sulle etichette evitando, per quanto sia possibile, incauti acquisti on-line, forse più economici ma spesso meno sicuri.

3- Fermo restando la correttezza della reintegrazione, cioè la necessità  del rapido recupero di quello che si è consumato durante l’esercizio fisico impegnativo o l’aumentato fabbisogno, occorre chiedersi quanto l’uso così diffuso di reintegratori non sia solo una ‘moda’, un bisogno creato per scopi commerciali anche in quei casi in cui una normale, corretta alimentazione sia sufficiente al recupero.

4- Esiste una sterminata bibliografia sugli integratori, anche se gli studi ad alto valore ed attendibilità scientifica non sono così numerosi. Visto l’estrema varietà  e diversità  delle sostanze attive classificate come integratori è difficile dare una risposta univoca sull’efficacia degli stessi. Bisogna comunque sempre diffidare di prodotti che promettono effetti portentosi: quasi sempre non hanno alcuna attendibilità  scientifica o magari sono efficaci a dosaggi molto vicini a quelli potenzialmente dannosi.

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Record di doping per un culturista italiano: 14 farmaci proibiti

MEDICINA ONLINE GIUSEPPE IPPOLITO 23 ANNI RECORD DOPING BODY BUILDING 14 FARMACI ILLEGALI PROIBITI ANFETAMINE TREMBOLONE OBESO MUSCOLI FOTO PICTURE PHOTO HDLa sua filosofia: «allenarsi fino allo stremo tornando a casa distrutto ma felice per aver dato il massimo. Alimentarsi come un culturista, pensare come un culturista perché il culturismo non è solo sollevare pesi è uno stile di vita che va portato avanti ogni giorno». Giuseppe Ippolito, siracusano, 23 anni lavorava senza tregua in palestra sognando il titolo italiano di body building in palio lo scorso 2 luglio a Roma. Si ritrova invece detentore del più triste primato sportivo nazionale: 14 diversi farmaci proibiti (e quattro loro metaboliti) trovati in un solo controllo antidoping proprio ai campionati nazionali.

Venti casi in un anno
Dalla A di anfetamine alla T di trenbolone, c’è di tutto: steroidi per uso umano e veterinario, diuretici per l’ipertensione, farmaci anti Parkinson, anoressizzanti e psico stimolanti. I suoi campionati italiani Giuseppe li aveva giudicati cosi: «La miglior forma di sempre premiata solamente col quarto posto. Non è da me lamentarmi ma mi permetto di dire che meritavo qualcosina in più». Quel qualcosina — se la controanalisi conformerà — saranno quattro anni di squalifica e un processo penale. La «non negatività» di Ippolito è la ventesima in 12 mesi di un body builder italiano. Il diario di Giuseppe Ippolito è simile a quello di centinaia di altri colleghi: una vita votata alla cultura del corpo con l’ossessione di non perdere nemmeno un minuto di lavoro in palestra per non far sfumare la definizione di ogni singola fibra muscolare. Mesi per preparare esibizioni sul palco di un teatro con la pelle coperta di vernice marrone.

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Il rapporto dell’antidoping
«A 14 anni — scrive Ippolito — raggiunsi lo status di ragazzino obeso e il medico mi disse: se continuerai a mangiare così ti ammalerai presto. Decisi di cambiare vita, m’iscrissi in palestra e iniziai a curare l’alimentazione. Che gioia di tornare a lacerare le fibre muscolari e avvertire quella sensazione di dolore-piacere che rende le mie giornate più belle. Le gare di culturismo si vincono prima di salire sul palco, quando si sta a dieta, si riesce a trovare una soluzione invece di una scusa, quando si ci allena oltre i propri limiti fisici e soprattutto mentali». Dietro al body building italiano un meccanismo di tesseramenti e competizioni a dir poco singolare. La disciplina, pur riconosciuta dal Coni, non ha una federazione di riferimento ma è gestita da associazioni che fanno le veci delle federazioni affiliandosi agli enti di promozione sportiva. Le più attive sono «lfbb» (legata all’Asi, l’ex ente di riferimento di Alleanza Nazionale) e la «Wabba», affiliata a quelle Polisportive Giovanili Salesiane che la settimana scorsa si sono viste infliggere quattro anni di squalifica a dieci loro atleti. Il danno d’immagine non riguarda solo i salesiani. A settembre l’Agenzia Mondiale Antidoping pubblicherà i rapporti statistici 2016 e, grazie al body building, l’Italia ha buone possibilità di passare dal secondo al primo gradino del ranking, scalzando la Russia dalla triste leadership di paese con più casi di doping al mondo.

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Quanto rimane la cocaina in urine, capelli e sangue?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EFFETTI COCAINA SESSO SESSUALE ORGASMO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa permanenza della cocaina nel nostro organismo è variabile in base a molti fattori, valutiamoli insieme.

Metabolismo della cocaina

Dopo essere stata assunta per per via intranasale, per inalazione dopo pirolisi (fumo), per via orale o parenterale, la cocaina viene metabolizzata dalle colinesterasi plasmatiche ed epatiche, che la trasformano nei suoi metaboiti inattivi chiamati, rispettivamente benzoilecgonina e ecgonina metilestere. Possono inoltre essere prodotti lievi quantitativi di un metabolita attivo chiamato norcocaina.
L’emivita plasmatica della cocaina dopo somministrazione endovenosa è di circa un’ora (30-90 minuti), mentre è decisamente superiore per i suoi metaboliti (4-8 ore per la ecgonina metilestere e 3,5-6 ore per la benzoilecgonina). L’emivita dipende anche dalla modalità d’assunzione: generalmente è superiore se la cocaina viene assunta per via nasale e più breve se inalata (crack) o iniettata.
In media circa l’1-9% delle dose assunta viene escreta in forma non modificata nelle urine. L’escrezione dipende da vari fattori:

  • aumenta al diminuire del pH delle urine (acidità) e diminuisce quanto più queste sono basiche;
  • diminuisce in caso di assunzione cronica (pare che i consumatori abituali riescano a metabolizzarla in maniera più efficace).

Indipendentemente dalla via di somministrazione la maggior parte della droga e dei suoi metaboliti compare nelle urine entro le prime 24 ore. I metaboliti della cocaina possono comunque essere presenti nelle urine per 48-72 ore dopo la sua assunzione. In consumatori cronici di cocaina i metaboliti inattivi sono stati rinvenuti anche per periodi di settimane.

Cocaina nelle urine

Solitamente il metodo migliore per riscontare la cocaina nell’organismo è l’esame delle urine perché ha una finestra di rilevamento più ampia per la maggior parte delle droghe. A seconda del consumo che si è fatto della sostanza, questa può essere rilevata nelle urine dai 2 ai 4 giorni dopo l’assunzione. In realtà non è la cocaina ad essere riscontrata ma il suo sottoprodotto: la norcocaina. La maggior parte della cocaina assunta viene espulsa attraverso le urine ma è chiaro che nei consumatori cronici possono permanere dei metaboliti inattivi che sono rilevabili anche dopo alcune settimane. Inoltre c’è da considerare un’altra variabile, ovvero l’uso di alcool: se quando avete assunto cocaina, avete assunto anche degli alcolici,probabilmente la metabolizzazione risulterà più lenta e potreste risultare positivi anche dopo un lungo periodo di tempo.
Utilizzando metaboliti della cocaina, come la benzoilecgonina e il cocaetilene – la finestra di rintracciabilità non è più da 2 a 4 giorni, bensì si ampia. In particolare la rintracciabilità del consumo di cocaina tramite l’esame delle urine può arrivare a 20-30 giorni in questi casi:

  • se il soggetto è un consumatore abituale, anche con piccole dosi;
  • se il soggetto ha assunto ingenti quantità di cocaina;
  • se il soggetto consuma bevande alcoliche.

L’esame delle urine è quello più utilizzato perché meno dispendioso ed invasivo.

Cocaina con esame del sangue

Per rilevare la cocaina attraverso l’esame del sangue bisogna sottoporsi ad un esame specifico quindi se la vostra preoccupazione è focalizzata sui normali esami del sangue di routine, vi informiamo che la cocaina non viene rilevata. Facendo invece esami specifici, la sostanza – o meglio i suoi metaboliti – rimangono visibili nel sangue fino a 5 giorni dopo l’assunzione.

Test antidroga da fare a casa

Nel caso in cui abbiate bisogno di ottenere rapidamente il risultato positivo o negativo del vostro test, potete usare uno di questi test antidroga da fare a casa, acquistabili online, ritirabili anche nei punti di ritiro, facili da fare e dai risultati attendibili. Tutti i prodotti sono stati accuratamente selezionati dal nostro Staff di esperti:

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Cocaina nei capelli

Le tracce di cocaina nel capello, a differenza delle altre vie di analisi come il sangue o l’urina, generalmente possono essere riscontrate fino a ben 6 mesi prima; questo però non rende il test del capello più affidabile in quanto il campione in esame, quindi i capelli, sono soggetti a variabili fisiche e ambientali che possono alterare i controlli, anche se c’è da dire che solitamente prima di effettuare il test su un campione di capelli o peli, gli operatori sottopongono il campione a lavaggi che lo rendano adatto all’analisi. Inoltre il test del capello è poco utilizzato anche perché molto costoso ma se il campione è ritenuto attendibile può arrivare a riscontrare anche consumi di sostanza fatti molti mesi prima, fino a sei mesi.

Dobbiamo ricordarvi che le variabili in gioco affinché il vostro test risulti negativo, sono molteplici e soprattutto sono assolutamente soggettive. Soprattutto c’è da tenere in considerazione l’uso che fate della sostanza: le quantità, da quanto tempo l’assumente, come l’assumete, la qualità, la vostra corporatura, la contemporanea assunzione di altre droghe, la vostra funzionalità epatica e renale, il vostro metabolismo, ed altri fattori assolutamente imprevedibili.

Il consiglio che noi riteniamo essere l’unico efficace per evitare la positività ai test, è smettere di assumere la sostanza. Solo in questo modo potrete avere la certezza di essere puliti e risultare negativi: la vostra salute vi ringrazierà per sempre.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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