L’espressione “pet therapy” (in italiano anche denominata “terapia con animali” o “IAA” acronimo per “interventi assistiti con animali”) indica una forma di terapia alternativa che si non sostituisce, bensì affianca le terapie mediche ed i trattamenti socio-sanitari tradizionali. La pet therapy prevede la presenza, sul luogo dove risiede l’ammalato, di un animale domestico. Può essere impiegata su pazienti di qualsiasi età e affetti da diverse patologie con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dell’individuo e del proprio stato di salute, rivalutando, nel contempo, il rapporto uomo-animale.
Cenni storici
Nonostante il rapporto di simbiosi dell’essere umano con alcuni animali possa essere fatto risalire alla preistoria, il loro uso come terapia inizia nel 1792 in Inghilterra, presso il York Retreat Hospital, dove lo psicologo William Tuke fece interagire i pazienti psichiatrici con alcuni piccoli animali, di cui dovevano prendersi cura: ciò favorì un migliore autocontrollo del paziente e scambio affettivo. Nel 1875, in Francia, il medico Chessigne prescrive per la prima volta l’equitazione per persone affette da problemi neurologici. Nel 1919 negli Stati Uniti, al St. Elisabeth’s Hospital, vennero usati i cani per curare i malati di schizofrenia e depressione. Nel 1953 lo psicologo infantile Boris Levinson constatò che prendersi cura di un animale può aiutare a calmare l’ansia, trasmettere calore affettivo e aiutare a superare lo stress e la depressione. Questo evento è considerato molto importante nella storia della pet therapy ed è stato del tutto casuale. Potete leggere la sua storia in questo articolo: Levinson e la pet therapy: quella volta in cui il cane Jingles curò un bambino autistico
Che significa “pet therapy”?
L’espressione “pet therapy” viene dall’unione di due termini inglesi: pet, che significa animale domestico, e therapy, che significa terapia.
La pet therapy può sostituire le cure tradizionali?
No. La pet therapy non rappresenta una terapia curativa stand alone, cioè presa “da sola”, quindi non può in alcun modo sostituire le tradizionali terapie mediche, chirurgiche e psicologiche. Questo tipo di terapia va visto come un intervento sussidiario che aiuta, rinforza, arricchisce e coadiuva le cure tradizionali, con la possibilità di aumentare l’efficacia curante di quest’ultime. Anche il titolo di questo articolo è ovviamente una figura retorica.
Vantaggi della pet therapy
La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare il rapporto emotivo con il paziente, favorendo il canale di comunicazione paziente-animale-medico e stimolando una partecipazione attiva del soggetto stesso. La presenza dell’animale domestico può, in alcuni casi, migliorare le possibilità di cura e perfino di sopravvivenza del paziente, agendo psicologicamente come fattore positivo, di forte motivazione e spinta alla vita, agendo a diversi livelli:
- livello endocrinologico: il contatto fisico con un animale induca una riduzione, nel sangue, dei livelli degli ormoni responsabili della risposta allo stress (cortisolo) e causa inoltre un aumento delle quantità di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (endorfine e dopamina) e stimolando l’ossitocina, un neuropeptide secreto dall’ipotalamo;
- livello cognitivo: favorisce il superamento dell’egocentrismo, la voglia di prendersi cura degli altri, lo sviluppo dell’autostima e di un’immagine positiva di sé;
- livello socio-comportamentale: favorisce la riduzione dell’aggressività e dell’iperattività, il rilassamento corporeo e migliora l’adattamento dell’individuo nei contesti sociali in cui opera.
- livello psico-sociale: miglioramento delle abilità sociali e relazionali;
- livello psico-motorio: migliora il mantenimento della postura, le abilità motorie inclusa la motricità fine e stimola il rafforzamento del tono muscolare;
- livello emozionale: favorisce la riduzione dello stress e dell’ansia, un miglioramento generale dell’umore, una visione ottimistica della vita ed una riduzione dei pensieri suicidari.
In quali pazienti è utile?
La pet therapy è utile virtualmente in qualsiasi caso e malattia, tuttavia per la nostra esperienza si rivela particolarmente utile soprattutto in pazienti particolarmente vulnerabili come:
- bambini in diversi contesti (ospedali, scuole, centri estivi…);
- anziani in diversi contesti (ospedali, case di riposo, centri riabilitativi…);
- oncologici;
- malati terminali;
- persone con disabilità fisiche e/o mentali;
- persone con patologie invalidanti e demolitive (ad esempio con paralisi, con amputazioni o con deturpamento del viso);
- persone con patologie che possono condurre ad isolamento sociale e/o ad ideazione suicidaria;
- soggetti psichiatrici e neurologici (con disturbo dell’umore, depressione, epilessia disturbo dello spettro autistico, malattia di Alzheimer, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, dipendenze da sostanza, dipendenze comportamentali…);
- persone ristrette in carceri;
- persone che necessitano di riabilitazione cognitiva e terapia occupazionale;
- pazienti particolarmente legati al proprio animale domestico.
Figure professionali coinvolte
Nella pet therapy si possono prevedere le seguenti figure professionali coinvolte nella formazione di un vero e proprio team multidisciplinare:
- responsabile di progetto (un professionista del campo sanitario);
- medico veterinario (valuta i requisiti comportamentali e sanitari dell’animale, l’aspetto igienico sanitario e il benessere animale);
- coordinatore d’intervento (può essere: psicologo/psicoterapeuta, educatore, infermiere/assistente sanitario, laureato in scienze motorie, insegnante, psicomotricista);
- coadiutore dell’animale (promuove la relazione uomo animale e monitora lo stato di salute e il benessere dell’animale in collaborazione con il veterinario).
Curiosità
Film che pongono al centro della sceneggiatura il rapporto uomo-animale come parte della strategia curativa, sono:
- A spasso con Bob di Roger Spottiswoode (2016)
- Marshall: un cane per amico di Jay Kanzler (2015)
- L’uomo che sussurrava ai cavalli di Robert Redford (1998)
- Pet therapy – un cane per amico di George LaVoo (2009)
- Cacatoa: un pappagiallo europeo di Ottavio Rosati (2009)
- Qua la zampa (A dog Purpose) di Lasse Hallstrom (2017)
- Qua la zampa 2 (A dog’s Journey) di Gail Mancuso (2019)
Per approfondire, leggi:
- Pet therapy in Italia: gli IAA (interventi assistiti con animali)
- Pet therapy: quali animali vengono usati e quali requisiti devono avere?
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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