A soli 2 anni e 182 giorni, il piccolo Joseph Harris‑Birtill è diventato il più giovane membro nella storia di Mensa, l’associazione internazionale riservata alle persone con il quoziente intellettivo (QI) più alto del pianeta. Un traguardo straordinario che ha attirato l’attenzione di Continua a leggere
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Algoritmo, computabilità, macchina di Turing e nascita dell’informatica

Alan Mathison Turing negli anni ’50
Algoritmo e computabilità
Il termine “algoritmo” deriva dal nome del matematico arabo del IX secolo al-Khuwaritzmi. Per tutto il medioevo è stato usato per indicare Continua a leggere
Leonardo da Vinci vegetariano e l’aneddoto sugli uccelli
E’ impossibile sapere con certezza se il grande Leonardo da Vinci fosse o no vegetariano, ma molti e sostanziosi indizi lo lascerebbero intendere. La celebre frase del genio rinascimentale:
“verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, e anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto”
sembra dimostrare, insieme a molte altri indizi, il suo amore per la natura e gli animali, e quanto li rispettasse e tenesse in considerazione. Tra i vari indizi a sostegno della tesi di un Leonardo vegetariano, ci sarebbe anche un ricco ricettario di cucina a lui attribuito in cui sono descritti solo piatti a base di frutta e verdura, nessuno di carne. Troppo poco forse per giungere a conclusioni certe, ma abbastanza per consentirci di rimanere nel dubbio! L’unica cosa assolutamente certa è che il genio del Rinascimento era amante degli animali, come dimostrano i suoi stessi taccuini e varie testimonianze di suoi contemporanei. L’aneddoto che segue è raccontato da Giorgio Vasari (1511-1574), pittore e biografo:
Passeggiando tra le bancarelle del mercato a Firenze, un giorno Leonardo si imbatté in un venditore di uccellini, tutti, ovviamente, chiusi in gabbia. Commosso fino alle lacrime, il grande artista li comprò tutti e poi li lasciò volare via, liberi.
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Leonardo Da Vinci era appassionato di cucina!
Leonardo di ser Piero da Vinci, comunemente noto come Leonardo da Vinci, è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, e non solo in Italia, ma in tutto il mondo! Il genio del Rinascimento si occupò con enorme profitto di moltissimi campi tra cui architettura, scultura, ingegneria ed anatomia umana. Fin qui tutte cose già note. Quello che però forse non sapete è che il genio toscano trovò il modo di occuparsi anche di… cucina! A darcene prova è il suo Codice Atlantico, in cui l’autore narra di aver inventato una grande macchina in grado di fare quello che lui stesso chiama uno “spago mangiabile”. In parole povere si trattava dell’antenata rinascimentale di una moderna macchina per fare la pasta in casa! Ma il suo genio applicato in cucina non si ferma qui: si devono infatti a lui gli “antenati” del cavatappi, dell’affettatrice, del frullatore e del trita aglio, non poco per un uomo vissuto nel ‘400! Inoltre sembra che Leonardo stesso si cimentasse ai fornelli con grande successo e di sicuro era esperto nel cucinare le torte, come lui stesso afferma in una lettera indirizzata a Ludovico il Moro nel 1482: “[ ] e faccio delle torte che non hanno uguali”.
A lui attribuito c’è infine anche un ricco ricettario di cucina in cui sono descritti solo piatti a base di frutta e verdura, nessuno di carne, cosa che sembrerebbe indicare – assieme ad altri indizi – che il genio fosse vegetariano. A tal proposito leggi anche: Leonardo da Vinci vegetariano e l’aneddoto sugli uccelli
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Giovane preso a pugni, perde i sensi e quando si sveglia succede una cosa incredibile!
Jason Padgett, che vedete sorridente nella foto qui sopra, era una persona che amava divertirsi. Gonfiare i bicipiti, scolpirsi i capelli col gel, fare tardi nei bar. Poi improvvisamente tutto è cambiato. Nella mente di questo trentunenne americano allergico ai libri si è acceso un sesto senso per la matematica. E’ diventato una sorta di “idiota sapiente” anche se, visto che lui “savant” non ci è nato, ma ci è diventato, sarebbe più corretto parlare di “sindrome del savantismo acquisito“. In letteratura scientifica sono davvero pochi i casi come quello di Jason: si calcola che in tutto il mondo esistano solo circa 40 persone che sono state colpite da tale particolarissima sindrome. Nel caso di Jason il verbo colpire è particolarmente azzeccato: l’evento che lo ha trasformato è stata una serie di pugni alla testa sferrati da un paio di sconosciuti in un locale notturno. Il ragazzo è caduto a terra, ha perso i sensi e quando si è ripreso ogni cosa aveva iniziato a splendere di una luce strana.
Il libro
L’incredibile storia del body-builder tramutato in cervellone viene raccontata in un libro appena pubblicato oltreoceano. Titolo: «Struck by genius», che è come dire fulminato dal genio. Sottotitolo: «Come un trauma cerebrale mi ha reso un prodigio della matematica». Lo firma lo stesso Padgett insieme a Maureen Seaberg, la scrittrice che lo ha convinto a sottoporsi ai test medici che hanno confermato le sue nuove capacità. Ma è possibile che la nostra testa sia come uno di quei vecchi apparecchi elettronici che funzionavano meglio dopo aver preso una botta?
Quel che sappiamo è che Padgett ha abbandonato il college perché non gli piaceva studiare ma era tutt’altro che stupido. Prima dell’aggressione di 12 anni fa era esibizionista, socievole e spensierato. Dopo è diventato introverso e fobico, ossessionato dai germi. Ma gli è successo anche qualcosa di straordinario. I suoi sensi si sono fusi. I movimenti sono diventati fotogrammi e tracce luminose colorate. Oggi vede poligoni ovunque. La panna versata nel caffè del mattino disegna una spirale. Le foglie degli alberi sono teoremi di Pitagora. La luce riflessa è un inno al pi greco.
Frattali disegnati a mano
Jason ha la rarissima dote di saper disegnare a mano i frattali, affascinanti figure che restano uguali anche osservate con la lente di ingrandimento, perché si ripetono allo stesso modo su scale diverse. E per capire l’universo che gli si è spalancato davanti, alla fine si è messo a studiare fisica e matematica. A certificare la sua sindrome è arrivato Darold Treffert, il più grande specialista di quelli che nell’800 venivano chiamati “idiot savant”. Persone non istruite, spesso portatrici di qualche deficit intellettivo, e tuttavia capaci di eseguire calcoli difficilissimi o di ripetere interi libri al contrario. Secondo Treffert il savantismo può essere congenito o acquisito, si presenta più spesso nei maschi che nelle femmine, in una significativa minoranza delle persone affette da autismo e in una minima frazione di quelle colpite da danni cerebrali o ritardo mentale. Le loro abilità sono meccaniche ma ci sembrano eccezionali perché normalmente potrebbero essere inibite da altre funzioni superiori. Forse traumi e anomalie possono rendere queste informazioni di basso livello più accessibili, forse il resto del cervello si attiva di più per compensare il deficit. Quanto a Jason, i test hanno individuato un danno all’emisfero cerebrale destro e una super attivazione del lobo parietale sinistro. La sua nuova vita, come quella di altri illustri pazienti che hanno fatto la storia delle neuroscienze, rappresenta una finestra aperta sulla plasticità del cervello, sulle diverse forme di intelligenza, sul potenziale umano. Ma è presto per concludere che in tutti noi c’è un genio assopito pronto a svegliarsi. E comunque se c’è assomiglia più al protagonista di Rain Man o a Giovanni Pico della Mirandola che a Einstein.
Quella che potete vedere di seguito è una galleria con alcuni interessanti esempi di frattale “artistico”. Non li osservate troppo a lungo o rischiate di rimanere ipnotizzati!
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Einstein aveva un cervello speciale, ora ne abbiamo le prove
Il cervello di Albert Einstein non smette di incuriosire. Conservato dopo la sua morte, affettato, fotografato, passato di mano in mano, è ancora una miniera per i neuroscienziati, interessati capire se e come la materia grigia del padre della relatività spieghi in qualche modo il segreto del suo genio.
L’ultima di una lunga serie di osservazioni viene da un gruppo di ricercatori cinesi e americani. In uno studio pubblicato sulla rivista Brain, gli esperti affermano che nel cervello del padre della relatività, il fascio di fibre nervose che collega i due emisferi del cervello è più spesso della media. Weiwei Men, dell’università della Cina Orientale, ha utilizzato alcune foto ad alta risoluzione e un software di sua invenzione per misurare nel dettaglio lo spessore di questo fascio, chiamato corpo calloso, in diversi punti. Ha poi fatto un confronto con immagini di risonanza magnetica del cervello di uomini anziani e altri dell’età di Einstein negli anni in cui formulava le teorie geniali che sono al fondamento della fisica moderna.
Dal confronto delle immagini è risultato che il cervello di Einstein aveva molte più connessioni tra alcune parti della corteccia sia rispetto ai suoi coetanei sia rispetto agli anziani, in particolare nelle aree che regolano la pianificazione, il ragionamento, le decisioni, il recupero dei ricordi. Insieme ad altri tratti peculiari già osservati nel cervello del fisico, per esempio una corteccia prefrontale più grande del normale, il fatto che i due emisferi del suo cervello fossero insolitamente ben collegati potrebbe spiegare secondo gli autori il segreto dell’intelligenza del fisico e la sua capacità di immaginare gli straordinari esperimenti mentali con cui ha rivoluzionato la concezione dello spazio e del tempo.
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Jack Andraka ha 16 anni e potrebbe salvare milioni di persone col suo nuovo test per la diagnosi del tumore al pancreas
Ha soltanto 16 anni, ma i suoi studi potrebbero salvare la vita di milioni di persone. Jack Andraka, del Maryland, ha ideato un nuovo test non invasivo per la diagnosi dei tumori al pancreas, che sono tra i più aggressivi tra tutti i tumori che possono colpire l’uomo. Con un sensore riesce a diagnosticare un tumore pancreatico nella sua fase iniziale. Bisognerà aspettare fino a cinque anni prima di vedere l’uso di questi sticker presso i laboratori o gli ospedali. Jack ha presentato a Roma, nel corso della prima edizione europea di Maker Faire, la sua idea. “Avevo 13 anni quando morì un mio amico per un tumore al pancreas.” Racconta Jack – “Sono rimasto molto scosso.Ho passato un’estate intera su internet perché volevo capire cosa fosse un tumore pancreatico.” – continua il ragazzo – “Alla fine ho scoperto leggendo centinaia di lavori che alla presenza di alcuni tumori come quello al polmone o quello al pancreas alcune proteine nel nostro corpo variano, in particolare una chiamata Metatione. Ho scritto a 200 laboratori per sapere se potevo lavorare a questa idea ma 199 mi hanno risposto di no. Solo un medico del John Hopkins mi ha detto che potevo lavorare presso di loro. Ben fatto Jack, spero di vederti tra i futuri premi Nobel per la medicina: vorrà dire che la tua invenzione avrà funzionato davvero e che avrai salvato milioni di persone.
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