Con “pancitopenia” in medicina si intende la riduzione patologica del numero di tutte le cellule presenti nel sangue, provocando contemporaneamente: Continua a leggere
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Differenza tra anemia, leucopenia, piastronopenia e pancitopenia
Anemia
Col termine “anemia” in campo medico si intende la riduzione patologica dell’emoglobina (Hb) al di sotto dei livelli di normalità (13 g/dL per gli uomini; 12 g/dL per donne ed adolescenti; 11 g/dL per donne gravide e Continua a leggere
Anemia aplastica: cause, sintomi, cure, prognosi e conseguenze
Col termine “anemia” in campo medico si intende la riduzione patologica dell’emoglobina (Hb) al di sotto dei livelli di normalità, causata da varie condizioni e malattie. Tale riduzione determina una ridotta capacità del sangue di Continua a leggere
Priapus Shot: la nuova tecnica per migliorare l’erezione del pene
Dagli Stati Uniti arriva un’interessante novità per tutti gli uomini che vogliono aumentare la qualità dell’erezione del pene e contrastare la disfunzione erettile. Il Priapus Shot – così si chiama la tecnica innovativa – è un trattamento rigenerativo, utilizzato da anni in ortopedia, traumatologia e dermatologia. Esso consiste nel rigenerare il sistema vascolare del pene, migliorando la circolazione sanguigna e quindi l’erezione tramite il “PRP”.
Plasma ricco di piastrine (PRP)
La tecnica PRP usa una piccola quantità di sangue (10-15 cc) che il medico preleva al paziente. Il sangue viene introdotto in apposite provette che vengono centrifugate, fino ad ottenere il plasma, che contiene in alta concentrazione le piastrine che, una volta attivate, produrranno i fattori di crescita. Il composto risultante da questa “scrematura” può essere iniettato sottopelle sia con tecnica mesoterapica, sia con la classica infiltrazione diretta nelle rughe o nelle pieghe cutanee. I fattori di crescita iniettati, stimolano la rigenerazione dei tessuti e la neoangiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni).
Privo di effetti collaterali
Il trattamento è fatto in ambulatorio, non necessita di ricovero ed è privo di effetti collaterali, perché non vengono iniettati nel pene farmaci o altre sostanze estranee al corpo, ma solo materiale biologico prelevato dal paziente stesso, come visto nel paragrafo precedente. Questo vuol dire che non c’è il rischio di avere rigetti o reazioni allergiche. Il Priapus Shot viene consigliato a tutti gli uomini che soffrono di impotenza e non possono ricorrere al Viagra o che non rispondono alla terapia farmacologica. Il Priapus Shot va ripetuto più volte. Si comincia con due sedute a distanza di un mese l’una dall’altra e si continua finché non si ottengono risultati. L’esito può variare da paziente a paziente e non è detto che funzioni.
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Differenza tra globuli rossi, bianchi e piastrine
I globuli rossi (anche chiamati eritrociti) sono la popolazione di cellule costituenti il sangue più numerosa. Hanno una forma biconcava, colore rosso e nei mammiferi non presentano il nucleo.
I globuli rossi vengono prodotti dal midollo osseo sotto stimolo dell’eritropoietina (EPO, anche conosciuta come agente dopante nello sport) e distrutti dalla milza dopo un ciclo di vita di circa 120 giorni.
I globuli rossi al loro interno contengono l’emoglobina che permette loro di svolgere un’importante funzione: portare l’ossigeno a tutti i tessuti e l’anidride carbonica ai polmoni, che provvederanno in seguito ad eliminarla.
L’anemia, una condizione in cui si ha una riduzione del numero di globuli rossi nel sangue (o di alcuni loro componenti), ha infatti come diretta conseguenza una riduzione dell’apporto di ossigeno agli organi.
A seconda di alcuni elementi specifici presenti sulla loro superficie, i globuli rossi sono raggruppati in gruppi sanguigni. Ogni persona è caratterizzata da uno specifico gruppo sanguigno ed è molto importante conoscerne la natura in caso di trasfusioni.
I globuli bianchi (anche chiamati leucociti) sono un’altra popolazione cellulare della porzione cellulare sangue. Sono cellule più grandi rispetto ai globuli rossi, hanno un nucleo ed in generale svolgono una serie di funzioni specifiche correlate alla difesa dell’organismo.
I globuli bianchi sono prodotti nel midollo osseo e nel timo e a seconda della presenza o meno di granuli nel citoplasma, sono divisi in due grosse sottopopolazioni: granulociti (globuli bianchi che presentano granuli nel citoplasma) e agranulociti (globuli bianchi che non presentano granuli nel citoplasma).
Della popolazione dei granulociti fanno parte i neutrofili, eosinofili e basofili. Gli agranulociti sono invece costituiti dai monociti e dai linfociti.
A seconda degli agenti che attaccano il nostro organismo (batteri, virus, parassiti, etc..) interverranno globuli bianchi facenti parte di una delle due sottopopolazioni che contrasteranno la minaccia. Le analisi del sangue permettono di capire quale popolazione di globuli bianchi sta intervenendo: questo permette al medico di capire se si tratta di infezione batterica, virale o infestazione parassitaria.
Le piastrine sono cellule del sangue, senza nucleo che vengono prodotte dal midollo osseo. La principale funzione delle piastrine, o trombociti, è di fermare la perdita di sangue nelle ferite (emostasi). A tale scopo, esse si aggregano tra loro promuovendo la coagulazione del sangue.
Per conoscere i valori ematici normali di globuli rossi, bianchi e piastrine, leggi questo articolo: Emocromo completo con formula leucocitaria: valori, interpretazione e significato
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Splenectomia parziale e totale: perché si esegue e quali sono i rischi
- combatte le infezioni, controllando la presenza di agenti patogeni in circolo (batteri e particelle estranee) e producendo anticorpi e globuli bianchi;
- favorisce la maturazione dei globuli rossi (eritrociti);
- ripulisce il sangue dai globuli rossi invecchiati (un globulo rosso ha una vita media di 120 giorni) o danneggiati;
- è una riserva di ferro, di piastrine e di globuli bianchi.
Quando si esegue una splenectomia parziale o totale?
L’intervento di splenectomia viene messo in pratica alla comparsa di una delle seguenti condizioni o patologie:
- Rottura della milza. Causata da un trauma addominale, provoca un’emorragia interna, che, se non viene bloccata, può portare alla morte. La splenectomia rappresenta, molto spesso, l’unica soluzione valida per interrompere la perdita di sangue.
La splenomegalia, condizione patologica in cui la milza è ingrossata, è uno dei fattori favorenti la rottura della milza, in quanto quest’ultima è più esposta agli urti a causa delle notevoli dimensioni. - Malattie del sangue. Alcune gravi malattie del sangue, come l’anemia falciforme, la talassemia, la policitemia vera o la porporatrombocitopenica idiopatica, possono richiedere la splenectomia. La decisione di rimuovere la milza, tuttavia, viene presa solo dopo che tutti gli altri trattamenti possibili non sono andati a buon fine.
- Tumori. Determinate neoplasie, come la leucemia linfatica cronica, il linfoma di Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin o la leucemia a cellule capellute, possono interessare anche la milza, causandone un suo ingrossamento (splenomegalia). Come nel caso precedente, se tutti i trattamenti attuati per la cura della splenomegalia sono inefficaci, è necessario ricorrere alla splenectomia.
- Infezioni. Alcuni agenti patogeni (virus, batteri e parassiti) possono infiammare la milza, provocando splenomegalia. Se le infezioni sono molto serie e i trattamenti sono inefficaci, il rimedio ultimo è rappresentato dall’asportazione dell’organo infiammato. Alcuni esempi di patogeni, che provocano splenomegalia (e che potenzialmente potrebbero richiedere splenectomia), sono il plasmodio della malaria (un parassita) ed il batterio della sifilide.
- Cisti o tumori benigni. La milza può sviluppare delle cisti o dei tumori benigni, che ne alterano la normale anatomia. Se queste malformazioni sono di dimensioni elevate o se la loro completa rimozione chirurgica è impossibile, l’unico rimedio attuabile è la splenectomia.
- Casi particolari. In rarissime occasioni, la milza può ingrossarsi senza un causa precisa, o meglio senza una causa documentabile attraverso i test diagnostici. In questi casi, impostare un terapia è difficile, perché non si sa quale sia il fattore scatenante. Pertanto, l’unico rimedio, per evitare le complicazioni della splenomegalia, è rappresentato dalla splenectomia.
Leggi anche:
- emorragie;
- coaguli di sangue (trombi);
- infezioni della ferita;
- lesioni degli organi adiacenti (stomaco, pancreas e colon).
La milza è un organo indispensabile? Cosa succede quando viene asportata la milza?
A causa di tutte le funzioni elencate precedentemente, i pazienti che hanno subìto un intervento di asportazione della milza possono andare incontro ad alcune condizioni particolari. Per approfondire leggi: La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?
La milza è un organo indispensabile?
Pur essendo un organo importante del nostro corpo, non è comunque un organo indispensabile alla vita umana: in caso di asportazione ci sono altri organi interni, come il fegato ed il midollo osseo, che ne prendono le funzioni.
Cosa succede quando viene asportata la milza?
La milza svolge svariati compiti (a tal proposito leggi: A cosa serve la milza e che significa “rottura della milza”?). A causa di ciò, i pazienti che – per varie cause – hanno affrontato un intervento di asportazione della milza (splenectomia) presentano livelli più alti di reticolociti, piastrine e globuli rossi incompleti o patologici; per il venir meno delle funzioni immunologiche, sono inoltre più sensibili alle infezioni, soprattutto a quelle prodotte da microrganismi capsulati: per questo motivo si parla di immunodepressione post-splenectomia. Alla luce di ciò, ai pazienti sottoposti ad asportazione della milza, si raccomanda di vaccinarsi contro il batterio pneumococco, che causa la polmonite, e, di anno in anno, contro l’influenza. Inoltre, un’altra misura preventiva, adottata in particolari condizioni patologiche, è quella di assumere degli antibiotici, i quali innalzano un muro contro gli agenti batterici presenti nell’ambiente.
Rischi legati all’intervento chirurgico
Grazie ai progressi della medicina, la splenectomia è, ormai, un’operazione sicura. Tuttavia, la sua esecuzione, come quella di un qualsiasi altro intervento chirurgico, presenta dei potenziali rischi, che non vanno sottovalutati.
Emorragie, coaguli di sangue (trombi), infezioni della ferita e lesioni degli organi adiacenti (stomaco, pancreas e colon) sono le quattro più importanti complicanze dell’asportazione della milza.
La recente rivalutazione dell’importante ruolo svolto dalla milza nella difesa dell’organismo, soprattutto in età pediatrica, ha modificato l’approccio terapeutico, che oggi si orienta soprattutto verso un trattamento di tipo conservativo, mentre prima si tendeva più ad un approccio chirurgico.
Per approfondire:
- Rottura della milza: cosa si prova e qual è la terapia?
- Rottura della milza: terapia conservativa o chirurgica?
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Rottura della milza: terapia conservativa o chirurgica?
Le lesioni della milza possono essere di lieve o di grossa entità. Lesioni spleniche vaste trasformano la rottura della milza in una vera e propria emergenza medica, che richiede l’immediato intervento chirurgico per arrestare l’emorragia interna e salvare la vita al paziente. In caso di traumi più superficiali, la rottura della milza può essere invece trattata in modo conservativo, ospedalizzando per qualche giorno il paziente ed osservando l’evolversi della situazione verso l’eventuale guarigione spontanea.
Per approfondire:
- A cosa serve la milza e che significa “rottura della milza”?
- Rottura della milza: cosa si prova e qual è la terapia?
Terapia chirurgica nella rottura della milza
A causa dell’importante vascolarizzazione, la rottura della milza può causare emorragie massive, con accumulo di sangue nella cavità addominale ed insorgenza di shock ipovolemico fino alla morte. In simili circostanze, l’immediato intervento chirurgico di splenectomia (asportazione della milza) può salvare la vita al paziente senza complicanze cliniche significative.
Per approfondire sulla terapia chirurgica che consiste nella rimozione della milza, leggi questo articolo: Splenectomia parziale e totale: perché si esegue e quali sono i rischi
E’ importante però ricordare che, rispetto al passato, grazie alla rivalutazione del ruolo immunitario della milza ed al rischio di severe infezioni post-operatorie, l‘intervento di splenectomia viene oggi praticato con maggiore cautela. Si tende ad osservare il paziente per capire se l’emorragia è in grado di arrestarsi spontaneamente, riservando l’intervento ai casi in cui non avviene la guarigione spontanea. Inoltre, durante l’intervento chirurgico si cerca quando possibile di riparare la lesione, applicando ad esempio dei punti di sutura, o di asportare soltanto la parte di milza interessata dalla rottura (splenectomia subtotale o parziale), piuttosto che asportare completamente la milza come spesso si faceva in passato.
Leggi anche: La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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