Con “sindrome di Ehlers-Danlos” (in inglese “Ehlers–Danlos syndromes”) in medicina si identifica un gruppo di patologie ereditarie clinicamente e geneticamente Continua a leggere
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Aracnodattilia, segno del pollice e del polso, Sindrome di Marfan e di Beals
Con “aracnodattilia” (“dita a ragno”) si intende una deformità dello scheletro delle mani caratterizzata da dita affusolate e sproporzionatamente allungate rispetto al palmo della mano o alla pianta del piede. Queste estremità possono risultare, inoltre, insolitamente flessibili, similmente alle zampe di un ragno, motivo per cui questa patologia è così chiamata. Costituisce uno dei sintomi della Sindrome di Marfan ed è caratterizzata dal “segno del pollice” e dal “segno del polso”. L’aracnodattilia può essere congenita e svilupparsi nel contesto di diverse malattie genetiche. Altre persone possono manifestare questo allungamento patologico delle dita delle mani e dei piedi nel tempo, durante l’infanzia o l’età adulta.
Cos’è il “segno del pollice”?
L’aracnodattilia si riconosce per la positività del “segno del pollice”, che consiste nel far chiudere il pugno con all’interno il pollice: se si osserva la protrusione della falange distale dello stesso dito, oltre il bordo ulnare, allora il segno del pollice è detto “positivo” ed indica la presenza di aracnodattilia (vedi foto in alto a sinistra).
Cos’è il “segno del polso”?
Altro esame utile nella valutazione della patologia in questione, è il “segno del polso”: se le falangi distali di pollice e mignolo si sovrappongono, quando poste a cingere il polso, il segno del polso è “positivo” ed indica aracnodattilia (vedi foto in alto a destra).
Patologie in cui è presente l’aracnodattilia
L’aracnodattilia costituisce tipicamente un sintomo della Sindrome di Marfan, dipendendo da un’alterazione nel metabolismo del collagene. Questa deformità rientra però anche tra le anomalie che si possono riscontrare nell’omocisteinuria e nella Sindrome di Beals (malattia del tessuto connettivo che si presenta in modo simile alla Sindrome di Marfan). In qualche caso, però, l’aracnodattilia può presentarsi in assenza di una malattia di base.
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Di cos’è fatto un osso, a che serve e perché è così resistente?
Un osso (in inglese “bone”) è una componente anatomica del corpo umano ed insieme alle altre ossa costituisce lo scheletro umano.
Funzioni delle ossa
Pur essendo strutture anatomiche apparentemente semplici, le funzioni delle ossa -nel loro insieme – sono in realtà molteplici:
- funzione di strutturale e di sostegno per l’intero corpo;
- funzione di protezione degli organi interni (come nel caso di gabbia toracica, cranio e bacino);
- funzione di inserzione dei muscoli;
- funzione di articolazione;
- funzione emopoietica (produzione di cellule del sangue: il midollo delle ossa lunghe ed il tessuto spugnoso delle ossa piatte contengono cellule staminali che generano i globuli rossi e i globuli bianchi);
- funzione di riserva di grassi: il midollo giallo contiene molti acidi grassi che all’occorrenza vengono prelevati dal sangue.
- funzione di magazzino per i sali minerali in relazione alle necessità dell’organismo, soprattutto sali di calcio e di fosforo;
- funzione di riserva di fattori di crescita: la matrice ossea mineralizzata contiene quantità importanti di molti fattori di crescita, come il fattore insulinosimile e la proteina morfogenetica delle ossa. Oltre a fungere da riserva e quindi a mantenere costante la concentrazione sanguigna di questi fattori, essi vengono liberati localmente in caso di frattura, innescando e accelerando il processo di guarigione.
- funzione di detossificazione: la parte inorganica delle ossa può assorbire molti metalli pesanti e altri elementi estranei, togliendoli dal circolo sanguigno e riducendo quindi il loro effetto nocivo sugli altri tessuti. Questi elementi vengono poi rilasciati lentamente per escrezione;
- funzione di equilibrio acido-base: Grazie al grande contenuto di sali minerali, l’osso funge da tampone ematico, e riequilibra le variazioni di pH del sangue assorbendo o rilasciando sali minerali e ioni;
- funzione di secrezione endocrina: l’osso controlla il metabolismo del fosforo secernendo FGF-23, il fattore di crescita dei fibroblasti, che riduce il riassorbimento renale degli ioni fosfato. Inoltre, tramite l’osteocalcina, abbassa la glicemia migliorando la sensibilità all’insulina, e riduce la crescita del tessuto adiposo;
- funzione sensoriale: i tre ossicini dell’orecchio medico (martello incudine e staffa) trasmettono il suono agli organi interni dell’orecchio;
- funzione di sistema di leve, sulle quali i muscoli esercitano la loro azione di movimento tramite le contrazioni muscolari.
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Di cosa sono fatte le ossa?
Le ossa sono costituite da tessuto osseo, un tipo di tessuto connettivo caratterizzato dalla mineralizzazione della sostanza fondamentale che presenta due tipi di struttura:
- non lamellare (propria delle ossa in formazione nel feto e di quelle riparate in seguito a fratture);
- lamellare.
La particolare composizione del tessuto osseo conferisce all’osso le sue caratteristiche di durezza e flessibilità (entro certi limiti fisiologici): ossa sottoposte a trattamenti proteolitici finalizzati ad eliminare la componente proteica dell’osso hanno prodotto ossa molto dure ma fragili, in seguito a decalcificazione le ossa invece divenivano molto elastiche e flessibili ma poco dure. Alla luce di ciò appare chiaro che:
- la componente proteica garantisce all’osso una buona resistenza alle sollecitazioni meccaniche;
- la componente mineralizzata conferisce all’osso la caratteristica durezza.
La componente organica dell’osso (circa il 30% di esso) è costituita da:
- collagene I;
- osseina;
- osteomucoide (una glicoproteina).
La componente mineralizzata – che nell’adulto costituisce circa il 70% dell’intero osso – è composta da:
- fosfato di calcio in forma di cristalli di idrossiapatite (86% della componente mineralizzata) ;
- carbonato di calcio (12%);
- fosfato di magnesio (1,5%);
- fluoruro di magnesio (0,5%);
- ossido di ferro (0,1%).
Le cellule delle ossa
Nonostante siano in parte costituite da minerali, le ossa sono organi a tutti gli effetti: la loro parte minerale viene costantemente rinnovata da due tipi di cellule al loro interno, gli osteoclasti e gli osteoblasti. Grazie ad esse negli esseri umani, un osso normale viene distrutto e ricostruito completamente ogni due mesi circa. Per approfondire leggi anche: Differenza tra osteoblasti, osteoclasti ed osteociti
Periostio
Tutte le ossa sono ricoperte da una membrana fibrosa di colore biancastro molto vascolarizzata chiamata periostio da cui partono fasci di fibre connettive (fibre di Sharpey) che si estendono in profondità ancorando il periostio all’osso. Nei punti in cui l’osso si articola con altre ossa le fibre del periostio si intrecciano con quelle della capsula sinoviale, o nelle vertebre con quelle dei dischi intervertebrali. Il periostio si interrompe anche nei punti di inserzione della muscolatura lasciando il posto ai tendini. Le cavità interne dell’osso sono ricoperte da una membrana simile al periostio chiamata endostio e contengono il midollo osseo preposto all’emopoiesi, ossia la creazione di eritrociti, leucociti e piastrine.
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Cosa sono i brufoli ed i punti neri e come fare per prevenirli e curarli?
Cosa sono brufoli e punti neri lo sanno tutti, ma cosa sono tecnicamente e come si formano, sono informazioni meno conosciute. Cerchiamo oggi di fare un po’ di chiarezza.
All’origine di tutto c’è il punto nero
I punti neri (anche detti comedoni) conosciuti anche come punti neri, sono formazioni di colore tendente al giallo scuro o anche al grigio/nero, che si sviluppano sulla superficie della pelle. Si tratta di una dilatazione dell’orifizio del follicolo nel cui interno si trovano grassi, cheratina, melanina, peli e batteri, tra cui il Propionibacterium acnes che danneggia ulteriormente il tessuto.
Come si forma un punto nero?
Un comedone si forma quando il canale del follicolo pilifero della ghiandola sebacea si ostruisce a causa di una eccessiva cheratinizzazione. Le lamine cornee si ispessiscono e formano una sorta di tappo che ostruisce l’apertura del dotto ghiandolare, impedendo la fuoriuscita del sebo. Il “tappo” poi scurisce a causa di depositi di melanina e dell’azione ossidante dell’ossigeno.
Come si forma il brufolo?
Il comedone crea le basi per la formazione del foruncolo. Vari batteri, tra cui il Propionibacterium acnes e lo Staphylococcus epidermis, possono penetrare all’interno dei pori otturati dai punti neri. Tali batteri passano attraverso il poro e scendono nel follicolo dove si trovano le cellule che fanno crescere i peli e quelle che producono sebo, la sostanza oleosa che li protegge, determinando infezione. Questa infezione richiama subito le difese dell’organismo. Dai vasi sanguigni e dal derma circostante (il tessuto sotto l’epidermide) accorrono globuli bianchi e anticorpi. L’intera zona si gonfia: è nato il foruncolo. È rosso perché i capillari si dilatano per favorire l’afflusso dei “difensori”, che di solito nel giro di 24-48 ore distruggono i batteri. Verso la fine della battaglia i capillari tornano progressivamente normali e dal sangue giungono i macrofagi, cellule specializzate che fanno piazza pulita dei resti dei combattenti morti: il brufolo si “sgonfia”.
Leggi anche: Punti neri (comedoni): tutti i rimedi naturali per eliminarli
Cos’è il liquido giallo del brufolo?
Alla fine della battaglia il foruncolo può risultare pieno di un liquido giallo presente in quantità variabile. Tale liquido giallastro (fatto di acqua, di sebo, di anticorpi e batteri “sconfitti”) e, riuscendo a farsi strada verso la superficie e a uscire dal poro, diventa visibile all’esterno nella caratteristica – ed inestetica – maniera che tutti conosciamo. L’infezione è però vinta: il brufolo è guarito. Lentamente il liquido viene eliminato dall’organismo.
Perché il foruncolo può lasciare cicatrici?
La vera e propria battaglia tra sistema immunitario e batteri, è una guerra senza esclusione di colpi, che coinvolge anche gli innocenti: i globuli bianchi emettono infatti enzimi capaci di distruggere la membrana esterna dei batteri. Ma gli enzimi non fanno distinzione, e disgregano anche la parete delle cellule circostanti, quelle che formano il follicolo. Ecco perché, quando i foruncoli sono molti e profondi (come nei casi di acne grave), possono rimanere cicatrici.
Leggi anche: La zona dove compare l’acne, rivela i tuoi problemi fisici e psicologici
Perché i brufoli vengono soprattutto durante l’adolescenza?
L’aumento degli androgeni (ormoni sessuali), estremamente importante nel periodo adolescenziale, stimola le ghiandole sebacee a produrre più sebo. La ghiandola funziona in maniera copiosa ma, come abbiamo visto prima, la cheratinizzazione impedisce al sebo di uscire: nel giro di qualche giorno si forma il punto nero e successivamente il brufolo.
Serve schiacciare i brufoli?
Solo se hanno la puntina gialla leggermente in rilievo sul gonfiore circostante: significa che ormai l’apparato immunitario ha svolto fino in fondo il suo compito e si può fare uscire il liquido. Basterà tendere e poi premere un po’ la pelle intorno, anche se il mio consiglio rimane sempre quello di resistere, ed aspettare che il corpo riassorba il liquido. In caso contrario, il trauma dello schiacciamento, potrebbe favorire una nuova infezione del sito.
Leggi anche: Spremere o incidere il brufolo: lo fa davvero passare prima?
Cosa fare se il brufolo è rosso?
Se il brufolo è ancora soltanto rosso, schiacciarlo è dannoso: il liquido non può uscire perché il gonfiore ha stretto il canale che porta verso il poro e, premendo la zona con le dita, le pareti interne del follicolo possono rompersi, propagando l’infezione al derma circostante, con il risultato di aumentare il diametro del brufolo e quindi il rischio di cicatrici. Schiacciare i punti neri serve invece a impedire che si trasformino in foruncoli, quindi è possibile eliminarli, avendo molta cura nel farlo.
Perché i miei amici non hanno un brufolo ed io si?
Ci sono persone più fortunate ed altre meno fortunate, in questo neanche il brufolo fa eccezione: alcuni soggetti passano l’adolescenza senza un foruncolo, la pelle liscia come la seta, altri invece devono combattere con essi tutta la vita. La spiegazione è semplice: dipende dal numero e dal funzionamento dei recettori per gli ormoni che ognuno di noi ha sulle ghiandole sebacee. Alcune persone nascono con ghiandole dotate di molti recettori: alla pubertà esse cominceranno a funzionare e, ricevendo più ormoni, produrranno più sebo, dunque comedoni e foruncoli. Altri hanno meno recettori e quindi la pelle liscia. Non a caso ci sono popolazioni che non hanno quasi mai brufoli, come i giapponesi e i coreani: nelle loro ghiandole, pochi recettori.
Cioccolato, dolci e cibi piccanti fanno venire i brufoli?
Il cioccolato è innocente. Si può mangiarne a volontà (senza esagerare!) e non avere un brufolo in più. Lo stesso vale per gli alimenti piccanti o per altri tipi di dolci. Diversi esperimenti condotti negli Stati Uniti hanno ormai dimostrato in modo inequivocabile che non sono gli alimenti a riempire la faccia di brufoli (a meno di non essere allergici, naturalmente). I ricercatori hanno messo due gruppi di adolescenti a diete differenziate: una ricca di cioccolato e dolciumi, l’altra del tutto priva di leccornie dolci. Dopo alcune settimane hanno messo a confronto le foto del viso dei ragazzi scattate prima e dopo l’esperimento. Il risultato? Le facce piene di brufoli prima della “cura al cioccolato” erano ancora foruncolose, ma l’acne non era aumentata, mentre la pelle dei ragazzi che non soffrivano di acne non aveva neanche un brufolo, come sempre.
I migliori prodotti per l’igiene orale e la bellezza del viso
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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La radiofrequenza monopolare: effetto lifting su viso, collo, mani, addome, glutei e gambe
Tra le moderne tecnologie della medicina estetica, una delle più efficaci è senza dubbio la radiofrequenza (RF) monopolare. Se ne parla tantissimo ultimamente, ma in cosa consiste di preciso il trattamento con radiofrequenza monopolare? La radiofrequenza è un innovativo trattamento di medicina estetica che si basa sul principio della cessione di calore. È una procedura di rimodellamento semplice e veloce, non invasivo e indolore.
Come si svolge una seduta di radiofrequenza?
Il paziente viene fatto stendere sul lettino e viene messo in contatto con una piccola placca metallica. Successivamente sulla zona da trattare viene spalmato un apposito gel (alcuni medici usano il normale gel per ultrasuoni, io invece uso uno speciale gel con acido ialuronico che permette di ottenere risultati migliori). A quel punto, grazie all’impiego di un sofisticato macchinario (nel mio studio io uso il potentissimo DermaCode RF monopolare della XPRO engineering), con una manopola particolare vengono trasmesse particolari onde sul tessuto da trattare, facendolo scivolare – con movimenti circolari e longilinei particolari – sulla cute resa “scivolosa” dal gel all’acido ialuronico. Le onde attraversano i vari strati dell’epidermide, fino a raggiungere la fascia muscolare.
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Come agiscono queste onde?
Durante questo percorso, le onde prodotte dal macchinario incontrano delle resistenze ad attraversare i tessuti, convertite poi in energia termica, che si sviluppa in maniera tanto elevata quanto maggiore sono le onde che giungono in profondità. La radiofrequenza sfrutta infatti il principio della diatermia, cioè il riscaldamento profondo del tessuto in seguito al passaggio delle onde ad alta frequenza il cui flusso cambia verso molto rapidamente.
Il passaggio di onde determina uno spostamento di cariche elettriche (ioni) presenti nei tessuti in stato di quiete, generando vere e proprie correnti di spostamento: i tessuti offrono una naturale resistenza (impedenza) al flusso delle correnti di spostamento provocate dalla RF e quando una corrente incontra una resistenza, genera calore: maggiore è la resistenza che il tessuto oppone al passaggio di tale corrente (bioimpedenza), maggiore è il calore endogeno generato.
È proprio tale calore endogeno che porta al ringiovanimento cutaneo. La temperatura raggiunta, infatti, provoca nel derma la denaturazione del collagene, questa molecola diventa più corta e spessa, ottenendo l’effetto lifting. Il risultato, già ben visibile fin dalla prima seduta, consente il ringiovanimento cutaneo, contrastando la lassità della pelle non più giovane, in maniera non ablativa: la radiofrequenza monopolare è in definitiva uno dei migliori alleati per favorire la distensione delle rughe.
Radiofrequenza a casa
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Effetti
I quattro effetti principali della radiofrequenza che determinano il “biolifting”, sono:
- Iperemia: capillarizzazione e stimolazione del microcircolo con maggior apporto di ossigeno e sostanze nutritive e conseguente aumento del metabolismo cellulare e tissutale.
- Idratazione: mantenimento dei livelli ottimali di acqua nei tessuti interessati. Elevata rimozione dei cataboliti e tossine dalle zone interessate.
- Effetto tensorio immediato: una cronica “usura” del collagene determina le prime rughe e una progressiva perdita di tonicità cutanea. L’alta temperatura che si raggiunge nel derma causa la denaturazione delle molecole di collagene provocandone un’immediata contrazione e ispessimento. La molecola denaturata è più corta e più spessa e questo fenomeno determina un aumento della consistenza del derma e un marcato effetto tensorio immediato e percepibile sia ispettivamente (a vista) che palpatoriamente (al tatto). Se si utilizzano apparecchiature e pratiche poco serie, questo turgore viene in realtà prodotto attraverso un edema, un risultato all’apparenza apprezzabile ma decisamente scorretto da un punto di vista medico, soprattutto se ripetuto nel lungo periodo (sovrapproduzione di collagene fibrotico di tipo 3).
- Formazione di nuovo collagene: l’aumento della temperatura incrementa l’attività cellulare dei fibroblasti del derma, con conseguente stimolazione della sintesi proteica (Acido Ialuronico, Collagene, Elastina). A distanza di tempo si assisterà ad un ulteriore aumento della compattezza cutanea, grazie al contributo del nuovo collagene e ad una maggiore elasticità dei tessuti dovute a nuova elastina.
Radiofrequenza per i dolori cronici
Anche se la radiofrequenza monopolare viene usata principalmente in medicina estetica, uno dei suoi possibili usi è la riabilitazione in caso di dolori articolari e di radicolopatie. Alcune sedute di radiofrequenza possono infatti diminuire il dolore cronico alle articolazioni ed alla schiena, soprattutto se al gel di conduzione viene mescolata una sostanza ad azione antinfiammatoria, come una crema gel all’arnica.
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Il trattamento è doloroso?
Assolutamente no: con un bravo operatore si avverte solo una sensazione di calore sulla cute che, unita al massaggio del manipolo, per alcuni pazienti è addirittura piacevole e rilassante! Finito il trattamento potrete tornare subito alle vostre attività quotidiane. Potete fare un trattamento nella pausa pranzo e tornare in ufficio subito dopo come se nulla fosse ma con una pelle compatta, tonica e vitale.
Il risultato è immediato? Quanto dura?
In parte. Come dicevo prima il risultato è fin da subito visibile grazie alla denaturazione del collagene, ma il risultato diventerà ancora più evidente a distanza di alcuni giorni dal trattamento. La radiofrequenza spinge infatti i fibroblasti a produrre nuovo collagene e ciò determina un effetto progressivamente migliore. A livello visivo si ottiene in definitiva il rimodellamento della zona trattata, a livello palpatorio un ispessimento ed un aumento di consistenza ed elasticità della pelle, che appare notevolmente più compatta e vitale. Le smagliature di recente formazione tendono a scomparire, mentre le rughe più “anziane” appaiono meno intense. Le rughe sono immediatamente distese e molto meno visibili. Il “doppio mento” e le “braccia a tendina” diminuiscono di intensità e le mammelle sono più toniche al tatto ed alla vista. La radiofrequenza esplica un’azione a lungo termine che si mantiene per almeno sei mesi dall’inizio del trattamento.
Quali parti del corpo possono essere trattate?
La radiofrequenza dà ottimi risultati nel trattamento delle rughe che si formano intorno agli occhi, sulla fronte, tra le sopracciglia, attorno alla bocca, sul collo (collare di Venere) e sul décolleté. È possibile anche intervenire sul sottomento, migliorando la sua tonicità ed elasticità, e sulle occhiaie. Ho trattato pazienti con cute del viso estremamente rilassata ed il risultato è stato un bellissimo lifting globale ed un compattamento della pelle. Altre parti trattate spesso sono il dorso delle mani, i gomiti e le mammelle.
Ha effetto su pancia e gambe?
Effetti importanti si ottengono nei confronti delle smagliature e del rilassamento cutaneo di tutto il corpo: rassodamento delle braccia, interno cosce, glutei e addome. Utilissimo, se usato da mani esperte, anche per contrastare borse ed occhiaie. È efficace inoltre come terapia di mantenimento dei risultati raggiunti dopo un lifting chirurgico o una blefaroplastica.
Si può usare per combattere l’acne?
Sicuramente è un buon deterrente. La motivazione è nell’effetto regolarizzante del sebo sulle ghiandole che favorisce il trattamento di radiofrequenza sull’acne in fase attiva, con un conseguente miglioramento dell´inestetismo e delle eventuali cicatrici.
Si possono trattare pazienti con la couperose?
Si, prestando particolare attenzione. La couperose è caratterizzata da una sensibilità accentuata della cute e da un particolare stato del microcircolo. L’utilizzo della radiofrequenza con la combinazione di un mio specifico prodotto lenitivo ed utilizzando una potenza ridotta (max 15%) permettono di ottenere un effetto assolutamente positivo fin dal primo trattamento. Con il susseguirsi delle sedute si osserva un miglioramento che diventa sempre più stabile.
Si possono trattare pazienti che si sono sottoposte ad un filler?
Assolutamente si, anzi l’utilizzo combinato di radiofrequenza e filler risulta particolarmente efficace per un risultato finale complessivamente ottimale: recupero di tonicità, compattezza e luminosità della pelle e “spianamento” delle rughe.
La cosa fondamentale è la sequenza: prima si devono effettuare 4 o 5 trattamenti di Radiofrequenza e successivamente procedere all’infiltrazione con il filler; la pelle in questo modo risulterà più idratata, più luminosa e “preparata” alla metabolizzaione del riempitivo del filler.
Nel caso il/la paziente si siano già sottoposti ad un trattamento con filler, è opportuno attendere almeno due mesi prima di procedere con un trattamento di Radiofrequenza: l’acido ialuronico ad esempio, è uno zucchero che trattiene acqua e si scioglierebbe con il calore endogeno indotto dalla radiofrequenza.
La radiofrequenza può ridurre il dolore muscolare ed articolare?
Come già detto precedentemente, la risposta è si! La radiofrequenza è davvero un sistema formidabile per combattere alcuni tipi di dolore. Io la uso in associazione ad alcuni prodotti antiinfiammatori applicati direttamente sulla parte dolorante. Il calore prodotto dalla radiofrequenza ha potenti effetti antalgici, potenziati dal maggior assorbimento di antiinfiammatorio dovuto alla vasodilatazione da calore: i risultati sono eccezionali su dolori come il torcicollo, su quello articolare e su quello muscolare. Zone che beneficiano moltissimo di questo trattamento sono la schiena (soprattutto la zona lombare), la spalla e gli arti inferiori. La radiofrequenza monopolare, in associazione ad alcuni prodotti antiinfiammatori applicati direttamente sulla parte dolorante, è ottima anche per diminuire l’indolenzimento muscolare che interviene tipicamente dopo un allenamento (DOMS). Per approfondire: Dolore muscolare il giorno dopo l’allenamento: cause, cure e prevenzione
Radiofrequenza sul pene
La radiofrequenza monopolare viene usata – con opportuna potenza – sui genitali maschili con vari scopi. Per prima cosa tende la pelle del pene, quindi attenua le rughe e gli dona un aspetto più giovane e vitale. Non solo: dal momento che la radiofrequenza induce di un riscaldamento endogeno dei corpi cavernosi, ossigena l’organo e previene la fibrosi, quindi può essere utile nella malattia di Peyronie. La radiofrequenza, inducendo vasodilatazione locale, può essere inoltre un’alleato contro la disfuzione erettile (quella che una volta veniva chiamata impotenza). Ha anche un potere antalgico, quindi è capace di ridurre i dolori cronici a livello penieno e viene usata per contrastare la sindrome da dolore pelvico cronico. Dal momento che la spermatogenesi (la creazione di nuovi spermatozoi) che avviene a livello dei testicoli, viene influenzata negativamente dal calore, la radiofrequenza dovrebbe essere evitata sullo scroto, soprattutto se in presenza di varicocele.
Radiofrequenza dal medico o dall’estetista?
La radiofrequenza è uno strumento innocuo, ma solo se usato da mani capaci! Nel caso opposto si possono verificare dei danni ai tessuti. Proprio per questo motivo il Ministero della Salute ha vietato per legge alle estetiste di effettuare trattamenti di radiofrequenza ad alta potenza (oltre i 50 W e frequenza di uscita a 0,3 MHz), permettendo loro solo l’uso di strumenti a bassa potenza (massimo 50 W e 0,4 MHz). Tali strumenti a bassa potenza, usati dalle estetiste, non procurano danni ai tessuti ma di contro hanno un effetto veramente lieve: i risultati saranno minimi o addirittura assenti! Lo strumento più potente, che per legge può usare solo il medico, può potenzialmente procurare più danno – se usato male – ma è anche quello che permette risultati estetici realmente visibili e duraturi. Ora voi che leggete siete liberissimi di fare un trattamento di radiofrequenza monopolare dall’estetista pagandolo magari venti o trenta euro in meno rispetto a quello fatto dal medico, però poi non aspettatevi gli stessi risultati. Inoltre, se vedete una estetista che usa illegalmente su di voi uno strumento che solo un medico può usare, sappiate che non sta “solamente” compiendo un reato grave (esercizio abusivo della professione medica), ma anche che con quello strumento rischia di procurare dei danni alla vostra salute! A voi la scelta.
La legge a cui faccio riferimento è il D.M. 12 maggio 2011, n. 110, Gazzetta Ufficiale 15 luglio 2011.
Leggi il PDF: DECRETO 12 maggio 2011 , n. 110
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Quanti trattamenti devo fare per un protocollo antiage?
Premesso che trattandosi di un’apparecchiatura medicale la valutazione del numero di trattamenti necessari e di altri parametri di utilizzo vanno valutati dal medico in funzione dello stato di salute del paziente e della sua reazione al trattamento, di solito suggerisco un protocollo medio di 10-12 sedute che statisticamente portano al risultato desiderato su pazienti che rientrano in un range di età tra i 25 e i 75 anni.
Quanto tempo deve trascorrere tra un trattamento e l’altro?
Nel periodo iniziale consiglio una o due sedute a settimana, successivamente il tempo tra una seduta e l’altra arriva fino a 2 settimane o un mese nelle fasi finali del trattamento: questo perché in base a numerosi studi come ad esempio quello di Zelickson et al. del 2004, la produzione di nuovo collagene di tipo 1 aumenta progressivamente subito dopo il trattamento e il tempo tra una seduta e la successiva permette di mantenere costante ed elevata la produzione di questa molecola.
In particolari situazioni, su pelli affaticate e segnate, si può anche procedere con una strategia di “attacco” che comprende fino a 3 sedute settimanali, per poi passare ad un intervallo di due settimane per i trattamenti successivi. Ad ogni modo tutto deve essere valutato in base al paziente e alla situazione di partenza, quindi i dati che vi ho appena fornito sono del tutto indicativi.
Quanto costa un trattamento?
Il prezzo varia in funzione della zona da trattare, della situazione iniziale, della durata del trattamento e molti altri fattori. Mediamente un trattamento viso costa circa dagli 80 ai 120 euro a seduta, ma sono previsti degli sconti se si associano altri trattamenti.
Quali sono i vantaggi – in sintesi – della radiofrequenza?
1) Effetto lifting naturale e duraturo: il risultato finale é una ridefinizione dei lineamenti e un recupero del tono dei tessuti assolutamente naturale, senza stravolgimenti “artificiali” dei connotati del volto;
2) Trattamento non invasivo: piacevole, con una sensazione di calore simile a tepore;
3) Sicuro: senza reazioni indesiderate di tipo allergologico, senza incompatibilità di tipo farmacologico, senza possibili complicazioni come infezioni, cicatrici, ematomi;
4) Tempi di trattamento assolutamente brevi;
5) Indipendente dal fototipo e applicabile tutto l’arco dell’anno;
6) Non comporta tempi di recupero post trattamento: potete fare il trattamento perfino nella pausa pranzo per poi tornare a lavoro senza alcun problema;
7) Trattamento assolutamente indolore.
Quali sono le controindicazioni della Radiofrequenza?
La Radiofrequenza è fondamentalmente priva di controindicazioni per soggeti sani; va evitata nei seguenti casi:
1) Portatori di pacemaker
2) Aritmie cardiache gravi
3) Gravidanza/allattamento
4) Neoplasie in atto
5) Patologie autoimmuni sistemiche gravi
6) Placca metallica in situ
Quali sono gli effetti collaterali della Radiofrequenza?
Utilizzando correttamente la terapia, gli effetti indesiderati sono pochi e lievi: leggero rossore e sensazione di calore temporanei sono effetti assolutamente normali. In rari casi, possono verificarsi affezioni cutanee o leggeri gonfiori che, manifestandosi con eritema, scompaiono comunque nel giro di 2-3 ore successive la terapia.
Consigli dopo il trattamento di Radiofrequenza?
Suggerisco di non esporsi a fonti solari, artificiali o naturali: è preferibile aspettare qualche giorno.
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Ottieni un effetto lifting immediato grazie all’ossigenoterapia
Le potenzialità dell’ossigeno sono note da tempo nel campo della chirurgia plastica, per il trattamento di bruciature e lesioni cutanee. L’ossigeno aumenta la circolazione sanguigna, migliorando il metabolismo cellulare e accelerando i processi di guarigione, riduce le irritazioni, ha effetto antinfiammatorio e antibatterico. Per poter sfruttare questi benefici anche nel campo del ringiovanimento cutaneo, esistono oggi sofisticate apparecchiature elettromedicali, che permettono di veicolare l’ossigeno puro, con eventuale aggiunta di principi attivi, nel tessuto epidermico, per contrastare il crono aging e la perdita di elasticità. La propulsione d’ossigeno rappresenta una validissima alternativa a metodologie più invasive per il ringiovanimento cutaneo.
L’ossigenoterapia “Oxy System”
L’ingegneria biomedica risponde all’esigenza, oggi sempre più sentita, di creare soluzioni evolute e minimamente invasive, sfruttando l’ elemento più naturale che esiste: l’ossigeno. “Oxy system” è un’apparecchiatura riservata all’uso medico, che, attraverso speciali manipoli, permette di effettuare un trattamento completo del viso, che allevia i segni dell’età e stimola il metabolismo cellulare. L’apparecchiatura dispone di un manipolo al quale può essere collegata una testina diamantata, che permette di rimuovere gli strati più superficiali dell’epidermide, erogando contemporaneamente ossigeno, in modo da alleviare il trauma causato dall’abrasione. Sostituendo questa testina è possibile completare il trattamento con un massaggio meccanico, eventualmente abbinato ad emissione di ossigeno, che rivitalizza le cellule responsabili della produzione di fibrina, elastina, collagene e glicosaminoglicani, regalando un viso riposato, rassodato, fresco e luminoso. Oxy System dispone infine di un erogatore che permette di veicolare in profondità topici e principi attivi attraverso l’ossigeno, che potranno essere scelti dal medico per potenziare gli effetti del trattamento a seconda delle esigenze del paziente o della paziente, ottenendo così effetti paragonabili alla mesoterapia. L’ossigenoterapia praticata con questi innovativi macchinari combina le proprietà e i benefici dell’ossigeno con la microdermoabrasione ed con il messaggio meccanico. L’ossigeno ad elevato grado di purezza aumenta l’irrorazione sanguigna, migliora il metabolismo cellulare e stimola la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, accelerando così i processi riparativi della pelle. La respirazione cellulare e la circolazione periferica sono ripristinate, la pelle riacquista l’elasticità e la luminosità perdute.
Finalità del trattamento
Il trattamento è in grado di ripristinare la microcircolazione e riattivare il metabolismo cutaneo, compromessi da invecchiamento, stress, inquinamento e foto esposizione. È dimostrato che la produzione di collagene da parte dei fibroblasti trae vantaggio dalla presenza di un’adeguata quantità di ossigeno nei tessuti. I benefici del trattamento topico con ossigeno sono due: rivitalizzazione degli strati cutanei (aspetto della pelle più sano, tonico e luminoso), veicolazione di principi attivi nel derma profondo per mezzo del gas iperbarico (potenziamento dell’azione di sostanze anti-aging scelte dal medico).
Le sedute di ossigenoterapia sono consigliate per ottenere:
- sensibile riduzione delle macchie cutanee e delle rughe espressive del volto;
- ottenere un apprezzabile “effetto lifting” per il miglioramento del trofismo cutaneo;
- contrastare acne e rosacea.
Controindicazioni e effetti collaterali
La terapia non provoca effetti collaterali e non ha controindicazioni.
Come si svolge la prima visita?
Durante la visita il medico esaminerà la pelle del vostro volto, rughe, zone di iperpigmentazione o altre problematiche estetiche. Vi ascolterà in modo da capire le vostre aspettative e valutare se gli esiti dei trattamenti di ossigenoterapia potranno soddisfarle, consigliando eventualmente interventi alternativi o complementari a quello di vostro interesse. Vi darà tutte le informazioni relative al trattamento, come si svolgerà, la durata, gli effetti.
Preparazione alla seduta di ossigenoterapia
Non si richiede alcuna preparazione alla seduta di ossigenoterapia, il trattamento è indolore, e non richiede anestesia.
Come si svolge il trattamento?
Il medico utilizzerà sulle zone da trattare un manipolo, collegandovi, secondo le necessità, testine che svolgono funzioni aggiuntive, e veicolerà ossigeno purissimo negli strati profondi dell’epidermide del vostro viso. Il trattamento potrà essere completato con un massaggio meccanico, eventualmente abbinato ad emissione di ossigeno, che rivitalizza le cellule responsabili della produzione di fibrina, elastina, collagene e glicosaminoglicani, regalando un viso riposato, rassodato, fresco e luminoso. Secondo le vostre esigenze, il medico potrà veicolare in profondità, tramite un apposito erogatore, topici e principi attivi indicati per l’attenuazione delle problematiche estetiche della vostra pelle. Il trattamento avrà la durata di 1 ora circa, e sarà assolutamente indolore. Al termine il medico indicherà alcune norme da osservare nelle prime ore successive alla seduta.
Dopo la seduta ci saranno segni visibili sul viso?
La seduta di ossigenoterapia non lascia segni visibili sul viso.
Quando riprendere le normali attività?
Le normali attività possono essere riprese immediatamente.
Che risultato si ottiene con i trattamenti di ossigenoterapia?
Il miglioramento sarà visibile fin dalla prima seduta, il risultato sarà un viso meno stanco, rassodato, fresco e luminoso. Secondo il grado di invecchiamento cutaneo e le altre eventuali problematiche estetiche, il medico creerà per voi un protocollo personalizzato, che potrà includere o meno l’uso di farmaci assieme all’ossigeno iperbarico, che daranno al trattamento un’efficacia del tutto paragonabile alla mesoterapia. È essenziale una valutazione medica per stabilire la durata ed il numero delle sedute, i tempi, gli eventuali farmaci da veicolare, le eventuali associazioni con altri trattamenti, che renderanno i risultati finali strettamente personalizzati. Solitamente i vantaggi sono visibili e duraturi, dopo alcune sedute di trattamento si noterà un miglioramento di turgore, elasticità e texture cutanea, oltre che una maggiore luminosità, tono e spessore della cute nella zona trattata. In seguito si noterà una diminuzione delle rughe dinamiche e statiche, un restringimento dei pori cutanei ed un’ involuzione dei processi acneici attivi e degli esiti cicatriziali post acneici. È sempre opportuno ricordare che l’invecchiamento cutaneo è un processo naturale, che non può essere fermato; questo significa che, per mantenere i risultati stabili nel tempo, oltre che effettuare sedute di mantenimento, sarà indispensabile abbinare uno stile di vita sano ed un’alimentazione corretta.
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Needling medico: dite addio a rughe, macchie solari e cicatrici da acne
Il needling medico è una tecnica innovativa, che permette la correzione di inestetismi cutanei di varia natura, attraverso la stimolazione del fisiologico ricambio cellulare. Durante la seduta, eseguita ambulatorialmente, la cute è sottoposta a microperforazioni multiple, effettuate tramite un rullo dotato di piccoli aghi (1,5 mm). Il microtrauma, innescando i meccanismi di riparazione tissutale, stimola la produzione di collagene, acido ialuronico ed elastina da parte dei fibroblasti. Il trattamento permette di ottenere un miglioramento della luminosità e della compattezza cutanea, la diminuzione delle macchie della cute del volto, l’attenuazione delle piccole rughe delle guance, della regione perilabiale e delle cicatrici da acne.
Quanti tipi di needling esistono?
A seconda delle caratteristiche del rullo utilizzato, si possono diversificare tre protocolli di Needling, che hanno le stesse finalità ma, naturalmente, gradi di efficacia diversi:
- Il needling cosmetico, effettuato tramite un rullo (dermaroller) dotato di aghi di 0,5 mm, è un trattamento che la paziente esegue da sola, a domicilio, può essere ripetuto anche ogni sera, prima dell’applicazione delle creme specifiche, è molto utile per migliorare la penetrabilità della barriera cutanea, e favorire l’assorbimento dei principi attivi delle creme applicate, che non incontrano l’ostacolo dello strato corneo. Il needling cosmetico non danneggia gli strati cutanei sottostanti e non provoca dolore. Oltre ad essere in grado di migliorare spessore e tonicità della cute in 10-12 settimane di uso domiciliare, è molto utile per rinforzare e completare gli effetti del trattamento di needling medico praticati in ambulatorio. Per il needling cosmetico, il nostro studio consiglia i prodotti Environ®, che hanno un’efficacia dimostrata a livello mondiale in quanto contengono elevati dosaggi di Vitamina A e C freschissime, oltre che di agenti in grado di facilitare la penetrazione cutanea. Poiché è verificato che la sintesi di collagene a livello dermico è proporzionale alle quantità di Vitamina A e C che riescono a raggiungere questo strato cutaneo, una maggiore penetrazione cutanea apporta indubbi benefici.
- Il needling medico prevede più sedute (da 3 a 4) da effettuare a distanza di 45-60 giorni, è effettuato in ambulatorio con aghi di 1,5 mm, che creano sulla cute dei microfori. Per effetto del microtrauma, si liberano nella pelle i fattori della coagulazione e molte citochine pro infiammatorie, con una reazione di richiamo cellulare, riparazione e formazione di nuovo collagene a livello del derma.
- Il needling chirurgico, con aghi di 3 mm, viene eseguito in sala operatoria con un’anestesia locale e eventuale leggera sedazione, determina un microtrauma con sanguinamento, che fa si che nella pelle si liberino quantità ancor maggiori di fattori della coagulazione e molte citochine pro infiammatorie.
Finalità del trattamento di needling medico
Durante il needling medico la cute è sottoposta a microperforazioni multiple, le quali determinano un microtrauma, che innesca i meccanismi di riparazione tissutale, stimolando la produzione di collagene, acido ialuronico ed elastina da parte dei fibroblasti.
Induce perciò la stimolazione del fisiologico ricambio cellulare, con un visibile miglioramento estetico di:
- rughe peribuccali e perioculari;
- cicatrici post-acneiche;
- anni del fotoinvecchiamento;
- disturbi pigmentari e macchie solari.
A chi è consigliabile questo trattamento?
Il needling è indicato ai pazienti o le pazienti che desiderano eliminare dal volto inestetismi dovuti alla presenza di rughe nella zona oculare e intorno alla bocca, a danni cutanei e macchie dovute all’esposizione solare, a cicatrici post acneiche, a disturbi pigmentari.
Età consigliata per il trattamento
Il trattamento è indicato per le pelli non più giovani o mature, per rallentare il fisiologico processo di invecchiamento e per ridurre i segni del tempo, riattivando il ricambio cellulare.
Controindicazioni e effetti collaterali
Il trattamento di needling medico non è indicato in soggetti con patologie cutanee attive, donne in gravidanza, pazienti che presentano difetti di cicatrizzazione, alterazioni della coagulazione o collagenopatie. Al termine del trattamento, la pelle può presentarsi piuttosto arrossata per due/sei ore, in alcuni casi può presentarsi un lieve edema e micro sanguinamento, con piccole ecchimosi soprattutto sul volto, destinate a risolversi naturalmente entro 2-5 giorni.
Come si svolge la prima visita?
Durante la visita il chirurgo plastico esaminerà il vostro viso e collo, verificando la presenza di eventuali problematiche estetiche della pelle. Vi ascolterà in modo da capire le vostre aspettative e valutare se gli esiti dei trattamenti di needling medico potranno soddisfarle, consigliando eventualmente trattamenti alternativi o complementari a quello di vostro interesse. Vi darà tutte le informazioni relative al ciclo di trattamenti indicato per il vostro caso ed alla loro durata.
Preparazione al needling medico
Il needling medico si esegue in ambulatorio, richiede l’utilizzo di un anestetico topico in occlusione, da applicare sulla parte interessata un’ora prima del trattamento. Il chirurgo plastico applicherà sulla pelle del vostro viso il piccolo rullo, dotato di aghi di 1,5 mm, effettuando un numero di passaggi prestabilito. Il trattamento, della durata di 15-20 minuti, terminerà con l’applicazione di una crema lenitiva. Il medico vi ricorderà di evitare l’esposizione alla luce solare diretta fintanto che l’eritema post-trattamento non sia scomparso.
Dopo la seduta ci saranno segni visibili sul viso?
Al termine del trattamento, la pelle può presentarsi piuttosto arrossata per due/sei ore, in alcuni casi può presentarsi un lieve edema e micro sanguinamento, con eventuali piccole ecchimosi, destinate a risolversi naturalmente entro 2-5 giorni.
Quando riprendere le normali attività?
Le normali attività possono essere riprese immediatamente. Il medico vi ricorderà di evitare l’esposizione alla luce solare diretta fintanto che l’eritema post-trattamento non sia scomparso.
Quanto dura il risultato del trattamento di needling medico?
I risultati positivi del needling si osservano già dopo 2-3 mesi, periodo necessario alla formazione di nuovo collagene. La ripetizione dei trattamenti è indicata per intensificare il miglioramento estetico, restituendo alla pelle forza, elasticità e levigatezza. Il needling medico ha effetti paragonabili a quelli del laser, del peeling chimico e della dermoabrasione, ma garantisce tempi di guarigione più rapidi, con minimi rischi per il paziente, essendo una tecnica mini-invasiva. È opportuno ricordare che l’invecchiamento cutaneo è un processo naturale, che non può essere fermato; questo significa che, per mantenere la vostra pelle morbida, elastica e compatta nel tempo sono consigliabili sedute di mantenimento, che sarà il vostro medico a consigliarvi.
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Filler al collagene per riempire le rughe del viso e ridare volume alle labbra
Il collagene è una proteina naturalmente presente nell’organismo umano, che fornisce compattezza e sostegno a vari organi e apparati; esistono diversi tipi di collagene umano, tra di essi quello maggiormente implicato nel processo di invecchiamento cutaneo è il collagene presente nel derma, che viene definito di Tipo 1, che dona alla massa cutanea spessore ed elasticità. L’assottigliamento dello strato di collagene è un fenomeno fisiologico che si verifica con il trascorrere degli anni. La pelle del viso, divenuta carente di questa importante proteina di sostegno, tende a perdere compattezza e acquisire un aspetto rugoso e cadente, essendo esposta a radiazioni solari e smog, al continuo trauma della mimica facciale e alla stessa forza di gravità. Il trattamento riempitivo con collagene (filler), permette di dare supporto al collagene naturale residuo presente nella pelle, e di sostituirsi in parte ad esso. Esistono due forme di collagene iniettabile: collagene di origine bovina, con i nomi commerciali di Zyderm e Zyplast, e collagene di origine umana, di più recente produzione, che si trova in commercio con i nomi CosmoDerm e CosmoPlast.
- Il collagene bovino è estratto da derma di bovini controllati, e trova impiego in medicina estetica da molti anni, con grande successo. Essendo lievemente diverso da quello umano richiede un test preventivo di tollerabilità.
- Il collagene di origine umana, di più recente utilizzo, viene estratto da derma umano, perciò non necessita di alcun test preventivo di tollerabilità. Le aziende farmaceutiche trattano questi prodotti creando legami crociati intramolecolari (“crosslinkaggio”), in maniera da modularne il riassorbimento.
Finalità dell’uso del collagene
Il collagene viene utilizzato da oltre 20 anni come filler iniettabile, per contrastare l’assottigliamento del derma, e la conseguente atonia, che sono le caratteristiche più evidenti della pelle matura. La sua azione restituisce alla pelle del viso un aspetto ed una consistenza più giovane, e ne rimodella i contorni.
A chi è consigliabile questo trattamento?
Il paziente o la paziente adatta a questo trattamento presenta una o più delle seguenti caratteristiche:
- rughe frontali, interciliari, periorali, perilabiali (“codice a barre”, dovuto al fumo di sigaretta);
- rughe e solchi glabellari (in mezzo alle sopracciglia);
- rughe e solchi naso genieni;
- rughe perioculari (“zampe di gallina”);
- danni estetici dovuti alla perdita di collagene ed all’esposizione ai raggi solari;
- perdita di volume e contorno delle labbra;
- esiti di rinoplastica;
- esiti cicatriziali di acne.
Controindicazioni e effetti collaterali
l collagene di origine bovina, in quanto proteina naturale, può scatenare, seppure in rari casi, reazioni allergiche o di intolleranza; per questa ragione, prima di effettuare il trattamento, è indispensabile sottoporsi ad un test intradermico. Il test intradermico viene valutato dopo tre giorni, e, di nuovo, dopo 4 settimane. L’iniezione di collagene non va assolutamente praticata se il test dà luogo ad una reazione locale di indurimento, dolorabilità alla pressione, edema con o senza prurito, mentre se il risultato è dubbio il test deve essere necessariamente ripetuto sull’altro braccio, rispettando i tempi prescritti. Le complicanze dopo l’iniezione di collagene sono rare e, in ogni caso, momentanee e reversibili; includono indurimento o rigonfiamento nella sede dell’iniezione, edema, dolore e fenomeni infiammatori. Il trattamento con collagene non si effettua in gravidanza, ed è sconsigliato a pazienti affetti da malattie dermatologiche autoimmunitarie, collagenopatie, disordini della coagulazione sanguigna. Deve essere rimandato se è presente herpes in fase attiva.
Come si svolge la prima visita?
Durante la visita il medico esaminerà la vostra pelle, il tipo di rughe, la loro profondità e posizione, le altre eventuali problematiche estetiche. Vi ascolterà in modo da capire le vostre aspettative e valutare se gli esiti delle iniezioni di collagene potranno soddisfarle, consigliando eventualmente interventi alternativi o complementari a quello di vostro interesse. Vi darà tutte le informazioni relative ai trattamenti da effettuare, alla loro durata, e a come dovrete comportarvi nei giorni successivi.
Preparazione all’iniezione di collagene
Data la necessità del test allergologico preliminare, l’iniezione di collagene di tipo bovino non può essere effettuata durante la prima visita, ma solo quando si avrà a disposizione il risultato. Il trattamento si esegue in ambulatorio; se ritenuto opportuno, ad esempio nel caso si trattino zone particolarmente sensibili, come le labbra, può esser preceduto da una leggera anestesia locale da contatto, che richiede un tempo di attesa di un’ora circa.
Come si svolge il trattamento?
Attraverso una siringa dotata di ago sottilissimo, il chirurgo plastico inietta piccole quantità di collagene nell’area interessata, senza lasciare segni visibili, salvo, in alcuni casi, un lieve rossore o un piccolo livido nel sito di iniezione, che dopo poche ore sarà possibile coprire con il trucco. Il trattamento ha una durata di circa 15 minuti, e al termine si possono immediatamente riprendere le normali attività, senza alcuna medicazione. Il medico indicherà alcune norme da osservare nelle prime ore successive alla seduta.
Dopo la seduta ci saranno segni visibili sul viso?
In alcuni casi, nelle prime 24-48 ore dopo l’iniezione di collagene, la zona trattata potrebbe apparire leggermente più gonfia di come sarà in seguito; potrebbe presentarsi un lieve rossore o un piccolo livido nella zona di iniezione.
Quando riprendere le normali attività?
Le normali attività possono essere riprese immediatamente.
Quando si vede il risultato e quanto dura l’effetto?
Il risultato è ben visibile ed apprezzabile fin da subito; la durata varia da individuo a individuo, in base a vari fattori, come la tecnica di impianto che il chirurgo ha adottato, la sede, l’età e le abitudini di vita del paziente; in media il trattamento di collagene ha una durata di circa 4 mesi.
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