Azotemia alta e reni: cibi da evitare per abbassarla

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma AZOTEMIA UREA ALTA I CIBI DA EVITARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’azotemia è un parametro che indica la quantità di azoto non proteico nel sangue ed è di tutta evidenza che se si hanno valori di azotemia oltre i limiti consigliati, vi è qualcosa che non va. Solitamente si tratta di un problema  alimentare, ma potrebbe anche trattarsi di una ridotta funzione renale o del fatto che si beve molto meno di quanto si dovrebbe nell’arco della giornata. Ad ogni modo, per comprendere meglio il problema, è necessario innanzi tutto capire in che modo e perché l’azoto non proteico va a finire nel sangue.
Il principale prodotto delle proteine, che vengono trattate a livello epatico,  è l’urea e in essa è presente anche l’azoto, o meglio le scorie azotate, prodotte dal catabolismo epatico. L’urea, come è noto, viene eliminata dal sangue attraverso il filtraggio dello stesso da parte dei reni, ma in questa operazione, una parte delle scorie azotate non vengono eliminate del tutto e il conseguente loro accumulo nel sangue determina il livello di azotemia. Di norma questo accade in presenza di una ridotta funzionalità renale, ma potrebbe essere anche l’effetto di una dieta iperproteica, che produce quindi un alto numero di scorie azotate.
Altra causa di una azotemia oltre la norma potrebbe essere anche una ridotta assunzione di acqua durante la giornata e di norma basta bere un po’ di più per normalizzare il livello di azotemia.
In un soggetto sano  che adotta una dieta equilibrata l’azotemia è compresa tra i valori di 22-46 mg/dl. Alcuni laboratori utilizzano un diverso metodo di valutazione dell’azotemia e in quel caso i valori sono compresi nel range che va da 10,3 a 21,4 mg/dl.

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Livelli alti di azotemia non sono necessariamente indice di ridotta funzionalità renale, in quanto ci si potrebbe trovare alla presenza di una dieta alimentare particolarmente sbilanciata in favore degli alimenti ricchi di proteine, ed è quanto accade in tutte quelle diete iperproteiche che  stanno vivendo un periodo di grande popolarità. Questo è uno di motivi per cui è  necessario sempre valutare bene se è il caso di adottare certe diete sbilanciate che, in sostanza, nel lungo periodo non si sa che problemi potrebbero arrecare all’organismo.
Se invece l’azotemia alta è dovuta ad una semplice abitudine alimentare errata, quindi non sostenuta da una dieta  particolarmente rigida, basta evitare o ridurre alcuni alimenti, bere di più, e la situazione si normalizzerà.
Ma cosa bisogna evitare di mettere in tavola, o quanto meno ridurre, per evitare di incorrere in una situazione del genere.

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Innanzi  tutto bisogna distinguere le proteine in base alla loro qualità, e in questo ci vengono in aiuto tre parametri e, per la precisione il CUD, coefficiente di utilizzazione digestiva,  parametro che sarà alto in caso di proteine di origini animali e basso per quelle vegetaliPER, coefficiente di efficacia proteica, che indica l’accrescimento di peso corporeo per ogni grammo di proteina che viene assunto con l’alimentazione;  NPU, utilizzazione proteica netta,  che esprime la digeribilità delle proteine.
L’apporto consigliato di proteine nell’alimentazione è in stretta relazione all’età, per cui  nel neonato, che ovviamente deve crescere, il valore corretto è di 2 g/kg/die;  nei bambini di 5 e più anni il valore corretto è di 1.5 g/kg/die; negli adolescenti e negli adulti questo valore continua a ridursi e quindi è di 1-1.2 g/kg/die.

E’ ormai dimostrato che un eccessivo apporto di proteine animali, in particolare in associazione a grassi saturi, è uno dei fattori di rischio di cancro al colon, per cui, tornando alle diete di cui si parlava precedentemente, è una valutazioneda fare con molta attenzione.
Gli alimenti quindi da evitare o da assumere con moderazione, in caso di azotemia alta, sono prosciutto crudo, salame, bresaola, grana,  carne rossa, merluzzo o nasello, tonno fresco, petto di pollo, pinoli, soia secca. Quest’ultimo è l’alimento che in assoluto detiene il maggior contenuto di proteine.

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Azotemia (Urea) alta o bassa: valori, cause, sintomi e cosa fare

MEDICINA ONLINE RENE RENI ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE SINTESI SANGUE FILTROLa misurazione dell’azotemia (urea) e della creatinina sono entrambi esami di laboratorio usati dal medico per poter valutare il corretto funzionamento dei reni. L’azotemia è un esame più datato rispetto alla creatinina, che è molto più preciso nel diagnosticare un malessere del rene perché non è influenzato da condizioni esterne come l’alimentazione.

Perché si eseguono queste analisi?

Si tratta di analisi che vengono eseguite per verificare il corretto funzio­namento dei reni. Nel sangue, infatti, sono presenti proteine fondamentali per il nostro organismo, ma anche prodotti di rifiuto che vengono trasporta­ti agli organi la cui funzione è di rimuoverli dal nostro organismo. Il rene eli­mina questi rifiuti attraverso le urine, svolgendo una funzione di “filtro” fon­damentale per l’organismo.

Fattori che influenzano l’azotemia

L’azotemia è un esame ancora molto usato, tuttavia – per una corretta interpretazione – serve valutarlo tenendo a mente che il suo valore risulta influenzato dal tipo di alimentazione: in caso, infatti, di una dieta ricca di proteine, l’azotemia potrebbe essere alta anche se il rene funziona perfetta­mente. Fra le cause non legate a insufficienza renale in cui, però, l’esame dell’azotemia potrebbe essere alterato ci sono frequentemente:

  • la gravidanza, per la maggior richiesta di proteine da parte dell’orga­nismo;
  • una alimentazione troppo ricca di proteine (per esempio, se si mangia troppa carne);
  • una attività sportiva o lavorativa che causa un notevole utilizzo di ener­gia (catabolismo muscolare), per cui l’organismo usa le proteine come scorta energetica.

E’ necessario tener presente che una azotemia elevata può presentarsi in numerosissime patologie e condizioni, tra cui:

  • Alimentazione iperproteica;
  • Cirrosi epatica;
  • Collagenopatie;
  • Diabete mellito;
  • Digiuno;
  • Disidratazione;
  • Sudorazione elevata;
  • Emolisi gravi;
  • Emorragie gastrointestinali;
  • Epilessia;
  • Farmaci cortisonici, tetraciclina e diuretici;
  • Glomerulonefrite;
  • Gotta;
  • Insufficienza cardiaca;
  • Ipercalcemia;
  • Ipercorticosurrenalismo;
  • Iperidratazione;
  • Ipertensione maligna;
  • Ipertiroidismo;
  • Ipopotassiemia;
  • Leptospirosi;
  • Leucosi;
  • Malattie infettive;
  • Mieloma multiplo;
  • Nefrangiosclerosi;
  • Neoplasia renale;
  • Necrosi corticale o tubulare;
  • Ostruzione uretrale o del collo della vescica;
  • Pielonefrite;
  • Psicosi confusionale;
  • Sindrome di Conn;
  • Shock;
  • TBC renale;
  • Traumi;
  • Tumore cerebrale;
  • Ustioni;
  • Vasculopatia cerebrale.

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La creatinina

E’ il test per eccellenza al fine di osservare se la funzione di “filtro”, tipica del rene, avviene efficacemente, perché non subisce altera­zioni in base a condizioni esterne. Nel caso in cui il risultato di azotemia e creatinina sia alterato e, quindi, si sospetti un malfunzionamento del rene, esiste un ulteriore esame di approfondimento chiamato “clearance della creatinina” utilizzato sia per diagnosticare definitivamente una insuffi­cienza renale, sia per monitorare il funzionamento del rene nelle persone che hanno una insufficienza renale già diagnosticata.

Leggi anche: Creatinina alta o bassa: cos’è, cosa indica e come si corregge

La clearance della creatinina

La creatinina clearance (o “clearance della creatinina”, cioè la creatinina depurata) è un test combinato che misura il valore della creatinina sia nel sangue, sia nelle urine delle ventiquattro ore. Il risultato è un valore frutto di un calcolo che il laboratorio elabora in automatico mettendo in correlazione il risultato della creatinina nel sangue e quello della creatinina nelle urine.

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Come si eseguono le analisi?

Gli esami dell’azotemia e della creatinina si eseguono con un semplice prelievo di sangue venoso dal braccio. Per la clearance della creatinina, invece, oltre all’esecuzione del prelievo di sangue, deve essere portato un campione di urine raccolto nelle ventiquattro ore. Sia l’azotemia, sia la creatinina sono analisi che devo­no essere eseguite a digiuno. La raccolta delle urine delle ventiquattro ore per l’esame della clearance della creatinina avviene prima di tutto alla mattina, appe­na svegli, facendo attenzione perché il primo getto di urine non deve essere raccolto, per cui la raccolta parte dalla seconda emissione di urine della giornata. Da questo momento e nello stesso campione andranno raccolte tutte le urine successive, del giorno e della notte, fino a quelle della mattina del gior­no successivo appena svegli comprese. Durante il periodo della raccolta le urine devono essere conservate in frigorifero per evitare che i batteri, con il caldo, trovino un ambiente favorevole per riprodursi. I farmaci non influi­scono sull’esito di questi esami, ma è sempre consigliabile avvertire il medi­co se ci sono terapie in corso.

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Valori normali di azotemia, creatinina e clearance della creatinina

Azotemia: 22-46 mg/dl

Creatinina:

  • Donne < 12 anni 0,35-1,00 mg/dl Donne > dopo 12 anni 0,60-1,05 mg/dl
  • Maschi < 12 anni 0,35-1,00 mg/dl  Maschi > 12 anni 0,75-1,25 mg/dl

Clearance della creatinina: 70-120 ml/minuto

Come interpretare i valori

Azotemia troppo alta o troppo bassa:

  • se il risultato è più alto del normale, può essere il segnale di una even­tuale insufficienza renale, ma potrebbe anche essere dovuto ad una dieta troppo ricca di proteine, per questo è necessario che il valore sia confermato dall’esame della creatinina, che, invece, non viene influen­zato da condizioni esterne;
  • se il risultato è inferiore al normale, non c’è nulla di allarmante, proba­bilmente è legato ad una dieta troppo povera di proteine che deve esse­re meglio bilanciata.

Creatinina:

  • se il risultato è più alto del normale e la persona non è muscolosa (per­ché la cretinina è un valore legato alla massa muscolare), significa che il rene non sta funzionando in modo corretto. Il risultato deve essere approfondito con l’esame della clearance della creatinina;
  • se il risultato è più basso del normale, probabilmente si tratta di una persona con una scarsa massa muscolare, niente di preoccupante.

Clearance della creatinina:

  • se il risultato è più basso del normale, ci si orienta verso una insufficienza renale;
  • se il risultato è più alto del normale, probabilmente si tratta semplice­mente di una persona con scarsa massa muscolare.

Leggi anche: Clearance della creatinina: alta o bassa, valori, calcolo e sintomi

Sintomi e segni di azotemia elevata

La sintomatologia dell’azotemia alta è legata strettamente ad una patologia, un’insufficienza renale dalla quale necessariamente discende. I sintomi sono abbastanza precisi e sostanzialmente si concretizzano in astenia e debolezza, un dimagrimento abbastanza evidente, pallore e vomito frequente. Una tachicardia di una certa portata, ipertensione e tremori possono coabitare con la sintomatologia appena descritta ed aggravare il quadro clinico dei pazienti.

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Curare l’azotemia elevata

La prima cosa da fare è variare la propria alimentazione, inoltre occorre bere molto, la quantità minima deve attestarsi intorno a 1,5/2 litri di acqua al giorno. Le cattive abitudini, come il fumo, vanno eliminate subito e se assumiamo farmaci per altre patologie comunichiamoli immediatamente al medico: alcuni farmaci sono altamente tossici per i reni. E’ bene anche associare un controllo quotidiano della pressione arteriosa, come pure un periodico controllo di trigliceridi e colesterolo nel sangue.

Come variare l’alimentazione per abbassare l’azotemia?

A tal proposito vi consiglio di leggere questo mio articolo: Azotemia alta e reni: dieta e cibi da evitare per abbassarla

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Elettroforesi delle proteine o protidogramma: valori e significato clinico

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-elettroforesi-proteine-protidogramma-albumina-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenzL’elettroforesi delle proteine del siero (o siero proteine) viene anche chiamata protidogramma ed è una analisi di laboratorio in uso da diversi anni e ancora sempre attuale, che permette di separare, identificare e valutare le proteine del siero.

Le proteine del siero sono di cinque tipi:

  1. L’albumina, che generalmente rappresenta la quantità più elevata di proteine che si trovano nel siero. E’ la proteina prodotta dal fegato ed ha diverse funzioni, tra cui la conservazione corretta dei liquidi nell’orga­nismo perché con la sua presenza fa in modo che i liquidi stiano all’in­terno dei vasi sanguigni e non debordino (sovrintende alla cosiddetta “pressione osmotica”). Inoltre, ha il compito di trasportare, attraverso il sangue, i principi attivi dei farmaci che vengono assunti, gli ormoni e le sostanze come la bilirubina.
  2. Le Alfa-1-globuline. proteine diffuse nelle cellule dove svolgono una funzione di trasporto dei lipidi, dei grassi del sangue e degli ormoni.
  3. Le Alfa-2-globuline, che, come le Alfa-1-globuline, sono proteine diffu­se nelle cellule adibite al trasporto di alcune sostanze come i lipidi e gli ormoni.
  4. Le Beta-globuline, proteine con funzione di trasporto di sostanze pre­senti nel sangue. In particolare tra queste è presente la transferrina, che trasporta il ferro.
  5. Le Gamma-globuline, le più importanti proteine del sangue perché costituiscono gli anticorpi dell’organismo.

Perché si esegue l’elettroforesi delle proteine sieriche?
Il protidogramma è una analisi utile per valutare molte patologie: ad esempio indica la corretta funzionalità del fegato, la presenza di infiammazioni o infezioni nell’organismo e, addirittura, può orientare il medico verso la diagnosi di malattie più preoccupanti e che richiedono ulteriori approfondimenti come il “mieloma multiplo”, o “plasmacitoma”, un tumore maligno del sangue.

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Come si esegue e come ci si prepara all’esame?
L’elettroforesi del siero è una analisi di laboratorio che consiste in un sem­plice prelievo di sangue che deve essere eseguito a digiuno da dodici ore, in modo che il cibo non interferisca con il risultato. L’assunzione di farmaci non influenza l’esito dell’analisi, ma è consigliabile, in ogni caso, segnalare al medico eventuali terapie farmacologiche in corso, importanti per valutare lo stato di salute globale della persona.

Quali sono i valori normali delle proteine del siero?
Albumina      59,1-69,3%      3,70-5,30 g/dl
Globuline alfa 1      2,0-3,5 %      0,14-0,30 g/dl
Globuline alfa 2      6,1-11,2%      0,41-0,90 g/dl
Globuline Beta      6,3-12,1 %      0,56-1,00 g/dl
Globuline Gamma      9,8-20,0%      0,68-1,50 g/dl
Rapporto Albumine/Globuline      1,1-2,5 %

Protidogramma: come interpretare i risultati

1) Albumina: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 59.1 e 69.3 e la sua quantità si trova compresa tra i 3.70 e 5.30 grammi per decilitro di sangue.

  1. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, significa che le altre proteine, per differenza, si sono ridotte e,
    quindi, si ha una buona funzionalità del fegato. E’ un dato, comunque,
    che non ha una grande rilevanza clinica per il medico.
  2. Se la sua percentuale diminuisce, ma non la sua quantità, significa che le altre proteine, per differenza, sono aumentate e questo potrebbe orientare il medico verso alcuni approfondimenti relativamente a malattie infiammatorie o ad una malattia preoccupante come il mieloma.
  3. Se diminuiscono sia la sua percentuale sia la sua quantità, significa che il fegato non svolge in modo corretto la sua funzione di produzione delle proteine. Questa alterazione, in genere, indica una cirrosi epatica, malattia caratterizzata da una grave e irreversibile anomalia delle cellu­le del fegato con la conseguente perdita delle sue funzioni.

2) Alfa-1-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 2 e 3.5 e la sua quantità si trova compresa tra 0.14 e 0.30 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione indica un processo infiammatorio o una infezione in corso all’interno dell’organismo.

3) Alfa-2-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 6.1 e 11.2 e la sua quantità si trova compresa tra 0.41 e 0.90 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione, come per la Alfa-1-globuline, indica un processo infiammatorio o una infezione in corso all’interno dell’organismo.

4) Beta-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 6.30 e 12.1 e la sua quantità si trova compresa tra 0.56 e 1 grammo per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione può essere un segnale di anemia perché tra le beta-globuline è presente la transferrina, che aumenta quando il ferro nel­l’organismo è basso.

5) Gamma-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 9.8 e 20 e la sua quantità si trova compresa tra 0.68 e 1.5 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità indica una ridotta produzione di anticorpi, per lo più dovuta ad assenza di stimo­li (batteri) e non causata da malattie. Può, quindi, essere interpretato come un indice di buona salute.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione è un segnale di:
  • malattia policlonale, quando l’aumento comprende tutti i tipi di anticor­pi ed è tipico delle infiammazioni acute o croniche, per cui indica un proces­so infiammatorio o una infezione in corso;
  • oppure è un segnale di malattia monoclonale, se le cellule produttrici di anticorpi impazziscono e producono un solo tipo di anticorpo, sempre lo stesso, in grande quantità e in modo sconclusionato. Quando l’alterazione monoclonale è elevatissima, potrebbe indicare la presenza di una malattia preoccupante come il “plasmacitoma” o “mieloma multiplo”, tumore mali­gno del sangue caratterizzato da questa eccessiva produzione di anticorpi, oppure di una “gammapatia monoclonale benigna”, una malattia piuttosto diffusa nella popolazione che, in alcuni casi, è associata a malattie infettive o croniche e può scomparire naturalmente, in altri casi ha significato incerto ed è opportuno tenerla sotto controllo.

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Emocromo completo con formula leucocitaria: valori, interpretazione e significato

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EMOCROMO COMPLETO FORMULA LEUCOCITARIA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene VaginaL’emocromo, anche chiamato esame emocromocitometrico, è un esame del sangue che può fornire al medico indicazioni importanti relativamente agli elementi presenti nel sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Perché si esegue l’emocromo?
L’esame, consigliato dal medico di routine, permette di diagnosticare alcune malattie del sangue come l’anemia, la carenza di piastrine o altre forme più preoccupanti come la leucemia.

Come si svolge l’esame emocromocitometrico?
L’esame si svolge eseguendo un semplice prelievo di sangue venoso che viene analizzato dal personale del laboratorio cui ci si è rivolti.

Come ci si prepara all’esame?
Si tratta di una indagine che può essere eseguita sia a digiuno, sia dopo aver mangiato. Il cibo, infatti, a differenza di altre analisi di laboratorio come, ad esempio, quella dei trigliceridi, non influisce sull’esito dell’esame perché si analizza solo la parte chia­mata “corpuscolata” del sangue (globuli e piastrine) e non quella liquida (il plasma), su cui, invece, il cibo può influire.

Come leggere i risultati
Grazie alle strumentazioni automatiche a disposizione dei moderni labo­ratori, con un solo prelievo di sangue è oggi possibile “leggere” l’emocromo completo con formula,che è composto dai seguenti parametri:

  1. Numero dei globuli rossi (o eritrociti)
  2. Concentrazione dell’emoglobina
  3. Numero dei globuli bianchi (o leucociti) con formula leucocitaria
  4. Numero delle piastrine
  5. Valore dell’ematocrito.

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VALORI NORMALI

GLOBULI BIANCHI
ETÀ’   ….. 1000/mm
Meno di 5 anni …… 4,9-14.7
Oltre 5 anni …… 4,1-12.1

GLOBULI ROSSI
ETÀ’   …… milioni/mm
F meno 5 anni…… 4,00-5,92
F 6-15 anni…… 4,14-5,68
F oltre 16 anni…… 3,75-5,63
M …… 4,00-6,25

EMOGLOBINA
ETÀ…… g/dl
F meno 5 anni…… 14,9
F oltre 5 anni…… 11,8-16,9
M meno 5 anni …… 10,0-15,3
M 6-15 anni…… 11,7-16,6
M 16-65 anni…… 13,3-17,9
M oltre 65 anni …… 12,2-17,9

EMATOCRITO
ETÀ  ….. %
F meno 5 anni….. 30,6-43,0
F oltre 5 anni….. 28,9-48,2
M meno 5 anni ….. 29,7-44,9
M 6-15 anni ….. 33,9-48,5
M 16-65 anni….. 35,4-52,1
M oltre 65 anni ….. 26,7-51,4

CONCENTRAZIONE MEDIA EMOGLOBINA       g/dl   . . . .31,9-36,9

FORMULA LEUCOCITARIA     
ETÀ’         %
GRANULOCITI NEUTROFILI      meno 5 anni . . . .25,5-69,1
6-15 anni…………….. 33,0-69,0
16-65 anni…………….. 41,3-76,4
oltre 65 anni 40,0-7,3
GRANULOCITI EOSINOFILI      meno 15 anni . . .0-12,5
Oltre 15 anni   . . .0-7
GRANULOCITI BASOFILI            0-2,4
LINFOCITI      meno 5 anni      .21,9-66
6-15 anni   22,0-58,8
16-65 anni   18,4-49,3
oltre 65 anni 15,0-49,4
MONOCITI            2,0-9,0

Interpretare i risultati dell’ematocrito
Numero dei globuli rossi: i globuli rossi, o eritrociti, sono elementi del san­gue chiamati anche emazie per la loro colorazione rosso-arancione dovuta alla presenza di emoglobina (ricca di ferro).

  • Se il valore dei globuli rossi è più basso rispetto al valore normale e anche l’emoglobina è ridotta si può sospettare la presenza di anemia.
  • Se il valore dei globuli rossi è elevato rispetto alla norma può essere letto come segnale di eventuali complicanze relative al sangue, come per esempio il rischio di incorrere in trombosi.

Concentrazione di emoglobina: l’emoglobina è il pigmento posto all’interno dei globuli rossi che possiede il ferro.

  • Se l’emoglobina è bassa potrebbe significare che la persona è anemica.
  • Se l’emoglobina ha un valore elevato, evento molto raro, potrebbe esse­re legato ad una perdita di liquidi o ad una insufficienza respiratoria o a poliglobulia (cioè un eccessivo aumento di globuli rossi nel sangue).

Globuli bianchi o leucociti: si trata di cellule del sangue che possono essere di diverse tipologie (granulociti neutrofili – granulociti eosinofili – linfoci­ti – monociti). Con la formula leucocitaria vengono contati i globuli bianchi suddivisi per singola famiglia.
Le famiglie dei globuli bianchi sono:

  1. Granulociti neutrofili, che hanno il compito di difendere il nostro organi­
    smo dagli agenti infettivi, distruggendoli.
    Se il loro valore aumenta in modo discreto, significa che nell’organismo potrebbe essere in corso un’infezione dovuta a batteri. Se, invece, il loro valore aumenta in modo consistente potrebbe trattarsi di una malattia più preoccupante (la leucemia). Se, al contrario, il loro valore è modera­tamente basso non è allarmante e generalmente è associato alla crescita negli adolescenti o dovuto a iper-allenamento.
  2. Granulociti eosinofili, che difendono il nostro organismo da attacchi esterni di qualsiasi genere. Si nota un loro valore elevato solo in due casi, le allergie e le infestazioni dovute ai parassiti (per esempio, la tenia). Se, invece, il loro valore è più basso del normale non è significa­tivo nel senso che la persona sta bene.
  3. Granulociti basofili, la funzione di questi granulociti è espletata nella genesi delle reazioni allergiche e di tutti i fenomeni di ipersensibilità, con meccanismi molto simili a quelli dei mastociti, come del resto si evince dalla composizione dei granuli e dalla presenza del recettore per le IgE.Generalmente, i valori di Basofili si discostano dal normale a seguito delle infezioni, ma con una differenza fra infezioni croniche e acute. Di solito le infezioni acute causano basofili bassi perché porta a una distruzione dei globuli bianchi e dei basofili che sono impegnati nella risposta immunitaria: in pratica l’organismo viene colto alla sprovvista e mette in gioco tutte le difese senza riuscire a ripristinarle immediatamente. In caso di infezioni croniche, al contrario, abbiamo i basofili alti poiché l’organismo vive in un costante stato di allerta, con le difese tutte alte per combattere una situazione nota e non improvvisa.
  4. Linfociti, cellule protagoniste del nostro sistema immunitario, che agi­scono in difesa dell’organismo e si attivano nel momento in cui vi si introduce un agente esterno. Se il loro valore aumenta in modo discre­to, significa che l’organismo sta reagendo ad una infezione di tipo virale (per esempio, la mononucleosi). Se l’aumento è notevole, potrebbe trattarsi di una malattia più preoccupante come la leucemia. Se, invece, il loro valore è basso potrebbe trattarsi di una carenza di linfociti con­genita oppure di un segnale positivo che non si è in presenza di infe­zioni.
  5. Monociti o Macrofagi, cellule definite “gli spazzini” del sangue, cioè che ripuliscono il sangue da agenti esterni. Il loro valore si innalza in presenza di infe­zioni, perché aiutano gli altri globuli bianchi nella battaglia conto gli agenti infettivi. Se il loro valore è basso non significa essere in presenza di una malattia, ma, può essere legato ad un fattore congenito.

Piastrine: hanno il compito di fermare l’emorragia (la fuoriuscita di sangue) e supportare il processo di coagulazione del sangue. Se il loro valore aumenta, cosiddetta piastrinosi, significa che l’indivi­duo sta correndo il rischio di andare incontro ad una trombosi, per cui è consigliabile rendere maggiormente fluido il sangue con farmaci anti­coagulanti.
Se il valore diminuisce, cosiddetta piastrinopenia, potrebbe trattarsi di una malattia congenita o di origine tossica (da farmaci) e vi è il rischio di emorragie spontanee.
Ematocrito, rappresenta la porzione (espressa in percentuale) di sangue occupata dai globuli rossi, cioè corpuscolata, rispetto al sangue totale. Si trat­ta di un valore tecnico, utile al medico per valutare più accuratamente e glo­balmente l’esame emocromocitometrico. E’ un indice di conferma di anemia perchè mentre i globuli rossi possono avere un numero normale pur in pre­senza di tale malattia, l’ematocrito, in caso di anemia, è sempre ridotto. Se, al contrario, l’ematocrito dovesse risultare elevato, potrebbe trattarsi di poli-globulia, cioè di una presenza eccessiva di globuli rossi nel sangue, che deve essere meglio indagata.

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Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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