Differenza tra tartaruga, testuggine, tartaruga d’acqua e marina

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo QUALCUNO HA VISTO MIA FIGLIA Tartaruga Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoIl termine “tartaruga” indica un ampio gruppo di rettili onnivori appartenenti all’ordine Testudines. A protezione del corpo presentano una caratteristica corazza ossea formata da uno scudo dorsale (carapace), al quale sono fuse le Continua a leggere

Come essere abbronzati tutto l’anno, anche in inverno

MEDICINA ONLINE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE LUCE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA INTEGRATORE ESTATE VACANZE OCCHIALI CAPPELLO TESTA OCCHII fanatici dell’abbronzatura, quando d’inverno si ritrovano con un colorito che più bianco non si può, sono tristi. Eppure ci sono molti modi per essere il più possibile “colorati” anche nei mesi più freddi, a partire dai solarium. Ecco alcuni sistemi che vi consiglio.

Mantenere il più possibile l’abbronzatura estiva

Ci avete messo così tanto impegno per costruirla l’estate scorsa, perché non cercare di mantenerla più a lungo possibile? Per cominciare, una volta rientrati dalle ferie, evitate di farvi bagni caldi che favoriscono il distacco delle cellule superficiali: preferite invece delle docce tiepide, amiche dell’abbronzatura, e dopo ogni doccia massaggiate la pelle con una crema idratante di alta qualità. La migliore crema idratante doposole in commercio è questa: http://amzn.to/2EFmSO8

Leggi anche: Proteggere la pelle di viso, mani e corpo dal freddo: rimedi e consigli

Limitate al massimo l’applicazione di prodotti per il peeling o esfolianti quali scrub o maschere facciali: l’azione meccanica dello scrub sollecita lo strato superficiale della pelle con l’immediata esportazione del colorito brunastro tanto amato. Per lo stesso motivo, quando vi asciugate dopo una doccia, tamponate la pelle delicatamente anziché strofinarla con forza. Per lo scrub, optate per un prodotto delicato, come questo: http://amzn.to/2B0cqP0
Come gel detergente, potete usare questo: http://amzn.to/2Dda7y0
Come bagnodoccia delicato, questa è un’ottima scelta: http://amzn.to/2DtzvMT
Come idratanti potete usare questo per il corpo: http://amzn.to/2B05scF e questo per il viso: http://amzn.to/2mvVkmI

Leggi anche: Ogni quanto fare l’esfoliazione di viso e corpo con lo scrub?

A rientro dalle vacanze per la vostra depilazione, cercate di evitare creme depilatorie, cerette o strisce pre-cerate: rischierete di perdere in fretta parte dell’abbronzatura. Per rimuovere i peli usate invece un rasoio o – ancora meglio – un depilatore elettrico, come questo: http://amzn.to/2DbNdXG

E ricordate, la prossima estate, di prendere il sole in modo graduale: in questa maniera l’abbronzatura vi durerà ancora di più l’inverno prossimo!

Leggi anche: Posso usare la crema solare rimasta dall’estate scorsa?

Cibi ed integrazione

La cosa migliore che potete fare per far durare più a lungo possibile l’abbronzatura dell’estate precedente è quella di mangiare cibi che contengono beta carotene e vitamine A ed E: assumere frutta ed ortaggi di colore rosso ed arancione come carote e pomodori, aiuta moltissimo. In alternativa esistono integratori alimentari adatti allo scopo, completi di vitamine e sali minerali. Per approfondire, leggi anche:

Alcuni integratori utili per l’abbronzatura e consigliati dal nostro Staff, sono i seguenti:

Al parco a correre

Si può unire l’utile al dilettevole andando al parco più vicino a correre nelle ore in cui il sole è più intenso (sempre se non piove!): fatelo una o due volte a settimana e manterrete un buon colorito! Se non ve la sentite di correre, basta anche una semplice passeggiata. Al di là del colorito state all’aperto almeno qualche ora anche col freddo, è un toccasana per la salute, dal momento che il sole fa bene all’umore e favorisce la sintesi della vitamina D, preziosa per la salute.

Seduto sulla panchina vicino al laghetto

Se non avete voglia di correre ma avete comunque la possibilità di andare al parco, trovate una panchina soleggiata e sedetevi lì proprio verso mezzogiorno. Meglio ancora se la panchina è vicina ad un laghetto o ad una qualche forma di acqua: il sole si riflette proprio nell’acqua indirizzando più raggi verso di te. Fai attenzione però, perché in questo modo rischi di scottarti più velocemente, quindi presta attenzione alla quantità di tempo in cui ti esponi al sole.

Olio solare

Usare un filo di olio solare quando ti esponi al sole al parco, o sul balcone di casa, può proteggere la tua pelle ed al contempo favorire l’abbronzatura. Un ottimo prodotto che vi consigliamo è questo olio secco intensificatore solare: http://amzn.to/2mua5GI

Crema per amplificare l’abbronzatura

Esistono specifiche creme per amplificare l’abbronzatura anche quando c’è poco sole, la migliore secondo il nostro Staff di esperti è questa: http://amzn.to/2AYYZPp da abbinare a questa crema corpo attivatore dell’abbronzatura: http://amzn.to/2D8OChC.

Viaggio in terre esotiche

Un suggerimento perfetto per avere una vera abbronzatura in inverno, se ne abbiamo la possibilità, è quello di trascorrere almeno una o due settimane in un’isola tropicale o comunque in un posto dove il sole è intenso, cioè vicino l’equatore. Non dimentichiamoci che nell’emisfero opposto al nostro, cioè quello Australe, la nostra estate si verifica in Inverno! Un ottima idea è quella di acquistare online dei biglietti last minute che possono farvi risparmiare molti soldi. Nulla è meglio dell’abbronzarci sulle spiagge dalla sabbia bianca e finissima, contornate da un mare turchese, lucente e cristallino. Una volta, ebbi la fortuna di soggiornare in Africa mentre in Italia c’era un metro di neve, e in quel caso, mi dissi che quello era il miglior modo possibile di rincorrere l’estate a dicembre. Fate solo attenzione alla protezione dal momento che la vostra pelle d’inverno è molto delicata e la vostra frenesia nell’abbronzarvi in fretta (la vacanza dura solo pochi giorni!) potrebbe portarvi ad esposizioni esagerate a latitudini… ustionanti. Usate sempre una protezione alta, adeguata al vostro fototipo e di elevata qualità, come ad esempio queste:

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Viaggio in montagna

Una settimana bianca è l’ideale per abbronzarsi, esponendo il nostro viso al sole nelle ore più calde della giornata, usando anche vari specchi solari. State solo attenti ad usare sempre la protezione solare adeguata: anche se fa freddo e non sembra, il sole è in realtà molto intenso in montagna, molto più che a livello del mare! Il freddo poi può ingannarci e farci stare al sole per un tempo eccessivamente lungo! Per approfondire, leggi anche: Prendere il sole: perché in montagna ci si abbronza di più?

Balcone o terrazzo di casa

Se il tempo è bello e non ci sono nuvole, basta sedersi mezz’ora al giorno su un balcone soleggiato, intorno a mezzogiorno, per acquistare in poco tempo una abbronzatura di tutto rispetto, meglio ancora se abitiamo nelle zone più a sud d’Italia, dove il sole è più intenso. Anche il terrazzo del vostro condominio è una ottima opzione: portatevi una sedia ed il gioco è fatto! Non sottovalutare il sole neanche di inverno! Ricorda che la pelle deve riabituarsi all’esposizione al sole: inizia con soli cinque minuti e poi gradatamente aumenta. A tal proposito: E’ normale arrossarsi e spellarsi dopo aver preso il primo sole?

Finestra di casa

Nelle giornate di sole, verso mezzoggiorno, portate una sedia nel bel mezzo della stanza più soleggiata della vostra casa ed aprite la finestra volgendo la faccia verso i raggi di sole: dopo 20 minuti avrete il viso rosso! Per approfondire, leggi anche: Ci si abbronza attraverso i vetri?

Solarium

E’ una delle soluzioni più praticate. Fate solo attenzione che gli strumenti usati siano di buona qualità e, prima di andarci, fatevi controllare da un dermatologo, specie se avete molti nei. A tal proposito, leggi anche: Mappatura dei nei e dermatoscopia in epiluminescenza per la diagnosi di melanoma ed anche: Nei sospetti: riconoscere quelli normali ed i tumori

Makeup per un effetto “abbronzato”

Se manca il tempo per stare all’aria aperta per abbronzarsi almeno il viso, semplicemente mescolate una buona crema idratante con una terra abbronzante sfumata alla perfezione vicino al collo e all’attaccatura dei capelli, dopodiché valorizzate gli zigomi con un blush perlato steso e sfumato verso l’alto. Un ottimo make up per effetto abbronzato, ad esempio, è questo: http://amzn.to/2mw5xjf

Cosmetici auto-abbronzanti

Esistono un’infinità di prodotti, spray o in lozione, che si applicano sulla pelle in modo omogeneo (per evitare l’effetto macchia) e regalano una pelle abbronzata in un pomeriggio, basta scegliere un prodotto adatto alla tonalità della tua pelle e che sia di qualità. Se hai una pelle tendenzialmente secca, sarebbe più adatta una lozione, in quanto assicura maggiore idratazione. Un ottima crema auto-abbronzante è questa della Clarins: http://amzn.to/2D9dB4G

Abbronzatura a casa

Questo è il mio metodo preferito. Esistono vari strumenti casalinghi che permettono di essere abbronzati tutto l’anno, stando comodamente a casa propria. Costano un po’ di più, ma se siete fissati con l’abbronzatura è sicuramente un ottimo investimento. Lo strumento che uso io durante l’inverno, una volta a settimana, è questa potente lampada abbronzante per viso e busto da ben 400 watt: http://amzn.to/2DbDkbP

Rimanendo sotto la soglia dei 200 euro, un altro ottimo prodotto consigliato dal nostro Staff è questo: http://amzn.to/2DaBVDf

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Il costume che riproduce un petto peloso maschile

MEDICINA ONLINE BELOVED SHIRTS COSTUME BIKINI PETTO PELOSO MASCHILE.jpgCredevate di aver visto davvero tutto in fatto di bikini “imbarazzanti”? Probabilmente vi sbagliavate. Negli ultimi giorni Beloved Shirts, un brand che offre capi d’abbigliamento dalle stampe davvero originali, ha proposto un costume da bagno sopra le righe. E’ un classico modello intero per donne ma non è decorato con le classiche paillettes, borchie o brillantini, ha sulla parte frontale il disegno di un corpo maschile peloso e con qualche chiletto di troppo.

L’esilarante prodotto costa circa 44 dollari, è disponibile dalla XS alla XXL e in diverse tonalità, così da poter essere indossato anche da quelle con una pelle più scura, e sta facendo il giro del web nelle ultime ore. Il marchio lo ha sponsorizzato affermando: “Farete dire ai ragazzi in piscina: ‘Che diavolo’ “, facendo riferimento al fatto che nessuno immaginerebbe mai una donna con il petto e la pancia ricoperta di peli come un uomo. Che lo si usi per evitare gli sguardi indiscreti o che semplicemente lo si voglia indossare per essere sopra le righe, ma è chiaro che questo costume non potrebbe mai passare inosservato.

Molti utenti del web si sono chiesti se esiste davvero o se è solo uno scherzo creato con Photoshop ma basta andare sul sito ufficiale di Beloved Shirts per capire che può essere acquistato sul serio. Esistono inoltre decine di altri modelli strambi e divertenti, come quello che riproduce degli addominali scolpiti o gli abiti della sirenetta. Insomma, tutti coloro che vorranno distinguersi dalla massa in spiaggia la prossima estate farebbero bene ad acquistarne almeno un modello.

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Differenze tra nuotare al mare ed in piscina

MEDICINA ONLINE ABBRONZATURA CLORO CHIMICA SOLE MARE MONTAGNA MELANINA PELLE CUTE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE NUVOLE ALTITUDINE UVA UVB INFRAROSSINel periodo estivo possiamo dedicarci ad attività sportive che fanno davvero molto molto bene alla salute. Oggi parliamo del nuotare, una attività che aiuta tutto il corpo a restare in forma, fornendo anche una buona dose di divertimento.

Differenze tra mare e piscina

  • In mare c’è senza dubbio una maggior facilità di galleggiamento, dovuta alla presenza del sale in acqua che la rende più leggera di quella della piscina.
  • In mare mancano i punti di riferimento: in piscina si sa esattamente la lunghezza di una vasca e ragionevolmente il numero di bracciate che servono per completarla. In questo modo ci si può concentrare esclusivamente sull’atto del nuotare e sulla tecnica. In mare o nelle acque di un lago i punti di riferimento eventuali sono solo ambientali e costringono a guardare fuori dall’acqua per avere idea di dove ci si trova.
  • L’acqua marina è generalmente più fredda di quella di una piscina (normalmente tra i 26 e i 29°C). Questa è senza dubbio una difficoltà in più per i muscoli, che devono essere ben riscaldati prima di buttarsi in acqua e che potrebbero soffrire di un minor afflusso di sangue, facendo percepire una fatica maggiore.
  • Le acque libere sono anche sempre più mosse rispetto a quelle di una piscina (anche di quelle di una piscina affollata). Questo impedisce di mantenere un ritmo regolare sia nelle bracciate che nella respirazione, costringendo ad adattarsi spesso al movimento delle onde. Se questo può stravolgere un po’ le abitudini, è anche vero che dal punto di vista dell’adattamento motorio è un grande stimolo allenante.
  • L’acqua di mare è anche estremamente abrasiva: per questo i nuotatori in acque libere sono usi a spalmarsi di vaselina, in particolare nelle zone di forte sfregamento come sotto le ascelle o dietro al collo.

Leggi anche: E’ più difficile e pesante nuotare a mare o in piscina?

Le insidie della piscina

La piscina può celare numerose insidie, ed è per questo che già negli anni scorsi l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato delle accuratissime linee-guida internazionali con l’obiettivo di proteggere le persone dai rischi associati alla frequentazione delle piscine. Gli esperti lanciano l’allarme virus, batteri, parassiti, funghi che possono letteralmente proliferare in piscina. Cosa fare allora per evitare di avere spiacevoli sorprese? Basta seguire alcuni semplici accorgimenti prima di immergersi.
Innanzitutto, poiché la principale fonte di inquinamento microbiologico della piscina sono i suoi frequentatori, ovvero noi, dobbiamo sempre stare attenti a mantenere una buona igiene personale, facendo la doccia prima di ogni bagno.
Bisogna poi cercare di evitare di ingerire acqua, anche perché tra le infezioni enteriche contraibili in piscina la diarrea è la più diffusa. Ci sono poi i virus associati a congiuntiviti e faringiti. Anche i disinfettanti possono provocare problemi, per esempio di tipo allergico, qualche volta anche importanti. Si deve poi utilizzare sempre la cuffia.

Le insidie del mare

Se invece preferite nuotare al mare, dovete stare attenti ad altri tipi di rischi. Ad esempio, poiché l’acqua marina è solitamente molto più fredda di quella della piscina, bisogna sempre stare molto attenti a non immergersi se si è stati a lungo esposti al sole o se si ha appena terminato di fare attività fisica come footing, beach volley, spinning ecc. Bisogna invece entrare in acqua gradualmente ed evitare di nuotare da soli e lontani dalla riva, soprattutto in condizioni di tempo avverso.
Attenzione infine ai pericoli che il mare può celare, come le meduse. Il consiglio è quello di portare sempre dei prodotti antiscottature, onde evitare di farsi prendere dal panico in caso di eventuale bruciatura.

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Si può vivere senza respirare aria? Quanto può durare una apnea?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA APNEA STATICA DINAMICA PROFONDA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari A PeneMentre mediamente si può resistere vari giorni senza mangiare e senza bere, lo stesso non si può dire del respirare. L’essere umano ha bisogno di un flusso costante di aria, ed in particolare di ossigeno, per far funzionare ciclo di Krebs, respirazione cellulare aerobica e – in definitiva – per restare vivo.

Il soggetto medio può rimanere in apnea, per poche decine di secondi al massimo; con apnea si intende una momentanea e sospensione del respiro. Riferendoci all’apnea volontaria, un tempo medio che tutti gli adulti possono raggiungere è di 45-60 secondi. Questo range di valori è però estremamente variabile, in base ad alcuni fattori, come ad esempio:

  • età;
  • stato di salute generale;
  • soggetto allenato;
  • soggetto abituato alle alte altitudini;
  • fumo di sigaretta;
  • patologie respiratorie.

Ad ogni modo, dopo circa un minuto di apnea volontaria, quasi tutti i soggetti adulti non allenati sono costretti – dall’istinto di sopravvivenza – a riprendere fiato al più presto. Dopo questo periodo, a causa della progressiva diminuzione della pressione parziale dell’ossigeno e del contemporaneo aumento della pressione parziale dell’anidride carbonica nel sangue, il centro respiratorio invia infatti impulsi al diaframma, che la maggior parte delle persone percepisce come “vibrazioni”.
Le persone sportive e specie quelle allenate ad apnee prolungate, fisicamente e mentalmente, possono ovviamente allungare notevolmente il loro tempo di apnea, grazie a specifiche tecniche di rilassamento che rallentano il battito cardiaco e permettono al corpo di usare al massimo l’aria inspirata prima dell’inizio dell’apnea grazie anche all’emocompensazione (lo spostamento del sangue dalle zone periferiche del nostro corpo – mani, braccia, piedi, gambe – verso il tronco).

Gianluca Genoni, uno dei primatisti mondiali di apnea, è stato in grado di rimanere in apnea statica (senza muoversi) per 7 minuti e 30 secondi.
Umberto Pelizzari, un altro possessore di vari record del campo, ha raggiunto i 150 m di profondità in apnea in assetto variabile, che prevede uno sforzo muscolare, con una immersione di 2 minuti e 57 secondi.

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Prendere il sole ed abbronzarsi fa bene o fa male alla pelle ed alla salute?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLEQuando ci si avvicina all’estate su giornali, televisioni e radio si leggono e sentono i soliti falsi miti sull’abbronzatura, specie sui fantastici vantaggi che l’esposizione alla radiazione solare porta alla nostra salute. Ma è davvero tutto… sole quello che luccica? La realtà, senza tanti complimenti, è una soltanto: il sole fa male alla pelle. Prendere il sole determina certamente alcuni vantaggi alla salute ma la verità è che i benefici dell’esposizione ai raggi solari sono decisamente inferiori al rischio di sviluppare tumori e alla certezza di fare invecchiare precocemente la pelle. La parola d’ordine è sempre la stessa: moderazione: prendere il sole usando protezione solare elevata, diminuendo i tempi di esposizione specie le prime volte ed evitando le ore più calde.
Cerchiamo di fare chiarezza, rispondendo oggi alle domande più frequenti sui pericoli del sole. E svelando alcune curiosità e consigli sulla tintarella.

CHE COSA SUCCEDE QUANDO CI ABBRONZIAMO?
L’abbronzatura è a tutti gli effetti il modo con cui il nostro corpo si difende dal sole. Tutto merito della melanina, un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv).
Resistente ed elastica, la pelle costituisce nel complesso uno degli organi più voluminosi del nostro organismo, rappresentando circa il 16% del totale peso corporeo. Di vario spessore (massimo nella pianta del piede – 4-5 millimetri – e minimo – circa 0,5 millimetri – nelle palpebre e nel prepuzio), la cute è composta da cellule di diversa natura.
Il 5% dei raggi viene riflesso, ma il resto penetra nei tessuti e la luce inizia a riflettersi sulle cellule. Parte dell’energia viene assorbita da queste ultime, quella che rimane passa agli strati sottostanti dell’epidermide. Ed è qui che incontra i melanociti, cellule particolari che producono la melanina.

Due tipi di melanina
La melanina è molto importante per l’equilibrio della pelle: non soltanto le dà il colore, ma è in grado di assorbire i raggi Uv e quindi di scaricarne l’energia.
Esistono in realtà due tipi di melanina: quella “scura” (eumelanina) che caratterizza le persone brune, e quella rossa (feomelanina) presente in chi ha i capelli di quel colore. E i biondi? Le possiedono tutte e due.
Più la melanina è scura, più è in grado di svolgere il suo compito: l’abbronzatura è proprio il risultato di questa operazione di difesa. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento nel giro di 2 o 3 giorni e la pelle si scurisce. L’effetto abbronzatura è subito visibile perché nell’epidermide c’è sempre una piccola scorta di melanina pronta ad intervenire subito.

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IL SOLE È DANNOSO PER LA SALUTE?
Per molti anni si è pensato che l’esposizione alla luce solare fosse la principale causa del cancro della pelle; oggi la visione dei rapporti tra raggi ultravioletti e tumori è più complessa: da un lato studi recenti hanno confermato che l’esposizione aumenta il rischio di sviluppare tumori della pelle e sottolineato l’importanza di adottare sempre, soprattutto nei bambini, misure preventive; dall’altro, nuovi dati hanno dimostrato che la luce solare, permettendo all’organismo di disporre di adeguati livelli di vitamina D, riduce il rischio di sviluppare tumori di altri organi.

Sole e tumori
L’eccessiva esposizione ai raggi UV rimane comunque uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori meno aggressivi, quelli che originano dal rivestimento cutaneo (carcinomi baso e spinocellulari). Per il melanoma, potenzialmente più aggressivo, i fattori di rischio sono conosciuti solo in parte. Alcuni sono legati strettamente alla persona, ovvero la predisposizione familiare e la presenza di nei e lentiggini – soprattutto se numerosi e di grosse dimensioni, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile – e il fototipo (occhi, capelli e pelle chiara).

La fabbrica del colore
I melanociti si trovano in tutto il corpo ma la loro densità cambia da regione e regione. Nel viso se ne trovano quasi 300 mila per mm2, ma nell’interno avambraccio sono poco più di 100 mila. L’intensità dell’abbronzatura non dipende però dal numero di melanociti, ma dalla quantità e dal tipo di melanina prodotta. Per queste persone l’esposizione al sole – senza adeguate protezioni – è estremamente pericolosa, anche se il sole rappresenta solo il fattore scatenante, soprattutto quando le scottature sono avvenute in età infantile.

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ATTENTI ALLA VISTA
Ma il sole può essere nocivo anche per gli occhi; gli effetti più frequenti sono la fotocheratite e la fotocongiuntivite, che possiamo paragonare a una vera e propria scottatura degli occhi. E sono molto dolorose, ma si curano e generalmente non hanno conseguenze a lungo termine. I problemi dell’esposizione al sole possono però essere anche più gravi e comprendono anche la cataratta.
Altri effetti nocivi dell’esposizione solare sono l’invecchiamento precoce della pelle, con perdita progressiva dell’elasticità e dell’idratazione. Diversi studi sembrano inoltre suggerire che l’esposizione prolungata ai raggi Uv possa aumentare il rischio di infezioni virali, batteriche e fungine.

INDIGESTIONE SOLARE
Occorre dunque evitare assolutamente l’esposizione al sole? Non c’è bisogno. Facciamo un paragone con l’alimentazione: mangiare è necessario per sopravvivere, ma se tutti i giorni si fa indigestione compaiono danni anche irreparabili. Lo stesso avviene con l’esposizione al sole.
In spiaggia ricorrere sempre alla protezione delle creme solari che evitano le scottature e che vanno spalmate (questo è il sistema corretto) alcuni minuti prima di esporsi al sole, anche nei posti più impensati: per esempio la pianta del piede, come nel caso di queste due bagnanti.

PERCHÉ IL SOLE FA MALE ALLE PELLE?
Nonostante l’effetto protettivo dell’abbronzatura, i raggi Uv riescono a penetrare e raggiungere il derma. E qui cominciano i guai e gli effetti negativi.
In primo luogo possono danneggiare il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.

PERDITA DI ELASTICITÀ
In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene, le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle. Rughe, pieghe d’espressione più visibili, solchi sono causate anche dalla mancanza di collagene indotta dal sole. In altre parole, troppo sole fa invecchiare.
Le radiazioni ultraviolette modificano il patrimonio genetico della cellula perché alterano le basi azotate che costituiscono il DNA, formando legami anomali. Queste alterazioni, se non vengono riparate, possono impedire la normale replicazione del DNA e portare alla comparsa di mutazioni che, a loro volta, possono causare tumori. La cellula è normalmente dotata di meccanismi di riparazione, uno dei quali prevede l’eliminazione di legami anomali tra le basi di DNA e la sostituzione del tratto di DNA danneggiato con uno di nuova sintesi. In una rara malattia ereditaria, lo xeroderma pigmentoso, per esempio, i meccanismi di riparazione del DNA sono alterati e chi ne è affetto è molto sensibile ai danni provocati dalla luce solare e ha un elevato rischio di sviluppare tumori della cute. Si ipotizza che, anche nel caso del melanoma non ereditario debbano esistere, nell’individuo, una o più alterazioni genetiche che compromettono questo meccanismo e favoriscono la comparsa del tumore.

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4. QUANTI TIPI DI TUMORI ALLA PELLE ESISTONO?
Esistono tre principali tipi di tumore della pelle: i carconomi basocellulari, quelli spinocellulari e i melanomi.
Dalle cellule epiteliali hanno origine i carcinomi basocellulari e quelli spinocellulari, mentre dai melanociti si sviluppano i melanomi.
La prognosi dei due tipi di tumore è molto diversa: i primi crescono infatti molto lentamente, e di rado danno luogo a metastasi: molto raramente sono mortali.
Il melanoma, invece, è la forma più grave dei tumori della pelle, ed è particolarmente pericoloso perché rispetto ad altri tumori cutanei può dar luogo con maggiore frequenza a metastasi.

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5. QUANTO SONO DIFFUSI I TUMORI ALLA PELLE?
Purtroppo l’incidenza dei tumori cutanei è rapidamente aumentata in diversi Paesi, in particolar modo in Australia, Europa e Nord America. Tra le cause, vi è l’assottigliamento dell’ozonosfera e quindi una riduzione della sua attività di filtro dei raggi ultravioletti emessi dal sole. Inoltre, una pelle abbronzata, che in passato era un segno dell’appartenenza alle classi contadine che svolgevano lavori all’aperto, oggi nei Paesi industrializzati è diventata sinonimo di relax, inteso come tempo libero trascorso all’aria aperta. Stiamo più al sole. Anzi, troppo.

NUMERI IN CRESCITA.
Ogni anno nel mondo si registrano 2-3 milioni di casi di tumore cutaneo diverso da melanoma e 130 mila casi di melanoma maligno. In Italia negli ultimi 10 anni il carcinoma basocellulare è cresciuto del 10% e ogni anno si registrano circa 95 nuovi casi ogni 100mila abitanti.
Anche l’incidenza del melanoma, il più temuto, continua ad aumentare (aumento del 4% ogni anno, è al dodicesimo posto fra tutte le forme di cancro) ed è raddoppiata nel corso dell’ultimo decennio. Fino a qualche anno da era considerato un tumore raro. Oggi nel nostro Paese si manifestano 6-9 casi di melanoma ogni 100mila abitanti.

6. COME SI SVILUPPANO I TUMORI ALLA PELLE?
Il carcinoma spinocellulare nasce dalle cellule più superficiali dell’epidermide ed è la forma di tumore cutaneo più chiaramente associato all’esposizione cronica e cumulativa al sole. È il più frequente tra coloro che lavorano all’aperto, colpisce prevalentemente le parti del corpo più esposte, quali viso, orecchie, collo, cuoio capelluto, spalle e dorso. Difficilmente dà luogo a metastasi e si cura con facilità.
Il basalioma, invece, nasce dalla morte delle cellule più profonde dell’epidermde ed è associato a un’esposizone intensa e intermittente, come quella che si riceve durante le vacanze. Si presenta come un piccolo nodulo duro al tatto che progressivamente cresce di dimensioni. In alcuni casi possono essere pigmentati e quindi scambiati per melanomi. Colpiscono dopo i 60 anni e raramente danno metastasi. Si tratta di forme neoplastiche aggressive.
Più complesso è lo sviluppo dei melanomi. I fattori di rischio sono noti soltanto in parte. Alcuni di questi sono strettamente legati alla persona:
– una predisposizione familiare (in circa il 10% dei casi si presenta in due o più individui di una stessa famiglia);
– la presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile o in gran quantità (più di 50);
– occhi, capelli e pelle chiara: queste persone generalmente durante esposizioni solari intense si scottano con facilità, ma non si abbronzano.
Nel caso del melanoma il legame tra l’esposizione ai raggi solari e l’insorgenza del tumore è meno forte rispetto agli altri tumori della pelle. Si è comunque osservato che molti malati di melanoma avevano avuto ustioni solari in età giovanile, oppure avevano mostrato un aumento del numero dei nevi a seguito dell’esposizione ai raggi ultravioletti.

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NEI MALIGNI
Statisticamente nel 30% dei casi si originano dai nevi (il termine medico per indicare i nei della pelle), che possono essere presenti fin dalla nascita oppure dalle macchie displasiche.
I nei benigni hanno generalmente una forma circolare e margini netti. Diventano maligni quando si trasformano rapidamente e crescono di dimensione o cambiano di colore.
Le macchie displasiche invece sono più grandi di un neo (più di 5 millimetri), hanno colore variabile e forma irregolare.
A differenza degli altri tumori della pelle, il melanoma può essere letale se non si interviene negli stadi iniziali. È un tumore da non sottovalutare.
Si origina dai melanociti e può crescere sia in superficie sia in profondità. Le cellule tumorali possono staccarsi dalla zona d’origine e raggiungere i linfonodi più vicini (ascelle, inguine e collo) oppure, attraverso la circolazione sanguigna, qualsiasi organo. Il rischio che il melanoma possa dare metastasi è tanto maggiore quanto più alto è il suo spessore. E lo spessore sopra il quale questo rischio comincia ad aumentare è uguale a 1 millimetro.
La mortalità del melanoma è per fortuna in calo perché viene diagnosticato sempre più precocemente, quando l’asportazione chirurgica può risolvere definitivamente il problema: questo anche grazie a una maggiore sensibilità per l’autocontrollo di nei nuovi e anomali (vedi pagina seguente). Secondo uno studio recente pubblicato su Cancer i soggetti con melanoma in situ o sottile hanno una probabilità di sopravvivenza a 5 anni superiore al 90%.

OGNI QUANTO OCCORRE CONTROLLARE I NEI?
L’autoispezione della pelle è una prevenzione raccomandata quanto l’autopalpazione del seno per le donne e andrebbe fatta ogni 6 mesi. La regola dell’ABCDE è utile per ricordare gli elementi principali di allarme, ma non sufficiente per una diagnosi corretta per la quale è necessario effettuare un esame più approfondito delle lesioni cutanee.

A scopo preventivo è consigliabile, verso i 30 anni di età, effettuare dal dermatologo la mappatura dei nei, così da avere uno schema di riferimento per eventuali cambiamenti.
Anche ispezionare i nei prima e dopo l’estate, controllando poi se sono intervenuti cambiamenti sospetti, può essere un’ottima prevenzione.

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Andare al mare con neonati e bambini senza stress: tutti i consigli

MEDICINA ONLINE SABBIA MARE VACANZE STRESS INFEZIONI ACQUA SABBIA CONSIGLI BAMBINO NEONATO BIMBO GENITORI ACQUA BAGNASCIUGA NUOTAREAndare al mare con i bambini richiede pazienza e un’attenzione sempre vigile, soprattutto con i piccolissimi. È importante però che troviate il giusto equilibrio perché, ricordate, in vacanza si va per rilassarci, anche quando ci sono i figli piccoli. Come fare quindi a non stressarsi e godersi le tanto sospirate ferie estive? Molto dipende anche dai vostri gusti personali è vero, ma probabilmente potrebbe tornarvi più comoda una meta non troppo distante da casa,capace di offrirvi tutti gli agi necessari. Più vostro figlio è piccolo, più si farà sentire il bisogno di avere a portata di mano tutto ciò che vi serve per il suo benessere.

Scegliere la spiaggia o località turistica

Per prima cosa la scelta della spiaggia. Visto che andate al mare con i figli, sono da preferire i bagni privati a quelli pubblici perché vi offrono molte più comodità, come ad esempio un bar/ristorante a portata di mano, le docce, i bagni, una cabina, ombrelloni e una bella spiaggia dove far giocare il bambino. Non dimentcatevi poi del lato “sicurezza”, una spiaggia privata mette a disposizione anche bagnini esperti che vigilano sui bambini (e gli adulti).
Se la vostra città non vi offre mare e spiaggia, approfittate delle ferie estive e andate in qualche posto vicino a casa. In questo caso potrebbe far a caso vostro una località turistica, un albergo o un residence. Ne trovate molti che offrono anche dei veri e propri servizi per preparare il cibo ai bambini, scaldare i biberon ecc. L’ideale è trovare un villaggio turistico dove ci sono animatori che badano ai piccoli al posto vostro per alcune ore. Andare al mare con i bambini infatti, non significa occuparsi di loro tutto il giorno. Le famiglie che trascorrono le ferie al mare sono tante e gli alberghi e le località turistiche cercano sempre di offrire il miglior servizio possibile offrendo un buon intrattenimento per i figli, oltre che personale esperto e qualificato per badare a loro.

Attenzione alle distanze

Fate particolare attenzione al discorso “lontananza”. Se volete allontanarvi dalla città e stare per qualche giorno in albergo, assicuratevi che sia vicino a una spiaggia, così che possiate raggiungerla in tutta comodità e senza dover camminare a lungo. L’ideale quindi è una lontananza di massimo 100 metri. Oltre ai bambini per mano o nel passeggino, dovete portarvi dietro anche tutto il necessario. Dai giochi alle creme solari. Assicuratevi sempre che nella spiaggia dove andate noleggino gli ombrelloni così che i piccoli si riparino nelle ore più calde dai raggi solari.

A che ora andare al mare con i bambini?

Andare al mare con i bambini è sempre un pensiero. Qual è l’orario migliore? E la crema adatta? Come convincerli a stare sotto l’ombrellone di tanto in tanto? Ricordatevi che è importante tanto la loro sicurezza quanto il divertimento, quindi non teneteli troppo “stretti”, non più del necessario almeno. Per evitare insolazioni, portateli al mare la mattina presto o dopo le 16, quando il sole non è più tanto forte. Proteggete anche la pelle con una crema adatta con elevata protezione, magari acquistata in farmacia sotto consiglio del medico. Fate indossare ai bambini una bandana o un cappellino e le scarpette da spiaggia.
Non dimenticatevi l’ombrellone, per convincere i bambini a stare nelle ore più calde all’ombra, portate dietro alcuni giochi da spiaggia. Quando invece fanno il bagno o giocano distanti da voi, rilassatevi al sole ma sempre con un occhio vigile su di loro!

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Ti sei scottato? Ecco i 10 errori da evitare per non peggiorare la situazione e prevenire nuove scottature

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ERITEMA SCOTTATURA BRUCIATURA ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL UVA UVB RADIAZIONE CANCRO NEOEcco che anche quest’anno siete caduti nello stesso errore delle scorse estati: poche ferie e poco tempo per raggiungere una abbronzatura intensa, così vi siete esposti al sole in maniera esagerata fin dal primo giorno, pensando di guadagnare tempo. Invece vi siete ritrovati con un colore talmente tendente all’aragosta che la vostra foto è finita nelle enciclopedie mediche sotto la voce “eritema solare” e con la pelle talmente dolorante che la notte vorreste dormire in piedi, se fosse possibile! Cosa fare? Premesso che sarebbe meglio evitare di scottarsi, una volta che il danno è fatto, ecco alcuni consigli per dare un po’ di tregua alla pelle e soprattutto per evitare che la situazione peggiori ulteriormente e che ci si scotti nuovamente.

1) Evita la disidratazione

Il corpo ha bisogno di acqua, a maggior ragione dopo che è stato “cotto” al sole. Le scottature non sono solo dolorose, ma privano anche il corpo dei suoi fluidi naturali, che bisogna quindi integrare assumendo per un paio di giorni più acqua, come pure succhi di frutta e bevande isotoniche, tenendo nel contempo d’occhio ogni possibile segnale di disidratazione.

2) Evita di indossare vestiti aderenti

Dopo una scottatura solare, la pelle ha bisogno di respirare, quindi i vestiti aderenti sono l’ultima cosa di cui ha bisogno. «Il corpo cerca di combattere il trauma della scottatura facendo affluire più sangue nell’area scottata, così da favorire il processo di guarigione e questo provoca già di per sé rossore ed infiammazione, che i vestiti troppo aderenti potrebbero intensificare, causando vesciche e gonfiore ancora più intenso».

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3) Non usare creme idratanti contenenti alcool

Ottima l’idea di idratare la pelle, ma prima di applicare una crema su una scottatura provocata dal sole, è meglio assicurarsi che non contenga alcool, perché si finirebbe solo con l’aggravare il problema. L’alcool priva la pelle del suo film lipidico naturale quindi usato su un’ustione in via di miglioramento significherebbe rallentarne il processo di guarigione. Meglio scegliere una crema bio, con ottimo INCI, contenente l’aloe, che ha naturali proprietà anti-infiammatorie dell’aloe (un toccasana per la pelle in caso di scottature), ma sempre senza profumo, che può irritare l’epidermide ancora di più. Ecco perché i dermatologi consigliano di usare l’aloe senza profumazione o, ancora meglio, quella derivata direttamente dalla pianta. Un prodotto che vi consigliamo, è questo gel: https://amzn.to/3y8hC2N

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4) Evita di far scoppiare le vesciche

Queste bolle extra di pelle servono a proteggere la zona scottata, quindi non vanno toccate per nessun motivo. Nel caso però in cui facessero davvero male si possono bucare con un ago sterile e far uscire delicatamente il siero. Successivamente bisogna applicare una crema antibiotica per 4 – 5 giorni.

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5) Evita alcuni tipi di trattamenti di medicina estetica

Alcune tipologie di trattamenti di medicina estetica sono da evitare quando la pelle è scottata, come ad esempio la radiofrequenza. Meglio aspettare qualche giorno, in modo che la pelle possa tornare alla normalità.

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6) Evita di riesporti al sole

Può sembrare un consiglio banale, eppure dopo una scottatura molti fanno l’errore di riesporsi al sole troppo presto, appena vedono che la pelle non è più arrossata. In questi casi è invece preferibile lasciar passare alcuni giorni prima di cercare nuovamente la tintarella, soprattutto se avete un fototipo molto chiaro. Evitate ovviamente anche lettini solari e lampade.

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7) Non coprire la scottatura col trucco

Si, lo sappiamo: avete quell’evento in cui volete arrivare con la pelle perfetta quindi vorreste truccarvi, tuttavia la pelle ustionata – per guarire – deve “respirare”, quindi coprirla col make-up non è certo una opzione intelligente per la sua salute. Senza contare che l’utilizzo di spugnette o pennelli sporchi potrebbe aumentare il rischio di infezioni o di reazioni allergiche, aggravando così il quadro generale. Importante anche evitare i tester dei negozi, spesso ricchi di virus e batteri che non vedono l’ora di prendere d’assalto la vostra gia debilitata pelle.

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8) Alimentati correttamente

Dopo una scottatura, è ancora più importante del solito fornire al corpo la giusta quantità di vitamine e sali minerali, grazie ad una alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione. Evita i cibi eccessivamente calorici e grassi, come i fritti ed il cibo spazzatura (dolci e merendine). Può essere molto utile assumere ogni giorno un multivitaminico multiminerale, come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/3buPj6X

9) Utilizza la giusta crema solare

Come visto al punto 6, dopo una scottatura, la cosa più intelligente da fare, sia di non esporsi al sole per alcuni giorni, ma se non lo si può proprio evitare, che almeno si usi una crema solare protettiva, da riapplicare per tutto il tempo in cui si sta all’aria aperta. L’importante è sceglierne una di alta qualità, che protegga la vostra pelle, come questa che vi consigliamo: https://amzn.to/3I3ZBXY

10) Evita di esfoliare la pelle che si sta desquamando

Quando la pelle comincia a squamarsi, è bene non interferire col processo in atto e lasciare quindi che si compia in modo naturale. Il che significa stare lontano da prodotti esfolianti, o che contengano acido glicolico o salicilico e retinolo, perché possono essere estremamente aggressivi per la pelle, soprattutto se questa è bruciata dal sole. In questi casi è bene non dimenticarsi di idratare generosamente la pelle, così da aiutarla ad esfoliarsi naturalmente e in modo uniforme.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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