Con “strategie adattative” (anche dette “strategie comportamentali adattative” o “strategie di adattamento” o “strategie di adattamento allo stress” o “strategie di riesilienza” o “strategie di coping“, anche denominate semplicemente con il termine inglese “coping“, che significa “il fronteggiare, il gestire, il resistere”) in psicologia e psichiatria si identifica l’insieme dei meccanismi psicologici dinamici messi in atto da una persona sottoposta a problemi emotivi ed interpersonali, con lo scopo di di ridurre o annullare lo stress derivato da tali problemi o comunque per gestirlo e tollerarlo.
Lo “stress” è una reazione psicologica e organica che si manifesta in un individuo quando egli percepisce uno squilibrio tra le sollecitazioni ricevute dall’esterno o dall’interno (i “fattori di stress“, o “stressor“) e le risorse interne che sono a sua disposizione per gestirle. Le strategie adattative vengono messe in atto volontariamente da un individuo, dopo una attività di introspezione, proprio per ridurre la percezione di tale squilibrio ed affrontare la situazione che genera stress con più serenità. La persona può elaborare strategiea dattative da solo o con l’aiuto di un terapeuta.
Rappresentando un modo di reagire allo stress, le strategie adattative prendono anche il nome di “coping reattivo“.
Per attuare le strategie adattative, l’individuo deve prima prendere consapevolezza delle proprie vulnerabilità e limiti tramite una attività introspettiva, da solo o con l’aiuto di un terapeuta.
Se la strategia viene messa in atto in modo inconscio (non volontario), come avviene ad esempio con i meccanismi di difesa, tale strategia di adattamento viene esclusa dal gruppo delle strategie adattative.
Le strategie che apparentemente permettono di gestire lo stress, ma in realtà tendono ad aumentarlo sul lungo periodo, vengono al contrario definite “strategie disadattive” o “strategie di disadattamento” o “strategie di non-coping“.
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Tipi di strategie adattative
Le strategie adattative sono molto numerose ed esistono molti tipi di classificazione. Non esiste una strategia intrinsecamente migliore di un altra: esiste la strategia migliore per la persona e per il problema specifico che deve gestire in uno specifico momento. Solitamente le persone tendono ad utilizzare non una sola strategia, bensì numerose strategie adattative, cambiandole di volta in volta: più strategie adattative possono agire in siergia per affrontare meglio il problema. Le strategie adattative possono essere classificate in base al tipo di strategia ed in base al fatto che essa sia focalizzata sul problema o sull’emozione, sull’interessamento o sul distacco, sulla cognizione o sul comportamento o altri fattori. Una possibile classificazione è quella elaborata dallo psicologo statunitense Wayne Weiten (1970) che identifica quattro distinti gruppi di strategie adattative:
- strategie incentrate sulla valutazione (strategie adattivo-cognitive): orientate alla sfida di ipotesi personali;
- strategie incentrate sul problema (strategie adattivo-comportamentali): orientate alla riduzione o alla eliminazione degli agenti stressanti;
- stretegie incentrate sull’emozione: orientate al cambiamento delle reazioni emotive personali;
- strategie incentrate sul lavoro: orientate ad una occupazione duratura, in grado di fornire feedback positivi.
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Strategie adattative incentrate sulla valutazione (strategie adattivo-cognitive)
Le strategie adattative incentrate sulla valutazione sono messe in atto quando la persona modifica il suo modo di pensare, come ad esempio con l’uso della negazione o l’allontanamento del problema. Ci sono persone che alterano il modo in cui pensa ad un problema, modificando i propri obiettivi e valori, ad esempio vedendo dell’umorismo in situazioni spiacevoli. Alcuni autori hanno suggerito che l’umorismo possa giocare un ruolo maggiore come moderatore di stress tra le donne rispetto agli uomini.
Strategie adattative incentrate sul problema (strategie adattivo-comportamentali)
Gli individui che adoperano strategie adattative incentrate sul problema, cercano di gestire in modo diretto la causa dei propri problemi, solitamente cominciando con il reperire informazioni sul problema in sé ed imparando nuove abilità volte alla sua risoluzione. Il coping incentrato sul problema punta a cambiare o eliminare la sorgente di stress. Le principali strategie adattative incentrate sul problema, sono:
- assunzione del controllo;
- ricerca delle informazioni;
- valutazione dei pro e dei contro.
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Strategie adattative incentrate sull’emozione
Le strategie adattative incentrate sull’emozione sono caratterizzate dal rilascio delle emozioni accumulate, distrazione, gestione dei sentimenti ostili, meditazione. Il coping incentrato sull’emozione è orientato alla gestione delle emozioni che accompagnano la percezione dello stress minimizzando, riducendo o prevenendo le componenti emotive di un fattore stressante. Tale strategia può essere applicata in vari modi, tra cui:
- rinuncia;
- evasione;
- accettazione delle responsabilità o colpe;
- utilizzo dell’autocontrollo;
- valutazione positiva;
- ricerca di supporto sociale;
- prendere le distanze.
Il principale obiettivo di questo meccanismo di coping è quello di cambiare il significato del fattore stressante o di trasferirne l’attenzione altrove. Per esempio, tramite la valutazione positiva si cerca di trovare dei significati utili o positivi; con l’evitamento, si evita il disagio emotivo distraendosi dai sentimenti negativi. Il coping focalizzato sull’emozione è più adatto a quei fattori di stress che sembrano incontrollabili (ad esempio la diagnosi di una malattia terminale o il lutto di una persona cara). Sebbene alcuni meccanismi di coping basati sull’emozione, come prendere le distanze e l’evitamento, siano efficaci nell’alleviare lo stress per un periodo di tempo limitato, possono risultare dannosi se utilizzati per un tempo protratto. Meccanismi che ricercano emozioni positive, quali ad esempio la ricerca di supporto sociale e la ricerca di significati positivi, sono invece più propensi ad ottenere esiti positivi.
Strategie adattative incentrate sul lavoro
Le strategie di adattamento incentrate sul lavoro mirano ad un lavoro che sia soddisfacente e che occupi i pensieri del paziente. Il principale obiettivo di questo meccanismo di coping è quello di spostare l’attenzione dal fattore stressante alle attività lavorative ed alle soddisfazioni e gratificazioni personali e pubbliche che il paziente può ottenere dal suo lavoro.
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Strategie disadattative
Se da un lato i metodi di coping adattativi migliorano il funzionamento dell’individuo, al contrario le strategie che tendono ad aumentare lo stress vengono definite “strategie disadattive” o “strategie di disadattamento” o “strategie di non-coping” o “coping disadattativo“. Apparentemente le strategie disadattative permettono di gestire lo stress e ridurre il diagio da esso causato, tuttavia non risolvono il problema a monte ed anzi, indirettamente lo peggiorano sul lungo periodo. Esempi di strategie disadattive includono dissociazione, sensibilizzazione, ricerca della sicurezza, evitamento ansioso, fuga, automedicazione. Le dipendenze da sostanza o quelle comportamentali sono un esempio di strategia disadattativa, dove la sostanza o il comportamento da cui si dipende, rappresentano apparentemente un buon sistema per gestire lo stress, ma in realtà sul lungo periodo aggiungono ulteriore stress.
Consigli per affrontare lo stress
Alcuni consigli che possono aiutarvi a trovare la vostra personale strategia di coping, sono:
- usare il “coping proattivo“: tramite l’anticipazione cerchiamo di ridurre lo stress di un dato compito, immaginando preventivamente quel che potrebbe accadere e preparandoci per come saremo in grado di poterlo gestire al meglio;
- usare il “coping incentrato sull’insegnamento“: un evento stressante puà essere visto come un’occasione per imparare nuove cose e migliorarci;
- usare il “coping sociale“: impariamo a gestire lo stress grazie alla ricerca di supporto da parte di altre persone;
- usare il “coping incentrato sul significato“: cerchiamo di concentrarci sul trarre del significato dall’esperienza stressante;
- usare il “coping del bivio di vita“: cerchiamo di vedere l’evento stressante come qualcosa che ci porta su un ramo del diagramma di flusso della nostra vita, completamente diverso e migliore rispetto a quello che avremmo percorso se non avessimo subito l’evento stressante. L’evento negativo diventa quindi qualcosa che, sul lungo periodo, porta benefici alla nostra vita;
- usare l’umorismo come strategia di coping costruttivo: l’umorismo può avere particolare beneficio alla salute, sia emotiva che mentale. Con una visione umoristica della vita, le esperienze stressanti possono essere viste come ridotte al minimo;
- usare il “coping incentrato sulla salute“: le strategie più sane sono quelle che possono aiutare una persona a far fronte ad un problema e non hanno conseguenze negative. I gruppi di supporto spesso effettuano attività di auto-assorbimento (ad esempio respirazione profonda, auto-difesa, dialogo interiore positivo o mindfulness), attività rilassanti o distraenti, sostegno sociale, e la ricerca di sostegno da parte degli operatori sanitari se le strategie personali non sono efficaci;
- usare il “coping degli obiettivi“: cerchiamo di guardarci dentro e vedere i nostri limiti per eventualmente ridimensionare gli obiettivi della nostra vita, perché forse i nostri obiettivi iniziali erano oggettivamente troppo complessi da raggiungere.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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