La zona dove compare l’acne, rivela i tuoi problemi fisici e psicologici

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’acne affligge tipicamente gli adolescenti, tuttavia può manifestarsi in qualsiasi periodo della vita ed in un punto qualsiasi del nostro corpo. L’acne può avere moltissime cause, ma la posizione in cui si manifesta può, a volte, indicare una specifica causa.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (2).jpg

Per esempio, l’acne che si manifesta sulla mandibola, nella zona tra il mento e le orecchie, suggerisce una causa di tipo ormonale o ghiandolare, o anche essere collegata ad una alimentazione sbagliata, sbilanciata su grassi e zuccheri.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (3).jpgL’acne sulle spalle o al collo tende spesso ad essere causata da alterazioni ormonali o da forte stress e tende a peggiorare quando si è in ansia.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (4).jpg

La manifestazione a livello della schiena può indicare una disfunzione a livello del sistema nervoso o dell’apparato digerente.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (5).jpgL’acne sul petto e sul seno viene ad essere spesso provocato da una alimentazione sbagliata, da stress o da problemi a livello dell’apparato digerente.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (6).jpgL’acne sui gomiti o sulle braccia potrebbe indicare una carenza di vitamine o essere sintomo di una cattiva circolazione locale del sangue.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (7).jpgL’acne sulla pancia tende ad indicare alterato livello glicemico, spesso ipoglicemia.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ZONA COMPARE ACNE RIVELA PROBLEMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene (8).jpgL’acne sui glutei o sulle zone intime può indicare una scarsa igiene, alterazioni a livello dell’apparato digerente, indumenti troppo stretti. L’acne sull’interno coscia e sulle gambe può essere determinato da allergie.

Ovviamente queste sono tutte indicazioni generali: ogni singolo caso deve essere studiato dal vivo dal medico ed ha cause assolutamente soggettive.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Ridurre il grasso sulle guance (bolla di Bichat) in modo naturale e con la chirurgia

MEDICINA ONLINE GRASSO SULLE GUANCE BOLLA DI BICHAT Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIl tessuto adiposo presente sulle nostre guance è chiamato “bolla di Bichat” (o “pallottola“, in inglese “Bichat’s fat pad” o “buccal fat pad”) ed è anatomicamente situato tra il muscolo massetere, che costituisce la parete più laterale Continua a leggere

Perché viene la forfora? Cure mediche, rimedi casalinghi e prevenzione

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA TRISTE DEPRESSIONE TRISTEZZA CAPELLI PENSIERI PAURA FOBIAE’ un problema diffusissimo e molto fastidioso che – pur non essendo grave – è comunque fonte di estremo disagio per chi ne è colpito: sto parlando della forfora. Ma cos’è di preciso la forfora? La forfora, conosciuta anche come Pityriasis capitis (pitiriasi del capo) è un disturbo molto comune del cuoio capelluto che consiste nella sua desquamazione frequente e copiosa.
Il processo di desquamazione è naturale per l’epidermide, tuttavia quando si parla di forfora ci si riferisce a una desquamazione eccessiva in cui il cuoio capelluto produce squame grandi e visibili di colore bianco/giallastro (che si staccano in numerose unità finendo sui vestiti, creando il cosiddetto effetto neve).
Oltre a un evidente problema estetico, la forfora provoca sovente anche disagio fisico, in quanto spesso è accompagnata da seborrea (eccessiva secrezione sebacea), prurito, arrossamento e lesioni da grattamento che possono anche sanguinare e diventare fastidiose e dolorose, generando anche crosticine dure. La forfora è un disturbo che colpisce un’elevata percentuale della popolazione maschile (meno quella femminile), ma trattandosi di un problema che non ha particolari implicazioni patologiche, non si hanno dati certi sulla sua reale diffusione.

Leggi anche: Il capello: come è fatto, perché sta in testa, quanto velocemente cresce e come vive

Sintomi e segni della forfora

La forfora è di per sé un segno; le caratteristiche della forfora ed i sintomi e segni ad essa associati, sono principalmente sei:

  • Desquamazione con deposizione delle squame sugli abiti (effetto neve).
  • Prurito intenso e continuo, anche di notte.
  • Seborrea: ipersecrezione sebacea che causa deposizione di sebo in eccesso sul cuoio capelluto e che può generare caduta precoce di capelli
  • Arrossamento del cuoio capelluto.
  • Lesioni sanguinanti e doloranti.
  • Crosticine: il grattamento cronico causato dal prurito, soprattutto con unghie robuste e taglienti, porta a lesioni sanguinanti ed il sangue coagulato dà origine a crosticine dure e marroncine, visibili se i capelli sono radi.

La forfora colpisce solo i maschi?

La forfora è un problema che interessa principalmente i maschi; gli uomini, infatti, hanno la tendenza a produrre superiori quantità di sebo, probabilmente perché nell’uomo è più elevata la presenza di ormoni androgeni: ciò può causare la presenza della forfora non solo tra i capelli, ma anche tra i peli della barba. Pur colpendo generalmente il sesso maschile, anche le donne possono soffrirne, soprattutto in quelle che hanno una elevata produzione di testosterone.

Leggi anche: Le regole d’oro per la bellezza di ogni tipo di capello

In che età si può verificare?

La forfora può verificarsi in qualsiasi età a partire dalla pubertà, fino alla vecchiaia, tuttavia il periodo di massima incidenza è quello che va dai 15 ai 40 anni, dopodiché il disturbo tende a regredire; il fenomeno è osservabile anche nei bambini e negli anziani, ma si tratta di evenienze piuttosto rare.

Differenze tra forfora grassa e forfora secca

Una comune distinzione della forfora e quella fra forfora secca e forfora grassa:

  • forfora secca: è più frequente nei mesi invernali, nel sesso maschile e in genere non è collegata a caduta dei capelli. Sintomo frequente è il prurito (da cui il grattamento);
  • forfora grassa: è caratterizzata dalla presenza di un’intensa seborrea che tende a trattenere le squame furfuracee, impedendone l’allontanamento dal cuoio capelluto. Spesso la forfora grassa evidenzia una dermatite seborroica ed è frequentemente associata a caduta dei capelli.

Leggi anche: Perché vengono i pidocchi, come riconoscerli ed eliminarli

Cause e fattori di rischio della forfora

L’eziologia della forfora non è ancora del tutto chiara. Entrambi i tipi di forfora, quella secca e quella grassa, sono caratterizzati dalla presenza di focolai infiammatori, costituiti da gruppi di cellule che, probabilmente richiamate da microrganismi, rilasciano sostanze che contrastano l’infezione. Tali sostanze (mediatori chimici dell’infiammazione) alterano l’ambiente del derma e originano una maggiore desquamazione. Come si intuisce, la causa della forfora è una infiammazione cronica locale del cuoio capelluto, il problema però sta nel capire cosa genera questa infiammazione, cioè la causa a monte.
Per molti ricercatori la causa sarebbe un lievito del genere Pityrosporum, scoperto da Malassez (un istologo francese) più di cento anni fa. Normalmente questo microrganismo costituisce il 45% della flora residente sul cuoio capelluto dei soggetti normali. In caso di forfora la sua presenza sale fino al 75%. Non è chiaro però se l’aumento della percentuale causa l’infiammazione locale o ne è una conseguenza.
Restano pertanto valide le altre ipotesi, dalle disfunzioni delle ghiandole sebacee in fase di secrezione a diversi fattori legati all’alimentazione, da problemi connessi alla digestione e al metabolismo dei grassi, da alterazioni ormonali sino ai classici disturbi psicologici quali stress o ansia. Per quanto riguarda l’alimentazione, se è vero che è spesso trascurata e non sempre in linea con le necessità dell’organismo, è altresì vero che difficilmente spiegherebbe il motivo di una diffusione così sbilanciata verso il sesso maschile, cosa che invece potrebbe essere spiegata da problemi legati agli ormoni androgeni (ormoni sessuali maschili, come il testosterone). Molto interessante è il fatto che soggetti trattati con cortisonici (per altre patologie) hanno avuto periodi di remissione dalla forfora; ciò potrebbe indicare un origine probabilmente autoimmune del problema: in questo caso il problema sarebbe determinato da una sistema immunitario alterato che colpirebbe, per errore, il tessuto self, cioè il tessuto sano dell’organismo, che normalmente non viene attaccato dal sistema immunitario.
Ricordiamo infine altre possibili cause secondarie legate all’igiene dei capelli, come l’impiego di shampoo non ottimali o l’eccessivo uso che si fa dell’asciugacapelli o di lozioni e gel che possono alterare l’equilibrio fisiologico dello strato cutaneo. Scarsa igiene e forti stress psico-fisici prolungati, possono aumentare le possibilità di soffrire della forfora. La forfora è un possibile sintomo di dermatite seborroica.

Leggi anche: Dermatite seborroica: cause, immagini, cure, rimedi naturali, shampoo consigliato

La forfora è una malattia o un sintomo?

La forfora non va considerata una malattia, bensì un sintomo (più correttamente un “segno”) di altre patologie e/o condizioni sottostanti che determinano l’infiammazione locale cronica che porta alla desquamazione, come visto nel paragrafo precedente.
La forfora è, come detto, un disturbo non grave in sé, ma estremamente fastidioso; fortunatamente, nella stragrande maggioranza dei casi, può essere controllata con una certa efficacia, sia con prodotti in commercio, sia con rimedi casalinghi e prevenzione, come vedremo nei prossimi paragrafi.

Leggi anche: La dieta per prevenire e curare i capelli bianchi

I prodotti antiforfora in commercio

I prodotti studiati per combattere la forfora sono veramente tanti; devono essere valutati con molta attenzione poiché molti di essi sono antiforfora generici e non in grado di soddisfare chi ha specifiche esigenze. Gli shampoo antiforfora presenti sugli scaffali dei negozi di cosmetici e delle farmacie sono di diverso tipo e generalmente vengono distinti in base al principio attivo che contengono; di seguito quelli più comuni:

  • shampoo antiforfora all’acido salicilico;
  • shampoo antiforfora al catrame;
  • shampoo antiforfora al disolfuro di selenio;
  • shampoo antiforfora al ketoconazolo;
  • shampoo antiforfora allo zinco piritione.

Per approfondire, continua la lettura con: Antiforfora: tutti i tipi di shampoo antiforfora in commercio

Gli 11 migliori rimedi casalinghi per la forfora

Alcuni “rimedi naturali” possono aiutare, come l’henné neutro, gli infusi a base di ortica, l’argilla verde ventilata e la barbabietola. Se vuoi approfondire, leggi questo articolo: Gli 11 migliori rimedi casalinghi per la forfora

Le sette regole per prevenire la forfora

A mio avviso ci sono sette regole necessarie per prevenire e curare la forfora. A tal proposito leggi questo articolo: Le 7 regole per prevenire e curare la forfora

Prodotti per la cura della forfora

Di seguito vi presentiamo una lista di prodotti consigliati dal nostro Staff, molto utili per contrastare la formazione della forfora:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Rimuovi definitivamente le macchie cutanee in modo veloce e sicuro con la Luce Pulsata Medicale

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Studio Roma RIMUOVI MACCHIE CUTANEE LUCE PULSATA Senili Lentigo Solare Viso Mani Ecografia Mammella Tumore Seno Articolare Spalla Traumatologo  Spalla Medicina Estetica Cellulite Cavitazione Radiofrequenza
Grazie alla tecnica chiamata Luce Pulsata Medicale (simile ad un laser da cui però differisce per alcune caratteristiche tecniche) il medico può ridurre un inestetismo molto odiato: le macchie cutanee su viso e corpo. Macchie senili e lentigo solari appaiono tipicamente sulla pelle nel corso degli anni, specie nei soggetti che hanno preso molto sole, e tendono a diventare permanenti, rappresentando uno dei problemi estetici più sentiti dai miei pazienti. Dall’esperienza accumulata negli anni, posso asserire che le zone più colpite sono senza dubbio le mani, il viso, le spalle e il decolleté; le macchie solitamente sono di forma tondeggiante, di dimensione variabile da pochi millimetri ad oltre un centimetro, appaiono caffè-latte o marroncine più o meno intensamente scure ed aumentano per effetto delle ripetute esposizioni solari, o dei trattamenti abbronzanti. La Luce Pulsata Medicale può rimuovere tali macchie senza chirurgia e senza dolore, in sicurezza ed in una o due sedute!

Come prepararsi al trattamento con Luce Pulsata Medicale?
È necessario non esporsi al sole ed ai raggi UV nei dieci giorni che precedono il trattamento, non assumere farmaci fotosensibilizzanti (fluorchinolonici, tetracicline, eccetera) nei sette giorni precedenti né aspirina nelle 36 ore precedenti al trattamento.

Come si svolgono le sedute con Luce Pulsata Medicale?
Dopo la visita generale, il trattamento vero e proprio inizia ed il paziente viene fatto sedere o stendere sul lettino in una posizione adeguata per poter avere un agevole accesso alla zona da trattare. I nei della zona da trattare vengono distinti dalle macchie e coperti da una speciale matita dermografica bianca che li proteggerà durante il trattamento. Il paziente indossa un particolare occhiale che proteggerà i suoi occhi dalla forte luce sprigionata dal manipolo durante il trattamento. Subito dopo si applica un apposito gel conduttore sulla zona interessata. Tramite un apposito manipolo si passa poi all’invio degli impulsi di luce, che ad intervalli regolari colpiscono i “bersagli”. Durante il trattamento si può avvertire un piccolo dolore in genere riferito come modesto, ma che dipende anche dalla sede della depilazione e dalla soglia del dolore personale. E’ un dolore che dura meno di un secondo. Al termine del trattamento si rimuove il gel dalla parte trattata e si applica una crema lenitiva ed idratante.

Cosa fare dopo il trattamento?
Il paziente avvertirà rossore ed un lieve fastidio nella zona trattata: ciò scomparirà nell’arco di un tempo variabile tra un’ora e 12 ore. Il paziente dovrà evitare di esporre la zona trattata al sole e di usare cosmetici esfolianti aggressivi sulla cute trattata, questo per almeno quattro giorni dal trattamento. Sarà anche importante usare un adeguato idratante almeno tre/quattro giorni.
I filtri solari sono indispensabili prima di esporre la zona trattata ai raggi solari per evitare iperpigmentazioni. Sarà possibile sia lavarsi che truccarsi, anche l’attività fisica sarà possibile. Dopo la scomparsa delle macchie sarà necessario applicare creme ad elevata protezione solare soprattutto nelle aree fotoesposte come il viso o le mani.

Cosa succede alla macchia al  termine della seduta di Luce Pulsata Medicale?
Al termine della seduta di Luce Pulsata Medicale le macchie della zona trattata cominceranno tipicamente a scurirsi. Le macchie appariranno ogni giorno più scure fino a diventare marroni scure, arrivando a sembrare delle piccole crosticine. In realtà non ci saranno crosticine sulla pelle, ma solo macchie scurite del colore delle crosticine.
Come già detto, è opportuno utilizzare creme idratanti sulle zone trattate sin da subito dopo il trattamento e nei tre o quattro giorni successivi. Dopo circa 10-15 giorni avverrà un’esfoliazione della pelle e così le macchie trattate con la luce pulsata spariranno. A volte è necessario ripetere il trattamento per ottenere un risultato più completo, ma non prima di 30 giorni. Generalmente due sedute di luce pulsata sono più che sufficienti per eliminare le macchie cutanee in una data zona.

Raffreddamento della zona trattata
Durante il trattamento la pelle si surriscalda, per questo motivo la superficie del manipolo del mio macchinario è opportunamente raffreddata al fine di dissipare il calore provocato dal fascio di luce e quindi di eliminare ogni danno all’epidermide ed allo stesso tempo ridurre ulteriormente un eventuale dolore o fastidio al paziente.
Ciò consente di utilizzare il massimo della potenza, così da distruggere completamente i peli senza nuocere ai tessuti circostanti e senza troppo fastidio per il paziente. I macchinari meno recenti usano un sistema di raffreddamento ad aria, quelli più moderni hanno un più efficiente sistema di raffreddamento ad acqua: con tale metodica il dolore percepito durante il trattamento è estremamente più basso. Lo strumento che uso nel mio studio ha un potente raffreddamento ad acqua.

Come funziona tecnicamente la Luce Pulsata Medicale?
La Luce Pulsata Medicale funziona come un flash che grazie alla sua intensità riattiva meccanismi biocellulari. La luce pulsata ad alta intensità (dall’inglese Intense Pulsed Light “IPL”) funziona sfruttando l’energia luminosa per colpire cellule  di un determinato colore (cromofori) presenti nella pelle. Il trattamento per la rimozione delle macchie si basa in particolare sull’assorbimento selettivo da parte dei componenti della macchia. L’energia assorbita, si trasforma in calore che viene trasferito alla macchia cutanea e ne determina la demolizione.

E-Light: Luce Pulsata e Radiofrequenza
L’apparecchio che uso nel mio studio è di tipo E-Light, l’ultimo ritrovato nel campo della medicina estetica. E-Light è una moderna tecnologia che associa la Luce Pulsata alla Radiofrequenza, con doppio effetto: la Luce Pulsata rimuove la macchia e la Radiofrequenza rimuove le rughe e ringiovanisce la cute della zona trattata.

Laser e Luce Pulsata Medicale
La Luce Pulsata Medicale differisce dai laser ti tipo classico perché offre la possibilità di calibrare l’intensità degli impulsi luminosi e regolarli su molte lunghezze d’onda (o colori), per colpire cromofori specifici, ampliando così la gamma delle possibili applicazioni. L’emissione di luce non è continua ma a brevissimi impulsi, per impedire il surriscaldamento e i possibili danni ai tessuti, ulteriormente protetti dal sistema di raffreddamento della cute che è integrato nel manipolo dell’apparecchiatura IPL. Queste prerogative rendono il trattamento efficacesicuro e indolore, adatto per trattare aree molto ampie con rapidità.

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Studio Roma RIMUOVI MACCHIE CUTANEE LUCE PULSATA Senili Lentigo Solare Viso Mani Ecografia Mammella Tumore Seno Articolare Spalla Traumatologo  Spalla Medicina Estetica Cavitazione Cellulite Radiofrequenza

Sono il candidato adatto al trattamento?
Il candidato adatto a questo trattamento ha una o più macchie color caffè-latte visibili sulle gambe, sulle braccia, sul viso o su altre parti del corpo. Il candidato migliore ha pelle chiara, non è abbronzato, né ha lentiggini nella zona da trattare. La presenza di nei non è un problema perché possono essere agevolmente coperti con una particolare matita bianca che ne evita il danneggiamento.

Controindicazioni al trattamento con Luce Pulsata Medicale
Pazienti affetti da cardiopatie gravi, donne in gravidanza/allattamento, febbre alta, patologia neoplastica in atto, infezioni della cute nella zona da trattare. Tutte le controindicazioni verranno escluse durante la visita medica generale che si effettua precedentemente al primo trattamento.

La Luce Pulsata Medicale è realmente efficace nel rimuovere le macchie?
La riduzione delle macchie sarà visibile già dopo pochi giorni dalla prima seduta. In alcuni casi può essere necessaria una seconda seduta, che si effettua dopo almeno 30 giorni dalla prima seduta.

Quante sedute sono necessarie per rimuovere i capillari e quanto dura il trattamento?
Il primo trattamento è preceduto da una visita medica completa con attenta valutazione della situazione di partenza, quindi possono durare circa 40 minuti. Le sedute successive durano circa 30 minuti. In alcuni casi basta una sola seduta per rimuovere la macchia, in altri casi servono due sedute. Ovviamente tempo della seduta e durata del ciclo di trattamento dipendono molto dal tipo di inestetismo, dalla gravità, dall’estensione e dalla variabilità individuale.

Luce Pulsata fatta dal medico o dall’estetista? Quali sono le differenze?
Il trattamento di rimozione macchie con Luce Pulsata fatta dal medico e fatta dall’estetista non sono la stessa cosa, anche se il nome usato per descrivere questo trattamento è lo stesso, le differenze tecniche sono molto importanti e determinano la buona riuscita della metodica e una buona sicurezza del paziente.
Il decreto del 12-5-2011 firmato dal ministro della Salute dott. F. Fazio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°163 del 15-7-2011, stabilisce che il personale non medico impiegato nel settore estetico (estetista), NON è autorizzato ad utilizzare dispositivi per depilazione ad impulsi luminosi (Luce Pulsata) qualora la fluenza (per capirci: la “potenza”) dei suddetti dispositivi risulti superiore a 26 joule/cm2 con sistema di raffreddamento cutaneo integrato o di 13 joule/cm2 se sprovvisto di raffreddamento.
La legge stabilisce quindi da molti anni che solo i medici possono utilizzare dispositivi a Luce Pulsata ad elevata potenza e pertanto ad elevate prestazioni, per le procedure di depilazione definitiva.
Le estetiste che usino strumenti con potenza superiore a 26 joule/cm2 hanno in mano – senza averne le competenze – uno strumento capace di determinare danni permanenti alla vostra salute ed alla vostra bellezza. Ancora più importante: compiono un reato grave (esercizio abusivo della professione medica).
Le estetiste che usano strumenti con potenza inferiore a 26 joule/cmhanno in mano uno strumento che è si legale, ma è anche estremamente meno potente rispetto a quello che possono per legge usare solo i medici. In definitiva il medico è autorizzato ad usare uno strumento molto più efficiente rispetto a quello che per legge possono usare le estetiste, con differenze – nel risultato finale – estremamente evidenti.
La differenza riguarda anche un altro fatto che i pazienti tendono spesso a sottovalutare: l’estetista non effettua una visita medica generale, non analizza i farmaci che assume il soggetto, non può escludere importanti patologie che controindicano il trattamento, non può agevolmente distinguere le macchie cutanee trattabili da quelle non trattabili come i nei. Il medico invece effettua una accurata anamnesi ed un preciso esame obiettivo prima di iniziare il trattamento, importantissimi per la sicurezza della salute del paziente.

Consigli per evitare il riformarsi delle macchie cutanee

Per evitare il riformarsi della macchie, è importante:

  • evitare i raggi solari e le lampade abbronzanti;
  • idratare la pelle
  • usare creme che proteggono dall’azione nociva del sole.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Parabeni: innocui o nemici della pelle?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO COSMETICA MANI CREMA IDRATANTI PELLE RUGHE ANTIRUGHE ESTETICA BELLEZZA MACCHIESe siete consumatori attenti, avrete notato che da qualche anno, e sempre più spesso, compaiono scritte “Senza parabeni” o “Paraben free” sulle confezioni di cosmetici, prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della casa.
Cosa sono i parabeni? In questo articolo scopriremo cosa sono queste sostanze, a cosa servono e perché sempre più spesso le case produttrici decidono di eliminarli dai loro prodotti e di dichiararlo sulle confezioni.

Cosa sono i parabeni?

I parabeni sono una famiglia di composti organici aromatici, esteri dell’ acido 4-idrossibenzoico. I più utilizzati sono i metil-, etil-, propil-, butil-, isobutil- e benzilparabeni. Possono essere utilizzati da soli, ma più spesso vengono usati sotto forma di miscele per aumentarne l’efficacia. Sono generalmente prodotti dall’uomo, ma si possono trovare anche in natura, nelle piante e negli animali.

Leggi anche: Acqua e sapone o truccatissima? Ecco come cambia il comportamento delle persone a seconda del tuo make up

A cosa servono i parabeni nei cosmetici ed in altri prodotti?

Sono ingredienti indispensabili per garantire la sicurezza e la qualità di molti prodotti usati quotidianamente, come medicinali, prodotti per la casa e l’igiene personale, cosmetici. Senza la loro presenza, infatti, batteri e altri microrganismi dannosi per l’uomo potrebbero svilupparsi all’interno dei prodotti, deteriorandoli e compromettendone le caratteristiche di qualità, fino a renderli talvolta anche pericolosi per la salute umana. Dopo l’apertura infatti, cosmetici e altri prodotti possono venire contaminati da batteri, funghi e muffe presenti nell’ambiente e, di conseguenza, alterarsi e mettere a rischio la salute del consumatore. Un cosmetico contaminato può provocare irritazioni, infiammazioni, addirittura infezioni della pelle, soprattutto di quella molto sensibile, come quella dei bambini. I parabeni servono proprio ad evitare il deterioramento e la contaminazione dei prodotti dovuto all’attacco dei microrganismi dannosi: tecnicamente si dice che hanno un ampio spettro d’azione contro i diversi microrganismi. Sono largamente utilizzati nell’industria cosmetica grazie al loro basso costo, all’efficacia tecnologica, alla presunta inefficacia di alternative naturali e/o al loro costo elevato.
Nell’elenco INCI presente sulle confezioni dei prodotti, si trovano come paraben (ad esempio methylparaben, propylparaben, ecc.).

Leggi anche: La donna che non ride da 40 anni: il motivo per cui lo fa è incredibile

Perché si cerca di limitarne l’uso?

Ma allora, se i parabeni sono così utili, perché si cerca sempre più di evitarne o quantomeno limitarne l’uso? Tanto più che alcuni tipi di prodotti, come i cosmetici, si deteriorano molto rapidamente senza conservanti e antimicrobici. Essenzialmente per due ragioni: la prima ragione è che i parabeni provocano reazioni allergiche, irritazioni cutanee, orticaria, dermatiti e allergie cutanee in soggetti predisposti, soprattutto dopo un contatto prolungato (quindi, ad esempio, se si utilizzano quotidianamente molti prodotti per la cura personale contenenti parabeni) e in seguito all’esposizione alla luce del sole. Non provocano tuttavia effetti pericolosi per la vita, come lo shock anafilattico. La seconda ragione è che alcuni parabeni hanno il potenziale di alcuni di agire come ormoni, in particolare come gli estrogeni presenti nel corpo femminile. I test in vitro e in vivo su animali da laboratorio hanno dimostrato che i parabeni hanno un’azione simile a quella degli ormoni naturali, ma da migliaia a milioni di volte più debole.

Leggi anche: Lizzie Velasquez “la donna più brutta del mondo”: apriamo la nostra mente

Soglie massime e divieti

Per valutare la sicurezza del loro utilizzo, il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (CSSC o Scientific Committee on Consumer Safety, SCCS) ha più volte, nel corso degli anni, valutato i dati scientifici riguardanti i loro potenziali effetti sulla salute. Studi sperimentali su animali hanno dimostrato che i parabeni generalmente hanno bassa tossicità e non sono causa di tumori. La recente direttiva europea che regola la produzione e il commercio dei cosmetici ha fissato comunque una soglia massima oltre la quale la presenza di parabeni può risultare dannosa per la salute e che corrisponde allo 0,40% nel caso dei singoli composti e allo 0,80% per le miscele. Nel 2014, una modifica al regolamento europeo sui cosmetici ha vietato l’uso di alcuni parabeni nei cosmetici. Inoltre ad aprile 2015 è entrata in vigore un’ulteriore modifica che impone limiti più restrittivi all’utilizzo del butilparabene e del propilparabene come conservanti nei prodotti cosmetici anche in Italia: la somma delle concentrazioni dei due conservanti, come acido, non deve superare lo 0,14%. È inoltre vietato l’uso nei cosmetici destinati ai bambini di età inferiore a tre anni per applicazione nell’area del pannolino. I prodotti cosmetici non conformi a queste nuove prescrizioni non potranno più essere immessi sul mercato a partire dal 16 aprile 2015, e non potranno più essere messi a disposizione sul mercato dal 16 ottobre 2015. Queste sostanze tanto osteggiate, quindi, offrono un valido aiuto ai produttori delle case cosmetiche e di cura e igiene personale e della casa, in quanto conservanti facilmente reperibili e di basso costo. Tuttavia, poiché sempre più persone vengono sensibilizzate a questo tipo di sostanze, sia l’Unione Europea sia il mercato si stanno dirigendo verso un loro uso sempre più limitato, sostituendoli con sostanze più tollerate dal nostro organismo, anche se per il momento ancora poco economiche.

Cosa fare allora davanti allo scaffale del supermercato?

Scegliamo un prodotto economico o preferiamo un prodotto più costoso ma privo di parabeni?
Nei limiti previsti dalla legge, queste sostanze possono essere considerate sicure, come tutti gli ingredienti usati dall’industria cosmetica e dalle industrie correlate; sono state approvate ufficialmente come conservanti per i cosmetici dalla Commissione Europea e da altre autorità. Se non siete allergici ai parabeni e non avete altri motivi per evitarli, potete acquistare in tranquillità i prodotti che preferite.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Microdermoabrasione con cristalli di corindone: esfoliazione profonda per trattare smagliature, pori dilatati, macchie cutanee, rughe, cicatrici ed acne

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare Medicina Estetica Mappatura Nei Posturale Dietologo Roma MICRODERMOABRASIONE CRISTALLI CORINDONE SMAGLIATURE MACCHIE ACNE RUGHE Radiofrequenza Rughe Cavitazione CelluliteLa Microdermoabrasione con cristalli di corindone è un trattamento medico estetico levigante e revitalizzante che utilizza cristalli di corindone altamente purificati che il medico depositata sulla pelle attraverso un manipolo specifico. Tali cristalli hanno una azione esfoliante molto potente, una specie di super scrub che elimina gli strati più superficiali (strato corneo e malpighiano) dell’epidermide, senza danneggiare in alcun modo la struttura architettonica della cute; viene mantenuta quindi integra la giunzione dermo-epidermica, senza alcun rischio di sanguinamento e disepitelizzazione, tipiche delle vecchie tecniche di dermoabrasione.
Oltre alla esfoliazione controllata degli strati più superficiali della cute, viene stimolato l’incremento della circolazione sanguigna e della produzione di collagene attraverso l’applicazione del vuoto sul manipolo applicatore.
Questo permette alle sostanze farmacologiche indispensabili per il trofismo cutaneo e per le funzionalità metaboliche cellulari, di penetrare più agevolmente nel derma: ciò è molto utile – come vedremo in seguito – per far penetrare nella cute dopo il trattamento alcune sostanze che proteggono, idratano e rigenerano la pelle.

Che cos’è il corindone?

Il corindone è un minerale costituito da ossido di alluminio. Può essere di vario colore ha lucentezza adamantina, è molto duro (occupa il nono posto nella scala delle durezze di Mohs) e se ne distinguono diverse varietà, tra cui il rubino e lo zaffiro. I cristalli di corindone altamente purificati, grazie alle sue caratteristiche, è usato in campo medico estetico come sostanza esfoliante.

Come si svolge il trattamento?

Dopo la detersione della zona da trattare, il medico passa il manipolo che applica i cristalli. Un trattamento dura al massimo 30 minuti e non è doloroso. Al termine della seduta si può tornare tranquillamente alle attività di tutti i giorni.

Quali sono i risultati?

Già dopo la prima seduta di Microdermoabrasione con cristalli di corindone, la zona trattata appare più levigata e liscia, compatta e priva di impurità. Può presentarsi un lieve rossore che scompare velocemente. Dopo alcuni trattamenti è ben visibile una diminuzione delle rughe, dell’acne, delle smagliature, delle macchie cutanee e di altri inestetismi della cute. La pelle è più giovane, vitale, luminosa, elastica e piacevole da toccare.

La Microdermoabrasione con cristalli di corindone può indebolire la pelle?

Se effettuata da un medico esperto e con uno strumento professionale, questo tipo trattamento non altera la naturale barriera di difesa della pelle e non sussiste il rischio dell’insorgenza di infiammazioni o irritazioni. Si consiglia però di evitare l’esposizione al sole nei giorni successivi al trattamento, ed è inoltre controindicata in caso di cute infiammata o con ferite.

Quanto dura un ciclo di Microdermoabrasione con cristalli di corindone?

Il ciclo varia in funzione della situazione di partenza del paziente, dei risultati che vuole raggiungere e dal tipo di inestetismo: sarà il medico ad indirizzare il paziente sulla giusta durata. Mediamente un ciclo completo è composto da un numero di sedute che oscilla tra 6 e 10 da effettuare con un intervallo di 10/14 giorni.

Quanto costa un trattamento di Microdermoabrasione con cristalli di corindone?

Il costo varia molto in funzione della situazione del paziente e del ciclo di trattamenti programmato. Mediamente il costo di una trattamento di Microdermoabrasione con cristalli di corindone effettuato dal medico è di circa 90 euro a seduta.

Subito dopo il trattamento di Microdermoabrasione cosa si applica?

Come abbiamo visto, la microdermoabrasione rappresenta un forte stimolo per la produzione di collagene ed elastina, essenziali per combattere il rilassamento e la perdita di tono della pelle. Ma i benefici non si fermano qui: avendo tolto il primo strato superficiale della pelle, questa diventa molto percettiva nei confronti di qualsiasi crema che viene applicata nelle 72 ore successive. Proprio per questo motivo, subito dopo il trattamento, io applico una crema di mia creazione chiamata VisCutis (dal latino “Vis” che significa forza e “Cutis” cioè pelle) che contiene la giusta percentuale di una serie di ingredienti utili a potenziare l’effetto della Microdermoabrasione ed a prevenire eventuali effetti collaterali.

Quali componenti contiene la crema VisCutis?

  1. Acido Ialuronico E’ un mucopolisaccaride particolarmente presente nel derma, fornisce un supporto anatomico, funzionale e nutrizionale alla cute. Favorisce la ricostituzione del derma dopo la dermoabrasione. Per capirci: la pelle “vecchia” viene rimossa dal trattamento e la pelle “nuova” viene ricostruita anche grazie all’acido ialuronico.
  2. Sulfadiazina Argentica E’ un principio attivo appartenente alla famiglia degli antibiotici sulfamidici in grado di inibire la replicazione batterica, viene usato in campo chirurgico e dermatologico per accelerare i processi di guarigione di ulcere, ferite ed ustioni. La Sulfadiazina blocca la sintesi di nuovi batteri e la presenza dello ione Argento determina un potente azione battericida ad ampio spettro. Tale principio, usato dopo il trattamento, protegge la pelle dalle infezioni ed accelera la riepitelizzazione.
  3. Alfa-tocoferolo acetato E’ una molecola molto importante per difendere la nostra pelle dalle radiazioni. Una volta assorbita dalla cute, avviene una lenta idrolisi dell’acetato, dando origine al tocoferolo e offrendo protezione contro i raggi ultravioletti.

La mia crema VisCutis contiene inoltre una lunga lista di altre molecole (collagene, vitamine, idratanti, antinfiammatorie…) che hanno la funzione di proteggere la pelle, idratarla ed aiutarla a rigenerarsi.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Tutti i metodi per attenuare e cancellare le tue smagliature

MEDICINA ONLINE SMAGLIATURE PELLE CUTE INESTETISMO DONNA UOMO LASER CAVITAZIONE RADIOFREQUENZA MONOPOLARE DIPOLARE TRIPOLARE MEDICINA ESTETICA COSMETICI.jpgSe c’è un inestetismo che le mie pazienti davvero non riescono a sopportare, è la smagliatura. Molte mi chiedono il motivo per cui si formano e se c’è un sistema per eliminarle o quantomeno attenuarle il più possibile. Scopriamolo insieme, partendo dalla domanda più scontata:

Cosa sono le smagliature?

Le smagliature o atrofie dermo-epidermiche a strie (nome scientifico: striae distensae) sono delle cicatrici che si presentano sulla cute, dovute alla rottura delle fibre elastiche del derma.

Come si formano le smagliature?

La smagliatura si forma nel momento in cui la pelle subisce una forte tensione, soprattutto se prolungata o ripetuta nel tempo.

Quali sono le cause della formazione delle smagliature?

Una delle principali cause di questo in estetismo è la scarsa elasticità del derma; non c’è un’età specifica nel quale si possono manifestare queste lesioni, anche se soprattutto si riscontrano nelle donne tra i 15 e i 30 anni. Tuttavia la comparsa delle smagliature si concentra nell’età adolescenziale, in seguito ad un rapido dimagrimento o ingrassamento, o in gravidanza. Le smagliature dell’adolescenza tendono a migliorare spontaneamente, diventando meno visibili. Durante il periodo della gravidanza le donne aumentano enormemente la tensione della pelle dell’addome, soprattutto nell’ultimo trimestre.
Un rapido aumento o diminuzione di peso provoca la rottura di fibre di collagene e conseguente trazione dei capillari del derma e sofferenza dei tessuti. Comunque le smagliature possono derivare anche dalla pratica più o meno intensiva di sport, cioè per l’aumento della muscolatura.

Leggi anche: I trattamenti di medicina estetica per cancellare le smagliature da gravidanza

Come e dove si presentano?

All’inizio presentano un aspetto rossastro ma si attenuano con il tempo, diventando bianche e lucide. Le zone più colpite sono addome, seno, glutei, cosce e fianchi;

Quando si presentano?

Le smagliature si presentano in seguito a cambiamenti volumetrici che avvengono in alcuni distretti del corpo, ad esempio:

  • durante l’adolescenza,
  • in gravidanza,
  • nell’allattamento,
  • in caso di un rapido aumento di peso,
  • in caso di forte perdita di peso dopo una dieta,
  • in caso di rapido aumento/perdita di massa muscolare.

Come fare a prevenire la formazione delle smagliature?

I notevoli progressi attuati in medicina estetica, fanno si che oggi le smagliature non siano più da considerarsi lesioni indelebili anche se spesso le possibilità di un successo terapeutico e quindi la loro completa regressione, rimangono limitate e comunque condizionate da vari fattori come la tempestività e la precocità sia della loro diagnosi che del loro trattamento. Qualsiasi trattamento terapeutico è quindi condizionato dal periodo di insorgenza delle strie e dello stadio del processo di cicatrizzazione. I vari trattamenti fin d’ora effettuati hanno infatti dimostrato la capacità di migliorare l’aspetto dell’inestetismo senza però essere in grado di eliminarlo del tutto. Ciò conferma che a tutt’oggi il miglior trattamento è di carattere preventivo e può espletarsi in vario modo, ovvero mediante un accurato controllo ponderale specie durante la pubertà; mediante una dieta equilibrata e con un igiene alimentare e di vita: evitare quindi, dimagrimenti drastici; praticare attività sportiva in maniera regolare e costante. Operare una protezione del sistema elastico del derma, soprattutto in quelle condizioni a rischio mediante l’uso costante, l’applicazione di sostanze elasticizzati previo massaggio delle zone trattate. Ciò infatti potrebbe migliorare, riattivare la circolazione locale e rendere così la cute più turgida, omogenea e idratata.
La cultura popolare consigliava e consiglia ancora oggi alla donna in gravidanza di ungere la pelle dell’addome e dei fianchi con olio di oliva. Sicuramente un fondamento di questa cura è dettato innanzitutto dall’utilità di ungere meccanicamente la pelle per apportarle un minimo di elasticità e di idratazione supplementari; inoltre non va sottovalutato l’apporto della vitamina E e degli acidi grassi dell’olio di oliva nel contrastare la formazione di radicali liberi. Ma certamente l’applicazione dell’olio di oliva non risolve totalmente il problema, forse può essere utile a prevenirlo, e pur tuttavia si scontra con il fatto che dal punto di vista olfattivo non trova eccessivo gradimento. Sono state allora proposte in alternativa molteplici altre sostanze, dall’olio di mandorle all’euserpina, dai trigliceridi e i fosfolipidi della soia al burro di karatè. Tutte hanno un fondamento logico e quindi un razionale impiego. Recentemente è stata studiata, per prevenire le smagliature l’attività dell’acido boswelico, estratto dalla Boswellia Serratia, una pianta originaria di India, Nord Africa, Medio Oriente, appartenente alla famiglia delle Burseracee, meglio nota come albero dell’incenso. Questa sostanza, già nota per la sua attività antinfiammatoria, ha dimostrato di poter inibire la produzione di radicali liberi e di impedire, in particolare, la migrazione dei globuli bianchi verso il luogo dell’infiammazione, attività che causa la distribuzione delle strutture che costituiscono il tessuto di sostegno della pelle. In definitiva l’acido boswelico produrrebbe effetti dermatologici benefici aumentando la disponibilità di elastina e collagene, idratando e rendendo più elastica la pelle.
Le regole generali contro le smagliature, sono però innanzitutto quelle di evitare i rapidi cambiamenti di peso e di cominciare la prevenzione già durante la pubertà e nelle donne in gravidanza, cercando di mantenere una corretta elasticità della pelle, sia con norme sane di vita, sia trattando la cute con prodotti idratanti. Una sana ed equilibrata alimentazione, evitando le diete drastiche, è molto importante per ridurre il rischio di smagliature. Alcune vitamine e minerali, come la vit. C, il betacarotene, la vitamina E, selenio, magnesio e zinco sono molto più utili nella prevenzione. Inoltre è consigliabile bere molta acqua, che aiuta a mantenere idratata ed elastica la pelle. E’ utile anche svolgere una regolare attività fisica per migliorare la circolazione, ridurre lo stress, non fumare (il fumo infatti è uno dei nemici più importanti per la perdita dell’elasticità della cute).

Leggi anche: Prevenire le smagliature, rigenerare i capelli, combattere rughe e cellulite: i mille usi dell’olio di mandorla

Quali sono le tecniche per attenuare e cancellare le smagliature?

Per attenuare le smagliature e tonificare la cute, la medicina estetica si avvale di svariate tecniche che possono essere integrate tra loro, anche se spesso non consentono una completa eliminazione delle smagliature ed inoltre hanno maggiore efficacia sulle lesioni recenti, di colorito rossastro, rispetto alle smagliature mature di colore biancastro. Le lesioni conclamate possono essere trattate mediante varie tecniche nessuna delle quali però – onestamente – fino ad oggi si è dimostrata essere un trattamento definitivo. Purtroppo infatti, spesso si ottiene come risultato solo il miglioramento visivo dell’inestetismo.
Si distinguono fondamentalmente un trattamento farmacologico o chimico (basato sull’applicazione di una sostanza sulle strie e dotata di azione necrotizzante sulle cellule al fine di promuoverne una rigenerazione) ed un trattamento fisico (basato invece sull’utilizzo di alcune apparecchiature talora anche molto sofisticate che meccanicamente con diverse tecniche consentono la rimozione del tessuto cutaneo smagliato). Nel tempo si sono succedute numerose proposte terapiche, dalla microdermoabrasione fino alla laser terapia chirurgica. Ma il rischio di entrambe è quello di sviluppare cicatrici o cheloidi a parte l’eritema e il sanguinamento che sono la norma, con i notevoli disagi che ciò comporta con le pazienti. Tra le terapie mediche più utilizzate la mesoterapia (intradermo terapia distrettuale ) con sostanze biostimolanti che danno la possibilità di reintegrare la perdita di sostanze avvenuta. Pur potendo risultare anche ottimale sul piano estetico, dal punto di vista istomorfologico non porterà mai ad una totale “ restituito ad integrum “. In tal caso il concetto di favorire un processo riparativo e rigenerativo trofico del tessuto si rende particolarmente utile ed è l’obiettivo terapeutico, dell’uso combinato di una miscela calibrata di Biostimolanti consolidati cioè: l’acido ialuronico, l’acido ascorbico ed il betaglucano.

L’acido ialuronico, l’acido ascorbico, il betaglucano e le smagliature

L’acido ialuronico è presente nella matrice extracellulare della cute in concentrazioni elevate dove svolge funzioni protettiva e riparatrice e possiede un’enorme capacità di legare acqua. Esso aumenta dove si verifica una rapida proliferazione, rigenerazione e riparazione del tessuto e viene quindi sintetizzato quando le cellule entrano in mitosi e sostituito quando la mitosi cessa, mediante l’attivazione dell’enzima ialuronidasi. Durante la mitosi, la grande capacità di acqua legata dallo jaluronico apre ampi spazi extracellulari permettendo il movimento delle cellule e il loro distacco. La capacità dell’acido ialuronico di promuovere la proliferazione cellulare è legata alla sua concentrazione e alla sua grandezza molecolare. L’acido ialuronico viene facilmente depolimerizzato dai radicali liberi presenti nei tessuti perciò tutte le sostanze “ scavanger “ e gli antiossidanti fungono da protezione nei confronti dello stesso. L’altro componente è la vitamina C che svolge un ruolo indispensabile quale co-fattore per l’attivazione universale del metabolismo cellulare e come antiradicale libero ubiquitario. Qui è presente sotto forma salificata con l’aminoacido arginina per renderla stabile perché il grave problema dell’acido ascorbico è che tende facilmente ad ossidarsi. È importante sia per la crescita sia per la riparazione dei tessuti biologici, infatti stimola la sintesi e la maturazione di nuove fibre collagene e della sostanza del connettivo. Il terzo componente è il betaglucano, potente attivatore del sistema immunitario cutaneo, sia dei macrofagi sia dei neutrofili, svolge un’interessante ruolo citostimolante.

Peeling chimico

Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l’uso di sostanze chimiche. Questi si distinguono in peeling leggeri e peeling profondi. Un peeling superficiale accelera l’esfoliazione naturale dello strato corneo, mentre un peeling profondo crea necrosi e infiammazione nell’epidermide, nel derma papillare o nel derma reticolare, con lo scopo fondamentale di provocare lo scollamento profondo della pelle atrofica nelle zone trattate per favorire poi la neosintesi di tessuto cutaneo attraverso la stimolazione dei fibroblasti. Il peeling chimico crea evidenti cambiamenti nella pelle attraverso tre meccanismi d’azione:

  • stimolazione del turnover cellulare attraverso la rimozione delle cellule morte dello strato corneo;
  • eliminazione di cellule epidermiche danneggiate e degenerate, che saranno rimpiazzate da cellule epidermiche normali. Questo risultato sarà particolarmente evidente nel trattamento delle cheratosi attiniche e delle pigmentazioni anomale;
  • introduzione di una reazione infiammatoria e attivazione dei mediatori dell’infiammazione (un meccanismo ancora poco conosciuto) che attiva la produzione di nuove fibre di collagene e di glicosaminoglicani (meccanismi rivitalizzanti del derma).

Eseguendo varie sedute di peeling superficiali o di media profondità otterremo, attraverso un risultato cumulativo, risultati estetici eccellenti e duraturi senza rischi di effetti indesiderati. Per una preparazione corretta della pelle si consiglia l’uso di formulazioni domiciliari contenenti alfa-idrossiacidi nelle due settimane precedenti il peeling. Questo tipo di preparazione della cute consente di ottenere un risultato più evidente e una più rapida riepitelizzazione. Tale più rapida riepitelizzazione diminuisce il rischio di infezioni e complicanze. Inoltre ciò riduce l’incidenza di iperpigmentazioni post-infiammatorie. Anche l’uso di sostanze depigmentanti ( idrochinone, acido cogico, acido azelaico ), è consigliabile per prevenire ed attenuare la comparsa di iperpigmentazioni post infiammatorie. Il meccanismo d’azione di queste sostanze è quello di inibire la tirosinasi, enzima responsabile della conversione della tiroxina in L-dopa. Quindi, utilizzando per qualche settimana prima di un peeling una sostanza ad effetto schiarente che blocca la tirosinasi, e impedisce la deposizione della melanina sulla superficie cutanea, diminuisce notevolmente il rischio di reazioni post-infiammatorie e di pigmentazioni anomale.

Leggi anche: Peeling chimico per una pelle nuova

Acido Glicolico

Negli anni ’90 la diffusione dell’acido glicolico rappresentò un passo avanti grazie alla sua maneggevolezza, al fatto che questo alfaidrossiacido poteva lavorare bene sullo strato cheratinico ( con riduzione del livello tra la zona sede di stria e la cute circostante ) e sui fibroblasti che venivano stimolati dalla formazione di neocollagene. L’acido glicolico è un prodotto naturale derivante dalla canna da zucchero ed è indicato soprattutto per pelli chiare. È un trattamento ambulatoriale in cui il glicolico viene utilizzato in concentrazioni elevate ( 20 – 35 – 50 – 70% ) mediante un pennello a ventaglio sulla cute atrofica e lasciato agire per un intervallo dai 10 – 30 minuti a seconda della diversa sensibilità del paziente, del tipo di pelle e della reazione cutanea riscontrata. Ovviamente più a lungo si lascia in posa l’acido sulla pelle e più in profondità penetra. Alla fine dopo la neutralizzazione con sostanza basica si sciacqua con acqua e si distende sulla cute una crema idratante. Il trattamento in genere prevede un ciclo di 8 – 12 sedute. È consigliabile effettuare una seduta mensile;non vi sono controindicazioni, l’unica precauzione consiste nell’evitare l’esposizione ai raggi solari nelle due settimane successive la seduta.

Acido Tricloroacetico

L’acido tricloroacetico si utilizza in soluzioni acquose a varie concentrazioni ( dal 10 al 50% ). La preparazione della cute è un momento importante se non determinante. Dopo un’accurata detersione si applica l’acido. L’effetto iniziale, dopo un rapidissimo e fugace eritema, consiste in uno sbiancamento ( frost o frosting ) della cute. Il paziente avverte quasi immediatamente una forte sensazione di calore, bruciore e vertigine. È consigliabile neutralizzare gli effetti dell’acido tamponando le zone trattate con spugne imbevute di soluzione fisiologica, non prima però di 60 – 90 secondi perché ne verrebbe vanificato l’effetto. Dopo un arco di tempo variabile dai 15 ai 50 minuti sparisce l’effetto di sbiancamento ed appare un’intensa reazione eritematosa con sensazione di bruciore che recede entro 1 – 2 ore. In questa fase si applicano impacchi freddi per attenuare il fastidio. Nei tre giorni successivi la pelle si presenta color mattone, secca e raggrinzita. Tra il quarto e il quinto giorno inizia un processo di desquamazione. Il trattamento domiciliare prevede per 3 – 4 mesi l’applicazione di creme idratanti nelle ore notturne e fotoprotettori a schermo totale nelle ore diurne.

Cromopeel

È un peeling chimico ultimo ritrovato nel trattamento delle smagliature, è una metodica che nasce nel 1993. è una preparazione galenica costituita da acido glicolico, acido salicilico e resorcina. L’azione degli acidi esercita un’esfoliazione cioè la caduta degli strati superficiali dell’epidermide e tende a levigare i bordi della lesione migliorandone la differenza di spessore, la resorcina ( un acido che esposto alla luce assume un caratteristico colore ambrato ), tende a colorare la smagliatura, “ mascherandola “ e rendendola uniforme con il resto della cute. Le ripetute applicazioni infatti, hanno lo scopo di pigmentare le strie e renderle meno evidenti. I risultati sono decisamente migliori sulle smagliature piccole. Il cromopeel è utile anche nel rassodamento cutaneo di zone come l’interno cosce, l’ombelico e l’addome. Non comporta rischi tranne l’eventuale ipersensibilità all’acido salicilico. La cadenza dei trattamenti è settimanale per 8 – 10 settimane ed eventuali richiami ogni 3 – 4 mesi. Il trattamento è particolarmente adatto nei soggetti con pelle scura. È importante ricordare alla paziente di non indossare dopo l’applicazione abiti aderenti, cinture, calze sintetiche; di lavare via il prodotto dopo circa 7 – 8 ore e di evitare l’esposizione solare fino al termine della fase esfoliativa. Intorno alla 3-4 seduta comincerà l’esfoliazione e la pigmentazione, che indicheranno anche l’inizio della terapia domiciliare con cromopeel crema. Il cromopeel può essere applicato anche sulle piccole cicatrici ipocromiche conseguenti a sutura ma mai al volto. Anche la vitiligine potrebbe rappresentare un campo applicativo cercando però di favorire l’effetto pigmentante e diminuire quello esfoliante. Tra le complicanze di notevole rilievo ricordiamo l’escara; qualora si formasse è necessario evitare di lavare la parte, e di staccarla, mentre è consigliata l’applicazione di una crema cortisonica topica sino al riassorbimento completo. Il cromopeel esiste in due formulazioni l’una ridotta, l’altra ossidata rispettivamente indicate per pelli molto chiare (fototipo 1 – 2) e pelli più scure (fototipo 2 – 6). Il cromopeel oltre ai dimostrati effetti esfoliante e pigmentante ha anche la capacità di indurre l’attivazione di cellule fibroblastiche con conseguente produzione di nuove fibre di collagene ed elastiche e di non attivare il sistema immuno-modulante cutaneo. In definitiva il cromopeel si presenta come un trattamento vantaggioso per l’assenza di invasività, di facile applicabilità, di costi moderati, e soprattutto buoni risultati estetici.

Leggi anche: Scopri a quale fototipo appartieni

Microdermoabrasione

La microdermoabrasione così come il peeling ha l’obiettivo di levigare la pelle e può essere associata al trattamento chimico. Con essa si asportano in modo meccanico attraverso lo sfregamento sulla cute piccole porzioni della medesima. Trattasi di un piccolo intervento che si avvale di uno strumento elettrico in cui la distensione e lo sfregamento della cute viene provocato con materiali vari come i cristalli di Corindone, ovvero un diamante artificiale od anche microgranuli di idrossido di alluminio. Si esegue ambulatorialmente, talora in anestesia locale in soggetti particolarmente sensibili. È un trattamento leggero più cruento degli altri ma di solito è indolore e ripetibile nel tempo. Esso provoca una microdermoabrasione controllata sulla superficie della cute, per cui si formeranno inizialmente delle croste come meccanismo riparativo, le quali cadono in genere dopo 1 – 2 settimane. Nella stessa seduta possono essere trattate più smagliature a patto che siano molto superficiali, altrimenti bisognerà ripetere le sedute. La durata e la frequenza delle sedute varieranno in rapporto al numero, intensità e gravità delle smagliature. Piccole smagliature superficiali, infatti, possono essere risolte con piccole sedute. Tale metodo consente il rispetto della biologia dei tessuti i quali non vengono maltrattati ma lievemente abrasi dalla finissima polvere dei microcristalli. Subito dopo l’intervento sulla cute trattata, si applicheranno garze medicate per 8 -10 giorni. Inoltre sempre a domicilio si applicheranno per lunghi periodi delle creme che miglioreranno il microcircolo. In poco tempo, alla fine, alla cute smagliata si sostituirà una nuova pelle tonica, morbida, e pigmentata. Nei casi di insuccesso e nei casi più disperati, non rimane altro che l’eliminazione fisica della smagliatura attraverso il ricorso del laser o alla microchirurgia. Di recente utilizzo infatti è il ricorso ad una nuova tecnica di microchirurgia denominata TRILIX che consiste in microasportazioni cutanee senza lasciare sulla pelle inestetiche cicatrici. È una tecnica ambulatoriale previa anestesia locale infiltrativa. Si interviene sulla cute a livello millimetrico in modo da non attivare un importante processo cicatriziale. Di solito sono necessarie un paio di sedute per asportare atrofie cutanee anche estese e di vecchia data senza necessità di ricorrere a suture e a distanza l’un dall’altra di 15 – 20 gg.

Radiofrequenza monopolare

La radiofrequenza monopolare è un ottimo sistema per trattare le smagliature, a tal proposito vi rimando ad un altro mio articolo: La radiofrequenza monopolare: effetto lifting immediato su viso, collo, mani, addome, glutei e gambe

Elettroporazione – Veicolazione transdermica di principi attivi

Anche l’elettroporazione è un metodo utile per trattare le smagliature, vi rimando all’articolo apposito: Elettroporazione – Veicolazione transdermica di principi attivi per contrastare acne, rughe, macchie cutanee, cicatrici e smagliature

Laser Erbium-CO2

I laser hanno segnato un’ importante svolta nel trattamento degli inestetismi della pelle. Quelli specifici a disposizione sono fondamentalmente di due tipi: i laser CO2 e quelli ad Erbium. Entrambi permettono di eliminare gli strati della pelle danneggiati, spianare le rughe e le cicatrici, eliminare le macchie cutanee. Il laser a CO2 agisce vaporizzando i tessuti; è ideale nei casi di pelle molto rovinata e poco elastica. Infatti non solo elimina gli strati più superficiali ma è anche in grado di determinare un’importante contrazione delle fibre collagene ed elastiche presenti nel derma e rendere perciò la pelle molto più tonica “effetto lifting“. È stato dimostrato che un solo trattamento stimola per anni un’ abbondantissima produzione di collagene. Un altro vantaggio del laser è dato dalla sicurezza che le zone che vengono trattate vengono “ livellate “ sempre dello spessore desiderato, nulla è lasciato al caso. Di contro il periodo post-operatorio è abbastanza impegnativo e l’arrossamento che ne consegue permane a lungo (circa 3 mesi). Il laser Erbium è molto più delicato del CO2; funziona causando delle microesplosioni (fotoablazione) delle cellule superficiali della pelle e a differenza del CO2 non surriscalda gli strati più profondi del derma. Ciò determina un periodo postoperatorio molto più rapido, un arrossamento più limitato nel tempo ma anche un risultato lievemente inferiore. A guarigione ultimata l’aspetto della pelle è decisamente modificato: cute nuova, fresca, rosata, delicata e vellutata. Sono oggi in commercio laser che combinano l’azione del CO2 a quella dell’Erbium e che permettono di ottenere risultati notevolissimi con tempi di recupero ridotti. Le pazienti con pelle olivastra devono essere trattate con cautela per la possibilità di ipo o iperpigmentazione residua. Un rischio connesso con tutti i tipi di laser è rappresentato dall’attivazione di infezioni erpetiche. Per tale motivo è consigliato effettuare una profilassi con aciclovir, che verrà proseguito per circa una settimana dopo il trattamento. Va sempre associata una profilassi antibiotica. Una volta che la zona trattata è completamente riepitelizzata, viene iniziato un trattamento locale con idrocortisone 1%, astaxantina per os e protezione solare totale.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Cosa sono i brufoli ed i punti neri e come fare per prevenirli e curarli?

MEDICINA ONLINE PELLE CUTE DERMA DERMATITE COMEDONE PUNTONERO BRUFOLO ACNE GIOVANILE TARDIVA COSA SONO CURA DETERGENTE GEL PELO TERAPIA CURA POMATA CREMA FARMACI RIMOZIONE SEBO SEBACEA.jpgCosa sono brufoli e punti neri lo sanno tutti, ma cosa sono tecnicamente e come si formano, sono informazioni meno conosciute. Cerchiamo oggi di fare un po’ di chiarezza.

All’origine di tutto c’è il punto nero
I punti neri (anche detti comedoni) conosciuti anche come punti neri, sono formazioni di colore tendente al giallo scuro o anche al grigio/nero, che si sviluppano sulla superficie della pelle. Si tratta di una dilatazione dell’orifizio del follicolo nel cui interno si trovano grassi, cheratina, melanina, peli e batteri, tra cui il Propionibacterium acnes che danneggia ulteriormente il tessuto.

Come si forma un punto nero?
Un comedone si forma quando il canale del follicolo pilifero della ghiandola sebacea si ostruisce a causa di una eccessiva cheratinizzazione. Le lamine cornee si ispessiscono e formano una sorta di tappo che ostruisce l’apertura del dotto ghiandolare, impedendo la fuoriuscita del sebo. Il “tappo” poi scurisce a causa di depositi di melanina e dell’azione ossidante dell’ossigeno.

Come si forma il brufolo?
Il comedone crea le basi per la formazione del foruncolo. Vari batteri, tra cui il Propionibacterium acnes e lo Staphylococcus epidermis, possono penetrare all’interno dei pori otturati dai punti neri. Tali batteri passano attraverso il poro e scendono nel follicolo dove si trovano le cellule che fanno crescere i peli e quelle che producono sebo, la sostanza oleosa che li protegge, determinando infezione. Questa infezione richiama subito le difese dell’organismo. Dai vasi sanguigni e dal derma circostante (il tessuto sotto l’epidermide) accorrono globuli bianchi e anticorpi. L’intera zona si gonfia: è nato il foruncolo. È rosso perché i capillari si dilatano per favorire l’afflusso dei “difensori”, che di solito nel giro di 24-48 ore distruggono i batteri. Verso la fine della battaglia i capillari tornano progressivamente normali e dal sangue giungono i macrofagi, cellule specializzate che fanno piazza pulita dei resti dei combattenti morti: il brufolo si “sgonfia”.

Leggi anche: Punti neri (comedoni): tutti i rimedi naturali per eliminarli

Cos’è il liquido giallo del brufolo?
Alla fine della battaglia il foruncolo può risultare pieno di un liquido giallo presente in quantità variabile. Tale liquido giallastro (fatto di acqua, di sebo, di anticorpi e batteri “sconfitti”) e, riuscendo a farsi strada verso la superficie e a uscire dal poro, diventa visibile all’esterno nella caratteristica – ed inestetica – maniera che tutti conosciamo. L’infezione è però vinta: il brufolo è guarito. Lentamente il liquido viene eliminato dall’organismo.

Perché il foruncolo può lasciare cicatrici?
La vera e propria battaglia tra sistema immunitario e batteri, è una guerra senza esclusione di colpi, che coinvolge anche gli innocenti: i globuli bianchi emettono infatti enzimi capaci di distruggere la membrana esterna dei batteri. Ma gli enzimi non fanno distinzione, e disgregano anche la parete delle cellule circostanti, quelle che formano il follicolo. Ecco perché, quando i foruncoli sono molti e profondi (come nei casi di acne grave), possono rimanere cicatrici.

Leggi anche: La zona dove compare l’acne, rivela i tuoi problemi fisici e psicologici

Perché i brufoli vengono soprattutto durante l’adolescenza?
L’aumento degli androgeni (ormoni sessuali), estremamente importante nel periodo adolescenziale, stimola le ghiandole sebacee a produrre più sebo. La ghiandola funziona in maniera copiosa ma, come abbiamo visto prima, la cheratinizzazione impedisce al sebo di uscire: nel giro di qualche giorno si forma il punto nero e successivamente il brufolo.

Serve schiacciare i brufoli?
Solo se hanno la puntina gialla leggermente in rilievo sul gonfiore circostante: significa che ormai l’apparato immunitario ha svolto fino in fondo il suo compito e si può fare uscire il liquido. Basterà tendere e poi premere un po’ la pelle intorno, anche se il mio consiglio rimane sempre quello di resistere, ed aspettare che il corpo riassorba il liquido. In caso contrario, il trauma dello schiacciamento, potrebbe favorire una nuova infezione del sito.

Leggi anche: Spremere o incidere il brufolo: lo fa davvero passare prima?

Cosa fare se il brufolo è rosso?
Se il brufolo è ancora soltanto rosso, schiacciarlo è dannoso: il liquido non può uscire perché il gonfiore ha stretto il canale che porta verso il poro e, premendo la zona con le dita, le pareti interne del follicolo possono rompersi, propagando l’infezione al derma circostante, con il risultato di aumentare il diametro del brufolo e quindi il rischio di cicatrici. Schiacciare i punti neri serve invece a impedire che si trasformino in foruncoli, quindi è possibile eliminarli, avendo molta cura nel farlo.

Perché i miei amici non hanno un brufolo ed io si?
Ci sono persone più fortunate ed altre meno fortunate, in questo neanche il brufolo fa eccezione: alcuni soggetti passano l’adolescenza senza un foruncolo, la pelle liscia come la seta, altri invece devono combattere con essi tutta la vita. La spiegazione è semplice: dipende dal numero e dal funzionamento dei recettori per gli ormoni che ognuno di noi ha sulle ghiandole sebacee. Alcune persone nascono con ghiandole dotate di molti recettori: alla pubertà esse cominceranno a funzionare e, ricevendo più ormoni, produrranno più sebo, dunque comedoni e foruncoli. Altri hanno meno recettori e quindi la pelle liscia. Non a caso ci sono popolazioni che non hanno quasi mai brufoli, come i giapponesi e i coreani: nelle loro ghiandole, pochi recettori.

Cioccolato, dolci e cibi piccanti fanno venire i brufoli?
Il cioccolato è innocente. Si può mangiarne a volontà (senza esagerare!) e non avere un brufolo in più. Lo stesso vale per gli alimenti piccanti o per altri tipi di dolci. Diversi esperimenti condotti negli Stati Uniti hanno ormai dimostrato in modo inequivocabile che non sono gli alimenti a riempire la faccia di brufoli (a meno di non essere allergici, naturalmente). I ricercatori hanno messo due gruppi di adolescenti a diete differenziate: una ricca di cioccolato e dolciumi, l’altra del tutto priva di leccornie dolci. Dopo alcune settimane hanno messo a confronto le foto del viso dei ragazzi scattate prima e dopo l’esperimento. Il risultato? Le facce piene di brufoli prima della “cura al cioccolato” erano ancora foruncolose, ma l’acne non era aumentata, mentre la pelle dei ragazzi che non soffrivano di acne non aveva neanche un brufolo, come sempre.

I migliori prodotti per l’igiene orale e la bellezza del viso
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della bocca e del viso, in grado di migliorare l’igiene orale, combattere l’alito cattivo, pulire la lingua dalla patina ed idratare le labbra:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn e su Pinterest, grazie!